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Giu 24, 2016

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

 Coenzima Q10

Quando parliamo degli antiossidanti, spesso facciamo riferimento alle vitamine e ai minerali che introduciamo nel nostro organismo attraverso l’alimentazione o gli integratori. Tuttavia, il nostro corpo è in grado di produrre antiossidanti anche da solo, combattendo così  i radicali liberi, che si generano come conseguenza alle nostre reazioni metaboliche. Il Coenzima Q10 ne è un esempio.

Man mano che invecchiamo, le nostre cellule producono sempre meno antiossidanti come il Coenzima Q10. Questa diminuzione sembra favorire l’invecchiamento e il generarsi di malattie croniche tipiche dell’avanzare dell’età.

E’ importante individuare carenze di antiossidanti endogeni, così da compensarle con integratori prima che si verifichino problemi di salute.

Si è poi verificato che l’incremento dei livelli cellulari di questi antiossidanti naturali, attraverso integratori alimentari, può aiutare a controllare o prevenire malattie o disturbi associati all’età, come il diabete, le patologie cardiovascolari e l’alzheimer.

Per farsi un’idea di come funzionano gli antiossidanti  come il Coenzima Q10 nel nostro organismo, dobbiamo osservare il metabolismo delle nostre cellule.

All’interno di ognuna di esse troviamo i mitocondri, piccoli “motori” che producono energia costantemente, a partire dai carboidrati e dai grassi che ingeriamo con la nostra dieta. Questo processo, conosciuto come “metabolismo”, permette la rigenerazione cellulare.

In questo processo avvengono un’infinità di reazioni chimiche, nelle quali intervengono gli enzimi, fondamentali affinché il metabolismo non si arresti. Importanti allo stesso modo sono i coenzimi, che aiutano gli enzimi stessi a portare a termine le loro funzioni.

Gran parte delle vitamine del gruppo B, numerosi minerali e alcune sostanze chiamate chinoni (componenti biologici di grande importanza) sono coenzimi.

Uno di questi chinoni è l’ubichinone, il nome scientifico del Coenzima Q10.

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

Per capire quale possa essere il volume dei Coenzimi Q10 presenti nelle diverse parti del nostro organismo, è necessario sapere che quanto più è forte il bisogno di energia per gli organi, più alta sarà la loro concentrazione.

Per questo motivo, nelle pareti del cuore la concentrazione di Coenzima Q10 è doppia rispetto a quella dei muscoli nelle altre parti del corpo. Lo stesso accade nel fegato e nei reni, in quanto entrambi richiedono maggiore energia e molti Coenzimi Q10 per neutralizzare le tossine ed espellerle.

All’età di 20 anni, il nostro organismo produce tutta la quantità di Coenzimi 10 che necessita per mantenere il metabolismo in pieno funzionamento. Tuttavia, questa diminuisce a poco a poco, fino a ridursi del 65% intorno agli 80 anni.

Sulla base di questo, gli studi hanno dimostrato che le persone affette da disturbi cardiaci o malattie di fegato o reni presentano bassi livelli di Coenzima Q10.

Affinché il nostro corpo produca questa sostanza antiossidante, le nostre cellule devono avere a disposizione vitamine del gruppo B, diversi minerali e vitamina C.

Se non ingeriamo le quantità giuste di questi nutrienti, corriamo il rischio di non possedere gli antiossidanti endogeni sufficienti a invecchiare in modo sano e senza disturbi tipici dell’età.

Per evitare ciò, possiamo sottoporci a test preventivi di carenze: vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi e coenzimi. In più, se si soffre di un disturbo cardiaco, epatico o renale conviene verificare la possibilità di una carenza nella produzione del Coenzima Q10.

Apr 21, 2016

Perchè il cromo è necessario per regolare il nostro livello di zucchero e per dimagrire

cromo, oligominerale

Il cromo è ben noto per l’importante funzione che riveste nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi.

Questo oligominerale migliora l’efficienza dell’insulina, un ormone che dirige la circolazione degli zuccheri e dei grassi verso la parte interna delle cellule del nostro corpo, affinché possano essere utilizzati o immagazzinati sotto forma di energia.

Se i nostri livelli di cromo sono bassi, l’insulina non funziona nel modo corretto, creandosi così le condizioni necessarie per la formazione di patologie come il diabete mellito, l’obesità o malattie cardiache.

L’introduzione di cromo nella nostra dieta, allo scopo di controllare il diabete, può anche favorire la perdita di peso e ridurre i livelli di colesterolo. Si pensa, poi, che possa preservare o aumentare la massa corporea non grassa, o meglio mantenerla man mano che si dimagrisce.

Alcuni studi affermano che il consumo di cromo potrebbe agevolare l’aumento della muscolatura o comunque mantenerla nel momento in cui s’inizia a perdere peso. Se si prende in considerazione il ruolo del cromo nel metabolismo degli zuccheri e dei grassi, questa teoria può rivelarsi possibile.

