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Nov 12, 2015

Come proteggere la nostra aura o campo elettromagnetico?

Campo elettromagnetico

Il nostro campo elettromagnetico è formato da particelle di energia che sono sospese intorno al corpo umano in uno strato di forma ovale.

Questa fascia aurica sporge di circa un metro dal corpo fisico, estendendosi sopra la testa e oltre i piedi e unendosi al suolo. Potremmo definire il campo elettromagnetico come la nostra forza vitale. È l’energia irradiata in base ai nostri pensieri, emozioni, sentimenti, ecc.

Il campo elettromagnetico viene definito in modo diverso in funzione della cultura a cui si applica, per esempio, nella tradizione cinese l’energia viene chiamata Chi, in Giappone Ki, in Polinesia Mana, nella lingua indiana è conosciuta come Orenda, gli indù la chiamano Prana, gli ebrei Ruach, i paesi islamici Baraka, gli esoterici corpo astrale e i terapeuti più attuali e occidentali, come Wilhelm Reich, la definiscono energia orgonica.

Il nostro campo elettromagnetico o aura umana interagisce costantemente con altri campi energetici dell’ambiente circostante, partendo da quelli che irradiano energia della stessa natura come montagne, spiagge, fiumi, minerali e piante fino, ovviamente, ai campi elettromagnetici degli animali e di altre persone.

Se non favoriamo l’armonia tra tutti i campi energetici con cui interagiamo ogni giorno, le nostre fasce si restringono o si bloccano, a causa dello scontro energetico e della mancata assimilazione armonica con altri campi energetici.

Alcune persone sono più sensibili di altre ai campi elettromagnetici che le circondano poiché la copertura del loro campo abbraccia uno spazio circostante più grande, intersecandosi facilmente con quelli di altre persone.

Da un lato, questo è positivo perché consente alla persona di entrare facilmente in sintonia con le vibrazioni positive ma è anche un male perché assorbe quelle negative del suo ambiente più vicino, per esempio in un ascensore o in un autobus.

Zucchero

Per scoprire l’ampiezza della nostra aura, o campo elettromagnetico, e poterne controllare le dimensioni in base all’ambiente circostante, è possibile realizzare un test kinesiologico molto semplice.

Come campione per questo test possiamo utilizzare dello zucchero, in bustina o zolletta, come preferiamo. Il campo elettromagnetico dello zucchero ruota verso destra, esattamente come quello dell’essere umano, per cui quando l’avviciniamo al nostro corpo, entrambi i campi si respingono. Per questo motivo, lo zucchero ci indebolisce e origina una risposta stressante del corpo.

Quindi, per misurare l’ampiezza del nostro campo elettromagnetico, collocheremo la bustina di zucchero al di sopra della persona sdraiata a una distanza di un metro e mezzo circa e ridurremo la distanza poco a poco testandola ogni volta fino a ottenere un AR. L’ottenimento di un AR indicherà l’urto con il nostro campo elettromagnetico e la conseguente emissione della risposta stressante provocata dallo zucchero.

Se consideriamo che l’ampiezza della nostra aura è molto grande, immagineremo per un minuto il colore che crediamo che abbia e ne ridurremo la grandezza fino ad arrivare al punto che riteniamo adeguato per proteggerci.

Successivamente possiamo effettuare un nuovo test per verificare se siamo riusciti a ridurre il nostro campo elettromagnetico. Con questo facile test, ci renderemo conto che con la semplice immaginazione è possibile modificare l’aura per adattarla alle diverse circostanze, in base a quanto desideriamo essere ricettivi.

Nel nostro articoloCorrezione dell’aura e delle relative alterazioni, del 26 maggio 2015, è anche possibile apprendere in che modo cicatrici e incidenti si ripercuotono sul nostro campo elettromagnetico e come ovviarvi.

Se non riusciamo a controllare la nostra aura, possiamo utilizzare il kit dei chakra per verificare la presenza di chakra interessati da qualche interferenza elettromagnetica o dai nostri stessi pensieri, emozioni, sentimenti e porvi rimedio.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Nov 5, 2015

Come curare un trauma psichico con la kinesiologia

Trauma psichico

Il trauma psichico è un’esperienza che rimane archiviata nella memoria della persona come conseguenza di un episodio doloroso vissuto nel passato.

Solitamente, il termine trauma si associa a qualcosa di grande ed evidente, tuttavia, occorre ricordare che può trattarsi anche di qualcosa di piccolo e cumulativo.

In molti casi, un trauma non risolto è all’origine di depressione, ansia e sintomi psicosomatici.

