Giu 21, 2017

La relazione tra il Sistema Nervoso Enterico e il tratto intestinale

 

La relazione tra il Sistema Nervoso Enterico e il tratto intestinale

Il Sistema Nervoso Enterico (SNE) controlla e regola il nostro tratto intestinale ed è per questo motivo che l’intestino viene anche chiamato “secondo cervello”. Il SNE ha quindi la capacità di lavorare in maniera autonoma o insieme al cervello.

Il SNE rileva le minacce ambientali esattamente come i nostri occhi, il naso, la pelle, ecc. Gran parte delle informazioni provenienti dall’esterno arrivano dall’intestino: esse attaccano il nostro benessere generale e non sempre ce ne rendiamo conto.

Il nervo vago è uno dei protagonisti coinvolti nella relazione del SNE con il cervello e l’intestino. E’ il nervo craniale più lungo e tocca più punti di qualsiasi altro nervo del corpo. Questo nervo collega il tratto intestinale con il cervello e il 90% dei segnali che lo attraversano partono dall’intestino e raggiungono la testa, non viceversa come si pensava un tempo.

Il nostro secondo cervello produce inoltre numerosi ormoni e quasi 40 neurotrasmissioni diverse nel nostro cervello.

neurotrasmissioni

Infatti, il 95% della serotonina presente nel corpo si trova nel sistema nervoso enterico.

Alcuni studi dimostrano che gli impulsi nervosi inviati dall’intestino al cervello e che passano attraverso il nervo vago influenzano il nostro stato d’animo. Per questo motivo, la stimolazione del nervo vago potrebbe rivelarsi un trattamento efficace per combattere la depressione.

Si è inoltre dimostrato che il consumo di alimenti grassi invia un forte messaggio dell’intestino al cervello, che combatte l’emozione della tristezza. Tutto ciò ha probabilmente origine a causa dello stress percepito.

Lo stress porta l’intestino ad aumentare la produzione di un ormone chiamato grelina. Quest’ultimo invia segnali al cervello attraverso il nervo vago, che ordina la liberazione di più dopamina, una sostanza che riduce la depressione e l’ansia. Tuttavia, la grelina aumenta l’appetito e lo stress attiva una serie di condizioni che provocano un aumento di fame e desiderio di cibi grassi. Questo ci spiega perché gli alimenti ricchi di grassi ci tirino su in momenti di depressione e stress, pensiamo ad esempio al conforto che ci dà una bella porzione di gelato se siamo particolarmente tristi.

Per verificare la presenza di una buona connessione tra il SNE e il cervello è importante conoscere la condizione del nostro nervo vago. Per fare ciò, è possibile affidarsi al test dei nervi principali

Analía Iglesias

analia@sibuscas.com

 

9 sostanze nutritive per trattare la depressione

la depressione

Durante il trattamento della depressione è molto importante fornire al nostro organismo alcuni nutrienti che svolgono funzioni importanti, i quali, incidono direttamente o indirettamente sul nostro umore.

L’ Omega-3 aiuta a ridurre i livelli di colesterolo e l’accumulo di placca nel sangue. Riducendo il colesterolo cattivo, il corpo riceve un aiuto importante nella riduzione dello stress, dell’ansia e della tensione, prevenendo anche malattie cardiovascolari.

Acido Folico: (necessario per la produzione di energia) viene considerato uno dei principali alimenti del cervello. Se quest’ultimo funziona correttamente, si può prevenire l’ansia e l’affaticamento.
L’acido folico funziona meglio se combinato con la vitamina C, la vitamina B6 e la vitamina B12. Molti studi dimostrano che una carenza di acido folico può causare depressione, insonnia, perdita della memoria, iperirritabilità, apatia, affaticamento e ansia.

Il GABA (acido gamma-aminobutirrico) è un amminoacido che aiuta a ridurre l’ansia e a rilassarsi, permette di prendere decisioni in modo razionale, favorisce un sonno ristoratore e migliora la fase di recupero successiva a un allenamento. Alcuni studi dimostrano che ha effetti simili alla benzodiazepina.

SAM-e, abbreviazione della S-adenosil-metionina, si utilizza da tempo per il trattamento di questa sindrome. Sembra avere effetti più rapidi dell’erba di San Giovanni come terapia nutrizionale per curare la depressione. I risultati iniziano a vedersi solo dopo due settimane, ma è necessario assumerla per almeno un mese.

