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Nov 26, 2015

Come liberarsi rapidamente da un raffreddore

Raffreddore

I cambi di stagione e gli sbalzi di temperatura sono generalmente accompagnati da raffreddori improvvisi e dai fastidiosi sintomi che ne conseguono. Per questo, per non farvi cogliere impreparati, ecco alcuni consigli per liberarvene rapidamente oppure, se è già in corso, per guarirne molto più velocemente.

La prima regola, che è anche la più importante, consiste nel mantenere il nostro sistema immunitario in ottimo stato in modo che in presenza di un invasore, per esempio un virus o un batterio, questo possa essere attaccato e neutralizzato.

Durante un’infezione, l’agente virale che ci invade e lo stesso sistema immunitario producono radicali liberi per distruggersi reciprocamente. Questo comporta la generazione di molte tossine che, se non eliminate, si accumuleranno debilitando questa zona e creando un focus tossico.

Il modo ideale per eliminare tutte queste tossine è attraverso i nutrienti antiossidanti. Oltre a questo gruppo di nutrienti, dovremo aggiungere, non appena scopriamo il tipo di agente invasore, a seconda che si tratti di un virus o un batterio, l’assunzione di un farmaco antivirale o un farmaco antibatterico.

La vitamina C è un nutriente particolarmente efficace contro i virus e anche l’aglio è rinomato per le sue spiccate proprietà antibatteriche, antibiotiche e antivirali.

Il trattamento deve essere cominciato quanto prima, all’insorgenza dei primi sintomi, in modo da ristabilire il nostro stato di salute prima che si produca un’infezione.

Di conseguenza, se una mattina svegliandoci ci sentiamo più stanchi del solito, e avvertiamo mal di testa, prurito alla gola, naso particolarmente chiuso e una certa pesantezza mentale, è molto probabile che un invasore stia attaccando il nostro organismo.

In questi casi, se l’attacco è violento, generalmente compare uno stato febbrile poiché il nostro sistema immunitario si sviluppa meglio in un ambiente caldo. Se accade, dovremo collaborare con il nostro sistema di difesa e restare in luoghi caldi lasciando che il corpo si riposi.

Durante l’infezione, è preferibile assumere pasti leggeri con alimenti naturali, crudi o poco cotti, che apportano molta energia e non sovraccaricano l’organismo di sostanze tossiche. Occorre tenere presente che, in questo processo virale, il corpo sta lavorando assiduamente per eliminare i prodotti di rifiuto. Per aiutarlo, è importante bere molta acqua o infusi depurativi o diuretici.

Aglio

La congestione nasale ci costringe a respirare dalla bocca, determinando la secchezza delle membrane mucose delle vie respiratorie. Questo è un fatto negativo, poiché i virus si sviluppano meglio in ambienti secchi. Pertanto, se manteniamo umide le vie respiratorie, assumendo liquidi, i virus non prospereranno. E, se oltre ad assumere liquidi, questi sono caldi, aiutiamo anche il nostro sistema immunitario a neutralizzare il virus.

È consigliabile evitare il sale, poiché trattiene i liquidi e, con questi, le mucosità e le sostanze tossiche. Conviene inoltre ridurre gli alimenti grassi, che producono più mucosità, latticini, uova o carne.

Sia per prevenire, sia per curare il raffreddore, è importante assumere abbondanti succhi di frutta, per lo più di agrumi, per l’alto contenuto di vitamina C. I virus, infatti, non possono sopravvivere in un ambiente ricco di vitamina C.

Non appena si notano i primi sintomi, è consigliabile mangiare un pezzetto di aglio crudo (per l’elevato contenuto di allicina) o cipolla (per l’elevato contenuto di quercetina) per allontanarli; se si interviene in tempo, è perfino possibile riuscire a evitare il malanno.
Come attestato da varie ricerche, entrambi gli alimenti riescono a distruggere i virus che scatenano raffreddore e influenza. Se non gradite il sapore dell’aglio, è possibile acquistarlo in capsule e ottenere lo stesso effetto benefico.

Oltre alla vitamina C, altre sostanze che concorrono a disintossicare l’organismo dai radicali liberi sono vitamina A e betacarotene, vitamina E e oligoelementi come lo zinco o il selenio. Entrambi sono componenti degli enzimi superossido dismutasi (SOD) e della glutatione perossidasi (GSPx) rispettivamente, importantissimi nella disintossicazione cellulare e per la riduzione dei radicali liberi.

Per osservare più nel dettaglio la necessità di antiossidanti nel test kinesiologico, possiamo utilizzare la fiala dei radicali liberi in un test basico. Le fiale di SOD, GPSx di un test del sistema endocrino, così come le fiale di minerali e vitamine.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Nov 19, 2015

Perché bisogna mangiare alimenti crudi e loro rapporto con gli enzimi

Enzimi nutritivi

Gli enzimi vengono spesso trascurati, ma è stato senza dubbio dimostrato che ricoprono un ruolo molto importante nel funzionamento del nostro corpo.

Sono infatti i catalizzatori delle reazioni chimiche dell’organismo. In poche parole, ogni variazione chimica che avviene nel nostro corpo dipende dall’azione degli enzimi. Tenendo conto del fatto che l’intero funzionamento del nostro organismo dipende da costanti reazioni chimiche, gli enzimi hanno un’importanza vitale.

L’obiettivo finale di queste reazioni chimiche consiste nel produrre l’energia che le cellule devono usare per le loro funzioni, per gli apparati digerente, cardiovascolare, polmonare, per il sistema immunitario, ecc.