Quando ci approcciamo a ciò che percepiamo come qualcosa di inevitabile o come una minaccia opprimente per la nostra vita, istintivamente ci prepariamo a lottare o fuggire e, se per qualsiasi ragione, non riusciamo a reagire in questo modo perché mettiamo in pericolo la nostra vita, il cervello trascura i nostri impulsi e istinti, portandoci all’immobilizzazione o congelamento.

Il corpo non riesce a portare a termine la sua reazione istintiva di lottare o fuggire da quello che percepisce come minaccioso o inevitabile, mantiene intrappolata nell’organismo l’energia e le sostanze chimiche che genera producendo il trauma o le conseguenze dello stress post-traumatico che determinano la manifestazione di sintomi di varia natura:

Fisicamente: sensazioni di dolore persistente nel corpo, fatica cronica, dolore al torace o mal di schiena, tensione muscolare, fibromialgia, emicrania, nausea, gastrite, ulcera, ipereccitazione, ipervigilanza, intrusione di immagini del trauma, incubi, esagerate risposte di soprassalto, attacchi di panico, ipersensibilità a suoni, odori, tatto.

Emotivamente: cambi bruschi di temperamento, capacità ridotta di gestire lo stress, difficoltà a relazionarsi con gli altri, isolamento, pianto frequente, reazioni emotive esagerate impossibili da controllare. Difficoltà a controllare il tremore e persistenza di terrore anche dopo il verificarsi dell’evento. Sentimenti di sconforto, impotenza, scoraggiamento, depressione, perdita di interesse per la famiglia, il lavoro e verso attività che prima procuravano piacere.

Mentalmente: paranoia, pensieri ossessivi e compulsivi, confusione, difficoltà di concentrazione, poca tolleranza per le diversità.

Molte persone non sono consapevoli dei loro traumi ma convivono, tuttavia, con i suoi sintomi; attraverso un test kinesiologico potremo aiutare queste persone ad acquisirne consapevolezza e a recuperare l’equilibrio della psiche.

 Kit del Test basico ampliato

Test kinesiologico per il trauma psichico

Se il paziente richiede un trattamento di tipo emotivo, verificheremo se ha sofferto di un trauma che ancora lo destabilizza. A tale scopo, collocheremo la fiala della psiche del Kit del Test basico ampliato sul paziente: il verificarsi di un AR implica che il paziente deve elaborare un trauma del passato.

Dopo aver registrato le informazioni in AR, chiederemo al paziente di dire la sua età e di tornare indietro con gli anni fino a quando uno di questi non elimini l’AR.

Al raggiungimento di tale anno, registreremo nuovamente le informazioni e interrogheremo il paziente in merito a possibili situazioni difficili a livello emotivo verificatesi in quel particolare momento della sua vita. Per aiutarlo nella ricerca, testeremo diverse emozioni o più ambiti della sua esistenza.

Successivamente, effettueremo il Test dei Fiori di Bach per trovare i fiori legati all’emozione del trauma passato e daremo al paziente tre gocce allo stato puro del fiore di Bach appropriato.

Continueremo quindi con la tecnica di Integrazione delle emozioni. Ricordiamo che questa tecnica consiste nella stimolazione dei punti neurovascolari dello stomaco del paziente mentre si chiede a quest’ultimo di ricordare il fatto traumatico e di visualizzarlo.

Dopo alcuni minuti, realizzeremo la tecnica conosciuta come Liberazione della tensione emotiva, in cui il paziente dovrà svuotare la mente e respirare in modo rilassato. Per farlo, collocheremo la mano sinistra sulla sua fronte e la mano destra nella zona occipitale, mantenendo la posizione per alcuni minuti. Con questa tecnica, riusciremo a liberare la tensione provocata dall’esperienza traumatica.

Concludiamo effettuando il controllo della terapia per verificare se il trattamento sia sufficiente o se sia necessario approfondirlo. Se sufficiente, torneremo all’età attuale, facendola pronunciare ad alta voce dal paziente stesso. In seguito, testeremo e verificheremo che non sia cambiato l’indicatore.

Va detto che non è possibile curare più traumi in una stessa seduta ma che è necessario concentrarsi solo su un singolo trauma. Nei giorni seguenti, ripeteremo di nuovo il test per approfondire il livello emotivo successivo, ovvero per trovare un trauma precedente a quello trattato nella prima seduta.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Test delle allergie

La maggior parte delle allergie aeree e l’asma in Europa si sono moltiplicate per 4 negli ultimi 30 anni, colpendo tra il 15 e il 40 per cento della popolazione. Sono i giovani a soffrire maggiormente del crescente numero di casi di allergia, uno su tre dei quali sono bambini. Negli ultimi 10 anni le reazioni allergiche nei bambini si sono moltiplicate per sette. Molte di queste persone soffrono inoltre di ipersensibilità agli additivi chimici degli alimenti comuni, ai coloranti artificiali e ai conservanti, tra gli altri.