Qualora si voglia perdere peso o massa grassa, è fondamentale seguire una dieta e svolgere esercizio fisico. Anche in questo caso, gli studi sottolineano l’importanza del cromo nella riduzione dell’indice di massa grassa rispetto al muscolo.

Senza dubbio, però, il cromo è in realtà noto per la sua capacità di migliorare l’efficienza dell’insulina.

L’insulina è l’ormone del nostro corpo che aiuta a trasportare gli zuccheri e i grassi alle nostre cellule. Successivamente, le cellule utilizzano o consumano questi zuccheri e questi grassi durante lo svolgimento delle loro funzioni organiche oppure lo immagazzinano sotto forma di energia.

Diciamo che l’insulina rappresenta la chiave che apre la porta della cellula, così che entri il glucosio, che si trova all’esterno (nel torrente sanguigno). Pertanto, quando non si produce sufficiente insulina (diabete di tipo 1) o quando la cellula non la riconosce (diabete di tipo 2), il glucosio (zuccheri e grassi) non può essere introdotto nelle cellule. Questo provoca un innalzamento evidente dei livelli di glucosio nel sangue e, in più, la mancanza di alimento o combustibile necessario affinché la cellula funzioni.

cromo,  frutta secca

Molti studi clinici hanno dimostrato che l’assunzione di cromo migliora l’attività dell’insulina nelle persone affette da diabete. Tutto ciò è molto positivo, dal momento che la bassa produzione d’insulina e la mancanza di sensibilità a questo ormone rappresentano problemi seri in questo scompiglio così comune al giorno d’oggi.

Il cromo è necessario, quindi, per il metabolismo del glucosio. Esso si può trovare in alcuni alimenti, come le prugne, la frutta secca, gli asparagi, le carni magre, i funghi e i grani interi. Tuttavia, la dose giornaliera raccomandata non deve essere raggiunta.

Inoltre, se consumiamo una grande quantità di alimenti zuccherini e carboidrati raffinati, come dolci, pasta o pane bianco, l’insulina perde la sua effettività.

In definitiva, l’assenza di cromo nel nostro organismo sembra aumentare il rischio di resistenza all’insulina, comportando a lungo andare lo sviluppo dei diabeti, malattie coronariche, così come la tendenza all’obesità addominale.

Pertanto, sia che lo si faccia per migliorare la dieta o come complemento allo scompiglio provocato dal diabete, è importante verificare i nostri livelli di cromo attraverso la chinesiologia, così come realizzare un test completo del sistema endocrino, con lo scopo di diagnosticare possibili carenze a livello delle ghiandole surrenali e del pancreas.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Apr 14, 2016

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Gli isoflavoni e i loro potenti benefici per l’uomo e per la donna

Tanto la soia quanto alcuni dei suoi derivati, come il tofu o il tempeh (semi di soia ai quali si aggiunge un particolare tipo di fungo affinchè avvenga la fermentazione), sembrano influire positivamente sul cancro uterino e mammario.

Gli isoflavoni bloccano gli enzimi che favoriscono la crescita del tumore e in più possono svolgere la funzione degli ormoni.

La soia contiene isoflavoni, come la genisteina e la daidzeina, conosciuti per i loro effetti benefici nella prevenzione di questo tipo di cancro. Oggi, lo studio degli isoflavoni riscontra un interesse sempre crescente, trasformandosi in materia di indagini approfondite.

Ciò che più caratterizza gli isoflavoni è la capacità di agire come estrogeni e antiestrogeni allo stesso tempo. Questa doppia attività conferisce loro qualità che permettono di regolare l’equilibrio ormonale delle donne, prevenendo l’osteoporosi e operando da potenti antiossidanti, che svolgono una funzione di protezione in vista dello sviluppo del cancro mammario. Gli isoflavoni producono questo effetto in quanto competono con il proprio estrogeno per l’occupazione dei recettori delle cellule, al punto da ridurre alcune malattie dovute a un eccesso di estrogeni.

Gli isoflavoni, come già detto, possono svolgere anche un’attività estrogenica per natura, così che, se durante la menopausa il livello di estrogeni si abbassa, gli isoflavoni possono compensare questa diminuzione, unendosi ai ricettori della cellula che occuperebbero solitamente gli estrogeni. Questo allevia, poi, i sintomi della menopausa, come vampate di calore, senso di affaticamento, sudorazione notturna, cambi di stati d’animo, e aumenta la densità ossea nelle donne.

estrogeni Inoltre, possiede importanti proprietà antiossidanti, paragonabili alla vitamina E, contribuendo a prevenire il danno che genera il radicale libero nel DNA e quindi riducendo il rischio di cancro a lungo termine.

Il modo migliore di assumere isoflavoni è quello di consumare i semi di soia, nelle loro numerosi varianti, e il trifoglio rosso. In più, li troviamo in quantità minore nel tè verde, nei piselli, nelle lenticchie, nei ceci e nelle arachidi.

Per conoscere le condizioni del nostro stato ormonale, è consigliabile realizzare un test dell´apparato endocrino, così da avere la certezza su quali siano le nostre carenze a livello ormonale e dare al nostro organismo gli isoflavoni e ciò che è necessario per regolarizzare questi squilibri propri della menopausa.