Il Selenio è un importante antiossidante che protegge i neurotrasmettitori. La carenza di selenio ha un effetto negativo sullo stato d’animo. Lo troviamo nell’erba medica, nei semi di finocchio, nel ginseng, nel burro, nell’aglio, nel fegato, nelle noci del Brasile, nei molluschi e altri pesci, nei semi di girasole, nell’achillea millefoglie, nelle germe di grano e lievito di birra.

selenio, noci del Brasile

La vitamina B1 (tiamina) ha effetti positivi sul sistema nervoso e sul benessere mentale. Lo troviamo nei piselli, nella soia, nel pane fortificato, nei cereali, nella pasta, nel pesce, nel maiale, nei chicchi di grano e nei fagioli. L’assunzione prolungata di grandi quantità di alcool esaurisce la riserva di vitamina B1 del corpo.

La carenza di vitamina B6 causa ansia e depressione. La formazione di alcune sostanze chimiche nel cervello richiede questa vitamina. Essa è presente nelle carni (in particolare negli organi, come il fegato), nei chicchi e nel germe di grano.

La vitamina B12 è necessaria per produrre energia, per la funzione cerebrale e per un sistema nervoso sano. Per questo motivo, è parte integrante della terapia nutrizionale per combattere la depressione.

Zinco: questo sale minerale essenziale ha effetti positivi sul sistema nervoso e aiuta a produrre un effetto calmante. Lo troviamo nelle ostriche, nella carne, nel pollame, nelle noci, nei fagioli e nei latticini.

 

 

 

Giu 2, 2017

Le due facce dell’istamina

L’istamina

L’istamina è una sostanza chimica naturale che agisce nel nostro corpo e che è indispensabile per il corretto funzionamento di tutti i sistemi presenti nel nostro organismo.

E’ un neurotrasmettitore (prodotto chimico che trasmette messaggi tra le cellule del sistema nervoso) coinvolto:

  • Nella regolazione del succo gastrico.
  • Nella permeabilità dei vasi sanguigni.
  • Nella contrazione muscolare.
  • Nella funzione cerebrale.

L’istamina è presente in alta concentrazione nella pelle, nei polmoni, nello stomaco, mentre in piccole quantità nel cervello e nel cuore.

Inoltre, l’istamina è essenziale per la difesa del nostro corpo contro l’invasione degli agenti potenzialmente responsabili delle malattie, come i batteri, i virus e altri corpi estranei.

L’istamina viene prodotta e immagazzinata nei globuli bianchi (leucociti), come i mastociti nei tessuti e i basofili che circolano nel sangue. Quando il sistema immunitario si attiva in risposta ai corpi estranei che entrano nell’organismo, l’istamina viene liberata per avviare un processo chiamato infiammazione.

 anticorpi, sistema immunitario.

Durante l’infiammazione, che sia prodotta come difesa dal nostro corpo in caso di una lesione o di un’infezione o che sia il risultato di una reazione allergica, i linfociti, le citochine e gli anticorpi (sistema immunitario) inviano segnali ai leucociti affinché liberino l’istamina. Tuttavia, questa non è l’unica fonte d’istamina del nostro organismo.

Ad esempio, numerosi microorganismi capaci di produrre istamina sono presentinell’intestino crasso. Da qui, l’istamina può essere trasportata attraverso la parete intestinale in tutte le parti del corpo.

Tuttavia, condizioni fisiologiche anormali possono condurre a un’intolleranza all’istamina, in particolare a un difetto nel processo di decomposizione dell’istamina (chiamato catabolismo).
In condizioni fisiologiche normali, l’eccesso di istamina può portare a due sistemi di enzimi: l’istamina N-metiltransferasi e nell’intestino la diammina dell’enzima ossidasi della mucosa. Dei due sistemi, è quello dell’enzima ossidasi a essere ritenuto la causa più plausibile dell’“intolleranza all’istamina”.

In condizioni normali, quando i livelli di istamina aumentano più del necessario, questi enzimi degenerano rapidamente fino all’eccesso. Tuttavia, quando la velocità di decomposizione dell’istamina è insufficiente per far fronte a questo eccesso, il livello totale di istamina nel corpo si alza, dando origine a una serie di sintomi, più o meno gravi a seconda dell’individuo.

