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Il DAO e gli effetti di una sua carenza

L’enzima Diamino Ossidasi (DAO) è l’enzima principale che metabolizza l’istamina la quale si genera dall’ingestione di alimenti o che proviene dagli stessi. L’istamina è presente riccamente in molti alimenti come i formaggi stagionati, le fragole, i pomodori, ecc., o perché, gli stessi alimenti, sono in cattive condizioni di conservazione a causa della rottura della catena del freddo come accade nei prodotti ittici; questa condizione è ideale per generare notevoli quantità d’istamina.

Per tale motivo la carenza di DAO può essere la causa di numerosi problemi di salute e disturbi. Quando è in corso una disfunzionalità nella produzione di questo enzima si verifica un’alterazione del metabolismo. Le conseguenze sono malesseri di varia natura che possono condurre a condizioni di inabilità e a congedi per malattia.

SI PUÒ SOFFRIRE DI QUESTO PROBLEMA SENZA SAPERLO

Il DAO, è purtroppo attualmente sotto i riflettori poiché è legato a un numero infinito di patologie, che vanno dall’estrema secchezza della cute all’insorgere di emicranie.

Oggigiorno è relativamente agevole identificare questa carenza, dato che si possono manifestare diversi tipi di intolleranze come al lattosio o alle noci. Tuttavia, se non prestiamo attenzione a questi sintomi, più tipici di un’intolleranza che di un’allergia, scoprire che soffriamo di questo deficit funzionale DAO nell’intestino può rivelarsi, con il trascorrere del tempo, estremamente laborioso e complicato.

I disturbi e i sintomi legati alla carenza di DAO sono i seguenti:

– Mal di testa

– Emicranie

– Costipazione

– Diarrea

– Intestino irritabile

– Gonfiore addominale

– Secchezza cutanea

– Flatulenza

– Eczema

– Psoriasi

– Dermatiti

-Dolori osteo-articolari

-Dolori muscolari

– Crampi

– Fibromialgia

– Sindrome da fatica cronica

– Nei bambini e negli adolescenti può provocare l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) e vomito ricorrente.

Questi disturbi, fino a relativamente pochi anni fa, erano trattati con protocolli che non prendevano in considerazione il deficit di DAO. Oggigiorno, fortunatamente, numerosi studi clinici realizzati in collaborazione con neurologi e gastroenterologi, unitamente a esperti in nutrizione e dietetica, sono stati in grado di dimostrare che questo deficit è la causa o uno dei fattori scatenanti di questi problemi.

Il 20% della popolazione soffre degli effetti negativi della carenza di DAO. Inoltre, una rigorosa ricerca ha dimostrato che l’87% dei pazienti sofferenti di emicrania presentano questo deficit e la cosa più sorprendente è che il 90% di loro è stato trattato introducendo l’enzima DAO nella loro dieta ottenendo risultati sorprendenti che hanno determinato la riduzione o addirittura la soppressione della terapia farmacologica.

Le cause non sono ben determinate, in quanto sembra che vi sia una certa predisposizione genetica, ma è stato anche dimostrato che è la carenza di DAO è determinata dall’ingestione di taluni farmaci o da processi infiammatori.

Tutti abbiamo notato persone vicine a noi, che dopo un pasto e dopo aver bevuto solo un po’ di vino, si ritrovano con le guance arrossate o con un incombente rinorrea come se si trattasse di un raffreddore.

È molto probabile che queste persone non stiano manifestando un’intolleranza, ma che soffrano degli effetti della carenza di DAO.

TEST KINESIOLOGICO

Per effettuare il test Kinesiologico, è possibile utilizzare le fiale di istamina e DAO presenti nel kit per le allergie. È molto conveniente identificare i sintomi già descritti nel nostro paziente e vedere se sussiste un problema prioritario di istamina e anche di intolleranze alimentari, idrato di potassio a D30 o il complementare Ca-Mg-fosfato.

Quindi, a partire da questa condizione, con un RA fisso e prioritario, se la fiala DAO elimina quel RA, sarà evidente che è presente un problema dovuto alla carenza di questo enzima.

CONSIGLI ALIMENTARI

  • Bere abbondante acqua durante la giornata
  • Mangiare molta frutta, ortaggi e verdura che contengano poca istamina e possono quindi essere ben tollerati da chi è affetto da carenza di DAO
  • Limitare l’assunzione di banane, cioccolato, agrumi, cibi fermentati come i crauti
  • Aumentare l’assunzione di nutrienti come vitamina C e B6 (pistacchi, patate non fritte, peperoni)
  • Le cipolle, i porri e l’erba cipollina sono alimenti estremamente benefici
  • Evitare il consumo di bevande alcoliche, aceto di vino, prodotti di soia fermentati, frutta e verdura in scatola, in vaso e pre confezionata; dolci.
  • Oli vegetali, verdure, patate non fritte sono benefici, grazie alla possibilità di utilizzare spezie
  • Consumare prodotti freschi, non surgelati o da riscaldare.
Ott 7, 2018

Come curare la stanchezza surrenale (Hypoadrenia)

stanchezza surrenale

La stanchezza surrenale (Hypoadrenia) è la condizione che si verifica quando le ghiandole surrenali non sono in grado di produrre ormoni in quantità sufficienti, in particolare il cortisolo, che contribuisce al controllo dello stress da parte dell’organismo.

