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Oligoterapia in geriatria

Come è emerso dal precedente articolo “Perché gli oligoelementi hanno risultati così sorprendenti sulla nostra salute?” (9 settembre 2016-Blog Kinepharma), la terapia con oligoelementi può dare ottimi risultati. Esistono due gruppi di popolazione per i quali, se possibile, si raggiungono i traguardi più importanti: i bambini e gli anziani, ai quali più abitualmente si applica questa terapia e con migliori risultati.

In quest’articolo ci concentreremo sulla geriatria:

L’invecchiamento implica una maggiore ossidazione. Le reazioni di ossidoriduzione che avvengono nel metabolismo normale delle cellule producono continuamente radicali liberi che danneggiano i tessuti e che sono responsabili dell’invecchiamento, oltre ad essere riconducibili a diverse malattie; ciò si accentua durante la vecchiaia: non dimentichiamo che ogni cellula è sottoposta a circa 10.000 attacchi di radicali liberi giornalieri ed è proprio in età avanzata che si manifesta questo danno.

Il selenio (Se), ad esempio, gioca un ruolo fondamentale come antiossidante ma non è l’unico. La combinazione rame-oro-argento (Cu-Au-Ag) è simile benché il suo meccanismo d’azione sia differente. Pertanto si potenziano entrambi i prodotti senza che interferiscano tra loro e ottenendo risultati molto buoni, utilizzando quotidianamente una fiala di selenio per almeno tre mesi l’anno e un’altra di Cu-Au-Ag il mattino a digiuno da 2 a 3 volte a settimana.

Inoltre, gli oligoelementi agiscono nell’ambito di altre patologie connesse all’età:

  • Insufficienza cardiaca: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di potassio (K) e a metà pomeriggio un’altra di selenio (Se).
  • Perdita di memoria: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di fosforo (P) e a metà pomeriggio selenio (Se).
  • Insonnia: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, la sera prima di andare a dormire un’altra di litio (Li).
  • Stitichezza: oltre al regime alimentare adeguato e all’assunzione sufficiente di acqua, possiamo utilizzare una fiala di magnesio (Mg) il mattino e a metà pomeriggio un’altra di zolfo (S).
  • Obesità: da 2 a 3 fiale di zinco-nichel-rame (Zn-Ni-Co) per uno-due mesi. Potassio (K) in caso di ritenzione idrica (da 3 a 7 fiale settimanali) e, in caso di ansia, aggiungere tre fiale al giorno di litio (Li).

Questi sono solo alcuni degli usi dell’oligoterapia, ma può essere anche impiegata per altre patologie e in ambito di medicina estetica, come per le alterazioni della pelle, l’alopecia, le vene varicose, l’acne, ecc.

Con il test Kinesiologico, una volta determinata la necessità di oligoelementi mediante la fiala per rilevare la mancanza di minerali e oligoelementi (cuprum metallicum 200 D e cobaltum metallicum 200 D), utilizzeremo un kit di oligoelementi per determinare quale di questi sia il più adeguato.

Si tratta realmente di una terapia che se dovesse diventare prioritaria otterrebbe risultati immediati, perché risponde a una mancanza che deve necessariamente essere compensata in modo rapido nelle cellule.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

 

Diagnosi di una sindrome metabolica con la Kinesiologia

Quando i recettori di insulina presenti nella membrana cellulare non funzionano correttamente, possono svilupparsi infiammazioni e sindromi metaboliche. Spesso l’organismo è già compromesso, a causa della cattiva alimentazione, della contaminazione e più in generale delle tossine endogene ed esogene, che solitamente provocano questo problema. Inoltre, una carenza di acidi grassi essenziali può colpire la membrana cellulare, danneggiando i recettori di insulina.

Nel caso in cui si verifichi una di queste situazioni, si può generare un accumulo di insulina nel sangue. In primis, il pancreas reagisce producendone una quantità maggiore, provocando una sindrome metabolica, un’infiammazione o un diabete di tipo 2.

Test Kinesiologico

Durante la realizzazione del test, se la fiala d’insulina posizionata genera un AR (Arm Reflex o l’accorciamento del braccio), significa che siamo di fronte a un eccesso di insulina e probabilmente a una sindrome metabolica. Si può inoltre testare la presenza di un processo infiammatorio utilizzando le fiale adeguate. Nel caso in cui il glucosio ancora non sia aumentato, si può verificare un aumento del cortisolo e un abbassamento dell’ormone DHEA, dal momento che l’aumento dell’insulina inibisce la produzione del DHEA.

Tutto questo può essere testato grazie ai kit del sistema endocrino e degli ormoni sessuali. Se il problema dovesse persistere, questo provocherà un aumento dell’ossidazione del fegato, degli acidi grassi liberi nel sangue, dei trigliceridi, del colesterolo e della pressione sanguigna. Tutti questi sintomi devono essere presi in considerazione al momento della diagnosi e cercare di risolvere il problema.