Per poter funzionare, gli enzimi devono essere provvisti di svariate proteine, vitamine, minerali e oligoelementi che ne costituiscono la struttura.

Possiamo dire che esistono tre categorie di enzimi:

– Gli enzimi digerenti, che si occupano di digerire gli alimenti.

– Gli enzimi metabolici, che regolano le reazioni chimiche del corpo.
Ogni reazione chimica prevede una serie di azioni nell’organismo, che consentono di conservare il metabolismo.

– Gli enzimi nutritivi, che provengono dagli alimenti crudi e aiutano ad avviare il processo della digestione, risparmiando una parte del lavoro agli enzimi digerenti.

Secondo il Dott. Howell, sin dalla nascita siamo dotati di un “Potenziale Enzimatico”, ovvero di una capacità specifica e limitata di produrre enzimi.

Gli enzimi digerenti svolgono 3 funzioni importantissime:

-L’enzima digerente “Proteasi” si occupa della digestione delle proteine.

-L’enzima digerente “Lipasi” si occupa della digestione dei grassi.

-L’enzima digerente “Amilasi” digerisce gli idrati di carbonio.

Come si vede, gli enzimi digerenti svolgono un grande lavoro ogni volta che mangiamo. Per questo motivo la natura mette a nostra disposizione gli enzimi nutritivi degli alimenti che collaborano alla digestione.

Se gli enzimi nutrienti svolgono dunque una parte del lavoro, il nostro potenziale enzimatico può ottimizzare le risorse destinando l’energia consumata nella produzione degli enzimi digerenti alla produzione degli enzimi metabolici.

Maggiore sarà la quantità di enzimi digerenti necessari per la digestione, minore sarà la capacità dell’organismo di produrre enzimi metabolici.
Si ricorda che questi ultimi sono di vitale importanza affinché il nostro organismo compia tutti gli scambi metabolici essenziali per il corretto funzionamento del corpo.

Papaya

Se dunque ci abituiamo a non inserire alimenti crudi nella nostra dieta, a mangiare molto e ad avere una digestione pesante, è molto probabile che il nostro organismo presenti un deficit in termini di capacità enzimatica e che non stia producendo sufficienti enzimi metabolici.
Purtroppo le abitudini alimentari di molte persone hanno fatto sì che questo problema diventasse frequente nella nostra quotidianità.

Il professore giapponese Ykie Niwa ha recentemente dimostrato con le proprie ricerche che nella maggior parte delle patologie importanti e delle problematiche di natura infettiva che colpiscono il sistema immunologico, l’organismo presenta una carenza di Super Ossido Dismutasi (SOD),ovvero l’enzima metabolico incaricato di distruggere i radicali liberi. Sono alimenti ricchi di SOD l’aglio, la cipolla e lo zenzero.

È possibile avere sempre a disposizione il quantitativo ottimale di enzimi metabolici inserendo nella dieta alimenti crudi. Con questo accorgimento si potranno evitare innumerevoli patologie.

Non è poi così difficile se prendiamo l’abitudine di iniziare i pasti con un’insalata a base di frutta e/o verdura.

Secondo la signora Catherine Kousmine, oltre alla frutta fresca e alle verdure crude possiamo trovare enzimi nutrienti anche nei legumi, nei cereali integrali, nella frutta secca, nei germogli e nei prodotti fermentati come lo yogurt, il kefir o il chucrut.

Nello specifico, sono fonte di enzimi nutrienti frutti quali ananas, papaya, avocado, banana, mango o kiwi.

Il calore distrugge gli enzimi nutrienti a partire dai 47 gradi, quindi per cucinare legumi e cereali senza distruggere la loro attività enzimatica è sufficiente metterli a bagno la sera prima.

Per diagnosticare una carenza di enzimi, vitamine, minerali o di oligoelementi, è disponibile il kit base per la diagnosi.

 

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

 

 

Ott 30, 2015

Che cosa dobbiamo sapere sull’artrite reumatoide?

Artrite Reumatoide

L’artrite reumatoide è una disfunzione del sistema immunitario che provoca debolezza, affaticamento, febbre, anemia e altri problemi, caratterizzata da uno stato infiammatorio che interessa principalmente le articolazioni. È una delle patologie autoimmuni, in cui l’organismo attacca i propri tessuti sani, confondendoli per aggressori esterni.

Per una buona diagnosi kinesiologica delle patologie autoimmuni, si raccomanda la consultazione del nostro breve articolo sulle Patologie autoimmuni in kinesiologia”.

Nella sua forma più lieve, l’artrite reumatoide si caratterizza per la comparsa di disturbi articolari che determinano la perdita di cartilagine ed erosione ossea. Solitamente le aree maggiormente interessate sono mani e piedi, polsi, caviglie, ginocchia, gomiti e spalle.

In base al tipo di artrite da cui si è affetti, la risposta infiammatoria associata alla patologia può manifestarsi in più articolazioni, limitarsi a una sola articolazione o estendersi perfino a muscoli, tendini, legamenti, organi interni e anche alla pelle.

Esistono vari fattori che sembrano influire sull’origine dell’artrite reumatoide:

L’artrite si sviluppa in soggetti predisposti tramite l’azione di un fattore ambientale di tipo batterico, virale, fungino, immunologico o chimico. Tale fattore ambientale produce una risposta immunitaria anomala in cui le difese stesse dell’individuo attaccano l’articolazione, provocando una reazione infiammatoria.

