Test sulla circolazione linfatica

 La circolazione linfatica scorre attraverso il percorso lungo il quale il liquido interstiziale può giungere al sangue. Si tratta di un sistema esclusivamente di ritorno, che non prende parte al nutrimento cellulare.

Il liquido interstiziale proviene dai capillari arteriosi nei quali viene filtrato, quindi bagna le cellule e viene riassorbito nella circolazione sanguigna, tramite i capillari venosi, sebbene una parte di tale liquido (10%) si dirige verso i vasi linfatici, verso un canale che si unirà alla circolazione venosa. Tale parte di liquido interstiziale in circolazione nei vasi linfatici si chiama linfa.

I vasi linfatici servono per trasportare le molecole principali, che non riescono a entrare nei capillari venosi. La maggior parte di tali molecole sono proteine e derivano dallo scarto cellulare (tossine).

L’eliminazione delle proteine da parte del Sistema linfatico è una funzione vitale senza la quale il corpo umano non vivrebbe nemmeno 24 ore. Tra le altre funzioni del sistema linfatico troviamo:

  • Agevolare l’assorbimento dei prodotti nutritivi, in particolare i lipidi. Dopo un pasto con abbondante contenuto di grassi, la linfa può contenere dall’1% al 2% di grasso a livello dei vasi linfatici dell’intestino.
  • Trasportare batteri e altri microrganismi che possono provocare infezioni. Questi vengono trasportati ai gangli linfatici, dove vengono distrutti. Si tratta pertanto di una parte molto importante del nostro sistema immunitario.

 

Test e trattamento

Nella chinesiologia ci interessa sapere se esiste un blocco della circolazione linfatica. In caso affermativo sarebbe presente anche una cattiva circolazione venosa. Ciò si verifica solitamente in persone soggette a edemi, a malesseri e tensioni alle gambe, con seno duro e gonfio, eccesso di minzione (pollachiuria) o minzione notturna (nicturia), con scarsa vitalità in generale e difficoltà di cicatrizzazione.

Il test si effettua facendo flettere al massimo la testa al paziente. In caso di presenza di AR, si riscontra un problema generale del sistema linfatico e una circolazione linfatica toracica carente.

Per testare la circolazione di ritorno delle gambe e dell’addome, si sollevano le gambe del paziente ad angolo retto per 30 secondi. In caso di presenza di AR, si riscontrano problemi a tale livello.

È inoltre possibile effettuare il test con la fiala di linfa o sistema linfatico presente nel test diagnostico di base, sebbene si tratti di un test generale da effettuare prima di quello più specifico sopra indicato.

Il trattamento varierà a seconda del mudra risultante come prioritario:

  • Se è strutturale: Drenaggio linfatico
  • Se è chimico: Potremo usare per il test aglio, dente di leone, cardo mariano, fumaria, echinacea, equiseto, resverasor, lecitina di soia, ecc.
  • Se è emozionale: Fiori di Bach o qualsiasi altra tecnica emozionale
  • Se è energetico: Auriculoterapia, agopuntura, ecc.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Le Metafore nella Chinesiologia

Le metafore della Toccatura per la Salute sono state create da John e Matthew Thie. La lettura e l’utilizzo di 5 elementi simbolici della toccatura per la salute (TFH) consente un  equilibrio MENTALE/INTELLETTUALE. Ogni metafora fornisce un componente mentale importante per il recupero delle chiavi del nostro equilibrio energetico, consentendo al contempo di comprendere meglio i nostri sentimenti e le nostre esigenze.

Nel TFH si usa il test muscolare, che fornisce informazioni in merito alla direzione del flusso energetico dei meridiani. Ad esempio si lavora su obiettivi misurando lo stress e il malessere, valutando il flusso energetico utilizzato con diversi riflessi, per equilibrare e quindi effettuare una nuova valutazione sullo stato della persona.

L’obiettivo consiste nell’aumentare il livello di consapevolezza in tutti gli aspetti dell’essere:

  • Agevolare il flusso energetico e la comunicazione (tra le cellule, gli organi e i sistemi di organi, tra il conscio e l’inconscio);
  • Per sviluppare il nostro intuito;
  • Per trovare la via;
  • Per essere maggiormente in contatto con il Chi, l’energia vitale o Dio.

