Fiori di Bach e le crisi di guarigione

Fiori di Bach e le crisi di guarigione

I fiori di Bach sono un rimedio terapeutico a base di essenze naturali. Il suo impiego si basa sulla teoria formulata dal Dott. Bach, il quale assicurava che tutte le malattie hanno un’origine emozionale da trattare. Oltre ai 38 rimedi floreali di Bach sussistono anche le cosiddette crisi di guarigione. Ossia, alcuni effetti collaterali che tratteremo in seguito.

 I fiori di Bach presentano controindicazioni?

 Si tratta di un rimedio terapeutico caratterizzato da una composizione priva di sostanze chimiche o attive che possono danneggiare l’organismo. Per tale ragione, finora, non sono state segnalate interazioni con altri farmaci. Il suo impiego è sicuro e privo di rischi.

Tuttavia, è importante distinguere tra controindicazioni e crisi di guarigione o effetti collaterali.

Come abbiamo già sottolineato in precedenza, i Fiori di Bach non hanno alcuna controindicazione, ma possono generare effetti collaterali. Ovvero, una ripercussione indesiderata sull’organismo dovuta a un farmaco o a una terapia.

Fiori di Bach e le crisi di guarigione

Le crisi di guarigione dei fiori di Bach

 L’organismo è inoltre in grado di reagire alla somministrazione di prodotti assolutamente naturali. In particolare a quelle sostanze, come i Fiori di Bach, che sono utilizzate per aprire la propria coscienza e ricercare una purificazione per liberarci dal problema. Questo trattamento ha lo scopo di evolvere da uno stato iniziale ad un altro, in un processo in cui ci può esservi un determinato rigetto fisico ed emotivo.

Per comprendere le crisi di guarigione talvolta prodotte dai Fiori di Bach, dobbiamo parlare di catarsi. Il processo di guarigione di queste essenze è catartico. Ossia, una purificazione mentale, corporea ed emotiva che permette di sbloccare i sentimenti repressi che causano una data malattia.

Tale catarsi è parte integrante del processo di guarigione. Pertanto, anche se può essere considerato un effetto collaterale, è piuttosto una tappa necessaria verso la guarigione. Le crisi di guarigione dei Fiori di Bach generalmente si protraggono per un massimo di 4 giorni e sono solitamente esplicitate sotto forma di:

  • Nausea.
  • Vomito.
  • Cefalea.
  • Affaticamento.
  • Insonnia.
  • Irritabilità.
  • Nervosismo.
  • Sensazione di incapacità di comprensione.

Tutte queste sintomatologie sono necessarie per espellere gli effetti patogeni dall’organismo. È importante sottolineare che non tutti risentono di questi effetti collaterali e che sono più comuni nei processi di adattamento al trattamento.

In sintesi, le crisi di guarigione dei Fiori di Bach non sono pericolose. Sono al contrario sintomi passeggeri indicanti che la terapia sta producendo l’effetto desiderato.

Mag 20, 2019

I resti archeologici organici analizzati dimostrano l’assenza di malattie tumorali nelle civiltà antiche

l'assenza di malattie tumorali nelle civiltà antiche

Molti ricercatori e archeologi hanno rinvenuto le stesse evidenze. Il 99% dei reperti fossili e le analisi effettuate su soggetti sottoposti a mummificazione non mostrano nei tessuti tracce di malattie tumorali. Questo dato implica una domanda: Perché non vi è traccia di malattie tumorali nelle civiltà antiche? Tutto pare indicare che la rivoluzione industriale ha contrassegnato un vero e proprio spartiacque nella genesi di questa malattia mortale.

 Le origini del cancro come malattia moderna

Il medico, professore e paleopatologo Michael Zimmerman e la sua collega Rosalie David sono i ricercatori incaricati di certificare le evidenze delle malattie tumorali nelle società preindustriali. Gli studi effettuati hanno dimostrato che il cancro è una malattia recente, con solo l’1% d’incidenza su tutti i reperti fossili e le mummie analizzate con la più avanzata tecnologia digitale.

Le conclusioni indicano un aumento significativo delle malattie tumorali dalla prima rivoluzione industriale. Queste sono le premesse a sostegno della teoria elaborata dai due ricercatori:

  • Inquinamento, radiazioni, sostanze chimiche e metalli pesanti sono elementi letali che non esistevano nelle civiltà antiche.
  • Il consumo di alimenti trasformati è una delle abitudini introdotte dalla modernizzazione industriale. Prima della Rivoluzione Industriale, non esisteva alcun alimento diverso da quello che la natura metteva a disposizione degli esseri umani.
  • Anche la mancanza di esercizio fisico è una conseguenza di una società modernizzata. La presenza di veicoli a motore ha ridotto considerevolmente la vita attiva della popolazione.
  • Inoltre, i campi elettromagnetici come pure le emissioni radianti sono responsabili dell’aumento delle probabilità d’insorgenza delle malattie tumorali. L’esposizione prolungata a segnali wi-fi, microonde, telefoni cellulari, computer portatili, ecc. è responsabile di alterazioni della funzione ormonale dell’organismo, nonché di processi infiammatori, alterazioni cellulari, coaguli ematici, danni al DNA, ecc.

l'assenza di malattie tumorali nelle civiltà antiche

  •  Infine, la modernizzazione delle industrie ci ha condotto a una sorta di allontanamento dall’ambiente naturale. Le civiltà antiche invece erano intimamente legate al proprio ambiente naturale; camminare a piedi nudi o non indossare vestiti comportano importanti benefici per la salute. È consigliabile, infatti, aumentare il livello di contatto con l’ambiente naturale per mitigare i danni da emissioni radianti e campi elettromagnetici. Per contro, le civiltà antiche trascorrevano più ore esposte alla luce solare, ciò garantiva una corretta disponibilità di vitamina D3. Bassi livelli di tale vitamina sono stati associati a una maggiore incidenza di malattie tumorali nella nostra società.

