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Set 23, 2016

Perchè includere le alghe marine nella nostra dieta

le alghe marine

Gli alimenti lavorati, le sostanze chimiche utilizzate nelle coltivazioni e le cattive abitudini alimentari portano il nostro organismo a debilitarsi, a causa della mancanza di sostanze nutritive che col tempo provocano effetti indesiderati per la nostra salute.

Le alghe marine sono un buon integratore per attenuare le possibili carenze nutrizionali, in quanto ci rivitalizzano e ringiovaniscono. Possiedono tutte le sostanze nutritive di base di cui ha bisogno il nostro corpo, ci depurano e ci disintossicano.

Per quanto riguarda i valori nutrizionali delle alghe marine:

– Sono ricche di proteine, di buona qualità e contengono gran parte degli amminoacidi essenziali (il nostro organismo non può sintetizzarli, ma li assimila attraverso l’alimentazione).

Inoltre, questi amminoacidi sono facili da digerire grazie alla composizione delle alghe, sono ricche di enzimi e di sali minerali.

A differenza delle proteine animali, possiamo dire che le alghe si digeriscono fino a 5 volte più rapidamente, non contengono colesterolo, grassi saturi, residui antibiotici, pesticidi e ormoni della crescita.

– Sono alimenti poveri di carboidrati e zuccheri, ideali per la crescita, periodi di convalescenza, gravidanza e per una dieta dimagrante. Contengono alcuni carboidrati come il mannitolo, uno stimolante epatico e leggermente lassativo, che non aumenta il glucosio nel sangue, quindi è un integratore ideale per i diabetici. Sono poco calorici e gli zuccheri sono di tipo mucillaginoso.

– I polisaccaridi contenuti nelle alghe hanno la capacità di ridurre la presenza di metalli pesanti nel nostro organismo. Sono attratti dal solfuro degli enzimi, con i quali si combinano, producendo effetti tossici. Le alghe marine impediscono questa unione e proteggono il nostro corpo.

includere le alghe marine nella nostra dieta

– La presenza di grassi è intorno al 5%: sono principalmente acidi grassi polinsaturi, favoriscono la riduzione del “colesterolo cattivo” e l’aumento del “colesterolo buono”.

– Le alghe contengono un’alta percentuale di vitamine C, E, del grupo B e provitamina A.

Sono inoltre molto ricche di vitamine B12, ideali per vegetariani e vegani.

E’ consigliabile mangiarle crude o dopo averle tenute in ammollo (nel caso delle essiccate) per assumere l’intero apporto vitaminico.

– Per quanto riguarda i sali minerali e gli oligoelementi delle alghe marine, i minerali sono ricchi di calcio, sodio, ferro, potassio, fosforo e magnesio. Alcuni tipi di alghe contengono una quantità di sali minerali pari fino al 35% del loro peso. Ci sono pochissimi alimenti che possiedono un apporto minerale così elevato.

Se cuciniamo le alghe, i sali minerali rimarranno nel liquido, quindi possiamo utilizzare il brodo ottenuto per zuppe o tisane.

D’altra parte, sono ricche di oligoelementi che, come già detto, sembrano compiere una funzione chiave in tutti i processi metabolici vitali, oltre ad aiutare a prevenire l’invecchiamento.

Gli oligoelementi che compongono le alghe marine conferiscono loro proprietà disintossicanti. Tra quelli presenti maggiormente troviamo lo iodio, lo zinco, il silicio, il cobalto, il cromo e il magnesio.

– La clorofilla, il pigmento che dà il colore verde alle piante e alle alghe, è un’altra sostanza utile di questi superalimenti. Serve per evitare la costipazione, favorisce la riparazione dei tessuti danneggiati, diminuisce il colesterolo e i trigliceridi, riduce l’alitosi, disintossica e ha proprietà antitumorali.

 L’introduzione dell’alga marina nella nostra dieta può, quindi, aiutarci ad avere un corpo sano senza fare il minimo sforzo.

 

 

Set 16, 2016

Il nostro organismo non può vivere senza enzimi

enzimi

Disponendo di tutti gli enzimi necessari, la nostra energia vitale e il nostro sistema immunitario tendono a migliorare notevolmente.  Per questo motivo, se ci prendiamo cura della nostra salute salvaguardandoli, avremo un organismo sano.

