Ott 21, 2016

Intossicazione da mercurio, il metallo “silenzioso”

mercurio

Il mercurio è un metallo che può essere velenoso e mortale per qualsiasi essere vivente. Tra tutti i metalli è l’unico che a temperatura ambiente si presenta allo stato liquido.

Questo metallo si accumula nei pesci, soprattutto quelli grandi, come lo squalo, lo sgombro, il pesce spada e il branzino. Per questo motivo, è necessario ridurne e controllarne il consumo, in particolare per le donne incinte.

Non solo attraverso l’alimentazione ci si può avvelenare di mercurio. I casi dovuti all’inoculazione di vaccini, alle amalgame dentarie e all’inalazione di vapori stanno aumentando.

Nel 2001, negli Stati Uniti, la FDA ha emesso un’ordinanza per avvertire le persone, soprattutto le donne incinte e le madri allattanti, dei rischi possibili derivanti dal consumo di grandi pesci contaminati dal mercurio.

Il mercurio colpisce maggiormente il cervello dei bambini, che si trova nella fase dello sviluppo. Questo metallo accede molto più facilmente al tessuto celebrale dei piccoli perchè la barriera ematoencefalica non si è ancora completamente formata.

Alcuni studi hanno dimostrato che nei neonati esposti a mercurio, a differenza di quello che accade negli adulti, esso si sedimenta soprattutto a livello cerebrale.

Si deve poi considerare il fatto che i neonati di 6 mesi non possono espellere il mercurio a causa della loro incapacità di produrre la bile, che è la via principale di eliminazione del metallo.

Nonostante ciò, per fortuna non tutti i bambini tendono a sviluppare le stesse reazioni al mercurio, dal momento che questo dipende anche da quanto sono suscettibili a fattori tanto genetici quanto ambientali.

Che sia il caso di un adulto o di un bambino, il mercurio, nel momento in cui si deposita, finisce per intossicare l’organismo senza che quest’ultimo abbia il tempo sufficiente per eliminarlo. In altre parole, la velocità di esposizione è maggiore di quella di eliminazione.

il pesce spada

Nella maggior parte dei casi, gli effetti o sintomi dell’accumulazione di mercurio arrivano a posteriori, ossia qualche mese dopo l’esposizione.

Questo metallo puà attaccare in modi molto diversi a livello organico, senza smettere di agire da veleno circolando nel nostro organismo. Ciò può causare danni ai nostri enzimi (non dimentichiamoci la loro importante funzione), alle proteine strutturali che formano i nostri tessuti e ostacolare i meccanismi di trasporto delle sostanze nutritive e degli elementi essenziali per il buon funzionamento di tutti i nostri organi e sistemi.

Tuttavia, si manifesta maggiormente a livello cerebrale e del sistema nervoso. La presenza del mercurio comporta livelli anormali di neurotrasmettitori come la serotonina, la dopamina, l’acetilcolina o il glutammato.

In molti casi di bambini affetti da autismo, si è potuto notare questo squilibrio nei neurotrasmettitori , causando problemi di apprendimento e di espressione orale, così come difficoltà di comprensione di idee astratte e complete. Questi bambini tendono a isolarsi, soffrono di attacchi di ansia e comportamenti ossessivi/compulsivi.

Inoltre, si avvertono alterazioni a livello sensoriale come intolleranza al rumore, avversione al contatto o mancanza di sensibilità in una parte del corpo.

Grazie alla kinesiologia possiamo identificare e diagnosticare un eccesso di metalli pesanti nel nostro organismo. Oggigiorno, ci sono molto adulti e bambini che presentano sintomatologie diffuse e malattie croniche, il cui origine non è chiaro. Considerare la possibilità di una sovraesposizione al mercurio o a qualsiasi altro metallo potrà essere di grande aiuto nel trattamento della malattia.

Ott 14, 2016

Il rapporto tra il DNA, le nostre emozioni e lo stress

DNA

Il DNA si genera nel momento in cui veniamo concepiti. Queste informazioni genetiche, che ereditiamo dai nostri genitori, non rimangono inalterate ma vengono influenzate da fattori esterni.

Lo stress, i traumi, l’esposizione prolungata a radiazioni o sostanze nocive e lo stile di vita possono influire sul DNA.

Le nostre informazioni genetiche non sono altro che una serie di interruttori che possono attivarsi o meno, a seconda di quello che il nostro organismo percepisce dall’esterno.

Secondo Bruce Lipton, autore de “La Biologia delle Credenze”, i geni non controllano la nostra biologia ma vengono controllati da fattori esterni alla cellula, pensieri e credenze inclusi.

