Trattamento delle ferite con gli oli essenziali

Quasi tutti gli oli essenziali sono antisettici e dunque estremamente validi per la pulizia e il trattamento delle ferite, ma alcuni svolgono questo compito in maniera decisamente notevole. Alcuni stimolano anche la rigenerazione dei tessuti e leniscono il dolore. La combinazione di queste proprietà in un unico olio lo rende ideale nel trattamento delle ferite.

Un’altra proprietà fondamentale a tale scopo è che l’olio non danneggi né irriti l’area esposta. Alcuni oli antisettici più potenti sono più indicati per la pulizia dell’area in questione o per la nebulizzazione piuttosto che per l’applicazione diretta sulla ferita.

Tali caratteristiche fanno sì che la scelta ricada su un ridotto numero di oli. Ciò non è tuttavia uno svantaggio, dal momento che qualsiasi olio essenziale è un rigenerante davvero potente. La lavanda è stata utilizzata a tale scopo per migliaia di anni: non a caso il suo nome deriva dal latino “lavare”. Veniva infatti impiegata per il lavaggio delle ferite.

La mirra veniva impiegata n maniera analoga dai greci e l’albero del tè, sebbene sia stato introdotto soltanto relativamente recentemente in Europa, vanta una lunga storia di impiego da parte degli aborigeni australiani.

Trattamento

Innanzitutto è necessario toccare la ferita per la terapia di localizzazione (TL), stabilendo l’AR. Utilizzando un kit di oli essenziali selezioniamo la sostanza (olio essenziale, vegetale, idrolato o estratto) in grado di eliminare l’AR in questione in maniera prioritaria e sufficiente.

L’olio essenziale può essere utilizzato direttamente sulle ferite lievi. Provoca un bruciore immediato che però sparisce velocemente. Il metodo più sicuro che evita di dover toccare la ferita consiste nel versare alcune gocce di prodotto su un cerotto e sistemarlo sulla ferita.

Per le lesioni più grandi è meglio versare alcune gocce di olio essenziale su una garza e usarla per coprire la ferita. In caso di ferite molto grandi è meglio recarsi dal proprio medico. In caso di dubbi, soprattutto se i bordi della ferita necessitano di essere uniti con uno o più punti di sutura, è possibile utilizzare l’olio essenziale come sostanza di primo intervento, ma è bene accompagnare la persona ferita da un medico il prima possibile.

Sono innumerevoli gli oli essenziali ideali per il trattamento delle ferite, tra i quali benzoino, bergamotto, camomilla, eucalipto, ginepro e rosmarino. Solitamente quelli che risultano essere più utili sono la lavanda e l’albero del tè, riservando la mirra per il trattamento delle ferite che impiegano molto tempo a guarire, in particolare in caso di suppurazione.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Dieta depurativa per compensare gli eccessi di Natale

Come è logico queste feste sono state per tutti noi un po’ “intossicanti” dal punto di vista alimentare: abbiamo mangiato troppo e male. Abbiamo abusato di alcol tabacco, grassi saturi, fritti e zuccheri e abbiamo mangiato troppo per cena, cosa da evitare sempre.

Le nostre cellule e il nostro apparato digerente sono al limite e abbiamo risentito della stitichezza avendo praticamente disidratato il corpo. Ciò dipende sostanzialmente dalla mancanza del consumo di acqua, dall’eccesso di alcol , dalla mancanze di fibre e dai troppo alimenti ricchi di sale, dal momento che la nostra alimentazione è stata sostenzialmente costituita da proteine e idrati di carbonio, molti dei quali a elevato indice glicemico. A lungo andre anche la mancanza di esercizio e l’assunzione di lassativi compromettono la regolazione del transito intestinale mettendo a rischio l’intestino.

Consegunze

La cattiva alimentazione e la stitichezza cronica possono comportare varie patologie gravi. Quando le feci rimangono nel colon per vari giorni, questa zona diventa tossica e tale tossicità si diffonde a tutte le zone del corpo, accumulandosi prevalentemente negli organi più deboli. Ci intossicazione cellulare. Nel torrente sanguigno, queste tossine interferiscono con il rilascio di ossigeno alle cellule e ai tessuti del corpo. Aumentano il danno cellulare e i radicali liberi, che danneggeranno ulteriormente i nostri tessuti.

Si verificano inoltre un’iper-acidificazione del sangue e un sovraccarico per il fegato e i reni, che comportano una riduzione delle difese immunitarie metterndo a rischio la salute.