Il fattore genetico è la causa principale della predisposizione di un individuo a contrarre questa patologia.

Anche la scarsa lubrificazione delle articolazioni può concorrere alla sua manifestazione. Il responsabile della lubrificazione delle nostre articolazioni è il liquido sinoviale che, tuttavia, potrebbe perdere la sua funzione benefica a causa di una cattiva alimentazione. Per porvi rimedio, dobbiamo ingerire alimenti ricchi di aminoacidi, acidi grassi essenziali, vitamine, oligoelementi e minerali.

Può esservi anche uno squilibrio ormonale, con conseguenti alterazioni di calcio nell’organismo. Ciò significa che il problema non è la carenza di calcio ma che la sua regolazione si verifica in modo non corretto o non equilibrato, provocando depositi in luoghi sbagliati invece che nelle ossa e nelle articolazioni.

Questo comporterà la creazione di porosità in tali ossa o articolazioni predisponendoli a una maggiore degradazione.

Per evitare questa condizione, è opportuno fare esercizio fisico moderato, non seguire una dieta acidificante, vale a dire evitando caffè, alcol, alimenti con zucchero bianco (raffinato), farine raffinate, non consumare troppa carne né grassi saturi, evitare lo stress eccessivo e mantenere il controllo degli ormoni tiroidei nel sangue, poiché lo squilibrio di questi ormoni si ripercuote a sua volta sulla regolazione del calcio.

alimentazione

Come si può notare, lo stile di vita ha un impatto notevole sullo sviluppo e sul trattamento dell’artrite reumatoide.

Inoltre, è stato osservato che nelle società con un tipo di alimentazione più primitiva non si riscontrano soggetti affetti da artrite reumatoide ed esiste, invece, una relazione diretta con società sviluppate che basano la loro dieta su alimenti industrializzati, raffinati e manipolati.

Pertanto, più la nostra alimentazione è naturale, più il nostro organismo ne gioverà e meno probabilità avremo di contrarla. Allo stesso modo, è bene evitare sostanze tossiche alimentari quali conservanti, coloranti, antiossidanti, aromatizzanti, pesticidi o metalli pesanti.

Una dieta inadeguata è solitamente associata a un deficit di vitamine, minerali e oligoelementi, carenza che va compensata il prima possibile.

Qualora necessario, tra le vitamine che dovremmo apportare in modo complementare vi sono le vitamine C, A, E, D, B2, B5, B6, B12 e l’acido folico. In particolare, la vitamina B5 migliora la rigidità mattutina, il dolore e la limitazione funzionale. Normalmente, nei casi di artrite reumatoide si riscontrano livelli considerevolmente bassi di questa vitamina.

Per quanto riguarda minerali e oligoelementi, giocheranno un ruolo importante calcio, magnesio, silicio, manganese, fosforo, zolfo, fluoro, zinco, rame e boro.

Altro aspetto importante da non sottovalutare è il controllo degli alimenti che tendono a causare allergie. In alcuni casi, la persona potrebbe non essere consapevole del fatto che un alimento le stia provocando una particolare intolleranza e che semplicemente eliminandolo dalla sua dieta potrebbe prodursi un miglioramento sostanziale della patologia e persino la sua remissione.

Nel tempo, si è inoltre riscontrato che problemi nella flora intestinale possono causare permeabilità intestinale provocando il passaggio nel sangue di sostanze tossiche che possono accumularsi nelle nostre ossa e articolazioni. Quando il nostro sistema immunitario avverte questi aggressori esterni, come reazione attacca il nostro stesso organismo. Pertanto, è importante mantenere in costante equilibrio la flora intestinale di altre mucose e della pelle.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 15, 2015

Per chi è consigliabile la soia?

Benefici della soia

 La soia è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose, originaria dell’Asia, utilizzata da migliaia di anni. A partire dal 1950 la sua coltura ha iniziato ad assumere rilevanza a livello mondiale.

Le varietà di soia sono tre: la soia verde e la soia gialla, le più commercializzate, e la soia rossa o azuki, meno comune, ma proveniente, come le altre due, dal centro della Cina e della Corea.

Questo alimento vegetale si distingue principalmente per il suo alto contenuto di proteine di buona qualità, superiore a quello delle carni di normale consumo.

Cento grammi di soia contengono l’equivalente di 34,74 grammi di proteine mentre 100 grammi di carne di vitello apportano solo 20 grammi di proteine. Per questo motivo, il consumo di soia riveste una notevole importanza nelle diete vegetariane, sia sotto forma di legume o germoglio, sia come formaggio (tofu), olio o latte.

Il seme della pianta, o seme di soia, contiene un ormone simile agli estrogeni che si rivela molto efficace nel contrastare i disturbi legati alla menopausa femminile e all’andropausa maschile.

In questa fase della vita, il corpo blocca la produzione di estrogeno e la soia contribuisce a compensarne la carenza in modo naturale.

È inoltre consigliabile effettuare un Test dell´apparato endocrino per tenere sotto controllo e regolare tali squilibri ormonali responsabili in modo particolare dell’insorgenza di alcuni disturbi nelle donne.

Un altro grande vantaggio della soia è il suo alto contenuto di fibra: 100 grammi di soia forniscono 20 grammi di fibra, e sotto questo aspetto si rivela una preziosa alleata per contrastare molti problemi di salute.