    La concezione della moderna medicina punta a un ritorno al modello di vita dei nostri antenati per conciliare la presenza delle nuove tecnologie con la salute.

 

Mag 6, 2019

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

La riflessologia plantare è una tecnica terapeutica che, tramite micro-stimolazione puntiforme (pressione) invia stimoli all’intero organismo. Le aree note come zone riflesse corrispondono, in tale pratica, alle differenti parti del nostro organismo. In questo contesto, dedicheremo particolare attenzione al punto riflesso che influisce, in particolare, sulla salute cardiaca.

 Punto riflesso cardiaco nella riflessologia plantare

La pianta del piede sinistro è il punto riflesso corrispondente al muscolo cardiaco. In particolare si colloca nel plantare mediale, sotto il secondo dito del piede denominato secondo una convenzione internazionale Digitus Secundis Pedis. Poco più in basso, in direzione del tallone, si trova il punto riflesso corrispondente al fegato. Per una buona salute cardiovascolare è necessario stimolare entrambe le aree.

 L’insufficienza cardiaca è una patologia severa caratterizzata dall’incapacità di fornire il sangue in quantità adeguata al muscolo cardiaco per garantirne il corretto funzionamento. Tale insufficienza determina una riduzione delle prestazioni cardiache. Per mitigare tali problematiche e assicurarci una buona qualità di vita è necessario stimolare le aree sopra menzionate.

Riflessologia plantare, per prendersi cura del proprio cuore

Benefici della riflessologia plantare a livello cardiaco

Le persone con problemi cardiaci, sovente, si sentono affaticate, poco attive, deboli e stanche. Ciò accade perché il cuore non riceve sangue a sufficienza. La riflessologia plantare apporta notevoli benefici riducendo i fattori di rischio cardiaco come indicato di seguito:

  1. Eseguendo una pressione sull’area del piede sinistro corrispondente al muscolo cardiaco si migliora la circolazione sanguigna. Il trattamento di questa parte dell’organismo convoglia sangue ricco di ossigeno alle arterie principali, favorendo così l’attività ghiandolare.
  2. Le manipolazioni e la pressione sulla parte riflessa del fegato situata al centro del piede destro contribuiscono al suo corretto funzionamento. Non dimenticate che il fegato è uno degli organi che proteggono il muscolo cardiaco, filtrando le tossine, disintossicando l’organismo e favorendo il deposito delle vitamine A, D, E e K.

 Fortunatamente, la riflessologia plantare ha evidenziato negli anni i suoi benefici per la salute. Mediante massaggi praticati in diverse aree delle piante dei piedi, è possibile prevenire alcune malattie, compresi i problemi cardiaci. Una pratica millenaria ancora non valorizzata pienamente in tutte le sue reali potenzialità

Apr 20, 2019

Vitamina B, il nutriente essenziale per contrastare la progressione del morbo di Alzheimer

Vitamina B, il nutriente essenziale per contrastare la progressione del morbo di Alzheimer

Una ricerca effettuata dall’Università di Oxford stabilisce che le vitamine del gruppo B possono contrastare la progressione del morbo di Alzheimer. Una scoperta che infonde grandi aspettative nei pazienti il cui deficit cognitivo potrebbe subire un rallentamento. Tale risultanza è l’ultima frontiera relativa alla lotta contro questa malattia di natura neurodegenerativa.

 L’importanza della vitamina B nella lotta contro il morbo di Alzheimer

 Il Nuffield Department of Clinical Neurosciences dell’università di Oxford è stato incaricato di valutare il ruolo delle vitamine del gruppo B nei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer. Il trial clinico è stato condotto su 156 persone con lievi alterazioni cognitive e a elevato rischio di demenza. I risultati esplicitati sono stati molto incoraggianti. La vitamina B ha determinato una diminuzione dell’atrofia cerebrale riducendo la concentrazione di omocisteina. Ovvero, è risultato un fattore decisivo nel rallentare il deterioramento cognitivo causato dal morbo di Alzheimer.

 Per contro, i ricercatori hanno inoltre eseguito ulteriori test neurologici che hanno evidenziato quanto sia importante l’assunzione d’integratori vitaminici del gruppo B al fine di contrastare l’atrofia in determinate regioni del cervello.

 Che cos’è l’omocisteina?

