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I benefici dell’idroterapia in relazione ai disturbi causati dal morbo di Parkinson

I disturbi motori come quelli che si presentano nel Parkinson possono essere trattati con l’idroterapia. Una metodica basata su esercizi di ginnastica effettuata in acqua si è rivelata essere una terapia riabilitativa innovativa. Ciò avviene senza movimenti improvvisi e senza alterazioni che potrebbero danneggiare la qualità motoria del paziente.

Perché l’idroterapia migliora le problematiche causate dal morbo di Parkinson

Tutto dipende da quanto sono severi i sintomi di ciascun individuo. Tuttavia, una ricerca ha dimostrato che l’idroterapia allevia, in misura maggiore o minore, la condizione dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson.

In realtà si tratta di un antico metodo di guarigione che si è perfezionato nel corso degli anni. Grazie alla ricerca, è stato sviluppato l’utilizzo dell’acqua nel trattamento di malattie ossee, muscolari e neurologiche.
Gli esercizi di idroterapia consentono alle persone di avere un maggiore controllo sul proprio fisico, rafforzandosi nei confronti delle malattie. L’idroterapia non ha dimostrato di essere in grado di eliminare al 100% i sintomi del Parkinson, ma indubbiamente migliora la qualità di vita dei pazienti. I suoi principali benefici sono:

  • L’acqua calda riduce il dolore e migliora il tono muscolare. Il corpo si rilassa e la rigidità muscolare infine si attenua.
  • L’idroterapia aumenta la forza e la resistenza muscolare. I pazienti riprendono il controllo del proprio fisico, in modo da essere più indipendenti. La galleggiabilità e l’assenza di peso in acqua sono la chiave per ottenere questi risultati.
  • I movimenti in acqua sono molto più rallentati. Pertanto, una retroazione sensoriale più lenta consente di migliorare il controllo motorio quando si cammina.
  • Nell’acqua le barriere motorie scompaiono e i movimenti diventano molto più agili migliorando così l’elasticità e la postura dei pazienti.
  • L’esercizio fisico in acqua migliora l’umore dei pazienti, riducendo il rischio di sviluppare stati depressivi.
  • Grazie alla crescita individuale, cresce la motivazione per ottenere una maggiore indipendenza funzionale.

Tutti questi benefici sono distribuiti all’interno di un programma di esercizi appositamente studiato per le persone affette dal morbo di Parkinson. Ogni serie di esercizi dovrà essere preventivamente adattata alle condizioni personali di ogni paziente, senza forzarne i limiti. Tutta la preparazione funzionale deve includere esercizi come:

  • Mimica facciale.
  • Equilibrio.
  • Allungamenti.
  • Coordinazione.
  • Ginnastica aerobica.
  • Postura.

Ma innanzitutto, tanto divertimento. Tutti questi esercizi devono sempre essere eseguiti con un tecnico specializzato e in un ambiente sicuro.

Mag 6, 2019

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

La riflessologia plantare è una tecnica terapeutica che, tramite micro-stimolazione puntiforme (pressione) invia stimoli all’intero organismo. Le aree note come zone riflesse corrispondono, in tale pratica, alle differenti parti del nostro organismo. In questo contesto, dedicheremo particolare attenzione al punto riflesso che influisce, in particolare, sulla salute cardiaca.

 Punto riflesso cardiaco nella riflessologia plantare

La pianta del piede sinistro è il punto riflesso corrispondente al muscolo cardiaco. In particolare si colloca nel plantare mediale, sotto il secondo dito del piede denominato secondo una convenzione internazionale Digitus Secundis Pedis. Poco più in basso, in direzione del tallone, si trova il punto riflesso corrispondente al fegato. Per una buona salute cardiovascolare è necessario stimolare entrambe le aree.