Una produzione sub-ottimale di tale ormone causa sintomatologie di diversa natura (stanchezza, difficoltà di concentrazione ecc.). Tuttavia, tali sintomi possono manifestarsi anche quando il livelli di cortisolo sono superiori ai parametri ottimali. In entrambi i casi, la causa è da ricercarsi “nell’esaurimento” delle ghiandole surrenali.

Nella medicina allopatica, la stanchezza surrenale è nota come malattia di Addison o insufficienza surrenalica cronica, se si riscontrano livelli estremamente bassi di cortisolo. Al contrario, quando si riscontrano nell’organismo livelli eccessivi di tale ormone ci si riferisce alla sindrome di Cushing o ipercortisolismo.

Purtroppo, le ghiandole surrenali sono sovente considerate in buona salute qualora non sia presente nessuno dei due tipi di patologie sovra elencate. In ogni caso, il monitoraggio dello stato di salute delle ghiandole surrenali non si limita esclusivamente al controllo dei livelli di cortisolo.

È parimenti importante considerare la funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), responsabile del meccanismo di feedback tra l’ipotalamo, l’ipofisi e le ghiandole surrenali nonché principale effettore della risposta individuale di stress, di concerto con le branche simpatica e parasimpatica del sistema nervoso autonomo. L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), in poche parole, regola la risposta allo stress dell’organismo.

Per esempio, se incontriamo un cinghiale mentre camminiamo in un bosco, il nostro cervello interpreta tale situazione come un fattore di stress. L’ipotalamo come risposta rilascia l’ormone inducente corticotropico (CRH) all’interno dell’eminenza mediana, il quale a sua volta agisce sull’ipofisi per stimolare il rilascio dell’ormone adrenocorticotropico (ACTH). L’ACTH, a sua volta, viene immesso nella circolazione sanguigna, tramite la quale, raggiunge la corteccia surrenale per indurre il rilascio di cortisolo.
Quest’ultimo, consente di aumentare la produzione di glicogeno, le scorte energetiche utili all’azione, in presenza di un agente (stressor) stress-provocante, come nell’esempio sovra-riportato, l’incontro con un cinghiale.

Inoltre il cortisolo aumenta la pressione sanguigna e modula la risposta immunitaria. In piccole quantità, la secrezione e il rilascio di cortisolo nel sangue è benefico e l’organismo non potrebbe eseguire le proprie funzionalità in assenza di tale ormone.

Le problematiche insorgono quando i livelli di cortisolo permangono eccessivamente elevati e per un arco di tempo troppo prolungato.

Nel corso della vita, molte situazioni o preoccupazioni divengono fattori di stress cronici i quali, a livello biochimico, esercitano una particolare sollecitazione dell’asse HPA.
Tali fattori determinano una stimolazione continua dell’asse HPA, la quale a sua volta, “costringe” l’organismo in uno stato di “allerta permanente” definita come “reazione fight-or-flight” o come primo stadio della sindrome generale di adattamento. Se si sperimentano numerose situazioni di stress durante l’arco della giornata, i meccanismi feedback di attivazione dell’HPA non si disattivano e i livelli ormonali, incluso il cortisolo, divengono disequilibrati.

 Può accadere infatti, che tali reazioni continue conducano a un eccesso oppure a una produzione sub-ottimale di cortisolo causando quindi uno squilibrio di tale ormone. Inoltre, possono essere influenzati da tale condizione anche altri ormoni surrenali come il deidroepiandrosterone (DHEA), l’aldosterone, l’epinefrina o la noradrenalina.

sintomi della stanchezza surrenale

Quali sono i sintomi della stanchezza surrenale?

 I sintomi che si possono manifestare sono:

  • Stanchezza (fisica o mentale).
  • Difficoltà ad alzarsi al mattino, nonostante un adeguato numero di ore di sonno.
  • Insonnia (difficoltà nell’addormentarsi e/o avere un ciclo di sonno non continuativo).
  • Irritabilità.
  • Ipotensione mattutina.
  • Diminuzione delle difese immunitarie o malfunzionamento del sistema immunitario.
  • Disfunzione cognitiva, difficoltà di concentrazione, mente un po’ annebbiata (la cosiddetta “nebbia cerebrale”).
  • Ridotta capacità di sopportare e gestire lo stress.
  • Forte desiderio di assunzione di sale o di cibi salati.

Per ricalibrare le ghiandole surrenali, si devono apportare delle variazioni alla dieta alimentare e allo stile di vita.

