Individuazione di metalli pesanti nell’organismo

Si tratta di un problema sempre più comune e non può essere riscontrato con un’analisi delle urine o del sangue a meno che tali sostanze siano in stato transitorio. I metalli pesanti si accumulano nel corpo, prevalentemente nei grassi o nelle ossa.

Gli organi più colpiti dai metalli pesanti sono:

  • Reni
  • Fegato
  • Cervello

E in secondo luogo:

  • Ossa
  • Tiroide

Sono i due muscoli utilizzati per testare la presenza di metalli pesanti:

  • Pettorale maggiore clavicolare (il 99% delle volte risulta positivo).
  • Psoas (il 100% delle volte risulta positivo).

Il test con la chinesiologia olistica si effettua tirando le braccia e incrociandole. Se ciò provoca un AR (Arm Reflex) significa che la persona presenta metalli pesanti. La fiala generale che indica la presenza di metalli pesanti è la Mercurius solubilis 30DH, che rientra in un test basico.

A questo punto si dovrebbe verificare quale sia il metallo che provoca l’intossicazione. I metalli più diffusi (al 99% in tutti i casi) sono:

  • Piombo (Pb)
  • Mercurio (Hg)
  • Alluminio (Al)
  • Arsenico (As)
  • Cadmio (Cd)
  • Nichel (Ni)
  • Rame (Cu)

Per testare tali tossicità si usa un kit per tossine. Una volta stabilito quale sia il metallo specifico interessato, dovremo verificare quali sono gli organi colpiti. Nel 99% dei casi saranno reni, fegato o cervello.

Test degli organi coinvolti

Per testare quali siano gli organi nei quali si accumulano i metalli pesanti si vanno a toccare i centri neuro linfatici (NL) o si utilizza un filtro per gli organi:

  • Reni: I relativi NL si trovano 1″ verso l’alto e 1″ lateralmente rispetto all’ombelico.
  • Fegato: I relativi NL si trovano nell’emitorace destro, tra le costole cinque-sei, dal capezzolo verso lo sterno.
  • Cervello: I relativi NL si trovano al di sotto dell’apofisi coracoide, su una linea costituita da vari punti, su entrambi i lati.
  • Tiroide: tra le costole due-tre, vicino allo sterno.
  • Ossa: è necessario eseguire il test con il filtro o la fiala.

Semplicemente toccando il punto NL relativo a ciascun organo è possibile individuare dove si trovano i metalli pesanti. Quando toccando il punto in questione l’AR scompare, saremo in presenza dell’organo in cui si trova il metallo pesante.

Il trattamento sarà stabilito in base alla gravità della tossicità e al livello di contaminazione del paziente.

Nei casi molto gravi ci si avvarrà dell’omeopatia, nella fattispecie dell’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) o del DMPS (dimercaptopropanolo solfato) o del DMSA (acido dimercaptosuccinico). Nei casi meno gravi o intermedi si utilizzeranno oligoelementi quali il selenio o lo zolfo e ci si avvarrà della medicina ortomolecolare con l’impiego di amminoacidi solforati o composti quali l’MSM o l’aglio. Nei casi che presentano minore contaminazione di useranno piante o alghe quali la clorella o lo zenzero.

I drenanti omeopatici quali solidago, berberis, galium, toex e altri possono risultare fondamentali nelle prime fasi di disintossicazione di fegato, reni e cervello.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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