Trattamento

Si raccomanda di tornare quanto prima alle buone abitudini, sostanzialmente le seguenti:

  • Aumentare il consumo di alimenti ricchi di fibra, in particolare le insalate.
  • Evitare l’eccesso di proteine, assumendo almeno un pasto che ne sia privo.
  • Effettuare una dieta depurativa, almeno due o tre giorni, frutta, verdura e molti liquidi.
  • Evitare gli alimenti ad elevato indice glicemico, il sale, caffè, tabacco, alcol, cioccolato e i grassi saturi.
  • Mangiare semi e cereali integrali non raffinati.
  • Evitare gli alimenti troppo cotti o friti al posto di alimenti “vivi” ovvero crudi o poco cotti.
  • Masticare gli alimenti da 30 a 40 volte.
  • Assumere molti liquidi, in particolare acqua di qualità (da 6 a 10 bicchieri al giorno)
  • Bere acqua 30 minuti prima di ciascun pasto.
  • Fare esercizio o camminare.
  • E soprattutto evitare per quanto possibile i lassativi, per evitare l’effetto rebound.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

L’importanza del test delle infiammazioni

Una delle principali analisi effettuate in kinesiologia, è l’infiammazione, come abbiamo visto nel nostro articolo del 18 febbraio 2013 “L’infiammazione e cancro,” Harold Dvorak professore di patologia alla Harvard, nel suo articolo “I tumori: le ferite che non guariscono “(Tumors: wounds that do not heal). In questo articolo il professore ha dimostrato che i meccanismi coinvolti nei processi infiammatori e tumori sono sorprendentemente molto simili. Ma l’infiammazione è importante non solo nei processi tumorali, ma tutti i tipi di malattie degenerative, malattie circolatorie come l’aterosclerosi, la sindrome metabolica in, infezioni e molte altre malattie. Da qui l’importanza di questo test. Le fiale principale, si trovano in un test delle infiammazione e sono:

  • CRP: La proteina C-reattiva è un esame generale per verificare se c’è un’infiammazione in tutto il corpo. Non è un esame specifico; ovvero, può rivelare se vi è un’infiammazione in qualche parte del corpo, ma non può indicarne l’esatta localizzazione. Tuttavia, si usa fondamentalmente per verificare l’esacerbazione di malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide, il lupus o la vasculite. A lungo termine livelli elevati possono causare un infarto.
  • PG2: Prostaglandine procedenti dagli omega 6 che stimolano l’infiammazione e sono arrestati dai PG1 e dai PG3 provenienti dagli omega 3. È la prostaglandina più importante nel processo infiammatorio, produce vasodilatazione e dolore, sebbene aumenti anche la permeabilità vascolare. Sono responsabili di allergie, dell’aumento del colesterolo, di tensione arteriosa e di dolore e provengono fondamentalmente dai grassi di origine animale.
  • Kinin: Il sistema kallikrein-kinin include un insieme di proteine, e quando è attivato conduce alla liberazione dei kinin vasoattivi. I Kinin sono coinvolti in molti processi fisiologici e patologici, compresi quelli della regolazione della pressione arteriosa e del flusso (attraverso la modulazione della via di renina-angiotensina), della coagulazione del sangue, della proliferazione cellulare e dello sviluppo, dell’angiogenesi, delle apoptosi e del processo infiammatorio, che include reazioni di danno cellulare, coagulazione e fibrinolisi, attivazione del complemento, secrezione delle citochine e liberazione delle proteasi. La sua azione nelle cellule endoteliali porta alla vasodilatazione, all’aumento della permeabilità vascolare, alla liberazione dell’attivatore del tessuto del plasminogeno (tPA), alla produzione di ossido nitrico (NON) e alla mobilizzazione dell’acido arachidonico.
  • Leukotriene 4: I leucotrieni   sono   ormoni  he derivano dall’acido arachidonico e sono prodotti dai globuli bianchi. Una delle loro funzioni è quella di innescare contrazioni nei muscoli lisci che ricoprono la trachea. La loro sovrapproduzione è una causa importante dell’infiammazione nell’asma e nella rinite allergica.
  • IL-4,5,6,10 (TH2). Modulano e in un certo modo inibiscono l’infiammazione, trattandosi di citochine dall’attività antinfiammatoria e dall’effetto immunosoppressore che impediscono la crescita cellulare e sopprimono la secrezione di altre citochine.