Gli isoflavoni riducono anche il rischio di malattie cardiovascolari, inibendo la crescita delle cellule creatrici della placca che ostruisce le arterie.

Di uguale importanza è poi la sua funzione preventiva nei riguardi di problemi alla prostata. Mangiando alimenti ricchi di isoflavoni, ci si protegge dalla ipertrofia della ghiandola prostatica.

Inoltre, gli studi dimostrano che ritardano la crescita del cancro alla prostata ed eliminano le cellule tumorali formate precedentemente.

Per una diagnosi più concreta relativa agli ormoni sessuali, si può utilizzare il kit del test degli ormoni sessuali, che permette di individuare i problemi ormonali più comuni.

Numerosi studi sulla popolazione indicano una stretta correlazione tra il consumo di isoflavoni e la riduzione del rischio di cancro. Non si è ancora analizzata, invece, la relazione tra il basso livello di osteoporosi in paesi come il Giappone e la Cina e il consumo abituale di soia.

Analía Iglesias (analia.ig@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 17, 2016

Numerose ricerche dimostrano l’importanza della vitamina C

l’importanza della vitamina C

Le vitamine antiossidanti, in particolare la Vitamina C e la E, sono state oggetto di ampie ricerche negli ultimi anni.

L’apporto di dosi addizionali elevate di tali vitamine è un modo efficace e sicuro per ridurre l’impatto dell’invecchiamento nel corpo.

Dal 1951, sono stati pubblicati circa 10.000 studi sulla vitamina C, in cui è stato possibile evidenziare scientificamente l’uso di tale vitamina per garantirsi una maggior longevità e per prevenire e guarire malattie come l’Alzheimer, il tumore o le patologie cardiovascolari.

Nel 1960, Linus Pauling, vincitore di ben due premi Nobel, ha cominciato a raccomandare dosi elevate di vitamina C o acido ascorbico per ridurre i sintomi del raffreddore e dell’influenza.

Alcuni anni più tardi, Pauling ha condotto uno studio su pazienti affetti da tumore allo stadio terminale, dimostrando che somministrando quotidianamente a tali pazienti 10 grammi di vitamina C per via endovenosa, era possibile prolungarne la sopravvivenza da mesi ad anni. Ha inoltre osservato che tali dosi contribuivano a ridurre il dolore intenso che avvertivano i pazienti. In seguito, sono state realizzate altre ricerche che hanno suffragato tali risultati.

L’essere umano non è in grado di produrre autonomamente la vitamina C: tra tutti i mammiferi che camminano, nuotano o volano, l’uomo appartiene al gruppo ristretto che non sintetizza la vitamina C nel fegato a partire dal glucosio. Per questo motivo è così importante assumerla regolarmente.

Partendo dal presupposto che gli animali che producono vitamina C lo fanno proporzionalmente al loro peso corporeo, l’equivalente negli umani in base a questi dati, sarebbe compreso tra 10 e 12 grammi di vitamina C al giorno, mentre la dose minima quotidiana raccomandata per un adulto è pari a 60 a 100 milligrammi.

Come si può notare, la dose raccomandata di vitamina C, è notevolmente inferiore rispetto a quella sintetizzata dal resto degli esseri viventi.

vitamina C

A parte la nota azione antiossidante svolta dalla vitamina C, esistono molte reazioni biochimiche che richiedono la sua partecipazione, per esempio:

-Per sintetizzare il collagene, il tessuto strutturale delle nostre ossa, della pelle, dei vasi sanguigni e dei muscoli.

-Per assorbire correttamente il ferro e soprattutto per permetterci di metabolizzare il calcio.

-La sua efficacia è stata dimostrata nel contrastare le infezioni virali e batteriche.

Inoltre, in base a studi recenti, si è potuto dimostrare che:

– Una dose di 500 milligrammi/giorno può ridurre la pressione arteriosa del 10%.

– Dosi supplementari di 1000 milligrammi al giorno possono contribuire a riparare il danno nei vasi sanguigni causati dal colesterolo. Di conseguenza, si migliora l’elasticità degli stessi.

-Vari studi hanno dimostrato che protegge anche dall’ictus e dai danni che ne conseguono.

-Dosi elevate comprese tra 1000 e 10.000 milligrammi al giorno, aiutano l’organismo a prevenire l’influenza.

-Le creme ricche di vitamina C, riducono le rughe sottili e l’asprezza tipica della pelle invecchiata e migliorano la tonicità e l’incarnato.

-Favoriscono la prevenzione dell’osteoporosi (in base ai dati di uno studio realizzato su donne di mezza età e anziane, che grazie all’assunzione di quantità superiori presentavano una densità ossea ben maggiore rispetto alle altre donne).

Per osservare più nel dettaglio la necessità di antiossidanti nel nostro organismo, tra cui la vitamina C, possiamo realizzare un test kinesiologico, utilizzando la fiala dei radicali liberi del kit per Test basico ampliato, le fiale di SOD e GPSx di un test del sistema endocrino, così come le fiale di vitamine e minerali.

