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Apr 28, 2016

Relazione tra il Secondo Chakra e la nostra capacità di essere felici nella vita

 

CHAKRA SVADHISTHANA

Il secondo chakra risiede nella parte inferiore dell’addome, tra l’ombelico e la zona dei genitali, vale a dire l’area sacrale. Il suo nome sanscrito è Svadhisthana che significa dolcezza.

Controlla la funzione di organi sessuali, vescica, apparato circolatorio, prostata, utero, gonadi, ovaie e testicoli. È il centro energetico del piacere, della sensualità, della nutrizione, della sessualità, della ricettività, delle emozioni, del movimento e del cambiamento.

Il colore che governa questo chakra è l’arancione, il colore della sensualità, delle emozioni e della nutrizione.

Mentre il primo chakra “muladhara” è principalmente connesso all’istinto di sopravvivenza, alla fame, (famiglia, lavoro, ambiente) come necessità che ci collegano alla terra, il secondo chakra, “Svadhisthana”, fa riferimento alla sete, tendendo invece verso l’aspetto spirituale.

La sete è vincolata all’acqua. Il luogo in cui risiede, la zona pelvica, si paragona metaforicamente a uno stagno dove il chakra sacrale è la fonte della nostra energia sessuale e della creatività. Solo quando una persona si mette in contatto con la propria creatività viene pervasa dalla sete spirituale e inizia a chiedersi: “Chi sono?”.

L’acqua è legata all’inconscio, alle emozioni, alla trasformazione e al lato femminile del cervello, l’emisfero destro. Inoltre, regola i fluidi corporei attraverso l’apparato circolatorio e la vescica.

Si relazione anche con la luna, principio femminile per eccellenza, rappresentando la creatività e l’energia che eleva l’umanità dalla sopravvivenza (primo chakra) all’alimentazione dell’anima.

Pertanto, con questo chakra saliamo a un livello più alto, dalla sopravvivenza al piacere, vale a dire, da quello più basico (nutrirci, senso d’identità con l’ambiente, famiglia, ecc.) al trovare il senso della vita, al cogliere il manifestarsi della vita vissuta con piacere.

Secondo Chakra

Svadhisthana ci permette di assaporare la vita, assaporare il cibo. Mentre il primo chakra considera il cibo un mero strumento di sopravvivenza, il secondo chakra ci dà la possibilità di godere del piacere, del sapore. Assaporare ci collega alle altre funzioni di questo chakra: la sensualità, le emozioni, la creatività, la sessualità.

Un magnifico esempio di ciò che rappresenta questo chakra ci viene dal romanzo “Come l’acqua per il cioccolato” in cui ricette di cucina, odori e sapori diventano il veicolo di un’appassionata storia d’amore.

Di conseguenza, dal secondo centro energetico, ci apriamo al piacere, ci rallegriamo per essere vivi e siamo in grado di amare la vita, non solo di sopravvivere come in precedenza. Ci insegna a ringraziare e a sorridere per ciò che accade nelle nostre vite, indipendentemente che si tratti di aspetti meravigliosi o dolorosi, perché comprendiamo che tutto quello che avviene ci avvicina di più al cammino verso il nostro piano divino.

Un modo ideale per lavorare su questo chakra, consiste nell’immaginare che il nostro corpo sorrida. Ogni mattina, prima di alzarci dal letto, immagineremo che i nostri occhi, la nostra bocca, i nostri polmoni e gli altri organi e cellule del nostro corpo stiano sorridendo, a prescindere dal tempo esterno o dal nostro essere stanchi, tristi o arrabbiati. Immaginare il nostro corpo pieno di allegria ci aiuta a rivitalizzarci, attivando ed equilibrando il chakra sacrale.

Per verificare se dobbiamo lavorare su questo chakra o su un altro, possiamo utilizzare un kit di gemme con i mandala di ogni chakra nel nostro test kinesiologico oppure passare un pendolo su ognuno dei chakra e verificare se indichi qualche squilibrio.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 21, 2016

Perchè il cromo è necessario per regolare il nostro livello di zucchero e per dimagrire

cromo, oligominerale

Il cromo è ben noto per l’importante funzione che riveste nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Questo oligominerale migliora l’efficienza dell’insulina, un ormone che dirige la circolazione degli zuccheri e dei grassi verso la parte interna delle cellule del nostro corpo, affinché possano essere utilizzati o immagazzinati sotto forma di energia.

Se i nostri livelli di cromo sono bassi, l’insulina non funziona nel modo corretto, creandosi così le condizioni necessarie per la formazione di patologie come il diabete mellito, l’obesità o malattie cardiache.

L’introduzione di cromo nella nostra dieta, allo scopo di controllare il diabete, può anche favorire la perdita di peso e ridurre i livelli di colesterolo. Si pensa, poi, che possa preservare o aumentare la massa corporea non grassa, o meglio mantenerla man mano che si dimagrisce.