E’ per questo motivo che il nostro destino non è predeterminato nel codice del DNA. Tutto quello che succede intorno alla cellula svolge un ruolo fondamentale. Nonostante sia vero che all’interno del nostro organismo tutto si verifica solo grazie alla tendenza intrínseca dei geni, le nostre cellule possono scegliere tra numerose opzioni per generare il nostro stato fisico.

Dal nostro punto di vista, gli stimoli e gli agenti esterni possono determinare la nostra salute futura.

cure e affetto durante l’infanzia

Le attenzioni della madre durante l’infanzia, soprattutto nei primi mesi di vita, possono definire alcune caratteristiche genetiche riguardanti il modo in cui il piccolo affronterà  la sua vita.

Gli studi dimostrano che quando una persona riceve cure e affetto durante l’infanzia, dimostra un atteggiamento più rilassato e reagisce in modo equilibrato di fronte a situazioni di stress durante l’età adulta.

Contrariamente, quelli che non hanno ricevuto le stesse cure e attenzioni, riusciranno a tollerare con fatica lo stress, mostrando più nervosismo e minore capacità ci gestire le situazioni difficili. Questa teoria non è affatto assurda, considerando che per la maggior parte di noi sentirci protetti ci dà calma e sicurezza.

L’ippocampo è la parte del nostro cervello che gestisce le emozioni e che archivia tutta la nostra esperienza  fin dai primi anni di vita. Gioca, poi, un importante ruolo nei momenti di reazione a situazioni stressanti.

Per rispondere allo stress, il nostro organismo mette in moto le sue fonti energetiche, in modo da compiere l’azione. Come risultato abbiamo la secrezione di adrenalina e cortisolo, gli ormoni dello stress. Quando il pericolo percepito passa, gli ormoni diminuiscono, l’organismo attinge dalle riserve e passa a uno stato di riposo.

Per compiere la funzione di messaggeri questi ormoni devono unirsi ai recettori (“serrature”) delle cellule per comunicare loro ciò che devono fare.

Quando l’ormone dello stress si unisce ai giusti recettori, essi possono interagire da intermediari con il DNA della cellula e attivare i geni responsabili della risposta allo stress.

Ci sono recettori in tutto il nostro corpo e, a seconda della situazione, si attivano quelli a essa relativi. Ad esempio, se dobbiamo uscire correndo, l’ormone dello stress giungerà innanzitutto ai recettori dei muscoli delle gambe.

Quando la situazione di stress è passata e sono stati liberati ormoni sufficienti, i recettori emettono un segnale al DNA affinchè i geni implicati vengano disattivati.

Le cure della madre nei confronti di un figlio influiscono sull’attività di un gene che produce recettori di cortisolo. Le coccole e le attenzioni  permettono al gene di essere pienamente attivo, occupando un ruolo fondamentale di termostato nel controllo della risposta allo stress, mantenendo il giusto equilibrio. Nel caso contrario, essendo inattivo, non c’è nessun termostato che controlli la risposta, così che si vive in una situazione di continuo stress.

Ott 8, 2016

Il quinto chakra per imparare a esprimere chi siamo e cosa sentiamo

 

Il quinto chakra lo troviamo nella gola. Regola le parti del corpo che lo circondano, come la gola, il collo, la nuca, le corde vocali, la voce, i bronchi, la trachea, l’esofago, la mandibola, i denti, la tiroide e le orecchie.

I problemi di salute che possono nascere da un blocco del quinto chakra sono l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo, il mal di gola, la faringite, la perdita della voce, il raffreddore, problemi di udito, brusii e fischi nelle orecchie.

Quando ci fa male la gola, dobbiamo domandarci che emozione non siamo riusciti ad esprimere. Se si manifesta un ipotiroidismo o una difficoltà nel deglutire, la domanda che dobbiamo farci è che circostanza o situazione della nostra vita non abbiamo digerito o mandato giù.

Nel caso dei problemi di udito o brusii, si tende a mascherare la paura. Secondo la medicina tradizionale cinese, l’udito e il rene appartengono allo stesso meridiano, collegato all’emozione della paura. In momento o periodi di stress possiamo notare un carenza di udito che colpirà questo chakra.

Il chakra Vishuddha o quinto chakra è legato al secondo e al terzo. Quando tratteniamo un’emozione o non la possiamo esprimere, la nostra creatività viene limitata e bloccata, impedendoci di godere della vita e facendoci sentire insicuri.

