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Le piante medicinali e la loro raccolta

Scopriremo in questo capitolo gli aspetti salienti delle piante medicinali che utilizziamo così frequentemente nelle nostre terapie. Il valore terapeutico di queste piante è senza alcun dubbio dovuto alla presenza di una sostanza chimica, il cosiddetto principio attivo, contenuto nella loro struttura, che genera un effetto fisiologico sull’uomo.

Molti di essi sono estremamente complessi e alcuni sono sconosciuti nella loro natura chimica, mentre altri principi sono stati isolati, purificati, persino sintetizzati o duplicati.

Principi attivi

Solitamente sono ammessi in base alla seguente, consueta, classificazione suddivisa in sei categorie.

Alcaloidi

Costituiscono un gruppo di composti alcalini con una marcata attività fisiologica. Gli alcaloidi comprendono morfina, cocaina, nicotina, chinino, ecc. Ne sono stati identificati più di 5000.

Più del 90% degli alcaloidi si rinvengono nelle piante con infiorescenze.

Glucidi

Sono composti che, una volta idrolizzati, producono un complesso di uno o più zuccheri, come il saccarosio, il maltosio o il lattosio chiamati disaccaridi, in quanto presentano due molecole di monosaccaridi legate tra loro, oppure il glicogeno o l’amido che contengono un gran numero di monosaccaridi (polisaccaridi). Esistono inoltre oligosaccaridi formati da 2-10 monosaccaridi legati tra loro.

Quando non sono idrolizzati si chiamano monosaccaridi, come esempi potremmo menzionare il glucosio, il fruttosio e il ribosio.

Oli essenziali

Gli oli essenziali, di solito, contengono diversi componenti chimici, principalmente derivati dal terpene o da composti aromatici.

Di rado sono costituiti da un unico componente, ma spesso contengono alcoli, chetoni, aldeidi, fenoli, eteri, esteri e altri composti, oltre ad azoto e zolfo. Sono preziosi carminativi, antitussivi, antisettici orali ideali per gargarismi, spray e unguenti.

Gomme e resine.

Le gomme sono polimeri di vari, particolari, zuccheri. Le resine, invece, sono derivati dall’ossidazione degli oli essenziali. Ambedue sono utilizzate come lassativi.

Oli lipidici

Sono esteri degli acidi grassi, che vengono utilizzati nelle emulsioni e come lassativi

Sostanze antibiotiche

Sono composti organici complessi prodotti generalmente da funghi e batteri attinomiceti, capaci, in piccole quantità, di inibire i processi vitali dei microrganismi. La parola antibiotico deriva dal greco e corrisponde all’unione di due parole: contro (anti) la vita (biòs).

Ciò è esplicitato dalla loro attività inibitoria o distruttiva dei processi vitali della cellula dove interagisce il metabolismo. La prima sostanza antibiotica scoperta è stata la penicillina, e tuttora, è considerata una delle più importanti.

Raccolta delle piante

Se ci servono piccole quantità di piante, si ricorre alle piante selvatiche. Se però sono necessarie grandi quantità, si ricorre alla coltivazione; di norma è necessario, nella raccolta, osservare quanto segue:

  • Riconoscere alla perfezione la pianta da raccogliere.
  • La conoscenza del suo habitat, della struttura della pianta, che può variare nei diversi periodi e fasi della sua vita, è fondamentale.
  • Assicurarsi che la pianta on sia stata concimata o trattata con insetticidi, non raccogliere nelle vicinanze di autostrade, strade o sentieri di montagna. Le piante devono essere raccolte in zone isolate, lontane dall’inquinamento causato dal traffico o da sostanze chimiche.
  • Prima di raccogliere una pianta, controllare la consistenza, la stagione di fioritura, il colore, la forma, le dimensioni, nonché eventuali segni identificativi, come ad esempio un aroma specifico.
  • Non raccogliere piante troppo secche o troppo umide.
  • Scegliere, per la raccolta, una giornata limpida e soleggiata, il momento migliore è al mattino, una volta evaporata la rugiada. Ovvero, mai nelle prime ore del mattino o al tramonto.

