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Mag 12, 2016

L’importanza dei Sali di Schüssler e come diagnosticare carenze in Kinesiologia

Sali di Schüssler

I Sali di Schüssler possono rivelarsi molto utili per la cura di molte malattie croniche e per evitare la formazione di malattie funzionali, ossia patologie che ostacolano il buon funzionamento di alcuni dei nostri organi.

I Sali di Schüssler non sono altro che il frutto delle ricerche approfondite del dottor Wilhelm Heinrich Schüssler (1821-1898) che, insieme ad altri specialisti del tempo, diede vita a quella che oggi conosciamo come “biochimica”.

Schüssler iniziò le sue ricerche con l’obiettivo di creare una terapia che semplificasse gli infiniti rimedi dell’omeopatia.

Per portare a termine i suoi studi, si dedicò all’analisi delle ceneri dei corpi cremati. Scoprì che nei diversi tessuti e organi dell’essere umano predominano differenti sali minerali. Per questo motivo, i sali presenti in un particolare tessuto avrebbero potuto rappresentare una soluzione nel caso di una malattia riguardante il tessuto stesso.

Il Dottor Schüssler registrò numerose cartelle cliniche, appartenenti alle persone le cui ceneri venivano analizzate, prendendo in forte considerazione la loro data di nascita e il tipo di malattie che avevano contratto. Grazie a ciò, dimostrò che tutti i pazienti presentavano quantomeno la carenza di un sale fondamentale o base e di uno secondario o complementare. Queste carenze di sali minerali nei tessuti, poi, coincidevano con le malattie sofferte.

biochimica

La biochimica di Schüssler afferma che, nella composizione del nostro organismo, esistono in forma naturale 12 sali minerali, fornitici anche attraverso l’alimentazione, a partire dai quali si possono elaborare rimedi al fine di normalizzare le funzioni alterate del corpo, stimolandone il recupero.

Per esempio;

–          se durante il processo di crescita e di formazione delle ossa interviene, tra gli altri sali, il fosfato di calcio, è comprensibile e necessario fornire questa sostanza all’organismo in caso di rottura o di osteoporosi, in modo da permettere un corretto recupero.

–          se i sali che intervengono nel tessuto muscolare sono il fosfato di magnesio e il fosfato di potassio, si può giungere alla conclusione che possano essere utilizzati in modo soddisfacente nel caso si verifichino problemi alla muscolatura.

Un altro passo importante è stato quello di realizzare che, se i sali si presentano sotto forma di polvere, si diluiscono nell’acqua e si bevono a piccoli sorsi, la maggior parte di essi viene assorbita dalla mucosa orale. In questo modo, non seguendo il lento processo digestivo, l’acido cloridrico presente nello stomaco non interferisce e l’assorbimento è sicuramente maggiore.

Con la scoperta della diluizione omeopatica dei sali minerali, vennero rivelati i Sali di Schlüsser, 12 importanti minerali che armonizzano il metabolismo, dal momento che stimolano e regolano la sua capacità autocurativa senza rischi di effetti collaterali.

Ma come possiamo diagnosticare le carenze di sali minerali attraverso la kinesiologia?

Test diagnostico per le carenze di Sali di Schüssler

Per sapere esattamente di quale Sale ha bisogno il nostro corpo, collocheremo sopra il nostro ombelico il filtro diagnostico dei Sali di Schlüssler allo stato neutro, in modo da identificare una possibile carenza di sali minerali. Il cambiamento dell’AR ne indica la presenza.

Successivamente, facciamo passare ognuno dei 12 filtri di Sali di Schlüssler per determinare qual è quello necessario alla cura della nostra carenza.

Possiamo anche far passare direttamente i 12 filtri di Sali di Schlüssler, senza il bisogno di alcun filtro diagnostico, e verificare seduta stante quale sale può migliorare la nostra salute.

Analía Iglesias (analia@sibucas.com)

Kinepharma

Apr 21, 2016

Perchè il cromo è necessario per regolare il nostro livello di zucchero e per dimagrire

cromo, oligominerale

Il cromo è ben noto per l’importante funzione che riveste nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Questo oligominerale migliora l’efficienza dell’insulina, un ormone che dirige la circolazione degli zuccheri e dei grassi verso la parte interna delle cellule del nostro corpo, affinché possano essere utilizzati o immagazzinati sotto forma di energia.

Se i nostri livelli di cromo sono bassi, l’insulina non funziona nel modo corretto, creandosi così le condizioni necessarie per la formazione di patologie come il diabete mellito, l’obesità o malattie cardiache.

L’introduzione di cromo nella nostra dieta, allo scopo di controllare il diabete, può anche favorire la perdita di peso e ridurre i livelli di colesterolo. Si pensa, poi, che possa preservare o aumentare la massa corporea non grassa, o meglio mantenerla man mano che si dimagrisce.

Alcuni studi affermano che il consumo di cromo potrebbe agevolare l’aumento della muscolatura o comunque mantenerla nel momento in cui s’inizia a perdere peso. Se si prende in considerazione il ruolo del cromo nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, questa teoria può rivelarsi possibile.