Per questo motivo, quando una persona presenta un blocco nel chakra gola, è necessario lavorare anche sul secondo e sul terzo chakra.

Gli obiettivi del Vishuddha sono la comunicazione e la creatività. Tuttavia, il quinto chakra fa riferimento all’espressione di noi stessi attraverso la creatività, mentre nel secondo la creatività si basa sull’imparare a vivere a pieno la vita.

Il suo colore è l’azzurro nelle varie gradazioni: turchese, celeste o indaco.

L’azzurro è un colore che trasmette, ispira, comunica. Per questo, molti esperti in comunicazione e intelligenza emotiva consigliano questo colore per campagne pubblicitarie o loghi.

E’ il colore della fede, della fiducia. Ci aiuta ad ascoltare la nostra voce interiore, ispirandoci.

Il senso relazionato al quinto chakra è l’udito, dal momento che per comunicare è necessario ascoltare, soprattutto la nostra voce interiore, la voce del nostro io.

Riassumendo, possiamo dire che attraverso il primo chakra impariamo a sopravvivere, soddisfacendo i nostri bisogni fondamentali, mentre con il secondo possiamo imparare a godere della vita. Il terzo ci insegna a gestirci e attraverso il quarto liberiamo il nostro io.  Infine, il quinto chakra, Vishuddha, ci invita a esprimere ciò che siamo, ossia trasmettere il nostro essere, comunicando.

Poter dare voce alla nostra verità, i nostri valori e trovare la nostra voce interiore è un bisogno vitale di questo chakra. E’ governato dalle facoltà mentali superiori, grazie alle quali possediamo la capacità d’osservazione, di sintesi e di essere oggettivi. Durante tutta la nostra vita, abbiamo a che fare con diverse credenze, persone, sensazioni, discipline che ci aiutano a trarre conclusioni, a discernere tra il giusto e lo sbagliato, creando una nostra opinione sulle cose.

In fin dei conti, poter ascoltare, esprimere o manifestare la verità interiore è l’obiettivo del quinto chakra.

 

Set 30, 2016

I tuoi livelli di calcio sono nella norma?

Alimenti, calcio

La maggior parte degli uomini associa il calcio a ossa forti. Tuttavia, ci sono molti altri aspetti a noi sconosciuti relativi agli effetti del calcio sul nostro organismo e degli altri minerali necessari per il suo adeguato assorbimento. Ad esempio, il magnesio è fondamentale per avere ossa forti e sane, in quanto è solo grazie a esso che il calcio può essere metabolizzato.

Circa il 95% del calcio che ingeriamo è destinato alla mineralizazzione delle ossa e dei denti. L’1% restante svolge altre funzioni, come coagulare il sangue, controllare le contrazioni del cuore e i muscoli del corpo. Serve, inoltre, per liberare l’energia degli alimenti e aiutare l’organismo a utilizzare il ferro disponibile.

Le ossa sono costituite da strutture solide, che non rimangono inalterate, ma cambiano e si rimodellano costantemente nel tempo.

Tutto il calcio assorbito dal nostro corpo, attraverso una dieta o integratori alimentari, si deposita nelle ossa formando osso nuovo, mentre il vecchio viene riassorbito ed eliminato. Ogni volta che il nostro organismo ha bisogno di regolare la propria quantità di calcio, quest’ultimo viene estratto dall’osso stesso.

Come la maggior parte di noi sa, il nostro corpo giunge alla maturità scheletrica intorno ai 30 anni. A questo punto, la quantità di calcio che si deposita nelle ossa è la stessa che riassorbiamo.

Per questo motivo, una volta compiuti 30 anni d’età, conviene rifornirsi della quantità di calcio necessaria affinché l’osso non si debiliti e non perda più densità del dovuto nel momento in cui il nostro organismo si trova a riassorbire il minerale.

Se fin da bambini forniamo alle nostre ossa il calcio e gli altri elementi nutritivi fondamentali per il nostro sistema scheletrico, come la vitamina D, la vitamina K o il Magnesio, stimoliamo la formazione di osso nuovo che ci proteggerà da una futura osteoporosi.

L’osteoporosi rende le ossa porose, fragili e sensibili a fratture.

osteoporosi, calcio

Nel caso delle donne, durante la menopausa o la post-menopausa, la diminuzione di estrogeni nell’organismo accelera la perdita di massa ossea. L’ingestione di alimenti o integratori alimentari che contengono calcio e vitamina D ci aiuta a prevenire tutto questo.