Cosa si può fare a riguardo?

Nel caso in cui si verifichi un aumento dei radicali liberi, è necessario risolvere il problema quanto prima. Innanzitutto, attraverso un’alimentazione salutare che disintossichi l’organismo, con drenanti del fegato come il boldo, il dente di Leone o il carciofo e il consumo di oli di qualità.

Molto probabilmente sarà necessaria un’integrazione di acidi grassi omega 3, in particolare DHA e acido alfa-lipoico, magnesio, vitamina E, cromo picolinato, oltre ad antiossidanti come i bioflavonoidi.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Stress e grasso addominale

Molte persone, pur svolgendo un esercizio fisico costante e conducendo una vita abitudinariamente sana, continuano ad avere problemi di grasso addominale, perché le diete seguite e le soluzioni provate non riescono ad eliminare quella loro “pancetta” così antiestetica.

Spesso, però, le informazioni e i consigli per perdere peso forniti non prendono in considerazione gli effetti dello stress.

Lo stress è molto dannoso, non solo per i suoi effetti psicologici e fisici, ma anche perché provoca l’aumento del cortisolo nel nostro organismo. Quest’ormone è rilasciato in momenti di paura o ansia, ma in piccole dosi non è pericoloso. Nonostante ciò, la nostra società, purtroppo, fa sì che si raggiungano livelli critici di stress, che possono causare importanti problemi endocrini.

Quando accade questo, il fegato si attiva, facendo circolare rapidamente nel sangue il glucosio come combustibile. Questo comporta un esaurimento delle riserve di glucosio in quest’organo, così che l’organismo è portato ad attingerne da altre fonti, come il tessuto muscolare, che richiede al cervello un maggiore apporto di energia, quindi un bisogno più compulsivo di mangiare. Per soddisfare questa necessità, l’energia è ricavata dagli zuccheri e dai carboidrati di rapida assimilazione.

Quando, invece, abbiamo troppo glucosio nel sangue, i livelli di cortisolo aumentano. Per questo motivo, in caso di stress, è necessario condurre una vita sana e seguire un’alimentazione corretta, evitando i cibi ad alto contenuto glicemico.

In queste circostanze, il cortisolo può provocare un accumulo di grasso, soprattutto nella zona addominale, perché aumenta il desiderio di cibo che arriva al cervello, il quale ordina alle cellule di immagazzinare la maggior quantità possibile di grasso. E’ necessario ricordare, inoltre, che la circonferenza addominale rappresenta uno dei principali fattori dell’alterazione ormonale negli uomini, quindi è fondamentale risolvere il problema se presente.

Consigli

Il consiglio più utile è quello di condurre una vita tranquilla, sebbene questo non sia sempre possibile. Per questo, è importante ingerire prodotti o integratori, ad esempio il DHEA o Deidroepiandrosterone, un ormone steroideo sintetizzato dal colesterolo e secreto dalle ghiandole surrenali. In caso di alti livelli di stress, quest’ormone diminuisce, alzando il cortisolo e creando un senso di stanchezza e di esaurimento. 25 gr al giorno d’integratori DHEA possono ridurre il colesterolo nell’organismo (questo si può verificare con un kit del sistema endocrino).

Anche gli integratori di acidi grassi omega 3, vitamina A, B (soprattutto l’acido pantotenico o la vitamina B5) e C possono ostacolare la liberazione di cortisolo dovuta a uno stress mentale.

Altri possibili accorgimenti prevedono un’alimentazione ricca di frutta e verdura e povera d’idrati di carbonio o zuccheri, un regolare esercizio fisico, che comporta un aumento di produzione delle endorfine e una riduzione del glucosio e di grassi nel sangue e un’attività sessuale regolare, che regola i livelli di cortisolo.

Ángel Salazar

Kinepharma

Apr 21, 2016

Perchè il cromo è necessario per regolare il nostro livello di zucchero e per dimagrire

cromo, oligominerale

Il cromo è ben noto per l’importante funzione che riveste nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Questo oligominerale migliora l’efficienza dell’insulina, un ormone che dirige la circolazione degli zuccheri e dei grassi verso la parte interna delle cellule del nostro corpo, affinché possano essere utilizzati o immagazzinati sotto forma di energia.

Se i nostri livelli di cromo sono bassi, l’insulina non funziona nel modo corretto, creandosi così le condizioni necessarie per la formazione di patologie come il diabete mellito, l’obesità o malattie cardiache.

L’introduzione di cromo nella nostra dieta, allo scopo di controllare il diabete, può anche favorire la perdita di peso e ridurre i livelli di colesterolo. Si pensa, poi, che possa preservare o aumentare la massa corporea non grassa, o meglio mantenerla man mano che si dimagrisce.