Si tratta di un aminoacido o composto chimico prodotto dal nostro organismo. Elevati livelli di omocisteina sono correlati direttamente alla sintomatologia del morbo di Alzheimer e a un aumentato rischio d’insorgenza di malattie cardiovascolari come aterosclerosi, ictus e infarto del miocardio. Il motivo principale della presenza di concentrazioni elevate di omocisteina è strettamente associato alla carenza di vitamina B e di acido folico nell’organismo.

Com’è possibile migliorare la nostra salute in tal senso? Grazie agli integratori alimentari e a una dieta basata sull’assunzione di:

Cereali integrali.
Lenticchie.
Riso integrale.
Banane.
Pollo.
Fegato di vitello o di suino.
Prodotti lattiero-caseari.
Asparagi.
Sardine.
Salmone.
Molluschi.

vitamina B nella lotta contro il morbo di Alzheimer

Il modo migliore per preservare la nostra attività cerebrale è consumare vitamine del gruppo B, come le vitamine B6, B9 e B12. Con questa nuova scoperta i ricercatori hanno capito com’è possibile rallentare l’atrofia cerebrale.

 Si tratta di una protezione naturale che permette di ritardare l’invecchiamento neuronale. Tuttavia, è importante non superare le dosi di vitamina raccomandate per evitare altri fattori di rischio collaterali.

In definitiva, le persone che presentano bassi livelli di vitamina B12 o folati sono particolarmente a rischio di sviluppare in futuro il morbo di Alzheimer. Una svolta nella lotta contro la demenza senile.

 Per monitorare lo stato del nostro sistema neurologico tramite la chinesiologia può essere di aiuto il kit dei filtri per le patologie cerebrali e del sistema nervoso, comprensivo del test sul morbo di Alzheimer.

 Se si desidera testare una possibile carenza del complesso vitaminico B, può essere utile utilizzare anche il kit di test delle vitamine.

Apr 3, 2019

Tre integratori naturali che attenuano le manifestazioni sintomatiche causate dal morbo di Crohn

morbo di Crohn

Il morbo di Crohn noto anche come enterite regionale è una patologia autoimmune che implica l’infiammazione di qualsiasi parte del tratto gastrointestinale in particolare dell’ileo terminale. Nelle patologie autoimmuni è l’organismo stesso, nello specifico il sistema immunitario, che aggredisce il paziente e nel caso in questione la mucosa intestinale. Come si possono ridurre al minimo le manifestazioni sintomatiche del morbo di Crohn senza ricorrere ai farmaci?

Trattamento non farmacologico per il morbo di Crohn

Purtroppo, il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica che ha un’eziologia tuttora sconosciuta. Tuttavia, il suo trattamento è principalmente finalizzato alla palliazione dei suoi sintomi, che generalmente sono:

  • Dolore addominale.
  • Coliche.
  • Inappetenza.
  • Dimagrimento.
  • Diarrea con o senza presenza di sangue.
  • Affaticamento.

Al fine di migliorare la qualità di vita delle persone affette dal morbo di Crohn, sono stati proposti alcuni integratori naturali, la cui efficacia sembra essere stata dimostrata nell’ambito della sperimentazione clinica.

1.- Aloe Vera

È una tra le piante più caldamente consigliate nel trattamento di molti disturbi digestivi. Possiede spiccate proprietà antinfiammatorie che leniscono in larga misura gli effetti del morbo di Crohn. Peraltro, il suo contenuto in antiossidanti riduce anche il sintomo doloroso e l’infiammazione.

2.- Resina di lentisco (mastice di Chio)

È la resina naturale della pianta sempreverde Pistacia lentiscus, un tipo di arbusto che ha origine nell’area mediterranea. Studi scientifici hanno dimostrato che il consumo giornaliero di tre capsule di mastice di Chio riduce significativamente l’attività del morbo di Crohn. Per contro, il peso corporeo dei pazienti aumenta, diminuendo così l’Indice di Rischio Nutrizionale. Ciò è principalmente dovuto al fatto che il consumo di questa pianta riduce il numero evacuazioni giornaliere, favorendo in tal modo l’assorbimento dei nutrienti da parte dell’organismo.

morbo di crohn

3.- Curcuma

Conosciuto comunemente come zafferano indiano, la curcuma è apprezzata nelle cucine di tutto il mondo per le sue ampie proprietà anti-stress e di contrasto alle patologie infettive. L’efficacia terapeutica della curcuma è stata scientificamente dimostrata in pazienti affetti dal morbo di Crohn. Questa pianta è in grado di ridurre la risposta infiammatoria dell’intestino, nonché l’insorgenza della colite indotta da agenti batterici o chimici.

Indubbiamente, una dieta sana è fondamentale per alleviare i sintomi di questa patologia. Per questo motivo, è importante includere nella dieta anche nutrienti sani come il betacarotene derivato dalle carote, lo yogurt naturale per la sua ricchezza in probiotici, l’aglio per essere un ottimo antibiotico naturale, la cipolla per il contenuto di quercetina, gli acidi grassi polinsaturi come l’olio di pesce, le banane, ecc.

