Browsing articles from "Marzo, 2016"
Mar 31, 2016

Cosa rappresenta e per quali motivi si blocca il chakra radice?

Cosa rappresenta e per quali motivi si blocca il chakra radice?

 

Il primo centro energetico si trova alla base della colonna, all’altezza del coccige e del perineo, punto collocato tra l’ano e gli organi genitali, che regola assieme alle ghiandole surrenali. C’è chi mette in relazione questo chakra con il naso, le braccia e le gambe. Questo chakra ha molto a che fare con la protezione e la sopravvivenza.

Questo primo chakra è noto con il nome sanscrito di Muladdhara, che significa “radice, sostegno”. Si tratta infatti della radice che ci sorregge e ci unisce alla terra, che regola le funzioni base: alimentazione, riposo, sessualità, autoconservazione e tutela della specie.

Questo chakra ci obbliga ad ascoltare e a prenderci cura del nostro corpo come contenitore sacro dello spirito.

È frequente trovare delle correnti di pensiero che respingono il mondo materiale focalizzandosi sullo spirito. Il cibo, il corpo, il denaro e il sesso vengono percepiti come elementi perniciosi e ci se ne allontana per raggiungere il Nirvana. Tuttavia non possiamo collocarci su un solo punto, poiché anche l’altro ha bisogni di manifestarsi, è intrinseco nell’essere umano. Non è possibile arrivare allo spirito senza il corpo, che deve essere considerato e curato in maniera adeguata affinché non si ammali e per utilizzarlo come veicolo per compiere ciò che è chiamato a fare.

Il chakra radice è collegato alla terra e a tutto ciò che da essa proviene. Mangiare in modo sano ed equilibrato, fare esercizio fisico, dormire bene, esprimere ciò di cui si ha bisogno e lottare per ottenerlo, guadagnare denaro per vivere in linea con le proprie esigenze, sono gli aspetti fondamentali di un chakra radice sano.

chakra radice

Questo è connesso al senso dell’olfatto, il primo senso che ogni essere umano sperimenta alla nascita. L’odore infatti attira il neonato al seno e risveglia in lui l’istinto di attaccarsi per succhiare. Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza ereditato dagli animali, ci suggerisce il pericolo ed è strettamente legato alla sessualità, essendo secondo innumerevoli studi la principale causa dell’attrazione sessuale tra gli esseri umani.

Il chakra radice è connesso anche con il diritto al possesso. Per il solo fatto di trovarci sulla Terra meritiamo si ricevere tutto il necessario per garantire la nostra sopravvivenza. Quando ci viene negato tutto ciò che è fondamentale, ovvero gli alimenti, gli indumenti, un tetto, un servizio sanitario, il contatto fisico… si viola il diritto al possesso e si compromette il chakra radice, che ci trasforma in esseri risentiti, violenti o timorosi.

Secondo la psicologia transpersonale, una persona che sceglie di soffrire la fame o rifiutare il cibo, come avviene nel caso dei disturbi alimentari come l’anoressia o la bulimia, ha il chakra radice seriamente danneggiato.

Il diritto alla sicurezza, ad avere un’abitazione e alla protezione regola anch’esso questo chakra. Quando non disponiamo delle risorse economiche sufficienti o pur avendole temiamo che si esauriscano, questo chakra si blocca.

Gli adulti che soffrono della sindrome di Peter Pan, ovvero sfuggono la maturità e non vogliono assumersi le responsabilità della loro vita, sono persone che hanno grandi difficoltà a sopravvivere correttamente e bloccano questo chakra.

Il chakra radice riguarda anche la stabilità, la famiglia, l’ambito nel quale nasciamo e cresciamo, le nostre origini, dove si genera gran parte di ciò che siamo, che desideriamo e che nascondiamo. È il nostro primo contatto con la realtà e con i rapporti con gli altri. È ciò che ci conferisce il senso di appartenenza. Se un albero non ha radici solide (disturbi familiari) finisce per cadere. Il chakra radice non sarà sano.