Gli enzimi fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche dell’organismo. In altre parole, ogni trasformazione chimica avviene grazie all’azione degli enzimi. La loro importanza è quindi vitale, dal momento che l’intero funzionamento del nostro corpo si basa su queste continue reazioni.

Il loro obiettivo finale è produrre energia, in modo che le cellule compiano le loro funzioni nel sistema digestivo, cardiovascolare, polmonare, immunitario, ecc… .

Esistono tre gruppi differenti di enzimi: i digestivi, i nutritivi e i metabolici. In questo articolo, parleremo di alcuni degli enzimi digestivi più conosciuti.

Gli enzimi digestivi, così come dice il nome, si occupano della digestione degli alimenti.

L’amilasi è un enzima digestivo contenuto nel succo pancreatico e ha la funzione di idrolizzare l’amido. E’ il carboidrato prinicipale di molte specie e senza l’amilasi non potrebbe essere digerito in modo corretto. Nella maggior parte degli esseri viventi, la fonte principale di amilasi si trova nel pancreas, mentre in alcuni, ad esempio negli uomini o in animali come il maiale, è presente anche nella saliva.

La bromelina è un altro enzima, conosciuto per essere una delle componente enzimatiche dell’ananas. Aiuta la circolazione sanguigna e a sciogliere i possibili coaguli, fluidificando il sangue.

Per questo motivo, previene future patologie dell’apparato circolatorio, come trombosi  o attacchi cardiaci, e aiuta a ridurre la pressione sanguigna.

lattasi, intolleranti al lattosio

La lattasi è l’enzima digestivo che ha generato più controversie negli ultimi anni. Numerosi studi dimostrano una diminuzione progressiva della lattasi nel nostro organismo dal momento in cui non veniamo più allattati.

La maggior parte dei neonati possiede questo enzima, che permette di dividere il lattosio in glucosio e galattosio, così da poter essere assorbito nel sangue. Da oltre 50 anni, molti professionisti credono che questi enzimi siano presenti tanto nei bambini quanto negli adulti.

Nonostante ciò, gli studi posteriori hanno contraddetto questa convizione, giungendo alla conclusione che, appossimativamente, il 75% delle persone adulte si dimostrano intolleranti al lattosio, a causa dell’assenza di lattasi.

La mancanza di enzimi digestivi necessari per metabolizzare il latte vaccino non è un’anomalia ma una regola, in quanto per buona parte della popolazione adulta rappresenta un alimento di base ma allo stesso tempo nocivo, a meno che non sia fermentato, come nello yogurt.

La lipasi è uno degli enzimi digestivi contenuti nel succo pancreatico e la sua funzione consiste nell’idrolizzare i grassi. I lipidi o trigliceridi non possono essere assorbiti dalla mucosa intestinale senza l’intervento di questo importante enzima.

Questa è solo una breve spiegazione riguardante alcune classi di enzimi, dal momento che nel nostro organismo ne troviamo circa 5000. Di queste, circa 3000 sono prodotte da batteri intestinali: attraverso il test kinesiologico conviene quindi verificare sia lo stato della capacità enzimatica che quello della flora intestinale.

Ago 26, 2016

Perché inserire la spirulina nella nostra dieta

spirulina

La spirulina è un’alga verde-azzurra che contiene una grande quantità di principi nutritivi. Per questo motivo è conosciuta come un superalimento, salutare per il corpo mentre lo nutre.

Contiene una combinazione di acidi grassi insaturi, polisaccaridi, amminoacidi essenziali, vitamine, sali minerali, enzimi e pigmento che apportano elementi nutrienti al nostro organismo, proteggendo la nostra salute e stimolando il sistema immunitario.

La spirulina è inoltre composta da una vasta gamma di antiossidanti, ai quali si deve buona parte di queste proprietà in grado di apportare benefici alla salute.

Come è risaputo, i radicali liberi sono molecole altamente instabili che vengono prodotti all’interno del corpo e che reagiscono con le cellule dei vari organi, provocando lesioni che a lungo termine possono causare patologie. La generazione dei radicali liberi è inevitabile, poiché il nostro stesso organismo durante i processi metabolici produce scorie. La loro quantità è aumentata da fattori esterni, quali: stress, dieta poco sana, inquinamento, farmaci, tabacco, alcol, ecc. Per evitare danni alle cellule, l’organismo ha bisogno di disattivare i radicali mediante composti antiossidanti. In tal senso la spirulina è un fantastico integratore alimentare per contrastare i radicali liberi.