  • IL-2: Chiamato anche modulatore immune è l’interleuchina-2 ed è una proteina componente delle citochine del sistema immunitario. Si  comporta come fattore di sviluppo dei linfociti T, induce tutti i tipi di sottopopolazioni di linfociti ed attiva la proliferazione di linfociti B. IL-2 stimola il sistema immunitario e aumenta il numero di cellule CD4 (cellule T di ausilio).
  • IL-1,6,8: Sono citochine (proteine) proinfiammatorie. Entrambe, insieme alla PCR, sono segnali di identificazione di infezioni.
  • TNF-α: È una proteina del gruppo delle citochine liberate dalle cellule del sistema immunitario che interviene nell’infiammazione e nella distruzione articolare secondarie all’artride reumatoide, così come in altre patologie.
  • NF KAPPA B: Il cancro attiva la sua secrezione, chiave per il suo sviluppo ed estensione, è un complesso proteico che  controlla la trascrizione del DNA. È la sostanza più proinfiammatoria che esista. Si trova nella maggior parte dei tipi di cellule animali ed è implicato nella risposta cellulare di fronte a stimoli come lo stress, le citochine, la radiazione ultravioletta, LDL ossidate e antigeni batteri e virali. Gioca un ruolo chiave nella regolazione della risposta immunitaria dovuta all’infezione (le catene leggere kappa sono componenti cruciali delle immunoglobuline). La regolazione difettosa del F-N-Kb è in relazione, come abbiamo detto, con il cancro, ma oltre a ciò anche con malattie infiammatorie e autoimmuni, shock  setticemico, infezioni virali o uno sviluppo immunitario inadeguato. Inoltre è implicato nei processi di plasticità sinaptica e della memoria.
  • Interferone gamma: È un potente attivatore di macrofagi, stimola i neutrofili e i linfociti B oltre a indurre la sintesi di IL-1 y TNF-α.Vanta potenti funzioni antivirali e antiproliferanti nonché proprietà immunomodulanti. Altera inoltre la sintesi di collagene e regola la sintesi e l’attività di altre citochine, in particolare IL-1, IL-2 e TNF-α. È dunque in grado di indicare la presenza di infezioni o tumori.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

Fascite plantare: infiammazione e dolore ai piedi

La fascite plantare si contraddistingue per il dolore o l’infiammazione nella zona del tallone del piede e anche per la comparsa di dolore o di una sensazione di calore nella zona della pianta del piede.

È caratterizzata dall’infiammazione della zona plantare del piede, nella fattispecie dello spesso tessuto del piede, ovvero della fascia plantare, che collega il calcagno alle dita e crea l’arcata plantare. Si tratta di una lesione da sovraccarico accompagnata da dolore che può riguardare tutto il piede.

Comparsa e cause della fascite plantare

Si manifesta prevalentemente nelle persone che presentano un’intensa attività fisica, in particolare in soggetti che praticano atletica, di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Non esiste un’unica causa per la comparsa della fascite plantare e tutti gli studi condotti in merito hanno escluso che tale causa sia connessa alla comparsa di uno sperone nel tallone, come si riteneva abitualmente, e propendono per una connessione con vari punti che ne promuovono lo sviluppo.

Il piede piatto o un’arcata plantare alta, aumenti di peso in brevi periodi di tempo, la corsa o un’intensa attività fisica che veda i piedi come principale “motore” o l’impiego di calzature inadatte sono fattori chiave nello sviluppo di questa patologia.

La fascite plantare non è una patologia medica grave, ma è piuttosto fastidiosa e dolorosa. Può addirittura arrivare a rendere impossibile la normale andatura e rappresenta uno dei più frequenti disturbi di natura ortopedica.

Trattamento

Si consiglia di non effettuare infiltrazioni locali con cortisonici o miscele di farmaci e di consultare rapidamente un fisioterapista, al fine di evitare che l’infiammazione diventi cronica.

Il trattamento della fascite plantare è soggetta al controllo massimo dei fattori di rischio che possono determinarne la comparsa e il peggioramento, alla verifica dell‘utilizzo di calzature adeguate, dell’impiego di appositi plantari e dell’assunzione di integratori quali omega 3, curcuma, ribes nero o liquerizia per citarne alcuni. Si consiglia fortemente un’alimentazione sana con verdure e frutta secca, evitando zuccheri e altri prodotti che accentuano l’infiammazione quali alcol, farine raffinate, caffè, oli fritti, carni rosse e in generale l’eccesso di proteine. Sarà dunque opportuno:

  • Effettuare massaggi con tecniche quali sfregamenti, frizioni, pressione, torsioni e scuotimenti sulla pianta del piede, per una durata indicativa di 10 minuti con l’impiego di oli essenziali antinfiammatori come Lavanda, Basilico, Camomilla romana, Gaultheria, Citronella di Ceylan o Lemon grass come rimedio terapeutico, da due a quattro volte al giorno. È possibile scegliere uno o più oli con un kit di oli essenziali.
  • Compresse calde. Si avvolge la compressa umida calda in un asciugamano ripiegato 4 volte e lo si colloca sulla pianta del piede per 15-20 minuti. È necessario controllare la pelle ogni 5 minuti.
  • Idroterapia, bagni parziali per gli arti inferiori con temperature fino a 45 gradi.
  • È necessario prevedere nel nostro lavoro di allungamento lo stiramento dell’aponeurosi plantare verso di noi mantenendo la posizione per 15-20 secondi. È inoltre opportuno usare diverse paia di scarpe sportive o cambiarle spesso e usare plantari qualora necessario.
  • I corridori devono riprednere l’attività lentamente e in modo progressivo.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Fiala di omocisteina