Per chiarire alcune delle cause soggiacenti alla patologia infiammatoria intestinale, si può ricorrere alla chinesiologia. Mediante la realizzazione di un test completo, possiamo esaminare l’intero organismo, prestando particolare attenzione alle singole sezioni dell’apparato digerente, valutare lo stato della mucosa intestinale, il sistema immunitario intestinale, i livelli d’istamina, accertare l’eventuale presenza d’infezioni batteriche, parassiti, lieviti, ecc.

Inoltre, con il test delle infiammazioni possiamo verificare quali processi infiammatori sono in corso.

Senza trascurare di provvedere alla restrizione d’assunzione di quegli alimenti che possono aggravare o acuire la malattia tramite un test delle allergie e delle intolleranze alimentari.

Come nutrirci in modo intelligente

A volte non si conosce l’origine patologica, però è evidente che il cibo è fondamentale per godere di buone condizioni di salute, pertanto esso è la migliore medicina di cui disponiamo dovendo mangiare non solo per sopravvivere ma anche per nutrirci come affermò Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. Oggigiorno è paradossale che la società in possesso delle maggiori risorse alimentari sia spesso quella più afflitta da disordini alimentari dovuti soprattutto a pessime consuetudini e all’eccessivo utilizzo di prodotti di derivazione animale a scapito di prodotti vegetali contenenti fito-elementi.

Per comprendere meglio il ragionamento, dobbiamo partire dai concetti basilari e dalla funzione degli elementi che introduciamo nell’organismo. Esistono elementi definiti fito-elementi primari quali i carboidrati, i grassi, le proteine, le vitamine, gli oligoelementi e i minerali, ma anche i fito-elementi secondari, su cui ci concentreremo oggi.

Sono circa 30.000 le diverse sostanze che non concorrono direttamente nello sviluppo della pianta ma che sono protettive nei confronti di elementi nocivi come i raggi UVA, le tossine presenti nell’ambiente, ecc. Tali sostanze, nell’uomo, espletano una serie di funzioni, in particolare modo quella protettiva e antiossidante.

Se i nostri antenati, nella propria dieta alimentare, consumavano circa 4 g al giorno di queste sostanze, oggigiorno non si raggiunge nemmeno 1 g di consumo giornaliero. Tali sostanze antiossidanti sono più efficaci se sono già presenti nell’organismo prima della comparsa delle sostanze tossiche e quindi sarebbe consigliabile assumerle preventivamente, vale a dire che la loro funzione è e rimane protettiva, ma agiscono con maggiore efficacia se assunte a livello preventivo. Nella nostra dieta alimentare quotidiana possiamo annoverare circa una quindicina di sostanze ritenute fondamentali:

Carotenoidi: Sono pigmenti che conferiscono i colori giallo e rosso caratteristici di molti frutti e verdure; sono presenti anche nelle foglie verde scuro. Grazie all’effetto antiossidante contribuiscono a migliorare la salute dermatologica, cardiovascolare e oculare e concorrono a preservare la fertilità maschile; inoltre possiedono proprietà antitumorali.

Inibitori enzimatici: Sono inibitori digestivi e sono presenti nei legumi e nell’endosperma dei semi e dei cereali. Possiedono proprietà antitumorali.

Polifenoli: Conferiscono colore e aroma nei frutti rossi, nelle verdure, nelle cipolle e si suddividono in due importanti famiglie: flavonoidi e acidi fenolici. Si contraddistinguono per l’azione antiossidante, rallentando il processo di invecchiamento, nonché per le proprietà antinfiammatorie e antiallergiche, proteggendo il sistema immunitario dell’organismo. Aumentano inoltre l’attività della vitamina C producendola naturalmente pur non prendendo parte ai processi metabolici.

Fito-estrogeni: sono sostanze simili agli ormoni sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista funzionale e sono contenute nei legumi a grani (principalmente soia e derivati inoltre in misura inferiore nei fagioli, lenticchie, piselli), cereali integrali e nel lino. Agiscono come estrogeni e servono principalmente a ridurre i sintomi della menopausa.

Fitosteroli: Sono sostanze simili al colesterolo, si ritrovano negli oli vegetali pressati a freddo come per esempio gli oli contenuti nelle noci e nella frutta a guscio. La loro proprietà principale è quella di bloccare l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, ma anche di contribuire a ridurre l’ipertensione, migliorare il benessere generale dell’organismo, agire sulla stipsi e prevenire le malattie cardiovascolari come conseguenza dell’azione riduttiva a carico dell’ipercolesterolemìa.

Saponine: Sono sostanze di gusto non propriamente gradevole (amare) contenute nella soia, piselli, fagiolini, spinaci, che esercitano un effetto sulle mucose digestive al fine di digerire determinate sostanze. La loro struttura molecolare è molto simile a quella degli ormoni steroidei organici, come gli estrogeni e il testosterone, permettendo così un miglioramento del bilancio ormonale, inoltre, posseggono proprietà diuretiche, espettoranti, antinfiammatorie, antiossidanti, cardioprotettive e adattogene.

Sostanze solforate: Sono sostanze dall’aroma e dal gusto pungente presenti nei porri, nell’aglio e in altri alimenti simili. Tali sostanze sono dotate di spiccate proprietà antiossidanti e antibatteriche.

Terpeni: Aromi ed essenze di spezie ed erbe aromatiche come il rosmarino e il timo. Sono utilizzati, per le loro proprietà medicinali, in aromaterapia come sedativo, calmante e adattogeno.