 L’insufficienza cardiaca è una patologia severa caratterizzata dall’incapacità di fornire il sangue in quantità adeguata al muscolo cardiaco per garantirne il corretto funzionamento. Tale insufficienza determina una riduzione delle prestazioni cardiache. Per mitigare tali problematiche e assicurarci una buona qualità di vita è necessario stimolare le aree sopra menzionate.

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

Benefici della riflessologia plantare a livello cardiaco

Le persone con problemi cardiaci, sovente, si sentono affaticate, poco attive, deboli e stanche. Ciò accade perché il cuore non riceve sangue a sufficienza. La riflessologia plantare apporta notevoli benefici riducendo i fattori di rischio cardiaco come indicato di seguito:

  1. Eseguendo una pressione sull’area del piede sinistro corrispondente al muscolo cardiaco si migliora la circolazione sanguigna. Il trattamento di questa parte dell’organismo convoglia sangue ricco di ossigeno alle arterie principali, favorendo così l’attività ghiandolare.
  2. Le manipolazioni e la pressione sulla parte riflessa del fegato situata al centro del piede destro contribuiscono al suo corretto funzionamento. Non dimenticate che il fegato è uno degli organi che proteggono il muscolo cardiaco, filtrando le tossine, disintossicando l’organismo e favorendo il deposito delle vitamine A, D, E e K.

 Fortunatamente, la riflessologia plantare ha evidenziato negli anni i suoi benefici per la salute. Mediante massaggi praticati in diverse aree delle piante dei piedi, è possibile prevenire alcune malattie, compresi i problemi cardiaci. Una pratica millenaria ancora non valorizzata pienamente in tutte le sue reali potenzialità

Ott 27, 2017

5 alternative ai farmaci tradizionali per alleviare i dolori dell’artrite

artrite

Per alleviare il dolore e aumentare la mobilità nei casi di artrite, la medicina naturale prevede, tra le altre, le seguenti sostanze nutritive:

Curcuma / Curcumina

La curcuma (Curcuma longa) è una spezia caratteristica della cucina indiana, e la curcumina è l’ingrediente attivo responsabile dell’aroma della curcuma e del colore arancio-giallognolo. Tuttavia, la curcumina non è solo un semplice pigmento. È anche un potente rimedio medicinale. La curcuma è un forte antiossidante ed eliminatore di radicali liberi, ma le sue proprietà antinfiammatorie lo rendono particolarmente efficace per alleviare i dolori dell’artrite. Assunta per via orale, la curcuma può arrestare i dolori dell’artrite in tutto il corpo. Applicata localmente, si può usare per trattare articolazioni specifiche.

Capsaicina

La capsaicina è il componente che conferisce il sapore piccante ai peperoncini. Applicare la capsaicina localmente è una terapia clinicamente dimostrata e sicura per alleviare il dolore dell’artrite. La capsaicina si unisce ai recettori nervosi e inizialmente causa una sensazione di formicolio ardente, seguita da un effetto analgesico o da un blocco del dolore. Puoi realizzare tu stesso la crema di capsaicina. Mescola semplicemente una parte di polvere di cayenna con cinque parti di vasellina riscaldata e applica l’unguento sulle articolazioni doloranti.

Bromelina

Enzima estratto dalla pianta dell’ananas, la bromelina ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento dell’infiammazione. Di fatto, l’uso di 250 mg di bromelina due volte al giorno tra i pasti si è rivelato efficace addirittura nel trattamento dell’artrite reumatoide. In uno studio, oltre il 70% dei pazienti che ha assunto bromelina ha riferito meno infiammazioni e dolore alle articolazioni e una maggiore mobilità. Quando si usa come aiuto alla digestione deve essere assunta dopo i pasti, ma quando si usa per l’infiammazione e il dolore, è meglio assumerla tra i pasti.

