Attività fisica e diabete di tipo 2

L’esercizio aerobico aiuta a ridurre il rischio di diabete di tipo 2. Un recente studio condotto su un campione elevato di donne e pubblicato sul portale PLoS Medicine, ha rivelato che l’allenamento di resistenza aerobica e con i pesi potrebbe aiutare a ridurre il rischio di soffrire di questa patologia.

Lo studio è stato realizzato da ricercatori della Scuola di salute pubblica di Harvard, di Boston e dell’Università della Danimarca del Sud, nell’ambito del quale sono stati esaminate oltre 99.000 donne adolescenti e di età media.

All’inizio dello studio, nessuna delle donne era affette da diabete e i ricercatori hanno analizzato il rapporto tra le loro abitudini relative all’esercizio fisico e l’incidenza dello sviluppo della patologia. Nello specifico è stato esaminato il tempo che le donne dedicavano ogni settimana allo svolgimento di vari tipi di esercizio fisico, tra i quali esercizi di potenziamento muscolare con i pesi di intensità lieve, esercizi di risveglio muscolare quali stretching, tonificazione e yoga, nonché esercizi di tipo aerobico.

Sia l’allenamento di potenziamento muscolare con i pesi, sia gli esercizi di risveglio muscolare di lieve intensità hanno mostrato una relazione autonoma con la riduzione del rischio di diabete, ma a tale fine risultavano più efficaci se combinati tra loro.

I ricercatori sono giunti alla seguente conclusione: “I risultati del nostro studio suggeriscono che… l’inserimento di attività di potenziamento muscolare e di stretching uniti all’attività aerobica offrono benefici sostanziali per la prevenzione nel diabete nelle donne.”

Quali sono i livelli di esercizio raccomandati?

Almeno 150 minuti di esercizio aerobico la settimana e almeno due volte la settimana di allenamento di potenziamento muscolare con i pesi, che i ricercatori considerano in almeno 60 minuti. Le donne che hanno seguito queste raccomandazioni hanno mostrato un minor rischio di diabete, ma anche dedicando un tempo minore a queste attività si sono notevolmente ridotti i rischi di tale patologia.

L’équipe ha inoltre concluso che “l’esercizio di potenziamento muscolare con i pesi può ridurre il rischio di diabete di tipo 2 tramite vari meccanismi,” facendo sì che le donne in sovrappeso o che presentavano obesità potessero assistere a una maggiore riduzione del rischio rispetto alle altre.

Anche negli uomini il rischio si è ridotto

La ricerca precedente, pubblicata sulla rivista Archives of Internal Medicin, nell’agosto 2012 e condotta da ricercatori degli stessi istituti, ha anch’essa concluso che gli uomini che si allenano regolarmente con i pesi possono ridurre il rischio di diabete di tipo 2 fino al 34 per cento. Un allenamento costante potrebbe essere di 30 minuti a sessione, 5 volte alla settimana.

In linea con il recente studio, si è scoperto che l’allenamento di resistenza combinato ad attività aerobiche come correre o camminare a un’andatura leggera possono determinare risultati anche migliori: una riduzione del rischio fino al 59 per cento.

Tale studio è risultato pioniere nella constatazione di come l’allenamento di potenziamento muscolare con i pesi potrebbe aiutare a prevenire il diabete di tipo 2. Ora è chiaro che entrambi i sessi possono trarne beneficio.

È importante sottolineare, affinché l’allenamento di potenziamento con i pesi eseguito da solo, senza unirlo a esercizi aerobici o ad altre tipologie di esercizi, pare offrire una notevole riduzione del rischio. Per questo motivo, le persone che hanno problemi di tempo nello svolgimento di questi ultimi trovano un’alternativa valida ed efficace nei pesi.

L’allenamento anche con i pesi aiuta i diabetici

Se guardiamo più indietro nel tempo, uno studio pubblicato su JAMA nel novembre 2010 ha riscontrato che lo svolgimento di esercizi aerobici e di potenziamento con i pesi aiutava a migliorare i livelli di glicemia tra i malati di diabete tipo 2 molto più di quanto avvenisse con i soli esercizi.

Una pubblicazione ha segnalato che “i pazienti affetti da diabete di tipo 2 che desiderano ottimizzare gli effetti dell’esercizio e del controllo della glicemia devono svolgere sia esercizi aerobici sia esercizi di potenziamento con i pesi.” Tale pubblicazione ha aggiunto che “se si ha a disposizione un tempo limitato da dedicare allo sport, è meglio dedicarlo a entrambi gli esercizi piuttosto che a uno solo.”

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

Individuazione di metalli pesanti nell’organismo

Si tratta di un problema sempre più comune e non può essere riscontrato con un’analisi delle urine o del sangue a meno che tali sostanze siano in stato transitorio. I metalli pesanti si accumulano nel corpo, prevalentemente nei grassi o nelle ossa.

Gli organi più colpiti dai metalli pesanti sono:

  • Reni
  • Fegato
  • Cervello

E in secondo luogo:

  • Ossa
  • Tiroide

Sono i due muscoli utilizzati per testare la presenza di metalli pesanti:

  • Pettorale maggiore clavicolare (il 99% delle volte risulta positivo).
  • Psoas (il 100% delle volte risulta positivo).