Per far fronte ad alcuni disturbi è possibile notare un decisivo miglioramento già poche settimane dopo l’assunzione regolare. Ma per mantenere gli effetti ed evitare la ricomparsa dei sintomi è opportuno proseguire l’assunzione. Trattandosi di un alimento e non di un farmaco, un utilizzo continuativo non presenta controindicazioni.

superalimento, spirulina

La spirulina offe inoltre innumerevoli benefici per la prevenzione del cancro. I principi nutritivi che ci proteggono meglio da questa patologia sono gli antiossidanti, grazie alla loro capacità di rendere inattivi i radicali liberi (responsabili dell’ossidazione delle cellule e della comparsa di innumerevoli processi tumorali e cancerogeni).

Contiene grandi quantità di antiossidanti come il betacarotene e altri carotenoidi, vitamina E, selenio, ficocianina, clorofilla o superossido dismutasi. Si tratta dell’alimento con la maggior quantità di betacaroteni, dieci volte più della carota.

Il pigmento blu che conferisce il colore alla spirulina o ficocianina vanta inoltre proprietà anticancerogene. Pare inoltre contenere dei polisaccaridi in grado di stimolare la riparazione del DNA danneggiato delle cellule, una delle principali cause della comparsa di questa patologia.

L’elevato contenuto in fibra aiuta a regolare il transito intestinale e a pulire i residui fermi nel colon.

La spirulina è un alimento che aiuta a ridurre i livelli di colesterolo troppo alti. Una ricerca condotta in Giappone ha mostrato che con soli 4 gr di spirulina al giorno è possibile ridurre notevolmente i livelli di colesterolo nel sangue.

Ago 19, 2016

Cosa sucede quando il nostro sistema immunitario impazzisce: disturbo autoimmune

autoimmune

Potremmo dire che il sistema immunitario è “l’esercito”che difende e protegge il nostro corpo dagli invasori durante le 24 ore del giorno.

Nelle malattie autoimmuni, il nostro esercito improvvisamente si schiera contro noi stessi. Ossia, l’insieme di elementi che forma il nostro sistema di difesa, in un momento determinato, potrebbe, per così dire, “impazzire” e invece di salvaguardare la nostra salute difendendo ogni momento il nostro corpo dall’invasione costante di microbi, batteri, funghi, tossine e tutti gli agenti patogeni che penetrano nel nostro organismo (attraverso la pelle, la respirazione, gli alimenti o le bevande), inizia un processo autodistruttivo che origina condizioni e malesseri che compromettono gravemente il nostro corpo e che nascono come conseguenza di un autoattacco.

Qualunque malattia autoimmune è caratterizzata dal fatto per cui il corpo comincia ad autoattacarsi a causa di una predisposizione genetica che si attiva per l’azione di virus determinati, batteri, medicamenti o, forse, eccessi di stress.

Quando un microrganismo invade il corpo, (un virus, un batterio, ecc.) il sistema immunitario responde immediatamente alla sua presenza e produce gli anticorpi e i linfociti sensibilizzati (globuli bianchi specifici) che riconosceranno l’agente invasore e lo distruggeranno. Questo è il normale processo immunologico.

Nel caso di un disturbo autoimmune, invece, il sistema immunitario agisce erroneamente. In questo caso, questa reazione immunitaria si abbatte inspiegabilmente contro le cellule e i tessuti del proprio corpo, provocando una quantità di disordini e conseguentemente di malattie.

I processi che causano malattie dovute a disturbi autoimmuni sono chiamate reazioni di ipersensibilità e ne esistono una gran varietà.

Degno di nota, è il fatto che queste reazioni di ipersensibilità si producono anche nel caso delle allergie, però in questi casi la risposta immunitaria dell’organismo è diretta a sostanze o elementi esterni al nostro corpo, mentre nel caso dei disturbi autoimmuni la risposta è diretta a elementi interni al nostro corpo.

sistema immunitario

Nonostante questa importante differenza, le persone che soffrono di allergia sono più suscettibili a sviluppare i disturbi autoimmuni. Infatti, quando sviluppiamo una reazione allergica, questa è causata da una risposta sbagliata del sistema difensivo, che agisce esageratamente per distruggere l’agente estraneo che considera che debba essere neutralizzato per mantenerci in salute.