Così, se facciamo attenzione alla nostra alimentazione e se facciamo regolare esercizio fisico, gli effetti dovuti all’età diminuiranno con il passare degli anni.

Oltre ad essere strettamente collegato alla salute ossea, il calcio aiuta anche a diminuire la sindrome premestruale. Diversi studi hanno confermato i benefici di questo minerale nell’alleviare i suoi sintomi (dolori, coliche, sbalzi di umore).

Questo accade perché gli ormoni ovarici influenzano il metabolismo del calcio, mentre gli estrogeni il suo assorbimento intestinale, come nel caso di una “ipocalcemia”. Questa mancanza di calcio può essere eliminata assumendo integratori.

Solitamente associamo il calcio ai latticini, ma lo possiamo trovare anche nelle mandorle, nei semi di sesamo, di senape, nei molluschi, nelle fave, nelle gallette, nelle albicocche essiccate, nelle alghe marine e in tanti altri alimenti.

Set 23, 2016

Perchè includere le alghe marine nella nostra dieta

le alghe marine

Gli alimenti lavorati, le sostanze chimiche utilizzate nelle coltivazioni e le cattive abitudini alimentari portano il nostro organismo a debilitarsi, a causa della mancanza di sostanze nutritive che col tempo provocano effetti indesiderati per la nostra salute.

Le alghe marine sono un buon integratore per attenuare le possibili carenze nutrizionali, in quanto ci rivitalizzano e ringiovaniscono. Possiedono tutte le sostanze nutritive di base di cui ha bisogno il nostro corpo, ci depurano e ci disintossicano.

Per quanto riguarda i valori nutrizionali delle alghe marine:

– Sono ricche di proteine, di buona qualità e contengono gran parte degli amminoacidi essenziali (il nostro organismo non può sintetizzarli, ma li assimila attraverso l’alimentazione).

Inoltre, questi amminoacidi sono facili da digerire grazie alla composizione delle alghe, sono ricche di enzimi e di sali minerali.

A differenza delle proteine animali, possiamo dire che le alghe si digeriscono fino a 5 volte più rapidamente, non contengono colesterolo, grassi saturi, residui antibiotici, pesticidi e ormoni della crescita.

– Sono alimenti poveri di carboidrati e zuccheri, ideali per la crescita, periodi di convalescenza, gravidanza e per una dieta dimagrante. Contengono alcuni carboidrati come il mannitolo, uno stimolante epatico e leggermente lassativo, che non aumenta il glucosio nel sangue, quindi è un integratore ideale per i diabetici. Sono poco calorici e gli zuccheri sono di tipo mucillaginoso.

– I polisaccaridi contenuti nelle alghe hanno la capacità di ridurre la presenza di metalli pesanti nel nostro organismo. Sono attratti dal solfuro degli enzimi, con i quali si combinano, producendo effetti tossici. Le alghe marine impediscono questa unione e proteggono il nostro corpo.

includere le alghe marine nella nostra dieta

– La presenza di grassi è intorno al 5%: sono principalmente acidi grassi polinsaturi, favoriscono la riduzione del “colesterolo cattivo” e l’aumento del “colesterolo buono”.

– Le alghe contengono un’alta percentuale di vitamine C, E, del grupo B e provitamina A.

Sono inoltre molto ricche di vitamine B12, ideali per vegetariani e vegani.

E’ consigliabile mangiarle crude o dopo averle tenute in ammollo (nel caso delle essiccate) per assumere l’intero apporto vitaminico.

– Per quanto riguarda i sali minerali e gli oligoelementi delle alghe marine, i minerali sono ricchi di calcio, sodio, ferro, potassio, fosforo e magnesio. Alcuni tipi di alghe contengono una quantità di sali minerali pari fino al 35% del loro peso. Ci sono pochissimi alimenti che possiedono un apporto minerale così elevato.

Se cuciniamo le alghe, i sali minerali rimarranno nel liquido, quindi possiamo utilizzare il brodo ottenuto per zuppe o tisane.

D’altra parte, sono ricche di oligoelementi che, come già detto, sembrano compiere una funzione chiave in tutti i processi metabolici vitali, oltre ad aiutare a prevenire l’invecchiamento.

Gli oligoelementi che compongono le alghe marine conferiscono loro proprietà disintossicanti. Tra quelli presenti maggiormente troviamo lo iodio, lo zinco, il silicio, il cobalto, il cromo e il magnesio.

