Perché dobbiamo guarire i chakra?

I centri energetici del nostro corpo sono disciplinati da differenti chakra. Lo squilibrio di tali punti può influire sulla nostra salute. Per questo motivo, la terapia di guarigione dei chakra è considerato essenziale per riportare il corpo al suo equilibrio naturale. In cosa consiste questo processo?

Che cos’è la guarigione dei chakra?

Quando una persona non ha i suoi punti energetici in perfetto stato, i chakra ne risentono. Questo perché i chakra non funzionano in modo autonomo, ma devono interagire con i loro centri energetici per stabilire una connessione completa. Per tale ragione, curare i chakra non significa solamente sapere come funzionano, ma anche come interagiscono tra loro. Di fatto, il Reiki è la pratica più diffusa nella guarigione dei chakra.

 

Come si “ammala” un chakra?

La vita è costellata di esperienze che possono far ammalare i nostri centri energetici. Infatti, le emozioni e i pensieri negativi hanno un impatto peculiare sulla salute degli individui. Le nostre difese diminuiscono producendo quella che è conosciuta come contrazione energetica che scorre attraverso i chakra.

Questi squilibri energetici sono la causa scatenante che determina l’effetto chiuso o bloccato dei chakra. Vale a dire, che in sostanza non si genera più energia. Il risultato è nientemeno che un sistema di chakra indebolito.

I benefici che si ottengono dalla guarigione dei chakra

Si ritiene che ci siano due flussi energetici che favoriscono l’equilibrio dei chakra: ascendente e discendente; due flussi che bilanciano l’intero sistema energetico di una persona. Ripristinare questa capacità energetica significa poter riacquistare il controllo e il benessere dell’organismo. In tal modo si ottiene che:

  • I dolori si attenuano.
  • Il livello di felicità aumenta e contribuisce a risolvere la tristezza o la depressione.
  • La capacità mnemonica diviene maggiormente focalizzata e l’attenzione aumenta.
  • Aumenta la produttività.
  • Si rinnova lo stato di salute complessivo e l’equilibrio di tutto l’organismo.

Come si può costatare i chakra svolgono un ruolo importante nel processo di guarigione. Sono come piccoli ingranaggi che, di tanto in tanto, hanno bisogno di essere ingrassati per garantirne il corretto funzionamento. Ogni disturbo fisico, emotivo o spirituale ha nei chakra l’elemento chiave per il suo risanamento. Qualora una persona abbia l’energia bloccata, i suoi chakra dovrebbero essere guariti.

Nov 24, 2019

Il ruolo terapeutico del Reiki nella cura delle patologie

Il ruolo terapeutico del Reiki nella cura delle patologie

Il Reiki è una delle terapie olistiche più conosciute e maggiormente praticate. Oggigiorno, tale disciplina, è ben nota nel mondo occidentale grazie ai suoi ottimi risultati. Per questa ragione, desideriamo approfondire ulteriormente i benefici del Reiki come metodo terapeutico.

Il Reiki e le forze energetiche

Durante la vita di una persona è possibile giungere alla formazione di cosiddetti blocchi energetici interni. Vale a dire che la nostra energia vitale è a livelli talmente bassi da provocare la comparsa di patologie a carico di parti o sistemi dell’organismo. Uno dei modi per rigenerare i bassi livelli energetici è attraverso il Reiki.

Il Reiki è una terapia di origine giapponese tramite la quale si produce un trasferimento energetico che contribuisce a migliorare lo stato fisico e mentale del paziente. L’imposizione delle mani da parte del terapeuta è il canale che consente di ri-orientare le energie attraverso i chakra e riequilibrare l’organismo.