Quindi, per evitare mali peggiori, è consigliabile sottoporsi ad una buona cura e tenere sotto controllo lo stato delle nostre allergie e, ovviamente, quando possibile, evitare gli agenti che ne sono la causa.

Ma che cosa causa un disturbo autoimmune?

Normalmente i nostri linfociti sono repressi dall’organismo per evitare che si attivino quando non ci sono elementi che devono essere eliminati. Al contrario, quando c’è un problema autoimmunitario, l’organismo produce un’interruzione del sistema di controllo, permettendo così ai linfociti di sfuggire alla repressione e agire quando non devono.

Può succedere anche che, a causa di qualche tipo di alterazione in qualche tessuto del corpo umano, le cellule non siano riconosciute come elementi interni e quindi vengano attaccate.

Il meccanismo che causa questi disturbi del sistema autoimmune è ancora materia di incessante ricerca, anche se si è già capito che i virus, i batteri e addirittura i medicamenti che una persona potrebbe assumere, giocano un ruolo fondamentale nell’attivazione del processo autoimmunologico nelle persone che presentano una certa predisposizione genetica alla suddetta condizione.

 

 

 

Ago 5, 2016

Lo shiatsu, un integratore terapeutico dai grandi benefici

shiatsu

La parola Shiatsu è composta da due sillabe, shi, che significa “dita” e atsu, che significa “pressione”, che ci danno un’idea di ciò su cui si basa questo tipo di massaggio. Cerca di alleviare e curare patologie con la pressione delle dita.

Lo Shiatsu non solo utilizza le dita, ma anche le mani, gomiti e piedi, a seconda della forza che si desidera applicare e della parte del corpo che di desidera trattare.

I punti sui quali si esercita la pressione, denominati Tsubos, si trovano lungo canali o meridiani e il loro influsso raggiunge innumerevoli apparati, organi e sistemi dell’organismo, oltre ai muscoli e alle articolazioni, classiche zone del massaggio tradizionale.

Il massaggio shiatsu ha iniziato a svilupparsi in Giappone tra il 1900 e il 1910, partendo da metodi tradizionali cinesi chiamati do-in e anma. Il primo di questi metodi curativi, il do-in, si ispira direttamente allo yoga indiano, e il secondo, l’anma, è molto simile al metodo che si identifica con il massaggio classico.

Associando questi due metodi curativi, i cui risultati offrono grandi benefici e risalgono a molti secoli fa, hanno dato luogo allo shiatsu, dando vita a una nuova forma di applicazione degli antichi metodi della medicina orientale.

massaggio shiatsu

Lo shiatsu ha acquisito grande popolarità in occidente, mentre il metodo scientifico e le conoscenze in materia di anatomia e fisiologia proprie della medicina occidentale hanno influito fortemente sulla sua pratica.

Nel nostro corpo esiste un luogo preciso in cui risiede l’energia essenziale, che i giapponesi chiamano hara e che pare essere situato 4 cm sotto l’ombelico.

Ed è un fatto verificato che tutti gli stati patologici migliorano stimolando la circolazione del sangue e del liquido linfatico. Su tale reazione si basa precisamente il massaggio shiatsu.

Se davvero esistesse un segreto per il benessere, sarebbe che serenità e benessere apportato da un massaggio di questo tipo mediante il contatto fisico da parte di mani generose, che aiuta a sentirsi felici e sani, sia per i bambini che per gli adulti.

Lo shiatsu esercita tre effetti sul Chi:

– Elimina i blocchi del suo flusso.

– Migliora la carenza o l’eccesso di Chi.

– Migliora gli squilibri del suo flusso.

Le manipolazioni dei punti nei quali si riscontra uno squilibrio o un blocco può inizialmente provocare dolore o fastidio. È dunque opportuno che le persone che si sottopongono a questo tipo di massaggio siano previamente avvertite. Non bisogna tuttavia preoccuparsi, il dolore è localizzato e passeggero, mentre gli effetti e i benefici sono generali e durevoli .

Lug 29, 2016

L’elioterapia e i benefici terapeutici del sole

L'elioterapia e i benefici terapeutici del sole

L’elioterapia è un metodo curativo che consiste nell’esposizione del corpo o di una sua parte all’azione dei raggi del sole per acquisirne gli effetti benefici o curativi.

