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Muffa tossica nera

La muffa nera, nota con il nome scientifico Stachybotrys chartarum o Atra, è nera o verde scura e comporta seri problemi per la salute se aspirata, ingerita o inalata.

Il tricotecene è un tipo di micotossina prodotto dalle muffe tossiche. Il tricotecene è una delle micotossine più note per la loro estrema tossicità e per la difficoltà di distruzione. Provocano i seguenti sintomi:

Sintomi a carico dell’apparato circolatorio:

Aritmia, pressione arteriosa bassa, lesione al midollo spinale, emorragia, vomito con sangue, emorragia cerebrale e ad altri organi.

Sintomi a carico dell’apparato respiratorio:

Difficoltà respiratorie, edema polmonare, emorragia polmonare, mal di gola, sensazione di bruciore alla gola, sanguinamento delle gengive, moccicare, prurito sanguinamento e ostruzione nasale.

Problemi legati alla vista e agli occhi:

Infiammazione agli occhi e dolore, occhi arrossati o con macchie di sangue, vista sfocata e peggioramento della vista, itterizia.

Problemi cutanei:

Bruciore alla pelle, dermatite e itterizia.

Problemi legati al sistema immunologico:

Immunosoppressione e infezioni ricorrenti

Problemi legati al sistema riproduttivo:

sterilità, aborto involontario, impotenza, problemi nello sviluppo del feto.

Stanchezza e malessere.

A livello mentale e neurologico:

Confusione, offuscamento, riduzione della soglia di attenzione, difficoltà di concentrazione e all’attenzione, riflessi lenti, disorientamento, nausea, perdita della memoria e problemi legati alla memoria, alterazione della capacità di apprendimento, allucinazioni, stati di shock, ansia, depressione, aggressività e cambiamenti di personalità, crisi epilettiche, convulsioni e intorpidimento.

Le micotossine tricoteceni T-2 sono le uniche micotossine impiegate nelle armi biologiche.

Dopo aver risolto il problema olisticamente, è fondamentale che il paziente individui il focolaio della muffa tossica che lo sta intossicando e che lo elimini con l’ausilio di un professionista. Nel frattempo è indispensabile evitare qualsiasi contatto con la muffa.

Si dovrà inoltre testare in che modo provvedere alla disintossicazione. Nei casi di intossicazione da muffa, l’alga marrone dà buoni risultati, solitamente un grammo al giorno, ma si testerà anche altri depurativi. Sono ottimi i prodotti di Sanum, sebbene ne esistano molti altri. Questi sono quelli che controllano le candide e i funghi. Nell’omeopatia si offrono, tra le altre, le seguenti soluzioni di Sanum (tranne l’ultima):

  • Mucokehl D5.
  • Pefrakehl D4.
  • Notakehl D5.
  • Fortakehl D5.
  • Nigersan D5.
  • Albicansan D4.
  • Candida Albicans 30 C di Boiron.

Al fine di individuare l’influenza delle muffe, si usa la fiala per Muffe contenuta in un test basico. Questa fiala contiene Pilz I + Pilz II (in tedesco schimmelpilz significa muffa). L’I si usa per individuare una serie di muffe, con una miscela di Alternaria Tenius sp, Botrytis cinerea, Curvularia sp, cladosporium sp, Fusarum sp e Helminthosporium hal. Il II si usa per individuare altri tipi di muffe ed è composto da Aspergillius sp, Penicillium sp, Pularia pullulans, Mucor mucedo, Rhizopus nigricans e Lacrimans serpula. La fiala di Kinepharma prevede le due tipologie assieme, mentre alcune aziende le tengono divise.

 

Maria Josefa Obiol Saiz.

Collaboratrice Kinepharma.

 

 

Il latte di mucca

Trova sempre più riscontro l’ipotesi che i latticini non comportino tutti i benefici che vengono loro attribuiti, bensì il contrario.