Il test con la chinesiologia olistica si effettua tirando le braccia e incrociandole. Se ciò provoca un AR (Arm Reflex) significa che la persona presenta metalli pesanti. La fiala generale che indica la presenza di metalli pesanti è la Mercurius solubilis 30DH, che rientra in un test basico.

A questo punto si dovrebbe verificare quale sia il metallo che provoca l’intossicazione. I metalli più diffusi (al 99% in tutti i casi) sono:

  • Piombo (Pb)
  • Mercurio (Hg)
  • Alluminio (Al)
  • Arsenico (As)
  • Cadmio (Cd)
  • Nichel (Ni)
  • Rame (Cu)

Per testare tali tossicità si usa un kit per tossine. Una volta stabilito quale sia il metallo specifico interessato, dovremo verificare quali sono gli organi colpiti. Nel 99% dei casi saranno reni, fegato o cervello.

Test degli organi coinvolti

Per testare quali siano gli organi nei quali si accumulano i metalli pesanti si vanno a toccare i centri neuro linfatici (NL) o si utilizza un filtro per gli organi:

  • Reni: I relativi NL si trovano 1″ verso l’alto e 1″ lateralmente rispetto all’ombelico.
  • Fegato: I relativi NL si trovano nell’emitorace destro, tra le costole cinque-sei, dal capezzolo verso lo sterno.
  • Cervello: I relativi NL si trovano al di sotto dell’apofisi coracoide, su una linea costituita da vari punti, su entrambi i lati.
  • Tiroide: tra le costole due-tre, vicino allo sterno.
  • Ossa: è necessario eseguire il test con il filtro o la fiala.

Semplicemente toccando il punto NL relativo a ciascun organo è possibile individuare dove si trovano i metalli pesanti. Quando toccando il punto in questione l’AR scompare, saremo in presenza dell’organo in cui si trova il metallo pesante.

Il trattamento sarà stabilito in base alla gravità della tossicità e al livello di contaminazione del paziente.

Nei casi molto gravi ci si avvarrà dell’omeopatia, nella fattispecie dell’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) o del DMPS (dimercaptopropanolo solfato) o del DMSA (acido dimercaptosuccinico). Nei casi meno gravi o intermedi si utilizzeranno oligoelementi quali il selenio o lo zolfo e ci si avvarrà della medicina ortomolecolare con l’impiego di amminoacidi solforati o composti quali l’MSM o l’aglio. Nei casi che presentano minore contaminazione di useranno piante o alghe quali la clorella o lo zenzero.

I drenanti omeopatici quali solidago, berberis, galium, toex e altri possono risultare fondamentali nelle prime fasi di disintossicazione di fegato, reni e cervello.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Cos’è la medicina vibrazionale?

La Medicina vibrazionale, nota anche come medicina dell’energia, è il trattamento di cura della salute della “nuova era”. Gli scienziati stano chiudendo la frattura esistente tra la medicina occidentale tradizionale e le terapie supplementari, per aiutarci a comprendere le differenze tra le due opzioni e come i terapeuti possono lavorare con entrambe al fine di creare un trattamento integrale della salute dei clienti che coinvolge copro, mente e spirito.

Cos’è la medicina vibrazionale?

Il suo approccio alla diagnostica e al trattamento delle patologie si basa sul concetto che siamo tutti dei sistemi unici di energia. Secondo questa idea è possibile diagnosticare vari tipi di patologie basandosi sulla conoscenza delle varie frequenze energetiche derivanti dal corpo umano e che possono essere misurate.

Esistono parecchi esempi di energia vibrante: il suono, la luce, le onde radio, i raggi X e il forno a microonde sono soltanto alcuni. La medicina vibrazionale tiene in considerazione tutte le forme di energia vibrazionale che contribuiscono a modificare il sistema dell’energia umana. Dal punto di vista della fisica quantistica, le molecole biochimiche che costituiscono il corpo fisico costituiscono anche una forma di energia vibrazionale.

Fu Albert Einstein a scoprir che la materia e l’energia sono due forme diverse che esprimono la medesima cosa. Le cellule contengono molecole costituite da componenti più piccoli chiamati atomi. La teoria di Einstein fu provata e dimostrata a livello atomico, pertanto si può dire che nel livello atomico il corpo umano è costituito da vari tipi di energia vibrazionale.

Il modello di vibrazione

Le nostre cellule e i nostri organi sono sostentati da una serie di sistemi di distribuzione di energia specializzati, alimentati dai principi nutritivi e dall’ossigeno, come altresì da un flusso di energia vitale. Ciò è stato riconosciuto da molto tempo dalla medicina orientale, nota come qi o prana. Tale energia può essere migliorata o inibita da vari fattori.

Nella medicina vibrazionale uno dei fattori riconosciuti come responsabili del flusso di energia vitale sono le nostre emozioni, i nostri comportamenti, il modo in cui ci relazioniamo con gli altri e la nostra consapevolezza. In questo modello le nostre emozioni non fanno riferimento soltanto alle reazioni neuro-chimiche nel sistema limbico del cervello, ma sono anche influenzate da un maggiore campo di energia spirituale. Le nostre reazioni agli eventi della vita non solo si registrano nella nostra memoria, ma coinvolgono anche i sette principali centri di energia vitale del corpo (chakra) e sono responsabili dei nostri modelli di comportamento, atteggiamento, pensiero e credenza, come altresì delle problematiche fisiologiche associate al sistema nervoso.