Poco tempo fa ho letto su un quotidiano questa notizia: “La Medicina ha trovato un nuovo marker vascolare. Nonostante la mancanza di studi definitivi, un aumento dell’omocisteina riscontrato in un’analisi del sangue può essere indice della possibilità che si verifichi un evento cardiovascolare. Le persone che presentano precedenti in tal senso, gli obesi e gli anziani devono prestare la massima attenzione a tali livelli per evitare uno spavento fatale”.

L’omocisteina (HC) acido 2-ammino-4-sulfanil-butanoico è un amminoacido solforato molto importante nel trasferimento dei gruppi metilici nel metabolismo cellulare, considerato un fattore di grande influenza nello sviluppo delle patologie cardiovascolari e cerebrovascolari. Questo componente, che viene rilasciato quando il corpo digerisce acido folico e altre vitamine del gruppo B (in particolare B6 e B12) è effettivamente un indicatore del fatto che qualcosa non funziona nell’organismo e si manifesta quando si verifica un aumento della sostanza a livello plasmatico.

A parte le patologie cardiovascolari, la carenza di alcune delle vitamine summenzionate (B6 e B12) può provocare addirittura un deterioramento cognitivo. L’insufficiente disponibilità di gruppi metilici impedisce il corretto metabolismo della mielina, dei neurotrasmettitori e della membrana di fosfolipidi, che in seguito sfociano in patologie neurologiche: Alzheimer, Parkinson, epilessia, demenza, ecc.

L’omocisteina, che oggi viene analizzata nei casi di rischio cardiovascolare, è coinvolta nello sviluppo dell’aterosclerosi. E compromette anche il sangue, rendendo le piastrine più adesive e favorendo la formazione dei coaguli, che possono ostruire completamente le arterie e le vene, provocando trombosi e altri eventi cardiovascolari. L’omocisteina riduce inoltre la flessibilità delle arterie e delle vene, impedendone la dilatazione.

I fattori che impediscono l’aumento dell’omocisteina sono i seguenti:

  • Carenza di folati, pirossidina o problemi nell’assorbimento della vitamina B12.
  • Alterazioni al fegato, ai reni, ipotiroidismo e trapianto.
  • Intossicazione da farmaci o da eccesso di alcol o caffè.
  • Problemi enzimatici.

Se oltre a un elevato livello di tale amminoacido è presente un elevato indice di massa corporea (IMC), i rischi di ictus criptogenetico (di origine sconosciuta) sono di gran lunga maggiori.

Test e trattamento

Per effettuare il test useremo la fiala di omocisteina del kit dell’apparato endocrino ampliato. Potremo inoltre testare l’infiammazione e le due informazioni ottenute ci aiuteranno a definire in maniera più chiara il rischio di un evento cardiovascolare immediato. Prenderemo in considerazione le fiale di un test delle infiammazioni, nella fattispecie le seguenti: interleucine (IL) IL-1,6, 8, interferone gamma , TNF-α, leucotriene-4 e la proteina C Reattiva (PCR). La fiala di IL-4,5,6,10 (TH2) ci informerà tuttavia del fatto che viene modulata e inibita in un certo modo l’infiammazione, affievolendo il rischio cardiovascolare.

In caso di alterazioni della memoria e di altre problematiche neurologiche  degenerative, le fiale di omocisteina, vitamina B6 e B12 possono risultare di grande aiuto, rivelando una carenza di entrambe le vitamine o altri fattori che inducono l’iperomocisteinemia.

Per variare, e lo diciamo con una certa ironia dal momento che influisce sulla prevenzione di tutte le patologie, combatteremo il problema mediante un’opportuna dieta ricca di frutta e verdura che apporti acido folico e mediante l’assunzione di integratori di vitamina B6 e B12. Dobbiamo tuttavia fare riferimento a quanto pubblicato nel nostro articolo della settimana scorsa, “Nutrizione nelle patologie cardiache”, nel quale viene chiaramente indicato tutto ciò che può contribuire a eliminare l’infiammazione.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

La nutrizione nelle patologie cardiache

La nostra attenzione è stata catturata dal Dott. Dwight Lundell, responsabile del Servizio di Chirurgia Coronarica presso il Banner Heart Hospital, il quale ha recentemente abbandonato la chirurgia per dedicarsi al trattamento nutrizionale nelle patologie cardiache. È il fondatore dell’Healthy Humans Foundation, che promuove la salute umana con un approccio che possa aiutare le Associazioni a sostenere la salute.