Con il kit per il test dei Chakra è possibile individuare i blocchi su uno qualsiasi dei 7 chakra.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 24, 2016

Perché il fegato è l’organo della felicità?

Perché il fegato è l’organo della felicità?

Il fegato è l’organo della felicità perché se in condizioni sane e di equilibrio, è legato direttamente alla generosità, all’altruismo, alla creatività, alla pazienza, alla tolleranza, alla capacità di pianificazione e progettazione, al desiderio di espansione della coscienza e alla sete di conoscenza.

Il fegato delimita la nostra zona più basilare e istintiva, la zona digestiva e intestinale, con il cuore, l’area più aperta al cosmo, la coscienza o mente superiore.

Rappresenta il confine che filtra e si assicura che non passi nulla di inappropriato dall’intestino (emozioni non digerite e tossicità alimentari) verso il cuore.
Non consente il passaggio di emozioni tossiche, esattamente come a livello fisico, impedisce che entrino sostanze tossiche nel sangue, filtrando e trasformando il sangue proveniente dall’intestino (dalla digestione) in sangue “vero” e depurato dalla tossicità.

Parallelamente, tutte le impurità originate dalla digestione saranno filtrate dallo stesso in modo che il sangue abbia una composizione adeguata alle esigenze del nostro organismo.

Una delle cause principali di una salute cagionevole o del fatto che ci ammaliamo, è radicata nella perdita di forza degli organi del nostro corpo e nello stress causato dal tipo di vita complessa che conduciamo oggigiorno.

Generiamo problemi pisco-emozionali che, per la maggior parte, somatizziamo a livello organico. Il fegato condiziona e regola questa capacità così umana di stressarsi e somatizzare.

contenimento emotivo, somatizzazione

Quando il fegato si logora, si soprasatura o si intossica, a causa di una cattiva alimentazione (abuso di proteine animali, sale, fritture, latticini, alcol, agenti tossici chimici o fisici, ambientali o alimentari) riscontra più difficoltà a depurare le emozioni e a renderle assimilabili. Di conseguenza, non riesce a portare a termine la sua funzione di attenuare l’effetto di un impatto emozionale indesiderato e regolare la nostra capacità di reazione e gestione di fronte a una situazione avversa.

Se il fegato si trova in cattive condizioni, immagazziniamo emozioni come la frustrazione e il contenimento emotivo che non ha niente a che vedere con la parte spirituale ma con la rabbia, l’intolleranza, la contrarietà, l’aggressività contenuta, la colpevolezza, ecc. che rappresentano tutte emozioni non digerite.

 Il contenimento emotivo è una delle principali cause del blocco di energia nel fegato e impedisce che l’energia circoli appropriatamente nell’organismo.

L’energia non si distribuisce in modo uniforme a tutti gli organi e alle zone del corpo e può produrre un eccesso in alcuni e una carenza in altri.

L’emozione traumatica vissuta intensamente, in solitudine e senza soluzione apparente può fare pressioni sull’inconscio corporeo affinché metta in moto una risposta biologica che possa alleviare o smorzare in qualche modo tale tensione emotiva, dando luogo alla somatizzazione.

Test degli organi

Per stabilire se esistano logorii o sovrasaturazioni del fegato, dopo l’esecuzione preventiva del Pretest, senza registrare nulla (in stato neutro) o dopo aver registrato un AR nascosto dal campo chimico, collocheremo il filtro del fegato del kit del test degli organi basico o del test degli organi ampliato.
Se il filtro ci dà AR, significa che sussiste uno squilibrio nel fegato, quindi registreremo l’informazione e cercheremo il trattamento.

Per trovare il trattamento, provocheremo inizialmente uno stimolo toccando il chakra di ciascuna mano per verificare che una delle due braccia ci risponda.