Per le parti verdi che producono carboidrati, è consigliabile raccoglierle al mattino, poiché la sintesi avviene solo durante il giorno, nelle prime ore del mattino, quando la quantità di questi prodotti inattivi è più bassa. Ciò costituisce un arricchimento del preparato in principi attivi. Raccogliere solo parti in salute.

Occorre prestare particolare attenzione se sono presenti muffe, marciumi, parassiti o lumache. Separare dalla pianta qualsiasi foglia, piccola incisione, terra o pietrisco residuo, ma non lavarla (eccetto le radici e solo in alcuni casi).

Il momento migliore per la raccolta dipende dalla pianta, ma è consigliabile quando ha il maggior contenuto di principi attivi: radici e rizomi vengono raccolti in autunno, quando i processi vegetali sono cessati e nel suo secondo anno, se la pianta è biennale.

Parti della pianta da cui ricavare i principi attivi

  • La corteccia in primavera prima dell’inizio dei processi vegetativi.
  • Le foglie quando la fotosintesi è più attiva, cosa che di solito avviene al momento della fioritura, prima che i frutti e i semi maturino.
  • I fiori al momento della loro totale fioritura, scegliendo il momento della giornata in cui sono più sviluppati; va tenuto presente che dopo la fecondazione il colore si altera e il loro aroma si riduce, pertanto, il momento migliore per raccoglierli è prima dell’impollinazione.
  • I frutti prima o dopo il periodo di maturazione, cioè quando sono completamente sviluppati, ma non maturi, tranne in alcuni casi come l’anice o il finocchio.
  • I semi a piena maturazione, ma se possibile prima che i frutti siano deiscenti

Testare le piante

Per determinare quali piante sono adatte a qualsiasi tipo di sintomo e malattia, si può utilizzare un test generale fitoterapico, e per le problematiche specifiche femminili si può utilizzare un test delle piante medicinali appositamente dedicato, che può contribuire a superare molti disturbi legati alla menopausa o alle mestruazioni.

Come nutrirci in modo intelligente

A volte non si conosce l’origine patologica, però è evidente che il cibo è fondamentale per godere di buone condizioni di salute, pertanto esso è la migliore medicina di cui disponiamo dovendo mangiare non solo per sopravvivere ma anche per nutrirci come affermò Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Oggigiorno è paradossale che la società in possesso delle maggiori risorse alimentari sia spesso quella più afflitta da disordini alimentari dovuti soprattutto a pessime consuetudini e all’eccessivo utilizzo di prodotti di derivazione animale a scapito di prodotti vegetali contenenti fito-elementi.

Per comprendere meglio il ragionamento, dobbiamo partire dai concetti basilari e dalla funzione degli elementi che introduciamo nell’organismo. Esistono elementi definiti fito-elementi primari quali i carboidrati, i grassi, le proteine, le vitamine, gli oligoelementi e i minerali, ma anche i fito-elementi secondari, su cui ci concentreremo oggi.

Sono circa 30.000 le diverse sostanze che non concorrono direttamente nello sviluppo della pianta ma che sono protettive nei confronti di elementi nocivi come i raggi UVA, le tossine presenti nell’ambiente, ecc. Tali sostanze, nell’uomo, espletano una serie di funzioni, in particolare modo quella protettiva e antiossidante.

Se i nostri antenati, nella propria dieta alimentare, consumavano circa 4 g al giorno di queste sostanze, oggigiorno non si raggiunge nemmeno 1 g di consumo giornaliero. Tali sostanze antiossidanti sono più efficaci se sono già presenti nell’organismo prima della comparsa delle sostanze tossiche e quindi sarebbe consigliabile assumerle preventivamente, vale a dire che la loro funzione è e rimane protettiva, ma agiscono con maggiore efficacia se assunte a livello preventivo. Nella nostra dieta alimentare quotidiana possiamo annoverare circa una quindicina di sostanze ritenute fondamentali:

Carotenoidi: Sono pigmenti che conferiscono i colori giallo e rosso caratteristici di molti frutti e verdure; sono presenti anche nelle foglie verde scuro. Grazie all’effetto antiossidante contribuiscono a migliorare la salute dermatologica, cardiovascolare e oculare e concorrono a preservare la fertilità maschile; inoltre possiedono proprietà antitumorali.