Oltre 75 milioni di cittadini statunitensi soffrono di patologie cardiache, 20 milioni di diabete e 57 milioni di prediabete. Questi disturbi stanno coinvolgendo persone sempre più giovani, il cui numero aumenta anno dopo anno e contrariamente a quanto ci è sempre stato insegnato, la colpa non è degli elevati livelli di colesterolo, bensì dell’infiammazione derivante dalle cattive abitudini alimentari.

Questo medico dichiara che senza la presenza di un’infiammazione è impossibile l’accumulo del colesterolo sulle pareti dei vasi sanguigni che provoca patologie cardiache e infarti. Senza infiammazione il colesterolo si muove liberamente nel corpo. È l’infiammazione a far sì che il colesterolo rimanga intrappolato.

L’infiammazione è semplicemente una reazione naturale del corpo nei confronti di batteri, tossine, virus, ecc. Si tratta di una forma di protezione del corpo. Tuttavia, se esponiamo in maniera cronica l’organismo a danni derivanti da tossine o da alimenti che non è previsto vengano elaborati dal corpo umano, è necessario il sussistere di una condizione detta infiammazione cronica.

La maggior parte delle persone si limita a seguire la dieta consigliata, a ridotto contenuto di grassi e ricca in grassi polinsaturi e carboidrati, senza sapere che stiamo provocando ripetuti danni ai nostri vasi sanguigni. Questa costante aggressione determina un’infiammazione cronica che porta alla patologia cardiaca, a eventi cerebrovascolari, al diabete e all’obesità.

 

In sintesi, la principale causa dell’infiammazione cronica è il sovraccarico di idrati di carbonio semplici ed elaborati (zucchero, farina e tutti i prodotti derivati) oltre all’eccessivo consumo di oli vegetali contenenti omega-6, quali olio di soia, mais e girasole, presenti in parecchi alimenti elaborati.

Quando consumiamo idrati di carbonio semplici, i livelli di zucchero nel sangue si alzano rapidamente e il pancreas secerne insulina. Se la cellula è già piena e non ha bisogno di glucosio, i livelli di zucchero nel sangue si alzano producendo maggiore insulina e il glucosio viene stoccato sotto forma di grasso.

Ma cos’ha a che vedere tutto questo con l’infiammazione? La quantità di zucchero nel sangue è controllata secondo intervalli piuttosto rigidi. Le molecole di zucchero si uniscono a una grande varietà di proteine, che provocano lesioni sulle pareti dei vasi sanguigni. Tali ripetute lesioni sulle pareti sanguigne scatenano l’infiammazione. Quando il livello di zucchero nel sangue si alza varie volte al giorno, tutti i giorni, è come sfregare con un foglio di carta vetrata la delicata parete interna dei vasi sanguigni.

Se a ciò si unisce l’eccesso di acidi grassi omega 6 dei prodotti elaborati, che spezza l’equilibrio con gli omega 3, che deve essere pari a 3:1 e non a 15:1 come avviene attualmente, la membrana della cellula produce sostanze chimiche dette citochine, che provocano direttamente l’infiammazione.

È sempre più importante essere consapevoli della propria alimentazione, lo abbiamo visto in articoli passati del Dott. Shinya. Riteniamo tuttavia che entrambe le teorie siano compatibili e debbano essere integrate tra loro. Speriamo che la medicina tradizionale inizi ad adottare corrette norme alimentari come principale fattore di prevenzione delle patologie.

Per il test è possibile utilizzare un kit malattie apparato circolatorio, in particolare le fiale come quelle arteria aterosclerosi, in grado di rilevare problematiche che compromettono la salute del cuore.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Intossicazione cellulare e relativo trattamento

In svariate occasioni il nostro organismo si trova intossicato. L’inquinamento ambientale e alimentare, tra le altre cause, favorisce l’accumulo di maggiori quantità di determinate sostanze nocive, in precedenza insignificanti del nostro organismo, nella fattispecie metalli pesanti e microparticelle di inquinanti ambientali quali pollini e una grande varietà di polveri industriali come l’asbesto e i derivati minerali. Questi si aggiungono alle sostanze già tradizionalmente esistenti, quali i granelli di polline, le spore, le diatomee, i granelli di amido, ecc.