Dopodiché possiamo collocare i diversi mudra energetici, emotivi, chimici e strutturali sull’ombelico del paziente o sopra il braccio del chakra della mano che ha risposto di fronte allo stimolo.  In questo modo, localizzeremo il campo su cui occorre maggiormente lavorare per trattare il problema epatico.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 17, 2016

Numerose ricerche dimostrano l’importanza della vitamina C

l’importanza della vitamina C

Le vitamine antiossidanti, in particolare la Vitamina C e la E, sono state oggetto di ampie ricerche negli ultimi anni.

L’apporto di dosi addizionali elevate di tali vitamine è un modo efficace e sicuro per ridurre l’impatto dell’invecchiamento nel corpo.

Dal 1951, sono stati pubblicati circa 10.000 studi sulla vitamina C, in cui è stato possibile evidenziare scientificamente l’uso di tale vitamina per garantirsi una maggior longevità e per prevenire e guarire malattie come l’Alzheimer, il tumore o le patologie cardiovascolari.

Nel 1960, Linus Pauling, vincitore di ben due premi Nobel, ha cominciato a raccomandare dosi elevate di vitamina C o acido ascorbico per ridurre i sintomi del raffreddore e dell’influenza.

Alcuni anni più tardi, Pauling ha condotto uno studio su pazienti affetti da tumore allo stadio terminale, dimostrando che somministrando quotidianamente a tali pazienti 10 grammi di vitamina C per via endovenosa, era possibile prolungarne la sopravvivenza da mesi ad anni. Ha inoltre osservato che tali dosi contribuivano a ridurre il dolore intenso che avvertivano i pazienti. In seguito, sono state realizzate altre ricerche che hanno suffragato tali risultati.

L’essere umano non è in grado di produrre autonomamente la vitamina C: tra tutti i mammiferi che camminano, nuotano o volano, l’uomo appartiene al gruppo ristretto che non sintetizza la vitamina C nel fegato a partire dal glucosio. Per questo motivo è così importante assumerla regolarmente.

Partendo dal presupposto che gli animali che producono vitamina C lo fanno proporzionalmente al loro peso corporeo, l’equivalente negli umani in base a questi dati, sarebbe compreso tra 10 e 12 grammi di vitamina C al giorno, mentre la dose minima quotidiana raccomandata per un adulto è pari a 60 a 100 milligrammi.

Come si può notare, la dose raccomandata di vitamina C, è notevolmente inferiore rispetto a quella sintetizzata dal resto degli esseri viventi.

vitamina C

A parte la nota azione antiossidante svolta dalla vitamina C, esistono molte reazioni biochimiche che richiedono la sua partecipazione, per esempio:

-Per sintetizzare il collagene, il tessuto strutturale delle nostre ossa, della pelle, dei vasi sanguigni e dei muscoli.

-Per assorbire correttamente il ferro e soprattutto per permetterci di metabolizzare il calcio.

-La sua efficacia è stata dimostrata nel contrastare le infezioni virali e batteriche.

Inoltre, in base a studi recenti, si è potuto dimostrare che:

– Una dose di 500 milligrammi/giorno può ridurre la pressione arteriosa del 10%.

– Dosi supplementari di 1000 milligrammi al giorno possono contribuire a riparare il danno nei vasi sanguigni causati dal colesterolo. Di conseguenza, si migliora l’elasticità degli stessi.

-Vari studi hanno dimostrato che protegge anche dall’ictus e dai danni che ne conseguono.

-Dosi elevate comprese tra 1000 e 10.000 milligrammi al giorno, aiutano l’organismo a prevenire l’influenza.

-Le creme ricche di vitamina C, riducono le rughe sottili e l’asprezza tipica della pelle invecchiata e migliorano la tonicità e l’incarnato.

-Favoriscono la prevenzione dell’osteoporosi (in base ai dati di uno studio realizzato su donne di mezza età e anziane, che grazie all’assunzione di quantità superiori presentavano una densità ossea ben maggiore rispetto alle altre donne).

Per osservare più nel dettaglio la necessità di antiossidanti nel nostro organismo, tra cui la vitamina C, possiamo realizzare un test kinesiologico, utilizzando la fiala dei radicali liberi del kit per Test basico ampliato, le fiale di SOD e GPSx di un test del sistema endocrino, così come le fiale di vitamine e minerali.