Inibitori enzimatici: Sono inibitori digestivi e sono presenti nei legumi e nell’endosperma dei semi e dei cereali. Possiedono proprietà antitumorali.

Polifenoli: Conferiscono colore e aroma nei frutti rossi, nelle verdure, nelle cipolle e si suddividono in due importanti famiglie: flavonoidi e acidi fenolici. Si contraddistinguono per l’azione antiossidante, rallentando il processo di invecchiamento, nonché per le proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, proteggendo il sistema immunitario dell’organismo. Aumentano inoltre l’attività della vitamina C producendola naturalmente pur non prendendo parte ai processi metabolici.

Fito-estrogeni: sono sostanze simili agli ormoni sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista funzionale e sono contenute nei legumi a grani (principalmente soia e derivati inoltre in misura inferiore nei fagioli, lenticchie, piselli), cereali integrali e nel lino. Agiscono come estrogeni e servono principalmente a ridurre i sintomi della menopausa.

Fitosteroli: Sono sostanze simili al colesterolo, si ritrovano negli oli vegetali pressati a freddo come per esempio gli oli contenuti nelle noci e nella frutta a guscio. La loro proprietà principale è quella di bloccare l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, ma anche di contribuire a ridurre l’ipertensione, migliorare il benessere generale dell’organismo, agire sulla stipsi e prevenire le malattie cardiovascolari come conseguenza dell’azione riduttiva a carico dell’ipercolesterolemìa.

Saponine: Sono sostanze di gusto non propriamente gradevole (amare) contenute nella soia, piselli, fagiolini, spinaci, che esercitano un effetto sulle mucose digestive al fine di digerire determinate sostanze. La loro struttura molecolare è molto simile a quella degli ormoni steroidei organici, come gli estrogeni e il testosterone, permettendo così un miglioramento del bilancio ormonale, inoltre, posseggono proprietà diuretiche, espettoranti, antinfiammatorie, antiossidanti, cardioprotettive e adattogene.

Sostanze solforate: Sono sostanze dall’aroma e dal gusto pungente presenti nei porri, nell’aglio e in altri alimenti simili. Tali sostanze sono dotate di spiccate proprietà antiossidanti e antibatteriche.

Terpeni: Aromi ed essenze di spezie ed erbe aromatiche come il rosmarino e il timo. Sono utilizzati, per le loro proprietà medicinali, in aromaterapia come sedativo, calmante e adattogeno.

Glucosinolati: Sono sostanze dall’aroma e dal gusto pungente e sono presenti in tutte le crocifere, come i cavoli e i ravanelli. Hanno proprietà rubefacenti, antinfiammatorie e antitumorali.

Funzioni principali dei Fito-elementi secondari.

  • Protezione antitumorale; in particolare le crocifere.
  • Protezione antisettica; in particolare aglio, rosmarino e timo.
  • Rafforzanti del sistema immunitario; soprattutto le verdure a foglia verde, cereali, aglio e cipolla.
  • Regolatori del livello del colesterolo; in particolare avena, aglio, legumi, mele e noci.
  • Effetto antiossidante come aglio, carote, agrumi o fragole.
  • Riduzione della pressione arteriosa come ad esempio l’aglio e il sedano.
  • Funzione anti-coagulante e anti-trombotica in particolare aglio, cipolla, agrumi, mela e tè verde.
  • Regolatori glicemici, come ad esempio gli inibitori enzimatici e tutto ciò che contiene fibre, in particolare i terpeni.
  • Funzione antinfiammatoria, in particolare i polifenoli e i solfiti.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Gen 22, 2018

Combattere la sindrome da stanchezza con la Rodiola

Combattere la sindrome da stanchezza con la Rodiola

La sindrome da stanchezza affligge un terzo della popolazione adulta, influisce sulla qualità della vita, sulla produttività lavorativa e sul riposo dell’individuo. La rodiola è stata a lungo riconosciuta utilizzata e apprezzata nelle medicine tradizionali dell’Europa orientale e dell’Asia come importante adattogeno per la sua azione stimolante del sistema nervoso, antidepressiva, rigenerante e per le sue proprietà di miglioramento delle prestazioni. La medicina moderna può fare ben poco nel combattere la sindrome da stanchezza. Questa difficoltà nell’affrontarla porta inevitabilmente a una cronicizzazione dei sintomi.