Di seguito, alcuni suggerimenti basilari che aiuteranno significativamente il nostro organismo a riequilibrare la funzionalità delle ghiandole surrenali:

  • Assumere alimenti a basso indice glicemico.
  • Riposare in modo ottimale e per un numero sufficiente di ore.
  • Effettuare esercizi fisici leggeri.
  • Trascorrere momenti di relax a contatto con la natura.
  • Praticare attività fisiche e mentali come lo yoga, la meditazione o il Qi gong.
  • Evitare condizioni ambientali e persone che possono essere fonte di stress.
  • Assumere integratori a base di vitamine del gruppo B, vitamina C, magnesio ed erbe adattogene, al fine di aiutare le ghiandole surrenali e l’asse HPA.

Tuttavia, la chiave per supportare una buona salute surrenale è ridurre il più possibile i fattori di stress cronici e concedere all’organismo il riposo di cui ha bisogno per rigenerarsi.

Vale la pena sottolineare l’importanza di praticare la meditazione e altre tecniche di riduzione dello stress al fine di aiutare il sistema nervoso. La meditazione ha la straordinaria capacità di supportare la branca parasimpatica del sistema nervoso, permettendoci di sentirci più concentrati e rilassati.

 Per controllare lo stato delle ghiandole surrenali con la kinesiologia e rilevare eccessi o carenze di produzione dei diversi ormoni coinvolti, è consigliabile utilizzare il Test dell’apparato endocrino.

Giu 28, 2018

Evitare l’eccesso di estrogeni dovuti all’esposizione agli xenoestrogeni

estrogeni

Negli ultimi 50 anni, la preponderanza degli estrogeni è divenuta una grave minaccia per la salute.

Il progesterone è responsabile del bilanciamento dei livelli e degli effetti degli estrogeni nel nostro organismo. Tuttavia, quando vi è una quantità eccessiva di estrogeni in relazione alla quantità prodotta dall’organismo di progesterone, tale ormone si accumula nell’organismo causando problematiche per la salute.

Diversi fattori oggigiorno sono alla base del verificarsi di tale eccesso di estrogeni nell’organismo. In questo articolo ci soffermeremo su uno dei fattori più rilevanti: la crescente esposizione agli xenoestrogeni.


Xenoestrogeni

L’esposizione ambientale agli xenoestrogeni, composti che “mimano” gli estrogeni, è aumentata a un ritmo allarmante nel corso dei decenni. Gli xenoestrogeni agiscono come interferenti endocrini e possono essere da 10 a 100 volte più potenti degli estrogeni naturali.

Per illustrare alcuni dei suoi effetti, è sufficiente osservare il cambiamento dell’età di ingresso nella pubertà nelle ragazze. Nel 1900, l’età media di comparsa della pubertà nelle ragazze era di 14 anni. Se confrontiamo questi dati con una delle ricerche più recenti, scopriamo che il 15% delle ragazze entra in pubertà all’età di 7 anni, una percentuale che aumenta nelle generazioni successive.

Comunemente gli xenoestrogeni si trovano in sostanze chimiche come BPA (Bisfenolo A), PCB (Policlorobifenili), ftalati, pesticidi, erbicidi e residui di DDT, la maggior parte di tali sostanze si rilevano nei nostri approvvigionamenti alimentari e idrici.

Il BPA è stato riconosciuto come un interferente endocrino particolarmente diffuso. È utilizzato principalmente per produrre plastiche rigide e infrangibili ad uso alimentare come bicchieri, bottiglie d’acqua, recipienti o contenitori. Si trova anche in diversi rivestimenti interni di molte lattine e prodotti odontoiatrici come le otturazioni dentarie.

I ftalati sono utilizzati nei prodotti in PVC per renderli più duttili e flessibili. Possono essere presenti in giocattoli, contenitori per alimenti, pavimentazioni abitative di vario genere, tende doccia così come in smalti per unghie, lacche per capelli o shampoo.


Come ridurre l
esposizione allo xenoestrogeno

Sarebbe impossibile elencare tutti i composti a base di xenoestrogeni attualmente in commercio. Sono letteralmente migliaia, legittimamente e legalmente aggiunti ai nostri alimenti, prodotti per la pulizia e per la cura della persona. Tuttavia, per limitare il più possibile l’esposizione a tali composti è possibile seguire questi accorgimenti di base:

alimentación libre de xenoestrógenos

Propendere per l’utilizzo di prodotti alimentari biologici: Scegliendo prodotti alimentari biologici si evita di consumare pesticidi e ormoni della crescita presenti nelle carni non biologiche.

Sbucciare o risciacquare con cura frutta e verdura non biologica. Come regola generale, più si consumano alimenti naturali (cibi o bevande ottenute con minori fasi di lavorazione e di trasformazione), minore sarà l’impatto degli xenoestrogeni nel lungo periodo.
Anche la protezione fornita da un buon integratore multivitaminico/minerale è essenziale.

Evitare il più possibile il ricorso a pesticidi ed erbicidi. Se si deve utilizzare uno di questi prodotti, evitare il contatto diretto e l’inalazione.

Utilizzare prodotti naturali per le pulizie domestiche come il bicarbonato di sodio o prodotti il più possibile ecologici.

