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Gli effetti della pillola anticoncezionale

Attualmente circa 60 milioni di donne in tutto il mondo assumono la pillola anticoncezionale. Siccome può provocare notevoli squilibri fisici, emotivi ed energetici, è molto utile conoscerne gli effetti.

Principali effetti della pillola anticoncezionale:

  • Debilita la funzione immunologica. Compromette in generale la salute, incluso l’indebolimento della funzione immunologica a causa della disrupzione nutrizionale che la pillola determina nel nostro organismo.
  • Gli anticoncezionali ormonali sono cancerogeni. Gli anticoncezionali orali sono potenti steroidi. Gli anticoncezionali ormonali sono classificati come cancerogeni (un agente fisico, chimico o biologico potenzialmente in grado di produrre il cancro se esposto su tessuti vivi) secondo l’OMS.
  • Principali effetti collaterali. Depressione, fasi mestruali anomale, emicrania, nausea, vomito, ritenzione idrica, aumento del peso, infezioni vaginali, dolori al petto (possibili coaguli polmonari), perdita improvvisa, parziale o completa della vista (possibili coaguli oculari), dolore acuto o sensibilità allo stomaco (possibile cancro al fegato), masse nel seno (possibilità di cancro al seno o patologia fibrocistica).
  • Problemi di equilibrio ormonale a lungo termine. L’organismo femminile utilizza il testosterone, come quello maschile, per regolare la funzione sessuale. Il Dott. Irwing Goldstein, autore di un articolo per “The Journal of Sexual Medicine” nel gennaio 2006, ha dichiarato che sono state osservate molte donne che presentavano disfunzioni sessuali durante l’assunzione della pillola, i cui effetti sono proseguiti anche dopo la sospensione del trattamento. Ciò comporta una perdita del benessere generale.
  • Può contribuire a scegliere un partner sessuale sbagliato. Uno studio pubblicato nell’agosto 2008 da “Proceedins of the Royal Society” ha evidenziato che le donne annusavano le magliette degli uomini perché erano attratte dall’odore di uomini geneticamente diversi da loro. Ma dopo l’assunzione si sentivano attratte da uomini geneticamente simili. La somiglianza genetica non solo può provocare problemi di fertilità, ma anche problemi genetici ai futuri figli. Può inoltre contribuire alla distruzione del rapporto quando la donna smette di assumere la pillola, dal momento che la percezione degli odori svolge un ruolo importante nel mantenere l’attrazione sessuale tra gli amanti.
  • In alcuni casi la pillola può provocare l’aborto. Nella maggior parte dei casi la pillola pare agire inibendo completamente la pillola. Ma può succedere che la pillola consenta il concepimento provocando poi l’aborto.
  • Nasconde sintomi fisici de emotivi. Il ciclo mestruale della donna è un sistema sofisticato in costante evoluzione. Risponde all’ambiente interno ed esterno informandoci ogni mese in merito alla gestione della nostra vita. La pillola elimina questo ciclo, riducendo la nostra capacità di essere consapevoli di ciò che succede nella nostra vita a livello fisico de emotivo.
  • Durante la menopausa priva dei momenti psico-spirituali più importanti della vita della donna. Se nascondiamo le nostre emozioni per lunghi periodi della nostra vita ci sentiamo disconnesse dal nostro corpo. Ciò si ripercuote anche sulla menopausa. Questo disagio provocato dalla profonda disconnessione può spingere la donna ad assumere antidepressivi che aggravano ulteriormente il problema.

Per riconoscere tali squilibri useremo un kit per gli Ormoni Sessuali o per il sistema endocrino nel quale troviamo anche le fiale per le ghiandole interessate, oltre a un maggior numero di ormoni e integratori per il relativo trattamento.

Esiste un kit specifico di piante medicinale per donne, perfetto per stabilire quale trattamento fitoterapico sia più indicato per gli squilibri provocati dallo scompenso ormonale causato dall’assunzione della pillola anticoncezionale.

Maria Josefa Obiol Saiz.

Collaboratore kinepharma.

Effetti del sale raffinato sull’organismo

Il sale naturale è un elemento indispensabile per il mantenimento della salute dell’organismo. Ricordiamo che l’intera vita del pianeta è iniziata dal mare e che tutti gli esseri umani hanno nel corpo questa soluzione salina.