  • L’elevato apporto di fibra favorisce la prevenzione o la regressione della stitichezza.
  • Rallenta il passaggio di glucosio o zucchero nel sangue, impedendo i picchi glicemici che destabilizzano i livelli di glucosio nei diabetici. Pertanto, è un alimento particolarmente appropriato per il trattamento del diabete.
  • Riduce i livelli di colesterolo e previene l’arteriosclerosi.

 Grazie alla sua concentrazione di isoflavoni, la soia è un alimento cardioprotettore. È ricca di acidi grassi polinsaturi, considerati “grassi buoni”. A partire dai 40 anni si raccomanda il consumo di olio di soia per i suoi effetti benefici contro ipercolesterolemia, ateromatosi, arteriosclerosi, ipertensione arteriosa, problemi circolatori e iperuricemia.

Tofu

Inoltre, dopo uova e sesamo, è il nutriente più ricco di lecitina. Risale all’anno 1952 la scoperta dell’importante contributo della lecitina nella cura delle lesioni cerebrali e ancora oggi viene utilizzata con grande efficacia e successo per problemi cardiovascolari e del sistema nervoso. Contribuisce anche alla pulizia del fegato e a purificare i reni.

Con il 23,5% di idrati di carbonio è assolutamente indicata nelle diete per diabetici o persone obese.

È particolarmente ricca di minerali alcalinizzanti come potassio, fosforo, calcio, magnesio, ferro, zolfo, fluoro, rame e zinco.

Fonte di vitamine A, B, E, D e K che contribuisce in misura notevole all’apporto vitaminico nel corpo, il suo consumo è particolarmente appropriato per le donne durante la gravidanza, per lo sviluppo, per le emorragie, per la diarrea cronica o per i malati epatici.

Grazie al basso contenuto di sodio e cloro, la soia è un valido alleato per le diete senza sale. Povera di amido e senza glutine né lattosio, è un alimento adatto per chi soffre di celiachia o intolleranze al lattosio.

Va detto che i semi di soia risultano difficili da digerire, ovvero richiedono una digestione molto lunga, e per questo motivo possono causare flatulenza. Questo piccolo inconveniente, non è una peculiarità esclusiva della soia ma è tipica di tutti i legumi ed è dovuta alla cellulosa della loro buccia esterna.

Di conseguenza, prima di cucinarli, si raccomanda di lasciarli in ammollo per intenerirli leggermente, e di procedere quindi a una cottura prolungata. Per facilitarne la digestione, è fondamentale masticarli e insalivarli bene.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 8, 2015

La febbre ha effetti benefici?

Febbre

La febbre è un meccanismo di difesa, regolato in modo molto preciso, messo in atto dal nostro organismo in risposta a fattori esterni, dannosi per la nostra salute.

Quando la temperatura corporea aumenta a causa della febbre, si producono dei processi di combustione nell’organismo e i rifiuti trattenuti al suo interno vengono degradati e consumati sotto forma di energia come via di eliminazione.
In altre parole, tutte quelle tossine che abbiamo accumulato e che rimangono intrappolate nel nostro organismo, vengono degradate per effetto della combustione prodotta dall’elevata temperatura interna.

Spesso, a causa di una cattiva alimentazione o dell’ambiente circostante, tendiamo a generare tossine che si depositano in zone troppo profonde e che, in molti casi, sono eccessivamente grandi e impossibili da espellere tramite le normali vie di evacuazione o eliminazione.
La febbre fa sì che queste particelle si riducano di dimensione, si stacchino e possano essere eliminate.

Possiamo quindi affermare chiaramente, che malgrado i sintomi più o meno acuti che manifestiamo in presenza di febbre, tali sintomi fanno parte di una reazione benefica e consapevole del corpo che ci permette di realizzare una pulizia e depurazione interna.
Dopo questo processo naturale, si potrebbe dire che il nostro organismo ha portato a termine la sua “messa a punto” per continuare a funzionare nel modo corretto.

Tuttavia, cosa accade a livello anatomico perché la febbre possa compiere la sua funzione depurativa?
Ebbene, quando il nostro sistema immunitario aumenta la temperatura corporea, l’organismo si sente minacciato dal calore eccessivo. Per compensare questo calore e riuscire a mantenere il suo equilibrio termico, l’organismo risponde con tre reazioni diverse.

Vasi sanguigni

Da un lato, i nostri vasi sanguigni si dilatano, ossia, aumentano di dimensione così da aprirsi, per certi versi, verso l’esterno in modo da non trattenere il calore.

Con l’aumento delle dimensioni, aumenta il flusso sanguigno che scorre al loro interno, il sangue circola più facilmente e rapidamente restando in costante movimento, esso rimane freddo e di conseguenza raffredda al suo passaggio i vasi sanguigni.

Questa reazione dei vasi sanguigni, si produce principalmente nei capillari. Ricordiamo che i capillari sono minuscoli vasi sanguigni che collegano i nostri organi con le vene e le arterie principali del corpo.
Di conseguenza, quando questi capillari si dilatano, il sangue che irrora il resto del corpo riesce ad accedere agli angoli più impenetrabili dell’organo in questione, trasportando con sé le tossine accumulate al suo interno per rilasciarle nella circolazione sanguigna ed essere successivamente eliminate.
I capillari rimasti ostruiti per l’eccesso di tossine, irrorati nuovamente dal sangue, tornano a funzionare correttamente e rimangono liberi così da consentire il trasporto ottimale delle sostanze nutritive necessarie al tessuto organico che collegano.