Alcuni studi affermano che il consumo di cromo potrebbe agevolare l’aumento della muscolatura o comunque mantenerla nel momento in cui s’inizia a perdere peso. Se si prende in considerazione il ruolo del cromo nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, questa teoria può rivelarsi possibile.

Qualora si voglia perdere peso o massa grassa, è fondamentale seguire una dieta e svolgere esercizio fisico. Anche in questo caso, gli studi sottolineano l’importanza del cromo nella riduzione dell’indice di massa grassa rispetto al muscolo.

Senza dubbio, però, il cromo è in realtà noto per la sua capacità di migliorare l’efficienza dell’insulina.

L’insulina è l’ormone del nostro corpo che aiuta a trasportare gli zuccheri e i grassi alle nostre cellule. Successivamente, le cellule utilizzano o consumano questi zuccheri e questi grassi durante lo svolgimento delle loro funzioni organiche oppure lo immagazzinano sotto forma di energia.

Diciamo che l’insulina rappresenta la chiave che apre la porta della cellula, così che entri il glucosio, che si trova all’esterno (nel torrente sanguigno). Pertanto, quando non si produce sufficiente insulina (diabete di tipo 1) o quando la cellula non la riconosce (diabete di tipo 2), il glucosio (zuccheri e grassi) non può essere introdotto nelle cellule. Questo provoca un innalzamento evidente dei livelli di glucosio nel sangue e, in più, la mancanza di alimento o combustibile necessario affinché la cellula funzioni.

cromo,  frutta secca

Molti studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di cromo migliora l’attività dell’insulina nelle persone affette da diabete. Tutto ciò è molto positivo, dal momento che la bassa produzione d’insulina e la mancanza di sensibilità a questo ormone rappresentano problemi seri in questo scompiglio così comune al giorno d’oggi.

Il cromo è necessario, quindi, per il metabolismo del glucosio. Esso si può trovare in alcuni alimenti, come le prugne, la frutta secca, gli asparagi, le carni magre, i funghi e i grani interi. Tuttavia, la dose giornaliera raccomandata non deve essere raggiunta.

Inoltre, se consumiamo una grande quantità di alimenti zuccherini e carboidrati raffinati, come dolci, pasta o pane bianco, l’insulina perde la sua effettività.

In definitiva, l’assenza di cromo nel nostro organismo sembra aumentare il rischio di resistenza all’insulina, comportando a lungo andare lo sviluppo dei diabeti, malattie coronariche, così come la tendenza all’obesità addominale.

Pertanto, sia che lo si faccia per migliorare la dieta o come complemento allo scompiglio provocato dal diabete, è importante verificare i nostri livelli di cromo attraverso la chinesiologia, così come realizzare un test completo del sistema endocrino, con lo scopo di diagnosticare possibili carenze a livello delle ghiandole surrenali e del pancreas.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Gen 7, 2016

La melatonina e il suo ruolo centrale nel funzionamento del corpo umano

ghiandola pineale

Le prime scoperte, negli anni ‘80, delle varie funzioni svolte dalla melatonina nel nostro organismo, hanno lasciato sbigottito il mondo scientifico di fronte al numero di organi e di funzioni fisiologiche che sembrano essere regolati da questa sostanza.

La melatonina è prodotta dalla ghiandola pineale (situata al centro del nostro cervello), a partire da una sostanza chiamata triptofano. Il triptofano è un amminoacido, uno dei ventidue composti organici che costituiscono le basi della vita umana. Gli amminoacidi fungono da regolatori delle attività vitali dell’organismo e, a loro volta, costituiscono il componente principale di cui sono formate ossa, muscoli e altri vari tessuti.

Il triptofano, è uno degli 8 amminoacidi non prodotti dal nostro corpo e che possiamo assumere, quindi, attraverso l’alimentazione.

Affinché il nostro organismo possa disporre costantemente di triptofano, la nostra dieta deve includere legumi, cereali e altri semi. Una volta ingerito, viene trasformato in serotonina che, successivamente, assume la forma di melatonina nella ghiandola pineale.

Negli ultimi anni, le ricerche hanno dimostrato che il ruolo svolto dalla ghiandola pineale nel corpo non è tanto passivo quanto si pensava e che, insieme alla melatonina, sembra avere importanza fondamentale nel funzionamento dell’organismo.