Per diagnosticare un eccesso di istamina nell’organismo si può realizzare il test basico ampliato e per diagnosticare una mancanza dell’enzima Diaminossidasi (DAO);  il test delle allergie.

Analía Iglesias
analia@sibuscas.com

Mag 26, 2017

La tiroide e il Triplice Riscaldatore

La Tiroide e il Triplice Riscaldatore

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla posta nella parte anteriore del collo. Nonostante le piccole dimensioni rispetto agli altri organi del corpo, gli ormoni che produconointeressano tutte le cellule dell’organismo.

Ci sono otto meridiani di agopuntura collegati direttamente o indirettamente alla tiroide intorno al collo: quello dei Reni, del Fegato, della Cistifellea, della Vescica, dello Stomaco, della Milza, dell’Intestino Tenue e il Triplice Riscaldatore.

Per questo motivo, un disturbo legato a uno di questi meridiani può influire negativamente sulla funzione della ghiandola tiroidea.

Di conseguenza, per prevenire una qualsiasi disfunzione della tiroide è necessario estendere la diagnosi e il relativo trattamento a più di un meridiano.

Tuttavia, la ghiandola tiroidea è regolata dal meridiano Triplice Riscaldatore, conosciuto anche come Sanjiao.

Il Triplice Riscaldatore

Il Triplice Riscaldatore è un meridiano yang che appartiene all’elemento del Fuoco e che è accoppiato al Meridiano Maestro Cuore, che è unyin. Il suo momento di massima attività va dalle 21 alle 23, mentre 12 ore dopo si ha il suo momento di attività più bassa.
Non è collegato a un organo o a una struttura fisica in particolare perché la sua attività dipende da un insieme di funzioni dell’organismo.

Più concretamente, il suo nome fa riferimento ai tre segmenti del corpo che questo meridiano coordina in modo da mantenere l’omeostasi.

Questi tre segmenti sono chiamati “riscaldatori” e sono situati nel torace, nell’addome e nel bacino.

Partendo dalla parte esterna del dito anulare (1TR) e passando per il dorso della mano fino a raggiungere l’estremità esterna del sopracciglio (23TR) troviamo i tre riscaldatori, che si differenziano secondo le funzioni che regolano.

Riscaldatore Superiore:si occupa del trasporto dell’energia e del sangue necessari a tutte le parti del corpo. Gli organi che coordinano sono posti nella zona toracica ed è collegato al meridiano del Polmone e del Cuore.

Riscaldatore Medio: collabora alla digestione e all’assorbimento degli alimenti. Gli organi che coordinano sono posti nell’addome. Questo riscaldatore è collegato al meridiano dello Stomaco e della Milza.

Riscaldatore Inferiore: fornisce il flusso di energia necessario per la metabolizzazione dell’acqua, la sua conservazione e la sua secrezione sotto forma di urina. Gli organi in questione si trovano nella zona del bacino. Il riscaldatore inferiore è collegato ai meridiani dei Reni e della Vescica.

Analía Iglesias
analia@sibuscas.com

 

 

 

 

Mag 19, 2017

La congestione del fegato: fattori e sintomi

La congestione del fegato

La congestione del fegato è causata da un accumulodi tossine nel sangue che l’organismo è incapace di smaltire in modo corretto.

Quando il fegato è congestionato, le tossine che circolano nel sangue possono raggiungere il cervello, il sistema nervoso e altri organi.

Nel caso di un accumulo, il fegato cerca di espellere le tossine in eccesso, che raggiungono i reni, causando un’ulteriore congestione.


Quali fattori favoriscono la congestione del fegato?

  • Abuso d’alcol, di carboidrati raffinati, caffeina, grassi e oli idrogenati
  • Intossicazione alimentare.
  • Tossine ambientali.
  • Costipazione cronica.
  • Candidosi cronica /Disbiosi intestinale

La bile viene immagazzinata soprattutto nella cistifellea, ma ha un’importanza basilare in tutte le zone del corpo.

Molti problemi alla schiena non sono altro che il risultato diretto di un flusso biliare irregolare. Il liquido sinoviale presente nelle articolazioni diminuirà nel caso di un ridotto flusso biliare, causando a volte un forte dolore articolare.

Molte persone tendono ad assumere cortisone perché attribuiscono questo dolore all’artrite o a un’altra malattia infiammatoria, ma in realtà la terapia corretta consiste nel lavaggio del fegato.
La costipazione impedisce l’eliminazione delle tossine provenienti dal fegato che, non essendo espulse, continuano a circolare nel sangue mantenendo il sovraccarico epatico.