La seconda reazione consiste nell’accelerazione della circolazione sanguigna. Come si è detto nel paragrafo precedente, il sangue scorre più rapidamente nel tentativo di impedire che rimanga troppo tempo in contatto con la fonte di calore, raffreddando i tessuti surriscaldati.
Questa velocità, tuttavia, non solo contribuisce al raffreddamento ma permette anche il trascinamento dei rifiuti incrostati nelle pareti dei vasi sanguigni.

La terza e ultima reazione è interpretata dalla nostra pelle, che inizia a traspirare eccessivamente in modo che l’organismo possa cedere all’esterno il calore accumulato attraverso l’evaporazione. Ciò significa che sudiamo per perdere calore e, durante il processo, eliminiamo gran parte delle tossine.

Per conoscere il livello di rifiuti che sta accumulando il nostro organismo, in kinesiologia è possibile realizzare il test delle tossine e stabilire se sia necessario procedere con una pulizia  di “messa a punto”.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 1, 2015

Quali reazioni provoca lo stress nel nostro corpo e quali principi nutritivi sono efficaci per mitigarne l’effetto?

 Stress

Lo stress è una risposta automatica del nostro organismo quando si presentano circostanze minacciose o provocatorie.

Nella preistoria l’uomo attivava questa risposta spontanea del corpo quando aveva bisogno di fuggire da un predatore o combattere per proteggersi da un pericolo imminente.
Oggi le situazioni che allertano il nostro organismo per aiutarlo a superare le difficoltà sono molto diverse, ma la reazione organica è la medesima.

Potremmo dire che lo stress si verifica quando le circostanze della nostra vita superano la nostra capacità di affrontarle e chiediamo dunque al nostro corpo un maggiore sforzo, sia esso di natura fisica o psicologica.

Purtroppo è molto difficile poter condurre una vita costantemente senza stress. Ci sono sempre situazioni che possono provocarci stress nel corso della giornata.

Possiamo dire che esistono tre tipi di stress:

–  Stress interno: è quello che si verifica all’interno del corpo, a livello organico.

–  Stress esterno: è quello più noto, ovvero lo stress derivante da cause esterne che improvvisamente ci creano stress, come il clacson di un’auto o l’assalto di un ladro.

–  Stress psicologico: si genera in presenza di situazioni negative o comunque che provocano emozioni.
Situazioni che provocano emozioni stressanti, come la preparazione di un esame, l’arrivo di parenti che non si vedono da tanto tempo, un nuovo lavoro o anche uno stress negativo, come la mancanza di lavoro, rapporti negativi, ecc.

Indipendentemente dal tipo di stress che viviamo, gli effetti sugli organi e le funzioni corporali si presentano in maniera analoga.

Sono il  cuore e il sistema cardiovascolare gli organi che esercitano il maggiore sforzo in queste situazioni. Ma anche il sistema immunitario vede ridotte le proprie capacità, poiché l’organismo, cercando di individuare le priorità, decide di impiegare più energia in altre funzioni organiche fondamentali per superare la situazione di pericolo o di stress. Ciò comporta un abbassamento delle difese immunitarie in caso di infezioni di ogni tipo o malattie varie.

Adrenalina

In circostanze di stress, parte dell’attività dell’organismo viene generata dalle ghiandole surrenali. La funzione di queste ghiandole è quella di regolare il metabolismo e di mantenere l’organismo in situazioni di stress tramite la sintesi principale di glucocorticoidi, come il cortisolo e catecolamine, quali adrenalina, noradrenalina e dopamina.

–  I Glucocorticoidi vengono rilasciati quando determinati stimoli estremi come le emozioni intense provocano uno stato di stress.  L’effetto del loro rilascio non pare aiutare contro lo stress, ma senza dubbio provoca una riduzione delle funzioni del sistema immunitario, impedendo la generazione delle cellule che producono gli anticorpi e inibendo i processi antinfiammatori che ci proteggono da virus, batteri, funghi, ecc.

–  L’ Adrenalina è un ormone vaso-attivo o vaso-dilatatore che viene rilasciato in situazioni di allerta e che consente al corpo di fornire una risposta rapida in caso di pericolo.  L’aspetto negativo è che più adrenalina rilasciano le ghiandole surrenali, maggiore sarà lo stato di stress.

–  La Noradrenalina aumenta lo stato di veglia e dunque lo stato di allerta dell’individuo, da cui deriva la difficoltà di conciliare il sonno.

–  La Dopamina provoca l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

 La ghiandola surrenale svolge dunque un ruolo importante nelle situazioni di stress.

Esiste una serie di principi nutritivi utili per il trattamento dello stress e per aiutare gli organi che prendono parte a tale reazione.

Le vitamine A, C ed E, sali minerali quali selenio, germanio, zinco, rame e manganese combattono i radicali liberi che si producono nelle situazioni di stress. Tali antiossidanti si trovano in kiwi, prugne, pomodori, ortaggi arancioni, gialli, rosso e verde scuro, semi di sesamo, di girasole e di zucca e il pesce.

La vitamina B5, C e il magnesio sono necessari per il corretto funzionamento delle ghiandole surrenali.
Pertanto, per aiutare a controllare gli effetti dello stress a cui ci esponiamo quotidianamente, è importante inserire nella nostra dieta alimenti che contengano questi re principi nutritivi.

–   Gli alimenti notoriamente ricchi in vitamina C sono il kiwi, gli agrumi, le patate e i peperoni.

–   Gli alimenti ricchi in magnesio sono i cereali, gli ortaggi a foglia verde, i germi di grano, la soia, le mandorle, il baccalà e lo sgombro.

