Browsing articles from "Dicembre, 2013"

L’importanza del test delle infiammazioni

Una delle principali analisi effettuate in kinesiologia, è l’infiammazione, come abbiamo visto nel nostro articolo del 18 febbraio 2013 “L’infiammazione e cancro,” Harold Dvorak professore di patologia alla Harvard, nel suo articolo “I tumori: le ferite che non guariscono “(Tumors: wounds that do not heal). In questo articolo il professore ha dimostrato che i meccanismi coinvolti nei processi infiammatori e tumori sono sorprendentemente molto simili. Ma l’infiammazione è importante non solo nei processi tumorali, ma tutti i tipi di malattie degenerative, malattie circolatorie come l’aterosclerosi, la sindrome metabolica in, infezioni e molte altre malattie. Da qui l’importanza di questo test. Le fiale principale, si trovano in un test delle infiammazione e sono:

  • CRP: La proteina C-reattiva è un esame generale per verificare se c’è un’infiammazione in tutto il corpo. Non è un esame specifico; ovvero, può rivelare se vi è un’infiammazione in qualche parte del corpo, ma non può indicarne l’esatta localizzazione. Tuttavia, si usa fondamentalmente per verificare l’esacerbazione di malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, il lupus o la vasculite. A lungo termine livelli elevati possono causare un infarto.
  • PG2: Prostaglandine procedenti dagli omega 6 che stimolano l’infiammazione e sono arrestati dai PG1 e dai PG3 provenienti dagli omega 3. È la prostaglandina più importante nel processo infiammatorio, produce vasodilatazione e dolore, sebbene aumenti anche la permeabilità vascolare. Sono responsabili di allergie, dell’aumento del colesterolo, di tensione arteriosa e di dolore e provengono fondamentalmente dai grassi di origine animale.
  • Kinin: Il sistema kallikrein-kinin include un insieme di proteine, e quando è attivato conduce alla liberazione dei kinin vasoattivi. I Kinin sono coinvolti in molti processi fisiologici e patologici, compresi quelli della regolazione della pressione arteriosa e del flusso (attraverso la modulazione della via di renina-angiotensina), della coagulazione del sangue, della proliferazione cellulare e dello sviluppo, dell’angiogenesi, delle apoptosi e del processo infiammatorio, che include reazioni di danno cellulare, coagulazione e fibrinolisi, attivazione del complemento, secrezione delle citochine e liberazione delle proteasi. La sua azione nelle cellule endoteliali porta alla vasodilatazione, all’aumento della permeabilità vascolare, alla liberazione dell’attivatore del tessuto del plasminogeno (tPA), alla produzione di ossido nitrico (NON) e alla mobilizzazione dell’acido arachidonico.
  • Leukotriene 4: I leucotrieni   sono   ormoni  he derivano dall’acido arachidonico e sono prodotti dai globuli bianchi. Una delle loro funzioni è quella di innescare contrazioni nei muscoli lisci che ricoprono la trachea. La loro sovrapproduzione è una causa importante dell’infiammazione nell’asma e nella rinite allergica.
  • IL-4,5,6,10 (TH2). Modulano e in un certo modo inibiscono l’infiammazione, trattandosi di citochine dall’attività antinfiammatoria e dall’effetto immunosoppressore che impediscono la crescita cellulare e sopprimono la secrezione di altre citochine.