Glucosinolati: Sono sostanze dall’aroma e dal gusto pungente e sono presenti in tutte le crocifere, come i cavoli e i ravanelli. Hanno proprietà rubefacenti, antinfiammatorie e antitumorali.

Funzioni principali dei Fito-elementi secondari.

  • Protezione antitumorale; in particolare le crocifere.
  • Protezione antisettica; in particolare aglio, rosmarino e timo.
  • Rafforzanti del sistema immunitario; soprattutto le verdure a foglia verde, cereali, aglio e cipolla.
  • Regolatori del livello del colesterolo; in particolare avena, aglio, legumi, mele e noci.
  • Effetto antiossidante come aglio, carote, agrumi o fragole.
  • Riduzione della pressione arteriosa come ad esempio l’aglio e il sedano.
  • Funzione anti-coagulante e anti-trombotica in particolare aglio, cipolla, agrumi, mela e tè verde.
  • Regolatori glicemici, come ad esempio gli inibitori enzimatici e tutto ciò che contiene fibre, in particolare i terpeni.
  • Funzione antinfiammatoria, in particolare i polifenoli e i solfiti.

 

Angel Salazar

Kinepharma

Feb 15, 2019

Due ceppi di batteri riducono i sintomi allergici bilanciando la funzione immunitaria

ceppi di batteri

Una reazione allergica avviene quando il sistema immunitario reagisce eccessivamente a una sostanza presente nell’ambiente che è innocua per la maggior parte delle persone.

Quando l’organismo percepisce una minaccia causata da un allergene come la polvere o il polline, adotta un’azione difensiva. Gli effetti si manifestano con sintomi come lacrimazione e secrezioni nasali aumentate. Tali manifestazioni organiche hanno lo scopo principale di rimuovere l’allergene. Questi sintomi allergici sono il risultato di reazioni a effetto domino che coinvolgono le cellule del sistema immunitario dell’organismo.

La stragrande maggioranza delle persone utilizza farmaci per eliminare i sintomi. Il guaio è che antistaminici, steroidi e decongestionanti forniscono solo un sollievo temporaneo.

La soluzione ottimale è quella di evitare che il corpo reagisca eccessivamente a minacce innocue come il polline o la polvere.

Perché ciò avvenga, dobbiamo ristabilire l’equilibrio immunitario, e questo significa riattivare le cellule del sistema immunitario, in particolare le cellule Th2.

Le cellule Th2 sono note anche come cellule T ausiliarie di tipo 2. 

Tali cellule svolgono un ruolo importante nell’esecuzione di una risposta immunitaria protettiva nei confronti delle sostanze estranee, come gli allergeni.

Nel sistema immunitario innato, i globuli bianchi specializzati chiamati cellule che presentano l’antigene identificano prima di tutto la sostanza nociva e scatenano l’attacco iniziale. Successivamente informano il sistema immunitario adattivo della minaccia specifica in modo che possa inviare le truppe (gli anticorpi) appropriate per il compito da svolgere.

Quando la minaccia si manifesta all’esterno delle cellule, si attiva una tipologia di cellula T ausiliaria chiamata Th2 in grado di neutralizzare le sostanze estranee. Se la risposta Th2 diviene iperattiva, provoca la reazione eccessiva responsabile delle allergie.

Le cellule Th2 attivate stimolano due tipologie di cellule immunitarie: Gli eosinofili e le cellule B.

Gli eosinofili sono globuli bianchi che rilasciano una varietà di sostanze chimiche tossiche progettate per distruggere i microrganismi estranei. Nel caso di allergie, questi potenti “proiettili” sono erroneamente sparati ed esercitano le loro forze distruttive sui tessuti ospiti e favoriscono l’infiammazione.

Le cellule B rilasciano anticorpi specializzati chiamati IgE (Immunoglobuline E), che si legano ai mastociti e ai basofili, stimolando la de-granulazione del mastocita il quale contiene molecole di segnalazione come l’istamina, leucotrieni e altri mediatori dell’infiammazione. Tali sostanze chimiche circolano liberamente nell’organismo, causando sintomi allergici.

Pertanto, la predominanza eccessiva di Th2 è in definitiva responsabile dei sintomi allergici.

Tuttavia, la maggior parte delle terapie disponibili agisce solo quando le cellule Th2 sono fuori controllo. Per esempio:

  • Gli antistaminici bloccano l’attività dell’istamina, ma solo dopo che le molecole nocive d’istamina sono state rilasciate dai mastociti.
  • Gli steroidi possono sopprimere l’infiammazione indotta dagli eosinofili attivati, ma solo dopo di essere stati stimolati dall’attività del Th2 e che sono stati rilasciati i mediatori chimici dell’infiammazione.
  • Inoltre i decongestionanti agiscono riducendo le secrezioni nasali e la lacrimazione, ma solamente dopo che l’istamina ha prodotto i propri effetti.

alergias

Ricerca scientifica sulle cellule TH2 del sistema immunitario

Gli scienziati in Giappone e negli Stati Uniti hanno scoperto due composti che aiutano a ristabilire l’equilibrio delle cellule Th2 e ridurre le risposte allergiche del sistema immunitario.