Un altro aspetto del modello vibrazionale di guarigione riguarda il riconoscimento dell’importanza dell’energia spirituale. L’aspetto spirituale può essere visto come una forza motivante che migliora il corpo fisico.

È il corpo fisico consentire che lo spirito che ospita interagisca con altre persone e abbia relazioni importanti quali apprendere e creare. Sono queste esperienze e il suo effetto sull’energia vitale l’approccio fondamentale della guarigione vibrazionale. I due sistemi energetici operativi principali sono il sistema dei meridiani e il sistema dei chakra.

Tecniche di guarigione vibrazionale

Esiste un numero sempre maggiore di terapie che lavorano sul sistema vibrazionale del corpo: agopuntura/agopressione, rimedi omeopatici, essenze floreali, il suono, il colore, la guarigione con cristalli e reiki (guarigione con le mani), per citarne soltanto alcuni.

Vista l’origine dei blocchi energetici (tramite le reazioni alle esperienze di vita) il trattamento è specifico per ciascun individuo. I terapeuti che praticano in questo modo vengono visti come strumento che agevola il processo di guarigione, dal momento che il loro lavoro consiste nell’aiutare le persone a comprendere e a creare le modifiche di cui i pazienti hanno bisogno nella loro vita.

La cura del corpo vibrazionale

Il punto chiave per quanto riguarda la medicina vibrazionale è l’approccio alla spiritualità, alle emozioni, agli atteggiamenti, ai comportamenti e alle credenze. Ci sono dei passaggi che si possono fare per migliorare le frequenze di vibrazione del proprio corpo, una semplice modifica al comportamento, come l’aumento dell’esercizio fisico, il miglioramento nell’alimentazione o il fatto di prendersi del tempo per esaminare i propri obiettivi e la propria posizione nella vita può scatenare una variazione in un sistema energetico, migliorando il flusso della forza vitale, che si traduce in una reazione fisica immediata.

Analizzare le aree della nostra vita nelle quali ci sentiamo bloccati, prefissando delle mete, e la cosa più importante è adottare le opportune misure volte a creare un cambiamento di vita. Annoteremo i nostri sentimenti man mano che avanziamo verso il nostro obiettivo. Registreremo qualsiasi cambiamento nel nostro copro fisico e ciò ci conferirà una sensazione di potere sulla nostra vita e sulla nostra salute.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Cosmopatie

Nell’ambito della chinesiologia energetica è possibile che si debbano affrontare problemi legai alle cosmopatie o patologie cosmobiologiche.

Le cosmopatie si verificano quando non siamo correttamente allineati con l’universo. Ciò può provocare alterazioni in varie zone del corpo, chiamate climi corporei. Esistono 12 climi o divisioni, che sono legati a 12 segni zodiacali. Il cielo regola le energie yang e la terra quelle yin.

Le energie telluriche nocive vengono chiamate geopatie. Sulla Terra, oltre alle correnti sotterranee d’acqua, depositi di sale o di minerali, esistono una rete chiamata curry e delle linee chiamate Hatmann che si incrociano. Esistono poi dei punti cancro (luoghi della corteccia terrestre nei quali convivono due o più concause delle geopatie. In tali punti si verifica un’elevata concentrazione di emissioni energetiche). Tutto ciò può influenzarci in funzione delle nostre condizioni e dall’esposizione. La situazione può aggravarsi in presenza di cosmopatie e da qui deriva l’importanza della cosa.

Mudra: Il dito del cuore è teso e le altre dita appoggiano sul pollice.

Test: Eseguendo il mudra e cambiando l’indicatore, si manifesta una Cosmopatia. Lo fissiamo e verifichiamo quale dei 12 climi corporei sta interessando.

CLIMA ZONA REGGENZA
CANCRO ALTA ADDOMINALE Seni, latte materno, pettorali, costole, diaframma, stomaco, fegato, sistema digerente, succhi gastrici e saliva
CAPRICORNO GINOCCHIA Scheletro, capelli, unghie, pelle, denti, articolazioni e parte superiore del viso.
PESCI PIEDI Ghiandole, gangli linfatici, mucose, intestini e liquido sieroso pleurico.
GEMELLI SCHIENA Clavicole, scapole, braccia, mani, sistema nervoso periferico, apparato respiratorio, pettorali e costole.
ARIETE TESTA Ossa craniche e viso, denti, mascella superiore, cervello, motricità e occhi.
VERGINE BASSA ADDOMINALE Ventre, addome, intestino, assorbimento e assimilazione degli alimenti, appendice, vescica, utero e sistema nervoso centrale (SNC).
LEONE TORACE Cuore, arterie coronariche, rachide e midollo spinale
ACQUARIO GAMBE Circolazione sanguigna, sistema nervoso autonomo, colonna vertebrale e midollo spinale
BILANCIA LOMBOSACRALEPELVICA Sistema circolatorio (vene), reni, soprarenali, gonadi, lombari e sistema vasomotorio.
TORO COLLO CERVICALE Cervello, palato, mascella inferiore, udito, lingua, gusto, tonsille, timo, tiroide e gola.
SAGITTARIO COSCE Vie respiratorie, anca, sacro, coccige, iliaco, sistema arterioso e sistema vasomotorio.
SCORPIONE VIE ESCRETORIE Gonadi (mestruazione), naso e globuli bianchi.