Niacinamide

Nel corso degni anni ’30, il Dott. William Kaufman documentò centinaia di casi di pazienti gravemente immobilizzati a causa dell’artrite che riacquistarono la mobilità e l’autosufficienza grazie alla terapia a lungo termine con niacinamide. Sebbene la niacinamide (una forma di vitamina B3) non si consideri un composto antinfiammatorio o analgesico, a quanto pare la sua capacità di scatenare la riparazione delle superfici delle articolazioni riduce drasticamente il dolore e l’infiammazione.

Glucosamina condroitina

Il solfato di glucosamina funziona nella creazione delle proteine che compongono la cartilagine sana. La rigidità e il dolore delle articolazioni segnalano che queste proteine essenziali si stanno scomponendo e, di conseguenza, che la cartilagine si sta erodendo. Per contribuire a evitare questa erosione, il solfato di condroitina assicura una fornitura costante dei nutrienti necessari per riparare le proteine danneggiate e crearne di nuove.

 

Come trattare le fissazioni vertebrali

Un altro problema che può verificarsi è dato dall’unione di alcune vertebre, che essendo bloccate tendono a muoversi insieme, a causa di una lesione chiamata fissazione vertebrale.

Quest’ultima provoca una debolezza muscolare bilaterale e i muscoli che percepiamo deboli ci indicano a livello di quali vertebre si trova:

  • Psoas in D11 e D12.
  • Grande gluteo in C2.
  • Deltoidi in D3 e D4.
  • Grande rotondo in D2.
  • Trapezio in D6.
  • Piramidale in L5.
  • Ischio-tibiali in L4 e L5.

Test

Le fissazioni non si manifestano con la Terapia di Localizzazione (TL), per questo devono essere provocate. Tuttavia, nella prova generale sarà apprezzato un problema strutturale. Sarà utilizzato il mudra strutturale, e dopo vedremo se si tratta di una priorità e in questo caso tratteremo la fissazione.

Per unire due ossa è necessario spingerne uno verso destra e uno verso sinistra: nel caso si verifichi un AR (Arm Reflex), si avrà una fissazione. Se spingendo una vertebra verso sinistra e una verso destra si manifesta un AR, se si spinge in senso contrario fa resistenza.

Si può quindi realizzare un altro test posizionando un oggetto nero a circa 20 cm di distanza dagli occhi del paziente: se guardandolo si verifica un AR, questo indica la presenza di fissazioni, che verranno trattate solo se si tratta di una priorità.

Trattamento strutturale:

Nel momento in cui il paziente espira, è necessario spingere il processo spinoso nel senso in cui fa resistenza, continuando così per tre/quattro volte.

Trattamento basato su appunti Istituto IGEM

 

Angel Salazar

 

 

 

Ago 5, 2016

Lo shiatsu, un integratore terapeutico dai grandi benefici

shiatsu

La parola Shiatsu è composta da due sillabe, shi, che significa “dita” e atsu, che significa “pressione”, che ci danno un’idea di ciò su cui si basa questo tipo di massaggio. Cerca di alleviare e curare patologie con la pressione delle dita.

Lo Shiatsu non solo utilizza le dita, ma anche le mani, gomiti e piedi, a seconda della forza che si desidera applicare e della parte del corpo che di desidera trattare.

I punti sui quali si esercita la pressione, denominati Tsubos, si trovano lungo canali o meridiani e il loro influsso raggiunge innumerevoli apparati, organi e sistemi dell’organismo, oltre ai muscoli e alle articolazioni, classiche zone del massaggio tradizionale.

Il massaggio shiatsu ha iniziato a svilupparsi in Giappone tra il 1900 e il 1910, partendo da metodi tradizionali cinesi chiamati do-in e anma. Il primo di questi metodi curativi, il do-in, si ispira direttamente allo yoga indiano, e il secondo, l’anma, è molto simile al metodo che si identifica con il massaggio classico.

Associando questi due metodi curativi, i cui risultati offrono grandi benefici e risalgono a molti secoli fa, hanno dato luogo allo shiatsu, dando vita a una nuova forma di applicazione degli antichi metodi della medicina orientale.

massaggio shiatsu

Lo shiatsu ha acquisito grande popolarità in occidente, mentre il metodo scientifico e le conoscenze in materia di anatomia e fisiologia proprie della medicina occidentale hanno influito fortemente sulla sua pratica.