Mar 10, 2016

Le dosi infinitesimali e gli 8 principi dell’omeopatia

omeopatia

Agiscono analogamente al sole, che può produrre una grande quantità di reazioni biochimiche negli essere viventi benché i suoi raggi siano privi di materia, ossia trasportino solo energia, provocando effetti sia fisici che emotivi sulla persona.

Conosciamo la capacità del sole di aumentare la produzione di melanina della pelle favorendo l’abbronzatura, di accrescere la produzione di alcuni neurotrasmettitori e di generare un effetto antidepressivo.

Tutto ciò senza che i raggi solari contengano alcun principio chimico che influisca sul nostro organismo.

Le dosi omeopatiche funzionano allo stesso modo, con una quantità di materia così straordinariamente piccola, quasi impercettibile, ma che ha comunque la capacità fisica di provocare delle reazioni biologiche in qualunque essere vivente, che si tratti di una persona, di un animale o di una pianta.

Queste dosi di sostanze chimicamente attive e così infinitamente piccole vengono definite dosi infinitesimali.

L’omeopatia presenta 8 principi di base che regolano questa disciplina.

1 Il principio di similitudine: “Similia Similibus Curentur” che significa “il simile si cura con il simile”.

2 La forza vitale: si riferisce all’energia che regola le funzioni vitali di ciascun individuo.

3 La vix medicatrix: è la forza autocurativa della natura stessa, che tende sempre a mantenere l’integrità dell’individuo. La natura: il nostro organismo soffre di squilibri (malattie) e la funzione dell’omeopatia e di tutta la medicina naturale è aiutare l’organismo affinché la sua stessa natura recuperi l’equilibrio da sola.

4 L’individualità morbosa: ogni essere vivente sviluppa le malattie in un modo particolare.

5 L’individualità medicamentosa: è la prescrizione di un medicinale individuale a seconda dei sintomi di ciascun malato.

6 Sperimentazione pura: è lo studio dei sintomi provocati da una certa sostanza e la dimostrazione della sua capacità curativa.

7 La dose minima: si riferisce alla dose, in concentrazioni molto ridotte, di farmaci omeopatici.

8 I miasmi: includono le malattie croniche, l’eredità e le tendenze individuali a soffrire di alcune tipologie di malattie.

Il principio di similitudine afferma che il simile può curare il simile. Quindi, tutte le sostanze in grado di provocare alcuni sintomi sull’individuo sano sono anche capaci di curarli nel malato in cui si manifestano.

Un esempio è l’effetto che produce il taglio di una cipolla sulle mucose. Il naso cola e gli occhi lacrimano, sintomi simili al raffreddore comune. Per questo motivo, la cipolla “Allium cepa”, in dosi omeopatiche, è uno dei medicinali omeopatici abituali per la cura del raffreddore comune.

dose minima

Il principio della dose minima è molto importante in lomeopatia, poiché da esso dipende l’efficacia del trattamento. Consiste nel determinare la quantità minima di sostanza capace di provocare la reazione desiderata nell’individuo.

I trattamenti omeopatici vengono elaborati partendo da qualsiasi sostanza di origine animale, vegetale, minerale o di sintesi che, preparata in un modo specifico e rispettando severi processi di diluizione e dinamizzazione, dimostra un potenziale terapeutico.

Circa il 40% dei trattamenti omeopatici è di origine vegetale, il 10% è di origine animale e il 50% è di origine minerale, chimica, ecc.

Attraverso alcuni protocolli ben definiti di successive diluizioni e agitazioni, le tossine delle sostanze utilizzate dopo il processo di elaborazione diventano innocue.

In seguito a questi trattamenti vengono impregnate in un eccipiente inerte, il lattosio, di dimensioni e forme diverse, come sfere, granuli compressi o in alcuni paesi zuccherini.

Eseguendo un test omeopatico è possibile determinare la cura omeopatica adatta e le dosi con cui è necessario trattare il nostro paziente.