Le sue principali funzioni fisiologiche sono le seguenti:

  • Agevola la produzione della bile
  • Aumenta il movimento peristaltico dell’intestino, contribuendo alla corretta digestione.
  • Alcalinizza il  sangue, arrestando l’effetto acidificante dell’alimentazione attuale.
  • Il sodio partecipa alla conduzione degli impulsi nervosi e favorisce la contrazione muscolare.
  • Torna agli alimenti maggiormente nutrienti rafforzandone il sapore, conferendo al contempo energia e vitalità.
  • Stimola la funzione renale e un adeguato utilizzo promuove l’assorbimento del calcio e l’impiego di principi nutritivi in generale.
  • Viene considerata un alimento purificante e aiuta l’organismo a eliminare le tossine.

Secondo Olga Cuevas, Laureata in Scienze Chimiche, con un dottorato in Biochimica presso l’Universidad Complutense di Madrid, l’ideale sarebbe consumare 1 gr. di sale ogni litro d’acqua, senza superare i 2 o 3 gr. di sale non raffinato al giorno (contrariamente all’OMS che consiglia fino a 6 gr di sale al giorno).Non soltanto bisogna evitare il consumo di sale per eliminare l’eccesso di sodio (il pane comune, ad esempio, contiene 500 mg di sodio ogni 100 gr).

Nel suo libro «  Il Sale » Nestor Palmetti, Tecnico in Dietetica e Nutrizione Naturale, apporta valide informazioni in merito agli effetti della Raffinazione e dell’Additivazione del Sale nell’organismo.

La modalità ideale di consumo di sale sarebbe assumerlo attraverso gli alimenti freschi, che lo contengono in maniera biologicamente assimilabile e sotto forma di sale marino non raffinato in piccole quantità.

Il processo di raffinazione del sale lo trasforma in un componente tossico per l’essere umano. Dal punto di vista chimico, raffinare il sale significa privarlo degli 84 oligoelementi indispensabili per la vita. Quando questa molecola antinaturale dotata di innumerevoli radicali liberi nell’organismo tende ad adattare la sua forma molecolare originale, assumendo gli oligoelementi che le vengono tolti durante la raffinazione da ossa, tessuti e plasma. In questo modo si verifica una demineralizzazione, e dunque un’acidificazione del mezzo con le relative nefaste conseguenze.

Lo scopo del costoso e complesso processo di raffinazione del sale consiste  nell’ottenimento di un POTENTE REAGENTE, il CLORURO DI SODIO, componente fondamentale nello sviluppo di prodotti di sintesi chimica, nella produzione di materie plastiche, carta, oli minerali, prodotti per la sformatura, ecc.

Si tratta dello stesso sale che viene usato per il consumo umano, ma proprio per questa potente reattività gli organismi viventi lo considerano TOSSICO.

Al problema della raffinazione bisogna aggiungere il problema dell’additivazione. Al sale raffinato viene aggiunto industrialmente, d’obbligo per legge, lo iodio (utile per risolvere problemi alla tiroide) e fluoro (necessario per proteggere la salute dentale). Il corpo non è tuttavia in grado di metabolizzare tale additivazione.

Le conseguenze dell’additivazione:

  • Questi additivi sono i responsabili della formazione di nitrati nello stomaco, trattandosi di sostanze cancerogene molto aggressive e responsabili di reazioni allergiche.
  • L’additivazione con gli ioduri può provocare ipertiroidismo, tiroidite immune e riduzione della fertilità.
  • Il fluoro è collegato a problemi neurologici ed endocrini, coinvolge il sistema nervoso, provoca disturbi da deficit di attenzione (DDA) in bambini e adulti.
  • L’idrossido di alluminio aggiunto al sale per evitarne l’indurimento è collegato a disfunzioni neuronali quali il morbo di Alzheimer.

Altri problemi derivanti dal sale raffinato sono la ritenzione di liquidi, l’obesità, la cellulite e la sclerosi da cristallizzazione di tale molecola quando non viene eliminata dai reni.

Nel test Basico Ampliato è disponibile la fiala per verificare la carenza di oligoelemnti e sali minerali, oltre alla fiala per l’acidità.

Maria Josefa Obiol Saiz

Collaboratore kinepharma.

Il pericolo della disinfestazione

Da anni seguo con interesse gli studi e le convinzioni della Dottoressa Hulda Clark. Questa fisiologa canadese ha potuto verificare, grazie alla sua professione, come parecchie patologie, tra le quali svariate tipologie di cancro, siano strettamente connesse a un parassita e a un veleno.