I materiali degli imballaggi alimentari contengono innumerevoli agenti inquinanti ambientali, come ad esempio quelli delle bottiglie o gli involucri di plastica, per non parlare delle emissioni dei tubi di scarico, dei pesticidi, dei vapori che esalano dalle vernici e dai tappeti e di altri prodotti chimici ambientali a cui la maggior parte di noi sono esposti quotidianamente. Sarebbe dannoso che il corpo non reagisse dinnanzi all’attacco di massa dei veleni che deve affrontare ogni giorno. Spesso crescere in un ambiente troppo sterile può far sì che i sistemi immunitari reagiscano in maniera eccessiva quando vengono a contatto con sostanze innocue.

La lavorazione e le modifiche genetiche apportate agli alimenti o la età in cui si inserisce per la prima volta un alimento solido nella dieta dei neonati possono essere fattori che contribuiscono all’aumento delle allergie. Tra gli alimenti più comuni che provocano reazioni allergiche troviamo il latte, le uova, le arachidi, la frutta secca, il pesce, i frutti di mare, la soia e il grano (glutine). Questi alimenti provocano il 90% delle reazioni allergiche in Occidente.

Ci sono poi le allergie primaverili. Solitamente nel periodo della fioritura delle piante molte persone sono allergiche a ogni tipo di polline, ma tutto ciò ha una causa comune: La sempre maggiore difficoltà del fegato di elaborare le tossine.Molte persone hanno potuto constatare che dopo un’intera vita senza problemi di questo tipo, in età intermedie o avanzate iniziano  soffrire di allergie. Nella maggior parte dei casi ciò dipende da un accumulo di calcoli biliari nel fegato. Ne deriva l’importanza di mantenere una ridotta tossicità nell’organismo e se del caso di effettuare una pulizia epatica, come abbiamo già spiegato negli articoli precedenti.

Di fatto è possibile che le reazioni allergiche derivanti dalla congestione dl fegato e la debolezza del sistema digerente e che sicuramente non sono scomparse, siano responsabili della generazione di nuovi calcoli biliari.

Tuttavia, una volta alterato il sistema immunologico, sono necessari altri rimedi per convincere le cellule del sistema immunologico affinché smettano di produrre anticorpi contro gli antigeni presenti, ad esempio nel caso della polvere, del polline, del pelo di animale (come il gatto) o di alimenti come il latte, il grano, le arance, i pomodori, ecc. Qui si potrebbe parlare di una terapia energetica basata sulla biorisonanza o sull’omeopatia.

Negli ambienti della medicina naturale è noto che la maggior parte delle persone che soffrono di una patologia cronica o dilunga durata soffrono di una o più allergie. Anche le persone con otturazioni odontoiatriche fatte con malte a base di mercurio sono allergiche a molti più prodotti, ma soprattutto al latte e ai suoi derivati.  Anche i malati di AIDS e di cancro soffrono di allergie a vari prodotti, tra cui spiccano il latte, il grano e la menta.

Test

Per testare le allergie sono disponibili varie fiale, come quelle per l’allergia comune, ovvero l’Histaminum D30 e D60, ma anche la fiala di Istidina. Ma è possibile usare anche un kit per allergie ai pollini se il problema si verifica in primavera, dal momento che molto probabilmente dipenderà da qualche tipo di polline.

Una delle fiale che useremo nel testare le allergie sarà quella di Dimaval e quella di Clorella vulgaris, prodotti particolarmente indicati in caso di metalli pesanti, che come abbiamo già visto in precedenza aumenta la sensibilità del corpo che soffre di allergie, in particolare al latte.  Se il test è positivo, la priorità consisterà sicuramente nell’eliminare i metalli pesanti come fase preliminare per correggere questa disfunzione del sistema immunitario.

Per maggiore informazione sull il test delle allergie, raccomandiamo leggere l’articolo di kinepharma del 11 di  Giugno 2015 “Test allergologici in chinesiologia” e il articolo di ottobre 2012 “Le allergie alimentari“.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Test per le carenze nutrizionali

Paradossalmente nel XXI secolo e nella società occidentale, caratterizzate dalla ricchezza maggiore di tutte le epoche della storia dell’umanità, riscontriamo il sussistere di innumerevoli problematiche nutrizionali.

Come già abbiamo commentato in svariate occasioni, queste problematiche nascono dalla mancanza di un’adeguata alimentazione, della non corretta combinazione di alimenti, dallo stress, e in generale dalle nostre abitudini di vita poco salutari, che fanno sì che a livello cellulare il metabolismo diventi praticamente impossibile e si verifichino carenze nutrizionali.