Il latte commerciale che troviamo attualmente nei supermercati è composto da proteine, grassi, glucidi, ormoni, residui di antibiotici ed erbicidi, calcio aggiunto, vitamine sintetiche, additivi alimentari e globuli bianchi pieni di pus (per legge è consentito che un milligrammo di latte contenga da 1 a 1,5 milioni di globuli bianchi con pus, derivanti dalle infezioni provocate dalle deplorevoli condizioni di vita delle vacche negli allevamenti).

  • LE PROTEINE.   La RENINA è l’enzima che idrolizza l’α-lactoalbumina e la β-caseina del latte materno. Il 75% della popolazione interrompe la produzione della renina al raggiungimento del terzo anno di età, impedendone la corretta assimilazione. Il problema si aggrava con il latte di mucca, che è composto da α-caseina e α-lactoalbumina, con una percentuale diversa per ciascun individuo. Quando giungono nell’intestino, l’α-caseina e la α-lactoalbumina penetrano attraverso la parete intestinale danneggiandola e determinando l’iperpermeabilità intestinale. Quando passano nel sangue agiscono come antigeni e il sistema immunitario si attiva per eliminarli. Ciò determina mucosità, asma, diabete di tipo I nei bambini, eczema, acne, artrite reumatoide.   L’α-lactoalbumina è la principale responsabile delle allergie al latte.
  • I GRASSI.   Il latte contiene un enzima, la XANTINA OSSIDASI, che passando nel sangue provoca danni vascolari. Al fine di porre rimedio a tali danni (ateromi) si creano delle pareti di ateromi (cumuli di colesterolo sulla parete di un’arteria), che riducono il calibro dei vasi e restringono il flusso di sangue. Se si staccano possono arrivare a embolizzare le arterie e impedire completamente il passaggio del sangue.
  • I GLUCIDI.   Il lattosio è il glucide tipico del latte. Sino ai tre anni di età circa l’essere umano produce l’enzima LATTASI, che scompone il lattosio in glucosio e galattosio. Il 75% della popolazione non genera lattasi e dunque non digerisce il lattosio. Per tale motivo di verifica con grande frequenza il fenomeno dell’intolleranza e dell’allergia al lattosio. Tale fenomeno è correlato, con l’avanzare dell’età, alla comparsa di cataratte e di cancro alle ovaie.
  • GLI ORMONI.   Il latte di mucca contiene l’ormone della crescita IGF-1. Il latte materno lo contiene con una minore concentrazione, dal momento che un essere umano non deve crescere quanto un vitello. È in stretta correlazione con il cancro al seno poiché favorisce la suddivisione cellulare. Di fatto, il farmaco normalmente somministrato per combattere il cancro al seno è un inibitore dell’IGF-1.
  • RESIDUI DI ANTIBIOTICI E PESTICIDI. Sono il risultato dell’eccessiva somministrazione di antibiotici e di alimenti transgenici, nonché dell’elevata quantità di pesticidi somministrata alle vacche.

Il principale fattore di incidenza è la comparsa di ceppi resistenti e di alcuni effetti tossici. Inoltre gli antibiotici presenti nel latte possono determinare un’alterazione della flora intestinale, lo sviluppo di microrganismi patogeni e la riduzione della sintesi di vitamine, allergia, disbatteriosi ed eccesso di crescita.

  • LE VITAMINE SINTETICHE.   Il palmitato di vitamina A sintetico è tossico in dosi elevate, come avviene per la maggior parte delle vitamine sintetiche.
  • IL CALCIO.   Il latte è “arricchito” con calcio artificiale. Si tratta del carbonato di calcio minerale, ovvero del gesso. Presenta l’inconveniente di non essere ben assorbito dall’organismo, aumentando il rischio di formazione di calcoli renali, calcificazioni al seno e può depositarsi nelle articolazioni contribuendo al manifestarsi di fenomeni artritici.