Qualora si voglia perdere peso o massa grassa, è fondamentale seguire una dieta e svolgere esercizio fisico. Anche in questo caso, gli studi sottolineano l’importanza del cromo nella riduzione dell’indice di massa grassa rispetto al muscolo.

Senza dubbio, però, il cromo è in realtà noto per la sua capacità di migliorare l’efficienza dell’insulina.

L’insulina è l’ormone del nostro corpo che aiuta a trasportare gli zuccheri e i grassi alle nostre cellule. Successivamente, le cellule utilizzano o consumano questi zuccheri e questi grassi durante lo svolgimento delle loro funzioni organiche oppure lo immagazzinano sotto forma di energia.

Diciamo che l’insulina rappresenta la chiave che apre la porta della cellula, così che entri il glucosio, che si trova all’esterno (nel torrente sanguigno). Pertanto, quando non si produce sufficiente insulina (diabete di tipo 1) o quando la cellula non la riconosce (diabete di tipo 2), il glucosio (zuccheri e grassi) non può essere introdotto nelle cellule. Questo provoca un innalzamento evidente dei livelli di glucosio nel sangue e, in più, la mancanza di alimento o combustibile necessario affinché la cellula funzioni.

cromo,  frutta secca

Molti studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di cromo migliora l’attività dell’insulina nelle persone affette da diabete. Tutto ciò è molto positivo, dal momento che la bassa produzione d’insulina e la mancanza di sensibilità a questo ormone rappresentano problemi seri in questo scompiglio così comune al giorno d’oggi.

Il cromo è necessario, quindi, per il metabolismo del glucosio. Esso si può trovare in alcuni alimenti, come le prugne, la frutta secca, gli asparagi, le carni magre, i funghi e i grani interi. Tuttavia, la dose giornaliera raccomandata non deve essere raggiunta.

Inoltre, se consumiamo una grande quantità di alimenti zuccherini e carboidrati raffinati, come dolci, pasta o pane bianco, l’insulina perde la sua effettività.

In definitiva, l’assenza di cromo nel nostro organismo sembra aumentare il rischio di resistenza all’insulina, comportando a lungo andare lo sviluppo dei diabeti, malattie coronariche, così come la tendenza all’obesità addominale.

Pertanto, sia che lo si faccia per migliorare la dieta o come complemento allo scompiglio provocato dal diabete, è importante verificare i nostri livelli di cromo attraverso la chinesiologia, così come realizzare un test completo del sistema endocrino, con lo scopo di diagnosticare possibili carenze a livello delle ghiandole surrenali e del pancreas.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 14, 2016

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Tanto la soia quanto alcuni dei suoi derivati, come il tofu o il tempeh (semi di soia ai quali si aggiunge un particolare tipo di fungo affinchè avvenga la fermentazione), sembrano influire positivamente sul cancro uterino e mammario.

Gli isoflavoni bloccano gli enzimi che favoriscono la crescita del tumore e in più possono svolgere la funzione degli ormoni.

La soia contiene isoflavoni, come la genisteina e la daidzeina, conosciuti per i loro effetti benefici nella prevenzione di questo tipo di cancro. Oggi, lo studio degli isoflavoni riscontra un interesse sempre crescente, trasformandosi in materia di indagini approfondite.

Ciò che più caratterizza gli isoflavoni è la capacità di agire come estrogeni e antiestrogeni allo stesso tempo. Questa doppia attività conferisce loro qualità che permettono di regolare l’equilibrio ormonale delle donne, prevenendo l’osteoporosi e operando da potenti antiossidanti, che svolgono una funzione di protezione in vista dello sviluppo del cancro mammario. Gli isoflavoni producono questo effetto in quanto competono con il proprio estrogeno per l’occupazione dei recettori delle cellule, al punto da ridurre alcune malattie dovute a un eccesso di estrogeni.

Gli isoflavoni, come già detto, possono svolgere anche un’attività estrogenica per natura, così che, se durante la menopausa il livello di estrogeni si abbassa, gli isoflavoni possono compensare questa diminuzione, unendosi ai ricettori della cellula che occuperebbero solitamente gli estrogeni. Questo allevia, poi, i sintomi della menopausa, come vampate di calore, senso di affaticamento, sudorazione notturna, cambi di stati d’animo, e aumenta la densità ossea nelle donne.

estrogeni Inoltre, possiede importanti proprietà antiossidanti, paragonabili alla vitamina E, contribuendo a prevenire il danno che genera il radicale libero nel DNA e quindi riducendo il rischio di cancro a lungo termine.

Il modo migliore di assumere isoflavoni è quello di consumare i semi di soia, nelle loro numerosi varianti, e il trifoglio rosso. In più, li troviamo in quantità minore nel tè verde, nei piselli, nelle lenticchie, nei ceci e nelle arachidi.