Nel nostro corpo esiste un luogo preciso in cui risiede l’energia essenziale, che i giapponesi chiamano hara e che pare essere situato 4 cm sotto l’ombelico.

Ed è un fatto verificato che tutti gli stati patologici migliorano stimolando la circolazione del sangue e del liquido linfatico. Su tale reazione si basa precisamente il massaggio shiatsu.

Se davvero esistesse un segreto per il benessere, sarebbe che serenità e benessere apportato da un massaggio di questo tipo mediante il contatto fisico da parte di mani generose, che aiuta a sentirsi felici e sani, sia per i bambini che per gli adulti.

Lo shiatsu esercita tre effetti sul Chi:

– Elimina i blocchi del suo flusso.

– Migliora la carenza o l’eccesso di Chi.

– Migliora gli squilibri del suo flusso.

Le manipolazioni dei punti nei quali si riscontra uno squilibrio o un blocco può inizialmente provocare dolore o fastidio. È dunque opportuno che le persone che si sottopongono a questo tipo di massaggio siano previamente avvertite. Non bisogna tuttavia preoccuparsi, il dolore è localizzato e passeggero, mentre gli effetti e i benefici sono generali e durevoli .

Giu 17, 2016

Punti riflessi neurolinfatici in kinesiologia

il sistema linfatico

Nel campo della kinesiologia applicata, il sistema linfatico e i suoi punti riflessi acquistano grande importanza.

Come saprete, il sistema linfatico fa parte dell’apparato circolatorio del corpo umano. È formato dai vasi linfatici, dai nodi e dai capillari e la sua importante funzione è quella di ripulire i tessuti da tutti gli elementi tossici e dai residui metabolici che vengono generati e accumulati.

Il drenaggio avviene attraverso un’azione di pompaggio che resta in funzione, principalmente, grazie alla contrazione dei vasi linfatici, al polso arterioso, all’attività muscolare e alla compressione del tessuto quando si esercita una pressione dall’esterno del corpo.

Nonostante la sua azione permanente di pompaggio, il sistema linfatico agisce lentamente poiché durante le sue funzioni di pulizia deve elaborare e scomporre alcune particelle, come ad esempio le proteine, che non possono entrare nel sistema sanguigno a causa della loro dimensione o complessità.

A causa di questa funzione di drenaggio e della lentezza dei suoi processi, in caso di eccessiva tossicità il sistema linfatico può bloccarsi e causare problemi in qualsiasi zona del nostro organismo.

È qui che entra in scena l’utilità dei punti riflessi neurolinfatici. Si tratta dei commutatori del sistema linfatico, che possono variare il flusso del sistema attraverso i nervi simpatici e spinali.

Non si trovano nei vasi linfatici, quindi non agiscono direttamente sul flusso della linfa (il liquido circolante nel sistema linfatico), bensì, se stimolati, attivano una rete di impulsi nervosi che riesce a sbloccare il sistema linfatico di quella zona.

Punti riflessi neurolinfatici in kinesiologia

La stimolazione di questi punti riflessi neurolinfatici porta alla diminuzione o all’aumento del flusso della linfa e alla creazione di un nuovo equilibrio della capacità di drenaggio degli organi o dei tessuti interessati.

Di solito si trovano nella parte anteriore del corpo, lungo gli spazi intercostali fino al pube, e nella parte posteriore del corpo lungo la spina dorsale. È il caso dei punti NL di muscoli come il grande pettorale clavicolare, il grande rotondo, il gran dorsale o il sottoscapolare, tra tanti altri.

Tuttavia, alcuni sono localizzati su gambe e braccia, come ad esempio i punti NL della zona anteriore del muscolo tensore della fascia lata, che si trova sul lato esterno della gamba, dal ginocchio all’anca.