Tuttavia, il fegato può rimanere congestionato per un consumo eccessivo di grasso, zucchero, alcol, prodotti di farina bianca o chimici, contenuti nell’acqua, negli alimenti e nell’aria.

Un’altra parte del corpo che può soffrire per la mancanza di bile è quella dei seni paranasali. Questo calmante lubrificante (bile) mantiene umide le membrane mucose, tanto che una sua carenza le rende secche e facilmente infiammabili.

La maggior parte delle allergie possono essere ricondotte alla congestione del fegato. Queste possono essere controllate, ma non curate, se si evita il consumo di alimenti che le causano.

Le allergie e le condizioni negative del seno tendono a sparire dopo un lavaggio epatico.

Inoltre, il corpo inizia a presentare gli effetti di un malassorbimento delle sostanze nutritive solubili nei grassi, che possono giocare un ruolo importante nello sviluppo di eczemi, psoriasi, pelle secca, caduta dei capelli, tendiniti, cecità notturna, accumuli di calcio nei tessuti e a volte ingrossamento della prostata negli uomini.

Si possono manifestare anche casi di emorroidi a causa dell’ostruzione della vena porta che non riesce a drenare il fegato, provocandone la saturazione.

Per realizzare il test completo del fegato e verificare l’origine di possibili fastidi relativi a questo organo si può utilizzare il kit di malattie fegato e vescicola biliare.

.

 

Analía Iglesias

 

Mag 12, 2017

Il sistema endocrino e le emozioni positive

il sistema endocrino e le emozioni positive

Le nostre emozioni non sono altro che il risultato di reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo.

In questo processo, gli ormoni agiscono da protagonisti. Le reazioni chimiche generano stimoli che a livello mentale si traducono in emozioni negative, come la rabbia e la tristezza, o emozioni positive, come l’amore e la felicità.

Per gestire questi stimoli è necessario essere consapevoli di quali ormoni devono essere sintetizzati affinché la nostra mente generi emozioni positive e soprattutto in che modo è possibile aumentarne il livello all’interno del nostro organismo.

In presenza di stati di depressione cronica è importante sapere se i nostri neurotrasmettitori e ormoni vengono sintetizzati correttamente da parte del sistema endocrino. Per fare questo, la kinesiologia può aiutarci con il test del sistema endocrino.

Le emozioni positive  e le endorfine

Le endorfine sono gli analgesici naturali del corpo, in quanto bloccano il dolore. La maggior parte delle persone è a conoscenza del fatto che l’esercizio fisico rilasci endorfine, ma ne ignora l’origine. Molto tempo fa, nell’età della pietra, le endorfine giocavano un ruolo molto importante nella sopravvivenza dei nostri antenati, bloccando il loro dolore e facendoli scappare dai predatori. Oggi, invece, non dovendo sfuggire ai predatori, le endorfine vengono prodotte solo durante esercizi anaerobici. Questi ormoni ci aiutano a resistere allo sforzo fisico, anche quando siamo a corto di riserve di ossigeno.
Come aumentare il livello di endorfine:

  • Fare esercizio per affrontare il dolore cronico.
  • Mangiare cibi piccanti, perché la lingua presenta recettori che reagiscono alle spezie inviando al cervello messaggi molto simili ai segnali di dolore, affinché vengano rilasciate endorfine.

Le emozioni positive  e la serotonina

La serotonina è l’ormone responsabile della felicità, in quanto regola il nostro stato d’animo, previene la depressione, l’irritabilità e la frustrazione, facendoci sentire più allegri e soddisfatti.

Come aumentare il livello di serotonina:
• Trascorrere del tempo al sole, in quanto la luce solare fa sì che l’organismo produca vitamina D, che porta al rilascio di serotonina.
• Pensare o immaginare situazioni passate o proiettate nel futuro che ci rendano felici, allegri o che semplicemente ci facciano sentire bene. Il nostro cervello produce serotonina grazie allo stimolo generato da questi pensieri.
• Consumare alimenti ricchi di triptofano, una sostanza che l’organismo converte in serotonina.
• Un allenamento di bassa intensità permette al corpo di produrre serotonina durante l’esercizio aerobico, a differenza di quello anaerobico che rilascia endorfine.

le emozioni positive e la dopamina

Le emozioni positive  e la dopamina

La dopamina è l’ormone del piacere che viene liberato nel momento in cui ci si sforza per raggiungere un obiettivo. La dopamina, infatti, ci motiva a lavorare duro per ricevere la soddisfazione di uno scopo raggiunto e mantiene viva la concentrazione.