Questi inquinanti aprivano il varco all’ospite, rendendogli possibile l’ingresso in un determinato organo. Qui aveva poi origine la patologia, supportata anche da un’alimentazione non corretta e dagli agenti inquinanti circostanti.

Sebbene i suoi rimedi siano un po’ “estremi”, è sufficiente dire che per seguire i suoi consigli dovremmo dedicarci soltanto a tale attività, a causa della miriade di abitudini che dovremmo cambiare. Tuttavia, secondo il mio punto di vista, sono molti i consigli che potrebbero aiutarci nella nostra salute quotidiana se applicati di tanto in tanto a titolo preventivo rispetto a eventuali patologie.

La Dottoressa Clark proponeva un Programma antiparassitari a base di erbe: chiodi di garofano per le uova, assenzio per le larve e tintura di noce per i parassiti adulti.

Pochi giorni fa ho iniziato questo programma, nell’ambito del mio programma di salute annuale, e avevo dimenticato che una volta uccisi i parassiti si presentano problemi collaterali:

  •  Si generano tossine quali l’ammoniaca. Quando i parassiti muoiono si generano queste sostanze, neutralizzabili con l’amminoacido ornitina.
  • Non appena eliminati gli ospiti, il virus dell’influenza comune e altri batteri quali salmonelle o shigelle “salteranno” all’interno dell’organismo, essendo a loro volta parassiti nei nostri ospiti.

Nulla di più vero e autentico, lo sto verificando su me stesso, dal momento che il quarto giorno dall’inizio del programma antiparassitari si è presentata una tremenda influenza, della quale sto ancora subendo i nefasti effetti.

 

Test e trattamento

Se viene riscontrata la presenza di parassiti effettuando il test con kit dei parassiti, è importante iniziare un programma disinfestante.

Innanzitutto è necessario alzare le difese immunitarie. Una volta effettuata la disinfestazione sarà poi opportuno assumere drenanti per reni e fegato, provando dente di leone, cardo mariano, berberis e solidago tra gli altri, che elimineranno i veleni dal nostro organismo.

È inoltre necessario assumere l’ornitina per eliminare l’ammoniaca che viene rilasciata dai parassiti al momento della morte e l’N-acetilcisteina, potente disinfestante cellulare, che oltre a bloccare i veleni è un ottimo antinfiammatorio.

Ho inoltre, per l’influenza messo in pratica qualche rimedio casalingo: un’ora prima di andare a dormire, taglia una cipolla a metà è sistemala in un piatto sul comodino, vicino al cuscino. Questo rimedio aiuta a dilatare e aprire le vie respiratorie, consentendo di respirare meglio e ridurre la tosse, per non parlare del suo enorme potere antivirale. Nel mio caso ha fatto miracoli.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

L’osteoporosi e il suo trattamento in kinesiologia

L’osteoporosi è un problema che interessa le ossa a seguito della loro decalcificazione. La prima fase si chiama osteopenia ed è quella in cui si verifica una riduzione della densità della massa ossea che, se non corretta, darà poi luogo all’osteoporosi, caratterizzata da una fragilità e da una debolezza estrema delle ossa, che in molti casi provoca la frattura delle medesime.

L’osteoporosi predilige le donne, che secondo le statistiche hanno quattro volte in più di probabilità di soffrirne rispetto agli uomini, ma esistono altri gruppi di soggetti a rischio:

  • Persone anziane: più l’età è avanzata, maggiori sono le probabilità di soffrirne.
  • Le persone di discendenza caucasica e asiatica sono più inclini a questa patologia.
  • Le persone con precedenti familiari presentano un rischio più elevato rispetto alle persone senza precedenti.
  • Le persone magre o di bassa statura presentano rischi maggiori.
  • Le donne in fase di menopausa con bassi livelli di estrogeni.
  • Gli uomini di una certa età con un ridotto livello di testosterone.
  • Le persone che presentano un eccesso di ormoni della tiroide (ipertiroidismo)  
  • Le persone che presentano alterazioni alle paratiroidi e alle ghiandole surrenali.
  • Le persone che presentano scarsi livelli di calcio e vitamina D, che comportano una riduzione della densità ossea.
  • Le persone affette da anoressia.
  • Le persone che svolgono scarsa attività fisica.
  • Le persone che consumano abitualmente alcol, che può interferire con la capacità di assorbimento di calcio del corpo.
  • Le persone che fumano.

Cause

Sostanzialmente le cause di questa patologia risiedono negli squilibri ormonali e nell’eccesso di acidificazione nell’organismo a seguito di una dieta non equilibrata, con un eccesso di alimenti acidificanti o di idrati di carbonio a elevato indice glicemico.