Quando realizziamo il test della ruota muscolare e localizziamo i muscoli deboli da trattare con priorità, la persona sottoposta al test deve toccare i punti NL del muscolo. Successivamente, chiederemo al corpo se sia necessario trattare i punti riflessi NL. Se la risposta è affermativa, per trattare i punti riflessi neurolinfatici dovremo massaggiarli delicatamente senza esercitare una pressione eccessiva, con la punta delle dita e ruotando in senso orario. Realizzando il trattamento rafforziamo il muscolo e miglioriamo il funzionamento dell’organo ad esso collegato.

 

Dic 24, 2015

Scopri perché l’agopressione è così efficace

Agopressione

Quando parliamo di agopressione facciamo riferimento a quell’insieme di tecniche che, secondo medicina tradizionale cinese, consistono nel colpire lievemente o premere delicatamente con le dita, determinati punti di agopuntura noti anche come “Tecniche di pressione del meridiano”.

 Ma che differenza c’è tra agopressione e agopuntura? Le tecniche di agopressione fanno sì che ogni persona, tramite colpetti o manipolazione di tali punti, possa concentrarsi interiormente sull’argomento specifico che desidera affrontare, pensando a esso o esponendolo ad alta voce. In questo modo è possibile lavorare con maggiore precisione al motivo per il quale la persona si sente male, che si tratti di una fobia, di depressione, rabbia, dolore fisico, ecc.

Lo scopo di tali tecniche consiste pertanto nel dare sollievo o nell’eliminare i disturbi emozionali, psichici o fisici.

L’agopressione ha trovato la sua prima applicazione in occidente negli anni 60, quando la cultura cinese si è estesa oltre i propri confini.  Fin da subito ha esercitato grande fascino la scoperta o la presentazione di un sistema di flussi energetici, similare al sistema circolatorio, nervoso o linfatico che avvolgeva il corpo ed era particolarmente reattivo in determinati punti (punti di agopuntura).

Attualmente le tecniche di agopressione rientrano nella cosiddetta “psicologia energetica”. Tale aspetto della psicologia dimostra che esiste un collegamento diretto tra il sistema energetico del corpo, la psiche, le emozioni e il comportamento.

Il sistema meridiano o il sistema dei flussi energetici sono dunque soltanto altri sistemi che costituiscono l’organismo (linfatico, circolatorio, muscolare, ecc.) e che svolgono una funzione fondamentale nella risoluzione dei problemi di salute. Ed è così perché si tratta del sistema che funge da collegamento tra la parte fisica e la parte mentale, emozionale e spirituale, svolgendo un ruolo fondamentale nell’elaborazione e trasmissione di emozioni e sensazioni fisiche negative, come il dolore.

Secondo Roger Callahan, pioniere della psicologia energetica, “La causa di tutte le emozioni negative o delle patologie risiede nello squilibrio del sistema energetico del corpo”. Si tratta inoltre anche del sistema dal quale è possibile risolvere il problema.

Quando una sensazione o un’emozione, un dolore fisico o un evento è troppo intenso perché sia assimilato, il sistema dei meridiani può smettere di elaborare gli impulsi e bloccarsi. Ovviamente si verifica un cortocircuito nel sistema, che smette di funzionare in modo corretto.

La cosa più difficile del nostro sistema energetico è che quando insorge un problema in un punto, compromette altri meridiani con i quali comunica. In seguito tale cortocircuito viene conservato, assieme alla sensazione o il pensiero di aver causato il problema, tornandosi ad attivare e provocando un nuovo cortocircuito ogni volta che la persona sente di nuovo la stessa sensazione o pensiero.  Con l’agopressione è possibile modificare questo cattivo collegamento conservato e riattivare il circuito per evitare che succeda di nuovo.

tappeto per agopressioneMa per quali problemi è utile l’agopressione?
L’agopressione può essere utilizzata per i problemi più svariati, come ad esempio per porre fine a paure e fobie, per il trattamento di perdite di memoria croniche, per emozioni negative quali tristezza, colpa o ira, per il trattamento del mal di schiena, per tutti i disturbi muscolari, per la gestione dello stress, per migliorare la circolazione linfatica, ecc.