Qualsiasi bravo chinesiologo sarà ben lungi dal pragmatismo tipico della medicina convenzionale e non darà nulla per scontato. Ogni singola seduta è diversa, ciascun individuo è unico e reagirà in maniera differente ai singoli prodotti. Per tale motivo si consiglia di testare il latte o qualsiasi altro alimento prima di introdurlo nella propria dieta o di eliminarlo, usando il test delle intolleranze alimentari.

 

Maria Josefa Obiol Saiz.

Collaboratrice Kinepharma.

 

Test allergologici in chinesiologia

L’allergia si manifesta con una reazione immediata a uno stimolo specifico (allergene), che fa sì che il sistema immunologico produca anticorpi per attaccare tale molecola. L’allergene può essere un prodotto o un alimento.Tale reazione si verifica quando mangiamo un prodotto o semplicemente vi siamo vicini, ma non sempre quando un prodotto determina un AR implica un’allergia al medesimo.

Si rende dunque necessario fare una distinzione tra intolleranza e allergia. Nel primo caso succede che mangiando un alimento che debilita, il corpo può compensare lo squilibrio prendendo energia da altre zone, anche in caso di logorio. Nell’allergia il corpo non può compensare lo squilibrio perché è il sistema immunologico a essere interessato.

Nella pratica, possiamo vederlo con un semplice esempio, se al paziente applichiamo una fiala di latte e presenta AR, se aspettiamo un minuto e l’AR scompare significa che è intollerante. Se al contrario entro un minuto non si rafforza il muscolo, significa che è allergico.

Test allergologico

Il punto riflesso delle allergie è l’Atlas, quindi dovremo verificare che non ci sia nessun problema in quell’area. Per farlo il paziente mette una mano sull’Atlas e se non si verifica AR significa che sta bene. Nel caso in cui si verifichi AR, dovremmo correggere l’Atlas prima di eseguire il test allergologico.

Quindi inseriamo il prodotto nel risonatore o sul paziente. Nel caso in cui si verifichi AR, il paziente si tocchi l’Atlas e l’AR scompaia, significa che è allergico. Il test può essere effettuato anche con il filtro per l’allergia comune (Histaminum 30, 60 D): se l’AR cambia significa che il paziente è allergico.

A volte il prodotto determina AR perché contiene conservanti o metalli pesanti. È possibile eseguire rispettivamente una verifica con le fiale per i metalli pesanti (Mercurio solubilis 30D) e sulle allergie ai conservanti (Phenol). Una volta scartate queste due ipotesi, è possibile confermare la presenza dell’allergia. Lo troviamo in un kit basico per la diagnosi o in un test per le allergie o le intolleranze alimentari.

Per le intolleranze alimentari dovremo usare la fiala di Causticum D30, che indicherebbe appunto l’intolleranza, o la fiala di CA-Mg-fosfato, che indicherebbe un grado maggiore di intolleranza. In caso di AR si dovrebbe verificare la presenza dell’allergia.

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.


L´anorgasmia

Si definisce anorgasmia l’incapacità di raggiungere l’orgasmo, nonostante il desiderio e l’eccitazione durante le relazioni sessuali. Di seguito descriveremo in che modo si verifica questo fenomeno. È indispensabile specificare quali sono gli organi, ormoni e processi interessati per ripristinare la corretta circolazione dell’energia sessuale.

Gli organi coinvolti a livello cerebrale sono:

Neocorteccia: è la sede nella quale si presentano tutti i dati forniti dai sensi attraverso il sistema nervoso sulla base dei quali stabiliamo qual’è la realtà, come ci sentiamo e come agiremo. Per tale motivo, al suo interno si generano la maggior parte dei blocchi sessuali.