 La ricerca mostra che gli adattogeni migliorano le performance mentali e aumentano la resistenza dei soggetti che soffrono di questa particolare ma diffusa sindrome. Gli adattogeni sono composti naturali che permettono al nostro corpo di adattarsi allo stress, evitando così conseguenze a lungo termine come la sindrome da stanchezza.

Il principale sistema di risposta del corpo allo stress (denominato asse ipotalamo-ipofisi-surrene o HPA) è fortemente implicato e correlato alla sindrome da stanchezza cronica, è questo il motivo per cui, lo stress sembra peggiorare la patologia.

La Rodiola combatte la stanchezza a lungo termine e cronica

Un articolo pubblicato sulla rivista Complementary Medicine Research riporta una ricerca realizzata su soggetti affetti da sindrome da stanchezza acuta (sintomatologia che dura da uno a sei mesi) e quelli con sindrome da stanchezza cronica (sintomatologia che prosegue oltre i sei mesi). I ricercatori hanno studiato le proprietà adattogeniche dell’estratto di Rodiola (Rhodiola rosea). La ricerca ha evidenziato che gli estratti di Rodiola agiscono direttamente e indirettamente nei sistemi di risposta allo stress del corpo a livello biochimico, migliorandone la capacità di superarlo e aumentando i livelli energetici.

Rodiola

Tutti i soggetti coinvolti nello studio hanno assunto ogni giorno per otto settimane 400 mg (200 mg due volte il dì) di estratto di Rodiola e a ciascuno di essi sono stati assegnati punteggi in relazione allo stato di stanchezza e all’alterazione funzionale.

Alla conclusione della ricerca, si è registrata una significativa diminuzione di tutti i punteggi, inoltre, i risultati hanno mostrato che i soggetti interessati nella ricerca non hanno dovuto attendere a lungo per costatarne gli effetti positivi. La diminuzione più rapida dei punteggi si è verificata nella prima settimana e gli stessi hanno continuato a diminuire significativamente, tra la quarta settimana e la conclusione della ricerca.

Altresì si sono registrati rapidi miglioramenti nei livelli di stress, qualità del sonno, ansia, panico, fobia, depressione e nella capacità cognitiva di stabilire le proprie priorità ed eseguire gli intendimenti prefissati. Peraltro, l’83% dei soggetti ha valutato la loro condizione come “molto migliorata” alla fine del trattamento. Si è trattato di un vasto programma di sperimentazione clinica che ha dato risultati uniformemente positivi, considerato pionieristico, perché è stato eseguito su un elevato numero di soggetti affetti da stanchezza acuta e cronica. Altre ricerche realizzate con il sistema placebo hanno fornito anch’esse risultati incoraggianti utilizzando gli estratti di Rodiola nel quadro sintomatologico della sindrome da stanchezza e del suo fattore scatenante principale, lo stress.

D’altro canto, non si può dimenticare che lo stress è il risultato di una cattiva gestione delle emozioni e dei pensieri negativi. Grazie ai test kinesiologici sulla componente emotiva saremo in grado di analizzare insieme al paziente quali emozioni o situazioni percepite come negative, gli impediscono di dare una risposta alternativa allo stress, contribuendo dunque in modo sostanziale all’aumento dello stato di stanchezza.

 

 

 

Dic 26, 2017

Cardo mariano: scopri tutte le malattie che è in grado di prevenire.

cardo mariano

I benefici del cardo mariano derivano dall’estrazione dall’organismo delle tossine in grado di causare diversi sintomi e malattie, come lo sviluppo del cancro, il colesterolo alto, il diabete, i calcoli renali, disturbi della cistifellea, effetti negativi della chemioterapia e dell’alcol, danni della pelle e molto altro.