Siamo tutti consapevoli della presenza indispensabile del sole per la vita, poiché dalla sua energia dipendono tutti gli esseri viventi; pertanto, il suo effetto terapeutico è indiscutibile.

Agli inizi del XIX secolo furono riconosciute le proprietà terapeutiche dei raggi del sole e si cominciarono a utilizzare i bagni di sole, integrati con l’aria di mare o di montagna, come parte del trattamento di numerose malattie.

Attualmente, benché si riconosca l’azione benefica del sole, si sottolineano anche i suoi effetti dannosi in caso di eccessiva esposizione. Quindi, sebbene tutti noi abbiamo la possibilità di beneficiare di questa terapia così salutare, è necessario adottare delle misure per godere dei suoi benefici riducendo al minimo i rischi.

I raggi solari sono costituiti da radiazioni di diverse lunghezze d’onda e con capacità energetiche distinte, fatto osservabile quando si contempla l’arcobaleno. I diversi colori, dal rosso al violetto, formano lo spettro visibile della luce solare; tuttavia, esistono anche radiazioni non visibili con lunghezze d’onda che si trovano sotto il rosso, ossia infrarosse, o sopra il viola, le ultraviolette.

Le radiazioni infrarosse sono responsabili dell’effetto termico del sole grazie all’elevato potere calorifico. Invece, le radiazioni ultraviolette sono responsabili dell’aumento della pigmentazione e pertanto a queste sono attribuibili gli effetti dannosi sulla nostra pelle.

Per evitare la comparsa di bruciature, l’esposizione al sole dev’essere progressiva con sessioni brevi i primi giorni, preferibilmente al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando l’intensità delle radiazioni solari è minore. Nelle sessioni successive si può aumentare il tempo di esposizione poiché la pelle avrà avuto il tempo di prepararsi grazie alla produzione di melanina.

Tra i suoi innumerevoli benefici si distingue l’importanza per la produzione di vitamina D, che ingeriamo in forma di precursori attraverso numerosi alimenti vegetali, necessaria per la calcificazione delle ossa e per un corretto metabolismo del calcio e del fosforo nell’organismo.

La carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D causa il cosiddetto rachitismo, malattia che nei bambini nell’età della crescita comporta un incurvamento delle ossa lunghe dovuto al peso del corpo. Negli adulti si manifesta una fragilità ossea che facilita la comparsa di fratture in seguito a traumi di entità minima.

Il sole è anche importante per la regolazione del sistema nervoso vegetativo e per la produzione di molte tipologie di ormoni, la cui elaborazione dipende da ghiandole fortemente influenzate dall’alternanza dei cicli di luce e buio.

Influisce anche sul nostro carattere e sull’umore, infatti è stato osservato un tasso maggiore di depressione nelle persone che vivono in zone del pianeta che ricevono poca luce solare o in cui è frequente il maltempo.

L’elioterapia è utile per trattare problemi reumatici, sui quali incidono negativamente le temperature fredde e l’umidità, ed è raccomandata per trattare disturbi metabolici (rachitismo, obesità e gotta), per migliorare la psoriasi, in particolare nelle forme eritematose squamose evolutive, gli ascessi cutanei o per cicatrizzare ferite. Ovviamente, è indicata nel trattamento di problemi ossei, come l’osteoporosi o la tubercolosi osteoarticolare, gangliare, peritoneale e cutanea.

Lug 1, 2016

L’importante ruolo del glutatione contro le malattie e le tossine dell’organismo

glutatione, antiossidanti

Questa settimana vogliamo parlarvi di uno degli antiossidanti più efficaci: il Glutatione.

Questo antiossidante viene prodotto da tre noti amminoacidi: la L-Glutammina, L-Cisteina e la  Glicina. Lo troviamo in tutto l’organismo: in grandi quantità nel fegato, in minori nel plasma del sangue.

Le molecole di glutatione esercitano funzioni molto importanti nel nostro organismo, per esempio:

Ha il compito di alimentare o saziare certi tipi di radicali liberi pericolosi per proteggere le cellule. In questo modo, evita che l’ossidazione aumenti e impedisce che il nostro DNA si modifichi a causa sua.