Per questi motivi spesso nella chinesiologia ci troviamo a dover testare varie di queste carenze:

  • Disidratazione.
  • Enzimi.
  • Vitamine.
  • Sali minerali e oligoelementi.
  • Amminoacidi.
  • Sali di Shussler.

Test

  • Disidratazione: L’acqua è il principio nutritivo fondamentale che regola il corpo umano ed è pertanto essenziale per il corretto funzionamento dell’intero sistema metabolico dell’organismo. Esistono vari modi per verificare se l’organismo presenta una carenza d’acqua. Uno di questi consiste nell’usare una fiala d’acqua per correggere un AR (Arm Reflex).

In caso affermativo, il nostro paziente dovrà bere acqua per poter proseguire il test. Un’altra modalità prevede il tirare delicatamente i capelli. Nel caso in cui il paziente presenti un AR significa che siamo in presenza di disidratazione.

  • Enzimi: Gli enzimi sono sostanze fondamentali per il normale svolgimento di tutte le funzioni del corpo umano. Fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche che si verificano nell’organismo per ottenere l’energia utilizzata dalle cellule al fine di conservare la vita. Per effettuare tale verifica è necessario usare la fiala per la carenza di enzimi, che è quella di Zinco metallico a 200 CH.

  • Vitamine: La loro mancanza potrebbe dipendere dalla scarsa qualità degli alimenti o al loro eccessivo riscaldamento durante la preparazione o a uno squilibrio della flora intestinale. Il procedimento per testarla si svolge in presenza di un AR biochimico, regolato con una fiala per la carenza di vitamine, che è la fiala Manganum metalicum a 200 CH.  Questa carenza può essere riscontrata anche toccando bilateralmente i due punti 41E in caso di correzione dell’AR.
  • Sali minerali e oligoelementi: Come avviene per le vitamine, la loro carenza può dipendere dalla scarsa qualità degli alimenti.Il procedimento per testarla si svolge in presenza di un AR biochimico, regolato con una fiala per la carenza di sali minerali e oligoelementi, che è la fiala Cuprum metalicum a 200 CH e Cobaltum metalicum a 200 CH. Questa carenza può essere riscontrata anche toccando bilateralmente i due punti 4TR in caso di correzione dell’AR.
  • Amminoacidi: Gli amminoacidi sono alla base di qualsiasi processo vitale, dal momento che sono assolutamente indispensabili nei processi metabolici. Le loro principali funzioni sono il trasporto ottimale dei principi nutritivi e l’ottimizzazione dello stoccaggio di tutti i nutrienti, ovvero acqua, grassi, carboidrati, proteine, sali minerali e vitamine.La loro carenza si individua nel caso in cui l’AR venga corretto con la fiala per gli amminoacidi o se toccando il punto 25 VG (punta del naso) si verifica un AR che regoli il mudra chimico.
  • Sali di Shussler: Possono stimolare o ripristinare le funzioni corporee, oltre che correggere i disturbi funzionali dell’organismo. Schussler ha scoperto che a partire da questi sali era possibile elaborare rimedi molto più efficaci dei puri minerali derivanti dall’alimentazione. È possibile eseguire il test con la fiala dei Sali di Shussler, costituita dai 12 sali.

Troviamo tutto ciò in un kit di base per la diagnosi e in un kit di sali di Shussler.

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Individuazione di metalli pesanti nell’organismo

Si tratta di un problema sempre più comune e non può essere riscontrato con un’analisi delle urine o del sangue a meno che tali sostanze siano in stato transitorio. I metalli pesanti si accumulano nel corpo, prevalentemente nei grassi o nelle ossa.

Gli organi più colpiti dai metalli pesanti sono:

  • Reni
  • Fegato
  • Cervello

E in secondo luogo:

  • Ossa
  • Tiroide

Sono i due muscoli utilizzati per testare la presenza di metalli pesanti:

  • Pettorale maggiore clavicolare (il 99% delle volte risulta positivo).
  • Psoas (il 100% delle volte risulta positivo).

Il test con la chinesiologia olistica si effettua tirando le braccia e incrociandole. Se ciò provoca un AR (Arm Reflex) significa che la persona presenta metalli pesanti. La fiala generale che indica la presenza di metalli pesanti è la Mercurius solubilis 30DH, che rientra in un test basico.

A questo punto si dovrebbe verificare quale sia il metallo che provoca l’intossicazione. I metalli più diffusi (al 99% in tutti i casi) sono:

  • Piombo (Pb)
  • Mercurio (Hg)
  • Alluminio (Al)
  • Arsenico (As)
  • Cadmio (Cd)
  • Nichel (Ni)
  • Rame (Cu)

Per testare tali tossicità si usa un kit per tossine. Una volta stabilito quale sia il metallo specifico interessato, dovremo verificare quali sono gli organi colpiti. Nel 99% dei casi saranno reni, fegato o cervello.