  • Nella ghiandola pituitaria agisce da “ormone maestro” stimolando il rilascio di un’ampia serie di ormoni.
  • Nel cervello funge da induttore del sonno, rallentando l’attività cerebrale.
  • Nel cuore e nel sistema circolatorio riduce la formazione di coaguli, diminuendo così il rischio di infarto e trombosi.
  • Nel flusso sanguigno, potenzia la capacità delle cellule di produrre anticorpi.
  • Nell’intestino favorisce l’assorbimento di vitamine, minerali e sostanze nutrienti contenute nell’alimento.
  • Nell’apparato riproduttivo rigenera l’attività sessuale, regolandone il funzionamento.
  • Infine, nel corpo in generale, la melatonina agisce direttamente sulle cellule come un potente antiossidante, proteggendole dai radicali liberi.

La produzione di melatonina

La produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale è inibita dalla luce; ciò significa che di giorno i livelli di questo ormone si riducono drasticamente e aumentano dieci volte di più durante la notte. Questo si deve al fatto che la sua produzione è regolata dal cosiddetto “ciclo circadiano”.

L’oscurità attiva la ghiandola pineale, collegata direttamente all’occhio, che comincia a produrre melatonina. Quando abbiamo sonno, significa che la pineale ha cominciato a trasformare la serotonina in melatonina e la sta rilasciando nel flusso sanguigno.
Quando l’ormone si diffonde nell’organismo promuove determinati cambiamenti nel corpo che ci preparano al sonno. I battiti cardiaci e il processo di digestione rallentano, la temperatura corporea scende, la pressione sanguigna e l0 stato generale di allerta diminuiscono.

Con l’età, il corpo tende a produrre una quantità sempre minore di melatonina ma esistono anche altri tipi di disturbi fisici (come problemi di prostata, artrite, aritmie, ecc.) e psicologici (come depressione, stress o ansia) che possono influire sulla riduzione di questo ormone.

Per testare il funzionamento corretto a livello organico della ghiandola pineale, possiamo utilizzare un kit per test endocrino e amminoacidi, e verificare se esista una carenza di serotonina, melatonina e triptofano.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 31, 2015

Lo sai che esiste uno stretto legame tra il sistema endocrino e i 7 chakra?

Chakra

La parola chakra in sanscrito significa “ruota della conoscenza”. I chakra sono centri energetici in movimento distribuiti nel nostro corpo. Ognuno di essi governa diversi organi, ghiandole, funzioni fisiologiche, emozioni, sentimenti e pensieri.

Benché non si possano toccare, la loro importanza è essenziale poiché collegano i punti vitali di ciascun individuo: le emozioni, la mente, la salute fisica e lo spirito.

A livello fisico i chakra sono collegati al sistema endocrino, formato dagli organi responsabili di produrre e secernere delle sostanze chiamate ormoni nella circolazione sanguigna, con lo scopo di trasmettere messaggi agli organi affinché compiano una determinata funzione. In questo modo, vengono regolate le attività vitali del nostro organismo.

Essi sono legati sia al sistema endocrino che alle emozioni. Quindi, quando uno di questi centri energetici è bloccato per qualche causa, fisica o emotiva, si possono registrare delle disfunzioni degli organi o della psiche, corrispondenti alle aree controllate da ciascun chakra o centro energetico.

In definitiva, ognuno dei 7 chakra governa delle ghiandole del sistema endocrino e a sua volta diverse funzioni psichiche e aree emotive della persona.

La dimensione approssimativa di un chakra è di 10 cme la sua forma assomiglia, secondo gli indù, a una ninfea o a un fior di loto.
Tuttavia, affinché questa ninfea fiorisca, è necessario che si svegli il serpente Kundalini. Questo serpente è la metafora della saggezza e tale saggezza giace addormentata alla base della nostra colonna, in attesa di essere svegliata. Tale risveglio si riferisce al momento in cui avvertiamo il bisogno di ampliare la nostra coscienza, di imparare e di acquisire maggiore saggezza.

Parlando della Kundalini ci riferiamo al Primo chakra, chiamato Muladhara o Chakra della radice, che come abbiamo detto è situato alla base della colonna, il coccige.

Ormoni

Questo primo chakra regola le ghiandole surrenali che si trovano sopra le reni. Tali ghiandole secernono diversi ormoni di grande importanza come quelli che regolano il metabolismo dei grassi, delle proteine o dei carboidrati e controllano l’equilibrio del sale nei liquidi corporei. Inoltre si tratta della ghiandola che produce l’adrenalina, conosciuta come l’ormone primitivo della sopravvivenza che prepara l’organismo alla fuga di fronte a una minaccia.

D’altra parte, il colore di questo chakra è il rosso. Ciò significa che se attraverso un test kinesiologico rileviamo la presenza di uno squilibrio del primo chakra, si può applicare il trattamento dei colori. Per questo, possiamo utilizzare oggetti, occhiali o luci di colore rosso che permettano al paziente di respirare in modo rilassato mentre si concentra su quel colore.