Tali particelle agiscono tramite un processo cosiddetto “per-adsorbimento“, entrando nel sistema digestivo, penetrando attraverso la membrana intestinale e irrompendo infine nel torrente sanguigno influendo sull’immunità della persona e compromettendo il sistema linfatico. Possono provocare ostruzione dei vasi sanguigni, anche a livello cerebrale, causando problemi ai capillari e di conseguenza varie alterazioni funzionali (la progressiva perdita di memoria, ad esempio). Articolo del blog Kinepharma dell’8 dicembre 2012 “Intestino permeabile della membrana celulare

Quando tutte queste circostanze si combinano all’attività biologica che genera anche residui e tossine endogene, quali acido lattico, urea, Co2, ammoniaca e l’eccesso di determinati ormoni (squilibrio ormonale), per citarne alcune, si verifica un’intossicazione cellulare. Anche un’alimentazione troppo ricca di proteine che “sporcano” la cellula e di grasso che aumenta il processo “per-adsorbimento” agevolano tale processo.

Le cellule sono state sottoposte per parecchio tempo ad elevati livelli di tossine e ciò si manifesta con svariati sintomi, quali:

  • Mal di testa o dolori muscolari,
  • Disturbi nervosi, irritabilità,
  • Ansia, depressione, stanchezza,
  • Malessere generale,
  •  Ritenzione di liquidi,
  • Invecchiamento precoce a livello di pelle e capillare e
  • Patologie degenerative di tipo neurologico o cancro.

Test e trattamento

Il test può essere effettuato con la fiala di intossicazione chimica, e la fiala di fenolo a 6 DH è in un kit basico. A volte si verificano tossicità da infezioni virali, batteriche, da candida o parassiti. Nel caso della candida si utilizzerà la fiala di candida 3AG, che ci indicherà la presenza della relativa tossina a livello sistemico, ovvero in tutto l’organismo.

In ogni caso sarà necessario agire con sostanze drenanti, molti liquidi e un’alimentazione adeguata:

  • Innanzitutto si dovranno evitare le sostanze solitamente tossiche ma socialmente accettate, quali alcol, tabacco, caffè.
  • Come altresì latte, zucchero, farine raffinate, che sono grandi allergeni. Il latte potrà essere sostituito con latte di riso, avena o mandorle.
  • Come già detto in precedenza si dovranno evitare i grassi, in particolare di natura animale, e un’eccessiva assunzione di proteine, cercando di consumare almeno uno dei tre pasti quotidiani senza proteine. Sarà possibile consumare oli con prima spremitura a freddo, come l’olio d’oliva e di semi, in particolare quello di semi di lino, evitando i cibi fritti che ossidano i loro componenti e producono quantità ancora maggiori di tossine.
  • Sarà altresì necessario seguire un’alimentazione depurativa a base di antiossidanti, che neutralizzano i radicali liberi e trascinano le tossine fuori dal corpo, poiché sono naturali, freschi, privi di prodotti chimici e non soggetti a processi artificiali: frutta, verdura, in particolare crescione, mela, succo di limone, sedano, cipolla, ecc.
  • Gli enzimi, dissolvendo gli immunocomplessi e colpendo le patologie degenerative quali l’Artrite reumatica, agiscono dissolvendo i prodotti dell’infiammazione e trasportandoli all’esterno, evitando di farli arrivare all’intestino sotto forma di grandi molecole. Agevolano la digestione delle proteine, riducendo gli edemi e inibendo le trombosi, agevolando dunque il trasporto e l’eliminazione delle sostanze. Le più note sono la bromelaina dell’ananas e la papaina della papaya.
  • Infine si dovranno utilizzare i drenanti del fegato (cardo mariano, dente di leone, desmodium…), dei reni (solidago, berberis, uva ursina, ginepro…) o della vescica (boldo, genziana, chelidonium…) e del sistema linfatico, come il drenante omeopatico lymphomyosot Heel.
  • Si dovrà inoltre aumentare il consumo di acqua di buona qualità, nell’ordine dei 2/3 litri al giorno, anche sotto forma di infuso purché non di sostanze contenenti caffeina, come il tè.
  • E l’aria pura e dello sport, aiuterà ad eliminare le tossine.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

Un concetto più globale della salute


Siamo abituati a leggere articoli medici o sulla salute che mettono in relazione, in maniera chiara e diretta, problemi e cause o fattori che incidono evidentemente sulla manifestazione degli stessi. Poco tempo fa, ad esempio, ho letto che lo stress favorisce le infiammazioni e che quindi potrebbe evidentemente ripercuotersi su determinate patologie.

Ciò che si verifica con una certa frequenza non può tuttavia dimostrare che i fatti siano realmente così. Mi spiego meglio: nell’esempio fatto sopra, lo stile di vita ha più probabilità di scatenare l’infiammazione rispetto allo stress.