Data la sua funzione protettiva, è molto utile per evitare che i raggi ultravioletti abbiano effetti sugli occhi e sulla pelle. E’ necessario per la nostra salute, per questo occorre conservarlo durante tutto l’anno, soprattutto durante il periodo estivo, se vogliamo aiutare il nostro organismo a combattere l’eccesso di radicali liberi prodotti dai raggi solari.

E’ conosciuto per la sua capacità di neutralizzare le tossine nel fegato, nei reni, nei polmoni e nella parete intestinale. Inoltre, fa parte delle glutatione S-transferasi, famiglia di enzimi molto diversi tra loro ma che riescono a unirsi alle tossine, facendo sì che la loro eliminazione avvenga più facilmente fuori dalle cellule, quindi dall’organismo.

Riveste un ruolo fondamentale per la riparazione del DNA, per la sintesi delle proteine, delle prostaglandine e per il trasporto degli amminoacidi.

Il Glutatione è di grande importanza anche per le persone immunodepresse o nel caso sia presente un virus, momento in cui il sistema immunitario deve rafforzarsi.

D’altra parte, se fumiamo, beviamo alcolici o caffè, ingeriamo medicinali come il Tylenol, facciamo esercizio fisico smisurato, ci esponiamo eccessivamente alle radiazioni ultraviolette o all’inquinamento atmosferico, il glutatione si riduce nel nostro organismo.

glutatione, radiazioni ultraviolette

Per questo, è necessario mantenere un buon indice di glutatione, sia per combattere qualunque malattia, sia per rimanere in salute, senza tossine, con cellule sane e un sistema immunitario forte.

Come possiamo aumentare il glutatione?

Alcuni studi realizzati su questo antiossidante hanno dimostrato che il glutatione ingerito direttamente per via orale non viene assorbito correttamente. Viene infatti trattenuto dalle cellule che si trovano lungo la parete intestinale e lì rimane.

Pertanto, il modo più giusto per far giungere l’antiossidante nel sangue e successivamente nelle cellule è quello di ingerire i suoi precursori, ossia gli amminoacidi che lo producono: la  L- Glutammina, L-Cisteina e la Glicina.

Per determinare concretamente il tipo di antiossidante che necessita il nostro organismo, possiamo realizzare il test kinesiologico, utilizzando l’ampolla dei radicali liberi in un test basico, così come le ampolle di SOD, GPSx di un test del sistema endocrino, oltre alle ampolle dei minerali e delle vitamine.

 

 

 

 

Giu 24, 2016

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

 Coenzima Q10

Quando parliamo degli antiossidanti, spesso facciamo riferimento alle vitamine e ai minerali che introduciamo nel nostro organismo attraverso l’alimentazione o gli integratori. Tuttavia, il nostro corpo è in grado di produrre antiossidanti anche da solo, combattendo così  i radicali liberi, che si generano come conseguenza alle nostre reazioni metaboliche. Il Coenzima Q10 ne è un esempio.

Man mano che invecchiamo, le nostre cellule producono sempre meno antiossidanti come il Coenzima Q10. Questa diminuzione sembra favorire l’invecchiamento e il generarsi di malattie croniche tipiche dell’avanzare dell’età.

E’ importante individuare carenze di antiossidanti endogeni, così da compensarle con integratori prima che si verifichino problemi di salute.

Si è poi verificato che l’incremento dei livelli cellulari di questi antiossidanti naturali, attraverso integratori alimentari, può aiutare a controllare o prevenire malattie o disturbi associati all’età, come il diabete, le patologie cardiovascolari e l’alzheimer.

Per farsi un’idea di come funzionano gli antiossidanti  come il Coenzima Q10 nel nostro organismo, dobbiamo osservare il metabolismo delle nostre cellule.

All’interno di ognuna di esse troviamo i mitocondri, piccoli “motori” che producono energia costantemente, a partire dai carboidrati e dai grassi che ingeriamo con la nostra dieta. Questo processo, conosciuto come “metabolismo”, permette la rigenerazione cellulare.

In questo processo avvengono un’infinità di reazioni chimiche, nelle quali intervengono gli enzimi, fondamentali affinché il metabolismo non si arresti. Importanti allo stesso modo sono i coenzimi, che aiutano gli enzimi stessi a portare a termine le loro funzioni.