Affinché il trattamento sia efficace, è importante tenere conto del fatto che, più c’è chiaro qual è il problema che dobbiamo risolvere, più efficace e rapida sarà la sua correzione, ovvero meglio conosci il nome del file che stai cercando, prima lo troverai per poterlo modificare.

Come si devono esercitare le pressioni?
Generalmente si esercitano con due dita, nello specifico con indice e medio e si eseguono da 5 a 8 colpetti. In ogni modo è possibile continuare un po’ di più se necessario per ottenere la correzione.

Per praticare l’agopressione è anche possibile usare il tappeto per agopressione, costituito da punte in fibra naturale che poste sotto il corpo provocano una stimolazione nervosa dei principali punti riflessologici, attivando i meridiani di agopuntura del corpo.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 22, 2015

La kinesiologia applicata può regolare il nostro orologio interno?

orologio interno

Quando parliamo di ritmi biologici, bioritmi, ci riferiamo a un orologio interno, tipico di tutti gli esseri viventi, che ci consente di seguire un ritmo costante di attività per mantenere la omeostasi o l’equilibrio nel funzionamento interno del nostro organismo.

Esiste un ritmo giornaliero, settimanale e annuale che ci regola a nostra insaputa. Tuttavia, interrompere la regolarità di questo orologio interno, può, a lungo termine, essere la causa di vari disordini a livello psico-fisico.

Le persone che viaggiano spesso per lavoro e sono soggetti a fusi orari diversi o coloro che cambiano turno di lavoro settimanalmente o mensilmente rischiano di deregolamentare il loro orologio interno e di manifestare alcuni problemi di salute.

Questi disturbi possono essere di natura molto diversa: sintomi di affaticamento, disorientamento e insonnia, disturbi psichiatrici e neurologici, così come bipolarismo e alcuni disturbi del sonno che possono degenerare in potenziali patologie viscerali e che, a lungo termine, portano potenzialmente a conseguenze multi-sistemiche.

Il ritmo biologico ci indica quando è il momento di riposare e quando dobbiamo metterci in moto, ovvero, i periodi di sonno e di veglia.

Il nostro sistema nervoso ha il compito di rilevare i cambiamenti di luce durante il giorno, esortando la ghiandola pineale a secernere melatonina alla percezione del buio.

Tutti gli essere viventi seguono un ritmo interno. I fiori delle piante si aprono al mattino e si chiudono col sopraggiungere del buio, ritirando gran parte delle sostanze contenute nelle parti esposte fino alle radici o ai bulbi durante la notte. Gli animali, per esempio gli uccelli migratori, seguono cicli esatti e precisi nelle loro migrazioni annuali.

Conseguentemente, anche noi, dobbiamo saper ascoltare il nostro orologio interno e concederci un periodo di riposo quando necessario. Questo ci consente di recuperare le energie così che il nostro sistema continui a funzionare nel modo corretto.

E, per quanto forziamo la nostra macchina, la nostra energia non è illimitata e, esattamente come la nostra auto ha bisogno di riposare, anche a noi serve un riposo settimanale e annuale mediante il quale ridurre il corso dell’incessante attività e riposarci, fisicamente o mentalmente.

Se interrompiamo questo ritmo naturale, il corpo ci chiederà in qualche modo di riprenderlo, attraverso la fatica o una determinata forma patologica.

ruota muscolare

La kinesiologia applicata ritiene che esista una correlazione diretta tra i muscoli, gli organi e i meridiani di agopuntura. Tale legame ci permette di conoscere, realizzando il test muscolare, lo stato di forza o debolezza del muscolo esaminato e dell’organo meridiano associato.