Mar 3, 2016

L’importanza dello zinco e come testarne la carenza grazie alla kinesiologia

L'importanza dello zinco

Questo importante oligoelemento fu scoperto nel 1869 come fattore essenziale per la crescita delle piante; nel 1886 fu isolato per la prima volta nelle alghe marine, come il fucus, e più tardi fu individuato nei cereali, nei legumi e in quasi 100 piante commestibili a foglia verde.

Tuttavia, fino al 1950 non si accertò la presenza di zinco nei capelli e nel sangue, fatto che permise di rilevare gravi carenze in molte persone.

Cause delle carenze

Il maggior problema della carenza di zinco rispetto agli altri oligoelementi è la difficoltà della diagnosi, poiché in genere i sintomi sono comuni ad altre malattie.

La causa più comune della carenza è la mancanza di assorbimento del minerale, molto frequente in bambini e anziani.

I bambini alimentati con latte artificiale in genere soffrono di carenza di zinco, ma ciò può essere evitato mediante l’assunzione di integratori di minerali o l’utilizzo di latte arricchito.

Anche l’alcol provoca delle carenze dovute a un’eliminazione maggiore rispetto a quanto ingerito. Lo stesso accade con l’assunzione continuativa di alcuni farmaci, tra cui gli anticoncezionali.

Perché è importante lo zinco?

Lo zinco è necessario per lo sviluppo ottimale di importanti funzioni organiche. Tra queste vi è il corretto funzionamento dell’apparato genitale, specialmente quello maschile, infatti lo zinco interviene sulla formazione del liquido seminale e sul buon funzionamento della prostata.

Inoltre, protegge gli acidi nucleici DNA e RNA, così come la membrana delle cellule.

Stimola il sistema immunitario attraverso i linfociti T-4.

Regola il pancreas, l’ipofisi e gli organi genitali.

È importantissimo per la crescita dei bambini.

Mantiene le ghiandole surrenali in buono stato e ne conserva la capacità di adattamento.

Mantiene in buono stato gli organi del gusto, dell’olfatto e della vista.

Previene l’invecchiamento prematuro.

Se realizzando il test sugli organi si rileva un’anomalia di una ghiandola, del pancreas o dell’ipofisi, è opportuno eseguire il test kinesiologico delle carenze per verificare se il problema è attribuibile alla mancanza di zinco.

Test diagnostic basic élargi


Alcuni sintomi che ci permettono di rilevarne la carenza sono:

Macchie bianche sulle unghie.

Cattiva guarigione delle ferite.

Infezioni ricorrenti.

Senso del gusto poco sviluppato.

Perdita improvvisa dell’olfatto.

Anoressia.

Ritardo nella crescita del bambino.

Scarsa produzione di sperma.

Infertilità maschile.

Caduta dei capelli.

Anemia.

Inoltre, è opportuno eseguire il test delle carenze di minerali e oligoelementi per verificare i livelli di zinco nelle persone alcoliste, colpite da dismenorrea, malattie epatiche e renali, stress, diabete, caduta dei capelli, acne e, soprattutto, in caso di disturbi relativi a fertilità, impotenza o frigidità, essendo conosciuto come l’oligoelemento della riproduzione.

Test kinesiologico delle carenze di minerali e oligoelementi

Per rilevare la carenza di minerali è a disposizione il test generale dei minerali e oligoelementi nel kit per il Test di base ampliato.

Nel caso in cui si rilevi un problema nel campo chimico del nostro paziente, sarà possibile collocare questo test nel chakra dell’ombelico. In caso di modifica dell’AR, ci troveremo di fronte a una carenza di minerali o di oligoelementi.

Per verificare la presenza di una carenza di zinco, determineremo le informazioni e utilizzeremo il filtro dello zinco del kit dei minerali; se l’AR cambierà nuovamente, ciò indicherà la carenza di zinco dell’individuo.


Analía Iglesias ( analia@sibuscas.com)

Kinepharma

  • Spagnolo
  • Francese
  • Italiano

Recent Comments

    Archives