–   Gli alimenti ricchi in vitamina B5 sono i cereali integrali, gli ortaggi a foglia verde, la carne e i latticini.

Attraverso ciò che mangiamo mettiamo a disposizione dell’organismo le armi per difendersi e mantenersi in condizioni ottimali.  Non dobbiamo dunque relegare la nostra alimentazione in secondo piano, poiché da essa dipende la maggior parte dei processi organici che se mancano comportano un rischio per la salute.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Set 17, 2015

Come possono le emozioni negative provocare patologie fisiche?

L’equilibrio psico-emotivo è un fattore importante di cui tenere sempre conto in caso del trattamento di qualsivoglia stato doloroso o patologia.

Tramite i meridiani dell’agopuntura le emozioni si rapportano al campo energetico, agli organi e anche alla struttura corporea.

Come ha scoperto il Dott. John Diamond esiste un rapporto molto stretto tra determinate emozioni e certi organi. Questi possono risultare compromessi nel caso in cui non si domini o controlli il proprio stato emotivo.

Ogni atteggiamento emotivo negativo blocca la circolazione energetica del relativo meridiano, interessando gli organi connessi a tale meridiano.

I conflitti psichici impediscono il corretto funzionamento delle correnti energetiche corporee, provocando una tensione da cui dipendono eventuali disturbi al normale funzionamento degli organi, che perdurando nel tempo finiscono col provocare lesioni gravi.

Effettuare costanti controlli sullo stato dei meridiani e lo sblocco mediante agopuntura, fiori di Bach o affermazioni positive consente di mantenere in equilibrio la nostra energia vitale e di prevenire eventuali conseguenze per la salute.

Da un punto di vista psicosomatico è possibile affermare che sono 4 le parti del cervello che svolgono un ruolo fondamentale nell’influenza di pensieri e sensazioni sul metabolismo e sul funzionamento del corpo umano.

1-      La corteccia funziona come un pc e il compito di ricevere tutte le informazioni che arrivano dall’esterno tramite i sensi.
Ciascuna informazione trasmessa dai vari sensi viene raccolta da una parte o dall’altra della corteccia.  Quindi le informazioni ricevute vengono confrontate con i dati già archiviati (esperienza, pensieri, …) e salvate.

2-      Anche il talamo riceve informazioni direttamente dall’esterno, ma sotto forma di stimoli sensoriali, ovvero termici, chimici, ecc. che hanno la facoltà di esagerare quelli rilevanti e inibire quelli che secondo lui no lo sono.

3-      Quindi è il turno del grande Ipotalamo, principale punto di integrazione tra il sistema nervoso e quello endocrino. Questi riceve gli impulsi nervosi dalla corteccia e dal talamo e impartisce gli ordini di generare tutte le variazioni necessarie nel nostro corpo.
In parole semplici, l’ipotalamo è il responsabile che si fa carico di impartire gli ordini affinché tutte le funzioni e gli organi del corpo entrino in funzione.

4-      L’ipofisi riceve gli ordini direttamente dall’ipotalamo e si fa carico di coordinare le rispettive azioni.
Nello specifico l’ipotalamo ordina che vengano rilasciati gli ormoni o che ne venga inibito il rilascio (in funzione dei messaggi previamente ricevuti dalla corteccia o dal talamo). Quindi l’ipofisi coordina e trasmette l’ordine alle varie ghiandole del sistema endocrino.

Tra le ghiandole effettivamente coinvolte nelle emozioni troviamo le surrenali, che secernono troppi ormoni tra cui il cortisolo (ormone responsabile dello stress), estrogeni e adrenalina. Nello specifico le emozioni sono solitamente accompagnate da secrezioni di adrenalina che, se in eccesso, disturbano il funzionamento di un’altra importante ghiandola: la tiroide.

Le reazioni fisiologiche derivanti da questo processo sono identiche a quelle scatenate impulsivamente nelle situazioni di pericolo, nelle quali il corpo si prepara a difendersi, agire o fuggire.

Se non riusciamo a liberarci dallo choc emotivo, al reazione fisiologica persiste, comportando alterazioni all’organismo.

Giunti a questo punto è importante menzionare il ruolo svolto dal nostro sistema nervoso autonomo (sistema nervoso simpatico e parasimpatico) nella risposta finale dei vari organi del corpo.

Il sistema nervoso simpatico è il nostro sistema di emergenza, che si avvia quando dobbiamo affrontare uno stress di qualsivoglia natura, trasmettendo impulsi nervosi a varie parti del corpo necessarie per reagire e determinando rapidi cambiamenti generali in tutto l’organismo.
Il sistema nervoso parasimpatico funge da contrappeso della funzione simpatica, che aiuta a restituire all’organismo il suo normale stato.

Nella tabella seguente si mostrano le varie reazioni del corpo rispetto all’attivazione del sistema nervoso simpatico in seguito agli ordini impartiti dall’ipotalamo del cervello.

Pertanto il perdurare nel tempo delle emozioni negative, quali uno stile di vita controproducente, pregiudizi che ci limitano, responsabilità assunte, stress, ansia, ecc.  possono provocare nel corpo effetti collaterali a lungo termine.

Con la chinesiologia è possibile agevolare lo sblocco di situazioni quotidiane in essere, traumi passati, migliorare l’autostima o qualsiasi blocco emotivo che alteri il nostro equilibrio esca dallo stato di allerta e ripristini la propria omeostasi o equilibrio energetico e funzionale.