Test degli organi coinvolti

Per testare quali siano gli organi nei quali si accumulano i metalli pesanti si vanno a toccare i centri neuro linfatici (NL) o si utilizza un filtro per gli organi:

  • Reni: I relativi NL si trovano 1″ verso l’alto e 1″ lateralmente rispetto all’ombelico.
  • Fegato: I relativi NL si trovano nell’emitorace destro, tra le costole cinque-sei, dal capezzolo verso lo sterno.
  • Cervello: I relativi NL si trovano al di sotto dell’apofisi coracoide, su una linea costituita da vari punti, su entrambi i lati.
  • Tiroide: tra le costole due-tre, vicino allo sterno.
  • Ossa: è necessario eseguire il test con il filtro o la fiala.

Semplicemente toccando il punto NL relativo a ciascun organo è possibile individuare dove si trovano i metalli pesanti. Quando toccando il punto in questione l’AR scompare, saremo in presenza dell’organo in cui si trova il metallo pesante.

Il trattamento sarà stabilito in base alla gravità della tossicità e al livello di contaminazione del paziente.

Nei casi molto gravi ci si avvarrà dell’omeopatia, nella fattispecie dell’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) o del DMPS (dimercaptopropanolo solfato) o del DMSA (acido dimercaptosuccinico). Nei casi meno gravi o intermedi si utilizzeranno oligoelementi quali il selenio o lo zolfo e ci si avvarrà della medicina ortomolecolare con l’impiego di amminoacidi solforati o composti quali l’MSM o l’aglio. Nei casi che presentano minore contaminazione di useranno piante o alghe quali la clorella o lo zenzero.

I drenanti omeopatici quali solidago, berberis, galium, toex e altri possono risultare fondamentali nelle prime fasi di disintossicazione di fegato, reni e cervello.

 

Angel Salazar (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Consumo di proteine e patologie cardiovascolari

A differenza della teoria classica secondo la quale le calorie non ingerite vengono stoccate soltanto sotto forma di grasso, che si tratti di idrati di carbonio, grassi o proteine, l’eccesso di proteine e il loro accumulo costituisce il principale fattore di infiammazione e patologia cardiovascolare. Quando ciò accade, l’organismo trasferisce le proteine non assimilate alle membrane basali delle pareti capillari e ai tessuti connettivi che circondano la cellula.

Ne deriva un ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni, che ne compromette la funzione di fare arrivare ossigeno, acqua e principi nutritivi alla cellula e di eliminare i prodotti di scarto del metabolismo cellulare. Questo fenomeno viene commentato nell’articolo del Blog Kinepharma del 23 luglio 2014 “L’ispessimento del sangue”.

Le analisi del tessuto connettivo di persone obese hanno dimostrato che non solo presentano un eccesso di grasso, ma anche notevoli quantitativi di densa fibra di collagene (per questo motivo ricordiamo  sempre il grandissimo errore dell’integrazione mediante il collagene. Al contrario risulta perfetto il silicio, che in caso di eccesso viene eliminato attraverso l’urina).

Questo costante accumulo di proteine nei vasi sanguigni finisce col danneggiarli e con il provocare la relativa risposta difensiva: l’infiammazione. In uno studio all’avanguardia pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2002, medici di Brigham e Boston hanno dimostrato che una semplice analisi del sangue denominata Proteina C-reattiva, PCR consente di prevedere quali pazienti siano soggetti a un infarto del miocardio o a un’emorragia cerebrale. Ma è necessario fare attenzione all’analisi PCR, dal momento che questa proteina si moltiplica addirittura per dieci in presenza di influenza o raffreddore.

Desideriamo inoltre aggiungere che utilizzando la variabile dell’omocisteina, l’analisi sarebbe molto più completa. Questa sostanza agevola la formazione di piccoli coaguli che causano lesioni alle arterie, trattandosi del frutto del normale metabolismo dell’amminoacido metionina, che abbonda nelle carni rosse e nei latticini.  Blog Kinepharma, 11 dicembre 2013 “Fiala di omocisteina”.

Pertanto nel caso in cui vengano consumati grandi quantitativi di proteine animali, quali carne suina, bovina e di pollo, pesce, uova, latte, formaggio, ecc. La capacità dell’organismo di scomporre ed eliminare in tutta sicurezza la proteina o l’omocisteina si riduce progressivamente.

Poiché l’eccessivo consumo di proteine ispessisce il sangue, aumenta il rischio di formazione di coaguli e il corpo è obbligato a stoccare le proteine in eccesso. Una volta esaurita la capacità di stoccaggio delle membrane nei vasi sanguigni, mantenendo l’eccessivo consumo di proteine animali il corpo inizia a stoccarle lungo le pareti delle arterie.