Inoltre il Chakra della radice è collegato alla terra, che simboleggia la sicurezza materiale, gli istinti sessuali e il denaro.

Se questo chakra è in armonia ci mostriamo sicuri di noi, rispettiamo noi stessi e gli altri. Si sviluppa il senso pratico e la gioia di vivere.

Se, al contrario, il Chakra della radice non è in armonia, la persona si sente insicura, ha una bassa autostima e tende all’aggressività.

Puoi rilevare qualsiasi disarmonia realizzando un test kinesiologico con il kit dei chakra e trattare lo squilibrio con la terapia del colore, del suono o con qualsiasi trattamento energetico noto che durante il test muscolare dia una risposta affermativa e si mostri come una soluzione al problema.

D’altra parte, se esiste un problema dei chakra sarebbe interessante realizzare un test del sistema endocrino per verificare se questo è stato in qualche modo colpito. Per farlo, è disponibile il kit di prove del sistema endocrino.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 1, 2015

Quali reazioni provoca lo stress nel nostro corpo e quali principi nutritivi sono efficaci per mitigarne l’effetto?

 Stress

Lo stress è una risposta automatica del nostro organismo quando si presentano circostanze minacciose o provocatorie.

Nella preistoria l’uomo attivava questa risposta spontanea del corpo quando aveva bisogno di fuggire da un predatore o combattere per proteggersi da un pericolo imminente.
Oggi le situazioni che allertano il nostro organismo per aiutarlo a superare le difficoltà sono molto diverse, ma la reazione organica è la medesima.

Potremmo dire che lo stress si verifica quando le circostanze della nostra vita superano la nostra capacità di affrontarle e chiediamo dunque al nostro corpo un maggiore sforzo, sia esso di natura fisica o psicologica.

Purtroppo è molto difficile poter condurre una vita costantemente senza stress. Ci sono sempre situazioni che possono provocarci stress nel corso della giornata.

Possiamo dire che esistono tre tipi di stress:

–  Stress interno: è quello che si verifica all’interno del corpo, a livello organico.

–  Stress esterno: è quello più noto, ovvero lo stress derivante da cause esterne che improvvisamente ci creano stress, come il clacson di un’auto o l’assalto di un ladro.

–  Stress psicologico: si genera in presenza di situazioni negative o comunque che provocano emozioni.
Situazioni che provocano emozioni stressanti, come la preparazione di un esame, l’arrivo di parenti che non si vedono da tanto tempo, un nuovo lavoro o anche uno stress negativo, come la mancanza di lavoro, rapporti negativi, ecc.

Indipendentemente dal tipo di stress che viviamo, gli effetti sugli organi e le funzioni corporali si presentano in maniera analoga.

Sono il  cuore e il sistema cardiovascolare gli organi che esercitano il maggiore sforzo in queste situazioni. Ma anche il sistema immunitario vede ridotte le proprie capacità, poiché l’organismo, cercando di individuare le priorità, decide di impiegare più energia in altre funzioni organiche fondamentali per superare la situazione di pericolo o di stress. Ciò comporta un abbassamento delle difese immunitarie in caso di infezioni di ogni tipo o malattie varie.

Adrenalina

In circostanze di stress, parte dell’attività dell’organismo viene generata dalle ghiandole surrenali. La funzione di queste ghiandole è quella di regolare il metabolismo e di mantenere l’organismo in situazioni di stress tramite la sintesi principale di glucocorticoidi, come il cortisolo e catecolamine, quali adrenalina, noradrenalina e dopamina.

–  I Glucocorticoidi vengono rilasciati quando determinati stimoli estremi come le emozioni intense provocano uno stato di stress.  L’effetto del loro rilascio non pare aiutare contro lo stress, ma senza dubbio provoca una riduzione delle funzioni del sistema immunitario, impedendo la generazione delle cellule che producono gli anticorpi e inibendo i processi antinfiammatori che ci proteggono da virus, batteri, funghi, ecc.

–  L’ Adrenalina è un ormone vaso-attivo o vaso-dilatatore che viene rilasciato in situazioni di allerta e che consente al corpo di fornire una risposta rapida in caso di pericolo.  L’aspetto negativo è che più adrenalina rilasciano le ghiandole surrenali, maggiore sarà lo stato di stress.

–  La Noradrenalina aumenta lo stato di veglia e dunque lo stato di allerta dell’individuo, da cui deriva la difficoltà di conciliare il sonno.

–  La Dopamina provoca l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

 La ghiandola surrenale svolge dunque un ruolo importante nelle situazioni di stress.

Esiste una serie di principi nutritivi utili per il trattamento dello stress e per aiutare gli organi che prendono parte a tale reazione.

