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Oligoterapia in geriatria

Come è emerso dal precedente articolo “Perché gli oligoelementi hanno risultati così sorprendenti sulla nostra salute?” (9 settembre 2016-Blog Kinepharma), la terapia con oligoelementi può dare ottimi risultati. Esistono due gruppi di popolazione per i quali, se possibile, si raggiungono i traguardi più importanti: i bambini e gli anziani, ai quali più abitualmente si applica questa terapia e con migliori risultati.

In quest’articolo ci concentreremo sulla geriatria:

L’invecchiamento implica una maggiore ossidazione. Le reazioni di ossidoriduzione che avvengono nel metabolismo normale delle cellule producono continuamente radicali liberi che danneggiano i tessuti e che sono responsabili dell’invecchiamento, oltre ad essere riconducibili a diverse malattie; ciò si accentua durante la vecchiaia: non dimentichiamo che ogni cellula è sottoposta a circa 10.000 attacchi di radicali liberi giornalieri ed è proprio in età avanzata che si manifesta questo danno.

Il selenio (Se), ad esempio, gioca un ruolo fondamentale come antiossidante ma non è l’unico. La combinazione rame-oro-argento (Cu-Au-Ag) è simile benché il suo meccanismo d’azione sia differente. Pertanto si potenziano entrambi i prodotti senza che interferiscano tra loro e ottenendo risultati molto buoni, utilizzando quotidianamente una fiala di selenio per almeno tre mesi l’anno e un’altra di Cu-Au-Ag il mattino a digiuno da 2 a 3 volte a settimana.

Inoltre, gli oligoelementi agiscono nell’ambito di altre patologie connesse all’età:

  • Insufficienza cardiaca: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di potassio (K) e a metà pomeriggio un’altra di selenio (Se).
  • Perdita di memoria: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di fosforo (P) e a metà pomeriggio selenio (Se).
  • Insonnia: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, la sera prima di andare a dormire un’altra di litio (Li).
  • Stitichezza: oltre al regime alimentare adeguato e all’assunzione sufficiente di acqua, possiamo utilizzare una fiala di magnesio (Mg) il mattino e a metà pomeriggio un’altra di zolfo (S).
  • Obesità: da 2 a 3 fiale di zinco-nichel-rame (Zn-Ni-Co) per uno-due mesi. Potassio (K) in caso di ritenzione idrica (da 3 a 7 fiale settimanali) e, in caso di ansia, aggiungere tre fiale al giorno di litio (Li).

Questi sono solo alcuni degli usi dell’oligoterapia, ma può essere anche impiegata per altre patologie e in ambito di medicina estetica, come per le alterazioni della pelle, l’alopecia, le vene varicose, l’acne, ecc.

Con il test Kinesiologico, una volta determinata la necessità di oligoelementi mediante la fiala per rilevare la mancanza di minerali e oligoelementi (cuprum metallicum 200 D e cobaltum metallicum 200 D), utilizzeremo un kit di oligoelementi per determinare quale di questi sia il più adeguato.

Si tratta realmente di una terapia che se dovesse diventare prioritaria otterrebbe risultati immediati, perché risponde a una mancanza che deve necessariamente essere compensata in modo rapido nelle cellule.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

 

Diagnosi di una sindrome metabolica con la Kinesiologia

Quando i recettori di insulina presenti nella membrana cellulare non funzionano correttamente, possono svilupparsi infiammazioni e sindromi metaboliche. Spesso l’organismo è già compromesso, a causa della cattiva alimentazione, della contaminazione e più in generale delle tossine endogene ed esogene, che solitamente provocano questo problema. Inoltre, una carenza di acidi grassi essenziali può colpire la membrana cellulare, danneggiando i recettori di insulina.

Nel caso in cui si verifichi una di queste situazioni, si può generare un accumulo di insulina nel sangue. In primis, il pancreas reagisce producendone una quantità maggiore, provocando una sindrome metabolica, un’infiammazione o un diabete di tipo 2.

Test Kinesiologico

Durante la realizzazione del test, se la fiala d’insulina posizionata genera un AR (Arm Reflex o l’accorciamento del braccio), significa che siamo di fronte a un eccesso di insulina e probabilmente a una sindrome metabolica. Si può inoltre testare la presenza di un processo infiammatorio utilizzando le fiale adeguate. Nel caso in cui il glucosio ancora non sia aumentato, si può verificare un aumento del cortisolo e un abbassamento dell’ormone DHEA, dal momento che l’aumento dell’insulina inibisce la produzione del DHEA.

Tutto questo può essere testato grazie ai kit del sistema endocrino e degli ormoni sessuali. Se il problema dovesse persistere, questo provocherà un aumento dell’ossidazione del fegato, degli acidi grassi liberi nel sangue, dei trigliceridi, del colesterolo e della pressione sanguigna. Tutti questi sintomi devono essere presi in considerazione al momento della diagnosi e cercare di risolvere il problema.

Cosa si può fare a riguardo?

Nel caso in cui si verifichi un aumento dei radicali liberi, è necessario risolvere il problema quanto prima. Innanzitutto, attraverso un’alimentazione salutare che disintossichi l’organismo, con drenanti del fegato come il boldo, il dente di Leone o il carciofo e il consumo di oli di qualità.

Molto probabilmente sarà necessaria un’integrazione di acidi grassi omega 3, in particolare DHA e acido alfa-lipoico, magnesio, vitamina E, cromo picolinato, oltre ad antiossidanti come i bioflavonoidi.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Sconfiggere l’obesità in tre piccoli passi

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “L’Europa è il secondo continente al mondo per numero di obesi, superata solo dagli americani”. Il documento pubblicato a riguardo rileva anche che in Europa “si fuma e si beve alcol di più che in qualunque altro paese del mondo”.