Per conoscere le condizioni del nostro stato ormonale, è consigliabile realizzare un test dell´apparato endocrino, così da avere la certezza su quali siano le nostre carenze a livello ormonale e dare al nostro organismo gli isoflavoni e ciò che è necessario per regolarizzare questi squilibri propri della menopausa.

Gli isoflavoni riducono anche il rischio di malattie cardiovascolari, inibendo la crescita delle cellule creatrici della placca che ostruisce le arterie.

Di uguale importanza è poi la sua funzione preventiva nei riguardi di problemi alla prostata. Mangiando alimenti ricchi di isoflavoni, ci si protegge dalla ipertrofia della ghiandola prostatica.

Inoltre, gli studi dimostrano che ritardano la crescita del cancro alla prostata ed eliminano le cellule tumorali formate precedentemente.

Per una diagnosi più concreta relativa agli ormoni sessuali, si può utilizzare il kit del test degli ormoni sessuali, che permette di individuare i problemi ormonali più comuni.

Numerosi studi sulla popolazione indicano una stretta correlazione tra il consumo di isoflavoni e la riduzione del rischio di cancro. Non si è ancora analizzata, invece, la relazione tra il basso livello di osteoporosi in paesi come il Giappone e la Cina e il consumo abituale di soia.

Analía Iglesias (analia.ig@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 7, 2016

Come può la kinesiologia aiutarci a combattere l’allergia al polline?

Come può la kinesiologia aiutarci a combattere l’allergia al polline?

 L’arrivo della primavera è solitamente accompagnato dall’arrivo delle allergie stagionali. Proprio per questo motivo è definita la stagione delle allergie stagionali per antonomasia, in particolare dell’allergia al polline.

Non appena gli alberi cominciano a fiorire e il polline a circolare nell’aria, chi soffre di allergia inizia il proprio rito annuale fatto di muco e starnuti.

Sebbene non esista una cura definitiva per le allergie primaverili, si può combatterne gli effetti in diversi modi.

In questo periodo dell’anno, gli starnuti diventano un’abitudine, proteggendo il corpo tramite l’espulsione per via nasale di possibili batteri e virus. Quando nel naso entra una particella irritante, si attiva nel cervello il segnale dello starnuto, in particolare nel tronco cerebrale inferiore. Questi segnali vengono inviati rapidamente, in modo da, attraverso un impulso, farci chiudere ermeticamente la gola, gli occhi e la bocca ed evitare così l’entrata dell’agente esterno.

Successivamente, i muscoli del torace si contraggono velocemente per rilasciare l’aria trattenuta e la gola si rilassa affinchè essa possa uscire. Grazie a questo meccanismo, l’aria, la saliva e il muco sono costretti a uscire dalla bocca e dal naso.

Attraverso uno starnuto è possibile espellere più di 100.000 germi a una velocità di100 km/h.

allergia al polline

Il Polline è uno dei responsabili dell’allergia primaverile e degli starnuti. Come ben sappiamo, il polline proveniente dagli alberi, dai pascoli e dalle erbe spontanee. Esso viene liberato nell’aria con lo scopo di fertilizzare altre piante. Quando i granuli di polline si depositano nella cavità nasale di una persona allergica, viene inviato un segnale d’allarme al sistema immunitario.

Il sistema immunitario identifica, per errore, il polline come invasore e invia anticorpi. Generalmente, gli anticorpi hanno il compito di riconoscere e attaccare i batteri, i virus e qualsiasi organismo causante malattie, ma in questo caso il loro obiettivo è il polline.

Per attaccare l’allergene, viene rilasciata nel sangue una sostanza chiamata istamina, che favorisce l’aumento della secrezione nasale, del prurito agli occhi e di altri sintomi allergici.

Esistono molti tipi di polline in quanto le piante impollinano in diversi periodi dell’anno. A seconda dei mesi in cui si soffre d’allergia, si può risalire al tipo di polline in questione. Alcuni degli alberi responsabili di una grande quantità di polline rilasciato nell’aria in primavera sono: l’Alisso, il Frassino, il Pioppo, il Faggio, il Cedro, il Cipresso, l’Olmo, il Noce, il Ginepro, l’Acero, il Gelso,la Quercia, l’Olivo,la Palma, il Pino e il Salice.

 Con la kinesiologia si può verificare se la sintomatologia è dovuta effettivamente a un’allergia al polline e, soprattutto, determinare da quale albero o pianta proviene il polline che la causa. Per fare ciò, utilizziamo il kit del test diagnostico per allergie a pollini con provette contenenti le principali piante, alberi, graminacee, cerali ed erbe che più comunemente colpiscono le persone.

Un altro aspetto importante che deve essere valutato durante il test diagnostico è lo stato del nostro sistema immunitario, così da determinare se sta effettivamente reagendo alla presenza del polline. In tal caso, passeremo all’utilizzo del Kit dell’immunità, costituito da provette contenenti i principali anticorpi e altri elementi correlati al sistema immunitario.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 10, 2016

Le dosi infinitesimali e gli 8 principi dell’omeopatia

omeopatia

Agiscono analogamente al sole, che può produrre una grande quantità di reazioni biochimiche negli essere viventi benché i suoi raggi siano privi di materia, ossia trasportino solo energia, provocando effetti sia fisici che emotivi sulla persona.