Mar 3, 2016

L’importanza dello zinco e come testarne la carenza grazie alla kinesiologia

L'importanza dello zinco

Questo importante oligoelemento fu scoperto nel 1869 come fattore essenziale per la crescita delle piante; nel 1886 fu isolato per la prima volta nelle alghe marine, come il fucus, e più tardi fu individuato nei cereali, nei legumi e in quasi 100 piante commestibili a foglia verde.

Tuttavia, fino al 1950 non si accertò la presenza di zinco nei capelli e nel sangue, fatto che permise di rilevare gravi carenze in molte persone.

Cause delle carenze

Il maggior problema della carenza di zinco rispetto agli altri oligoelementi è la difficoltà della diagnosi, poiché in genere i sintomi sono comuni ad altre malattie.

La causa più comune della carenza è la mancanza di assorbimento del minerale, molto frequente in bambini e anziani.

I bambini alimentati con latte artificiale in genere soffrono di carenza di zinco, ma ciò può essere evitato mediante l’assunzione di integratori di minerali o l’utilizzo di latte arricchito.

Anche l’alcol provoca delle carenze dovute a un’eliminazione maggiore rispetto a quanto ingerito. Lo stesso accade con l’assunzione continuativa di alcuni farmaci, tra cui gli anticoncezionali.

Perché è importante lo zinco?

Lo zinco è necessario per lo sviluppo ottimale di importanti funzioni organiche. Tra queste vi è il corretto funzionamento dell’apparato genitale, specialmente quello maschile, infatti lo zinco interviene sulla formazione del liquido seminale e sul buon funzionamento della prostata.

Inoltre, protegge gli acidi nucleici DNA e RNA, così come la membrana delle cellule.

Stimola il sistema immunitario attraverso i linfociti T-4.

Regola il pancreas, l’ipofisi e gli organi genitali.

È importantissimo per la crescita dei bambini.

Mantiene le ghiandole surrenali in buono stato e ne conserva la capacità di adattamento.

Mantiene in buono stato gli organi del gusto, dell’olfatto e della vista.

Previene l’invecchiamento prematuro.

Se realizzando il test sugli organi si rileva un’anomalia di una ghiandola, del pancreas o dell’ipofisi, è opportuno eseguire il test kinesiologico delle carenze per verificare se il problema è attribuibile alla mancanza di zinco.

Test diagnostic basic élargi


Alcuni sintomi che ci permettono di rilevarne la carenza sono:

Macchie bianche sulle unghie.

Cattiva guarigione delle ferite.

Infezioni ricorrenti.

Senso del gusto poco sviluppato.

Perdita improvvisa dell’olfatto.

Anoressia.

Ritardo nella crescita del bambino.

Scarsa produzione di sperma.

Infertilità maschile.

Caduta dei capelli.

Anemia.

Inoltre, è opportuno eseguire il test delle carenze di minerali e oligoelementi per verificare i livelli di zinco nelle persone alcoliste, colpite da dismenorrea, malattie epatiche e renali, stress, diabete, caduta dei capelli, acne e, soprattutto, in caso di disturbi relativi a fertilità, impotenza o frigidità, essendo conosciuto come l’oligoelemento della riproduzione.

Test kinesiologico delle carenze di minerali e oligoelementi

Per rilevare la carenza di minerali è a disposizione il test generale dei minerali e oligoelementi nel kit per il Test di base ampliato.

Nel caso in cui si rilevi un problema nel campo chimico del nostro paziente, sarà possibile collocare questo test nel chakra dell’ombelico. In caso di modifica dell’AR, ci troveremo di fronte a una carenza di minerali o di oligoelementi.

Per verificare la presenza di una carenza di zinco, determineremo le informazioni e utilizzeremo il filtro dello zinco del kit dei minerali; se l’AR cambierà nuovamente, ciò indicherà la carenza di zinco dell’individuo.


Analía Iglesias ( analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Feb 11, 2016

I benefici del selenio nella prevenzione del cancro

selenio

Il selenio è un minerale essenziale e un efficace antiossidante che dobbiamo sempre tenere in considerazione e introdurre abitualmente nella nostra dieta.

Tra le qualità di questo noto minerale è possibile sottolineare il miglioramento del metabolismo della vitamina E, che contribuisce al suo massimo utilizzo da parte del nostro organismo.

Inoltre, è davvero efficace nella prevenzione di patologie cardiache e nella prevenzione d’infezioni virali.

Tuttavia, una delle proprietà più note e studiate in maniera approfondita è la protezione dal cancro alla prostata.

Il selenio è stato classificato tra gli agenti chemio preventivi, grazie alla sua capacità di arrestare il cancro prima che questo acquisisca maggiore forza.

Negli anni novanta fu realizzato uno studio su 974 persone con precedenti di cancro alla prostata. Gli individui furono divisi in due gruppi di studio; vennero somministrati 200 microgrammi di selenio a uno e un placebo all’altro.