Gran parte delle vitamine del gruppo B, numerosi minerali e alcune sostanze chiamate chinoni (componenti biologici di grande importanza) sono coenzimi.

Uno di questi chinoni è l’ubichinone, il nome scientifico del Coenzima Q10.

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

Per capire quale possa essere il volume dei Coenzimi Q10 presenti nelle diverse parti del nostro organismo, è necessario sapere che quanto più è forte il bisogno di energia per gli organi, più alta sarà la loro concentrazione.

Per questo motivo, nelle pareti del cuore la concentrazione di Coenzima Q10 è doppia rispetto a quella dei muscoli nelle altre parti del corpo. Lo stesso accade nel fegato e nei reni, in quanto entrambi richiedono maggiore energia e molti Coenzimi Q10 per neutralizzare le tossine ed espellerle.

All’età di 20 anni, il nostro organismo produce tutta la quantità di Coenzimi 10 che necessita per mantenere il metabolismo in pieno funzionamento. Tuttavia, questa diminuisce a poco a poco, fino a ridursi del 65% intorno agli 80 anni.

Sulla base di questo, gli studi hanno dimostrato che le persone affette da disturbi cardiaci o malattie di fegato o reni presentano bassi livelli di Coenzima Q10.

Affinché il nostro corpo produca questa sostanza antiossidante, le nostre cellule devono avere a disposizione vitamine del gruppo B, diversi minerali e vitamina C.

Se non ingeriamo le quantità giuste di questi nutrienti, corriamo il rischio di non possedere gli antiossidanti endogeni sufficienti a invecchiare in modo sano e senza disturbi tipici dell’età.

Per evitare ciò, possiamo sottoporci a test preventivi di carenze: vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi e coenzimi. In più, se si soffre di un disturbo cardiaco, epatico o renale conviene verificare la possibilità di una carenza nella produzione del Coenzima Q10.

Giu 2, 2016

Che cosa differenzia l’allergia dall’intolleranza alimentare

Che cosa differenzia l’allergia dall’intolleranza alimentare

Sapete in che cosa risiede la differenza tra intolleranza alimentare e allergia? Oggi vi spieghiamo alcuni dettagli che sicuramente vi aiuteranno a distinguerle meglio.

Anche se entrambe comportano reazioni anomale del corpo rispetto a un determinato alimento o una determinata sostanza, il modo di reagire e gli organi del corpo coinvolti sono diversi. Pertanto, se analizziamo le reazioni del corpo dopo aver ingerito un alimento o essere entrati in contatto con lo stesso, saremo in grado di stabilire se ci troviamo davanti a un’allergia o a un’intolleranza alimentare.

Individuare un’allergia è relativamente facile grazie all’immediatezza dei suoi sintomi. L’allergia è una reazione istantanea a un alimento specifico. Il sistema immunitario lo identifica come estraneo e mette in atto un processo di difesa simile a quello contro le infezioni. Produce istamina e anticorpi al fine di attaccare le molecole che invadono l’organismo.

Non è necessario ingerire un grande quantitativo di questo alimento per notare gli effetti: una minuscola quantità è infatti in grado di scatenare i sintomi indesiderati. Nelle allergie gravi, inoltre, anche il semplice fatto di toccare la sostanza può originare il problema.

Nel caso delle Intolleranze alimentari, la reazione all’alimento non è connessa al sistema immunitario ma si attribuisce piuttosto a problemi nell’apparato digerente, per esempio una carenza di enzimi digestivi o uno squilibrio nella flora intestinale.

intolleranza alimentare

I sintomi dell’intolleranza si manifestano dopo l’ingestione di una quantità normale dell’alimento responsabile e possono presentarsi dopo ore o persino giorni. Questo ritardo della sintomatologia, spesso, ci confonde e rende difficile il compito di collegare il nostro malessere al pasto. Esserne consapevoli permette di scoprire più facilmente l’alimento specifico che ci provoca l’intolleranza.

Inoltre, questi sintomi sono molto vari e localizzati in punti diversi, per cui spesso sono attribuiti a altre cause. Tra i vari sintomi: pelle secca, depressione, dolori articolari, mente annebbiata, respirazione difficoltosa, stitichezza, diarrea, indigestione, eruzione cutanea, ecc.