Conosciamo la capacità del sole di aumentare la produzione di melanina della pelle favorendo l’abbronzatura, di accrescere la produzione di alcuni neurotrasmettitori e di generare un effetto antidepressivo.

Tutto ciò senza che i raggi solari contengano alcun principio chimico che influisca sul nostro organismo.

Le dosi omeopatiche funzionano allo stesso modo, con una quantità di materia così straordinariamente piccola, quasi impercettibile, ma che ha comunque la capacità fisica di provocare delle reazioni biologiche in qualunque essere vivente, che si tratti di una persona, di un animale o di una pianta.

Queste dosi di sostanze chimicamente attive e così infinitamente piccole vengono definite dosi infinitesimali.

L’omeopatia presenta 8 principi di base che regolano questa disciplina.

1 Il principio di similitudine: “Similia Similibus Curentur” che significa “il simile si cura con il simile”.

2 La forza vitale: si riferisce all’energia che regola le funzioni vitali di ciascun individuo.

3 La vix medicatrix: è la forza autocurativa della natura stessa, che tende sempre a mantenere l’integrità dell’individuo. La natura: il nostro organismo soffre di squilibri (malattie) e la funzione dell’omeopatia e di tutta la medicina naturale è aiutare l’organismo affinché la sua stessa natura recuperi l’equilibrio da sola.

4 L’individualità morbosa: ogni essere vivente sviluppa le malattie in un modo particolare.

5 L’individualità medicamentosa: è la prescrizione di un medicinale individuale a seconda dei sintomi di ciascun malato.

6 Sperimentazione pura: è lo studio dei sintomi provocati da una certa sostanza e la dimostrazione della sua capacità curativa.

7 La dose minima: si riferisce alla dose, in concentrazioni molto ridotte, di farmaci omeopatici.

8 I miasmi: includono le malattie croniche, l’eredità e le tendenze individuali a soffrire di alcune tipologie di malattie.

Il principio di similitudine afferma che il simile può curare il simile. Quindi, tutte le sostanze in grado di provocare alcuni sintomi sull’individuo sano sono anche capaci di curarli nel malato in cui si manifestano.

Un esempio è l’effetto che produce il taglio di una cipolla sulle mucose. Il naso cola e gli occhi lacrimano, sintomi simili al raffreddore comune. Per questo motivo, la cipolla “Allium cepa”, in dosi omeopatiche, è uno dei medicinali omeopatici abituali per la cura del raffreddore comune.

dose minima

Il principio della dose minima è molto importante in lomeopatia, poiché da esso dipende l’efficacia del trattamento. Consiste nel determinare la quantità minima di sostanza capace di provocare la reazione desiderata nell’individuo.

I trattamenti omeopatici vengono elaborati partendo da qualsiasi sostanza di origine animale, vegetale, minerale o di sintesi che, preparata in un modo specifico e rispettando severi processi di diluizione e dinamizzazione, dimostra un potenziale terapeutico.

Circa il 40% dei trattamenti omeopatici è di origine vegetale, il 10% è di origine animale e il 50% è di origine minerale, chimica, ecc.

Attraverso alcuni protocolli ben definiti di successive diluizioni e agitazioni, le tossine delle sostanze utilizzate dopo il processo di elaborazione diventano innocue.

In seguito a questi trattamenti vengono impregnate in un eccipiente inerte, il lattosio, di dimensioni e forme diverse, come sfere, granuli compressi o in alcuni paesi zuccherini.

Eseguendo un test omeopatico è possibile determinare la cura omeopatica adatta e le dosi con cui è necessario trattare il nostro paziente.

Feb 11, 2016

I benefici del selenio nella prevenzione del cancro

selenio

Il selenio è un minerale essenziale e un efficace antiossidante che dobbiamo sempre tenere in considerazione e introdurre abitualmente nella nostra dieta.

Tra le qualità di questo noto minerale è possibile sottolineare il miglioramento del metabolismo della vitamina E, che contribuisce al suo massimo utilizzo da parte del nostro organismo.

Inoltre, è davvero efficace nella prevenzione di patologie cardiache e nella prevenzione d’infezioni virali.

Tuttavia, una delle proprietà più note e studiate in maniera approfondita è la protezione dal cancro alla prostata.

Il selenio è stato classificato tra gli agenti chemio preventivi, grazie alla sua capacità di arrestare il cancro prima che questo acquisisca maggiore forza.

Negli anni novanta fu realizzato uno studio su 974 persone con precedenti di cancro alla prostata. Gli individui furono divisi in due gruppi di studio; vennero somministrati 200 microgrammi di selenio a uno e un placebo all’altro.