Scegliere i prodotti per la cura della persona senza aggiunta di sostanze chimiche. Gli xenoestrogeni sono ingredienti presenti abitualmente nelle creme solari, nelle lozioni, nei saponi e negli shampoo. Solo alcuni degli xenoestrogeni presenti in questi prodotti includono DMP, DEP, DEHP, DBP, BBzP e il gallato di propile. (È bene ricordare che anche se un prodotto è classificato come naturale, ciò non implica che non contenga xenoestrogeni o altre sostanze chimiche nocive).

Per contro, l’utilizzo di prodotti contenenti olio di lavanda e di tea tree è sconsigliato ai bambini fino a due anni.

Gli scontrini di cassa contengono BPA. Ricerche hanno dimostrato che le persone che hanno maneggiato gli scontrini hanno rivelato, poche ore dopo, la presenza di questo composto nelle urine.

Non utilizzare contenitori di plastica contenenti BPA, né riutilizzare, mescolare o riscaldare gli alimenti in contenitori di plastica.

Integratori consigliati. Ricerche effettuate hanno dimostrato che la curcuma (o il suo estratto; la curcumina) aiuta ad arrestare la crescita delle cellule cancerogene estrogeno-dipendenti. Si consiglia inoltre di assumere regolarmente disintossicanti naturali come coriandolo, spirulina o clorella. Il tè verde in concentrazioni elevate possiede fra le altre, proprietà anti-estrogeniche.

Evitare di assumere determinati alimenti: La soia “mima” gli estrogeni, quindi è meglio evitare i prodotti a base di soia lavorata (anche se si consiglia il consumo occasionale di soia fermentata). Gli oli di girasole, cartamo, di semi di cotone e colza possono essere naturali, ma sono estrogenici e devono essere evitati o almeno limitati.

Per contro, la liquirizia inibisce l’azione del progesterone, quindi non dovrebbe essere utilizzata in dosi elevate in caso di eccesso estrogenico.

Per verificare tramite la kinesiologia l’eventuale presenza di un eccesso di estrogeni o di carenza della produzione del progesterone, è possibile utilizzare il test degli ormoni sessuali o il test dell’apparato endocrino che prevede anche l’utilizzo di filtri per eventuali trattamenti o di integratori.

Se si preferisce avvicinarsi al trattamento fitoterapico, il test delle erbe e piante medicinali per la donna, contiene i filtri delle principali piante utilizzate per regolare eventuali problematiche del sistema endocrino riproduttivo.

Apr 17, 2018

La relazione che intercorre tra l’insonnia e il microbiota intestinale

insonnia e il microbiota intestinale

Il corpo umano è un organismo ingegnoso e progettato in modo complesso. Dalla singola cellula, ai sistemi pluricellulari complessi degli organi sono presenti sequenze e attività estremamente precise e minuziose volte a garantire interazioni coerenti e retroattività continua per garantire l’omeostasi, in altre parole il principio dell’equilibrio di massa, dell’intero organismo. Il microbiota intestinale partecipa e contribuisce all’omeostasi dell’organismo svolgendo molteplici funzioni fisiologiche che vanno dalla produzione di energia e dello sviluppo del sistema immunitario alla produzione delle sostanze nutrienti, ormoni e neurotrasmettitori.

I ricercatori hanno dimostrato che sussiste una relazione bi-direzionale tra i ritmi circadiani e il microbiota. Si è, infatti, scoperto che l’alterazione dei ritmi circadiani come il jet-lag (disincronosi circadiana) influenza il microbiota intestinale, anch’esso soggetto a tali ritmi, influenzando le capacità metaboliche inclusa la propria diversificazione.
Inoltre è stato ipotizzato che i ritmi circadiani incidono sulla peristalsi intestinale, la disintossicazione epatica e il trasporto delle sostanze nutritive. Quando il ritmo circadiano viene interrotto e di conseguenza il microbiota ne viene influenzato, possono comparire sintomatologie allergiche come intolleranza al glucosio oppure si può verificare un aumento del peso corporeo e alterazioni del ciclo metabolico.

Recenti ricerche hanno dimostrato che i batteri intestinali si spostano ritmicamente passando dal contatto con la superficie della mucosa intestinale al centro della cavità dell’intestino o viceversa, a seconda che sia giorno oppure notte.
Di conseguenza il ritmo del microbiota può essere influenzato da diversi fattori: dal momento durante la giornata in cui mangiamo, dalla tipologia di alimenti che ingeriamo e dal nostro ritmo circadiano. Essere costanti nelle nostre abitudini quotidiane ed effettuare scelte di vita sane aiuta a mantenere un ritmo circadiano ben regolato.

microbiota intestinale

Il microbiota e i neurotrasmettitori

La serotonina è un neurotrasmettitore che svolge diverse funzioni tra cui quella di contribuire significativamente a modelli di sonno salutari. Come menzionato in precedenti articoli, almeno l’80% della serotonina è prodotta dai batteri intestinali (in particolare la serotonina viene prodotta dai batteri Streptococchi, dai ceppi batterici Escherichia e Enterococchi).