In questo senso, Sheldon Cohen, professore di psicologia dell’Università di Carnegie Mellon a Pittsburgh, attribuisce tali disturbi non soltanto allo stress, ma anche a tutto ciò che comporta lo stile di vita di una persona soggetta a tale fattore. Si verifica ciò che in statistica viene chiamata correlazione, poiché nella maggior parte dei casi lo stress è connesso a un’alimentazione non corretta e a cattive abitudini quali bere, fumare, assumere stimolanti e sostanze psicotrope per riposare o la mancanza di esercizio fisico, per citarne alcune.

Il fatto è che nutrizionisti e terapeuti spesso non tengono conto del fatto che il concetto di alimentazione non corretta non riguarda soltanto i suoi componenti, come sentiamo abitualmente dire: la non corretta combinazione degli alimenti, la mancanza di fibre, l’eccesso di zuccheri, alcol, caffè e farine raffinate, l’eccesso di proteine e grassi animali, la mancanza di consumo di frutta, verdura e acqua, ecc.

Sappiamo ad esempio che le emozioni negative favoriscono la comparsa di determinate patologie, rendendo più vulnerabile il sistema immunologico. Al contrario le emozioni positive apportano benefici alla salute, aiutandoci a sopportare le patologie. La buona salute è un processo complesso, basato su un perfetto equilibrio psicoemozionale al quale prendono parte vari fattori, che spesso non vengono presi in considerazione nella loro totalità.

Un “cattivo stile di vita”, come si dice in linguaggio colloquiale, ha molti sfaccettature ed è necessario comprendere che quando entriamo in una dinamica non corretta è perché non ci curiamo della nostra salute spirituale, mentale e naturalmente fisica, dal momento che si tratta di un tutt’uno, di qualcosa che la medicina tradizionale ancora non ha imparato a prendere in considerazione. È dunque opportuno non cadere nello stesso errore.

Non dobbiamo pertanto stupirci se lo stress determina maggiori possibilità di scatenare patologie infiammatorie, diabete, cancro, ecc., dal momento che ciò dipende dal fatto di non dare le giuste priorità alle cose davvero importanti della vita. Guardiamo pertanto alla salute in maniera più globale e olistica, prendendo in considerazione tutte le dimensioni che ci riguardano. In questo modo avremo a disposizione tutti i fattori necessari.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Meridiani di agopuntura in kinesiologia

Per conoscere il paziente parecchi chinesiologi utilizzano il test dei meridiani dell’agopuntura o il test dei sette Chakra. Le energie che consentono il funzionamento del corpo umano vengono chiamate yin e yang e comunicano tra loro e con tutti gli organi tramite alcuni canali detti meridiani.

Molti terapeuti ritengono che il fattore energetico domini tutto il resto, quindi nel caso in cui si trovino blocchi sui canali energetici del corpo (meridiani) o sui centri o vortici detti Chakra che consentono lo scambio e la regolazione dell’energia con l’esterno e vengano eliminati, risolveremo parecchi problemi.

Ciascun meridiano compie un proprio tragitto specifico nel corpo, che si divide in due parti: La via interna e la via esterna.

  • La via interna ha origine in un organo, percorre il corpo internamente e si collega al percorso esterno del punto dell’agopuntura.
  • La via esterna si conclude nella parte finale del punto dell’agopuntura ed è collegata a un altro percorso interno, che la fa tornare all’organo di origine trasformando il tragitto complessivo o meridiano in un circuito chiuso.

Ciascun meridiano assume normalmente il nome dell’organo di origine o della sua funzione. Le più importanti sono quindici:

  • Intestino tenue, Cuore, Milza-pancreas, Fegato, Stomaco, Intestino crasso, Polmone, Vescica biliare, Triplice riscaldatore, Pericardio, Rene, Vescica, ad eccezione dei
  • Due che si trovano sulla linea mediana. Il meridiano che scorre nella zona posteriore viene chiamato Vaso Governatore, quello anteriore è il cosiddetto “Vaso Concezione” e il
  • Meridiano centrale o Chong Mai passa attraverso la parte centrale del corpo. Ha origine nella zona del perineo, passa attraverso l’ombelico e arriva al cuore. Una delle sue diramazioni sale lungo la schiena e funge da serbatoio per i vari meridiani, mentre l’altra sale nella parte anteriore fino alla laringe e termina nella zona della bocca.

Test dei meridiani

Il test dei meridiani dell’agopuntura è maggiormente indicato in caso di disturbo organico causato prevalentemente da un blocco o da una disfunzione dei meridiani. Il test dei Chakra viene utilizzato in caso di problematiche puramente energetiche, sebbene in alcuni casi possano essere usati entrambi,come abbiamo visto in uno dei nostri articoli dello scorso 22 Maggio ” I chakras in kinesiologia“.