Trattamento: a ogni clima corrisponde uno dei Sali biochimici di Shussler. Se sappiamo quale sia il clima alterato dobbiamo trattarlo con il relativo sale. Resta da individuare soltanto il dosaggio:

  • CANCRO: Sale n. 1, meridiano triplice riscaldatore
  • CAPRICORNO: Sale n.2, meridiano vescica biliare
  • PESCI: Sale n.3, meridiano reni
  • GEMELLI: Sale n.4, meridiano milza/pancreas
  • ARIETE: Sale n. 5, meridiano intestino tenue
  • VERGINE: Sale n.6, meridiano fegato.
  • LEONE: Sale n.7, meridiano vescica
  • ACQUARIO: Sale n.8, meridiano intestino crasso
  • BILANCIA: Sale n.9, meridiano maestro cuore
  • TORO: Sale n.10, meridiano cuore
  • SAGITTARIO: Sale n.11, meridiano polmoni
  • SCORPIONE: Sale n.12 meridiano stomaco.

Con il sale di Schussler adeguato in grado di correggere la cosmopatia è possibile ottenere le indicazioni necessarie per capire quale CLIMA era interessato e riequilibrarlo. A tale fine è opportuno utilizzare un Kit di Sali di Schussler.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

La depurazione

Il drenaggio tissutale o cura depurativa aiuta l’organismo a disintossicarsi dall’accumulo di tossine nel sangue. Ciò comporta una stimolazione e un potenziamento delle funzioni fisiologiche degli organi che eliminano le impurità, purificando il sangue in modo biologico. Se eseguito correttamente, il recupero e il mantenimento della salute sono assicurati senza alterazioni dell’equilibrio del nostro organismo.

La parola drenaggio deriva da drenare, che significa prosciugare, scaricare, in sostanza pulire ovvero un’esigenza fisiologica indispensabile per regolare l’omeostasi e prevenire e conservare la salute. Tale concetto viene spesso utilizzato da naturopati e chinesiologi come prima fase di trattamento per regolare una funzione organica, ma viene sottovalutato e scarsamente utilizzato da altri professionisti sanitari.

Senza una corretta eliminazione organica dei resti tissutali non possiamo essere in uno stato di buona salute, dal momento che le tossine e le impurità ristagnano nel nostro organismo.

È possibile distinguere due tipi diversi di tossine:

  • Le tossine endogene sono sostanze elaborate dal nostro corpo tramite il metabolismo o un meccanismo di difesa e/o depurazione interno, come possono essere le infezioni e ogni tipo di malattia.
  • Le tossine esogene sono di natura esterna, entrano nell’organismo attraverso le vie respiratorie, le vie digerenti mediante l’alimentazione e la via tegumentaria (pelle e mucose). Quando è consigliato l’utilizzo di depurazione e drenaggio?

Come base al trattamento biologico principale, è necessario eseguire un drenaggio-depurazione rispettivamente dell’organismo e del sangue, per una maggiore efficacia dei processi curativi e di normalizzazione del corpo.

All’inizio di qualsiasi trattamento terapeutico. Nei processi cronici è fondamentale, dal momento che il corpo è completamente bloccato dall’esaurimento nei sistemi di eliminazione o nelle vie di drenaggio.

Nelle fasi acute, come si osserva in natura, quando gli animali sono malati, la prima cosa che fanno è smettere di mangiare, bevono solo acqua pura e lasciano che il procedimento di digiuno e i meccanismi di regolazione interna riequilibrano l’omeostasi.

Vie organiche di depurazione:

  • Mediante drenaggio organico
  • Intestino tenue: pulizia del colon
  • Digerente: Igiene gastro-intestinale
  • Urinaria o renale: drenaggio renale
  • Respiratoria drenaggio bronco-polmonare
  • Tegumentaria o cutanea drenaggio epatico-renale.

Per quanto riguarda la via digerente-intestinale, dobbiamo innanzitutto mantenere lo stomaco pulito e forte, con il giusto livello di acidità e di equilibrio; quindi è necessario mantenere il colon e l’intestino tenue in perette condizioni di equilibrio affinché la microflora batterica svolga correttamente le proprie funzioni e il colon possa mantenere il proprio equilibrio ed eliminare alla perfezione i residui.

Per quanto riguarda la via urinaria, è necessario mantenere i reni sani con una buona diuresi a case di acqua pura e naturale.

Per quanto concerne le vie respiratorie, è opportuno controllare i polmoni e respirare aria pura che ossigeni le cellule. È inoltre necessario fare quotidianamente esercizi respiratori profondi.

La via tegumentaria rappresenta un riflesso delle vie precedentemente indicate. Se queste funzionano correttamente anche le funzioni di protezione e di eliminazione avvengono in modo corretto. Risultano inoltre favorite in caso di digiuno parziale e totale.

Per conseguire questo obiettivo è necessario seguire sei fasi:

  • Riposo alimentare: digiuno, dieta depurativa.
  • Rilassamento psico-emotivo: praticare yoga, passeggiare in aree verdi e senza rumori o inquinamento.
  • Respirazioni profonde: Esercizi in aree che presentano aria pura.
  • Depurazione epatica: Piante quali dente di leone, boldo, carciofo, principi nutritivi e sali di Shussler (9,10 e 11).
  • Drenaggio renale: Piante diuretiche quali equiseto, uva ursina, ginepro e Sali di Schussler (9,10 e 11).
  • Pulizia del colon: Idroterapia al colon e integrazione con prodotti quali il Colosan.