Dopo 6 anni di trattamento fu constatato che nel gruppo al quale era stato somministrato il selenio si erano sviluppati solo 13 casi di cancro alla prostata, mentre nel gruppo placebo erano stati registrati 35 casi.

Inoltre, nell’ambito degli studi sull’incidenza di questo minerale sul cancro ai polmoni e del colon-retto, si registrò una percentuale minore nelle persone trattate con selenio.

Quindi, è evidente che introdurre nella nostra dieta questo importante minerale può contribuire alla prevenzione della comparsa di questa malattia. Quello che non è chiaro è se questi benefici siano dovuti al fatto che il cancro può ridurre o esaurire le riserve di selenio nell’organismo stimolandone lo sviluppo o se il selenio agisca da solo come rimedio contro il cancro.

cancro alla prostata

Gli studi diretti a indagare sugli effetti del consumo degli integratori alimentari a lungo termine, suggeriscono che i livelli ridotti di selenio aumentano il rischio di sviluppare la malattia.

D’altra parte, negli studi in vitro, è stato possibile verificare che la seleniometionina, una forma comune di selenio, causa la morte cellulare delle cellule del cancro alla prostata, mentre le cellule prostatiche restano in perfetto stato di fronte all’azione del selenio.

Esistono anche delle prove del fatto che questo minerale protegga il nostro DNA, le proteine e i grassi dell’organismo dal danno ossidativo, grazie alla sua azione antiossidante. Tenendo conto che è l’ossidazione delle cellule il fattore che espone l’organismo allo sviluppo del cancro, molti scienziati condividono l’idea che sia il selenio che altri antiossidanti, come la vitamina E, siano realmente benefici per proteggerci dalla comparsa di cellule cancerogene.

Alcuni alimenti ricchi di selenio sono l’aglio, la cipolla, il riso integrale, la farina d’avena, la crusca, così come le uova, i frutti di mare, il pollo e il fegato.

In ogni caso, a volte la mancanza di minerali nel terreno agricolo o la perdita di selenio durante la lavorazione degli alimenti, può comportare un deficit di selenio nella dieta. Quindi, è consigliabile verificare le carenze di selenio, vitamina E o qualsiasi altro antiossidante e, in caso affermativo, assumere qualche integratore alimentare.

Per rilevare le possibili carenze di minerali o vitamine, possiamo realizzare il test kinesiologico utilizzando il kit di test per minerali e vitamine.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

 

Feb 4, 2016

L’importanza delle vitamine nella prevenzione e nel miglioramento delle patologie

vitamine

Le vitamine, a differenza dei farmaci chimici, lavorano insieme all’organismo per il corretto sviluppo di tutte le funzioni vitali.

In uno stato ottimale di salute il nostro corpo ha bisogno di dosi molto ridotte di vitamine per soddisfare le sue necessità di base. Tuttavia, una persona può essere soggetta a una carenza vitaminica per diverse cause.

Il nostro corpo non può produrre quasi nessuna di esse, motivo per cui dobbiamo ottenerle in misura maggiore attraverso la nostra dieta.

Il caso di deficit vitaminico più comune deriva da un’alimentazione inadeguata o povera di nutrienti; ad ogni modo, si possono anche rilevare delle carenze dovute a complicanze dell’apparato digerente originate da problemi di assorbimento di tali nutrienti.
Possiamo distinguere chiaramente due gruppi di vitamine in base alle loro caratteristiche:

Vitamine idrosolubili, ossia solubili in acqua.
Queste vengono eliminate mediante l’urina e dobbiamo assumerle quotidianamente per raggiungere la percentuale necessaria per il buon funzionamento organico.
Sono vitamine idrosolubili la vitamina C e le vitamine del gruppo B.

Vitamine liposolubili, ossia solubili nei grassi.
Queste restano depositate nel nostro organismo per un tempo maggiore, quindi è più difficile che il corpo presenti una loro carenza.
Sono vitamine liposolubili la vitamina A, D, E e K.

carenza vitaminica

Tuttavia, le vitamine non contribuiscono solamente al funzionamento della maggior parte delle azioni biochimiche dell’organismo, mantenendo la nostra salute in ottimo stato, ma con il tempo stanno anche rivelando le loro grandi proprietà di regressione e cura di numerose malattie.

Ad esempio, è stata dimostrata dalle ricerche scientifiche l’efficacia della vitamina E in pazienti con problemi cardiaci, con una riduzione della percentuale di attacchi cardiaci del 70% rispetto al gruppo placebo.

 Le vitamine possono essere la soluzione a diversi problemi, consentendo la regressione o rallentando lo sviluppo di molte malattie; non c’è bisogno di dire che l’inclusione nella nostra dieta quotidiana di alimenti che forniscono una buona fonte di vitamine e minerali inciderà positivamente sul nostro futuro.

Abituandoci a una dieta ricca di frutta e verdura, negli anni potremo verificare una minore tendenza ad ammalarci rispetto agli altri. Ad esempio, ciò riguarda patologie comuni come quelle legate a un livello di colesterolo elevato, alla pressione sanguigna alta o ai dolori alle ossa e alle articolazioni in generale.