In caso di acidificazione, l’organismo deve riequilibrare l’eccesso di acido nel sangue con le seguenti modalità:

  • Conserva gli acidi e li stocca nei tessuti e nelle articolazioni in attesa di un maggiore apporto alcalino.
  • Attinge alle riserve alcaline per ottenere elementi minerali fondamentali quali calcio, potassio e magnesio, che ottiene da ossa, denti, pelle.

Test e trattamento

È possibile utilizzare la fiala di osso per effettuare un test di organi, ma esiste anche una fiala specifica per osteoporosi utile nella conferma della diagnosi. Sebbene i sintomi siano molto evidenti nella persona, le articolazioni sono soggette a degenerazione, la pelle è più secca del normale, si presenta un maggior numero di infezioni e si sente freddo anche in estate.

Ciò può essere confermato anche nelle prime fasi in cui la diagnosi non è così chiara utilizzando la fiala per l’acidità, verificando se ci sia bisogno di calcio e di altri elementi minerali fondamentali quali potassio, magnesio e vitamina D.

Se il problema è causato da uno squilibrio ormonale per quanto riguarda estrogeni e progesterone, o da una disfunzione alle ghiandole paratiroidi o surrenali, è necessario individuarlo con il test dell´apparato endocrino, dal momento che il calcio non sarà assorbito in maniera corretta. In tal caso si raccomanda la fitoterapia, che può aiutare a correggere lo squilibrio.

È importante praticare attività fisica, seguire una dieta alcalina ricca di verdure, preferibilmente in insalata, alimenti poco cotti in generale, bere molta acqua e assumere poche proteine e prodotti che intossicano l’organismo, quali alcol, tabacco o caffè.

Gli alimenti maggiormente consigliati sono frutta e verdura, in particolare germe di grano, mandorle, noci, verdura a foglia verde scuro, alghe marine, erba medica, lievito di birra, polline, germi di soia e soia fresca, formaggi, tofu (evita la decalcificazione delle ossa), ginseng (questa radice rafforza il sistema immunitario evitando il deterioramento di ossa e denti), legumi, succo di limone e di arancia.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Dieta depurativa per compensare gli eccessi di Natale

Come è logico queste feste sono state per tutti noi un po’ “intossicanti” dal punto di vista alimentare: abbiamo mangiato troppo e male. Abbiamo abusato di alcol tabacco, grassi saturi, fritti e zuccheri e abbiamo mangiato troppo per cena, cosa da evitare sempre.

Le nostre cellule e il nostro apparato digerente sono al limite e abbiamo risentito della stitichezza avendo praticamente disidratato il corpo. Ciò dipende sostanzialmente dalla mancanza del consumo di acqua, dall’eccesso di alcol , dalla mancanze di fibre e dai troppo alimenti ricchi di sale, dal momento che la nostra alimentazione è stata sostenzialmente costituita da proteine e idrati di carbonio, molti dei quali a elevato indice glicemico. A lungo andre anche la mancanza di esercizio e l’assunzione di lassativi compromettono la regolazione del transito intestinale mettendo a rischio l’intestino.

Consegunze

La cattiva alimentazione e la stitichezza cronica possono comportare varie patologie gravi. Quando le feci rimangono nel colon per vari giorni, questa zona diventa tossica e tale tossicità si diffonde a tutte le zone del corpo, accumulandosi prevalentemente negli organi più deboli. Ci intossicazione cellulare. Nel torrente sanguigno, queste tossine interferiscono con il rilascio di ossigeno alle cellule e ai tessuti del corpo. Aumentano il danno cellulare e i radicali liberi, che danneggeranno ulteriormente i nostri tessuti.

Si verificano inoltre un’iper-acidificazione del sangue e un sovraccarico per il fegato e i reni, che comportano una riduzione delle difese immunitarie metterndo a rischio la salute.