 

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

 

Nutrizione e kinesiologia

Il digiuno, gli integratori dietetici e gli alimenti ristabiliscono l’equilibrio (omeostasi del corpo), agevolano la disintossicazione e fanno fronte a eventuali deficit nella nutrizione. Per un approccio nutrizionale personalizzato, è importante eseguire un test kinesiologico.

La nutrizione e la kinesiologia

La kinesiologia viene utilizzata per ottenere informazioni in merito al sistema bioenergetico del corpo e per aiutare a scoprire gli squilibri nutrizionali nascosti, quali carenze nutrizionali o intolleranze a determinati alimenti, che possono in quale modo compromettere costantemente e impercettibilmente la salute del paziente.

La terapia nutrizionale approcciata dalla kinesiologia può essere utile per risolvere tantissimi problemi di salute, tra cui:

  • Disturbi gravi
  • Sindrome da intestino irritabile
  • Candidiasi
  • Candida
  • Affaticamento
  • Emicrania
  • Febbre da fieno
  • Difese immunitarie basse
  • Eczema
  • Sterilità

La kinesiologia è uno strumento di valutazione che si avvale prevalentemente dell’impiego del test per le intolleranze alimentari al quale si aggiungono le conoscenze apportate dalla terapia nutrizionale e dalle teorie di autori quali Jean Seignalet, Catherine Kousmine o Hereber Shelton per aiutare a gettare le basi adeguate di una corretta alimentazione.

In questo modo sarà possibile stabilire cosa sia corretto per ciascun individuo a livello alimentare entro determinate regole alimentari (corretta combinazione di alimenti, genetica alimentare, alimenti proibiti…) che aiutano a ripristinare gli squilibri nutrizionali e a gettare le basi per una corretta salute futura.

Nutrizione e sensibilizzazione agli alimenti 

Si stima che il 45% delle persone soffrano di sintomi da intolleranza. Ciascuno di noi ha la propria unica biochimica. Un alimento specifico può causare problemi di salute per un individuo ed essere completamente assimilabile per un altro.

Il termine kinesiologia fa riferimento allo studio dei muscoli e al movimento del corpo. Per questo nell’ambito della medicina naturale, questa disciplina viene impiegata in un contesto di diagnosi in tutti i settori. I muscoli evidenziano lo stress e gli squilibri di tutto il corpo. In ogni campo specifico ci risulta possibile individuare deficit nutrizionali, intolleranze, combinazioni alimentari adeguate e preferenze alimentari.

Non dimentichiamo che una scorretta alimentazione può determinare importanti problemi di immunità, in particolare se non ne siamo consapevoli e si protrae nel tempo. Accade spesso che non rendendoci conto di questo danno portiamo avanti abitudini non corrette a lungo, fino a quando il danno diventa importante e più difficile da correggere. Da qui nasce l’importanza di ottenere il profilo nutrizionale del nostro paziente. Molte patologie dalla “causa sconosciuta” possono scomparire correggendo l’alimentazione.

Oltre al malfunzionamento generale del sistema digerente che può addirittura aumentare la tossicità cellulare del nostro organismo, impedendo il corretto metabolismo cellulare, articolo 27 di Novembre 2013 del Blog Kinepharma “Intossicazione cellulare e relativo trattamento”. Le conseguenze possono essere le seguenti:

  • Stitichezza e diarrea.
  • Problemi di digestione.
  • Abbassamento delle difese immunitarie.
  • Problemi autoimmuni. (morbo di Crohn, patologie neurodegenerative, ecc.).
  • Patologie neurodegenerative.
  • Cancro.

Questo tipo di patologie, in particolari quelle autoimmuni causate da una non corretta alimentazione, sono spiegate molto bene nel libro del medico e ricercatore francese Jean Seignalet “L’alimentazione ovvero  la terza medicina”.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Benefici del vegetarianismo

Sono molti i benefici per la salute del vegetarianismo, purché praticato in modo corretto. Ma lo sapevi che essere vegetariano non è così semplice e non significa eliminare la carne dalla propria dieta? Ci sono alcuni principi nutrienti contenuti nei prodotti di origine animale che possono mancare nella dieta del vegetariano quali proteine, ferro, calcio e vitamina B12.

Tipi di vegetarianismo

I vegetariani sono persone che basano la loro dieta prevalentemente su alimenti di origine animale. Esistono vari tipi di vegetariani.

  • Latto-ovo-vegetariani: sono le persone che consumano latticini e uova, ma evitano carne, pollame e pesce
  • Latto-vegetariani: sono le persone che mangiano i latticini ma non uova, carne, pollo o pesce
  • Ovo-vegetariani: sono le persone che mangiano le uova ma non latticini, carne, pollo o pesce
  • Vegani: sono le persone che non mangiano nessun tipo di prodotto animale, incluse uova e latticini

Per molto tempo sono state condotte ricerche sui benefici per la salute di una dieta vegetariana equilibrata. Essi includono un miglioramento in termini di rischio di patologie cardiache e la riduzione di alcuni tipi di cancro, sebbene noi di Kinepharma riteniamo che influiscano positivamente su tutti.

I vegetariano mostrano inoltre un peso più sano rispetto alle persone che mangiano carne, una pressione arteriosa più bassa e una minore propensione allo sviluppo del diabete.

I calcoli biliari, la stitichezza e la diverticolite sono problemi più probabili nelle persone che seguono questo stile di vita rispetto ai non vegetariani. Molte persone si stanno convertendo al vegetarianismo o al veganismo per questioni personali, quali la salute, la tutela ambientale o il desiderio di non consumare prodotti di origine animale per rispetto nei confronti degli animali stessi.

