Combattere la sindrome da stanchezza con la Rodiola
La sindrome da stanchezza affligge un terzo della popolazione adulta, influisce sulla qualità della vita, sulla produttività lavorativa e sul riposo dell’individuo. La rodiola è stata a lungo riconosciuta utilizzata e apprezzata nelle medicine tradizionali dell’Europa orientale e dell’Asia come importante adattogeno per la sua azione stimolante del sistema nervoso, antidepressiva, rigenerante e per le sue proprietà di miglioramento delle prestazioni. La medicina moderna può fare ben poco nel combattere la sindrome da stanchezza. Questa difficoltà nell’affrontarla porta inevitabilmente a una cronicizzazione dei sintomi.
La ricerca mostra che gli adattogeni migliorano le performance mentali e aumentano la resistenza dei soggetti che soffrono di questa particolare ma diffusa sindrome. Gli adattogeni sono composti naturali che permettono al nostro corpo di adattarsi allo stress, evitando così conseguenze a lungo termine come la sindrome da stanchezza.
Il principale sistema di risposta del corpo allo stress (denominato asse ipotalamo-ipofisi-surrene o HPA) è fortemente implicato e correlato alla sindrome da stanchezza cronica, è questo il motivo per cui, lo stress sembra peggiorare la patologia.
La Rodiola combatte la stanchezza a lungo termine e cronica
Un articolo pubblicato sulla rivista Complementary Medicine Research riporta una ricerca realizzata su soggetti affetti da sindrome da stanchezza acuta (sintomatologia che dura da uno a sei mesi) e quelli con sindrome da stanchezza cronica (sintomatologia che prosegue oltre i sei mesi). I ricercatori hanno studiato le proprietà adattogeniche dell’estratto di Rodiola (Rhodiola rosea). La ricerca ha evidenziato che gli estratti di Rodiola agiscono direttamente e indirettamente nei sistemi di risposta allo stress del corpo a livello biochimico, migliorandone la capacità di superarlo e aumentando i livelli energetici.
Tutti i soggetti coinvolti nello studio hanno assunto ogni giorno per otto settimane 400 mg (200 mg due volte il dì) di estratto di Rodiola e a ciascuno di essi sono stati assegnati punteggi in relazione allo stato di stanchezza e all’alterazione funzionale.
Alla conclusione della ricerca, si è registrata una significativa diminuzione di tutti i punteggi, inoltre, i risultati hanno mostrato che i soggetti interessati nella ricerca non hanno dovuto attendere a lungo per costatarne gli effetti positivi. La diminuzione più rapida dei punteggi si è verificata nella prima settimana e gli stessi hanno continuato a diminuire significativamente, tra la quarta settimana e la conclusione della ricerca.
Altresì si sono registrati rapidi miglioramenti nei livelli di stress, qualità del sonno, ansia, panico, fobia, depressione e nella capacità cognitiva di stabilire le proprie priorità ed eseguire gli intendimenti prefissati. Peraltro, l’83% dei soggetti ha valutato la loro condizione come “molto migliorata” alla fine del trattamento. Si è trattato di un vasto programma di sperimentazione clinica che ha dato risultati uniformemente positivi, considerato pionieristico, perché è stato eseguito su un elevato numero di soggetti affetti da stanchezza acuta e cronica. Altre ricerche realizzate con il sistema placebo hanno fornito anch’esse risultati incoraggianti utilizzando gli estratti di Rodiola nel quadro sintomatologico della sindrome da stanchezza e del suo fattore scatenante principale, lo stress.
D’altro canto, non si può dimenticare che lo stress è il risultato di una cattiva gestione delle emozioni e dei pensieri negativi. Grazie ai test kinesiologici sulla componente emotiva saremo in grado di analizzare insieme al paziente quali emozioni o situazioni percepite come negative, gli impediscono di dare una risposta alternativa allo stress, contribuendo dunque in modo sostanziale all’aumento dello stato di stanchezza.
Metodologie per combattere l’artrite
Il termine “artrite” si riferisce all’infiammazione di una o più articolazioni. Sebbene, ci siano decine di tipologie di artrite: osteoartrite, artrite reumatoide, gotta, lupus sistemico, borsite, per citarne solo alcune.
L’osteoartrite è il tipo più comune di artrite. Spesso si considera l’osteoartrite come conseguenza naturale dovuta all’invecchiamento dell’individuo. Tuttavia, ci sono altri fattori oltre all’invecchiamento che ne accelerano il processo. Allo stesso modo, ogni forma di artrite ha cause numerose e diversificate che aumentano o diminuiscono le possibilità di una sua comparsa.
Ciononostante, di seguito elenchiamo e descriviamo alcune metodologie che possono contribuire ad aiutarvi a combattere questa infiammazione.
Usate l’articolazione o rischiate di perderne la funzionalità: l’attività fisica “dolce” basata sul tenere in movimento l’articolazione è fondamentale per aumentare la circolazione e ridurre la rigidità. Anche se si deve evitare di sovraccaricare un’articolazione già infiammata o “bollente” è particolarmente indicato esercitarla dolcemente lungo tutto il suo arco di movimento. Il nuoto è una ginnastica particolarmente adatta alle persone affette da artrite. Anche se il jogging non è associato a malattie degenerative delle articolazioni, si può camminare come forma alternativa di esercizio fisico se si avvertono dolori articolari durante o dopo la corsa.
Cercate di allenarvi 15-20 minuti il giorno, cinque giorni la settimana.
Alimenti che contribuiscono ad aggravare una condizione artritica: alcuni indizi suggeriscono che certi alimenti possono aggravare una condizione artritica. Evitate gli alimenti della famiglia delle solanacee, compresi pomodori, melanzane, peperoni (escluso il pepe nero) e patate. Il tabacco è anch’esso appartenente alla famiglia delle solanacee, dunque da evitare; il latte, gli agrumi e i grassi sono altri alimenti e componenti alimentari che contribuiscono ad aggravare una condizione artritica e dovrebbero essere evitati o almeno ridotti significativamente nella dieta.
Il segreto è, un buon massaggio: non c’è bisogno di essere uno specialista o un dottore per sapere che il massaggio è un beneficio per le persone affette da artrite. In ogni caso, per ottenere risultati ottimali, si deve evitare di massaggiare direttamente sull’infiammazione articolare ma è meglio effettuare il massaggio appena sopra o sotto l’articolazione.
Il rame: le persone affette da artrite sembrano provare sollievo indossando un bracciale in rame o qualche altro tipo di accessorio. È noto che alcune persone con artrite ha difficoltà ad assimilare il rame dagli alimenti che mangiano. I professionisti omeopatici prescrivono generalmente microdosi di rame (Cuprum metallicum) alle persone affette da artrite che manifestano dolori articolari e contrazioni muscolari o spasmi.
Il test kinesiologico può essere eseguito con un kit delle infiammazioni e in modo particolare con la fiala TNF-α o CRP. Ciononostante, è meglio controllare lo stato delle articolazioni, dell’intestino tenue e dell’intestino crasso. Conoscere lo stato della flora intestinale, l’esistenza di batteri, virus e metalli pesanti, ed eventuali allergie o intolleranze alimentari.
Inoltre con il kit degli oligoelementi si potranno evidenziare le carenze di rame.
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