  • IL-2: Chiamato anche modulatore immune è l’interleuchina-2 ed è una proteina componente delle citochine del sistema immunitario. Si  comporta come fattore di sviluppo dei linfociti T, induce tutti i tipi di sottopopolazioni di linfociti ed attiva la proliferazione di linfociti B. IL-2 stimola il sistema immunitario e aumenta il numero di cellule CD4 (cellule T di ausilio).
  • IL-1,6,8: Sono citochine (proteine) proinfiammatorie. Entrambe, insieme alla PCR, sono segnali di identificazione di infezioni.
  • TNF-α: È una proteina del gruppo delle citochine liberate dalle cellule del sistema immunitario che interviene nell’infiammazione e nella distruzione articolare secondarie all’artride reumatoide, così come in altre patologie.
  • NF KAPPA B: Il cancro attiva la sua secrezione, chiave per il suo sviluppo ed estensione, è un complesso proteico che  controlla la trascrizione del DNA. È la sostanza più proinfiammatoria che esista. Si trova nella maggior parte dei tipi di cellule animali ed è implicato nella risposta cellulare di fronte a stimoli come lo stress, le citochine, la radiazione ultravioletta, LDL ossidate e antigeni batteri e virali. Gioca un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria dovuta all’infezione (le catene leggere kappa sono componenti cruciali delle immunoglobuline). La regolazione difettosa del F-N-Kb è in relazione, come abbiamo detto, con il cancro, ma oltre a ciò anche con malattie infiammatorie e autoimmuni, shock  setticemico, infezioni virali o uno sviluppo immunitario inadeguato. Inoltre è implicato nei processi di plasticità sinaptica e della memoria.
  • Interferone gamma: È un potente attivatore di macrofagi, stimola i neutrofili e i linfociti B oltre a indurre la sintesi di IL-1 y TNF-α.Vanta potenti funzioni antivirali e antiproliferanti nonché proprietà immunomodulanti. Altera inoltre la sintesi di collagene e regola la sintesi e l’attività di altre citochine, in particolare IL-1, IL-2 e TNF-α. È dunque in grado di indicare la presenza di infezioni o tumori.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

Fascite plantare: infiammazione e dolore ai piedi

La fascite plantare si contraddistingue per il dolore o l’infiammazione nella zona del tallone del piede e anche per la comparsa di dolore o di una sensazione di calore nella zona della pianta del piede.

È caratterizzata dall’infiammazione della zona plantare del piede, nella fattispecie dello spesso tessuto del piede, ovvero della fascia plantare, che collega il calcagno alle dita e crea l’arcata plantare. Si tratta di una lesione da sovraccarico accompagnata da dolore che può riguardare tutto il piede.

Comparsa e cause della fascite plantare

Si manifesta prevalentemente nelle persone che presentano un’intensa attività fisica, in particolare in soggetti che praticano atletica, di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Non esiste un’unica causa per la comparsa della fascite plantare e tutti gli studi condotti in merito hanno escluso che tale causa sia connessa alla comparsa di uno sperone nel tallone, come si riteneva abitualmente, e propendono per una connessione con vari punti che ne promuovono lo sviluppo.

Il piede piatto o un’arcata plantare alta, aumenti di peso in brevi periodi di tempo, la corsa o un’intensa attività fisica che veda i piedi come principale “motore” o l’impiego di calzature inadatte sono fattori chiave nello sviluppo di questa patologia.

La fascite plantare non è una patologia medica grave, ma è piuttosto fastidiosa e dolorosa. Può addirittura arrivare a rendere impossibile la normale andatura e rappresenta uno dei più frequenti disturbi di natura ortopedica.

Trattamento

Si consiglia di non effettuare infiltrazioni locali con cortisonici o miscele di farmaci e di consultare rapidamente un fisioterapista, al fine di evitare che l’infiammazione diventi cronica.

Il trattamento della fascite plantare è soggetta al controllo massimo dei fattori di rischio che possono determinarne la comparsa e il peggioramento, alla verifica dell‘utilizzo di calzature adeguate, dell’impiego di appositi plantari e dell’assunzione di integratori quali omega 3, curcuma, ribes nero o liquerizia per citarne alcuni. Si consiglia fortemente un’alimentazione sana con verdure e frutta secca, evitando zuccheri e altri prodotti che accentuano l’infiammazione quali alcol, farine raffinate, caffè, oli fritti, carni rosse e in generale l’eccesso di proteine. Sarà dunque opportuno:

  • Effettuare massaggi con tecniche quali sfregamenti, frizioni, pressione, torsioni e scuotimenti sulla pianta del piede, per una durata indicativa di 10 minuti con l’impiego di oli essenziali antinfiammatori come Lavanda, Basilico, Camomilla romana, Gaultheria, Citronella di Ceylan o Lemon grass come rimedio terapeutico, da due a quattro volte al giorno. È possibile scegliere uno o più oli con un kit di oli essenziali.
  • Compresse calde. Si avvolge la compressa umida calda in un asciugamano ripiegato 4 volte e lo si colloca sulla pianta del piede per 15-20 minuti. È necessario controllare la pelle ogni 5 minuti.
  • Idroterapia, bagni parziali per gli arti inferiori con temperature fino a 45 gradi.
  • È necessario prevedere nel nostro lavoro di allungamento lo stiramento dell’aponeurosi plantare verso di noi mantenendo la posizione per 15-20 secondi. È inoltre opportuno usare diverse paia di scarpe sportive o cambiarle spesso e usare plantari qualora necessario.
  • I corridori devono riprednere l’attività lentamente e in modo progressivo.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Fiala di omocisteina