Come aumentare il livello didopamina:
•Prefissarsi obiettivi giornalieri, mensili o a lungo termine, che aumentano la produzione di dopamina. E’ importante avere obiettivi sui quali concentrare la nostra attenzione.
• Prefissarsi come obiettivo l’esercizio fisico, grazie al quale la dopamina, la serotonina e le endorfine aumentano alla pari.
• Consumare alimenti ricchi di proteine.

Le emozioni positive  e l’ossitocina

L’ossitocina è l’ormone dell’amore, che viene rilasciato in grandi quantità durante i rapporti sessuali, il parto e alcuni contatti affettuosi, come gli abbracci e le carezze. L’ossitocina rafforza i sentimenti di amore e di fiducia.

Come aumentare il livello diossitocina: 
•Mostrare affetto agli amici, al partner e alla famiglia. Abbraccia i tuoi genitori e i tuoi amici o accoccolati con il/la tuo/a compagno/a.

 

Test kinesiologico del Citomegalovirus

Il citomegalovirus (CMV) è un virus che può colpire persone di qualsiasi etnia e condizione di salute, sebbene solitamente infetti categorie socialmente svantaggiate. La maggior parte delle infezioni causate da questo virus comporta determinati sintomi e, mentre in alcuni casi si manifesta una malattia di forma lieve, in altri si manifesta di forma grave, come nei bambini appena nati e nelle persone immunodepresse. Nei paesi sviluppati questo virus è la causa più comune delle infezioni congenite.

Il citomegalovirus è un virus della famiglia Herpesvirus, insieme al virus di Epstein-barr, l’herpes simplex, la varicella zoster e alcuni altri. Solitamente si trasmette attraverso l’urina, lo sperma, le feci, il sangue, il latte materno e la saliva. Il contagio richiede quindi un contatto diretto con una persona infetta, dal momento che il virus è molto labile.

Non dobbiamo però confonderci tra infezione da CMV e malattia da CMV: la prima, infatti, è la prova di una replicazione virale indipendentemente dalla presenza di sintomi o segnali, che sono invece ben chiari nel secondo caso.

Questa situazione può verificarsi sia come sindrome virale sia come malattia invasiva.

Come possiamo realizzare il test?

Si possono utilizzare diverse fiale a seconda del caso. Nei feti e nei neonati si verifica la presenza di anticorpi IgG nella madre o nel bambino, perché è l’unico anticorpo che può raggiungere la placenta e proteggere il feto da possibili infezioni.

Nel caso in cui individui di qualunque età presentino infezioni recenti o acute, è molto probabile che le IgM e le IgG siano alte. Per questo motivo, si devono utilizzare le fiale del kit di immunità con la fiala del Citomegalovirus nel kit dei Nosodes.

Anche quando l’infezione risulterà superata, le IgG e le IgM continueranno a essere alte per alcuni mesi. In più, è sempre molto difficile sapere se l’infezione è precedente o recente. Si deve quindi aspettare un certo lasso di tempo (non superiore ai tre mesi) per confermare la presenza di un’infezione o di una malattia attraverso la comparsa di sintomi o per verificare l’abbassamento del valore delle IgM, nel caso di un’infezione passata.

Angel Salazar

Kinepharma

Oligoterapia in geriatria

Come è emerso dal precedente articolo “Perché gli oligoelementi hanno risultati così sorprendenti sulla nostra salute?” (9 settembre 2016-Blog Kinepharma), la terapia con oligoelementi può dare ottimi risultati. Esistono due gruppi di popolazione per i quali, se possibile, si raggiungono i traguardi più importanti: i bambini e gli anziani, ai quali più abitualmente si applica questa terapia e con migliori risultati.

In quest’articolo ci concentreremo sulla geriatria:

L’invecchiamento implica una maggiore ossidazione. Le reazioni di ossidoriduzione che avvengono nel metabolismo normale delle cellule producono continuamente radicali liberi che danneggiano i tessuti e che sono responsabili dell’invecchiamento, oltre ad essere riconducibili a diverse malattie; ciò si accentua durante la vecchiaia: non dimentichiamo che ogni cellula è sottoposta a circa 10.000 attacchi di radicali liberi giornalieri ed è proprio in età avanzata che si manifesta questo danno.