La kinesiologia applicata è quindi uno strumento favoloso per restituire l’energia di quegli organi e meridiani che hanno smesso di seguire il ritmo biologico e non stanno funzionando in simbiosi con il resto degli organi.

Il corpo, nel tentativo di ottimizzare l’energia disponibile e trasmettere a ogni organo tutta quella necessaria, fa appello al cosiddetto ritmo circadiano periferico o degli organi. Questo ritmo, si riferisce all’orario naturale prestabilito di maggiore attività per ognuno degli organi del nostro corpo.

Su tale ritmo circadiano periferico si basa il concetto della ruota muscolare con la quale opera la kinesiologia applicata.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Utilizzo del kinesio taping nel trattamento terapeutico

Forse negli ultimi due anni avrai notato la presenza di sempre più persone con cerotti dai colori brillanti sul corpo, dentro e fuori il campo. Questo tipo di cerotto si chiama “cerotto chinesiologico, kinesiotaping o bendaggio neuromuscolare” ed è diverso dai cerotti tradizionali. Il cerotto tradizionale non è elastico e si usa per sostenere tenere ben stretta un’articolazione lesionata.

La fisioterapia e il cerotto chinesiologico

La differenza e il vantaggio del cerotto chinesiologico consiste nella sua elasticità, che lo rende comodo da indossare e meno restrittivo. A seconda di come lo si applica può essere utilizzato per vari scopi:

  • Aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione, migliorando la circolazione di un muscolo/tendine/legamento danneggiato. (Può essere utile usare un cerotto chinesiologico fin da subito quando il paziente deve recuperare una lesione, uno strappo o uno stiramento muscolare).
  • Sostenere un’articolazione lesionata consentendo al contempo il movimento. Invece di limitare il movimento dell’articolazione, il cerotto chinesiologico può agevolare il lavoro muscolare e sostenere attivamente l’articolazione.
  • Aiutare la struttura dei legamenti in modo che durante il processo di riabilitazione supportino i restanti legamenti nel ritorno all’attività.
  • Aiutare nel recupero e nel ritorno all’attività dopo la lesione. La proprietà elastica del cerotto consente di distribuire il carico lontano dal tessuto molle danneggiato/infiammato mentre continua a recuperare.
  • Migliorare il rendimento degli atleti e agevolarne il recupero muscolare (aiutando a eliminare l’acido lattico, riducendo l’affaticamento, i crampi e i dolori muscolari).

I trattamenti fisioterapici e il cerotto chinesiologico

Questo non vuole essere un elenco esaustivo, ma indicare alcuni esempi delle varie tipologie di lesioni nelle quali il cerotto chinesiologico può essere d’aiuto associato a trattamenti fisioterapici:

  • Artrite
  • Borsite
  • Instabilità articolare/ipermobilità
  • Strappo/mucoli tesi
  • Dolore musculare (fibromialgia)
  • Spasmi muscolari
  • Tendinopatia/tendinite (gomito del tennista, tendinite gluteo, tendinopatia rotulea, tendinopatia di Achille).
  • Fascite plantare, morbo di Osgood Schlatter.
  • Problemi posturali.

L’impiego di cerotti colorati è spesso divertente ed efficace in fase di recupero, ma è pensato per lavorare con maggiore efficacia se associato a trattamenti di fisioterapia/esercizio e per trattare lesioni o condizioni oggettive.

E se a volte ti sei chiesto se i vari colori e le forme hanno un significato, la risposta è sì. A parte il discorso della cromoterapia (l’impiego dei colori per curarsi), solitamente i colori caldi concentrano la temperatura mentre quelli freddi la disperdono. Tuttavia, non essendo terapisti, la cosa migliore è are un semplice test chinesiologico e scegliere il colore più indicato.