La metafora è un confronto per immagini, ovvero una figura che si sovrappone a un’altra immagine o vi si sostituisce. La metafora non è soltanto una figura retorica, ma anche una forma piuttosto comune di parlare per immagini, a volte senza nemmeno esserne consapevoli.

Le Metafore ottenute mediante il test muscolare e il movimento forniscono parecchie informazioni in merito al significato delle nostre esperienze, dei sentimenti, squilibri e obiettivi, consentendo di verbalizzare e spesso di condurre verso la consapevolezza interna.

Le Metafore sono associate ai cinque elementi e conferiscono un senso più integrale od olistico alla gestione della nostra vita. Ogni singolo muscolo, elemento, funzione energetica, meridiano, il corpo e il movimento si muovono in un unico senso simbolico, una metafora. Tali metafore vengono utilizzate per esplorare la nostra modalità ormai testata per approfondire il lavoro nel TFH.

L’impiego delle metafore nell’ambito dei 5 elementi consentono una conoscenza più olistica volta a gestire la vita. Ogni metafora è un contatore che corrisponde a ciascun muscolo, senso, meridiano, elemento e funzione energetica e relative parti del corpo. Le metafore dei cinque elementi forniscono una conoscenza intellettuale olistica (globale) per la gestione della vita.

Ciò può comportare una forte consapevolezza di nostri problemi personali o semplicemente aiutarci a “riavviarci alla vita”.

Sono molto utili per specificare nei nostri protocolli essendo un’importantissima fonte di informazioni, che può essere utilizzata anche nelle nostre azioni correttive, dal momento che servono per comprendere l’esperienza, i sentimenti, gli squilibri e gli obiettivi degli individui. In questo modo facciamo riflettere il paziente e forniamo un grande aiuto; a volte è sufficiente per correggere lo squilibrio. Il solo fatto di parlarne fornisce un equilibrio all’energia di tutti i meridiani.


Pepa Obiol Saiz.

Collaboratore kinepharma.

Analisi delle vitamine in chinesiologia

In presenza di situazioni di stress o di non corretta alimentazione, molto probabilmente si verifica una carenza di vitamine. Tale carenza può provocare cali energetici la comparsa di varie patologie, dal momento che le vitamine agiscono come veri e propri catalizzatori e propulsori del metabolismo cellulare.

Siccome il corpo non è in grado di sintetizzarle, è molto importante seguire un’alimentazione corretta e, in caso di carenze, è importante assumere gli opportuni integratori, che nel nostro caso indicheremo mediante un test chinesiologico.

Test

La fiala per scoprire la presenza di ipovitaminosi è quella di Manganum 200 DH. Nel caso in cui si verifichi uno squilibrio chimico, il test ci indicherà questo problema. Questa fiala si trova in un Kit di test diagnostici basico.

È inoltre possibile toccare il punto 41 E (articolazione tibio-astragalica, parte anteriore di entrambi i malleoli). In caso di AR  (Arm Reflex) saremo in presenza di una carenza vitaminica.

In entrambi i casi, una volta stabilito tale AR è possibile eseguire una terapia di localizzazione sui punti riflessi di Ridler per verificare quale sia nello specifico la vitamina carente. Se la terapia di localizzazione viene effettuata da un terapeuta che elimina l’AR, significa che c’è una carenza. Se a effettuare la localizzazione è il paziente e le informazioni cambiano, c’è un eccesso di tale vitamina.

Vediamo i punti riflessi delle principali vitamine:

1- Vitamina A: Sulla palpebra destra chiusa.
2- Complesso vitamina B: Sulla punta della lingua.
3- Vitamina C: Nella parte inferiore della clavicola sinistra, punto 13 E sinistro.
4- Vitamina D: Nel punto intermedio del legamento inguinale sinistro.
5- Vitamina E: Nella parte inferiore della clavicola destra, nel punto 13 E destro.
6- Vitamina F: Trattandosi di acidi grassi essenziali, sopra il muscolo sternocleidoioideo-mastoideo destro, nella parte superiore dell’articolazione sterno-clavicolare.
7- Vitamina K: Lateralmente a 1 cm dell’ombelico, sulla sinistra.
8- Vitamina P (Bioflavonoidi): Nella parte inferiore della clavicola sinistra a 1,5” di fianco alla linea intermedia.