Poco tempo fa ho letto su un quotidiano questa notizia: “La Medicina ha trovato un nuovo marker vascolare. Nonostante la mancanza di studi definitivi, un aumento dell’omocisteina riscontrato in un’analisi del sangue può essere indice della possibilità che si verifichi un evento cardiovascolare. Le persone che presentano precedenti in tal senso, gli obesi e gli anziani devono prestare la massima attenzione a tali livelli per evitare uno spavento fatale”.

L’omocisteina (HC) acido 2-ammino-4-sulfanil-butanoico è un amminoacido solforato molto importante nel trasferimento dei gruppi metilici nel metabolismo cellulare, considerato un fattore di grande influenza nello sviluppo delle patologie cardiovascolari e cerebrovascolari. Questo componente, che viene rilasciato quando il corpo digerisce acido folico e altre vitamine del gruppo B (in particolare B6 e B12) è effettivamente un indicatore del fatto che qualcosa non funziona nell’organismo e si manifesta quando si verifica un aumento della sostanza a livello plasmatico.

A parte le patologie cardiovascolari, la carenza di alcune delle vitamine summenzionate (B6 e B12) può provocare addirittura un deterioramento cognitivo. L’insufficiente disponibilità di gruppi metilici impedisce il corretto metabolismo della mielina, dei neurotrasmettitori e della membrana di fosfolipidi, che in seguito sfociano in patologie neurologiche: Alzheimer, Parkinson, epilessia, demenza, ecc.

L’omocisteina, che oggi viene analizzata nei casi di rischio cardiovascolare, è coinvolta nello sviluppo dell’aterosclerosi. E compromette anche il sangue, rendendo le piastrine più adesive e favorendo la formazione dei coaguli, che possono ostruire completamente le arterie e le vene, provocando trombosi e altri eventi cardiovascolari. L’omocisteina riduce inoltre la flessibilità delle arterie e delle vene, impedendone la dilatazione.

I fattori che impediscono l’aumento dell’omocisteina sono i seguenti:

  • Carenza di folati, pirossidina o problemi nell’assorbimento della vitamina B12.
  • Alterazioni al fegato, ai reni, ipotiroidismo e trapianto.
  • Intossicazione da farmaci o da eccesso di alcol o caffè.
  • Problemi enzimatici.

Se oltre a un elevato livello di tale amminoacido è presente un elevato indice di massa corporea (IMC), i rischi di ictus criptogenetico (di origine sconosciuta) sono di gran lunga maggiori.

Test e trattamento

Per effettuare il test useremo la fiala di omocisteina del kit dell’apparato endocrino ampliato. Potremo inoltre testare l’infiammazione e le due informazioni ottenute ci aiuteranno a definire in maniera più chiara il rischio di un evento cardiovascolare immediato. Prenderemo in considerazione le fiale di un test delle infiammazioni, nella fattispecie le seguenti: interleucine (IL) IL-1,6, 8, interferone gamma , TNF-α, leucotriene-4 e la proteina C Reattiva (PCR). La fiala di IL-4,5,6,10 (TH2) ci informerà tuttavia del fatto che viene modulata e inibita in un certo modo l’infiammazione, affievolendo il rischio cardiovascolare.

In caso di alterazioni della memoria e di altre problematiche neurologiche  degenerative, le fiale di omocisteina, vitamina B6 e B12 possono risultare di grande aiuto, rivelando una carenza di entrambe le vitamine o altri fattori che inducono l’iperomocisteinemia.