Test

Per capire se sia necessario eseguire una depurazione è necessario osservare l’organismo, dal momento che spesso i processi curativi coinvolgono il meccanismo stesso dell’organismo per depurarsi. Ma è possibile contrastare le condizioni del sangue e i principali organi emuntori quali reni, fegato, pelle, intestino e polmoni. Per il trattamento è inoltre possibile utilizzare un kit di fitoterapia e uno di sali di Schussler.

Si raccomanda altresì la metodologia di Hulda Clark per la pulizia del sangue e dell’intestino, oltre al digiuno parziale.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Salute delle ossa versus alimentazione

Dal momento che il nostro precedente articolo sui “Fattori importanti nell’osteoporosi” ha scatenato polemica, vorremmo fare una serie di puntualizzazioni e affrontare poi la questione della salute delle ossa rispetto all’alimentazione.

La spiegazione convenzionale al deterioramento della densità ossea che solitamente si dà per le donne consiste nel fatto che quando si interrompe il ciclo mestruale la donna produce pochissimi estrogeni, che aiutano a mantenere il calcio nelle ossa. Ne deriva che spesso si raccomanda alle donne di seguire una terapia di reimpianto ormonale. Ma crediamo che ciò si discosti abbastanza dalla realtà, quindi vediamo due argomenti:

  • Le analisi sui resti ossei dei nostri antenati mostrano che le donne in menopausa non soffrivano solitamente di una riduzione della densità ossea. Si tratta dunque di un fenomeno più recente, che si verifica in particolare nella società occidentale.
  • Gli estrogeni, che stimolano gli osteoclasti, non aiutano la creazione di ossa nuove ma semplicemente arrestano la perdita dell’osso vecchio. Il progesterone, d’altro canto, stimola gli osteoblasti che producono nuova materia ossea. L’assunzione di progesterone naturale aumenta la densità ossea quattro volte di più rispetto agli estrogeni.

Ma si sta iniziando a capire che non è la carenza di estrogeni bensì il relativo eccesso di estrogeni rispetto al progesterone a far precipitare il fenomeno dell’osteoporosi, dal momento che quando si interrompe l’ovulazione si smette di produrre progesterone.

I cambiamenti ormonali non sono tuttavia gli unici fattori importanti, dal momento che le abitudini alimentari sono strettamente legate all’aumento del rischio di essere colpiti da osteoporosi. E forse la loro importanza è anche maggiore se consideriamo che gli effetti di un’alimentazione non corretta si accumulano per tutta la vita.

Sebbene le persone che presentano bassi livelli di calcio possono trarre beneficio dall’assunzione dello stesso, non esiste alcuna associazione diretta tra l’osteoporosi e i livelli di calcio. Ci sono ad esempio tribù bantu in Africa che consumano una media di 400 mg di calcio al giorno, valore di gran lunga inferiore ai livelli raccomandati per le donne in menopausa, e non soffrono tuttavia di tale patologia. Al contrario gli eschimesi che consumano grandi quantità di calcio presentano un’incidenza eccezionalmente elevata di osteoporosi. Perché esiste questa differenza? La risposta potrebbe risiedere nell’eccessivo consumo di proteine. Articolo del Blog Kinepharma “L’ispessimento del sangue” del 23 luglio 2014

Abbiamo spesso parlato del fatto che le proteine formano acidi e che la variazione che determinano nel PH del sangue deve essere neutralizzato prevalentemente da due agenti alcalini quali il sodio e il calcio. Ciò significa che più proteine o alimenti acidificanti si consumano, più calcio sarà necessario.

È già stato dimostrato che una dieta eccessivamente proteica provoca carenze di calcio, ma è anche vero che in caso di dieta iperproteica, nessuna quantità integrativa di calcio potrà correggere tale squilibrio.

Ricerche pubblicate sull’American Journal of Clinical  Nutrition ha dimostrato in un saggio con livelli il consumo quotidiano di proteine pari a 80 g e 240 g quotidiani che la perdita totale di calcio si è rivelata di gran lunga superiore nel gruppo che seguiva una dieta iperproteica, ovvero 137 mg contro i 37 mg di perdita di calcio nei soggetti che seguivano una dieta caratterizzata da una minore assunzione di proteine. Si è inoltre concluso che le diete con elevati quantitativi di calcio non sono probabilmente in grado di prevenire la perdita ossea indotta dalle diete acidificanti.

Secondo un altro studio, un consumo di 95 g al giorno di proteine ha comportato una perdita media di calcio, pari a 58 mg, ovvero una perdita del 2% del totale del calcio osseo all’anno, o un 20% ogni decennio. Gli effetti negativi prodotti da un eccesso di proteine sono stati chiaramente dimostrati nei pazienti affetti da osteoporosi. Un elevato numero di ricercatori medici ritiene ora che una dieta ricca in proteine o alimenti acidificanti, che producono acidi per una vita intera, possa essere la principale causa di osteoporosi.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

L’obesità in kinesiologia

L’obesità è un sintomo causato dall’eccessivo assorbimento corporeo che comporta un maggiore accumulo di grassi e proteine rispetto a quanto serva al nostro organismo per vivere in maniera salutare. Ciò può comportare innumerevoli problemi di salute. Uno dei quali è il diabete tipo 2.