Dopo 6 anni di trattamento fu constatato che nel gruppo al quale era stato somministrato il selenio si erano sviluppati solo 13 casi di cancro alla prostata, mentre nel gruppo placebo erano stati registrati 35 casi.

Inoltre, nell’ambito degli studi sull’incidenza di questo minerale sul cancro ai polmoni e del colon-retto, si registrò una percentuale minore nelle persone trattate con selenio.

Quindi, è evidente che introdurre nella nostra dieta questo importante minerale può contribuire alla prevenzione della comparsa di questa malattia. Quello che non è chiaro è se questi benefici siano dovuti al fatto che il cancro può ridurre o esaurire le riserve di selenio nell’organismo stimolandone lo sviluppo o se il selenio agisca da solo come rimedio contro il cancro.

cancro alla prostata

Gli studi diretti a indagare sugli effetti del consumo degli integratori alimentari a lungo termine, suggeriscono che i livelli ridotti di selenio aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

D’altra parte, negli studi in vitro, è stato possibile verificare che la seleniometionina, una forma comune di selenio, causa la morte cellulare delle cellule del cancro alla prostata, mentre le cellule prostatiche restano in perfetto stato di fronte all’azione del selenio.

Esistono anche delle prove del fatto che questo minerale protegga il nostro DNA, le proteine e i grassi dell’organismo dal danno ossidativo, grazie alla sua azione antiossidante. Tenendo conto che è l’ossidazione delle cellule il fattore che espone l’organismo allo sviluppo del cancro, molti scienziati condividono l’idea che sia il selenio che altri antiossidanti, come la vitamina E, siano realmente benefici per proteggerci dalla comparsa di cellule cancerogene.

Alcuni alimenti ricchi di selenio sono l’aglio, la cipolla, il riso integrale, la farina d’avena, la crusca, così come le uova, i frutti di mare, il pollo e il fegato.

In ogni caso, a volte la mancanza di minerali nel terreno agricolo o la perdita di selenio durante la lavorazione degli alimenti, può comportare un deficit di selenio nella dieta. Quindi, è consigliabile verificare le carenze di selenio, vitamina E o qualsiasi altro antiossidante e, in caso affermativo, assumere qualche integratore alimentare.

Per rilevare le possibili carenze di minerali o vitamine, possiamo realizzare il test kinesiologico utilizzando il kit di test per minerali e vitamine.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

 

Gen 14, 2016

Cose interessanti da sapere sugli aminoacidi

aminoacidi

Le proteine sono le molecole indispensabili per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi e dei neurotrasmettitori del nostro organismo.

Determinano la struttura del nostro corpo e delle cellule e partecipano come strumento di controllo e regolazione di tutte le regolazioni chimiche di base della vita.

Le proteine sono formate dall’unione di diverse piccole molecole, chiamate aminoacidi, che si uniscono come se fossero gli anelli di una catena. Le catene possono essere costituite da un numero molto variabile di anelli ed esistono proteine formate da migliaia di aminoacidi uniti tra loro.

Alcune proteine sono formate da catene composte da meno di 100 aminoacidi e altre da più di mille. Tuttavia, esistono solo 24 tipi diversi di aminoacidi in funzione della loro composizione chimica.

Questa particolare composizione chimica assegna a ciascun tipo di aminoacido delle proprietà ben distinte, ad esempio: aminoacidi con carica positiva, aminoacidi con carica negativa, aminoacidi con avversione all’acqua (idrofobi), affini all’acqua (idrofili), di dimensione più grande o più piccola, ecc.

In base alla somma dei diversi aminoacidi che formano la catena proteica, la proteina acquisirà una forma oppure un’altra, ad esempio, gli aminoacidi che fuggono dall’acqua si nasconderanno o si piegheranno verso l’interno della catena per non entrare in contatto con il liquido, mentre gli aminoacidi affini all’acqua resteranno più in superficie.

Alcuni scienziati paragonano le proteine agli utensili, potendo disporre di proteine che acquisiscono la forma di martelli, dadi o chiavi inglesi. Tutti gli utensili saranno utili per un aspetto diverso dell’organismo.

Alimenti

La routine quotidiana genera un logorio continuo delle proteine dei tessuti ed è indispensabile ripararle; quando l’organismo non riceve quotidianamente le proteine di cui necessita per la formazione dei tessuti, cerca nei propri tessuti le proteine mancanti dando origine a una disintegrazione delle proteine organiche.

Dei 24 aminoacidi che contengono le proteine alimentari, ne esistono 10 che il nostro organismo non può sintetizzare, ossia quelli chiamati aminoacidi essenziali. Dovremo integrarli nella nostra dieta per poterli ingerire abitualmente.

Tra i 10, è importante sottolineare la lisina e il triptofano, che devono essere controllati maggiormente poiché alcuni alimenti non li contengono in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni nutritivi del corpo umano. In caso di una loro carenza, non potremo formare le nostre proteine nella quantità necessaria per far fronte a questo deficit.