Un altro modo di testare la vitamina mancante nello specifico consiste nell’utilizzate un test di vitamine, nel quale è possibile vedere ogni singola vitamina.

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

L’importanza dell’oligoterapia in chinesiologia

Gli oligoelementi sono quegli elementi che si trovano negli esseri viventi in concentrazioni inferiori a 1 mg/Kg rispetto al peso corporeo e presentano le seguenti caratteristiche:

  • Hanno una notevole importanza biologica, al punto che senza di loro l’organismo non può effettuare i propri cicli vitali.
  • Un oligoelemento indispensabile non può essere sostituito da un altro.
  • Influiscono direttamente sul metabolismo.

È stato Jaques Ménétrier, padre dell’oligoterapia, a utilizzare nel 1942 i dati sino ad allora ottenuti, con una prospettiva terapeutica e creando trattamenti per innumerevoli patologie.

Oggi questa terapia viene utilizzata sostanzialmente in quattro discipline:

  • Pediatria.
  • Geriatria.
  •  Estetica.
  • Medicina sportiva.

Viene inoltre considerata alla stregua di un farmaco in paesi importanti quali il Brasile o la Francia, per citarne alcuni.

Gli oligoelementi essenziali sono: Fluoro, Cobalto, Cromo, Rame, Ferro, Iodio, Manganese, Molibdeno, Nichel, Vanadio, Zinco e Selenio.

Sono essenziali perché oltre ad essere presenti in tutti i tessuti sani degli organismi viventi hanno una concentrazione tissutale relativamente costante. La loro carenza determina varie alterazioni strutturali e fisiologiche. Il loro apporto previene o cura patologie provocate da tale carenza. Tuttavia nelle terapie se ne usano altri che pur non essendo essenziali hanno grande importanza terapeutica, come il potassio (K), lo zolfo (S), il litio (Li), il Bismuto (Bi), ecc.

Comportamento degli oligoelementi

Il loro principale ruolo biologico dipende dalla loro capacità di agire in qualità di cofattori enzimatici. Sviluppano quindi la loro funzione catalitica (modulano le reazioni chimiche). Per poter funzionare e svolgere il loro compito, gli enzimi hanno bisogno di una componente non proteica quindi o si uniscono a una sostanza organica, come ad esempio una vitamina, assumendo il nome di coenzima, oppure si uniscono a una molecola non organica, in questo caso un oligoelemento, assumendo il nome di cofattore.

È molto importante sapere che ci sono enzimi che hanno bisogno di vari elementi in qualità di cofattori. In tal caso si parla di associazioni di oligoelementi. Tra le più comuni troviamo: Manganese-Cobalto (Mn-Co), Rame- Oro-Argento (Cu-Au-Ag), Manganese-Rame (Mn-Cu), Nichel-Cobalto (Ni-Co), Zinco-Rame (ZN-Cu), ecc.

Tali preparazioni vengono elaborate in gluconati che ne agevolano l’assorbimento e in concentrazioni molto diverse a seconda dell’oligoelemento, ma sempre piuttosto basse.

È noto il loro impiego nelle varie diatesi già viste nel nostro articolo del 14 agosto 2013 “Diatesi in chinesiologia”.

Il loro uso è frequente anche in geriatria, in particolare per quanto riguarda il selenio, (Se) per le sue caratteristiche antiossidanti e antinvecchiamento, e l’associazione rame-oro-argento (Cu-Au-Ag) per la sua notevole azione attivatrice delle funzioni dell’organismo e in particolare del sistema immune (sindrome di disadattamento).

Come anche in pediatria per attivare i sistemi endocrini che coinvolgono l’asse ipofisi-surrenale o ipofisi-genitale (Diatesi 5) con oligoelementi quali lo Zinco-Rame (Zn-Cu), o lo Zinco-Nichel-Rame (Zn-Ni-Co), per regolarizzare stati di ipofunzione pancreatica.