L’obesità può dipendere da:

  • Alimentazione eccessiva e/o eccessivo consumo di alimenti “cattivi” (eccesso di sale, grassi e zucchero) e scarso consumo di alimenti “buoni” (verdure, frutta e fibre).
  • La vita sedentaria
  • Tossicità cellulare causata sostanzialmente dall’alimentazione, tramite la quale il corpo avvolge la tossina di grasso e la accumula lontano dalle zone in cui possa provocare danni.
  • Problemi emotivi che vi fanno “trattenere” e proteggerci tramite l’“accumulo”. Il peso eccessivo rappresenta l’esigenza di protezione. Cerchiamo protezione da ferite, affronti, critiche, abusi, ecc. L’obesità riflette il nostro timore nei confronti della vita.
  • Stress

Molte di queste cause possono trovare una soluzione semplicemente educando le persone, non soltanto per quando riguarda l’alimentazione (e il bere), ed essendo consapevoli del fatto che ogni conflitto passa attraverso la mente e può spingere l’individuo a mangiare in questo modo. Ma può diventare anche:

  • Una semplice abitudine
  • Non sapere davvero cosa si consuma
  • Conflitto fondamentale o affezione emozionale (esempio semplice). Ad esempio il pensiero consapevole “Voglio perdere peso” e il pensiero non consapevole “Se perdo peso devo comprare dei vestiti nuovi e non me lo posso permettere”
  • Trauma passato relativo all’immagine e all’autostima

La kinesiologia può aiutare in questo processo mediante l’osservazione della risposta muscolare a semplici test: può scoprire dove risiede lo squilibrio nel corpo e anche se c’è qualche conflitto in corso. Nel caso in cui siano presenti sostanze tossiche, metalli pesanti, stress emotivo, cause strutturali o energetiche che compromettano il circuito, il test muscolare AR (Arm Reflex) ce lo dirà, indicando uno squilibrio.

Una volta individuato lo squilibrio, ci indicherà quali sono i fattori che lo provocano e cosa servirà per aiutare ripristinare il giusto equilibrio.

Le cause possono essere migliaia: un alimento specifico che dà intolleranza, problemi strutturali o cause energetiche. Ricercheremo ogni eventualità, circoscrivendo sempre di più il problema.

Un approccio kinesiologico al controllo del peso implicherebbe innanzitutto una storia clinica completa del cliente, inclusi i dettagli relativi alle sue abitudini alimentari. Al primo appuntamento si cerca di riequilibrare la persona nell’ambito prioritario compromesso. Una volta riequilibrato il corpo, la kinesiologia è in grado di mostrare al  cliente l’effetto del consumare determinati alimenti in modo tale da poterli eliminare in tempo.

Nel caso in cui il problema si riscontri a livello chimico, potrebbero esserci integratori nutrizionali in grado di aiutare rapidamente a risolvere il problema: il cromo, la radice di liquerizia (ottimo integratore per aiutare a regolare lo zucchero nel sangue) o ad esempio il complesso B e la vitamina C, che sono ottimi integratori per equilibrare l’eccesso di peso provocato dallo stress adrenalinico, o gli enzimi digestivi che aiutano il corpo ad assorbire i principi nutritivi e a scomporre gli alimenti per ottenere energia, o ancora gli oligoelementi quali cromo, potassio, zinco-rame o litio ed altri ancora possono aiutare a migliorare il problema.

Se il problema di peso dipende dallo stress emotivo, i Fiori di Bach possono aiutare in maniera decisiva: cherry plum per chi ha paura di perdere il controllo, pine per chi si sente in colpa per qualche motivo o chesnut bud nel caso in cui si ripetano costantemente gli stessi modelli negativi.

Tutte queste informazioni possono essere ottenute mediante il test muscolare e con un buon kit di lavoro, come il kit dei Fiori di Bach nel caso in cui il problema derivi da cause emotive.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com).

Kinepharma.

 

Consumo di proteine e patologie cardiovascolari

A differenza della teoria classica secondo la quale le calorie non ingerite vengono stoccate soltanto sotto forma di grasso, che si tratti di idrati di carbonio, grassi o proteine, l’eccesso di proteine e il loro accumulo costituisce il principale fattore di infiammazione e patologia cardiovascolare. Quando ciò accade, l’organismo trasferisce le proteine non assimilate alle membrane basali delle pareti capillari e ai tessuti connettivi che circondano la cellula.

Ne deriva un ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni, che ne compromette la funzione di fare arrivare ossigeno, acqua e principi nutritivi alla cellula e di eliminare i prodotti di scarto del metabolismo cellulare. Questo fenomeno viene commentato nell’articolo del Blog Kinepharma del 23 luglio 2014 “L’ispessimento del sangue”.

Le analisi del tessuto connettivo di persone obese hanno dimostrato che non solo presentano un eccesso di grasso, ma anche notevoli quantitativi di densa fibra di collagene (per questo motivo ricordiamo  sempre il grandissimo errore dell’integrazione mediante il collagene. Al contrario risulta perfetto il silicio, che in caso di eccesso viene eliminato attraverso l’urina).