– La clorofilla, il pigmento che dà il colore verde alle piante e alle alghe, è un’altra sostanza utile di questi superalimenti. Serve per evitare la costipazione, favorisce la riparazione dei tessuti danneggiati, diminuisce il colesterolo e i trigliceridi, riduce l’alitosi, disintossica e ha proprietà antitumorali.

 L’introduzione dell’alga marina nella nostra dieta può, quindi, aiutarci ad avere un corpo sano senza fare il minimo sforzo.

 

 

Set 16, 2016

Il nostro organismo non può vivere senza enzimi

enzimi

Disponendo di tutti gli enzimi necessari, la nostra energia vitale e il nostro sistema immunitario tendono a migliorare notevolmente.  Per questo motivo, se ci prendiamo cura della nostra salute salvaguardandoli, avremo un organismo sano.

Gli enzimi fungono da catalizzatori delle reazioni chimiche dell’organismo. In altre parole, ogni trasformazione chimica avviene grazie all’azione degli enzimi. La loro importanza è quindi vitale, dal momento che l’intero funzionamento del nostro corpo si basa su queste continue reazioni.

Il loro obiettivo finale è produrre energia, in modo che le cellule compiano le loro funzioni nel sistema digestivo, cardiovascolare, polmonare, immunitario, ecc… .

Esistono tre gruppi differenti di enzimi: i digestivi, i nutritivi e i metabolici. In questo articolo, parleremo di alcuni degli enzimi digestivi più conosciuti.

Gli enzimi digestivi, così come dice il nome, si occupano della digestione degli alimenti.

L’amilasi è un enzima digestivo contenuto nel succo pancreatico e ha la funzione di idrolizzare l’amido. E’ il carboidrato prinicipale di molte specie e senza l’amilasi non potrebbe essere digerito in modo corretto. Nella maggior parte degli esseri viventi, la fonte principale di amilasi si trova nel pancreas, mentre in alcuni, ad esempio negli uomini o in animali come il maiale, è presente anche nella saliva.

La bromelina è un altro enzima, conosciuto per essere una delle componente enzimatiche dell’ananas. Aiuta la circolazione sanguigna e a sciogliere i possibili coaguli, fluidificando il sangue.

Per questo motivo, previene future patologie dell’apparato circolatorio, come trombosi  o attacchi cardiaci, e aiuta a ridurre la pressione sanguigna.

lattasi, intolleranti al lattosio

La lattasi è l’enzima digestivo che ha generato più controversie negli ultimi anni. Numerosi studi dimostrano una diminuzione progressiva della lattasi nel nostro organismo dal momento in cui non veniamo più allattati.

La maggior parte dei neonati possiede questo enzima, che permette di dividere il lattosio in glucosio e galattosio, così da poter essere assorbito nel sangue. Da oltre 50 anni, molti professionisti credono che questi enzimi siano presenti tanto nei bambini quanto negli adulti.

Nonostante ciò, gli studi posteriori hanno contraddetto questa convizione, giungendo alla conclusione che, appossimativamente, il 75% delle persone adulte si dimostrano intolleranti al lattosio, a causa dell’assenza di lattasi.

La mancanza di enzimi digestivi necessari per metabolizzare il latte vaccino non è un’anomalia ma una regola, in quanto per buona parte della popolazione adulta rappresenta un alimento di base ma allo stesso tempo nocivo, a meno che non sia fermentato, come nello yogurt.

La lipasi è uno degli enzimi digestivi contenuti nel succo pancreatico e la sua funzione consiste nell’idrolizzare i grassi. I lipidi o trigliceridi non possono essere assorbiti dalla mucosa intestinale senza l’intervento di questo importante enzima.

Questa è solo una breve spiegazione riguardante alcune classi di enzimi, dal momento che nel nostro organismo ne troviamo circa 5000. Di queste, circa 3000 sono prodotte da batteri intestinali: attraverso il test kinesiologico conviene quindi verificare sia lo stato della capacità enzimatica che quello della flora intestinale.

Set 9, 2016

Perché gli oligoelementi hanno risultati così sorprendenti sulla nostra salute?

oligoelementi

Gli oligoelementi sono metalli e metalloidi che solitamente si trovano nel nostro organismo in piccole quantità e che prendono parte a innumerevoli funzioni in piccole dosi, risultando indispensabili per la vita.

Questi importanti elementi fungono da catalizzatori, ovvero come sostanze chimiche che con la loro mera presenza riescono ad accelerare o a provocare una reazione chimica a temperature inferiori e con il minimo spreco energetico.