Trattamento

Si raccomanda di tornare quanto prima alle buone abitudini, sostanzialmente le seguenti:

  • Aumentare il consumo di alimenti ricchi di fibra, in particolare le insalate.
  • Evitare l’eccesso di proteine, assumendo almeno un pasto che ne sia privo.
  • Effettuare una dieta depurativa, almeno due o tre giorni, frutta, verdura e molti liquidi.
  • Evitare gli alimenti ad elevato indice glicemico, il sale, caffè, tabacco, alcol, cioccolato e i grassi saturi.
  • Mangiare semi e cereali integrali non raffinati.
  • Evitare gli alimenti troppo cotti o friti al posto di alimenti “vivi” ovvero crudi o poco cotti.
  • Masticare gli alimenti da 30 a 40 volte.
  • Assumere molti liquidi, in particolare acqua di qualità (da 6 a 10 bicchieri al giorno)
  • Bere acqua 30 minuti prima di ciascun pasto.
  • Fare esercizio o camminare.
  • E soprattutto evitare per quanto possibile i lassativi, per evitare l’effetto rebound.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

Fascite plantare: infiammazione e dolore ai piedi

La fascite plantare si contraddistingue per il dolore o l’infiammazione nella zona del tallone del piede e anche per la comparsa di dolore o di una sensazione di calore nella zona della pianta del piede.

È caratterizzata dall’infiammazione della zona plantare del piede, nella fattispecie dello spesso tessuto del piede, ovvero della fascia plantare, che collega il calcagno alle dita e crea l’arcata plantare. Si tratta di una lesione da sovraccarico accompagnata da dolore che può riguardare tutto il piede.

Comparsa e cause della fascite plantare

Si manifesta prevalentemente nelle persone che presentano un’intensa attività fisica, in particolare in soggetti che praticano atletica, di età compresa tra i 40 e i 70 anni.

Non esiste un’unica causa per la comparsa della fascite plantare e tutti gli studi condotti in merito hanno escluso che tale causa sia connessa alla comparsa di uno sperone nel tallone, come si riteneva abitualmente, e propendono per una connessione con vari punti che ne promuovono lo sviluppo.

Il piede piatto o un’arcata plantare alta, aumenti di peso in brevi periodi di tempo, la corsa o un’intensa attività fisica che veda i piedi come principale “motore” o l’impiego di calzature inadatte sono fattori chiave nello sviluppo di questa patologia.

La fascite plantare non è una patologia medica grave, ma è piuttosto fastidiosa e dolorosa. Può addirittura arrivare a rendere impossibile la normale andatura e rappresenta uno dei più frequenti disturbi di natura ortopedica.

Trattamento

Si consiglia di non effettuare infiltrazioni locali con cortisonici o miscele di farmaci e di consultare rapidamente un fisioterapista, al fine di evitare che l’infiammazione diventi cronica.

Il trattamento della fascite plantare è soggetta al controllo massimo dei fattori di rischio che possono determinarne la comparsa e il peggioramento, alla verifica dell‘utilizzo di calzature adeguate, dell’impiego di appositi plantari e dell’assunzione di integratori quali omega 3, curcuma, ribes nero o liquerizia per citarne alcuni. Si consiglia fortemente un’alimentazione sana con verdure e frutta secca, evitando zuccheri e altri prodotti che accentuano l’infiammazione quali alcol, farine raffinate, caffè, oli fritti, carni rosse e in generale l’eccesso di proteine. Sarà dunque opportuno:

  • Effettuare massaggi con tecniche quali sfregamenti, frizioni, pressione, torsioni e scuotimenti sulla pianta del piede, per una durata indicativa di 10 minuti con l’impiego di oli essenziali antinfiammatori come Lavanda, Basilico, Camomilla romana, Gaultheria, Citronella di Ceylan o Lemon grass come rimedio terapeutico, da due a quattro volte al giorno. È possibile scegliere uno o più oli con un kit di oli essenziali.
  • Compresse calde. Si avvolge la compressa umida calda in un asciugamano ripiegato 4 volte e lo si colloca sulla pianta del piede per 15-20 minuti. È necessario controllare la pelle ogni 5 minuti.
  • Idroterapia, bagni parziali per gli arti inferiori con temperature fino a 45 gradi.
  • È necessario prevedere nel nostro lavoro di allungamento lo stiramento dell’aponeurosi plantare verso di noi mantenendo la posizione per 15-20 secondi. È inoltre opportuno usare diverse paia di scarpe sportive o cambiarle spesso e usare plantari qualora necessario.
  • I corridori devono riprednere l’attività lentamente e in modo progressivo.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Intossicazione cellulare e relativo trattamento

In svariate occasioni il nostro organismo si trova intossicato. L’inquinamento ambientale e alimentare, tra le altre cause, favorisce l’accumulo di maggiori quantità di determinate sostanze nocive, in precedenza insignificanti del nostro organismo, nella fattispecie metalli pesanti e microparticelle di inquinanti ambientali quali pollini e una grande varietà di polveri industriali come l’asbesto e i derivati minerali. Questi si aggiungono alle sostanze già tradizionalmente esistenti, quali i granelli di polline, le spore, le diatomee, i granelli di amido, ecc.