Impieghi del Reiki nel trattamento delle patologie

Il Reiki viene solitamente eseguito come trattamento complementare e non come trattamento primario per qualsiasi tipo di patologia. I suoi benefici possono essere percepiti a diversi livelli:

  • A breve termine il Reiki è in grado di alleviare i sintomi iniziali di un malessere. La rilassatezza e la tranquillità prodotta dall’imposizione delle mani riduce i livelli di stress nei pazienti. È il primo passo per poter curare una patologia.
  • A medio termine il Reiki può guarire i sintomi più dolorosi causati dal malessere in questione. Cefalea, ipertensione, aggressività, vertigini, insonnia, ecc.
  • A lungo termine il Reiki lavora sulla causa principale della patologia curando il paziente, soprattutto sotto l’aspetto più spirituale ed emozionale. Ad esempio, in pazienti affetti da depressione o sindrome da stress post-traumatico, questa terapia aiuta a liberare le paure accumulate e a convogliare le energie in direzione del processo di guarigione.

Il reiki, chakras

Per cosa viene impiegato il Reiki

Il Reiki è utilizzato, in particolare, per il trattamento di tutti i tipi di patologie. La convinzione che la guarigione dello spirito può guarire il corpo ha reso il Reiki una terapia veramente molto diffusa a livello mondiale. Le sue principali applicazioni riguardano il trattamento di:

Emicranie.
Stati depressivi.
Stati ansiosi.
Riduzione del dolore in malattie croniche come le patologie reumatiche.
Dolori mestruali.
Gravidanza e post-partum.
Insonnia.
Costipazione.
Disturbi gastrici.
Stanchezza cronica.
Disturbi alimentari come bulimia o anoressia, ecc.

 Tramite la kinesiologia possiamo testare i diversi chakra e quindi concentrare la nostra energia attraverso il Reiki in quelli che sono bloccati o con meno flusso energetico. Per aiutarvi in tale processo si possono utilizzare il kit dei test del chakra. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nov 10, 2019

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

Il regolare utilizzo di contraccettivi ormonali è correlato direttamente all’insorgenza di trombosi venosa o embolia polmonare nelle donne. Anche se la percentuale di persone colpite è piuttosto bassa, vale la pena di ricordare questo aspetto, poiché il rischio può rivelarsi persino fatale; in particolare, per coloro, che possiedono una familiarità genetica relativa a episodi di trombosi venosa (ETV).

 Tipologie di contraccettivi ormonali

 Il rischio che si verifichino episodi di trombosi venosa o embolia polmonare dipende anche dalla tipologia di contraccettivo che si sta assumendo. Nel nostro paese, una donna su 100.000 può perdere la vita a causa di un’embolia polmonare (EP). La drammaticità che emerge da tale situazione è che tali patologie solitamente insorgono in donne giovani e sane che presentano una particolare predisposizione congenita all’insorgenza di episodi di trombosi venosa (ETV) o embolia polmonare (EP) e inoltre, che tale predisposizione a queste patologie sia non nota.

 I contraccettivi orali sono tutti identici? La risposta a questa domanda è assolutamente no. Non tutti i contraccettivi sono uguali. In realtà, le pillole combinate a base di progestinici sono molto più pericolose di quei contraccettivi ormonali che contengono, ad esempio, levonorgestrel.

 Per quanto riguarda il metodo contraccettivo, non sussiste molta differenza tra loro. Sia le pillole, i cerotti o gli anelli vaginali presentano un rischio analogo per quanto riguarda la possibile comparsa di una trombosi venosa o di embolia polmonare.

 Per tale ragione, prima di assumere contraccettivi ormonali è importante sottoporsi ad esami clinici i quali escludano che il soggetto considerato sia classificato come profilo a rischio. Ovviamente non si deve mai assumere questo tipo di farmaci senza aver prima consultato un ginecologo.

 

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

 

Qual è il profilo della popolazione femminile a rischio di sviluppare episodi di trombosi venosa (ETV) o di embolia polmonare (EP)?