Le vitamine A, C ed E, sali minerali quali selenio, germanio, zinco, rame e manganese combattono i radicali liberi che si producono nelle situazioni di stress. Tali antiossidanti si trovano in kiwi, prugne, pomodori, ortaggi arancioni, gialli, rosso e verde scuro, semi di sesamo, di girasole e di zucca e il pesce.

La vitamina B5, C e il magnesio sono necessari per il corretto funzionamento delle ghiandole surrenali.
Pertanto, per aiutare a controllare gli effetti dello stress a cui ci esponiamo quotidianamente, è importante inserire nella nostra dieta alimenti che contengano questi re principi nutritivi.

–   Gli alimenti notoriamente ricchi in vitamina C sono il kiwi, gli agrumi, le patate e i peperoni.

–   Gli alimenti ricchi in magnesio sono i cereali, gli ortaggi a foglia verde, i germi di grano, la soia, le mandorle, il baccalà e lo sgombro.

–   Gli alimenti ricchi in vitamina B5 sono i cereali integrali, gli ortaggi a foglia verde, la carne e i latticini.

Attraverso ciò che mangiamo mettiamo a disposizione dell’organismo le armi per difendersi e mantenersi in condizioni ottimali.  Non dobbiamo dunque relegare la nostra alimentazione in secondo piano, poiché da essa dipende la maggior parte dei processi organici che se mancano comportano un rischio per la salute.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Kinesiologia e metabolismo

Senza dubbio mangiare bene è una delle migliori abitudini consigliate per avere un metabolismo adeguato, mentre le cattive abitudini come fumare, bere alcol o la vita sedentaria comportano problemi a volte disastrosi. Per questo motivo le persone che presentano problemi metabolici le devono evitare. Ma vediamo come questi fattori sono connessi al metabolismo.

A volte ci sono persone che sebbene non seguano un corretto stile di vita vivono bene perché hanno la fortuna di avere buoni geni. Le persone che non danno importanza a uno stile di vita “tossico” possono al contrario aver condotto una vita fisicamente attiva curandosi in altro modo come ad esempio, gestendo lo stress in modo efficace ed essendo felice in ambito personale.

Questo tipo di “abitudini” possono non essere così rilevanti dal punto di vista della salute, come le abitudini alimentari e relative al consumo di tabacco, caffè o alcol, ma sono senza dubbio importanti a tale scopo.

Tuttavia nessuno “la spunta” se ha condotto una vita non sana. A volte si beve troppo caffè o si mangiano grandi quantitativi di alimenti raffinati o non si dorme abbastanza.

Nonostante tali violazioni al buonsenso, magari ti senti abbastanza in salute. Ma come puoi abusare del tuo corpo in questo modo e vederlo ugualmente funzionare? La risposta può essere connessa al metabolismo.

 Il funzionamento del metabolismo

Tutte le energie di cui il nostro corpo ha bisogno per funzionare passano attraverso il metabolismo, tramite una serie di reazioni chimiche che avvengono nelle nostre cellule e alle quali prendono parte una serie di enzimi, ormoni e altre sostanze quali vitamine, sali minerali od oligoelementi le quali sono controllate da proteine specifiche responsabili delle varie reazioni chimiche.

Esistono sostanzialmente due tipi di metabolismo:

  • L’anabolismo: è il metabolismo costruttivo che dà vita a nuove cellule, cercando di stoccare e produrre, consumando energia per questo processo.
  • Il catabolismo: è il metabolismo distruttivo, il cui compito principale è ottenere energia con la quale le cellule scompongono molecole di grandi dimensioni in tante più piccole, apportando energia all’organismo. L’energia ottenuta viene utilizzata dal nostro corpo per funzionare, generando prodotti di scarto che vengono poi eliminati dal nostro corpo.

Tutto il corpo è un deposito che custodisce principi nutrienti e altre sostanze vitali. Se si salta un pasto o si vive una situazione di stress, i tessuti non sono immediatamente compromessi perché il corpo è in grado di ottenere ciò di cui ha bisogno dalle proprie scorte. Se le scorte metaboliche non sono come dovrebbero, si presenta un maggior rischio di subire un calo delle difese immunitarie o importanti carenze alimentari.

Test

Le scorte di nutrienti e di altre sostanze vitali nel corpo sono note come riserva metabolica. Questa è un’indicazione generale di salute e nutrizione adeguate. Le tecniche di test muscolare in kinesiologia consentono di verificare se si tratta di una riserva adeguata. A tale fine si può utilizzare un kit di catalizzatori intermedi. Se si presenta qualche carenza o anomalia è possibile eseguire un test per scoprire di quali integratori ha bisogno il nostro corpo, sebbene si possa verificare un problema metabolico per eccesso di tossicità.

È qui che la kinesiologia interviene nel metabolismo. Dopo aver usato le tecniche della kinesiologia per stabilire le esigenze nutrizionali del corpo, è possibile iniziare a ristabilire il giusto equilibrio nutrizionale con una dieta adeguata e un programma di integrazione alimentare.