Il cardo mariano può favorire una sana funzione digestiva mediante la formazione di enzimi, aumentando la produzione di bile, riducendo l’infiammazione e ammorbidendo le membrane mucose di tutto il corpo.

Come antiossidante, il cardo mariano è tanto potente quanto altri importanti nutrienti, come la vitamina E o la vitamina C, che contribuiscono a combattere i danni dei radicali liberi e a rallentare il processo di invecchiamento che può portare allo sviluppo della malattia. Contiene in particolare elevati livelli di estratti lipofili dei semi della pianta, che agiscono come antiossidanti bioflavonoidi che migliorano le difese immunitarie e rallentano lo stress ossidativo.

 Benché presenti diversi benefici, il cardo mariano è più conosciuto per la sua caratteristica di difensore naturale del fegato e di disintossicante. Il fegato lavora costantemente per difenderci dalle tossine più comunemente presenti nella nostra vita quotidiana, agendo da filtro ed eliminando le sostanze nocive dall’organismo.

‏È stato dimostrato che il cardo mariano riduce, o addirittura annulla, i danni al fegato causati dai farmaci soggetti a prescrizione, dagli antibiotici, dall’inquinamento, dai metalli pesanti, ecc.

Il cardo mariano per la detossificazione e la salute del fegato

Il cardo mariano per la detossificazione e la salute del fegato

Come menzionato, il cardo mariano è un potente disintossicante. Aiuta a ricostruire le cellule del fegato mentre elimina le tossine dal corpo che vengono elaborate per mezzo di quest’ultimo.
Il cardo mariano è efficace per l’annullamento naturale degli effetti nocivi derivanti dal consumo di alcol, dai pesticidi che ingeriamo attraverso gli alimenti, dai metalli pesanti e perfino dall’inquinamento dell’aria che respiriamo.

Il fegato in realtà è il nostro organo interno più grande ed è responsabile di una serie di funzioni disintossicanti essenziali. Lo stato del nostro sangue nel corpo dipende principalmente dalla salute del nostro fegato. In quanto “purificatore del sangue”, il fegato deve pulire attivamente il sangue tutti i giorni per poter rifornire la maggior parte dei sistemi dell’organismo.

Il fegato contribuisce ad eliminare le sostanze nocive del sangue, favorisce la produzione di ormoni, disintossica il corpo, rilascia il glucosio nel torrente sanguigno in modo da offrire al nostro organismo energia stabile e rilascia la bile nell’intestino tenue affinché il grasso venga assorbito mediante gli alimenti.

Pertanto, è molto importante mantenere il fegato in buone condizioni. Per conoscere lo stato del tuo fegato, possiamo realizzare il nostro test kinesiologico utilizzando il kit di base ampliato. Successivamente, per valutare il trattamento con cardo mariano o qualsiasi altra pianta benefica, è possibile utilizzare il test generale di fitoterapia.

Ago 26, 2016

Perché inserire la spirulina nella nostra dieta

spirulina

La spirulina è un’alga verde-azzurra che contiene una grande quantità di principi nutritivi. Per questo motivo è conosciuta come un superalimento, salutare per il corpo mentre lo nutre.

Contiene una combinazione di acidi grassi insaturi, polisaccaridi, amminoacidi essenziali, vitamine, sali minerali, enzimi e pigmento che apportano elementi nutrienti al nostro organismo, proteggendo la nostra salute e stimolando il sistema immunitario.

La spirulina è inoltre composta da una vasta gamma di antiossidanti, ai quali si deve buona parte di queste proprietà in grado di apportare benefici alla salute.