In questo momento le principali arterie coronariche si ispessiscono, subiscono lesioni e vedono ridotta la loro efficacia. Man mano che si distruggono e interrompono la fornitura di ossigeno al cuore, l’individuo respira con difficoltà e può accusare dolore e intorpidimento alle estremità. Può verificarsi un infarto del miocardio in qualsiasi momento. In questo modo lo stoccaggio della proteina in eccesso nel corpo è come una bomba a orologeria che può esplodere in qualsiasi momento. Ed è ciò che accade quando le nostre abitudini alimentari intraprendono questo cammino, motivo per cui le patologie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte in occidente.

Per il test utilizziamo le fiale di PCR e omocisteina, tenendo conto del fatto che la prima, sebbene estremamente significativa per l’individuazione di futuri problemi cardiovascolari, deve essere usata come illustrato in precedenza, sempre in assenza di procedimenti infettivi quali influenza o raffreddore. Entrambe le fiale sono disponibili in un kit per le patologie del sistema circolatorio.

 

Ángel Salazar (angelsalamag@gmail.com).

Kinepharma.

 

Fattori importanti nell’osteoporosi

Contrariamente a quanto fa solitamente il medico per arrestare la decalcificazione delle ossa, che consiste nell’apportare elevate dosi di calcio, ciò che si deve fare è migliorarne l’assimilazione, in particolare nelle persone che hanno superato i 50 anni.

Gli eccessi di principi nutritivi quali sodio, fosforo o fluoro, l’eccessivo consumo di prodotti lattei, proteine di origine animale e zuccheri o la carenza di sali minerali quali magnesio, zinco o boro creano uno scompenso nell’organismo, rendendo difficoltosa l’assimilazione del calcio da parte delle ossa.

Un’eccessiva interazione di questo sale minerale quando l’organismo non è in rado di assimilarlo correttamente può inoltre avere gravi conseguenze, tra cui l’accumulo di calcio nelle arterie, nelle articolazioni o in organi come reni o fegato.

Vediamo quali sono i fattori principali che determinano futuri problemi di osteoporosi:

  • Essere donna. Statisticamente le donne sono due volte più predisposte rispetto agli uomini a subire fratture a causa dell’osteoporosi, poiché hanno una massa ossea inferiore e vivono più a lungo. È molto importante anche il rapido abbassamento dei livelli di estrogeni che si producono durante la menopausa, il quale influisce sulla perdita di massa ossea. Tutte le patologie, i disturbi o i processi biologici quali la menopausa che riducono i livelli di estrogeni.
  • Un’alimentazione non sana come quella che contiene un eccesso di proteine, di alimenti raffinati carenti in enzimi vivi, che determinano un eccesso di acidità, come le proteine animali, i grassi animali, gli alimenti fritti, il caffè, l’eccesso di sale e di zucchero raffinato, gli additivi, la carenza di acqua. Questa alimentazione provoca un’acidità tissutale, o acidosi, che fa sì che l’organismo utilizzi le riserve di elementi minerali alcalini quali magnesio, calcio, ecc. sottraendoli a ossa e articolazioni.
  • Una carenza di vitamina D provocata da una non corretta alimentazione o dalla mancanza di luce solare, articolo Kinepharma gennaio 2015 “Benefici della luce solare“.
  • Uno stile di vita sedentario, con carenza di esercizio fisico o mancanza di ossigenazione e negli spazi all’aria aperta.
  • Essere di razza caucasica o asiatica, sebbene le donne statunitensi di origine africana e le donne ispaniche presentino un notevole rischio di soffrire per questa patologia.
    Avere una struttura fisica piccola e snella, con un peso che si aggira sui 50 kg.
  • Alimentazione povera in sali minerali e calcio.
  • L’uso di glucocorticoidi, farmaci per le convulsioni come l’epilessia, ormoni che rilasciano gonadotropina per il trattamento dell’endometriosi, antiacidi che contengono alluminio, così come alcuni trattamenti per il cancro alla mammella e alla prostata possono provocare una perdita di massa ossea.
  • Ipertiroidismo o problemi alla ghiandola paratiroide.
  • I farmaci diuretici o le piante medicinali che regolano l’eliminazione della ritenzione idrica e fanno sì che i reni eliminino più calcio e altri sali minerali.
  • L’eccessivo consumo di alcol che riduce la formazione dell’osso e interferisce nelle funzioni del corpo destinate all’assorbimento del calcio.
  • Le persone che sperimentano gravi processi di depressione presentano maggiori percentuali di perdita di massa ossea.
  • Fumare, dal momento che riduce gli estrogeni e crea demineralizzazione.
  • La carenza di testosterone negli uomini.