Il selenio (Se), ad esempio, gioca un ruolo fondamentale come antiossidante ma non è l’unico. La combinazione rame-oro-argento (Cu-Au-Ag) è simile benché il suo meccanismo d’azione sia differente. Pertanto si potenziano entrambi i prodotti senza che interferiscano tra loro e ottenendo risultati molto buoni, utilizzando quotidianamente una fiala di selenio per almeno tre mesi l’anno e un’altra di Cu-Au-Ag il mattino a digiuno da 2 a 3 volte a settimana.

Inoltre, gli oligoelementi agiscono nell’ambito di altre patologie connesse all’età:

  • Insufficienza cardiaca: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di potassio (K) e a metà pomeriggio un’altra di selenio (Se).
  • Perdita di memoria: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, a metà mattinata un’altra di fosforo (P) e a metà pomeriggio selenio (Se).
  • Insonnia: il mattino a digiuno una fiala di Cu-Au-Ag, la sera prima di andare a dormire un’altra di litio (Li).
  • Stitichezza: oltre al regime alimentare adeguato e all’assunzione sufficiente di acqua, possiamo utilizzare una fiala di magnesio (Mg) il mattino e a metà pomeriggio un’altra di zolfo (S).
  • Obesità: da 2 a 3 fiale di zinco-nichel-rame (Zn-Ni-Co) per uno-due mesi. Potassio (K) in caso di ritenzione idrica (da 3 a 7 fiale settimanali) e, in caso di ansia, aggiungere tre fiale al giorno di litio (Li).

Questi sono solo alcuni degli usi dell’oligoterapia, ma può essere anche impiegata per altre patologie e in ambito di medicina estetica, come per le alterazioni della pelle, l’alopecia, le vene varicose, l’acne, ecc.

Con il test Kinesiologico, una volta determinata la necessità di oligoelementi mediante la fiala per rilevare la mancanza di minerali e oligoelementi (cuprum metallicum 200 D e cobaltum metallicum 200 D), utilizzeremo un kit di oligoelementi per determinare quale di questi sia il più adeguato.

Si tratta realmente di una terapia che se dovesse diventare prioritaria otterrebbe risultati immediati, perché risponde a una mancanza che deve necessariamente essere compensata in modo rapido nelle cellule.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

 

Diagnosi di una sindrome metabolica con la Kinesiologia

Quando i recettori di insulina presenti nella membrana cellulare non funzionano correttamente, possono svilupparsi infiammazioni e sindromi metaboliche. Spesso l’organismo è già compromesso, a causa della cattiva alimentazione, della contaminazione e più in generale delle tossine endogene ed esogene, che solitamente provocano questo problema. Inoltre, una carenza di acidi grassi essenziali può colpire la membrana cellulare, danneggiando i recettori di insulina.

Nel caso in cui si verifichi una di queste situazioni, si può generare un accumulo di insulina nel sangue. In primis, il pancreas reagisce producendone una quantità maggiore, provocando una sindrome metabolica, un’infiammazione o un diabete di tipo 2.

Test Kinesiologico

Durante la realizzazione del test, se la fiala d’insulina posizionata genera un AR (Arm Reflex o l’accorciamento del braccio), significa che siamo di fronte a un eccesso di insulina e probabilmente a una sindrome metabolica. Si può inoltre testare la presenza di un processo infiammatorio utilizzando le fiale adeguate. Nel caso in cui il glucosio ancora non sia aumentato, si può verificare un aumento del cortisolo e un abbassamento dell’ormone DHEA, dal momento che l’aumento dell’insulina inibisce la produzione del DHEA.

Tutto questo può essere testato grazie ai kit del sistema endocrino e degli ormoni sessuali. Se il problema dovesse persistere, questo provocherà un aumento dell’ossidazione del fegato, degli acidi grassi liberi nel sangue, dei trigliceridi, del colesterolo e della pressione sanguigna. Tutti questi sintomi devono essere presi in considerazione al momento della diagnosi e cercare di risolvere il problema.

Cosa si può fare a riguardo?