Questi due costituenti sono il lievito fermentato e il Lactobacillus acidophilus L-92. 

Entrambi, riducono i sintomi diminuendo la risposta allergica al polline e ad altri allergeni senza ricorrere a farmaci antinfiammatori, antistaminici o decongestionanti.

Quando i pazienti allergici sono stati trattati con lievito fermentato e Lactobacillus acidophilus L-92 i risultati di tre diverse ricerche hanno evidenziato:

  • meno 43% di giorni affetti da congestione nasale,
  • riduzione del 24% dell’infiammazione ai seni nasali, e
  • percentuale di riduzione del 31% dei sintomi oculari.

Tali ricerche scientifiche hanno dimostrato ancora una volta la fondamentale importanza dei batteri intestinali per il corretto funzionamento del sistema immunitario.

Per molte persone con allergie stagionali, tale reazione eccessiva del sistema immunitario inizia nell’apparato digestivo.

Per testare le allergie è possibile utilizzare diversi tipi di fiale, come ad esempio quelle per diagnosticare l’allergia comune, Histaminum D30 e D60 o la fiala di Istidina. Tuttavia, se il problema si presenta in primavera, è possibile utilizzare anche un kit per il test allergologico o un kit per l’allergia ai pollini.

È inoltre possibile leggere l’articolo “Test allergologici in chinesiologia se siete interessati a conoscere una modalità specifica per effettuare il test.

 

Gen 17, 2019

Relazione tra la salute gengivale e il fenomeno dell’invecchiamento

la salute gengivale e il fenomeno dell'invecchiamentoLa malattia parodontale è associata a disturbi che interessano tutto l’organismo e che comprendono malattie cardiovascolari, polmonari, renali, ossee o psichiche come il morbo di Alzheimer.

Il cavo orale è “un potenziale serbatoio di batteri” in grado di favorire le malattie intestinali.

La malattia parodontale colpisce oltre il 70% delle persone di età superiore ai 65 anni.

Una dentatura e gengive non sane possono causare disturbi pressoché in ogni zona dell’organismo. Il legame più immediato è l’effetto della malattia parodontale sul microbioma del cavo orale, la comunità microbica spontanea che lo popola.

Quando è in buona salute, il microbioma orale rinforza e protegge le delicate mucose e la superficie dei denti.

Ciononostante, un’igiene orale inadeguata, nonché fattori nutrizionali e stile di vita, farmaci e malattie, possono alterare questo delicato equilibrio microbiologico.
Il risultante squilibrio microbico, comunemente definita disbiosi, favorisce la crescita eccessiva di organismi patogeni (che causano malattie) nel cavo orale.

Tale crescita eccessiva, a sua volta, danneggia il regolare funzionamento del sistema immunitario e crea un circolo vizioso che può avere effetti negativi su altri apparati organici, causando problematiche in zone dell’organismo distanti dal cavo orale.

Per prevenire tali effetti di così ampia portata, i ricercatori hanno condotto studi approfonditi sui probiotici, e, infine, hanno identificato due ceppi di batteri che possono arrestare tale processo su due livelli:

  • Streptococco salivariusM18, il quale elimina i batteri nocivi presenti nel cavo orale aiutando a riequilibrare il microbioma orale, e il
  • Lactobacillo plantarum L-137, che incrementa la risposta immunitaria orale e favorisce la guarigione.

Mentre alcuni batteri proteggono i nostri denti e le gengive, altri batteri e microrganismi causano carie e malattie parodontali. Questi ultimi scompongono i componenti alimentari denominati carboidrati fermentabili, producendo dei sottoprodotti come l’acido lattico e altri acidi organici che favoriscono la demineralizzazione dello smalto e della dentina. Tale degenerazione dello smalto determina lo sviluppo della carie.

In determinate condizioni, i batteri dannosi secernono una sostanza appiccicosa e opalescente che contribuisce a formare una bio-pellicola orale, denominata comunemente placca dentale. La placca è un’aggregazione vivente di svariati batteri e funghi che aderiscono alla superficie dello smalto del dente. Tale bio-pellicola costituirebbe la causa delle malattie dentali.

Con il trascorrere del tempo, la placca s’indurisce e assorbe diversi minerali, prendendo successivamente il nome di tartaro.

La gengivite si manifesta quando la placca stimola una risposta immunitaria nei tessuti molli che circondano i denti, causando gonfiore, irritazione e spesso un frequente sanguinamento gengivale.

Se non trattata, la gengivite può evolvere in parodontite, una condizione patologica in cui determinati batteri danneggiano le strutture di sostegno dentali, con conseguente perdita dei denti.

Recenti ricerche hanno dimostrato che la malattia parodontale ha conseguenze di vasta portata che si estendono alla maggior parte dei sistemi organici, in gran parte come risultante di alterazioni infiammatorie e altre interruzioni nel sistema di trasmissione dei segnali in tutto l’organismo. Le malattie gengivali sono oggi associate a disturbi cerebrali, cardiaci, polmonari, renali, epatici, ossei e vascolari, ognuno dei quali può incentivare l’invecchiamento e diminuire l’aspettativa di vita.

la salute gengivale

Un’azione meccanica appropriata, utilizzando spazzolini elettrici o manuali frantuma la bio-pellicola e, unitamente al risciacquo e al filo interdentale, aiuta a eliminare i carboidrati fermentabili. Ciononostante, si può intervenire in maniera più incisiva per combattere ciò che è essenzialmente un nemico batterico.