È stato riconosciuto che gli aminoacidi essenziali devono essere somministrati quasi simultaneamente affinché l’effetto fisiologico si verifichi. Alcuni scienziati affermano che 1 ora di ritardo è sufficiente perché l’utilizzo degli altri sia impossibile, mentre altri ricercatori sostengono che il margine oscilla tra le 4 e le 6 ore.

La mancanza di un solo aminoacido essenziale produce perdita di appetito, irritabilità nervosa e sensazione di fatica. Tuttavia, non appena si compensa questa carenza spariscono i sintomi.

Alimenti ricchi di LISINA: uova, latticini, soia, carne, pesce, legumi e la maggior parte degli ortaggi e delle verdure.
Quasi non ne contengono i cereali e i semi oleosi.

Alimenti ricchi di Triptofano: uova, spinaci e latte materno.
Non ne contengono molto la carne, il pesce, i cereali, i legumi (meno la soia), i semi oleosi e la maggior parte delle verdure.

Test kinesiologico

Per rilevare la carenza di aminoacidi dovremo eseguire il test degli aminoacidi con le prove per ogni tipo di aminoacido. Inoltre, è possibile rilevare la mancanza di aminoacidi toccando il punto 25VG del paziente: il cambiamento dell’AR indica la carenza di qualche aminoacido.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Gen 7, 2016

La melatonina e il suo ruolo centrale nel funzionamento del corpo umano

ghiandola pineale

Le prime scoperte, negli anni ‘80, delle varie funzioni svolte dalla melatonina nel nostro organismo, hanno lasciato sbigottito il mondo scientifico di fronte al numero di organi e di funzioni fisiologiche che sembrano essere regolati da questa sostanza.

La melatonina è prodotta dalla ghiandola pineale (situata al centro del nostro cervello), a partire da una sostanza chiamata triptofano. Il triptofano è un amminoacido, uno dei ventidue composti organici che costituiscono le basi della vita umana. Gli amminoacidi fungono da regolatori delle attività vitali dell’organismo e, a loro volta, costituiscono il componente principale di cui sono formate ossa, muscoli e altri vari tessuti.

Il triptofano, è uno degli 8 amminoacidi non prodotti dal nostro corpo e che possiamo assumere, quindi, attraverso l’alimentazione.

Affinché il nostro organismo possa disporre costantemente di triptofano, la nostra dieta deve includere legumi, cereali e altri semi. Una volta ingerito, viene trasformato in serotonina che, successivamente, assume la forma di melatonina nella ghiandola pineale.

Negli ultimi anni, le ricerche hanno dimostrato che il ruolo svolto dalla ghiandola pineale nel corpo non è tanto passivo quanto si pensava e che, insieme alla melatonina, sembra avere importanza fondamentale nel funzionamento dell’organismo.

  • Nella ghiandola pituitaria agisce da “ormone maestro” stimolando il rilascio di un’ampia serie di ormoni.
  • Nel cervello funge da induttore del sonno, rallentando l’attività cerebrale.
  • Nel cuore e nel sistema circolatorio riduce la formazione di coaguli, diminuendo così il rischio di infarto e trombosi.
  • Nel flusso sanguigno, potenzia la capacità delle cellule di produrre anticorpi.
  • Nell’intestino favorisce l’assorbimento di vitamine, minerali e sostanze nutrienti contenute nell’alimento.
  • Nell’apparato riproduttivo rigenera l’attività sessuale, regolandone il funzionamento.
  • Infine, nel corpo in generale, la melatonina agisce direttamente sulle cellule come un potente antiossidante, proteggendole dai radicali liberi.

La produzione di melatonina

La produzione di melatonina da parte della ghiandola pineale è inibita dalla luce; ciò significa che di giorno i livelli di questo ormone si riducono drasticamente e aumentano dieci volte di più durante la notte. Questo si deve al fatto che la sua produzione è regolata dal cosiddetto “ciclo circadiano”.

L’oscurità attiva la ghiandola pineale, collegata direttamente all’occhio, che comincia a produrre melatonina. Quando abbiamo sonno, significa che la pineale ha cominciato a trasformare la serotonina in melatonina e la sta rilasciando nel flusso sanguigno.
Quando l’ormone si diffonde nell’organismo promuove determinati cambiamenti nel corpo che ci preparano al sonno. I battiti cardiaci e il processo di digestione rallentano, la temperatura corporea scende, la pressione sanguigna e l0 stato generale di allerta diminuiscono.

Con l’età, il corpo tende a produrre una quantità sempre minore di melatonina ma esistono anche altri tipi di disturbi fisici (come problemi di prostata, artrite, aritmie, ecc.) e psicologici (come depressione, stress o ansia) che possono influire sulla riduzione di questo ormone.