La serotonina influisce sul ciclo sonno/veglia in due modi: in primo luogo, contribuisce a modelli di sonno ottimali essendo un precursore della melatonina, ormone prodotto dalla ghiandola pineale e regolatore del ciclo sonno/veglia. In secondo luogo influisce sull’umore alleviando l’ansia e la depressione.

Alti livelli di stress possono contribuire a diminuire i livelli di serotonina provocando interruzioni e disturbi del sonno.

Un’ulteriore fondamentale neurotrasmettitore prodotto dai batteri intestinali è l’acido gamma-amminobutirrico (GABA). La propria funzione di neurotrasmettitore inibitorio, ansiolitico e rilassante, consente di ottenere un modello di sonno ottimale diminuendo le onde cerebrali beta e aumentando le onde cerebrali alfa.

Il nostro ritmo circadiano e il ritmo del microbiota hanno una relazione bi-direzionale.  Mantenere in buona salute il microbiota intestinale è necessario per regolare i livelli di cortisolo, produrre neurotrasmettitori fondamentali per il ciclo sonno/veglia e regolare il ritmo circadiano. L’interruzione del ritmo circadiano può, a sua volta, contribuire allo squilibrio microbico intestinale conosciuto come disbiosi intestinale (disbacteriosi).

Pertanto, per garantire un trattamento efficace dell’insonnia, è essenziale considerare lo stato della nostra flora intestinale.

Utilizzando il kit di test basico è possibile accertare lo stato dell’intestino in aspetti chiave quali: la presenza di disbiosi intestinale, l’eventuale candidosi oppure, tra gli altri parametri, il corretto funzionamento del sistema immunitario intestinale.

 

Nov 3, 2017

7 principi nutritivi che regolano lo zucchero nel sangue e migliorano la funzionalità del pancreas.

Ecco alcuni suggerimenti che aiutano a equilibrare i livelli di zucchero nel sangue, favorendo la corretta funzionalità dell’insulina nel pancreas.

Cannella

Cannella. La cannella, un estratto della corteccia di un piccolo albero tipico del sud-est asiatico, viene utilizzata da millenni nella medicina tradizionale cinese. La ricerca preliminare ha dimostrato che assumere almeno un grammo di cannella al giorno può aiutare a mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue. La ricerca a livello cellulare indica che la cannella contiene un polifenolo (antiossidante vegetale) in grado di agevolare l’attivazione dei ricettori dell’insulina nelle cellule, in modo tale che il glucosio possa penetrare al loro interno.

Cromo. Il cromo è fondamentale per mantenere normali i livelli di zucchero nel sangue. È necessario per il normale metabolismo di grassi e carboidrati. Il cromo svolge un ruolo importante nel fattore di tolleranza del glucosio, migliorando pertanto la sensibilità nei confronti dell’insulina.

Solfato di vanadio I ricercatori dell’Università di British Columbia, a Vancouver, hanno dimostrato che la somministrazione orale del solfato di vanadio aiuta a mantenere livelli sani di trigliceridi e colesterolo, nonché adeguati livelli di glucosio nel sangue.

Gymnema Sylvestre In India l’erba Gymnema Sylvestre è stata utilizzata per centinaia di anni dalla medicina Ayurveda. Aiuta a equilibrare i livelli di zucchero nel sangue e supporta la funzione delle cellule produttrici di insulina del pancreas.

Ginseng. La ricerca suggerisce che l’assunzione del ginseng può aiutare a migliorare l’umore e il rendimento psicofisico, oltre che a ridurre i livelli di zucchero del sangue a digiuno.

Ginseng

Niacinamide Alcuni anni fa i ricercatori hanno scoperto che la nicotinamide (la forma di niacina [vitamina B3] più solubile in acqua) poteva ripristinare le cellule beta del pancreas, o perlomeno rallentarne la distruzione. La niacinamide è disponibile e solitamente viene considerata molto sicura. Si distingue dalla niacina poiché non provoca rossore o dilatazione dei vasi sanguigni.

Luce del sole: I bassi livelli di vitamina D nel corpo sono stati associati ad alterazioni nella tolleranza al glucosio. La luce solare aiuta a trasformare un composto chiamato squalene, naturalmente presente nella pelle, in vitamina D3. Fare una passeggiata quotidiana nel parco affinché il sole possa fare effetto sulla nostra pelle contribuirà pertanto a migliorare i livelli di glucosio nel sangue.

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Ott 3, 2017

Impara ad amare le tue Ghiandole Surrenali

Ghiandole Surrenali

Le ghiandole surrenali svolgono alcune funzioni davvero importanti come la produzione di cortisolo, ormone che secerniamo nei momenti di stress e il controllo dei livelli di zucchero nel sangue.