 

Test

Per testare la carenza di oligoelementi è possibile usare la fiala per le carenze di oligoelementi e sali minerali che contiene rispettivamente cuprum 200 CH e cobaltum 200 CH, che si può trovare in un Test basico. È poi possibile lavorare con marchi quali Labcatal, Biótica, ecc.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma


Patologie autoimmuni nella kinesiologia

Nel libro del Dottor Jean Seignalet “La 3ª Medicina” si pone l’accento sul rapporto diretto tra alimentazione e autoimmunità, e pertanto una serie di problematiche connesse a tale patologia.

In realtà le patologie autoimmuni dipendono sempre a un gran numero di fattori: genetici, immunologici, ormonali, ambientali e psicologici. Ma come indica Seignalet nel suo libro il modo in cui si scatena tale processo e le sue esatte ripercussioni sono chiaramente sconosciuti.

Risulta tuttavia chiaro che una delle cause principali dello scatenarsi di tali patologie si scatena nella membrana dell’intestino tenue e nel colon destro. Non dimentichiamo che questo disturbo ha molto a che fare con tali organi, motivo per il quale è fondamentale che siano in ottimo stato, dal momento che anomalie nella permeabilità della membrana faranno sì che il sistema immunologico possa subire notevoli alterazioni dall’ingresso di molecole e sostanze nel torrente sanguigno. Ciò può determinare una variazione totale delle nostre difese, che finiscono col non riconoscere le cellule dell’organismo stesso. Articolo di Kinepharma dell’8 dicembre 2012 “Intestino permeabile nel processo infiammatorio”.

Se l’autoimmunità è fisiologica, la malattia autoimmune ha natura patologica ed è caratterizzata da una risposta immunitaria indirizzata contro le cellule dell’individuo stesso, creando lesioni o anomalie nel funzionamento degli organi, dal momento che gli anticorpi si manifestano prima come IgM e in seguito come IgG.  Tra le patologie autoimmuni più comuni spiccano le seguenti:

  • Celiachia
  • Artrite reattiva
  • Insufficienza ipofisaria
  • Sclerosi multipla
  • Spondilite anchilosante
  • Miastenia
  • Poliartrite reumatoide
  • Morbo di Crohn
  • E molte altre

Test

Per effettuare un’adeguata diagnosi a livello di autoimmunità è possibile effettuare test con una gamma piuttosto ampia di fiale. Vediamone una serie:

  • Tendenza autoaggressiva: Segna l’autoimmunità. È la fiala allergie inyectopase de Pascoe, che si usa come trattamento per le allergie respiratorie.
  • Disbiosi: Le fiale di Indikan e Scatholum, entrambe D30, rispettivamente per la disbiosi dell’intestino tenue e crasso. Questo indica problemi nell’intestino.
  • Mucosa intestinale: Con tonaca mucosa intestinale e tonaca mucosa coli., rispettivamente per l’intestino tenue e crasso.
  • Sistema immunitario intestinale: Placche di Peyer.
  • Le fiale per un test sull’infiammazione, in particolare le fiale di interferone gamma e interleucina 4, citochine in concentrazioni elevate, aumenteranno la permeabilità della membrana, risultando pertanto fondamentali nelle patologie autoimmuni. Inoltre l’interferone gamma è l’unico interferone ad aumentare l’espressione dei geni HLA di classe II (queste molecole si uniscono ad antigeni esogeni quali batteri, farmaci, pollini, alimenti, ecc.) fondamentale nello sviluppo dell’autoimmunità.

Questi primi quattro fiale sono in un Test basico ampliato. Per il paziente è importante controllare l’alimentazione. Gli elementi più consumati quali cereali, latte, uova e zucchero possono aumentare la carica di antigeni che scatenano il processo autoimmune, oltre a compromettere la membrana intestinale. Sarà pertanto opportuno evitare o perlomeno testare tali prodotti se non è possibile evitare di consumarli.

Si raccomanda inoltre di proteggere la membrana intestinale con acidi grassi omega 3, e integratori quali MSM ó  L-glutatione.