Tali particelle agiscono tramite un processo cosiddetto “per-adsorbimento“, entrando nel sistema digestivo, penetrando attraverso la membrana intestinale e irrompendo infine nel torrente sanguigno influendo sull’immunità della persona e compromettendo il sistema linfatico. Possono provocare ostruzione dei vasi sanguigni, anche a livello cerebrale, causando problemi ai capillari e di conseguenza varie alterazioni funzionali (la progressiva perdita di memoria, ad esempio). Articolo del blog Kinepharma dell’8 dicembre 2012 “Intestino permeabile della membrana celulare

Quando tutte queste circostanze si combinano all’attività biologica che genera anche residui e tossine endogene, quali acido lattico, urea, Co2, ammoniaca e l’eccesso di determinati ormoni (squilibrio ormonale), per citarne alcune, si verifica un’intossicazione cellulare. Anche un’alimentazione troppo ricca di proteine che “sporcano” la cellula e di grasso che aumenta il processo “per-adsorbimento” agevolano tale processo.

Le cellule sono state sottoposte per parecchio tempo ad elevati livelli di tossine e ciò si manifesta con svariati sintomi, quali:

  • Mal di testa o dolori muscolari,
  • Disturbi nervosi, irritabilità,
  • Ansia, depressione, stanchezza,
  • Malessere generale,
  •  Ritenzione di liquidi,
  • Invecchiamento precoce a livello di pelle e capillare e
  • Patologie degenerative di tipo neurologico o cancro.

Test e trattamento

Il test può essere effettuato con la fiala di intossicazione chimica, e la fiala di fenolo a 6 DH è in un kit basico. A volte si verificano tossicità da infezioni virali, batteriche, da candida o parassiti. Nel caso della candida si utilizzerà la fiala di candida 3AG, che ci indicherà la presenza della relativa tossina a livello sistemico, ovvero in tutto l’organismo.

In ogni caso sarà necessario agire con sostanze drenanti, molti liquidi e un’alimentazione adeguata:

  • Innanzitutto si dovranno evitare le sostanze solitamente tossiche ma socialmente accettate, quali alcol, tabacco, caffè.
  • Come altresì latte, zucchero, farine raffinate, che sono grandi allergeni. Il latte potrà essere sostituito con latte di riso, avena o mandorle.
  • Come già detto in precedenza si dovranno evitare i grassi, in particolare di natura animale, e un’eccessiva assunzione di proteine, cercando di consumare almeno uno dei tre pasti quotidiani senza proteine. Sarà possibile consumare oli con prima spremitura a freddo, come l’olio d’oliva e di semi, in particolare quello di semi di lino, evitando i cibi fritti che ossidano i loro componenti e producono quantità ancora maggiori di tossine.
  • Sarà altresì necessario seguire un’alimentazione depurativa a base di antiossidanti, che neutralizzano i radicali liberi e trascinano le tossine fuori dal corpo, poiché sono naturali, freschi, privi di prodotti chimici e non soggetti a processi artificiali: frutta, verdura, in particolare crescione, mela, succo di limone, sedano, cipolla, ecc.
  • Gli enzimi, dissolvendo gli immunocomplessi e colpendo le patologie degenerative quali l’Artrite reumatica, agiscono dissolvendo i prodotti dell’infiammazione e trasportandoli all’esterno, evitando di farli arrivare all’intestino sotto forma di grandi molecole. Agevolano la digestione delle proteine, riducendo gli edemi e inibendo le trombosi, agevolando dunque il trasporto e l’eliminazione delle sostanze. Le più note sono la bromelaina dell’ananas e la papaina della papaya.
  • Infine si dovranno utilizzare i drenanti del fegato (cardo mariano, dente di leone, desmodium…), dei reni (solidago, berberis, uva ursina, ginepro…) o della vescica (boldo, genziana, chelidonium…) e del sistema linfatico, come il drenante omeopatico lymphomyosot Heel.
  • Si dovrà inoltre aumentare il consumo di acqua di buona qualità, nell’ordine dei 2/3 litri al giorno, anche sotto forma di infuso purché non di sostanze contenenti caffeina, come il tè.
  • E l’aria pura e dello sport, aiuterà ad eliminare le tossine.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

Un concetto più globale della salute


Siamo abituati a leggere articoli medici o sulla salute che mettono in relazione, in maniera chiara e diretta, problemi e cause o fattori che incidono evidentemente sulla manifestazione degli stessi. Poco tempo fa, ad esempio, ho letto che lo stress favorisce le infiammazioni e che quindi potrebbe evidentemente ripercuotersi su determinate patologie.