Alcuni studi affermano che il consumo di cromo potrebbe agevolare l’aumento della muscolatura o comunque mantenerla nel momento in cui s’inizia a perdere peso. Se si prende in considerazione il ruolo del cromo nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, questa teoria può rivelarsi possibile.

Qualora si voglia perdere peso o massa grassa, è fondamentale seguire una dieta e svolgere esercizio fisico. Anche in questo caso, gli studi sottolineano l’importanza del cromo nella riduzione dell’indice di massa grassa rispetto al muscolo.

Senza dubbio, però, il cromo è in realtà noto per la sua capacità di migliorare l’efficienza dell’insulina.

L’insulina è l’ormone del nostro corpo che aiuta a trasportare gli zuccheri e i grassi alle nostre cellule. Successivamente, le cellule utilizzano o consumano questi zuccheri e questi grassi durante lo svolgimento delle loro funzioni organiche oppure lo immagazzinano sotto forma di energia.

Diciamo che l’insulina rappresenta la chiave che apre la porta della cellula, così che entri il glucosio, che si trova all’esterno (nel torrente sanguigno). Pertanto, quando non si produce sufficiente insulina (diabete di tipo 1) o quando la cellula non la riconosce (diabete di tipo 2), il glucosio (zuccheri e grassi) non può essere introdotto nelle cellule. Questo provoca un innalzamento evidente dei livelli di glucosio nel sangue e, in più, la mancanza di alimento o combustibile necessario affinché la cellula funzioni.

cromo,  frutta secca

Molti studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di cromo migliora l’attività dell’insulina nelle persone affette da diabete. Tutto ciò è molto positivo, dal momento che la bassa produzione d’insulina e la mancanza di sensibilità a questo ormone rappresentano problemi seri in questo scompiglio così comune al giorno d’oggi.

Il cromo è necessario, quindi, per il metabolismo del glucosio. Esso si può trovare in alcuni alimenti, come le prugne, la frutta secca, gli asparagi, le carni magre, i funghi e i grani interi. Tuttavia, la dose giornaliera raccomandata non deve essere raggiunta.

Inoltre, se consumiamo una grande quantità di alimenti zuccherini e carboidrati raffinati, come dolci, pasta o pane bianco, l’insulina perde la sua effettività.

In definitiva, l’assenza di cromo nel nostro organismo sembra aumentare il rischio di resistenza all’insulina, comportando a lungo andare lo sviluppo dei diabeti, malattie coronariche, così come la tendenza all’obesità addominale.

Pertanto, sia che lo si faccia per migliorare la dieta o come complemento allo scompiglio provocato dal diabete, è importante verificare i nostri livelli di cromo attraverso la chinesiologia, così come realizzare un test completo del sistema endocrino, con lo scopo di diagnosticare possibili carenze a livello delle ghiandole surrenali e del pancreas.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 14, 2016

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Tanto la soia quanto alcuni dei suoi derivati, come il tofu o il tempeh (semi di soia ai quali si aggiunge un particolare tipo di fungo affinchè avvenga la fermentazione), sembrano influire positivamente sul cancro uterino e mammario.

Gli isoflavoni bloccano gli enzimi che favoriscono la crescita del tumore e in più possono svolgere la funzione degli ormoni.

La soia contiene isoflavoni, come la genisteina e la daidzeina, conosciuti per i loro effetti benefici nella prevenzione di questo tipo di cancro. Oggi, lo studio degli isoflavoni riscontra un interesse sempre crescente, trasformandosi in materia di indagini approfondite.

Ciò che più caratterizza gli isoflavoni è la capacità di agire come estrogeni e antiestrogeni allo stesso tempo. Questa doppia attività conferisce loro qualità che permettono di regolare l’equilibrio ormonale delle donne, prevenendo l’osteoporosi e operando da potenti antiossidanti, che svolgono una funzione di protezione in vista dello sviluppo del cancro mammario. Gli isoflavoni producono questo effetto in quanto competono con il proprio estrogeno per l’occupazione dei recettori delle cellule, al punto da ridurre alcune malattie dovute a un eccesso di estrogeni.

Gli isoflavoni, come già detto, possono svolgere anche un’attività estrogenica per natura, così che, se durante la menopausa il livello di estrogeni si abbassa, gli isoflavoni possono compensare questa diminuzione, unendosi ai ricettori della cellula che occuperebbero solitamente gli estrogeni. Questo allevia, poi, i sintomi della menopausa, come vampate di calore, senso di affaticamento, sudorazione notturna, cambi di stati d’animo, e aumenta la densità ossea nelle donne.

estrogeni Inoltre, possiede importanti proprietà antiossidanti, paragonabili alla vitamina E, contribuendo a prevenire il danno che genera il radicale libero nel DNA e quindi riducendo il rischio di cancro a lungo termine.

Il modo migliore di assumere isoflavoni è quello di consumare i semi di soia, nelle loro numerosi varianti, e il trifoglio rosso. In più, li troviamo in quantità minore nel tè verde, nei piselli, nelle lenticchie, nei ceci e nelle arachidi.