Si dovrà inoltre prestare attenzione a non potenziare ulteriormente il sistema immunitario rinforzandolo, dal momento che si aumenterà la sua reazione nei confronti dell’organismo stesso. Si dovranno pertanto evitare sostanze quali reishi, shitake, maitake, liquerizia, astragalo, echinacea, noni, ecc. Sarà in cambio opportuno cercare immunomodulatori che autoregolino l’immunità, quali zinco, Q10, magnesio, borracina bianca, Vitamine A,E e C, ecc.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

La depressione in kinesiologia

La Depressione è un male dei nostri tempi, ha cause interne ed esterne sebbene spesso si tratti di una combinazione di entrambi i fattori. Verificheremo dunque con mandragora 60 DH se si tratta di una depressione endogena (cause interne della persona), o 30 DH se si tratta di una depressione esogena o, mediante fattori esterni, esterna alla persona.

Nella Depressione è sempre coinvolto il fegato, organo che solitamente si fa carico dei problemi del sistema endocrino a livello tossico. Sicuramente nel test che effettueremo quest’organo ci chiederà qualcosa a livello di drenaggio e disintossicazione.

Se queste fiale per la depressione confermano i nostri sospetti, dovremmo quindi analizzare il sistema limbico del paziente. È possibile consultare il nostro articolo del 7 maggio 2013 “Tecniche emozionali in kinesiologia”. Se il test corregge il AR, ovvero dà esito positivo, in terapia troveremo sempre qualche oligoelemento.

Una volta riscontrata la depressione è necessario verificare se l’AR (Arm Reflex) si corregge con:

  • Serotonina: Problema alla ghiandola pineale. Si tratta di persone che presentano disturbi del sonno, la cui alimentazione presenta un eccesso di idrati di carbonio e che si mostrano tristi, malinconiche, con la tendenza a chiudersi e a non uscire. Non fanno nulla, nemmeno le cose che amano, hanno tendenza alla staticità. È necessario trattare la parte chimica, un’eventuale intossicazione causata da metalli pesanti, veleni, ecc. Sarà opportuno eseguire un trattamento con test a base di Iperico e 5HtP.
  • Noradrenalina: Problema alle ghiandole surrenali. Si tratta di persone che per parecchi anni hanno praticato sport estremi. Soffrono di lombalgia, problemi alla prostata, esaurimento, impotenza, problemi digestivi, pancreatite, diabete o problemi cardiaci. Si effettueranno test con L- tirosina, L-Fenilalanina, test gingseng (americani, coreano e siberiano) o compresse di surrenali essiccate (cavallo, pecora…). Queste persone dovranno seguire anche terapie di rilassamento, poiché al minimo recupero tendono a ricadere in nuove “emozioni” che porteranno di nuovo all’esaurimento.

Possiamo testare queste fiale con il Test dell´apparato endocrino.

Drenanti e trattamento per il sistema nervoso:

  • Sedatif de Boiron, meglio se in compresse.
  • L-72 di Lehning, funziona come l’iperico.
  • Nervoheel Heel, desomatizza.
  • Reckeweg 14 (R-14) allevia il nervosismo somatico e calma, ansiolitico molto consigliato.
  • Depuranti: quali Scrofularia 2 DH, Bardana 2 DH, Ulivo 2 DH.
  • Litio oligoelemento.

Dopo il trattamento si dovrebbero testare nuovamente la serotonina, l’adrenalina, l’insulina e il glucosio. In caso di assenza dell’AR, l’equilibrio sarà stato ripristinato.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Il pericolo della disinfestazione

Da anni seguo con interesse gli studi e le convinzioni della Dottoressa Hulda Clark. Questa fisiologa canadese ha potuto verificare, grazie alla sua professione, come parecchie patologie, tra le quali svariate tipologie di cancro, siano strettamente connesse a un parassita e a un veleno.

Questi inquinanti aprivano il varco all’ospite, rendendogli possibile l’ingresso in un determinato organo. Qui aveva poi origine la patologia, supportata anche da un’alimentazione non corretta e dagli agenti inquinanti circostanti.