Test

Per fare il test possiamo utilizzare varie fiale, una delle quali sarà naturalmente quella di calcio. È anche possibile usare la fiala della ghiandola paratiroide per vedere se sia in buone condizioni. In caso contrario potrebbero verificarsi problemi nella corretta regolazione dell’assorbimento di calcio nel sangue.

Questa analisi può essere osservata da molti punti di vista. Possiamo ad esempio ottenere una conferma estremamente chiara della diagnosi, utilizzando fiale molto diverse come quella dell’acidità. Nello specifico sappiamo che un pH acido implica un eccesso di acidità nel sangue, da compensare con le riserve minerali delle ossa.

Possiamo anche utilizzare la fiala di estrogeni o degli scompensi ormonali nella donna (una carenza di estrogeni provocherà una riduzione della massa ossea) e quella di testosterone nell’uomo. Anche in questo modo potremo sapere se lo scompenso ormonale, come quasi sicuramente succederà, può provocare problemi di decalcificazione alle ossa. Molte di queste fiale si trovano in un Kit basico ampliato.

Una volta confermata l’esistenza dell’osteoporosi possiamo osservare che le ossa sono più coinvolte e a tale fine potremo utilizzare un Kit della articollazione sacro-iliaca e lombare per vedere il coccige, l’osso sacro, ecc e vigilare sul processo.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Palati

In kinesiologia olistica si considera che abbiamo sette livelli o sette mondi che vanno dal mondo minerale a quello spirituale e sono:

  • Mondo minerale: obbedisce alle funzioni di base. Il test da effettuare è il test muscolare.
  • Mondo vegetale: corrisponde al sistema vegetativo, al rapporto organico e all’attività midollare. Sarebbe la parte emotiva delle emozioni non coscienti che si sentono. Il test da effettuare è quello della lunghezza delle gambe.
  • Mondo animale: corresponde al sistema endocrino ed è collegato alle strategie che utilizziamo per vivere. Il test da effettuare corrisponde a quello della lunghezza delle braccia.
  • Palato duro: corrisponde all’ipofisi o ghiandola pituitaria, all’identificazione personale, alle emozioni sociali e al nostro riconoscimento interiore.
  • Palato molle: corrisponde all’epifisi o alla ghiandola pineale ed è la conoscenza della nostra evoluzione ed il  rapporto con il mondo esterno.
  • Mondo spirituale: sono i livelli sottili e causali che in principio sono esaminati con terapie diverse dalla Kinesiologia come reiki, la psicologia trascendentale, ecc.

Test

Pertanto nel test dei palati ciò che effettiamo è da un lato l’identificazione dell’essere umano in rapporto alla società nel proprio contesto personale e dall’altro la relazione che ha con il mondo interiore.

In questo caso il protocollo di Kinesiologia lo realizziamo attraverso tre test:

  • Il paziente allunga le mani. Il terapista tira e le unisce; il paziente rilassa le braccia e il terapista tira nuovamente, sia che il test dia o no AR, si continua (Arm Reflex).
  • Il paziente si tocca con la lingua il palato duro (ipofisi-ghiandola pituitaria), che è l’identificazione personale, il rapporto con noi stessi, con il nostro mondo interiore. Il test si effettua con gli occhi aperti e chiusi. Sia che il test dia o no AR, il terapista continua.
  • Il paziente si tocca con la lingua il palato molle (epifisi-ghiandola pineale) che è il rapporto con il mondo esterno. Il test va effettuato con gli occhi aperti e chiusi.

Se il paziente non ha dato AR in nessun test, si continua con il protocollo. Se dà AR in qualche test, si effettua il super test di localizzazione terapeutica (STL). Con la mano al contrario rivolta in alto e molto tesa come se fosse una calamita, cerco per zone senza toccare il paziente e testo qual è quella che dà l’AR maggiore. In seguito, quando la trovo, metto la mano sopra, toccando leggermente la zona con la mano girata verso l’alto e registro. Dopodiché, tiro le braccia fino a quando l’AR non va via, (lo annullo). Bisogna identificare l’AR fino a che non svanisce e si somatizzi il problema.

Adesso cerco con il cerchio un nuovo AR che corrisponderebbe agli organi colpiti da somatizzazione, lo registro con gli occhi aperti e chiusi e cerco le cure adeguate. Questo dovrebbe essere sufficiente per correggere i problemi identificati a questo livello.