Questo costante accumulo di proteine nei vasi sanguigni finisce col danneggiarli e con il provocare la relativa risposta difensiva: l’infiammazione. In uno studio all’avanguardia pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2002, medici di Brigham e Boston hanno dimostrato che una semplice analisi del sangue denominata Proteina C-reattiva, PCR consente di prevedere quali pazienti siano soggetti a un infarto del miocardio o a un’emorragia cerebrale. Ma è necessario fare attenzione all’analisi PCR, dal momento che questa proteina si moltiplica addirittura per dieci in presenza di influenza o raffreddore.

Desideriamo inoltre aggiungere che utilizzando la variabile dell’omocisteina, l’analisi sarebbe molto più completa. Questa sostanza agevola la formazione di piccoli coaguli che causano lesioni alle arterie, trattandosi del frutto del normale metabolismo dell’amminoacido metionina, che abbonda nelle carni rosse e nei latticini.  Blog Kinepharma, 11 dicembre 2013 “Fiala di omocisteina”.

Pertanto nel caso in cui vengano consumati grandi quantitativi di proteine animali, quali carne suina, bovina e di pollo, pesce, uova, latte, formaggio, ecc. La capacità dell’organismo di scomporre ed eliminare in tutta sicurezza la proteina o l’omocisteina si riduce progressivamente.

Poiché l’eccessivo consumo di proteine ispessisce il sangue, aumenta il rischio di formazione di coaguli e il corpo è obbligato a stoccare le proteine in eccesso. Una volta esaurita la capacità di stoccaggio delle membrane nei vasi sanguigni, mantenendo l’eccessivo consumo di proteine animali il corpo inizia a stoccarle lungo le pareti delle arterie.

In questo momento le principali arterie coronariche si ispessiscono, subiscono lesioni e vedono ridotta la loro efficacia. Man mano che si distruggono e interrompono la fornitura di ossigeno al cuore, l’individuo respira con difficoltà e può accusare dolore e intorpidimento alle estremità. Può verificarsi un infarto del miocardio in qualsiasi momento. In questo modo lo stoccaggio della proteina in eccesso nel corpo è come una bomba a orologeria che può esplodere in qualsiasi momento. Ed è ciò che accade quando le nostre abitudini alimentari intraprendono questo cammino, motivo per cui le patologie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte in occidente.

Per il test utilizziamo le fiale di PCR e omocisteina, tenendo conto del fatto che la prima, sebbene estremamente significativa per l’individuazione di futuri problemi cardiovascolari, deve essere usata come illustrato in precedenza, sempre in assenza di procedimenti infettivi quali influenza o raffreddore. Entrambe le fiale sono disponibili in un kit per le patologie del sistema circolatorio.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com).

Kinepharma.

 

Fattori importanti nell’osteoporosi

Contrariamente a quanto fa solitamente il medico per arrestare la decalcificazione delle ossa, che consiste nell’apportare elevate dosi di calcio, ciò che si deve fare è migliorarne l’assimilazione, in particolare nelle persone che hanno superato i 50 anni.

Gli eccessi di principi nutritivi quali sodio, fosforo o fluoro, l’eccessivo consumo di prodotti lattei, proteine di origine animale e zuccheri o la carenza di sali minerali quali magnesio, zinco o boro creano uno scompenso nell’organismo, rendendo difficoltosa l’assimilazione del calcio da parte delle ossa.

Un’eccessiva interazione di questo sale minerale quando l’organismo non è in rado di assimilarlo correttamente può inoltre avere gravi conseguenze, tra cui l’accumulo di calcio nelle arterie, nelle articolazioni o in organi come reni o fegato.

Vediamo quali sono i fattori principali che determinano futuri problemi di osteoporosi:

  • Essere donna. Statisticamente le donne sono due volte più predisposte rispetto agli uomini a subire fratture a causa dell’osteoporosi, poiché hanno una massa ossea inferiore e vivono più a lungo. È molto importante anche il rapido abbassamento dei livelli di estrogeni che si producono durante la menopausa, il quale influisce sulla perdita di massa ossea. Tutte le patologie, i disturbi o i processi biologici quali la menopausa che riducono i livelli di estrogeni.
  • Un’alimentazione non sana come quella che contiene un eccesso di proteine, di alimenti raffinati carenti in enzimi vivi, che determinano un eccesso di acidità, come le proteine animali, i grassi animali, gli alimenti fritti, il caffè, l’eccesso di sale e di zucchero raffinato, gli additivi, la carenza di acqua. Questa alimentazione provoca un’acidità tissutale, o acidosi, che fa sì che l’organismo utilizzi le riserve di elementi minerali alcalini quali magnesio, calcio, ecc. sottraendoli a ossa e articolazioni.
  • Una carenza di vitamina D provocata da una non corretta alimentazione o dalla mancanza di luce solare, articolo Kinepharma gennaio 2015 “Benefici della luce solare“.
  • Uno stile di vita sedentario, con carenza di esercizio fisico o mancanza di ossigenazione e negli spazi all’aria aperta.
  • Essere di razza caucasica o asiatica, sebbene le donne statunitensi di origine africana e le donne ispaniche presentino un notevole rischio di soffrire per questa patologia.
    Avere una struttura fisica piccola e snella, con un peso che si aggira sui 50 kg.
  • Alimentazione povera in sali minerali e calcio.
  • L’uso di glucocorticoidi, farmaci per le convulsioni come l’epilessia, ormoni che rilasciano gonadotropina per il trattamento dell’endometriosi, antiacidi che contengono alluminio, così come alcuni trattamenti per il cancro alla mammella e alla prostata possono provocare una perdita di massa ossea.
  • Ipertiroidismo o problemi alla ghiandola paratiroide.
  • I farmaci diuretici o le piante medicinali che regolano l’eliminazione della ritenzione idrica e fanno sì che i reni eliminino più calcio e altri sali minerali.
  • L’eccessivo consumo di alcol che riduce la formazione dell’osso e interferisce nelle funzioni del corpo destinate all’assorbimento del calcio.
  • Le persone che sperimentano gravi processi di depressione presentano maggiori percentuali di perdita di massa ossea.
  • Fumare, dal momento che riduce gli estrogeni e crea demineralizzazione.
  • La carenza di testosterone negli uomini.