Una buona notizia è che il riequilibrio del microbioma orale può ridurre la formazione di placca ricca di batteri, con la conseguente significativa riduzione della risposta infiammatoria in tutto l’organismo.

Ciò equivale a dire che il miglioramento della salute dei nostri denti e delle gengive è vitale non solo per le strutture orali, ma anche per la tutela della nostra salute praticamente in ogni sistema del nostro organismo.

Congiuntamente, questi due ceppi probiotici benefici descritti in quest’articolo, riequilibrano il microbioma e aumentano le difese immunitarie del cavo orale. I ricercatori hanno dimostrato che tale azione, a sua volta, inibisce la malattia parodontale e protegge la salute generale dell’organismo.

 

Dic 26, 2018

Perché gli integratori a base di vitamina B12 contengono cianuro?

integratori a base di vitamina B12

All’insaputa della maggioranza dei consumatori, il cianuro si trova in una vasta gamma di vitamine e alimenti sotto forma di cianocobalamina.
Fortunatamente, ha un potenziale di dannosità estremamente basso poiché il cianuro è organicamente legato alla cobalamina (vitamina B12), che contribuisce a eliminarlo dall’organismo. Tuttavia, tale molecola si eliminerà in modo adeguato, a condizione che, l’organismo sia in buona salute e fisiologicamente risponda in maniera ottimale e che la persona non sia esposta in modo significativo al cianuro o a composti xenobiotici correlati.

La cianocobalamina si rinviene nel 99% delle vitamine contenenti B12 presenti sul mercato, poiché è relativamente economica (estratta dai fanghi di depurazione attivi o prodotta mediante sintesi chimica totale) e stabile (non deperibile).
Nonostante la sua ampia diffusione, non è la forma ideale di assunzione di vitamina B12, poiché il cianuro deve essere eliminato dalla cobalamina prima che possa svolgere le sue indispensabili funzioni biologiche nell’organismo. Sebbene siano in corso molte ricerche sul valore potenziale della vitamina B12 associata al cianuro, essa può potenzialmente causare problematiche ed eventuali danni.

Di fatto, quando una persona soffre di avvelenamento da cianuro, come a volte accade dopo l’inalazione di fumi o vapori contenenti tale sostanza e viene dunque sottoposta a terapia, che sostanza gli viene somministrata? L’Idrossicobalamina è sostanzialmente una forma naturale della vitamina b12 la quale legandosi con facilità al cianuro si trasforma in cianocobalamina (rendendolo dunque depurabile e idoneo a essere eliminato). Tale sostanza è poi rapidamente espulsa dall’organismo attraverso i polmoni e i reni.

Vitamina B12

Le persone con un carico corporeo maggiore o una maggiore esposizione al cianuro, come i fumatori, hanno meno probabilità di essere effettivamente in grado di depurare il cianuro in eccesso che assumono tramite la propria dieta o tramite gli integratori, rendendo i livelli solo apparentemente benefici riscontrati in alcune vitamine e alimenti un problema reale.

In realtà, questa non è la prima volta che emerge la possibile tossicità della cianocobalamina. Già nel 1992 è stato pubblicato un rapporto della Royal Society of Medicine degli Stati Uniti, in cui si sostiene la tesi della sospensione di questa sostanza dall’utilizzo negli integratori vitaminici. Un ulteriore ricerca pubblicata nel 1997 sulla rivista Blood, ha dimostrato che la cianocobalamina “antagonizza la vitamina B12 in vitro e causa la morte cellulare per carenza di metionina“.
Il cianuro in forma non vitaminica, ovviamente, è estremamente tossico. È interessante notare che la cianocobalamina è classificata come un pericoloso inquinante ambientale (se disperso in atmosfera) noto per causare gravi problemi di salute.

Un approccio completamente diverso per mantenere livelli adeguati di vitamina B12 è il sostegno al microbiota intestinale, tali batteri benefici infatti, sono responsabili della produzione di questa indispensabile vitamina. Ad esempio, il Lactobacillus reuteri è stato studiato per le sue proprietà generatrici di vitamina B12. Altre risorse alimentari utilizzabili come fonte di B12 bio-disponibile sono i funghi bianchi (champignon)la spirulina e la clorella.

 La forma biochimica ideale della vitamina B12 come integratore è rappresentato dalla metilcobalamina, che, sebbene più costosa, è in grado di essere assorbita molto bene a livello sublinguale diventando prontamente disponibile dalle cellule sotto forma di metile.
Si deve inoltre rilevare che la categoria di farmaci noti come inibitori della pompa protonica (bloccanti del reflusso gastro-esofageo) impediscono l’assorbimento della vitamina B12 così come gli alimenti cucinati nel microonde subiscono l’inattivazione di tale vitamina.