Come è risaputo, i radicali liberi sono molecole altamente instabili che vengono prodotti all’interno del corpo e che reagiscono con le cellule dei vari organi, provocando lesioni che a lungo termine possono causare patologie. La generazione dei radicali liberi è inevitabile, poiché il nostro stesso organismo durante i processi metabolici produce scorie. La loro quantità è aumentata da fattori esterni, quali: stress, dieta poco sana, inquinamento, farmaci, tabacco, alcol, ecc. Per evitare danni alle cellule, l’organismo ha bisogno di disattivare i radicali mediante composti antiossidanti. In tal senso la spirulina è un fantastico integratore alimentare per contrastare i radicali liberi.

Per far fronte ad alcuni disturbi è possibile notare un decisivo miglioramento già poche settimane dopo l’assunzione regolare. Ma per mantenere gli effetti ed evitare la ricomparsa dei sintomi è opportuno proseguire l’assunzione. Trattandosi di un alimento e non di un farmaco, un utilizzo continuativo non presenta controindicazioni.

superalimento, spirulina

La spirulina offe inoltre innumerevoli benefici per la prevenzione del cancro. I principi nutritivi che ci proteggono meglio da questa patologia sono gli antiossidanti, grazie alla loro capacità di rendere inattivi i radicali liberi (responsabili dell’ossidazione delle cellule e della comparsa di innumerevoli processi tumorali e cancerogeni).

Contiene grandi quantità di antiossidanti come il betacarotene e altri carotenoidi, vitamina E, selenio, ficocianina, clorofilla o superossido dismutasi. Si tratta dell’alimento con la maggior quantità di betacaroteni, dieci volte più della carota.

Il pigmento blu che conferisce il colore alla spirulina o ficocianina vanta inoltre proprietà anticancerogene. Pare inoltre contenere dei polisaccaridi in grado di stimolare la riparazione del DNA danneggiato delle cellule, una delle principali cause della comparsa di questa patologia.

L’elevato contenuto in fibra aiuta a regolare il transito intestinale e a pulire i residui fermi nel colon.

La spirulina è un alimento che aiuta a ridurre i livelli di colesterolo troppo alti. Una ricerca condotta in Giappone ha mostrato che con soli 4 gr di spirulina al giorno è possibile ridurre notevolmente i livelli di colesterolo nel sangue.

Set 10, 2015

Cure per il diabete con la medicina naturale

Il diabete è un disturbo metabolico caratterizzato dall’aumento dei livelli di zucchero nel sangue. Dipende semplicemente dal fatto che il pancreas non produce l’insulina sufficiente o combinata con una resistenza all’azione dell’insulina da parte delle cellule del corpo.

Nell’articolo del 26 giugno 2015 dal titolo “Trattamento del diabete applicando la biodecodifica” si trovano informazioni più dettagliate sulle caratteristiche di questa malattia sempre più comune.

Oltre al trattamento con insulina si aggiunge l’esigenza di apprendere nuove abitudini alimentari, strettamente volti a mantenere i giusti livelli di zucchero. Al fine di stabilire quale sia la dieta più indicata, si dovrà tenere conto delle esigenze caloriche di ciascun individuo, in funzione del suo stile di vita e del peso.

Raccomandazioni dietetiche

Seguire una corretta alimentazione consentirà di ottenere un buono stato nutrizionale e mantenere la persona diabetica al peso ideale, evitando o riducendo le eventuali complicanze tipiche di questa patologia.

Dalla  terapia dietetica è possibile ottenere alcune importanti raccomandazioni:

Per seguire una corretta dieta per il diabete è fondamentale eliminare tutti gli alimenti ricchi di zucchero: dolci, bevande zuccherine o alcoliche, miele, marmellata e zucchero raffinato e di canna. È sempre possibile usare il fruttosio per edulcorare alimenti o bevande.

D’altro lato è necessario ridurre il consumo di idrati di carbonio e sostituire gli alimenti raffinati, quali pane bianco, pasta, riso e oli con alimenti integrali e oli vegetali spremuti a freddo, come ad esempio l’olio d’oliva extra vergine.

Aumenteremo l’assunzione di alimenti che contengono proteine, per poter compensare l’eventuale carenza calorica, sostituendo in prevalenza i grassi saturi con grassi monosaturi e polinsaturi.