Identificare la popolazione femminile suscettibile di sviluppare questo tipo di patologie a seguito dell’utilizzo di contraccettivi è fondamentale per prevenire rischi ingiustificati. I disturbi congeniti più comuni correlati a tali patologie del sistema circolatorio sono:

  • Alterazioni genetiche, quali la mutazione del gene della protrombina 20210 o la sussistenza del Fattore V.
  • Deficit di proteine C o S e dell’antitrombina.
  • La sindrome antifosfolipidica, nota anche come sindrome di Hughes caratterizzata da un quadro generale di ipercoagulabilità causata da anticorpi.

 In sintesi, se una donna che presenta tali specificità desidera assumere contraccettivi orali, è essenziale che prima valuti altre opzioni in grado di non mettere a rischio la propria salute e soprattutto la propria vita.

 In conclusione, per ridurre i casi di episodi di trombosi venosa (ETV) o embolia polmonare (EP) causati dall’utilizzo di contraccettivi ormonali, i medici devono informare i pazienti su come riconoscerne i sintomi (gonfiore e arrossamento degli arti inferiori o superiori, dolore toracico, tosse con espettorazione che presenta tracce di sangue, ecc.). Siccome la trombosi venosa è la terza causa di mortalità cardiovascolare dopo l’infarto miocardico acuto o l’ictus, diventa dunque fondamentale informare i pazienti sulla prevenzione e la terapia.

 Per essere in grado di valutare qualsiasi problema a livello del sistema circolatorio, possiamo affidarci all’apposito test destinato a rilevare le malattie del sistema circolatorio.

 

Epatopatie e obesità


Il consumo di bevande alcoliche così come una cattiva alimentazione costituiscono i principali nemici dello stato di salute del fegato. L’obesità è una delle patologie che ha assunto connotazioni epidemiche nei paesi maggiormente sviluppati. Di fatto, secondo una ricerca effettuata su tale condizione patologica, si prevede che entro il 2030 in Spagna ben 27 milioni di persone saranno affette da obesità o in condizioni di sovrappeso, in Italia si calcola che per tale data almeno il 20 % della popolazione sarà affetta da obesità e le persone in sovrappeso rappresenteranno il 50 % della stessa. Per tale motivo, è necessario addentrarsi maggiormente nella problematica denominata fegato grasso (steatosi epatica) e nel rapporto che intercorre tra questa patologia e l’obesità.

In cosa consiste la steatosi epatica non alcolica?

La steatosi epatica non alcolica, comunemente nota come fegato grasso, è determinata dall’accumulo in eccesso di grassi (in particolare i trigliceridi) nell’addome. Le aree epatiche possono accumulare lipidi in persone che consumano poco o affatto bevande alcoliche. La ragione di tale fenomeno è riconducibile essenzialmente alla cattiva alimentazione. Un’abitudine non salutare che può essere altrettanto pericolosa quanto il consumo eccessivo di bevande alcoliche.

Nella nostra società, le epatopatie lipidiche non alcoliche sono abbastanza comuni. Il 20 % delle persone colpite è costituito da adulti e il 5 % da bambini. Questi dati sono alquanto allarmanti se si considerano le possibili conseguenze per la salute di questa condizione patologica.

Quali sono le cause delle epatopatie lipidiche non alcoliche? Si tratta principalmente di una sindrome metabolica caratterizzata dalla comparsa del diabete (insulino-resistenza), del colesterolo, dell’obesità e dell’ipertensione. I medici specialisti hanno identificato le principali cause della steatosi epatica:

  • Lo stress ossidativo. In altri termini, è il disequilibrio tra le sostanze chimiche che può danneggiare le cellule epatiche.
  • La produzione da parte delle cellule epatiche del paziente di proteine flogistiche tossiche.
  • L’apoptosi o la morte delle cellule epatiche.

Rischi derivanti dalla steatosi epatica non alcolica

Quando una persona si alimenta in modo scorretto per lungo tempo, il grasso si accumula in maniera tale che l’infiammazione si manifesta nel fegato. Se tale complicanza per la salute non viene rilevata in tempo utile, può causare una patologia denominata cirrosi epatica o la morte di gran parte del tessuto epatico.