Ogni ghiandola surrenale pesa, in un adulto, dai 4 ai 5 grammi. Sono situate esattamente sopra i reni e sono di colore giallastro. Ogni ghiandola è diversa: una ha forma triangolare, mentre l’altra ha la forma di una mezzaluna. Vengono individuate per la prima volta alla sesta settimana di gestazione.
Il termine “surrenale” deriva dal latino ‘ad renes’, che significa vicino al rene.

Nell’epoca in cui viviamo siamo bombardati dalla luce artificiale. Non soltanto quella delle lampadine, ma anche quella dei monitor dei computer, delle TV, dei cellulari o dei tablet. Ciò può confondere i nostri ritmi cicardiani, legati all’alternanza di luce e buio. Il nostro ritmo cicardiano è in grande sintonia con gli ormoni rilasciati dalle ghiandole surrenali. In caso di affaticamento surrenale, è normale che un sonno di buona qualità rappresenti una priorità. È dunque importante abituarsi a dormire quando fa buio e a svegliarsi naturalmente con la luce del sole.

 Come già indicato, le ghiandole surrenali svolgono un ruolo molto importante nella produzione degli ormoni di cui abbiamo bisogno, in particolare nei momenti di stress. Per tale motivo, al fine di mantenere in equilibrio la produzione di questo ormone è fondamentale verificare quale sia la causa soggiacente dello stress. Quando ci si pone questa domanda, è importante ricordare che il problema non è mai oggettivamente rappresentato dal problema in sé. È spesso la risposta che diamo ai problemi e le risposte sono solitamente elaborate dal nostro subconscio attraverso esperienze che risalgono alla prima infanzia.  Ha dunque un senso indagare in questo ambito in riferimento a una miglioria dell’affaticamento surrenale.

emozioni negative

Per approfondire le questioni legate ai traumi o alle emozioni negative che generano malessere, possiamo effettuare un test chinesiologico attraverso il quale la persona si addentra nel proprio passato e tramite le risposte muscolari prende coscienza della causa originaria del trauma. Per imparare a effettuare il test può essere interessante il nostro articolo “Come curare un trauma psichico con la kinesiologia“.

Se le tue ghiandole surrenali sono affaticate, è opportuno non praticare attività sportive intense, che peggiorano la spossatezza e accentuano il problema. Possiamo passare ad attività sportive più leggere, come una bella camminata o nuoto a bassa intensità.

Un buon aiuto per le ghiandole surrenali può arrivare anche iniziando la giornata con una buona colazione, costituita da proteine di alta qualità (come uova, avocado, semi di Chia, ecc.). In questo modo le aiuterai a mantenere adeguati livelli di cortisolo e a stabilizzare lo zucchero nel sangue nell’arco della giornata.

Ago 25, 2017

Intolleranza all’istamina: cause e sintomi

Intolleranza all'istamina

Il ruolo dell’istamina nel corpo consiste nel provocare una risposta infiammatoria immediata. Funge da bandiera rossa nel sistema immunologico, comunicando al corpo la presenza di qualsiasi potenziale attacco.

L’istamina fa in modo che i vasi sanguigni si gonfino o si dilatino, in modo tale che i globuli bianchi possano trovare rapidamente l’infezione o il problema, attaccandoli per proteggere l’organismo. Fa parte della naturale risposta immune del corpo, ma se l’istamina non si scompone in modo corretto potrebbe sviluppare la cosiddetta istaminosi o intolleranza all’istamina.

Viaggiando attraverso l’intero sistema sanguigno, l’istamina può compromettere intestino, polmoni, pelle, cervello e l’intero sistema cardiovascolare, contribuendo a un’ampia gamma di problematiche che spesso ne rendono più difficile la diagnosi.

Cosa provoca elevati livelli di istamina?

  • Allergie (reazioni IgE)
  • Overgrowth batterico
  • Intestino permeabile
  • Sanguinamento intestinale
  • Alcol fermentato come vino, champagne e birra
  • Deficit Diaminossidasi (DAO)
  • Alimenti ricchi in istamina

Oltre all’istamina prodotta nel nostro corpo, esistono anche vari alimenti che contengono istamina in forma naturale, che causano il rilascio di istamina o che bloccano l’enzima che scompone l’istamina, ovvero l’enzima DAO.

alimenti che contengono istamina

Sintomi che indicano un eccesso di istamina

Indipendentemente da quale sia la fonte di istamina, quando il livello complessivo nel corpo supera la capacità di scomposizione degli enzimi, si presentano i sintomi che indicano un eccesso di istamina. L’intolleranza all’istamina si manifesta con vari segnali e sintomi, quali:

  • Prurito (soprattutto a pelle, occhi, orecchie e naso).
  • Orticaria (vesciche) (a volte diagnosticata come “orticaria idiopatica”).
  • Gonfiore dei tessuti (angioedema), in particolare dei tessuti facciali e orali e a volte della gola.
  • Ipotensione (crollo della pressione arteriosa).
  • Tachicardia (aumento della frequenza del polso).
  • Sintomi simili a un attacco di panico o di ansia.
  • Dolori al petto.
  • Congestione nasale e secrezioni nasali.
  • Congiuntivite (irritazione, lacrimazione, occhi arrossati).
  • Alcuni tipi di mal di testa diversi dall’emicrania.
  • Stanchezza, confusione, irritabilità.
  • In alcuni casi persino la perdita di conoscenza per alcuni secondi.
  • Bruciore di stomaco, “indigestione”, reflusso.

