Epatopatie e obesità


Il consumo di bevande alcoliche così come una cattiva alimentazione costituiscono i principali nemici dello stato di salute del fegato. L’obesità è una delle patologie che ha assunto connotazioni epidemiche nei paesi maggiormente sviluppati. Di fatto, secondo una ricerca effettuata su tale condizione patologica, si prevede che entro il 2030 in Spagna ben 27 milioni di persone saranno affette da obesità o in condizioni di sovrappeso, in Italia si calcola che per tale data almeno il 20 % della popolazione sarà affetta da obesità e le persone in sovrappeso rappresenteranno il 50 % della stessa. Per tale motivo, è necessario addentrarsi maggiormente nella problematica denominata fegato grasso (steatosi epatica) e nel rapporto che intercorre tra questa patologia e l’obesità.

In cosa consiste la steatosi epatica non alcolica?

La steatosi epatica non alcolica, comunemente nota come fegato grasso, è determinata dall’accumulo in eccesso di grassi (in particolare i trigliceridi) nell’addome. Le aree epatiche possono accumulare lipidi in persone che consumano poco o affatto bevande alcoliche. La ragione di tale fenomeno è riconducibile essenzialmente alla cattiva alimentazione. Un’abitudine non salutare che può essere altrettanto pericolosa quanto il consumo eccessivo di bevande alcoliche.

Nella nostra società, le epatopatie lipidiche non alcoliche sono abbastanza comuni. Il 20 % delle persone colpite è costituito da adulti e il 5 % da bambini. Questi dati sono alquanto allarmanti se si considerano le possibili conseguenze per la salute di questa condizione patologica.

Quali sono le cause delle epatopatie lipidiche non alcoliche? Si tratta principalmente di una sindrome metabolica caratterizzata dalla comparsa del diabete (insulino-resistenza), del colesterolo, dell’obesità e dell’ipertensione. I medici specialisti hanno identificato le principali cause della steatosi epatica:

  • Lo stress ossidativo. In altri termini, è il disequilibrio tra le sostanze chimiche che può danneggiare le cellule epatiche.
  • La produzione da parte delle cellule epatiche del paziente di proteine flogistiche tossiche.
  • L’apoptosi o la morte delle cellule epatiche.

Rischi derivanti dalla steatosi epatica non alcolica

Quando una persona si alimenta in modo scorretto per lungo tempo, il grasso si accumula in maniera tale che l’infiammazione si manifesta nel fegato. Se tale complicanza per la salute non viene rilevata in tempo utile, può causare una patologia denominata cirrosi epatica o la morte di gran parte del tessuto epatico.

La steatosi epatica non alcolica è una patologia che può divenire reversibile, poiché il fegato ha la capacità di auto-rigenerarsi. Se il paziente non adotta le indicazioni del proprio medico, corre il rischio di:

  • Sviluppare una patologia ipertensiva.
  • Incorrere in un ictus.
  • Incrementare la probabilità di contrarre patologie tumorali.
  • Sviluppare il diabete di tipo 2.

Una prima azione terapeutica nei confronti della steatosi epatica non alcolica consiste in un cambiamento radicale nella dieta del paziente con l’obiettivo di perdere peso. La scelta è orientata a un’alimentazione equilibrata a base di fibre, proteine, frutta, verdura, ma anche carni e prodotti ittici a basso contenuto di grassi. L’esercizio fisico rappresenterà il complemento obbligatorio di questa nuova routine alimentare.

Per controllare lo stato di salute epatico possiamo servirci del kit relativo alle malattie del fegato e della cistifellea, in particolare possiamo testare, tra le altre, le fiale riferite alla steatosi epatica non alcolica e alla cirrosi epatica o biliare.

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