La steatosi epatica non alcolica è una patologia che può divenire reversibile, poiché il fegato ha la capacità di auto-rigenerarsi. Se il paziente non adotta le indicazioni del proprio medico, corre il rischio di:

  • Sviluppare una patologia ipertensiva.
  • Incorrere in un ictus.
  • Incrementare la probabilità di contrarre patologie tumorali.
  • Sviluppare il diabete di tipo 2.

Una prima azione terapeutica nei confronti della steatosi epatica non alcolica consiste in un cambiamento radicale nella dieta del paziente con l’obiettivo di perdere peso. La scelta è orientata a un’alimentazione equilibrata a base di fibre, proteine, frutta, verdura, ma anche carni e prodotti ittici a basso contenuto di grassi. L’esercizio fisico rappresenterà il complemento obbligatorio di questa nuova routine alimentare.

Per controllare lo stato di salute epatico possiamo servirci del kit relativo alle malattie del fegato e della cistifellea, in particolare possiamo testare, tra le altre, le fiale riferite alla steatosi epatica non alcolica e alla cirrosi epatica o biliare.

Luteina e zeaxantina; accresciuta rapidità relativa ai processi mentali

Le prestazioni cognitive e la funzione cerebrale, in generale, possono essere potenziate tramite la luteina e la zeaxantina. Tali prerogative sono state recentemente dimostrate da ricerche sulle proprietà di entrambi i carotenoidi; queste sostanze sono naturalmente presenti in alcuni alimenti. Esaminiamo ora le loro funzioni e i benefici apportati alla salute.

Proprietà della luteina e della zeaxantina

La luteina è un pigmento di colore giallognolo presente in alimenti come alghe, alcuni frutti, verdure e ortaggi. L’assunzione regolare di una dieta ricca di luteina aiuta a proteggere la vista dalle aggressioni ambientali e dalla luce solare.

Anche la zeaxantina è una sostanza di colore giallognola. È un carotenoide presente nelle alghe e in alcune piante o verdure (spinaci, bietole, mais, zucca, tuorlo d’uovo, ecc.) La sua assunzione contribuisce inoltre a proteggerci da malattie oftalmologiche come, ad esempio, la cataratta.

Come si relazionano tali sostanze all’accresciuta rapidità relativa ai processi mentali? Molte persone non si rendono conto della stretta correlazione tra il cervello e gli occhi. Quando un medico esamina la retina e il nervo ottico, sta contemporaneamente analizzando anche le cellule cerebrali. Pertanto, i livelli di luteina e zeaxantina nella retina sono strettamente correlati ai livelli presenti nel tessuto cerebrale.

Miglioramento delle funzioni cerebrali grazie alla luteina e alla zeaxantina

Si definisce come funzione neurologica di una persona la capacità del cervello di elaborare segnali e stimoli provenienti dall’esterno, nonché di svolgere attività di elaborazione delle informazioni. Una ricerca condotta nel 2017 ha dimostrato che le persone con livelli più elevati di luteina e zeaxantina hanno una maggiore efficacia neuronale in termini di memoria e apprendimento.

Successivamente, nel 2019, altre ricerche hanno dimostrato concretamente in quali aree si stava registrando tale accresciuta rapidità relativa ai processi mentali:

  • Percezione spazio-visiva.
  • Elaborazione delle informazioni.
  • Processo decisionale.
  • Coordinazione motoria.

Ciò ha infine determinato anche un miglioramento delle condizioni uditive delle persone coinvolte nella ricerca.Coloro che presentavano livelli più elevati di luteina e zeaxantina sono riusciti a rilevare i segnali acustici in modo più accurato ed efficiente.

Quali sono le quantità necessarie consigliate di luteina e zeaxantina?