Test

Per fare il test possiamo utilizzare varie fiale, una delle quali sarà naturalmente quella di calcio. È anche possibile usare la fiala della ghiandola paratiroide per vedere se sia in buone condizioni. In caso contrario potrebbero verificarsi problemi nella corretta regolazione dell’assorbimento di calcio nel sangue.

Questa analisi può essere osservata da molti punti di vista. Possiamo ad esempio ottenere una conferma estremamente chiara della diagnosi, utilizzando fiale molto diverse come quella dell’acidità. Nello specifico sappiamo che un pH acido implica un eccesso di acidità nel sangue, da compensare con le riserve minerali delle ossa.

Possiamo anche utilizzare la fiala di estrogeni o degli scompensi ormonali nella donna (una carenza di estrogeni provocherà una riduzione della massa ossea) e quella di testosterone nell’uomo. Anche in questo modo potremo sapere se lo scompenso ormonale, come quasi sicuramente succederà, può provocare problemi di decalcificazione alle ossa. Molte di queste fiale si trovano in un Kit basico ampliato.

Una volta confermata l’esistenza dell’osteoporosi possiamo osservare che le ossa sono più coinvolte e a tale fine potremo utilizzare un Kit della articollazione sacro-iliaca e lombare per vedere il coccige, l’osso sacro, ecc e vigilare sul processo.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Memoria di vecchie cicatrici

L’organismo registra nella sua memoria tutte le ferite fisiche e psichiche riportate nel tempo.  Tali cicatrici provocano uno stress neuromuscolare e rendono la persona più suscettibile e propensa a ferite future. Cercheremo di eliminare le vecchie cicatrici con una tecnica che ne rimuove completamente le tracce.

Quando un paziente nuovo ci richiede un consulto medico, gli mostriamo un foglio con un semplice disegno del corpo umano. Su di esso dovrà riprodurre tutte le ferite, cicatrici, interventi chirurgici, punti di sutura, etc. che ha riportato, in quanto il corpo memorizza tutte queste cicatrici. Ogni volta in cui si riporta una lesione, il corpo reagisce con una reazione di fuga e tende a contrarsi, memorizzando anche in tal caso tutto ciò a cui è soggetto.

Prima di applicare questa tecnica è necessario verificare se le cicatrici sono patogene, Kinepharma blog, novembre 2012, “Cicatrici patogene“. In tal caso è necessario trattare prima la parte fisica e in seguito concentrarsi sul trattamento psichico della memorizzazione del danno. Queste memorizzazioni negative alterano in maggiore o minor misura il funzionamento del corpo.

Prima di effettuare il trattamento possiamo verificare l’abduzione massima di un’estremità.  Grazie a questo trattamento il corpo diventa più flessibile e aumenta l’angolo di abduzione delle estremità.

Test

Il paziente estende al massimo il collo toccandosi allo stesso tempo la cicatrice e il terapista effettua il test; se il risultato è un AR (Arm Reflex) significa che è presente una memoria emozionale in una vecchia cicatrice che deve essere trattata.

Registriamo l’informazione della memoria del test e cerchiamo il fiore di Bach, che corrisponde all’emozione provata in quel momento ed è in grado di correggere l’AR.

Trattamento

Si somministrano due gocce del fiore di Bach corrispondente e il paziente si tocca la cicatrice con una mano mentre il terapista flette delicatamente la testa al massimo, senza forzare troppo, resta qualche secondo in questa posizione e poi ritorna lentamente alla posizione iniziale.

Verifichiamo se il trattamento è stato efficace. Il paziente si tocca la cicatrice, stende la testa e ripetiamo il test, se non si ha come risultato AR, significa che il trattamento è stato efficace (la maggior parte del danno è stato eliminato). Se il risultato è AR, dobbiamo ripetere il trattamento fino a che non sparisce.

In seguito verifichiamo l’abduzione massima dell’estremità e noteremo come l’angolo di separazione è aumentato. Ogni volta in cui si elimina la memoria di un danno passato, il corpo diventa sempre più flessibile.

Per esempio i problemi di cervicale, dovuti a un colpo o a un danno passato, se riusciamo ad applicare correttamente questa tecnica, possono migliorare notevolmente. La memoria di questi danni si manifesta solo in posizione di estensione e la correzione va effettuata in flessione.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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