Ma al di là del cerotto in sé, la cosa più importante è sapere che ruolo svolge l’impiego di questa tecnica nella fisioterapia, il cui scopo consiste nel valutare e trattare la funzione fisica, al fine di portare al corretto funzionamento e di alleviare il dolore. Per quanto abbiamo visto, il suo aiuto può essere molto importante, soprattutto nella pratica sportiva e nell’aumento del rendimento e nel recupero degli atleti.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Massaggi terapeutici La fisioterapia

Esistono vari tipi di massaggi a seconda dei sintomi. In caso di una lesione particolare o qualora si necessiti di una trattamento specifico è necessario un massaggio più rilassante. Esistono vari tipi di massaggio e ciascuno viene realizzato in modo diverso.

Cosa sono i massaggi?

Il massaggio può essere utilizzato come modalità do trattamento per prevenire le lesioni sportive e le disfunzioni posturali croniche. Possono essere effettuati da soli o abbinati a trattamenti fisioterapici.

Molte persone dal lavoro impegnativo ricorrono ai massaggi come strumento di recupero ottimale per prevenire le lesioni e potenziare il proprio rendimento. Il massaggio terapeutico può aiutare ad aumentare l’ampiezza dei movimenti, ridurre il dolore e migliorare la funzionalità dei pazienti.

Un massaggio rilassante consiste in una seduta semplice con massaggio svedese classico. Il terapista usa luci basse, a seconda delle preferenze dei clienti, e la seduta intende aiutare il cliente a rilassarsi. Questo tipo di massaggio è disponibile, ma è più diffuso nei centri termali, nelle spa e negli hotel.

Le sedute di massaggio cronico terapeutico consistono in un’approfondita valutazione delle esigenze, specificando i problemi derivanti da lesioni attuali e passate.

Questo tipo di massaggio può prevedere una componente rilassante, ma le tecniche più avanzate vengono usate per trattare il dolore e le problematiche di salute croniche. Le tecniche come il massaggio connettivale profondo, il rilassamento miofasciale, il massaggio sportivo e la terapia dei punti trigger possono essere usati per trattare i sintomi.

Massaggio nello sport

Nello sport sono parecchi i problemi che possono verificarsi a causa di cadute o non corretta postura del corpo durante l’attività, che tende a determinare contratture. A volte sembra non esserci un motivo che spieghi il verificarsi della lesione, sebbene spesso durante la seduta di massaggio sia possibile stabilire la causa del problema e avviarne la correzione mediante un massaggio terapeutico e prescrivendo gli opportuni esercizi correttivi. La fisioterapia si avvale del massaggio come trattamento indipendente per i sintomi muscoloscheletrici o abbinati alla riabilitazione del movimento.

Alcuni degli esempi di massaggi applicati si basano sui muscoli profondi del corpo. Il rilassamento miofasciale fa riferimento alla tecnica del massaggio manuale per lo stiramento dei collegamenti tra la fasce muscolari, i tessuti connettivi e i muscoli al fine di eliminare il dolore, aumentando l’ampiezza del movimento.

Il rilassamento miofasciale implica in generale l’applicazione di una compressione o tensionamento in varie direzioni o la laminazione della pelle.

Il massaggio sportivo è un trattamento fisico utilizzato prevalentemente nel sistema neuromuscoloscheletrico per trattare il dolore e la disfunzionalità. Solitamente prevede l’impastamento e la manipolazione dei muscoli, la mobilizzazione congiunta e la manipolazione articolare.

Il rilassamento mediante pressione dei punti trigger consiste nella disattivazione dei punti chiave che possono causare dolore locale o riferire dolore o altre sensazioni, quali mal di testa, anche in altre parti del corpo. A questi punti si applica una pressione manuale per alleviare il dolore miofasciale.

Il massaggio svedese si avvale di cinque diverse tecniche e colpi. I massaggi svedesi hanno dimostrato di essere utili per ridurre il dolore, la rigidità articolare e migliorare la funzionalità nei pazienti affetti da osteoartrite.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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