Per ottenere un’accresciuta rapidità relativa ai processi mentali si consiglia di assumere quotidianamente 10 mg di luteina e 2 mg di zeaxantina. I gruppi esaminati, a cui sono state somministrate luteina e zeaxantina, hanno evidenziato un miglioramento del flusso sanguigno cerebrale rispetto agli individui non sottoposti a tale integrazione.

In conclusione, entrambi i carotenoidi evidenziano un miglioramento delle prestazioni cognitive e un aumento dell’efficienza neuronale.

 

I benefici dell’idroterapia in relazione ai disturbi causati dal morbo di Parkinson

I disturbi motori come quelli che si presentano nel Parkinson possono essere trattati con l’idroterapia. Una metodica basata su esercizi di ginnastica effettuata in acqua si è rivelata essere una terapia riabilitativa innovativa. Ciò avviene senza movimenti improvvisi e senza alterazioni che potrebbero danneggiare la qualità motoria del paziente.

Perché l’idroterapia migliora le problematiche causate dal morbo di Parkinson

Tutto dipende da quanto sono severi i sintomi di ciascun individuo. Tuttavia, una ricerca ha dimostrato che l’idroterapia allevia, in misura maggiore o minore, la condizione dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson.

In realtà si tratta di un antico metodo di guarigione che si è perfezionato nel corso degli anni. Grazie alla ricerca, è stato sviluppato l’utilizzo dell’acqua nel trattamento di malattie ossee, muscolari e neurologiche.
Gli esercizi di idroterapia consentono alle persone di avere un maggiore controllo sul proprio fisico, rafforzandosi nei confronti delle malattie. L’idroterapia non ha dimostrato di essere in grado di eliminare al 100% i sintomi del Parkinson, ma indubbiamente migliora la qualità di vita dei pazienti. I suoi principali benefici sono:

  • L’acqua calda riduce il dolore e migliora il tono muscolare. Il corpo si rilassa e la rigidità muscolare infine si attenua.
  • L’idroterapia aumenta la forza e la resistenza muscolare. I pazienti riprendono il controllo del proprio fisico, in modo da essere più indipendenti. La galleggiabilità e l’assenza di peso in acqua sono la chiave per ottenere questi risultati.
  • I movimenti in acqua sono molto più rallentati. Pertanto, una retroazione sensoriale più lenta consente di migliorare il controllo motorio quando si cammina.
  • Nell’acqua le barriere motorie scompaiono e i movimenti diventano molto più agili migliorando così l’elasticità e la postura dei pazienti.
  • L’esercizio fisico in acqua migliora l’umore dei pazienti, riducendo il rischio di sviluppare stati depressivi.
  • Grazie alla crescita individuale, cresce la motivazione per ottenere una maggiore indipendenza funzionale.

Tutti questi benefici sono distribuiti all’interno di un programma di esercizi appositamente studiato per le persone affette dal morbo di Parkinson. Ogni serie di esercizi dovrà essere preventivamente adattata alle condizioni personali di ogni paziente, senza forzarne i limiti. Tutta la preparazione funzionale deve includere esercizi come:

  • Mimica facciale.
  • Equilibrio.
  • Allungamenti.
  • Coordinazione.
  • Ginnastica aerobica.
  • Postura.

Ma innanzitutto, tanto divertimento. Tutti questi esercizi devono sempre essere eseguiti con un tecnico specializzato e in un ambiente sicuro.

Biomagnetismo: terapia con i magneti per affrontare i problemi gastrici

La terapia biomagnetica o la terapia della coppia biomagnetica ha confermato di essere una delle alternative per il trattamento dei problemi gastrici. Al fine di approfondire la tematica, esaminiamo sia la sua applicazione che i suoi benefici relativi ai dolori causati dai disturbi gastrici.