  • Talamo: è strettamente collegato al sistema limbico e al sesso.
  • Sistema limbico: è la sede nella quale si generano l’amore e il desiderio sessuale.
  • Amigdala: è responsabile della gestione delle emozioni.
  • Ghiandola pituitaria: rilascia beta-endorfine, l’ossitocina e la vasopressina.
  • Ipofisi: è collegata all’eccitazione e all’orgasmo.
  • Ipotalamo: gestisce il rilascio di ormoni, in particolare del testosterone.
  • Tronco encefalico: è la sede nella quale si raggiunge l’orgasmo a livello cerebrale. Al suo interno si trovano i centri del piacere. Se questi ultimi non si attivano, non si raggiunge l’orgasmo.

La comunicazione tra il cervello e gli organi genitali avviene attraverso il sistema nervoso centrale e i principali nervi coinvolti sono:

  • Nervo ipogastrico: trasmette informazioni dall’utero e dalla cervice uterina.
  • Nervo pelvico: trasmette informazioni dalla vagina, dalla cervice uterina e dal retto.
  • Nervo pudendo: trasmette informazioni dal clitoride.
  • Nervo vago: trasmette informazioni dall’utero, dalla cervice uterina e dalla vagina.

Parleremo in generale anche del sistema nervoso simpatico e parasimpatico.

Gli ormoni coinvolti nel sesso dai quali dipenderà il corretto funzionamento di questo sistema sono:

  • Ossitocina: aumenta la sensazione di fiducia, bloccando lo stress.
  • Beta-endorfine: riducono il dolore.
  • Vasopressina: aumenta il senso dell’unione.
  • Testosterone: agisce sui centri del piacere e sulle zone erogene periferiche come il clitoride.
  • Dopamina: il suo effetto è posteriore all’orgasmo, riduce la libido dopo aver consumato il rapporto sessuale.

Quando si riceve uno stimolo sessuale, nella neocorteccia si decide se è opportuno avere un rapporto sessuale e di conseguenza si innescano una serie di cambiamenti fisiologici qui di seguito dettagliati:

  • Le ghiandole di Bartolino lubrificheranno la vagina.
  • Le ghiandole di Skene produrranno e si riempiranno di un liquido che sarà espulso durante l’orgasmo.
  • Si verifica un fenomeno di vasocostrizione della vagina e delle labbra interne ed esterne che si espanderanno e aumenteranno di dimensioni.
  • L’utero si eleva facilitando l’arrivo dello sperma fino all’ovulo.

Gli ultimi studi hanno dimostrato che l’orgasmo si raggiunge attraverso le vibrazioni della cervice uterina durante il rapporto sessuale. Un orgasmo non è molto diverso da un condensatore, l’eccitazione cresce fino a quando salta la scintilla nel centro del piacere nel tronco encefalico. Durante l’orgasmo l’area del cervello situata dietro all’occhio sinistro, conosciuta come zona orbitofrontale, semplicemente si spegne.

Questa è la parte del cervello responsabile dei processi che coinvolgono la ragione e il controllo. Gli ormoni rilasciati producono sensazioni di piacere che si diffondono dai genitali a tutto il corpo. Essi si uniscono al sangue concentrato nei genitali durante l’eccitazione attraverso la vasopressione generata a livello della vagina e dei genitali esterni, il quale dopo  l’orgasmo, è rilasciato nuovamente circolando per il corpo.

Possiamo identificare quali organi sono colpiti e se vi è uno squilibrio ormonale con specifici test delle malattie cervello e sistema nervoso, sistema endocrino e sugli organi.

Come trattamento, oltre alle sostanze necessarie che stimolano l’equilibrio ormonale a livello fitoterapico, omeopatico o ortomolecolare, la priorità deve essere quella di rendere consapevole il paziente del funzionamento del proprio corpo. Ciò gli permetterà nei seguenti rapporti sessuali di ascoltare il proprio corpo, visualizzando tutti i processi, contribuendo in tal modo al raggiungimento di rapporti sessuali piacevoli.

 

Maria Josefa Obiol Saiz.

Collaboratrice Kinepharma.

 

 

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