Non tutti questi sintomi si verificano in uno stesso individuo e la gravità dei sintomi varia, ma il campione dei sintomi sembra essere considerevole in ogni singola persona.

Per diagnosticare un eccesso di istamina nell’organismo si può realizzare il test basico ampliato e per diagnosticare una mancanza dell’enzima Diaminossidasi (DAO);  il test delle allergie.

 

Analía Iglesias

analia@sibuscas.com

Ago 18, 2017

Come mantenere il peso ideale tenendo sotto controllo i livelli di estrogeno

estrogeno, peso ideale

La donna produce tanto estrogeno quanto progesterone. Tuttavia, può succedere che la quantità di estrogeno sia superiore a quella del progesterone. Questo squilibrio può essere provocato da diversi fattori, uno tra tutti l’obesità.

L’obesità o l’eccesso di grasso corporeo favorisce l’aumento di estrogeno perché quest’ultimo è prodotto proprio dalle cellule lipidiche. Le donne, per natura, contengono una percentuale maggiore di grasso corporeo, che si trasforma in fonte di energia in fase di crescita di un possibile feto e, allo stesso tempo, in fonte di riserva di estrogeno per fini riproduttivi. L’eccesso di grasso o la quantità di estrogeno in più, però, può rivelarsi un problema.

Negli ultimi anni, ha preso sempre più piede l’idea che un consumo eccessivo di carboidrati possa contribuire fortemente all’obesità. In particolare, gli studi realizzati hanno riscontrato un legame significativo tra i livelli alti di estrogeno e il cancro alla mammella, così come tra una pubertà precoce e la quantità di bevande ad alto contenuto di carboidrati (bibite) assunte dalle ragazze.

estrogeno, obesità

Gli xenoestrogeni (composti simili agli estrogeni) sono solubili in grasso e non si scompongono facilmente. Tendono ad accumularsi con il tempo e sono immagazzinati dal corpo nelle cellule lipidiche. Questo sottopone il corpo a un continuo assalto tossico e processo infiammatorio che altera le funzioni intercellulari delle cellule di grasso.

E’ stato verificato che l’eccesso di grasso corporeo altera i livelli di diversi ormoni, come l’insulina, la leptina e l’estrogeno, favorendo l’obesità. L’estrogeno rallenta il metabolismo e aumenta la produzione d’insulina, facendo così immagazzinare più calorie in forma di grasso invece di utilizzarle per ottenere energia. In poche parole, maggiore è la quantità di grasso, più alti saranno i livelli di estrogeno e di conseguenza maggiore il rischio di obesità.

Per verificare la presenza di un eccesso di estrogeni nel nostro corpo è possibile realizzare il test degli ormoni sessuali, mentre per una diagnosi più completa è possibile utilizzare il test del sistema endocrino.

Analía Iglesias

analia@sibuscas.com

Giu 21, 2017

La relazione tra il Sistema Nervoso Enterico e il tratto intestinale

 

La relazione tra il Sistema Nervoso Enterico e il tratto intestinale

Il Sistema Nervoso Enterico (SNE) controlla e regola il nostro tratto intestinale ed è per questo motivo che l’intestino viene anche chiamato “secondo cervello”. Il SNE ha quindi la capacità di lavorare in maniera autonoma o insieme al cervello.

Il SNE rileva le minacce ambientali esattamente come i nostri occhi, il naso, la pelle, ecc. Gran parte delle informazioni provenienti dall’esterno arrivano dall’intestino: esse attaccano il nostro benessere generale e non sempre ce ne rendiamo conto.

Il nervo vago è uno dei protagonisti coinvolti nella relazione del SNE con il cervello e l’intestino. E’ il nervo craniale più lungo e tocca più punti di qualsiasi altro nervo del corpo. Questo nervo collega il tratto intestinale con il cervello e il 90% dei segnali che lo attraversano partono dall’intestino e raggiungono la testa, non viceversa come si pensava un tempo.

Il nostro secondo cervello produce inoltre numerosi ormoni e quasi 40 neurotrasmissioni diverse nel nostro cervello.

neurotrasmissioni

Infatti, il 95% della serotonina presente nel corpo si trova nel sistema nervoso enterico.

Alcuni studi dimostrano che gli impulsi nervosi inviati dall’intestino al cervello e che passano attraverso il nervo vago influenzano il nostro stato d’animo. Per questo motivo, la stimolazione del nervo vago potrebbe rivelarsi un trattamento efficace per combattere la depressione.

Si è inoltre dimostrato che il consumo di alimenti grassi invia un forte messaggio dell’intestino al cervello, che combatte l’emozione della tristezza. Tutto ciò ha probabilmente origine a causa dello stress percepito.