In cosa consiste la terapia con i magneti o biomagnetismo

La terapia magnetica è stata inventata nel 1988 dal medico messicano Isaac Goiz Durán. La sua ricerca si basa sull’idea che uno squilibrio nel pH dell’organismo è all’origine di numerose malattie di cui soffrono oggigiorno le persone. Grazie ai magneti, l’organismo ritrova il suo equilibrio, riducendo il livello di acidità o alcalinità del PH.

È importante essere consapevoli che il corpo umano è come un campo magnetico, saturo di ioni attraverso il quale transita l’elettricità. Il biomagnetismo, attualmente, opera su circa 300 punti distribuiti su tutto il corpo. Tali punti sono sollecitati tramite magneti per individuare i punti deboli del paziente. In queste aree viene posizionato un magnete positivo e un magnete negativo, in modo che possano operare in sedute della durata di circa 30 minuti. Questa terapia è consigliata per tutti i tipi di malattie, ad eccezione delle donne incinte o di persone affette da patologie oncologiche.

Benefici della coppia biomagnetica per lo stomaco

I problemi intestinali e gastrici possono essere trattati con la terapia a magneti. Le infezioni gastrointestinali (helicobacter pylori) e le intossicazioni sono i problemi più comuni. Con tale terapia si combattono sia i batteri che le alterazioni dell’acidità gastrica, contrastando i sintomi, in particolare:

  • Dolori addominali.
  • Decadimento organico e indebolimento.
  • Flatulenza ed eruttazioni frequenti.
  • Gonfiore addominale.
  • Dimagrimento non intenzionale.
  • Sensazione di vuoto nello stomaco.
  • Alterazioni del metabolismo, ecc.

La terapia con i magneti è in grado di trattare più di 120 patologie. In relazione ai disturbi gastrici, il biomagnetismo è in grado di stimolare e ristabilire i tessuti danneggiati, riducendo il dolore e l’infiammazione nonché consente di sterminare un elevato numero di parassiti e batteri. Tra questi, il pericoloso batterio Helicobacter Pylori o L’Escherichia Coli.

È importante sottolineare che il trattamento con i magneti utilizzati per risolvere i problemi gastrointestinali è indolore e innocuo. Dopo aver acclarato la diagnosi del paziente, i magneti vengono scelti in base alla loro polarità e forza. L’intento non è altro che quello di correggere l’alterazione ionica prodotta dal batterio o dal parassita o, a seconda dei casi, dall’intossicazione. Il numero di sedute sarà deciso dallo specialista in base alle esigenze del paziente e fino a quando non viene accertato che l’equilibrio venuto a mancare sia ristabilito.

Ago 13, 2019

Che cos’è la decodifica biologica e perché si utilizza?

Che cos'è la decodifica biologica e perché si utilizza?

Tra le terapie di origine naturale, la decodifica biologica è una delle più indicate. Un metodo terapeutico che, sia fisicamente sia emotivamente, ci insegna a cogliere i messaggi inviati dal nostro organismo. In questo contesto, desideriamo approfondire l’argomento per comprendere come si utilizza e quali sono i suoi benefici per la salute.

In cosa consiste la decodifica biologica?

La decodifica biologica è una terapia curativa fisica ed emotiva. Una proposta curativa estremamente recente che favorisce il recupero fisiologico del nostro organismo. Come? Questo metodo consente di “ascoltare” il nostro organismo. Ogni sintomo, disturbo o problema diviene una indicazione sulla via della guarigione. In tal modo è possibile individuare la causa principale e più radicata della patologia.

La decodifica biologica presuppone che ogni malattia è una conseguenza del nostro modo di pensare o di intendere la vita. Tali segnali emozionali generano codici che modificano il comportamento delle nostre cellule, rendendo più probabile il manifestarsi delle patologie. In altre parole, più limitato è il modo di pensare di una persona, più la sua salute sarà vulnerabile. Le emozioni e le risposte agli eventi esistenziali sono gli strumenti con cui opera la decodifica biologica.

Quali sono le patologie trattate con la terapia di decodifica biologica?