Sebbene i suoi rimedi siano un po’ “estremi”, è sufficiente dire che per seguire i suoi consigli dovremmo dedicarci soltanto a tale attività, a causa della miriade di abitudini che dovremmo cambiare. Tuttavia, secondo il mio punto di vista, sono molti i consigli che potrebbero aiutarci nella nostra salute quotidiana se applicati di tanto in tanto a titolo preventivo rispetto a eventuali patologie.

La Dottoressa Clark proponeva un Programma antiparassitari a base di erbe: chiodi di garofano per le uova, assenzio per le larve e tintura di noce per i parassiti adulti.

Pochi giorni fa ho iniziato questo programma, nell’ambito del mio programma di salute annuale, e avevo dimenticato che una volta uccisi i parassiti si presentano problemi collaterali:

  •  Si generano tossine quali l’ammoniaca. Quando i parassiti muoiono si generano queste sostanze, neutralizzabili con l’amminoacido ornitina.
  • Non appena eliminati gli ospiti, il virus dell’influenza comune e altri batteri quali salmonelle o shigelle “salteranno” all’interno dell’organismo, essendo a loro volta parassiti nei nostri ospiti.

Nulla di più vero e autentico, lo sto verificando su me stesso, dal momento che il quarto giorno dall’inizio del programma antiparassitari si è presentata una tremenda influenza, della quale sto ancora subendo i nefasti effetti.

 

Test e trattamento

Se viene riscontrata la presenza di parassiti effettuando il test con kit dei parassiti, è importante iniziare un programma disinfestante.

Innanzitutto è necessario alzare le difese immunitarie. Una volta effettuata la disinfestazione sarà poi opportuno assumere drenanti per reni e fegato, provando dente di leone, cardo mariano, berberis e solidago tra gli altri, che elimineranno i veleni dal nostro organismo.

È inoltre necessario assumere l’ornitina per eliminare l’ammoniaca che viene rilasciata dai parassiti al momento della morte e l’N-acetilcisteina, potente disinfestante cellulare, che oltre a bloccare i veleni è un ottimo antinfiammatorio.

Ho inoltre, per l’influenza messo in pratica qualche rimedio casalingo: un’ora prima di andare a dormire, taglia una cipolla a metà è sistemala in un piatto sul comodino, vicino al cuscino. Questo rimedio aiuta a dilatare e aprire le vie respiratorie, consentendo di respirare meglio e ridurre la tosse, per non parlare del suo enorme potere antivirale. Nel mio caso ha fatto miracoli.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

I catalizzatori cellulari

Si tratta di elementi che intervengono nelle reazioni cellulari accelerando i vari processi che avvengono all’interno della cellula: degradazione dei prodotti per la loro trasformazione in energia (ciclo di krebs), disintossicazione cellulare, respirazione mitocondriale, trasmissione di impulsi, sintesi e movimento delle proteine. Si può insomma dire che è possibile influire su tutti i processi sostanzialmente funzionali della chimica e della biologia molecolare.

Se tali catalizzatori non funzionano correttamente, si verifica uno stress ossidante e non è possibile controllare e ridurre i prodotti derivanti dall’ossidazione cellulare (radicali liberi). Ciò può provocare danni irreparabili nella cellula e nel suo DNA.

Lo stress ossidante è coinvolto in parecchie patologie, quali l’aterosclerosi, il morbo di Parkinson, la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), la sensibilità chimica multipla, la periodontite, il morbo di Alzheimer e l’invecchiamento.

Parlano di lesione cellulare, affinché il danno cellulare si manifesti devono prima essere verificate le lesioni enzimatiche e chimiche, ovvero si dovrà previamente alterare il metabolismo biochimico e in particolare un sistema biochimico basico delle cellule, prima del danno cellulare. Effettivamente il primo fattore che compare quando si verifica una lesione del ciclo di Krebs per una di queste cause è l’alterazione funzionale, dunque se ci troviamo dinnanzi a un paziente che presenta una patologia funzionale abbiamo tutto il diritto di pensare che sicuramente ci saranno alterazioni alle funzioni enzimatiche e catalitiche che possono indurre o favorire tale tipo di alterazioni.