Lo stress porta l’intestino ad aumentare la produzione di un ormone chiamato grelina. Quest’ultimo invia segnali al cervello attraverso il nervo vago, che ordina la liberazione di più dopamina, una sostanza che riduce la depressione e l’ansia. Tuttavia, la grelina aumenta l’appetito e lo stress attiva una serie di condizioni che provocano un aumento di fame e desiderio di cibi grassi. Questo ci spiega perché gli alimenti ricchi di grassi ci tirino su in momenti di depressione e stress, pensiamo ad esempio al conforto che ci dà una bella porzione di gelato se siamo particolarmente tristi.

Per verificare la presenza di una buona connessione tra il SNE e il cervello è importante conoscere la condizione del nostro nervo vago. Per fare ciò, è possibile affidarsi al test dei nervi principali

Analía Iglesias

analia@sibuscas.com

 

Mag 12, 2017

Il sistema endocrino e le emozioni positive

il sistema endocrino e le emozioni positive

Le nostre emozioni non sono altro che il risultato di reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo.

In questo processo, gli ormoni agiscono da protagonisti. Le reazioni chimiche generano stimoli che a livello mentale si traducono in emozioni negative, come la rabbia e la tristezza, o emozioni positive, come l’amore e la felicità.

Per gestire questi stimoli è necessario essere consapevoli di quali ormoni devono essere sintetizzati affinché la nostra mente generi emozioni positive e soprattutto in che modo è possibile aumentarne il livello all’interno del nostro organismo.

In presenza di stati di depressione cronica è importante sapere se i nostri neurotrasmettitori e ormoni vengono sintetizzati correttamente da parte del sistema endocrino. Per fare questo, la kinesiologia può aiutarci con il test del sistema endocrino.

Le emozioni positive  e le endorfine

Le endorfine sono gli analgesici naturali del corpo, in quanto bloccano il dolore. La maggior parte delle persone è a conoscenza del fatto che l’esercizio fisico rilasci endorfine, ma ne ignora l’origine. Molto tempo fa, nell’età della pietra, le endorfine giocavano un ruolo molto importante nella sopravvivenza dei nostri antenati, bloccando il loro dolore e facendoli scappare dai predatori. Oggi, invece, non dovendo sfuggire ai predatori, le endorfine vengono prodotte solo durante esercizi anaerobici. Questi ormoni ci aiutano a resistere allo sforzo fisico, anche quando siamo a corto di riserve di ossigeno.
Come aumentare il livello di endorfine:

  • Fare esercizio per affrontare il dolore cronico.
  • Mangiare cibi piccanti, perché la lingua presenta recettori che reagiscono alle spezie inviando al cervello messaggi molto simili ai segnali di dolore, affinché vengano rilasciate endorfine.

Le emozioni positive  e la serotonina

La serotonina è l’ormone responsabile della felicità, in quanto regola il nostro stato d’animo, previene la depressione, l’irritabilità e la frustrazione, facendoci sentire più allegri e soddisfatti.

Come aumentare il livello di serotonina:
• Trascorrere del tempo al sole, in quanto la luce solare fa sì che l’organismo produca vitamina D, che porta al rilascio di serotonina.
• Pensare o immaginare situazioni passate o proiettate nel futuro che ci rendano felici, allegri o che semplicemente ci facciano sentire bene. Il nostro cervello produce serotonina grazie allo stimolo generato da questi pensieri.
• Consumare alimenti ricchi di triptofano, una sostanza che l’organismo converte in serotonina.
• Un allenamento di bassa intensità permette al corpo di produrre serotonina durante l’esercizio aerobico, a differenza di quello anaerobico che rilascia endorfine.

le emozioni positive e la dopamina

Le emozioni positive  e la dopamina

La dopamina è l’ormone del piacere che viene liberato nel momento in cui ci si sforza per raggiungere un obiettivo. La dopamina, infatti, ci motiva a lavorare duro per ricevere la soddisfazione di uno scopo raggiunto e mantiene viva la concentrazione.

Come aumentare il livello didopamina:
•Prefissarsi obiettivi giornalieri, mensili o a lungo termine, che aumentano la produzione di dopamina. E’ importante avere obiettivi sui quali concentrare la nostra attenzione.
• Prefissarsi come obiettivo l’esercizio fisico, grazie al quale la dopamina, la serotonina e le endorfine aumentano alla pari.
• Consumare alimenti ricchi di proteine.

Le emozioni positive  e l’ossitocina

L’ossitocina è l’ormone dell’amore, che viene rilasciato in grandi quantità durante i rapporti sessuali, il parto e alcuni contatti affettuosi, come gli abbracci e le carezze. L’ossitocina rafforza i sentimenti di amore e di fiducia.

Come aumentare il livello diossitocina: 
•Mostrare affetto agli amici, al partner e alla famiglia. Abbraccia i tuoi genitori e i tuoi amici o accoccolati con il/la tuo/a compagno/a.

 

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