Si può decodificare qualsiasi tipo di disagio? La risposta è sì Il nostro inconscio cerca continuamente di manifestarsi in modalità diverse. Una delle modalità con cui si manifesta è tramite l’organismo. Ciò che è celato è sempre associato a emozioni di tipo somatico. È il cosiddetto inconscio biologico. In altre parole, ogni patologia ha la sua ragion d’essere. Grazie alla decodifica biologica, si ricerca l’origine o il significato del disagio biologico al fine di stimolare le risorse necessarie per la guarigione.

emozioni di tipo somatico

Tecniche utilizzate nella terapia di decodifica

Una terapia di decodifica può essere eseguita con diversi tipi di tecniche. Tra le più comuni ricordiamo l’ipnosi, la psicogenealogia, la programmazione neurolinguistica, l’EMDR (desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari) e la sofrologia. Peraltro, si realizzano anche delle sessioni, come ad esempio:

  • La linea temporale
  • La tecnica delle posizioni percettive.
  • La base per il trattamento delle difficoltà emotive.
  • Tecniche di integrazione cerebrale (TIC).
  • Terapia familiare.

In sintesi, la decodifica consiste nell’insegnare all’individuo a non “alimentarsi” di malattie o esperienze negative pregresse. Una guarigione emotiva in questo senso implica anche una guarigione fisica prodotta da emozioni inconsce e represse. Con tale metodo terapeutico la persona è in grado di raggiungere la parte più profonda del proprio essere al fine di risanare le ferite pregresse.

Fiori di Bach, ideali contro lo stress e gli stati ansiogeni


Lo stress è stato già considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come la malattia che caratterizza il XXI secolo. Questa alterazione biologica dell’organismo prolungata per lunghi periodi di tempo implica lo sviluppo di altre malattie come ansia, sovrappeso, problemi digestivi, disturbi del sonno, ecc. I rimedi floreali sono diventati un buon rimedio per combattere lo stress. Tali rimedi sono i fiori di Bach che vi aiuteranno a superare lo stress della quotidianità.

Benefici dei fiori di Bach contro lo stress e stati ansiogeni

I trattamenti con i fiori di Bach si focalizzano sul bilanciamento emozionale al fine di eliminare o ridurre i sintomi di una patologia. Per tale ragione, sono particolarmente efficaci nel combattere lo stress e gli stati ansiogeni in persone di qualsiasi età.

Sia l’ansia che lo stress sono reazioni necessarie per la sopravvivenza degli individui. Il problema si pone quando questa situazione si protrae nel tempo, impedendo all’individuo di condurre una vita normale.

I fiori di Bach attenuano le palpitazioni, l’eccessiva sudorazione, la sensazione di soffocamento, l’estremo nervosismo, l’angoscia, i disturbi del sonno, ecc.

Essenze floreali, ideali contro lo stress e gli stati ansiogeni

È giunto il momento di scoprire quali fiori agiscono più efficacemente sui sintomi causati dallo stress e dall’ansia:

  • Agrifoglio: questa essenza floreale consente di affrontare al meglio le situazioni più problematiche dell’esistenza. Si utilizza anche per combattere le emozioni negative che derivano dallo stress.
  • Mimulo: Il timore di un futuro incerto è una delle cause principali degli stati ansiogeni cronici. L’infiorescenza del Mimulo è ideale per porre fine al panico che si prova confrontandosi con l’ignoto, così come per stimolare il terzo chakra legato alla fiducia in se stessi.
  • Il genere Impatients (Balsaminacee): le persone che presentano stati ansiogeni tendono a sviluppare un’eccessiva insofferenza, così come un inappropriato senso di eccitazione e frenesia. Questa pianta è perfetta per combattere tutti quei sintomi legati all’ansia. In particolare, frustrazione e panico.
  • Ippocastano Rosso: le situazioni di stress spesso coinvolgono l’individuo in spirali ossessive che impediscono la guarigione dai traumi pregressi. Questa essenza floreale aiuta a controllare questi stati d’animo favorendo l’auto-cura, così come l’empatia e l’autostima.
  • Stella di Betlemme: questa è l’essenza floreale utilizzata nei casi di stress post-traumatico. Ha la capacità di mitigare episodi notturni come gli incubi, la depressione e gli attacchi d’ansia generalizzata.