Ne sono un esempio le proteine della carne. Per poterle scomporre è necessario l’enzima pepsina, che funge da catalizzatore accelerando la reazione in un paio d’ore. Se non fosse per la pepsina, queste proteine avrebbero bisogno di 3 mesi per essere scomposte.

Gli oligoelementi influiscono dunque sulla composizione di vari sistemi enzimatici, senza i quali si determinerebbe un blocco delle reazioni chimiche e s’innescherebbero vari disturbi con i rispettivi sintomi.

Per svariate cause, molte delle reazioni chimiche del nostro corpo possono risultare estremamente rallentate o bloccate. Ciò può dipendere dal nostro stile di vita, dalle abitudini alimentari, dall’inquinamento, dallo stress, dai farmaci di sintesi, dall’alcol, dal tabacco, dai conservanti, ecc.

funzione catalizzatrice

Tuttavia, se tale blocco riguarda soltanto una piccola parte di tali reazioni non mette a rischio il corretto funzionamento del corpo. Il problema sorge quando tale proporzione aumenta. In tal caso i blocchi provocano una carenza e questa determina a sua volta una patologia dichiarata o un sintomo patologico visibile. Tra le funzioni principali degli oligoelementi troviamo dunque la loro funzione catalizzatrice.

D’altro canto, gli oligoelementi partecipano direttamente alle variazioni metaboliche dei processi vitali indispensabili affinché il nostro organismo funzioni in maniera ottimale.

Senza dubbio, la caratteristica fondamentale degli oligoelementi, che conferisce loro grande importanza in qualità di terapia olistica, è la loro capacità di modificare e rafforzare il terreno individuale ed esclusivo di ogni persona, agevolando in questo modo l’autodifesa rispetto a qualsiasi agente o minaccia.

Menetrier, uno dei primi ad aver studiato scientificamente gli oligoelementi, in seguito alle sue meticolose ricerche svolte sui pazienti ha concluso che i risultati positivi che si ottenevano con questa terapia non potevano essere semplicemente connessi all’associare agli oligoelementi i problemi legati alle carenze dei medesimi, ma era necessario tenere conto anche dei terreni organici di ogni singola persona. Giunti a questo punto entrano in scena i 4 gruppi omogenei di pazienti con terreni organici analoghi, noti come diatesi”.

Gli oligoelementi più importanti sono Manganese, Zolfo, Rame, Magnesio, Selenio, Zinco, Cromo, Iodio, Fosforo, Cobalto e Silicio. Alcuni di essi si associano per trattare le varie diatesi. Ad esempio  “Manganese-Rame”, “Manganese-Cobalto” o “Zinco – Rame”, per citarne alcuni.

Per testare la carenza o il fabbisogno di oligoelementi per curare o prevenire qualsiasi problema di salute, è disponibile la fiala per la carenza di oligoelementi e sali minerali, che contiene rispettivamente cuprum a 200 CH e cobaltum 200 CH e che si può trovare in un kit per il test basico.

 

 

Set 2, 2016

Perché scegliere proteine vegetali?

proteine animali o vegetali?

Le proteine del nostro corpo costituiscono gran parte della massa corporea e per poterne disporre e rinnovarle costantemente è necessario assumerle in maniera continuata con l’alimentazione. L’alimentazione è l’unico modo di ottenere gli amminoacidi fondamentali che costituiscono le proteine, dal momento che il corpo umano non è in grado di sintetizzarle. Contrariamente a quanto avviene nelle piante, che sono in grado di sintetizzarle anche attraverso l’acqua.

Ingerendo gli alimenti assumiamo dunque proteine già formate, direttamente tramite gli alimenti o nutrendoci di carne di animali che abbiano a loro volta mangiato piante.

Ne deriva che in fin dei conti tutte le proteine provengono dalle piante e ciò ha motivato molti movimenti per un’alimentazione migliore e più sana, dal momento che è più facile ricorrere al principio della catena alimentare e al principio vegetale, senza dover allevare animali per poi mangiarne la carne.

Un dettaglio di cui tenere conto è sicuramente che per ogni chilo di proteine animali ne servono sette di proteine vegetali.

Il fabbisogno proteico raccomandato nei valori nutrizionali giornalieri si aggira sui 0,8 g/Kg di peso a partire dai 19 anni e su 1 g/kg tra gli 11 e i 14 anni, sebbene agli atleti se ne raccomandino fino a 2 g/kg.

Anche quando si praticano attività di resistenza è necessario un apporto extra di proteine, a causa dell’ossidazione degli amminoacidi “a catena ramificata” nel muscolo.