L’organismo cerca di compensare gli squilibri e quando si verifica un malfunzionamento alle vie aerobiche, il copro cerca di utilizzare le vie anaerobiche. Come ad esempio avviene nel caso dell’encefalopatia ipossico-ischemica, nella quale la via anaerobica non soltanto è meno efficiente per quanto riguarda la produzione di energia, ma è anche tossica e genera un accumulo di cataboliti, produce acidificazione del sistema e disfunzioni alla cellula. Il persistere della tendenza al blocco del ciclo di Krebs potrebbe provocare danni e regressioni alla struttura cellulare.

Test

Per verificare questo tipo di squilibri responsabili di molte anomalie metaboliche e patologie degenerative è possibile utilizzare un kit di catalizzatori intermedi, con fiale quali:

Glyoxal: un aldeide che rappresenta le molecole coloranti organiche. Ha un effetto catalizzatore, sbloccando i sistemi enzimatici danneggiati, in particolare a livello della catena respiratoria. Si tratta di un rimedio per patologie gravi, che mostrano una tendenza degenerativa.

Trichinoyl: costituito da una struttura fenolica che vanta sei gruppi carbonilici attivi efficienti in qualità di datori di elettroni. Ne deriva che la tricina è importantissima per prevenire la degenerazione e la neoplasia.

La terapia può essere sviluppata mediante l’omeopatia. La società tedesca Heel elabora prodotti che attivano enzimi quali il Coenzyme compositum, Ubichinon compositum o il Glyoxal, compositum de Heel.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

L’osteoporosi e il suo trattamento in kinesiologia

L’osteoporosi è un problema che interessa le ossa a seguito della loro decalcificazione. La prima fase si chiama osteopenia ed è quella in cui si verifica una riduzione della densità della massa ossea che, se non corretta, darà poi luogo all’osteoporosi, caratterizzata da una fragilità e da una debolezza estrema delle ossa, che in molti casi provoca la frattura delle medesime.

L’osteoporosi predilige le donne, che secondo le statistiche hanno quattro volte in più di probabilità di soffrirne rispetto agli uomini, ma esistono altri gruppi di soggetti a rischio:

  • Persone anziane: più l’età è avanzata, maggiori sono le probabilità di soffrirne.
  • Le persone di discendenza caucasica e asiatica sono più inclini a questa patologia.
  • Le persone con precedenti familiari presentano un rischio più elevato rispetto alle persone senza precedenti.
  • Le persone magre o di bassa statura presentano rischi maggiori.
  • Le donne in fase di menopausa con bassi livelli di estrogeni.
  • Gli uomini di una certa età con un ridotto livello di testosterone.
  • Le persone che presentano un eccesso di ormoni della tiroide (ipertiroidismo)  
  • Le persone che presentano alterazioni alle paratiroidi e alle ghiandole surrenali.
  • Le persone che presentano scarsi livelli di calcio e vitamina D, che comportano una riduzione della densità ossea.
  • Le persone affette da anoressia.
  • Le persone che svolgono scarsa attività fisica.
  • Le persone che consumano abitualmente alcol, che può interferire con la capacità di assorbimento di calcio del corpo.
  • Le persone che fumano.

Cause

Sostanzialmente le cause di questa patologia risiedono negli squilibri ormonali e nell’eccesso di acidificazione nell’organismo a seguito di una dieta non equilibrata, con un eccesso di alimenti acidificanti o di idrati di carbonio a elevato indice glicemico.

In caso di acidificazione, l’organismo deve riequilibrare l’eccesso di acido nel sangue con le seguenti modalità:

  • Conserva gli acidi e li stocca nei tessuti e nelle articolazioni in attesa di un maggiore apporto alcalino.
  • Attinge alle riserve alcaline per ottenere elementi minerali fondamentali quali calcio, potassio e magnesio, che ottiene da ossa, denti, pelle.

Test e trattamento

È possibile utilizzare la fiala di osso per effettuare un test di organi, ma esiste anche una fiala specifica per osteoporosi utile nella conferma della diagnosi. Sebbene i sintomi siano molto evidenti nella persona, le articolazioni sono soggette a degenerazione, la pelle è più secca del normale, si presenta un maggior numero di infezioni e si sente freddo anche in estate.