Il processo di invecchiamento si verifica in misura maggiore o minore a seconda dello stato delle nostre cellule. Tenendo conto del fatto che queste si mantengono energiche e vivaci grazie in parte agli effetti positivi delle vitamine, possiamo far sì che i nostri organi e apparati siano regolati da cellule sane e non danneggiate, consentendo così un cuore che pompa con più forza, un pancreas poco danneggiato e una pelle più curata e flessibile.

La kinesiologia è un buon sistema per determinare se il nostro corpo soffre di carenze vitaminiche. Per questo, è possibile eseguire un test delle vitamine con il kit di test per ciascuna di esse e suggerire il trattamento con integratori vitaminici, se necessario.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Gen 14, 2016

Cose interessanti da sapere sugli aminoacidi

aminoacidi

Le proteine sono le molecole indispensabili per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi e dei neurotrasmettitori del nostro organismo.

Determinano la struttura del nostro corpo e delle cellule e partecipano come strumento di controllo e regolazione di tutte le regolazioni chimiche di base della vita.

Le proteine sono formate dall’unione di diverse piccole molecole, chiamate aminoacidi, che si uniscono come se fossero gli anelli di una catena. Le catene possono essere costituite da un numero molto variabile di anelli ed esistono proteine formate da migliaia di aminoacidi uniti tra loro.

Alcune proteine sono formate da catene composte da meno di 100 aminoacidi e altre da più di mille. Tuttavia, esistono solo 24 tipi diversi di aminoacidi in funzione della loro composizione chimica.

Questa particolare composizione chimica assegna a ciascun tipo di aminoacido delle proprietà ben distinte, ad esempio: aminoacidi con carica positiva, aminoacidi con carica negativa, aminoacidi con avversione all’acqua (idrofobi), affini all’acqua (idrofili), di dimensione più grande o più piccola, ecc.

In base alla somma dei diversi aminoacidi che formano la catena proteica, la proteina acquisirà una forma oppure un’altra, ad esempio, gli aminoacidi che fuggono dall’acqua si nasconderanno o si piegheranno verso l’interno della catena per non entrare in contatto con il liquido, mentre gli aminoacidi affini all’acqua resteranno più in superficie.

Alcuni scienziati paragonano le proteine agli utensili, potendo disporre di proteine che acquisiscono la forma di martelli, dadi o chiavi inglesi. Tutti gli utensili saranno utili per un aspetto diverso dell’organismo.

Alimenti

La routine quotidiana genera un logorio continuo delle proteine dei tessuti ed è indispensabile ripararle; quando l’organismo non riceve quotidianamente le proteine di cui necessita per la formazione dei tessuti, cerca nei propri tessuti le proteine mancanti dando origine a una disintegrazione delle proteine organiche.

Dei 24 aminoacidi che contengono le proteine alimentari, ne esistono 10 che il nostro organismo non può sintetizzare, ossia quelli chiamati aminoacidi essenziali. Dovremo integrarli nella nostra dieta per poterli ingerire abitualmente.

Tra i 10, è importante sottolineare la lisina e il triptofano, che devono essere controllati maggiormente poiché alcuni alimenti non li contengono in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni nutritivi del corpo umano. In caso di una loro carenza, non potremo formare le nostre proteine nella quantità necessaria per far fronte a questo deficit.

È stato riconosciuto che gli aminoacidi essenziali devono essere somministrati quasi simultaneamente affinché l’effetto fisiologico si verifichi. Alcuni scienziati affermano che 1 ora di ritardo è sufficiente perché l’utilizzo degli altri sia impossibile, mentre altri ricercatori sostengono che il margine oscilla tra le 4 e le 6 ore.

La mancanza di un solo aminoacido essenziale produce perdita di appetito, irritabilità nervosa e sensazione di fatica. Tuttavia, non appena si compensa questa carenza spariscono i sintomi.

Alimenti ricchi di LISINA: uova, latticini, soia, carne, pesce, legumi e la maggior parte degli ortaggi e delle verdure.
Quasi non ne contengono i cereali e i semi oleosi.

Alimenti ricchi di Triptofano: uova, spinaci e latte materno.
Non ne contengono molto la carne, il pesce, i cereali, i legumi (meno la soia), i semi oleosi e la maggior parte delle verdure.

Test kinesiologico

Per rilevare la carenza di aminoacidi dovremo eseguire il test degli aminoacidi con le prove per ogni tipo di aminoacido. Inoltre, è possibile rilevare la mancanza di aminoacidi toccando il punto 25VG del paziente: il cambiamento dell’AR indica la carenza di qualche aminoacido.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 10, 2015

In che modo i radicali liberi incidono sul nostro organismo interno

radicali liberi

I radicali liberi sono molecole instabili e altamente reattive. Il motivo di questa instabilità risiede nel fatto che i radicali liberi sono atomi o gruppi di atomi ai quali manca un elettrone, ossia presentano un elettrone libero spaiato con capacità completa di appaiarsi. Per raggiungere il loro obiettivo, circolano nel nostro corpo con l’intenzione di rubare un elettrone alle molecole stabili.