Per testare il funzionamento corretto a livello organico della ghiandola pineale, possiamo utilizzare un kit per test endocrino e amminoacidi, e verificare se esista una carenza di serotonina, melatonina e triptofano.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 10, 2015

In che modo i radicali liberi incidono sul nostro organismo interno

radicali liberi

I radicali liberi sono molecole instabili e altamente reattive. Il motivo di questa instabilità risiede nel fatto che i radicali liberi sono atomi o gruppi di atomi ai quali manca un elettrone, ossia presentano un elettrone libero spaiato con capacità completa di appaiarsi. Per raggiungere il loro obiettivo, circolano nel nostro corpo con l’intenzione di rubare un elettrone alle molecole stabili.

Quest’azione produce una reazione a catena. L’elettrone riesce a stabilizzare il suo stato elettrochimico ma lascia dietro di sé una nuova molecola instabile alla quale manca l’elettrone, che inizierà a sua volta la ricerca di un’altra molecola da privare del suo elettrone. Come si può osservare, un solo radicale libero avvia una catena reattiva interminabile.
Sapendo ciò, è facile immaginare l’importante ripercussione a livello di distruzione cellulare di cui soffre il nostro organismo a causa di un eccesso di radicali liberi. Nonostante la breve vita dei radicali liberi (microsecondi), essi riescono a colpire rapidamente l’ambiente cellulare.

Tuttavia, non significa che per natura i radicali liberi siano negativi per il nostro organismo. Quest’ultimo li produce in quantità moderate per la lotta contro virus e batteri.

Quindi, i radicali liberi sono creati dal nostro organismo come meccanismo di difesa. Tuttavia, dopo aver compiuto la funzione per la quale sono stati creati, questi vengono neutralizzati dagli enzimi SOD “Superossido dismutasi, glutatione perossidasi e catalasi”.

Tali enzimi hanno la capacità di disarmare i radicali liberi senza destabilizzare il loro stato corporeo.

Dunque, il nostro organismo è preparato a controllare i propri radicali liberi. Tuttavia, non dispone di risorse sufficienti per far fronte a un loro eccesso.

Quando l’organismo deve sopportare per lunghi periodi di tempo un eccesso di radicali liberi prodotti da fattori esterni come la contaminazione dell’atmosfera, i metalli pesanti, le radiazioni, il fumo di tabacco, gli oli vegetali idrogenati come la margarina, gli acidi grassi “trans” come i grassi manipolati della carne o dei latticini, ecc. si produce una serie di danni organici.

antiossidanti

Che danni causano al nostro organismo?

  • Rubano gli elettroni dei lipidi e delle proteine dalla membrana dell’altra cellula, che danneggiandosi non potrà compiere le sue funzioni come lo scambio di nutrienti e la pulizia dei materiali di scarto, impossibilitando il processo di rigenerazione e riproduzione cellulare.
  • Quando entrano nella cellula, attaccano il DNA (materiale genetico) che fornisce la matrice della replicazione cellulare, impedendo la riproduzione della cellula.
  • Quando rubano l’elettrone alle cellule del tessuto collagene della pelle contribuiscono al processo d’invecchiamento della stessa. Ossia, il danneggiamento delle cellule provoca perdita di elasticità, pelle secca e rugosa.
  • Si producono anche danni maggiori, ad esempio quando le cellule perdono la capacità di “riconoscere” quelle vicine e crescono in modo anomalo. Questa proliferazione senza controllo si genera nei tumori benigni o maligni.
  • Nelle malattie croniche come la malattia cardiovascolare, l’alzheimer, problematiche cerebrovascolari, l’epatite, l’ipertensione, l’artrite reumatoide, il lupus, il diabete mellito, la malattia parodontale, la colite ulcerosa, l’aterosclerosi, l’insufficienza renale cronica e molte altre, è stata determinata una relazione diretta con l’eccesso di radicali liberi nell’organismo.

Quindi, per evitare che i radicali liberi rubino gli elettroni alle nostre cellule e si trasformino in un vero pericolo per la nostra salute, è importantissimo seguire una dieta ricca di alimenti antiossidanti.

Quali sono questi antiossidanti e in quali alimenti si possono trovare?

–          Nei caroteni o nella provitamina A: carota, mango, pomodoro, melone, albicocca, pesca, zucca e spinacio.

–          Nella vitamina E: oli vegetali con prima spremitura a freddo come l’olio d’oliva, di girasole, di germe di grano. Nel germe dei cereali integrali, nella frutta e nella verdura, quali avocado, patata dolce, asparagi e anche spinaci.

–          Nella vitamina C o acido ascorbico: peperone verde, kiwi, limone, fragola, cavolfiore, cavoletto di Bruxelles, arancia, pomodoro, rapa e melone.

–          Nel selenio: cereali integrali come frumento, orzo, fiocchi d’avena e riso. L’aglio, il tuorlo, gli champignon e i prodotti del mare contengono selenio; l’aragosta, i gamberi e il merluzzo.

–          Nei flavonoidi: tè verde, uva nera, vino rosso (moderatamente), erba medica, prezzemolo, broccoli, cipolla, lattuga, zucchina, agrumi e alcuni frutti, quali mela, pera e ciliegia.

Ricordiamo che la nostra salute dipende direttamente dalla salute delle nostre cellule. Se non facciamo in modo che queste siano sane, difficilmente potremo esserlo noi.