Benefici del vegetarianismo

Sebbene la dieta vegetariana o vegana offrano grandi benefici per la salute, possono presentare anche alcuni inconvenienti. Esistono vari tipi di vegetarianismo che possono rientrare nel termine generico di “vegetariano”. Una persona può essere semi-vegetariana, ovvero mangiare pollo e pesce ma nessun’altra tipologia di carne.

Quella vegana è la tipologia di vegetarianismo più rigida in assoluto. Chi segue una dieta vegana non consuma nessun prodotto né sottoprodotto di origine animale. Compresi miele e lievito. Molti vegani estendono il concetto oltre gli alimenti, ovvero scelgono di usare o meno qualsivoglia prodotto derivante da un animale.

Una dieta vegetariana o vegana può essere molto sana e offrire grandi benefici, tra i quali i seguenti:

  • Cuore sano
  • Pelle sana
  • Più antiossidanti
  • Mancanza di allergie
  • Mancanza di diabete e problemi alla vescica biliare.

Sebbene siano parecchi i benefici associati a tutte le forme di vegetarianismo, è possibile che si verifichino dei problemi nel caso in cui la persona non segua una dieta equilibrata.

La scelta di non mangiare prodotti di origine animale fa sì che alcuni principi nutritivi in essi contenuti possano mancare nei vegetariani o vegani che non li integrano con fonti vegetali adeguate. In qualsiasi momento potrebbe dunque risultare necessario assumere integratori vitaminici, minerali o amminoacidi. È possibile eseguire una verifica in tal senso con un kit di vitamine, sali minerali e amminoacidi.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Perché gli antiossidanti sono importanti?

Man mano che il tempo passa, la sintesi degli enzimi Superossido dismutasi (SOD) o la Glutatione perossidasi (GSPx), dall’elevata attività antiossidante, si riduce, mentre aumenta l’intossicazione cellulare. Ne deriva l’importanza degli antiossidanti per combattere i radicali liberi.

Abbiamo già visto nel nostro articolo “I meccanismi di disintossicazione dell’organismo” che nella fase di attivazione le tossine si ossidano grazie a una serie di enzimi detti citocromi P450. I prodotti di questo processo metabolico sono instabili e se non vengono metabolizzati rapidamente danno vita ai cosiddetti radicali libri, determinando il cosiddetto stress ossidativo che provoca innumerevoli problemi di salute.

Il danno che provocano i radicali liberi nei tessuti dipende dall’equilibrio tra le specie reattive dell’ossigeno (tra le quali troviamo i radicali liberi) e le difese antiossidanti di cui dispone l’organismo umano.

Tali difese del sistema antiossidante agiscono contro l’azione dannosa dei radicali liberi. L’importante per la salute delle persone è l’equilibrio ossidativo, ovvero che i radicali liberi e gli antiossidanti siano equilibrati in modo tale da ridurre il danno al minimo.

Squilibrio ossidativo

È possibile perdere l’equilibrio tra i radicali liberi e gli antiossidanti in situazioni di stress, malnutrizione, malattia o come purtroppo spesso avviene ai giorni nostri a causa di eccessiva dipendenza da sostanze tossiche quali tabacco, alcol o caffè. È in quei momenti che si presenta lo stress ossidativo: in concomitanza con una riduzione dei sistemi immunitari dell’organismo e di un aumento della velocità di generazione delle specie reattive dell’ossigeno.

Il sistema immunitario è strettamente connesso all’ossidazione che accompagna il processo di invecchiamento. Se non fossimo dotati di un complesso sistema immunologico soccomberemmo di fronte alla notevole quantità di agenti e fattori esterni e interni che ci attaccano ogni giorno.

Principali antiossidanti

Quando ci chiediamo per quale motivo il ferro si ossida quando viene esposto agli agenti atmosferici o una mela diventa marrone quando la si taglia, ci stiamo interrogando sugli effetti distruttivi e dannosi degli agenti ossidanti (radicali liberi) che si trovano normalmente nell’ambiente. L’ossidazione provoca lesioni simili nelle cellule del nostro organismo.

Quando respiriamo, digeriamo, facciamo esercizio o semplicemente dormiamo, il nostro corpo produce agenti potenzialmente dannosi detti radicali liberi. Le reazioni a catena dei radicali liberi si ripetono ogni giorno innumerevoli volte. Tale situazione è peggiorata da altri agenti quali lo stress o l’inquinamento ambientale. Ma la natura ci offre dei mezzi per proteggerci da questi agenti: sono noti come antiossidanti e combattono i radicali liberi. Tra gli antiossidanti più importanti troviamo:

  • I carotenoidi quali il beta carotene.
  • La vitamina C.
  • La vitamina E.
  • La NAC (N-acetii-L-cisteina).
  • Il glutatione.
  • La L-cisteina.
  • Selenio e Zinco che compongono rispettivamente gli enzimi Super-ossido-dismutasi (SOD) e la Glutatione perossidasi (GSPx) sono importantissimi nella disintossicazione cellulare e nella riduzione dei radicali liberi.
  • Componenti che si trovano nelle piante come il ginkgo biloba, il mirtillo, il vino rosso (buccia dell’uva) e tè verde.

Per vedere in maniera più dettagliata il fabbisogno di antiossidanti nel test chinesiologico, è possibile usare la fiala dei radicali liberi in un test basico, o le fiale di SOD, GPSx in un test per il sistema endocrino, oltre alle fiale di sali minerali e vitamine.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

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