Ciò che si verifica con una certa frequenza non può tuttavia dimostrare che i fatti siano realmente così. Mi spiego meglio: nell’esempio fatto sopra, lo stile di vita ha più probabilità di scatenare l’infiammazione rispetto allo stress.

In questo senso, Sheldon Cohen, professore di psicologia dell’Università di Carnegie Mellon a Pittsburgh, attribuisce tali disturbi non soltanto allo stress, ma anche a tutto ciò che comporta lo stile di vita di una persona soggetta a tale fattore. Si verifica ciò che in statistica viene chiamata correlazione, poiché nella maggior parte dei casi lo stress è connesso a un’alimentazione non corretta e a cattive abitudini quali bere, fumare, assumere stimolanti e sostanze psicotrope per riposare o la mancanza di esercizio fisico, per citarne alcune.

Il fatto è che nutrizionisti e terapeuti spesso non tengono conto del fatto che il concetto di alimentazione non corretta non riguarda soltanto i suoi componenti, come sentiamo abitualmente dire: la non corretta combinazione degli alimenti, la mancanza di fibre, l’eccesso di zuccheri, alcol, caffè e farine raffinate, l’eccesso di proteine e grassi animali, la mancanza di consumo di frutta, verdura e acqua, ecc.

Sappiamo ad esempio che le emozioni negative favoriscono la comparsa di determinate patologie, rendendo più vulnerabile il sistema immunologico. Al contrario le emozioni positive apportano benefici alla salute, aiutandoci a sopportare le patologie. La buona salute è un processo complesso, basato su un perfetto equilibrio psicoemozionale al quale prendono parte vari fattori, che spesso non vengono presi in considerazione nella loro totalità.

Un “cattivo stile di vita”, come si dice in linguaggio colloquiale, ha molti sfaccettature ed è necessario comprendere che quando entriamo in una dinamica non corretta è perché non ci curiamo della nostra salute spirituale, mentale e naturalmente fisica, dal momento che si tratta di un tutt’uno, di qualcosa che la medicina tradizionale ancora non ha imparato a prendere in considerazione. È dunque opportuno non cadere nello stesso errore.

Non dobbiamo pertanto stupirci se lo stress determina maggiori possibilità di scatenare patologie infiammatorie, diabete, cancro, ecc., dal momento che ciò dipende dal fatto di non dare le giuste priorità alle cose davvero importanti della vita. Guardiamo pertanto alla salute in maniera più globale e olistica, prendendo in considerazione tutte le dimensioni che ci riguardano. In questo modo avremo a disposizione tutti i fattori necessari.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Cefalee e trattamento

Il mal di testa è uno dei dolori più diffusi. Nella maggior parte dei casi si tratta di un dolore temporaneo e di lieve o moderata entità. Spesso si presenta come manifestazione di un disturbo del fisico, fungendo da segnale d’allarme. Nulla a che vedere con le persone che soffrono di cefalea, fastidiosi e forti mal di testa denominati anche cefalee a grappolo.

Cause e sintomi delle cefalee

 Spesso l’origine delle cefalee è sconosciuta, ma si ritiene che nella maggior parte dei casi sia dovuta a:

  • Un funzionamento anomalo dei centri di controllo del dolore discendente, che si trovano nell’area dell’ipotalamo e del tronco encefalico.
  • Il collo e la cervicale possono essere all’origine del mal di testa. Spesso le cefalee possono estendersi fino al collo.
  • Il sistema vascolare e la sua influenza sotto gli stimoli del sistema nervoso autonomo o neurovegetativo. Qualsivoglia modifica nel calibro dei capillari provoca disturbi di nutrizione a livello delle cellule e il cambiamento delle relative funzioni. Le modifiche al calibro dei capillari possono essere determinate da fenomeni di vasodilatazione, come accade in caso di ipotensione o spasmo delle arteriole o come si verifica nei casi di ipertensione arteriosa.
  • Esistono  poi fattori di natura esterna che possono accentuare la cefalea, quali l’eccessivo consumo di tabacco o alcol, l’assunzione di alcuni farmaci o di sostanze psicotrope quali la cocaina. Fattori scatenanti possono essere anche i climi caldi, gli sforzi eccessivi, i luoghi ad elevate altitudini, alcuni alimenti nonché l’esposizione a luci brillanti (tra le quali possiamo inserire la luce del sole).