Quest’azione produce una reazione a catena. L’elettrone riesce a stabilizzare il suo stato elettrochimico ma lascia dietro di sé una nuova molecola instabile alla quale manca l’elettrone, che inizierà a sua volta la ricerca di un’altra molecola da privare del suo elettrone. Come si può osservare, un solo radicale libero avvia una catena reattiva interminabile.
Sapendo ciò, è facile immaginare l’importante ripercussione a livello di distruzione cellulare di cui soffre il nostro organismo a causa di un eccesso di radicali liberi. Nonostante la breve vita dei radicali liberi (microsecondi), essi riescono a colpire rapidamente l’ambiente cellulare.

Tuttavia, non significa che per natura i radicali liberi siano negativi per il nostro organismo. Quest’ultimo li produce in quantità moderate per la lotta contro virus e batteri.

Quindi, i radicali liberi sono creati dal nostro organismo come meccanismo di difesa. Tuttavia, dopo aver compiuto la funzione per la quale sono stati creati, questi vengono neutralizzati dagli enzimi SOD “Superossido dismutasi, glutatione perossidasi e catalasi”.

Tali enzimi hanno la capacità di disarmare i radicali liberi senza destabilizzare il loro stato corporeo.

Dunque, il nostro organismo è preparato a controllare i propri radicali liberi. Tuttavia, non dispone di risorse sufficienti per far fronte a un loro eccesso.

Quando l’organismo deve sopportare per lunghi periodi di tempo un eccesso di radicali liberi prodotti da fattori esterni come la contaminazione dell’atmosfera, i metalli pesanti, le radiazioni, il fumo di tabacco, gli oli vegetali idrogenati come la margarina, gli acidi grassi “trans” come i grassi manipolati della carne o dei latticini, ecc. si produce una serie di danni organici.

antiossidanti

Che danni causano al nostro organismo?

  • Rubano gli elettroni dei lipidi e delle proteine dalla membrana dell’altra cellula, che danneggiandosi non potrà compiere le sue funzioni come lo scambio di nutrienti e la pulizia dei materiali di scarto, impossibilitando il processo di rigenerazione e riproduzione cellulare.
  • Quando entrano nella cellula, attaccano il DNA (materiale genetico) che fornisce la matrice della replicazione cellulare, impedendo la riproduzione della cellula.
  • Quando rubano l’elettrone alle cellule del tessuto collagene della pelle contribuiscono al processo d’invecchiamento della stessa. Ossia, il danneggiamento delle cellule provoca perdita di elasticità, pelle secca e rugosa.
  • Si producono anche danni maggiori, ad esempio quando le cellule perdono la capacità di “riconoscere” quelle vicine e crescono in modo anomalo. Questa proliferazione senza controllo si genera nei tumori benigni o maligni.
  • Nelle malattie croniche come la malattia cardiovascolare, l’alzheimer, problematiche cerebrovascolari, l’epatite, l’ipertensione, l’artrite reumatoide, il lupus, il diabete mellito, la malattia parodontale, la colite ulcerosa, l’aterosclerosi, l’insufficienza renale cronica e molte altre, è stata determinata una relazione diretta con l’eccesso di radicali liberi nell’organismo.

Quindi, per evitare che i radicali liberi rubino gli elettroni alle nostre cellule e si trasformino in un vero pericolo per la nostra salute, è importantissimo seguire una dieta ricca di alimenti antiossidanti.

Quali sono questi antiossidanti e in quali alimenti si possono trovare?

–          Nei caroteni o nella provitamina A: carota, mango, pomodoro, melone, albicocca, pesca, zucca e spinacio.

–          Nella vitamina E: oli vegetali con prima spremitura a freddo come l’olio d’oliva, di girasole, di germe di grano. Nel germe dei cereali integrali, nella frutta e nella verdura, quali avocado, patata dolce, asparagi e anche spinaci.

–          Nella vitamina C o acido ascorbico: peperone verde, kiwi, limone, fragola, cavolfiore, cavoletto di Bruxelles, arancia, pomodoro, rapa e melone.

–          Nel selenio: cereali integrali come frumento, orzo, fiocchi d’avena e riso. L’aglio, il tuorlo, gli champignon e i prodotti del mare contengono selenio; l’aragosta, i gamberi e il merluzzo.

–          Nei flavonoidi: tè verde, uva nera, vino rosso (moderatamente), erba medica, prezzemolo, broccoli, cipolla, lattuga, zucchina, agrumi e alcuni frutti, quali mela, pera e ciliegia.

Ricordiamo che la nostra salute dipende direttamente dalla salute delle nostre cellule. Se non facciamo in modo che queste siano sane, difficilmente potremo esserlo noi.

Per determinare concretamente di quali antiossidanti necessita il nostro organismo possiamo realizzare il test kinesiologico utilizzando la fiala di radicali liberi in un test basico, così come le fiale di SOD, GPSx nel test del sistema endocrino e le fiale di  minerali vitamine.