In caso di metodo dell’AR (Arm Reflex) chimico, la fiala per il meridiano in grado di risolvere l’AR indicherà che tipo di problema ha il paziente e quale organo o sistema interessa. Come già sappiamo, ogni singolo meridiano dell’agopuntura è associato a una serie di organi e sistemi, motivo per il quale un AR chimico può essere risolto consultando appunto i meridiani, ad esempio:

  • Il Meridiano del Polmone (P): Gli specialisti di medicina cinese e gli agopuntori utilizzano questo meridiano quando il paziente presenta sintomi quali problemi respiratori (asma, bronchite cronica, perdita di voce), o problemi derivanti da disturbi gastrici (tra i quali diarrea o indigestione).
  • Il Meridiano del Cuore (C): Ottimo punto da trattare per le persone che presentano problemi cardiaci di qualsiasi natura (infarti, aritmie, tachicardia per citarne alcuni) e problemi di linguaggio.

Ciascuna fiala indicherà dunque la direzione da seguire nel trattamento del paziente e quali organi o sistemi trattare.

Ma anche in caso di AR energetico ci indicherà il bisogno di un trattamento energetico, dal momento che attraverso i meridiani circola l’energia vitale, in moto tale da collegare l’uomo e metterlo in comunicazione con l’universo. Ciascun meridiano ha un punto specifico contraddistinto da grande energia che consente l’accesso dall’esterno. Tali punti si chiamano punti dell’agopuntura e sono vari. Ciascun punto ha una funzione specifica ch infonde energia al corpo. Una volta individuato il meridiano in questione, useremo dunque l’agopuntura, l’auricolopuntura, le gemme, ecc.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

Cefalee e trattamento

Il mal di testa è uno dei dolori più diffusi. Nella maggior parte dei casi si tratta di un dolore temporaneo e di lieve o moderata entità. Spesso si presenta come manifestazione di un disturbo del fisico, fungendo da segnale d’allarme. Nulla a che vedere con le persone che soffrono di cefalea, fastidiosi e forti mal di testa denominati anche cefalee a grappolo.

Cause e sintomi delle cefalee

 Spesso l’origine delle cefalee è sconosciuta, ma si ritiene che nella maggior parte dei casi sia dovuta a:

  • Un funzionamento anomalo dei centri di controllo del dolore discendente, che si trovano nell’area dell’ipotalamo e del tronco encefalico.
  • Il collo e la cervicale possono essere all’origine del mal di testa. Spesso le cefalee possono estendersi fino al collo.
  • Il sistema vascolare e la sua influenza sotto gli stimoli del sistema nervoso autonomo o neurovegetativo. Qualsivoglia modifica nel calibro dei capillari provoca disturbi di nutrizione a livello delle cellule e il cambiamento delle relative funzioni. Le modifiche al calibro dei capillari possono essere determinate da fenomeni di vasodilatazione, come accade in caso di ipotensione o spasmo delle arteriole o come si verifica nei casi di ipertensione arteriosa.
  • Esistono  poi fattori di natura esterna che possono accentuare la cefalea, quali l’eccessivo consumo di tabacco o alcol, l’assunzione di alcuni farmaci o di sostanze psicotrope quali la cocaina. Fattori scatenanti possono essere anche i climi caldi, gli sforzi eccessivi, i luoghi ad elevate altitudini, alcuni alimenti nonché l’esposizione a luci brillanti (tra le quali possiamo inserire la luce del sole).

Trattamento

Per combattere la cefalea è necessario adottare le opportune misure di prevenzione e tenersi lontani dai fattori di rischio, come altresì cercare di mantenere l’opportuno equilibrio psicologico. Alcune abitudini possono rappresentare un ausilio, come esercitare e stirare i muscoli della schiena, gestire in maniera adeguata lo stress ed evitare tutto ciò che fa alzare la pressione sanguigna o peggiora la circolazione.

Nei casi di cefalea associata a cervicale o di cefalea cervicogenica sono stati riscontrati buoni risultati con la manipolazione dei punti trigger miofasciali (PGM). Secondo Simons il PGM viene definito come una zona iper-irritabile di un muscolo scheletrico connessa a un nodulo palpabile ipersensibile ubicato in una fascia tesa, ovvero in un gruppo di fibre muscolari tiranti che si estendono dal punto trigger all’innesto del muscolo. Tali PGM impediscono il corretto movimento quando sono attivi e provocano dolore.

Una volta che la cefalea si è manifestata, nella maggior parte dei casi il trattamento necessita di apposita cura a base di antinfiammatori e analgesici. Anche la corretta ossigenazione può risultare molto utile, come altresì l’agopuntura.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com).

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