Trattamento

Per combattere la cefalea è necessario adottare le opportune misure di prevenzione e tenersi lontani dai fattori di rischio, come altresì cercare di mantenere l’opportuno equilibrio psicologico. Alcune abitudini possono rappresentare un ausilio, come esercitare e stirare i muscoli della schiena, gestire in maniera adeguata lo stress ed evitare tutto ciò che fa alzare la pressione sanguigna o peggiora la circolazione.

Nei casi di cefalea associata a cervicale o di cefalea cervicogenica sono stati riscontrati buoni risultati con la manipolazione dei punti trigger miofasciali (PGM). Secondo Simons il PGM viene definito come una zona iper-irritabile di un muscolo scheletrico connessa a un nodulo palpabile ipersensibile ubicato in una fascia tesa, ovvero in un gruppo di fibre muscolari tiranti che si estendono dal punto trigger all’innesto del muscolo. Tali PGM impediscono il corretto movimento quando sono attivi e provocano dolore.

Una volta che la cefalea si è manifestata, nella maggior parte dei casi il trattamento necessita di apposita cura a base di antinfiammatori e analgesici. Anche la corretta ossigenazione può risultare molto utile, come altresì l’agopuntura.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com).

Kinepharma.

Variazioni nel sistema nervoso associate all’età

Il ruolo del Sistema Nervoso Centrale (SNC) quale regolatore e integratore delle attività dell’organismo e delle relative variazioni legate all’età segna il processo di invecchiamento della persona. A parte le logiche variazioni morfologiche quali la riduzione del volume e del peso del cervello sino a 15% nelle persone anziane di 80-90 anni, si verifica un deterioramento dei processi biochimici e cellulari. Oggi si parla più di variazioni che di perdite cellulari.

Negli anziani considerati sani a livello di neocorteccia e di ippocampo le perdite neuronali sono minime, a differenza dei pazienti affetti da Alzheimer, che presuppone perdite notevoli. Inoltre nei pazienti che presentano questo tipo di problematiche, i processi di neuroplasticità, che comportano uno sviluppo di strutture e funzioni nuove a seconda dell’insediamento di nuove connessioni sinaptiche, sono quasi scomparsi.

Problemi degenerativi

Sono strettamente connessi alle variazioni che avvengono nei sistemi di neurotrasmissione. In questi casi svolge un ruolo chiave lo stress ossidativo, la cui causa principale è la produzione di radicali liberi con l’invecchiamento e che comporta danni al DNA, alle proteine e al materiale lipidico del cervello quando aumentano i livelli di perossidazione. In sostanza le cellule nervose subiscono danni irreversibili.

Tali processi negativi sul SNC attribuibili a percentuali più elevate di radicali liberi si osservano prevalentemente in pazienti affetti da Alzehimer e altre patologie del  sistema nervoso.

Test e trattamento

Per il test è possibile utilizzare un kit per le patologie del cervello e del sistema nervoso, in particolare le fiale come quelle per l’Alzheimer, in grado di rilevare problematiche degenerative che compromettono la memoria e il coordinamento della persona. Si dovrebbe tuttavia intervenire con grande anticipo con una terapia di prevenzione, verificando i livelli di radicali liberi nella persona, come altresì le carenze di vitamine, sali minerali, antiossidanti, ecc.

Sono innumerevoli i consigli suggeriti per evitare questo tipo di problemi. Fondamentale tra questi è quello che riguarda l’alimentazione, come abbiamo visto in uno dei nostri articoli dello scorso 18 settembre: “ La detoxificación celular del Dr. Shinya”. L’eccesso di proteine lascia residui proteici nelle cellule e sarebbe strettamente legato a patologie quali Alzheimer, Parkinson ecc. Risulta pertanto opportuno controllarne l’eccessivo consumo, come altresì quello dei grassi animali saturi.

Inoltre le diete ricche in “enzimi”, ovvero di alimenti “vivi” quali insalate e frutti dall’elevato potere antiossidante, rivestono grande importanza.

Integratori quali la vitamina B12, l’acido folico o la niacina sono estremamente importanti per il sistema nervoso delle persone anziane, migliorandone la memoria e il coordinamento. A ciò si dovrebbero aggiungere gli integratori di acidi grassi essenziali quali l’omega 3 e 6.

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

 

 

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