Si ricorda che per il trattamento bisogna sempre affidarsi ad un professionista esperto, anche se, come ben sappiamo, attraverso un test kinesiologico possiamo determinare esattamente quali sono i fiori di bach che si adattano meglio alle esigenze della persona testata.

In che modo l’auricoloterapia può esserci d’aiuto nel trattamento delle patologie

Come ben sapete, l’auricoloterapia è una tecnica terapeutica che agisce su alcuni punti dell’orecchio esterno che vengono sollecitati al fine di diagnosticare e trattare diversi disturbi. Conosciuta anche come medicina auricolare, questa metodica ha dimostrato i suoi notevoli benefici per la salute. Vediamo come agisce e quali patologie può mitigare.

 Che cos’è l’auricoloterapia?

È Il ricorso all’agopuntura praticata nell’area dell’orecchio esterno, tale tecnica cominciò ad essere utilizzata nell’antica Cina. Tuttavia, la sua recente evoluzione è stata sviluppata su iniziativa del neurologo Dr. Paul Nogier.

Per comprendere appieno questa tecnica è necessario chiarire che il nostro orecchio racchiude un microsistema che riflette tutti gli organi, le strutture ossee ecc. presenti nel corpo umano in cui si osservano diverse mappature cerebrali evidenziate dal neuroscienziato canadese Wilder Penfield. Tali mappature sensoriali si proiettano su diverse aree del nostro organismo, in particolare nell’orecchio.
Un trattamento auricoloterapico consiste nella punturazione di diversi punti dell’orecchio esterno e di altre parti del corpo utilizzando aghi chirurgici monouso o sfere magnetiche metallizzate.

Pertanto, tutte le patologie che sono legate ad uno squilibrio organico, possono essere trattate con questa metodologia.

 L’auricoloterapia apporta sempre un beneficio. Sia che si tratti di curare, fermare il progredire della patologia, od ottenere un semplice miglioramento dei sintomi, ecc. Tali condizioni dipenderanno sempre dalla gravità e dalla cronicità della stessa nonché dalle precedenti condizioni di salute del paziente.

Patologie che possono essere trattate mediante auricoloterapia

L’effetto terapeutico dell’agopuntura praticata sull’orecchio esterno è stato documentato nel trattamento di patologie come:

  • Stati d’ansia e stress.
  • Emicrania e cefalee.
  • Paralisi facciale.
  • Rinite e sinusite.
  • Fischio all’orecchio (acufene).
  • Sindrome di Ménière.
  • Alcune tipologie di sordità.
  • Dolori cervicali.
  • Asma bronchiale.
  • Ipotensione essenziale.
  • Patologie del colon.
  • Disturbi mestruali.
  • Malpresentazione fetale.
  • Prostatite cronica.
  • Disfunzione erettile.
  • Eiaculazione precoce.
  • Infertilità maschile e femminile.
  • Malattie dermatologiche.
  • Supporto in materia di tossicodipendenza da droghe, alcool e tabacco.

Si potrebbero aggiungere ulteriori patologie a questo elenco, in quanto ogni giorno, si registrano nuovi risultati positivi dell’auricoloterapia sulla nostra salute i quali vengono pubblicati sul sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’agopuntura è una componente della medicina tradizionale cinese che non distingue tra patologie, ma piuttosto tra diversi tipologie di pazienti. In altre parole, ogni caso deve sempre essere valutato individualmente e in modo personalizzato, al fine di trovare la migliore soluzione al problema.

 

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