Per variare, e lo diciamo con una certa ironia dal momento che influisce sulla prevenzione di tutte le patologie, combatteremo il problema mediante un’opportuna dieta ricca di frutta e verdura che apporti acido folico e mediante l’assunzione di integratori di vitamina B6 e B12. Dobbiamo tuttavia fare riferimento a quanto pubblicato nel nostro articolo della settimana scorsa, “Nutrizione nelle patologie cardiache”, nel quale viene chiaramente indicato tutto ciò che può contribuire a eliminare l’infiammazione.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

La nutrizione nelle patologie cardiache

La nostra attenzione è stata catturata dal Dott. Dwight Lundell, responsabile del Servizio di Chirurgia Coronarica presso il Banner Heart Hospital, il quale ha recentemente abbandonato la chirurgia per dedicarsi al trattamento nutrizionale nelle patologie cardiache. È il fondatore dell’Healthy Humans Foundation, che promuove la salute umana con un approccio che possa aiutare le Associazioni a sostenere la salute.

Oltre 75 milioni di cittadini statunitensi soffrono di patologie cardiache, 20 milioni di diabete e 57 milioni di prediabete. Questi disturbi stanno coinvolgendo persone sempre più giovani, il cui numero aumenta anno dopo anno e contrariamente a quanto ci è sempre stato insegnato, la colpa non è degli elevati livelli di colesterolo, bensì dell’infiammazione derivante dalle cattive abitudini alimentari.

Questo medico dichiara che senza la presenza di un’infiammazione è impossibile l’accumulo del colesterolo sulle pareti dei vasi sanguigni che provoca patologie cardiache e infarti. Senza infiammazione il colesterolo si muove liberamente nel corpo. È l’infiammazione a far sì che il colesterolo rimanga intrappolato.

L’infiammazione è semplicemente una reazione naturale del corpo nei confronti di batteri, tossine, virus, ecc. Si tratta di una forma di protezione del corpo. Tuttavia, se esponiamo in maniera cronica l’organismo a danni derivanti da tossine o da alimenti che non è previsto vengano elaborati dal corpo umano, è necessario il sussistere di una condizione detta infiammazione cronica.

La maggior parte delle persone si limita a seguire la dieta consigliata, a ridotto contenuto di grassi e ricca in grassi polinsaturi e carboidrati, senza sapere che stiamo provocando ripetuti danni ai nostri vasi sanguigni. Questa costante aggressione determina un’infiammazione cronica che porta alla patologia cardiaca, a eventi cerebrovascolari, al diabete e all’obesità.

 

In sintesi, la principale causa dell’infiammazione cronica è il sovraccarico di idrati di carbonio semplici ed elaborati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) oltre all’eccessivo consumo di oli vegetali contenenti omega-6, quali olio di soia, mais e girasole, presenti in parecchi alimenti elaborati.

Quando consumiamo idrati di carbonio semplici, i livelli di zucchero nel sangue si alzano rapidamente e il pancreas secerne insulina. Se la cellula è già piena e non ha bisogno di glucosio, i livelli di zucchero nel sangue si alzano producendo maggiore insulina e il glucosio viene stoccato sotto forma di grasso.

Ma cos’ha a che vedere tutto questo con l’infiammazione? La quantità di zucchero nel sangue è controllata secondo intervalli piuttosto rigidi. Le molecole di zucchero si uniscono a una grande varietà di proteine, che provocano lesioni sulle pareti dei vasi sanguigni. Tali ripetute lesioni sulle pareti sanguigne scatenano l’infiammazione. Quando il livello di zucchero nel sangue si alza varie volte al giorno, tutti i giorni, è come sfregare con un foglio di carta vetrata la delicata parete interna dei vasi sanguigni.

Se a ciò si unisce l’eccesso di acidi grassi omega 6 dei prodotti elaborati, che spezza l’equilibrio con gli omega 3, che deve essere pari a 3:1 e non a 15:1 come avviene attualmente, la membrana della cellula produce sostanze chimiche dette citochine, che provocano direttamente l’infiammazione.

È sempre più importante essere consapevoli della propria alimentazione, lo abbiamo visto in articoli passati del Dott. Shinya. Riteniamo tuttavia che entrambe le teorie siano compatibili e debbano essere integrate tra loro. Speriamo che la medicina tradizionale inizi ad adottare corrette norme alimentari come principale fattore di prevenzione delle patologie.

Per il test è possibile utilizzare un kit malattie apparato circolatorio, in particolare le fiale come quelle arteria aterosclerosi, in grado di rilevare problematiche che compromettono la salute del cuore.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

  • Spagnolo
  • Francese
  • Italiano

Recent Comments

    Archives