Il nostro corpo assimila soltanto amminoacidi e non proteine complete, quindi l’organismo non è in grado di distinguere se tali amminoacidi provengano da proteine di origine animale o vegetale.

Confrontando i due tipi di proteine è possibile concludere che quelle di origine animale sono molecole molto più grandi e complesse, quindi contengono una maggiore quantità a varietà di amminoacidi. In generale, il loro valore biologico è maggiore rispetto a quelle di origine vegetale.

proteine vegetali

Tuttavia, sono più difficili da digerire perché prevedono molti più legami tra gli amminoacidi da spezzare.

Associando in maniera adeguata proteine vegetali, legumi con cereali o latticini con cereali, è possibile ottenere un insieme equilibrato di amminoacidi.

Le proteine del riso contengono tutti gli amminoacidi essenziali, ma poca lisina. Associati a legumi come le lenticchie o i ceci, ricchi di lisina, la qualità biologica e l’apporto proteico ottenuti sono maggiori rispetto a gran parte dei prodotti di origine animale.

È inoltre opportuno tenere conto del fatto che le proteine animali contengono composti presenti nei tessuti dell’animale, quali ammoniaca e acido urico che questi non ha potuto eliminare prima di essere macellato. Il metabolismo dei vegetali è diverso e non contengono questo tipo di composti.  Possiamo evitare le tossine della carne consumando le proteine di origine animale contenute in uova, latte e derivati.

Come ben sappiamo, le proteine animali contengono grassi di origine animale, prevalentemente saturi, e ciò rappresenta un fattore di rischio per le patologie cardiovascolari. Al contrario, il pesce apporta sali minerali, vitamine e grassi polinsaturi, presenti soprattutto nel pesce azzurro.

In sostanza si raccomanda che un terzo delle proteine che assumiamo siano di origine animale, ma è assolutamente possibile essere ben nutriti soltanto con le proteine vegetali.

Tenendo ovviamente sempre presente il modo di associare gli alimenti in funzione dei loro amminoacidi. È inoltre possibile supplire l’eventuale carenza di vitamina B12 o sali minerali quali il ferro semplicemente inserendo nell’alimentazione alghe o uova, oltre a mantenere un’adeguata flora intestinale. Si tratta di soluzioni più che sufficienti per evitare carenze di questa importante vitamina.

Ago 26, 2016

Perché inserire la spirulina nella nostra dieta

spirulina

La spirulina è un’alga verde-azzurra che contiene una grande quantità di principi nutritivi. Per questo motivo è conosciuta come un superalimento, salutare per il corpo mentre lo nutre.

Contiene una combinazione di acidi grassi insaturi, polisaccaridi, amminoacidi essenziali, vitamine, sali minerali, enzimi e pigmento che apportano elementi nutrienti al nostro organismo, proteggendo la nostra salute e stimolando il sistema immunitario.

La spirulina è inoltre composta da una vasta gamma di antiossidanti, ai quali si deve buona parte di queste proprietà in grado di apportare benefici alla salute.

Come è risaputo, i radicali liberi sono molecole altamente instabili che vengono prodotti all’interno del corpo e che reagiscono con le cellule dei vari organi, provocando lesioni che a lungo termine possono causare patologie. La generazione dei radicali liberi è inevitabile, poiché il nostro stesso organismo durante i processi metabolici produce scorie. La loro quantità è aumentata da fattori esterni, quali: stress, dieta poco sana, inquinamento, farmaci, tabacco, alcol, ecc. Per evitare danni alle cellule, l’organismo ha bisogno di disattivare i radicali mediante composti antiossidanti. In tal senso la spirulina è un fantastico integratore alimentare per contrastare i radicali liberi.

Per far fronte ad alcuni disturbi è possibile notare un decisivo miglioramento già poche settimane dopo l’assunzione regolare. Ma per mantenere gli effetti ed evitare la ricomparsa dei sintomi è opportuno proseguire l’assunzione. Trattandosi di un alimento e non di un farmaco, un utilizzo continuativo non presenta controindicazioni.

superalimento, spirulina

La spirulina offe inoltre innumerevoli benefici per la prevenzione del cancro. I principi nutritivi che ci proteggono meglio da questa patologia sono gli antiossidanti, grazie alla loro capacità di rendere inattivi i radicali liberi (responsabili dell’ossidazione delle cellule e della comparsa di innumerevoli processi tumorali e cancerogeni).

Contiene grandi quantità di antiossidanti come il betacarotene e altri carotenoidi, vitamina E, selenio, ficocianina, clorofilla o superossido dismutasi. Si tratta dell’alimento con la maggior quantità di betacaroteni, dieci volte più della carota.