Ciò può essere confermato anche nelle prime fasi in cui la diagnosi non è così chiara utilizzando la fiala per l’acidità, verificando se ci sia bisogno di calcio e di altri elementi minerali fondamentali quali potassio, magnesio e vitamina D.

Se il problema è causato da uno squilibrio ormonale per quanto riguarda estrogeni e progesterone, o da una disfunzione alle ghiandole paratiroidi o surrenali, è necessario individuarlo con il test dell´apparato endocrino, dal momento che il calcio non sarà assorbito in maniera corretta. In tal caso si raccomanda la fitoterapia, che può aiutare a correggere lo squilibrio.

È importante praticare attività fisica, seguire una dieta alcalina ricca di verdure, preferibilmente in insalata, alimenti poco cotti in generale, bere molta acqua e assumere poche proteine e prodotti che intossicano l’organismo, quali alcol, tabacco o caffè.

Gli alimenti maggiormente consigliati sono frutta e verdura, in particolare germe di grano, mandorle, noci, verdura a foglia verde scuro, alghe marine, erba medica, lievito di birra, polline, germi di soia e soia fresca, formaggi, tofu (evita la decalcificazione delle ossa), ginseng (questa radice rafforza il sistema immunitario evitando il deterioramento di ossa e denti), legumi, succo di limone e di arancia.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Trattamento delle ferite con gli oli essenziali

Quasi tutti gli oli essenziali sono antisettici e dunque estremamente validi per la pulizia e il trattamento delle ferite, ma alcuni svolgono questo compito in maniera decisamente notevole. Alcuni stimolano anche la rigenerazione dei tessuti e leniscono il dolore. La combinazione di queste proprietà in un unico olio lo rende ideale nel trattamento delle ferite.

Un’altra proprietà fondamentale a tale scopo è che l’olio non danneggi né irriti l’area esposta. Alcuni oli antisettici più potenti sono più indicati per la pulizia dell’area in questione o per la nebulizzazione piuttosto che per l’applicazione diretta sulla ferita.

Tali caratteristiche fanno sì che la scelta ricada su un ridotto numero di oli. Ciò non è tuttavia uno svantaggio, dal momento che qualsiasi olio essenziale è un rigenerante davvero potente. La lavanda è stata utilizzata a tale scopo per migliaia di anni: non a caso il suo nome deriva dal latino “lavare”. Veniva infatti impiegata per il lavaggio delle ferite.

La mirra veniva impiegata n maniera analoga dai greci e l’albero del tè, sebbene sia stato introdotto soltanto relativamente recentemente in Europa, vanta una lunga storia di impiego da parte degli aborigeni australiani.

Trattamento

Innanzitutto è necessario toccare la ferita per la terapia di localizzazione (TL), stabilendo l’AR. Utilizzando un kit di oli essenziali selezioniamo la sostanza (olio essenziale, vegetale, idrolato o estratto) in grado di eliminare l’AR in questione in maniera prioritaria e sufficiente.

L’olio essenziale può essere utilizzato direttamente sulle ferite lievi. Provoca un bruciore immediato che però sparisce velocemente. Il metodo più sicuro che evita di dover toccare la ferita consiste nel versare alcune gocce di prodotto su un cerotto e sistemarlo sulla ferita.

Per le lesioni più grandi è meglio versare alcune gocce di olio essenziale su una garza e usarla per coprire la ferita. In caso di ferite molto grandi è meglio recarsi dal proprio medico. In caso di dubbi, soprattutto se i bordi della ferita necessitano di essere uniti con uno o più punti di sutura, è possibile utilizzare l’olio essenziale come sostanza di primo intervento, ma è bene accompagnare la persona ferita da un medico il prima possibile.

Sono innumerevoli gli oli essenziali ideali per il trattamento delle ferite, tra i quali benzoino, bergamotto, camomilla, eucalipto, ginepro e rosmarino. Solitamente quelli che risultano essere più utili sono la lavanda e l’albero del tè, riservando la mirra per il trattamento delle ferite che impiegano molto tempo a guarire, in particolare in caso di suppurazione.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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