Per conoscere le condizioni del nostro stato ormonale, è consigliabile realizzare un test dell´apparato endocrino, così da avere la certezza su quali siano le nostre carenze a livello ormonale e dare al nostro organismo gli isoflavoni e ciò che è necessario per regolarizzare questi squilibri propri della menopausa.

Gli isoflavoni riducono anche il rischio di malattie cardiovascolari, inibendo la crescita delle cellule creatrici della placca che ostruisce le arterie.

Di uguale importanza è poi la sua funzione preventiva nei riguardi di problemi alla prostata. Mangiando alimenti ricchi di isoflavoni, ci si protegge dalla ipertrofia della ghiandola prostatica.

Inoltre, gli studi dimostrano che ritardano la crescita del cancro alla prostata ed eliminano le cellule tumorali formate precedentemente.

Per una diagnosi più concreta relativa agli ormoni sessuali, si può utilizzare il kit del test degli ormoni sessuali, che permette di individuare i problemi ormonali più comuni.

Numerosi studi sulla popolazione indicano una stretta correlazione tra il consumo di isoflavoni e la riduzione del rischio di cancro. Non si è ancora analizzata, invece, la relazione tra il basso livello di osteoporosi in paesi come il Giappone e la Cina e il consumo abituale di soia.

Analía Iglesias (analia.ig@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 7, 2016

Come può la kinesiologia aiutarci a combattere l’allergia al polline?

Come può la kinesiologia aiutarci a combattere l’allergia al polline?

 L’arrivo della primavera è solitamente accompagnato dall’arrivo delle allergie stagionali. Proprio per questo motivo è definita la stagione delle allergie stagionali per antonomasia, in particolare dell’allergia al polline.

Non appena gli alberi cominciano a fiorire e il polline a circolare nell’aria, chi soffre di allergia inizia il proprio rito annuale fatto di muco e starnuti.

Sebbene non esista una cura definitiva per le allergie primaverili, si può combatterne gli effetti in diversi modi.

In questo periodo dell’anno, gli starnuti diventano un’abitudine, proteggendo il corpo tramite l’espulsione per via nasale di possibili batteri e virus. Quando nel naso entra una particella irritante, si attiva nel cervello il segnale dello starnuto, in particolare nel tronco cerebrale inferiore. Questi segnali vengono inviati rapidamente, in modo da, attraverso un impulso, farci chiudere ermeticamente la gola, gli occhi e la bocca ed evitare così l’entrata dell’agente esterno.

Successivamente, i muscoli del torace si contraggono velocemente per rilasciare l’aria trattenuta e la gola si rilassa affinchè essa possa uscire. Grazie a questo meccanismo, l’aria, la saliva e il muco sono costretti a uscire dalla bocca e dal naso.

Attraverso uno starnuto è possibile espellere più di 100.000 germi a una velocità di100 km/h.

allergia al polline

Il Polline è uno dei responsabili dell’allergia primaverile e degli starnuti. Come ben sappiamo, il polline proveniente dagli alberi, dai pascoli e dalle erbe spontanee. Esso viene liberato nell’aria con lo scopo di fertilizzare altre piante. Quando i granuli di polline si depositano nella cavità nasale di una persona allergica, viene inviato un segnale d’allarme al sistema immunitario.

Il sistema immunitario identifica, per errore, il polline come invasore e invia anticorpi. Generalmente, gli anticorpi hanno il compito di riconoscere e attaccare i batteri, i virus e qualsiasi organismo causante malattie, ma in questo caso il loro obiettivo è il polline.

Per attaccare l’allergene, viene rilasciata nel sangue una sostanza chiamata istamina, che favorisce l’aumento della secrezione nasale, del prurito agli occhi e di altri sintomi allergici.

Esistono molti tipi di polline in quanto le piante impollinano in diversi periodi dell’anno. A seconda dei mesi in cui si soffre d’allergia, si può risalire al tipo di polline in questione. Alcuni degli alberi responsabili di una grande quantità di polline rilasciato nell’aria in primavera sono: l’Alisso, il Frassino, il Pioppo, il Faggio, il Cedro, il Cipresso, l’Olmo, il Noce, il Ginepro, l’Acero, il Gelso,la Quercia, l’Olivo,la Palma, il Pino e il Salice.

 Con la kinesiologia si può verificare se la sintomatologia è dovuta effettivamente a un’allergia al polline e, soprattutto, determinare da quale albero o pianta proviene il polline che la causa. Per fare ciò, utilizziamo il kit del test diagnostico per allergie a pollini con provette contenenti le principali piante, alberi, graminacee, cerali ed erbe che più comunemente colpiscono le persone.

Un altro aspetto importante che deve essere valutato durante il test diagnostico è lo stato del nostro sistema immunitario, così da determinare se sta effettivamente reagendo alla presenza del polline. In tal caso, passeremo all’utilizzo del Kit dell’immunità, costituito da provette contenenti i principali anticorpi e altri elementi correlati al sistema immunitario.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

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