 Infine, occorre tener presente che se durante l’esecuzione del nostro test delle vitamine, osserviamo una carenza di vitamina B12, dobbiamo valutare se il problema deriva dal tipo di dieta (dieta ipo-proteica) del paziente o eseguire un test dell’apparato digestivo per valutare la possibilità di un eventuale problema a carico delle mucose, infezioni latenti, metalli pesanti o qualsiasi altra causa che ne abbia ridotto la capacità di assorbimento.

 

Dic 13, 2018

13 Proprietà terapeutiche basate su prove scientifiche dell’olio di cocco

olio di cocco

 

Nonostante l’olio di cocco abbia sofferto di un certo disconoscimento a causa di alcune interpretazioni non veritiere negli ultimi anni, di rado riceve il riconoscimento che realmente merita. Non solo è un grasso saturo “buono” ma è anche un eccezionale agente terapeutico con molteplici e utili impieghi per la salute.

Tra gli esempi di come questo grasso saturo “buono” agisce in modo salutare sull’organismo, citiamo:

  • Brucia i grassi: Paradossale, vero? Un grasso saturo che può accelerare la riduzione del grasso presente nella zona addominale. Per confermare tale effetto esistono attualmente due studi scientifici comprovati i quali dimostrano che solamente due cucchiai il giorno (30 ml), sia negli uomini sia nelle donne, sono in grado di ridurre la massa grassa addominale in un intervallo di tempo che varia da 1 e 3 mesi.
  • Potenziamento cerebrale: Una ricerca pubblicata nel 2006 sulla rivista Neurobiology of Aging ha dimostrato che la somministrazione di trigliceridi a catena media (che si trovano più frequentemente nell’olio di cocco) in 20 soggetti affetti dal morbo di Alzheimer o da lieve deterioramento cognitivo ha portato a un aumento significativo dei corpi chetonici (ad appena 90 minuti dal momento del trattamento) associabili a un miglioramento cognitivo quantitativamente misurabile in soggetti affetti da disfunzione cognitiva non severa.
  • Elimina la pediculosi: In combinazione con spray di anice, l’olio di cocco è più efficace come trattamento dell’insetticida permetrina.
  • Guarisce le ferite: Il cocco è stato utilizzato da tempo immemore per accelerare la guarigione delle ferite. Tre dei meccanismi individuati alla base di questi effetti curativi, sono la capacità di accelerare la ri-epitelizzazione, migliorare l’attività degli enzimi antiossidanti e stimolare l’ulteriore reticolazione del collagene all’interno del tessuto da riparare.
    L’olio di cocco inoltre ha dimostrato di operare sinergicamente con trattamenti tradizionali, ad esempio la sulfadizina argentica, velocizzando il recupero dalle ferite causate da ustioni.
  • Alternativa ai FANS: I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono farmaci impiegati per trattare sia il dolore sia l’infiammazione.
    Tuttavia, è stato dimostrato che l’olio di cocco possiede proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche, il che lo rende un’alternativa valida ai farmaci convenzionali.
  • Attività anti-ulcerosa: È interessante notare che il latte di cocco (che include componenti dell’olio di cocco) ha dimostrato di essere altrettanto efficace del classico sucralfato (complesso anti-ulceroso).
  • Proprietà terapeutiche basate su prove scientifiche dell'olio di cocco
  • Anti-micotico: nel 2004, 52 ceppi di Candida sono stati isolati ed esposti all’olio di cocco. Nelle risultanze è stato osservato che la specie più nota, la Candida albicans, presenta la suscettibilità maggiore a tale esposizione.
    I ricercatori hanno raccomandato l’olio di cocco per affrontare il trattamento delle infezioni fungine in considerazione della particolare resistenza di alcune specie di Candida che risultano essere meno sensibili ad altri farmaci antimicotici.
  • Aumento del testosterone: è stato dimostrato che l’olio di cocco riduce lo stress ossidativo a livello testicolare, con conseguente aumento significativo dei livelli di testosterone.
  • Riduzione del gonfiore della prostata: è stato dimostrato che l’olio di cocco riduce l’ipertrofia prostatica benigna indotta dal testosterone.
  • Miglioramento del livello di lipidi nel sangue: L’olio di cocco ottimizza costantemente il rapporto LDL/HDL nel sangue di chi lo utilizza. A tale proposito, l’olio di cocco non deve essere considerato come “un grasso saturo che ostruisce le arterie”.
  • Assorbimento di sostanze nutritive liposolubili: Recentemente è stato dimostrato che l’olio di cocco è più efficace dell’olio di cartamo nel migliorare l’assorbimento dei carotenoidi presenti nel pomodoro.
  • Benessere osseo: È stato dimostrato che l’olio di cocco riduce lo stress ossidativo intra-osseo, prevenendo danni strutturali a carico dell’osso osteoporotico.
  • Filtro solare: L’olio di cocco neutralizza i raggi UV fino al 30%

Naturalmente, quando parliamo di olio di cocco, ci riferiamo solo a una componente dell’incredibile palma da cocco. Ad ogni modo, ogni componente, comprese la fibra del guscio di coccola proteina e l’acqua di cocco, hanno applicazioni terapeutiche attualmente confermate solamente da riscontri empirici.

 

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