Nel caso in cui si verifichi un aumento dei radicali liberi, è necessario risolvere il problema quanto prima. Innanzitutto, attraverso un’alimentazione salutare che disintossichi l’organismo, con drenanti del fegato come il boldo, il dente di Leone o il carciofo e il consumo di oli di qualità.

Molto probabilmente sarà necessaria un’integrazione di acidi grassi omega 3, in particolare DHA e acido alfa-lipoico, magnesio, vitamina E, cromo picolinato, oltre ad antiossidanti come i bioflavonoidi.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Sconfiggere l’obesità in tre piccoli passi

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “L’Europa è il secondo continente al mondo per numero di obesi, superata solo dagli americani”. Il documento pubblicato a riguardo rileva anche che in Europa “si fuma e si beve alcol di più che in qualunque altro paese del mondo”.

6 europei su 10 sono obesi o in sovrappeso (per la precisione il 59%), anche se in altri paesi questa percentuale raggiunge il 67% (“e la Italia è in cima alla media europea”). Per questo motivo, l’OMS ricorda che questa patologia si è triplicata in alcuni stati europei a partire dagli anni 80, rappresentando un problema serio per la salute pubblica, per le conseguenze che comporta sia agli individui sia ai sistemi sanitari che devono occuparsene.

Il sovrappeso provoca un rischio maggiore di contrarre malattie cardiovascolari, diabete, cancro, problemi alle articolazioni, al sistema immunitario e, più in generale, malattie e disturbi. Esiste per caso una malattia il cui livello di rischio sarebbe più basso in caso di sovrappeso? Assolutamente no. Ricordiamo poi i numerosi problemi funzionali associati all’eccesso di grasso, come la carenza di forze, l’insonnia, un basso o nullo desiderio sessuale, difficoltà motorie e scarsa concentrazione, giusto per nominarne alcuni.

Cosa possiamo fare? Non c’è trucco né lamentela che tenga, questo problema può essere risolto in questo modo:

Con uno sforzo minimo si può perdere peso (circa 10-15 kg) seguendo tre semplici passi, i soli che possono condurci verso la direzione giusta.

1) Praticare una leggera ma costante attività fisica. Questo è il metodo più efficace per perdere peso, anche più della dieta. L’ideale sarebbe praticare sport indossando un sistema che misuri la nostra frequenza cardiaca, così da non affaticare troppo il nostro fisico.

Se si pratica un’attività fisica come correre, nuotare, camminare a ritmo costante e periodicamente, almeno 4 volte a settimane, la perdita di peso è assicurata. Per esempio, una persona di 40 anni, avrà un ritmo cardiaco aerobico di massimo 130. (180-40-10). Il margine di frequenza cardiaca deve quindi ruotare in questo caso intorno ai 120-130.

E’ fondamentale fare un riscaldamento mirato prima di compiere qualsiasi attività fisica. L’obiettivo minimo sarebbe 40 minuti, 4 volte a settimana. Se si può aumentare a 45-60 minuti, 5 volte a settimana, tanto meglio. Per iniziare, si può partire con 30 minuti per le prime settimane, 4 volte a settimana, e solo in seguito aumentare a 40 minuti, 5 volte a settimana per un mese.

2) Evitare il consumo di zucchero, di farina bianca e di qualsiasi sostituto dello zucchero, che sia naturale o meno. Con “zucchero” s’intende sia quello raffinato che quello di canna, evitare “farina bianca” significare non consumare qualsiasi prodotto contenente questo ingrediente. Niente farina di grano, aspartame, dolcificanti, agave, xilitolo, maltitolo, sorbitolo e stevia. Niente fruttosio e niente succhi di frutta. L’unico edulcorante che si può consumare è il miele.

3) Condurre una vita armoniosa e salutare. Prima di tutto, consumare cibi più sani, più verdure, soprattutto crude, niente fritti e grassi saturi, cene leggere o, se possibile, evitarle. E’ poi importante affrontare i problemi nella maniera giusta perché, come abbiamo già visto in articoli precedenti, lo stress e il cortisolo fanno sì che gran parte dello zucchero sia trasformato in grasso. Per questo motivo, dobbiamo condurre una vita sana e tranquilla, in contatto con la natura, uscire e rilassarsi all’aria aperta, magari in campagna.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Pagine:«1...9101112131415...30»
  • Spagnolo
  • Francese
  • Italiano
  • Portoghese, Portogallo

Recent Comments

    Archives