Per determinare concretamente di quali antiossidanti necessita il nostro organismo possiamo realizzare il test kinesiologico utilizzando la fiala di radicali liberi in un test basico, così come le fiale di SOD, GPSx nel test del sistema endocrino e le fiale di  minerali vitamine.

Oltre a scoprire quali sono gli antiossidanti necessari, è anche importante conoscere i meccanismi di disintossicazione dell’organismo per depurarlo dalle sostanze tossiche create dall’eccesso di radicali liberi.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 3, 2015

L’importanza dell’equilibro tra ioni positivi e negativi

ioni positivi e ioni negativi

Gli ioni positivi e negativi sono presenti naturalmente nell’aria che respiriamo. In particolare, in condizioni normali ed equilibrate dell’atmosfera, la percentuale è di uno ione positivo per ogni quattro ioni negativi.

Già nel 1910, Albert Einstein sosteneva che le proprietà salutari dell’aria di montagna di Davos fossero dovute alla quantità di elettricità contenuta nell’atmosfera stessa.

Uno ione è un atomo con una determinata carica elettrica (positiva o negativa); nell’atomo, il numero di protoni (+) è sempre uguale a quello degli elettroni (-), vale a dire che possiede cariche equilibrate (neutro).

Quando, per un qualsiasi motivo, perde un elettrone, l’atomo che prima era neutro diventa uno ione positivo perché predomina la carica positiva, e, al contrario, diventa uno ione negativo se acquisisce più di un elettrone.

Gli ioni si formano spontaneamente in natura per varie ragioni, per esempio per fenomeni meteorologici come tempeste, fulmini, vento o pioggia. Possono anche prodursi a causa di radiazioni terrestri o cosmiche, così come nelle cascate, nelle onde del mare e, naturalmente, da alberi e piante.

Un eccesso di ionizzazione positiva dell’aria è dannoso sia per l’essere umano, sia per gli animali e le piante. Alcuni dei sintomi più comuni sono stanchezza, mal di testa, soffocamento, allergie, tendenza a deprimersi, nervosismo e insonnia.

La concentrazione eccessiva di ioni positivi ha subito un incremento negli ultimi tempi come risultato dello sviluppo tecnologico della società umana ed è tipica in tutte le città in quanto la contaminazione atmosferica distrugge gli ioni negativi presenti.

Anche prima di una tempesta si verifica un aumento degli ioni positivi e per questo ci capita di vedere i bambini più agitati del solito. Dopo la pioggia si verifica un aumento degli ioni negativi.

le cascate

L’acqua in movimento, per esempio la pioggia, farsi una doccia, le onde del mare o le cascate producono molti ioni negativi, un fenomeno dovuto all’“effetto Lenard” secondo cui una goccia d’acqua spezzandosi presenta cariche negative nei frammenti più leggeri, che sono quelli che respiriamo.

Anche nell’aria di campagna e di montagna la presenza di ioni negativi è predominante. Caricare energeticamente il nostro corpo con questo tipo di ioni durante la respirazione ha un impatto benefico sulla nostra salute e migliora il nostro stato d’animo e il funzionamento generale del nostro organismo.

Quando respiriamo, alterniamo l’inalazione di aria da una narice all’altra ogni 20 minuti circa.

Secondo la tradizione indù, ogni inalazione dalla narice sinistra carica il corpo con ioni negativi mentre quando avviene dalla narice destra si introducono ioni positivi. Questa alternanza genera una corrente elettrica che fluisce lateralmente alla colonna da cui entrano.

Con ogni esalazione si esalano anche gli ioni negativi dalla narice sinistra e gli ioni positivi dalla destra.

Questo comporta che l’ostruzione di una narice crei uno squilibrio ionico.

È importante mantenere questo equilibrio di polarità se vogliamo avere la mente lucida e uno stato ottimale di salute e di carica energetica.

Per determinare l’esistenza di un eventuale squilibrio nella nostra polarità, possiamo realizzare un semplice test kinesiologico, costituito da 4 semplici passaggi.

1º. Inspirare dalla narice sinistra, tenendo tappata contemporaneamente la destra.
Se il test risulta positivo, significa che è presente un eccesso di ioni negativi.

2º. Espirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, si avrà un eccesso di ioni negativi.

3º. Inspirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, si avrà un eccesso di ioni positivi.

4º. Espirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, significa che sono presenti troppi ioni positivi.

Se alla fine, ci troviamo con un eccesso di ioni negativi, dovremo assumere calcio; se, al contrario, l’eccesso è di ioni positivi il trattamento per riequilibrarci sarà a base di potassio.

Per realizzare questo test, consigliamo il kit del test sali di Schüssler, poiché è composto da tre test di calcio (Calcium) e tre di potassio (Kalium).

Per determinare la dose, consulta la sezione relativa ai test e alla posologia del nostro articolo del 9 aprile 2013 “I sali di Schüssler in Kinesiologia”.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

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