I requisiti degli integratori potrebbero essere inizialmente piuttosto elevati, per agevolare il ripristino immediato delle carenze, come la pulizia delle mucose determinata dalle reazioni allergiche o dalle intolleranze, il miglioramento della digestione, la pulizia degli organi emuntori, in particolare fegato, reni e intestino e così via.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

La ghiandola pineale e il terzo occhio

La ghiandola pineale si trova al centro del cervello, vicino alla ghiandola pituitaria. Regola la temperatura, la colorazione della pelle e i ritmi circadiani. Le sue dimensioni non superano quelle di un chicco di riso e si occupa di elaborare le informazioni creative, della vita e della spiritualità. Questa ghiandola rappresenta uno dei principali centri con i quali l’organismo svolge la missione di aprire la mente alla connessione con il tutto circostante e comprendere la vera natura del nostro essere e dell’universo.

Da tempo immemorabile questa ghiandola viene considerata come il centro del potere superiore dell’uomo, per i cattolici (occhio della provvidenza), per i massoni (occhio che tutto vede), egizi che lo chiamavano l’occhio di Horus o indù che lo chiamavano il terzo occhio. Attualmente questo simbolo è stampato sulle banconote da un dollaro e su loghi di aziende come Procter and Gamble.

A livello energetico, nell’uomo la ghiandola pineale è direttamente collegata alla parte energetica o astrale, il cosiddetto terzo occhio, che è il sesto chakra. Quando inizia ad attivarsi e ad aprirsi durante la meditazione o i sogni, i colori diventano più brillanti e si raggiunge un elevato livello di intuizione e percezione.

Ma come descrive Samuel Sagan nel suo libro Come risvegliare il terzo occhio :

Il terzo occhio non è fisico. La parte più materiale del terzo occhio è una struttura energetica che si integra nel corpo eterico, o piano della forza vitale. Il corpo eterico ha innumerevoli connessioni con il corpo fisico, dunque il terzo occhio, essendo il “commutatore principale” del corpo eterico, è anch’esso strettamente collegato a determinate strutture del corpo fisico, quali ad esempio le ghiandole pituitaria e pineale. Sarebbe tuttavia semplicistico dire che il terzo occhio è la ghiandola pituitaria o la ghiandola pineale, come si afferma in alcuni libri”.

La sua attivazione energetica

L’attivazione della funzione energetica di questa ghiandola farà sì che la persona si collochi in una frequenza più alta, consentendo di espandere la propria consapevolezza e di vedere la realtà di livelli e dimensioni superiori. Si tratta di un salto quantico in termini di percezione, un cambiamento di vita per vivere in una frequenza più elevata.

Pertanto l’apertura dell’occhio è un simbolo del risveglio spirituale e si intensificherà sempre più con l’evoluzione della consapevolezza. Questo terzo occhio ha una lente, che è la ghiandola pineale, che secerne melatonina. Questa viene prodotta al buio ed è sintetizzata a partire dal neurotrasmettitore serotonina e dall’amminoacido triptofano. La produzione di melatonina è inibita dalla luce e stimolata dal buio. La sua secrezione raggiunge un picco a metà della notte e dal quel momento cala fino al mattino.

L’uomo produce una sintesi costante di melatonina, che si riduce drasticamente a partire dai 30 anni. Dopo la pubertà si verifica una calcificazione che ricopre la ghiandola pineale, sebbene continui a fornire melatonina all’organismo.

La ghiandola pineale produce anche dimetiltriptamina (DMT) che agisce come neurotrasmettitore. Si tratta della sostanza psichedelica ad azione più intensa che si conosca e che presenta maggiore impatto visivo. La DMT viene prodotta anche a partire dalla serotonina ed è la responsabile della produzione degli effetti visivi durante il sonno. Anche René Descartes pensava che la ghiandola pineale collegasse corpo e anima.

Per questo motivo l’esperienza di accesso ai campi creativi superiori fa sì che si sperimentino esperienze sensoriali, stimoli colorati visivi che risvegliano memorie ancestrali. Abbiamo bisogno di imparare a creare consapevolmente mediante la visualizzazione e l’attivazione del terzo occhio, a partire dall’attivazione di questa ghiandola.

Quando si verifica un malfunzionamento della produzione di melatonina a causa della mancanza di serotonina, questo potrebbe dipendere da un problema esistente nella ghiandola, che potrebbe essere a un problema di natura organica o anche semplicemente a una mancanza di stimolo costante della stessa da nei campi di attivazione superiore, rendendo più difficile la funzione di tale ghiandola per queste funzioni di percezione e induzione superiori.