6 europei su 10 sono obesi o in sovrappeso (per la precisione il 59%), anche se in altri paesi questa percentuale raggiunge il 67% (“e la Italia è in cima alla media europea”). Per questo motivo, l’OMS ricorda che questa patologia si è triplicata in alcuni stati europei a partire dagli anni 80, rappresentando un problema serio per la salute pubblica, per le conseguenze che comporta sia agli individui sia ai sistemi sanitari che devono occuparsene.

Il sovrappeso provoca un rischio maggiore di contrarre malattie cardiovascolari, diabete, cancro, problemi alle articolazioni, al sistema immunitario e, più in generale, malattie e disturbi. Esiste per caso una malattia il cui livello di rischio sarebbe più basso in caso di sovrappeso? Assolutamente no. Ricordiamo poi i numerosi problemi funzionali associati all’eccesso di grasso, come la carenza di forze, l’insonnia, un basso o nullo desiderio sessuale, difficoltà motorie e scarsa concentrazione, giusto per nominarne alcuni.

Cosa possiamo fare? Non c’è trucco né lamentela che tenga, questo problema può essere risolto in questo modo:

Con uno sforzo minimo si può perdere peso (circa 10-15 kg) seguendo tre semplici passi, i soli che possono condurci verso la direzione giusta.

1) Praticare una leggera ma costante attività fisica. Questo è il metodo più efficace per perdere peso, anche più della dieta. L’ideale sarebbe praticare sport indossando un sistema che misuri la nostra frequenza cardiaca, così da non affaticare troppo il nostro fisico.

Se si pratica un’attività fisica come correre, nuotare, camminare a ritmo costante e periodicamente, almeno 4 volte a settimane, la perdita di peso è assicurata. Per esempio, una persona di 40 anni, avrà un ritmo cardiaco aerobico di massimo 130. (180-40-10). Il margine di frequenza cardiaca deve quindi ruotare in questo caso intorno ai 120-130.

E’ fondamentale fare un riscaldamento mirato prima di compiere qualsiasi attività fisica. L’obiettivo minimo sarebbe 40 minuti, 4 volte a settimana. Se si può aumentare a 45-60 minuti, 5 volte a settimana, tanto meglio. Per iniziare, si può partire con 30 minuti per le prime settimane, 4 volte a settimana, e solo in seguito aumentare a 40 minuti, 5 volte a settimana per un mese.

2) Evitare il consumo di zucchero, di farina bianca e di qualsiasi sostituto dello zucchero, che sia naturale o meno. Con “zucchero” s’intende sia quello raffinato che quello di canna, evitare “farina bianca” significare non consumare qualsiasi prodotto contenente questo ingrediente. Niente farina di grano, aspartame, dolcificanti, agave, xilitolo, maltitolo, sorbitolo e stevia. Niente fruttosio e niente succhi di frutta. L’unico edulcorante che si può consumare è il miele.

3) Condurre una vita armoniosa e salutare. Prima di tutto, consumare cibi più sani, più verdure, soprattutto crude, niente fritti e grassi saturi, cene leggere o, se possibile, evitarle. E’ poi importante affrontare i problemi nella maniera giusta perché, come abbiamo già visto in articoli precedenti, lo stress e il cortisolo fanno sì che gran parte dello zucchero sia trasformato in grasso. Per questo motivo, dobbiamo condurre una vita sana e tranquilla, in contatto con la natura, uscire e rilassarsi all’aria aperta, magari in campagna.

 

Angel Salazar

Kinepharma

L’importanza della lecitina per la nostra salute

La lecitina è una sostanza organica presente in grandi quantità nelle membrane delle cellule vegetali e animali, soprattutto nel tessuto nervoso. Pur provenendo da fonti vegetali e animali, l’uomo consuma principalmente quella di soia. Nell’organismo viene prodotta dal fegato e può essere assunta mangiando uova, carne, molluschi, latticini o verdure.

La sua funzione principale consiste nel regolare il passaggio delle sostanze nutritive a livello intra ed extracellulare. Lo stesso rivestimento protettivo del cervello contiene per lo più lecitina, che troviamo anche nei muscoli e nelle cellule nervose.

E’ principalmente composta da colina e vitamina B7, acido linoleico e inositolo. Pur essendo un lipide, è parzialmente solubile in acqua. Proprio per questo motivo, riesce ad agire da emulsionante scomponendo i grassi in particelle più facilmente assimilabili, evitando così la formazione di depositi. Controlla, quindi, la presenza dei lipidi nel sangue e il colesterolo alto, non permettendo al grasso di accumularsi.

Grazie alla sua composizione, la lecitina possiede i seguenti vantaggi:

  • Come già detto, impedisce la formazione di depositi di grasso, prevenendo malattie cardiovascolari.
  • Migliora il funzionamento del cervello, aiutando il fegato nell’assorbimento della tiamina e l’intestino nell’assorbimento delle vitamine.
  • Aumenta l’energia vitale grazie al fosforo contenuto in essa, che favorisce la sintesi dei fosfolipidi e la formazione di ATP.
  • Rimedia ai danni epatici causati dall’alcolismo.
  • Supporta il dimagrimento, in quanto nella bile agisce da “solvente”, aiutando la digestione e l’assorbimento dei grassi e aiuta il controllo del colesterolo nel sangue.

Per questo motivo, è consigliabile inserire la lecitina nella nostra dieta, soprattutto in quella delle persone obese e anziane, dal momento che i test effettuati su questi ultimi, affetti da Alzheimer, hanno dimostrato un miglioramento della memoria e dell’apprendimento. Includere, poi, la vitamina B3 (niacina) può rivelarsi importante per controllare i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, ottenendo un effetto intensificato in combinazione con la lecitina.

Ángel Salazar

Kinepharma

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