Oltre a scoprire quali sono gli antiossidanti necessari, è anche importante conoscere i meccanismi di disintossicazione dell’organismo per depurarlo dalle sostanze tossiche create dall’eccesso di radicali liberi.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Nov 26, 2015

Come liberarsi rapidamente da un raffreddore

Raffreddore

I cambi di stagione e gli sbalzi di temperatura sono generalmente accompagnati da raffreddori improvvisi e dai fastidiosi sintomi che ne conseguono. Per questo, per non farvi cogliere impreparati, ecco alcuni consigli per liberarvene rapidamente oppure, se è già in corso, per guarirne molto più velocemente.

La prima regola, che è anche la più importante, consiste nel mantenere il nostro sistema immunitario in ottimo stato in modo che in presenza di un invasore, per esempio un virus o un batterio, questo possa essere attaccato e neutralizzato.

Durante un’infezione, l’agente virale che ci invade e lo stesso sistema immunitario producono radicali liberi per distruggersi reciprocamente. Questo comporta la generazione di molte tossine che, se non eliminate, si accumuleranno debilitando questa zona e creando un focus tossico.

Il modo ideale per eliminare tutte queste tossine è attraverso i nutrienti antiossidanti. Oltre a questo gruppo di nutrienti, dovremo aggiungere, non appena scopriamo il tipo di agente invasore, a seconda che si tratti di un virus o un batterio, l’assunzione di un farmaco antivirale o un farmaco antibatterico.

La vitamina C è un nutriente particolarmente efficace contro i virus e anche l’aglio è rinomato per le sue spiccate proprietà antibatteriche, antibiotiche e antivirali.

Il trattamento deve essere cominciato quanto prima, all’insorgenza dei primi sintomi, in modo da ristabilire il nostro stato di salute prima che si produca un’infezione.

Di conseguenza, se una mattina svegliandoci ci sentiamo più stanchi del solito, e avvertiamo mal di testa, prurito alla gola, naso particolarmente chiuso e una certa pesantezza mentale, è molto probabile che un invasore stia attaccando il nostro organismo.

In questi casi, se l’attacco è violento, generalmente compare uno stato febbrile poiché il nostro sistema immunitario si sviluppa meglio in un ambiente caldo. Se accade, dovremo collaborare con il nostro sistema di difesa e restare in luoghi caldi lasciando che il corpo si riposi.

Durante l’infezione, è preferibile assumere pasti leggeri con alimenti naturali, crudi o poco cotti, che apportano molta energia e non sovraccaricano l’organismo di sostanze tossiche. Occorre tenere presente che, in questo processo virale, il corpo sta lavorando assiduamente per eliminare i prodotti di rifiuto. Per aiutarlo, è importante bere molta acqua o infusi depurativi o diuretici.

Aglio

La congestione nasale ci costringe a respirare dalla bocca, determinando la secchezza delle membrane mucose delle vie respiratorie. Questo è un fatto negativo, poiché i virus si sviluppano meglio in ambienti secchi. Pertanto, se manteniamo umide le vie respiratorie, assumendo liquidi, i virus non prospereranno. E, se oltre ad assumere liquidi, questi sono caldi, aiutiamo anche il nostro sistema immunitario a neutralizzare il virus.

È consigliabile evitare il sale, poiché trattiene i liquidi e, con questi, le mucosità e le sostanze tossiche. Conviene inoltre ridurre gli alimenti grassi, che producono più mucosità, latticini, uova o carne.

Sia per prevenire, sia per curare il raffreddore, è importante assumere abbondanti succhi di frutta, per lo più di agrumi, per l’alto contenuto di vitamina C. I virus, infatti, non possono sopravvivere in un ambiente ricco di vitamina C.

Non appena si notano i primi sintomi, è consigliabile mangiare un pezzetto di aglio crudo (per l’elevato contenuto di allicina) o cipolla (per l’elevato contenuto di quercetina) per allontanarli; se si interviene in tempo, è perfino possibile riuscire a evitare il malanno.
Come attestato da varie ricerche, entrambi gli alimenti riescono a distruggere i virus che scatenano raffreddore e influenza. Se non gradite il sapore dell’aglio, è possibile acquistarlo in capsule e ottenere lo stesso effetto benefico.

Oltre alla vitamina C, altre sostanze che concorrono a disintossicare l’organismo dai radicali liberi sono vitamina A e betacarotene, vitamina E e oligoelementi come lo zinco o il selenio. Entrambi sono componenti degli enzimi superossido dismutasi (SOD) e della glutatione perossidasi (GSPx) rispettivamente, importantissimi nella disintossicazione cellulare e per la riduzione dei radicali liberi.

Per osservare più nel dettaglio la necessità di antiossidanti nel test kinesiologico, possiamo utilizzare la fiala dei radicali liberi in un test basico. Le fiale di SOD, GPSx di un test del sistema endocrino, così come le fiale di minerali e vitamine.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

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