Per verificare il corretto funzionamento a livello organico di queste ghiandole è possibile usare  un Test dell´apparato endocrino e degli amminoacidi, verificando il funzionamento della ghiandola e la carenza o meno di serotonina, melatonina e triptofano.

Parte di questo articolo si basa sul libro Riprogetta la tua vita (Rediseña tu vida) di Guillermo Ferrara.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail,com)

Kinepharma

 

 

Salute delle ossa versus alimentazione

Dal momento che il nostro precedente articolo sui “Fattori importanti nell’osteoporosi” ha scatenato polemica, vorremmo fare una serie di puntualizzazioni e affrontare poi la questione della salute delle ossa rispetto all’alimentazione.

La spiegazione convenzionale al deterioramento della densità ossea che solitamente si dà per le donne consiste nel fatto che quando si interrompe il ciclo mestruale la donna produce pochissimi estrogeni, che aiutano a mantenere il calcio nelle ossa. Ne deriva che spesso si raccomanda alle donne di seguire una terapia di reimpianto ormonale. Ma crediamo che ciò si discosti abbastanza dalla realtà, quindi vediamo due argomenti:

  • Le analisi sui resti ossei dei nostri antenati mostrano che le donne in menopausa non soffrivano solitamente di una riduzione della densità ossea. Si tratta dunque di un fenomeno più recente, che si verifica in particolare nella società occidentale.
  • Gli estrogeni, che stimolano gli osteoclasti, non aiutano la creazione di ossa nuove ma semplicemente arrestano la perdita dell’osso vecchio. Il progesterone, d’altro canto, stimola gli osteoblasti che producono nuova materia ossea. L’assunzione di progesterone naturale aumenta la densità ossea quattro volte di più rispetto agli estrogeni.

Ma si sta iniziando a capire che non è la carenza di estrogeni bensì il relativo eccesso di estrogeni rispetto al progesterone a far precipitare il fenomeno dell’osteoporosi, dal momento che quando si interrompe l’ovulazione si smette di produrre progesterone.

I cambiamenti ormonali non sono tuttavia gli unici fattori importanti, dal momento che le abitudini alimentari sono strettamente legate all’aumento del rischio di essere colpiti da osteoporosi. E forse la loro importanza è anche maggiore se consideriamo che gli effetti di un’alimentazione non corretta si accumulano per tutta la vita.

Sebbene le persone che presentano bassi livelli di calcio possono trarre beneficio dall’assunzione dello stesso, non esiste alcuna associazione diretta tra l’osteoporosi e i livelli di calcio. Ci sono ad esempio tribù bantu in Africa che consumano una media di 400 mg di calcio al giorno, valore di gran lunga inferiore ai livelli raccomandati per le donne in menopausa, e non soffrono tuttavia di tale patologia. Al contrario gli eschimesi che consumano grandi quantità di calcio presentano un’incidenza eccezionalmente elevata di osteoporosi. Perché esiste questa differenza? La risposta potrebbe risiedere nell’eccessivo consumo di proteine. Articolo del Blog Kinepharma “L’ispessimento del sangue” del 23 luglio 2014

Abbiamo spesso parlato del fatto che le proteine formano acidi e che la variazione che determinano nel PH del sangue deve essere neutralizzato prevalentemente da due agenti alcalini quali il sodio e il calcio. Ciò significa che più proteine o alimenti acidificanti si consumano, più calcio sarà necessario.

È già stato dimostrato che una dieta eccessivamente proteica provoca carenze di calcio, ma è anche vero che in caso di dieta iperproteica, nessuna quantità integrativa di calcio potrà correggere tale squilibrio.

Ricerche pubblicate sull’American Journal of Clinical  Nutrition ha dimostrato in un saggio con livelli il consumo quotidiano di proteine pari a 80 g e 240 g quotidiani che la perdita totale di calcio si è rivelata di gran lunga superiore nel gruppo che seguiva una dieta iperproteica, ovvero 137 mg contro i 37 mg di perdita di calcio nei soggetti che seguivano una dieta caratterizzata da una minore assunzione di proteine. Si è inoltre concluso che le diete con elevati quantitativi di calcio non sono probabilmente in grado di prevenire la perdita ossea indotta dalle diete acidificanti.

Secondo un altro studio, un consumo di 95 g al giorno di proteine ha comportato una perdita media di calcio, pari a 58 mg, ovvero una perdita del 2% del totale del calcio osseo all’anno, o un 20% ogni decennio. Gli effetti negativi prodotti da un eccesso di proteine sono stati chiaramente dimostrati nei pazienti affetti da osteoporosi. Un elevato numero di ricercatori medici ritiene ora che una dieta ricca in proteine o alimenti acidificanti, che producono acidi per una vita intera, possa essere la principale causa di osteoporosi.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

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