Ciò dipende dal fatto che il glucosio tende ad addensare il sangue, agevolando l’accumulo dei lipidi (lipoproteine) sulle pareti arteriose. Un’eccessiva assunzione di grassi saturi potrebbe dunque provocare arteriosclerosi, trombosi, infarto, cecità o cancrena alle estremità, ovvero mani e piedi.

Consumeremo pertanto proteine ricche di grassi polinsaturi, ovvero pesce, ricco di omega 3, o verdure, tra le quali spicca la soia, che oltre a contenere tante proteine e grassi polinsaturi contiene vitamine A, E, B e sali minerali. E se si consuma la carne è bene preferire pollo o tacchino per il ridotto contenuto in grassi saturi.

Infine è possibile consumare senza limiti tutti quegli alimenti dal ridotto indice glicemico, tra i quali troviamo legumi quali lenticchie, ceci, fagioli secchi o soia, tutti gli alimenti integrali, frutta come mela, pompelmo, pera, ciliegie, kiwi, arancia o prugna, oltre a tutte le verdure ad eccezione di barbabietola, carota o patate, che devono essere assunte in quantitativi moderati.

Piante medicinale e oligoelementi

A integrazione della dieta si raccomanda l’assunzione di lievito di birra e germe di grano, entrambi ricchi in vitamina B1, che hanno effetti simili a quelli di insulina e vitamina E, che è ipoglicemizzante. Inoltre il lievito di birra contiene cromo, regolatore del livello di glucosio.

Esistono inoltre innumerevoli piante medicinali dal forte effetto ipoglicemizzantecome il copalchi e il travalera, entrambe popolarmente note come insulina vegetale, o la gymnema silvestre, che oltre ad essere ipoglicemizzante ha la facoltà di rigenerare le cellule beta del pancreas, incaricate di sintetizzare e secernere l’insulina. Sono poi ottimi integratori per i diabetici anche piante più comuni, quali noce, eucalipto o carciofo.

Tra gli oligoelementi, lo Zinco – Nichel – Cobalto spicca per la sua utilità nelle disfunzioni ipofisi-pancreatiche, regolando in buona parte i livelli di glucosio nel sangue e riducendo l’ansia da dolce. È possibile effettuare una verifica in tal senso utilizzando un kit per il sistema endocrino.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Il pericolo della disinfestazione

Da anni seguo con interesse gli studi e le convinzioni della Dottoressa Hulda Clark. Questa fisiologa canadese ha potuto verificare, grazie alla sua professione, come parecchie patologie, tra le quali svariate tipologie di cancro, siano strettamente connesse a un parassita e a un veleno.

Questi inquinanti aprivano il varco all’ospite, rendendogli possibile l’ingresso in un determinato organo. Qui aveva poi origine la patologia, supportata anche da un’alimentazione non corretta e dagli agenti inquinanti circostanti.

Sebbene i suoi rimedi siano un po’ “estremi”, è sufficiente dire che per seguire i suoi consigli dovremmo dedicarci soltanto a tale attività, a causa della miriade di abitudini che dovremmo cambiare. Tuttavia, secondo il mio punto di vista, sono molti i consigli che potrebbero aiutarci nella nostra salute quotidiana se applicati di tanto in tanto a titolo preventivo rispetto a eventuali patologie.

La Dottoressa Clark proponeva un Programma antiparassitari a base di erbe: chiodi di garofano per le uova, assenzio per le larve e tintura di noce per i parassiti adulti.

Pochi giorni fa ho iniziato questo programma, nell’ambito del mio programma di salute annuale, e avevo dimenticato che una volta uccisi i parassiti si presentano problemi collaterali:

  •  Si generano tossine quali l’ammoniaca. Quando i parassiti muoiono si generano queste sostanze, neutralizzabili con l’amminoacido ornitina.
  • Non appena eliminati gli ospiti, il virus dell’influenza comune e altri batteri quali salmonelle o shigelle “salteranno” all’interno dell’organismo, essendo a loro volta parassiti nei nostri ospiti.