Per sapere se la causa dei nostri sintomi sia dovuta a un’intolleranza alimentare, possiamo realizzare un test degli alimenti oppure testare direttamente l’alimento che riteniamo stia generando il malessere.

In questo caso, possiamo verificare la capacità enzimatica del nostro organismo e lo stato della nostra flora intestinale.

Indubbiamente, la prima cosa da fare è eliminare l’alimento o gli alimenti che ci causano l’intolleranza.

In caso di allergia, è opportuno verificare lo stato del nostro sistema immunitario, l’istamina, gli anticorpi, ecc.; qualora non sia chiaro da dove provenga la nostra allergia, possiamo utilizzare il kit delle principali allergie o realizzare anche il test degli alimenti.

Mag 19, 2016

Il sistema immunitario e la kinesiologia

Il sistema immunitario e la kinesiologia

Il sistema immunitario ha il compito di realizzare tutti i meccanismi di difesa per proteggere il nostro corpo dall’invasione di microrganismi (batteri, virus e funghi) che causano malattie, cellule che diventano maligne e cancerogene oppure cellule considerate estranee perché ricevute da un trapianto.

Se manteniamo il sistema immunitario in ottimo stato, saremo in grado di respingere o restare immuni di fronte alle minacce più importanti per la nostra salute.

Gli organi di difesa principali nell’esercizio delle funzioni immunitarie sono il timo, la milza, le tonsille e i gangli linfatici. Tuttavia, il sistema immunitario non è solo un piccolo gruppo di organi che operano in modo coordinato ma crea anche una rete interattiva di molti organi e miliardi di cellule con libertà di movimento e milioni di milioni di molecole che fluttuano liberamente in varie zone diverse del corpo, pronte a difenderci da qualsiasi attacco o agente estraneo.

Il sistema immunitario protegge il nostro organismo mettendo in atto tre meccanismi diversi:

– Attraverso le barriere esterne dell’organismo.

Il nostro organismo presenta una serie di sostanze che agiscono come barriera impedendo l’ingresso di agenti dannosi esterni o consentendo l’uscita di quelli individuati all’interno del corpo. Alcune di queste sono le lacrime degli occhi, i villi del naso, gli enzimi presenti nella saliva della bocca, le mucosità delle pareti del sistema respiratorio, gli acidi e i batteri benefici dell’apparato digerente, le ghiandole sebacee della pelle o le mucosità e i batteri della zona genitale.

– Attraverso un meccanismo di risposta infiammatoria.

Nel caso in cui i microrganismi riescano ad attraversare le barriere esterne del corpo, si produce immediatamente una reazione infiammatoria nella zona infettata. Si libera una sostanza chimica chiamata istamina che produce l’infiammazione, attivando i fagociti che raggiungono la zona in cui si è verificata la penetrazione dei microbi e li distruggono.

– Attraverso l’azione dei fagociti o globuli bianchi e dei linfociti.

I fagociti sono globuli bianchi che raggiungono istantaneamente le zone dell’infezione. Stabiliscono un contatto con il microrganismo inglobandolo al loro interno dove viene “digerito” e quindi eliminato come rifiuto.

I linfociti sono le cellule più abbondanti del sistema immunitario. Molti milioni di questi perlustrano continuamente il corpo, alla ricerca di qualsiasi nemico invasore. I linfociti sono presenti soprattutto nelle ghiandole, nella milza, nel timo e nel fegato.

fagociti o globuli bianchi

Test per rilevare carenze nel sistema immunitario.

Oltre alle ghiandole e alle parti del corpo menzionate come il timo, la milza e i vari gangli, che sono strettamente vincolati al sistema di difesa, dobbiamo anche tenere in considerazione il midollo spinale e le ghiandole surrenali che possono provocare disfunzioni nello sviluppo delle azioni del sistema immunitario.

Conseguentemente, per eseguire una diagnosi dello stato del nostro sistema immunitario possiamo utilizzare i filtri del kit del sistema immunitario, in cui testeremo i principali elementi che formano parte dello stesso. Se uno di questi modifica l’AR, significa che esiste una carenza in questo sistema.

Quindi dovremmo testare gli organi inclusi nel buon funzionamento di questo e localizzare se ve ne sia qualcuno che sta operando in eccesso o in difetto.

Infine, cercheremo un trattamento appropriato per fortificare o ristabilire il funzionamento del sistema immunitario.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

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