Il pigmento blu che conferisce il colore alla spirulina o ficocianina vanta inoltre proprietà anticancerogene. Pare inoltre contenere dei polisaccaridi in grado di stimolare la riparazione del DNA danneggiato delle cellule, una delle principali cause della comparsa di questa patologia.

L’elevato contenuto in fibra aiuta a regolare il transito intestinale e a pulire i residui fermi nel colon.

La spirulina è un alimento che aiuta a ridurre i livelli di colesterolo troppo alti. Una ricerca condotta in Giappone ha mostrato che con soli 4 gr di spirulina al giorno è possibile ridurre notevolmente i livelli di colesterolo nel sangue.

Ago 19, 2016

Cosa sucede quando il nostro sistema immunitario impazzisce: disturbo autoimmune

autoimmune

Potremmo dire che il sistema immunitario è “l’esercito”che difende e protegge il nostro corpo dagli invasori durante le 24 ore del giorno.

Nelle malattie autoimmuni, il nostro esercito improvvisamente si schiera contro noi stessi. Ossia, l’insieme di elementi che forma il nostro sistema di difesa, in un momento determinato, potrebbe, per così dire, “impazzire” e invece di salvaguardare la nostra salute difendendo ogni momento il nostro corpo dall’invasione costante di microbi, batteri, funghi, tossine e tutti gli agenti patogeni che penetrano nel nostro organismo (attraverso la pelle, la respirazione, gli alimenti o le bevande), inizia un processo autodistruttivo che origina condizioni e malesseri che compromettono gravemente il nostro corpo e che nascono come conseguenza di un autoattacco.

Qualunque malattia autoimmune è caratterizzata dal fatto per cui il corpo comincia ad autoattacarsi a causa di una predisposizione genetica che si attiva per l’azione di virus determinati, batteri, medicamenti o, forse, eccessi di stress.

Quando un microrganismo invade il corpo, (un virus, un batterio, ecc.) il sistema immunitario responde immediatamente alla sua presenza e produce gli anticorpi e i linfociti sensibilizzati (globuli bianchi specifici) che riconosceranno l’agente invasore e lo distruggeranno. Questo è il normale processo immunologico.

Nel caso di un disturbo autoimmune, invece, il sistema immunitario agisce erroneamente. In questo caso, questa reazione immunitaria si abbatte inspiegabilmente contro le cellule e i tessuti del proprio corpo, provocando una quantità di disordini e conseguentemente di malattie.

I processi che causano malattie dovute a disturbi autoimmuni sono chiamate reazioni di ipersensibilità e ne esistono una gran varietà.

Degno di nota, è il fatto che queste reazioni di ipersensibilità si producono anche nel caso delle allergie, però in questi casi la risposta immunitaria dell’organismo è diretta a sostanze o elementi esterni al nostro corpo, mentre nel caso dei disturbi autoimmuni la risposta è diretta a elementi interni al nostro corpo.

sistema immunitario

Nonostante questa importante differenza, le persone che soffrono di allergia sono più suscettibili a sviluppare i disturbi autoimmuni. Infatti, quando sviluppiamo una reazione allergica, questa è causata da una risposta sbagliata del sistema difensivo, che agisce esageratamente per distruggere l’agente estraneo che considera che debba essere neutralizzato per mantenerci in salute.

Quindi, per evitare mali peggiori, è consigliabile sottoporsi ad una buona cura e tenere sotto controllo lo stato delle nostre allergie e, ovviamente, quando possibile, evitare gli agenti che ne sono la causa.

Ma che cosa causa un disturbo autoimmune?

Normalmente i nostri linfociti sono repressi dall’organismo per evitare che si attivino quando non ci sono elementi che devono essere eliminati. Al contrario, quando c’è un problema autoimmunitario, l’organismo produce un’interruzione del sistema di controllo, permettendo così ai linfociti di sfuggire alla repressione e agire quando non devono.

Può succedere anche che, a causa di qualche tipo di alterazione in qualche tessuto del corpo umano, le cellule non siano riconosciute come elementi interni e quindi vengano attaccate.

Il meccanismo che causa questi disturbi del sistema autoimmune è ancora materia di incessante ricerca, anche se si è già capito che i virus, i batteri e addirittura i medicamenti che una persona potrebbe assumere, giocano un ruolo fondamentale nell’attivazione del processo autoimmunologico nelle persone che presentano una certa predisposizione genetica alla suddetta condizione.

 

 

 

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