Ancora una volta effettuo solo i test che hanno dato come risultato AR. Quest’ultimo dovrebbe essere svanito, ma nel caso in cui dovesse ripresentarsi, ripeto l’STL ed applico il trattamento adeguato, fino a quando non annullo l’AR in questa parte del protocollo.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Test allergologici in chinesiologia

L’allergia si manifesta con una reazione immediata a uno stimolo specifico (allergene), che fa sì che il sistema immunologico produca anticorpi per attaccare tale molecola. L’allergene può essere un prodotto o un alimento.Tale reazione si verifica quando mangiamo un prodotto o semplicemente vi siamo vicini, ma non sempre quando un prodotto determina un AR implica un’allergia al medesimo.

Si rende dunque necessario fare una distinzione tra intolleranza e allergia. Nel primo caso succede che mangiando un alimento che debilita, il corpo può compensare lo squilibrio prendendo energia da altre zone, anche in caso di logorio. Nell’allergia il corpo non può compensare lo squilibrio perché è il sistema immunologico a essere interessato.

Nella pratica, possiamo vederlo con un semplice esempio, se al paziente applichiamo una fiala di latte e presenta AR, se aspettiamo un minuto e l’AR scompare significa che è intollerante. Se al contrario entro un minuto non si rafforza il muscolo, significa che è allergico.

Test allergologico

Il punto riflesso delle allergie è l’Atlas, quindi dovremo verificare che non ci sia nessun problema in quell’area. Per farlo il paziente mette una mano sull’Atlas e se non si verifica AR significa che sta bene. Nel caso in cui si verifichi AR, dovremmo correggere l’Atlas prima di eseguire il test allergologico.

Quindi inseriamo il prodotto nel risonatore o sul paziente. Nel caso in cui si verifichi AR, il paziente si tocchi l’Atlas e l’AR scompaia, significa che è allergico. Il test può essere effettuato anche con il filtro per l’allergia comune (Histaminum 30, 60 D): se l’AR cambia significa che il paziente è allergico.

A volte il prodotto determina AR perché contiene conservanti o metalli pesanti. È possibile eseguire rispettivamente una verifica con le fiale per i metalli pesanti (Mercurio solubilis 30D) e sulle allergie ai conservanti (Phenol). Una volta scartate queste due ipotesi, è possibile confermare la presenza dell’allergia. Lo troviamo in un kit basico per la diagnosi o in un test per le allergie o le intolleranze alimentari.

Per le intolleranze alimentari dovremo usare la fiala di Causticum D30, che indicherebbe appunto l’intolleranza, o la fiala di CA-Mg-fosfato, che indicherebbe un grado maggiore di intolleranza. In caso di AR si dovrebbe verificare la presenza dell’allergia.

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.


Ecosistema intestinale

Un corretto funzionamento intestinale è molto importante. In caso contrario, con molta probabilità si verificherà un assorbimento alimentare non corretto e di conseguenza un mancato assorbimento di vitamine, minerali, oligoelementi e acidi grassi essenziali necessari per il nostro organismo.

In tal caso è molto importante verificare il funzionamento dell’intestino tenue. Con la chinesiologia olistica è inoltre possibile conoscere le condizioni dell’ecosistema intestinale e individuare la causa del suo squilibrio.

È inoltre possibile scoprire se tali squilibri possono arrivare a determinare intolleranze o allergie. A tale fine dovremo combinare le fiale per la disbiosi intestinale (flora intestinale) con quelle per candide o parassiti, allergie e intolleranze alimentari.

Test

Dovremo seguire il seguente procedimento:

  • Utilizzare la fiala per la disbiosi. Nel caso in cui si verifichi AR (Arm Reflex) dovremo cercare, con le fiale per l’intestino crasso e tenue, in quale dei due questo si produca. Useremo le stesse fiale in caso di disbiosi separata dell’intestino tenue e crasso
  • Lasceremo poi la fiala o le fiale che hanno determinato l’AR, o meglio le registreremo, aggiungendo i filtri per candide e parassiti. Nel caso in cui l’AR scompaia, cercheremo quali sono a farlo scomparire ed effettueremo una nuova registrazione o le lasceremo inserite nell’apparecchio.
  • Quindi applicheremo il filtro per nosodi per sapere se lo squilibrio della flora sia determinato dalle candide o dai parassiti oppure dai nosodi.
  • Nel caso in cui si verifichi nuovamente l’AR, significa che la causa sono i nosodi. In caso contrario, lo squilibrio è determinato dalle candide o dai parassiti stessi.
  • Quindi utilizzeremo la fiala per le allergie. Nel caso in cui l’AR cambi di nuovo, la causa delle allergie sarà lo squilibrio della flora determinato dai parassiti, dalle candide o dei loro nosodi.

Le fiale principali per questo test sono disponibili nel kit basico ampliato, nel kit dei parassiti e nel test  nosodi.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

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