Nulla di più vero e autentico, lo sto verificando su me stesso, dal momento che il quarto giorno dall’inizio del programma antiparassitari si è presentata una tremenda influenza, della quale sto ancora subendo i nefasti effetti.

 

Test e trattamento

Se viene riscontrata la presenza di parassiti effettuando il test con kit dei parassiti, è importante iniziare un programma disinfestante.

Innanzitutto è necessario alzare le difese immunitarie. Una volta effettuata la disinfestazione sarà poi opportuno assumere drenanti per reni e fegato, provando dente di leone, cardo mariano, berberis e solidago tra gli altri, che elimineranno i veleni dal nostro organismo.

È inoltre necessario assumere l’ornitina per eliminare l’ammoniaca che viene rilasciata dai parassiti al momento della morte e l’N-acetilcisteina, potente disinfestante cellulare, che oltre a bloccare i veleni è un ottimo antinfiammatorio.

Ho inoltre, per l’influenza messo in pratica qualche rimedio casalingo: un’ora prima di andare a dormire, taglia una cipolla a metà è sistemala in un piatto sul comodino, vicino al cuscino. Questo rimedio aiuta a dilatare e aprire le vie respiratorie, consentendo di respirare meglio e ridurre la tosse, per non parlare del suo enorme potere antivirale. Nel mio caso ha fatto miracoli.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Trattamento delle ferite con gli oli essenziali

Quasi tutti gli oli essenziali sono antisettici e dunque estremamente validi per la pulizia e il trattamento delle ferite, ma alcuni svolgono questo compito in maniera decisamente notevole. Alcuni stimolano anche la rigenerazione dei tessuti e leniscono il dolore. La combinazione di queste proprietà in un unico olio lo rende ideale nel trattamento delle ferite.

Un’altra proprietà fondamentale a tale scopo è che l’olio non danneggi né irriti l’area esposta. Alcuni oli antisettici più potenti sono più indicati per la pulizia dell’area in questione o per la nebulizzazione piuttosto che per l’applicazione diretta sulla ferita.

Tali caratteristiche fanno sì che la scelta ricada su un ridotto numero di oli. Ciò non è tuttavia uno svantaggio, dal momento che qualsiasi olio essenziale è un rigenerante davvero potente. La lavanda è stata utilizzata a tale scopo per migliaia di anni: non a caso il suo nome deriva dal latino “lavare”. Veniva infatti impiegata per il lavaggio delle ferite.

La mirra veniva impiegata n maniera analoga dai greci e l’albero del tè, sebbene sia stato introdotto soltanto relativamente recentemente in Europa, vanta una lunga storia di impiego da parte degli aborigeni australiani.

Trattamento

Innanzitutto è necessario toccare la ferita per la terapia di localizzazione (TL), stabilendo l’AR. Utilizzando un kit di oli essenziali selezioniamo la sostanza (olio essenziale, vegetale, idrolato o estratto) in grado di eliminare l’AR in questione in maniera prioritaria e sufficiente.

L’olio essenziale può essere utilizzato direttamente sulle ferite lievi. Provoca un bruciore immediato che però sparisce velocemente. Il metodo più sicuro che evita di dover toccare la ferita consiste nel versare alcune gocce di prodotto su un cerotto e sistemarlo sulla ferita.

Per le lesioni più grandi è meglio versare alcune gocce di olio essenziale su una garza e usarla per coprire la ferita. In caso di ferite molto grandi è meglio recarsi dal proprio medico. In caso di dubbi, soprattutto se i bordi della ferita necessitano di essere uniti con uno o più punti di sutura, è possibile utilizzare l’olio essenziale come sostanza di primo intervento, ma è bene accompagnare la persona ferita da un medico il prima possibile.

Sono innumerevoli gli oli essenziali ideali per il trattamento delle ferite, tra i quali benzoino, bergamotto, camomilla, eucalipto, ginepro e rosmarino. Solitamente quelli che risultano essere più utili sono la lavanda e l’albero del tè, riservando la mirra per il trattamento delle ferite che impiegano molto tempo a guarire, in particolare in caso di suppurazione.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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