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Apr 28, 2016

Relazione tra il Secondo Chakra e la nostra capacità di essere felici nella vita

 

CHAKRA SVADHISTHANA

Il secondo chakra risiede nella parte inferiore dell’addome, tra l’ombelico e la zona dei genitali, vale a dire l’area sacrale. Il suo nome sanscrito è Svadhisthana che significa dolcezza.

Controlla la funzione di organi sessuali, vescica, apparato circolatorio, prostata, utero, gonadi, ovaie e testicoli. È il centro energetico del piacere, della sensualità, della nutrizione, della sessualità, della ricettività, delle emozioni, del movimento e del cambiamento.

Il colore che governa questo chakra è l’arancione, il colore della sensualità, delle emozioni e della nutrizione.

Mentre il primo chakra “muladhara” è principalmente connesso all’istinto di sopravvivenza, alla fame, (famiglia, lavoro, ambiente) come necessità che ci collegano alla terra, il secondo chakra, “Svadhisthana”, fa riferimento alla sete, tendendo invece verso l’aspetto spirituale.

La sete è vincolata all’acqua. Il luogo in cui risiede, la zona pelvica, si paragona metaforicamente a uno stagno dove il chakra sacrale è la fonte della nostra energia sessuale e della creatività. Solo quando una persona si mette in contatto con la propria creatività viene pervasa dalla sete spirituale e inizia a chiedersi: “Chi sono?”.

L’acqua è legata all’inconscio, alle emozioni, alla trasformazione e al lato femminile del cervello, l’emisfero destro. Inoltre, regola i fluidi corporei attraverso l’apparato circolatorio e la vescica.

Si relazione anche con la luna, principio femminile per eccellenza, rappresentando la creatività e l’energia che eleva l’umanità dalla sopravvivenza (primo chakra) all’alimentazione dell’anima.

Pertanto, con questo chakra saliamo a un livello più alto, dalla sopravvivenza al piacere, vale a dire, da quello più basico (nutrirci, senso d’identità con l’ambiente, famiglia, ecc.) al trovare il senso della vita, al cogliere il manifestarsi della vita vissuta con piacere.

Secondo Chakra

Svadhisthana ci permette di assaporare la vita, assaporare il cibo. Mentre il primo chakra considera il cibo un mero strumento di sopravvivenza, il secondo chakra ci dà la possibilità di godere del piacere, del sapore. Assaporare ci collega alle altre funzioni di questo chakra: la sensualità, le emozioni, la creatività, la sessualità.

Un magnifico esempio di ciò che rappresenta questo chakra ci viene dal romanzo “Come l’acqua per il cioccolato” in cui ricette di cucina, odori e sapori diventano il veicolo di un’appassionata storia d’amore.

Di conseguenza, dal secondo centro energetico, ci apriamo al piacere, ci rallegriamo per essere vivi e siamo in grado di amare la vita, non solo di sopravvivere come in precedenza. Ci insegna a ringraziare e a sorridere per ciò che accade nelle nostre vite, indipendentemente che si tratti di aspetti meravigliosi o dolorosi, perché comprendiamo che tutto quello che avviene ci avvicina di più al cammino verso il nostro piano divino.

Un modo ideale per lavorare su questo chakra, consiste nell’immaginare che il nostro corpo sorrida. Ogni mattina, prima di alzarci dal letto, immagineremo che i nostri occhi, la nostra bocca, i nostri polmoni e gli altri organi e cellule del nostro corpo stiano sorridendo, a prescindere dal tempo esterno o dal nostro essere stanchi, tristi o arrabbiati. Immaginare il nostro corpo pieno di allegria ci aiuta a rivitalizzarci, attivando ed equilibrando il chakra sacrale.

Per verificare se dobbiamo lavorare su questo chakra o su un altro, possiamo utilizzare un kit di gemme con i mandala di ogni chakra nel nostro test kinesiologico oppure passare un pendolo su ognuno dei chakra e verificare se indichi qualche squilibrio.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 31, 2016

Cosa rappresenta e per quali motivi si blocca il chakra radice?

Cosa rappresenta e per quali motivi si blocca il chakra radice?

 

Il primo centro energetico si trova alla base della colonna, all’altezza del coccige e del perineo, punto collocato tra l’ano e gli organi genitali, che regola assieme alle ghiandole surrenali. C’è chi mette in relazione questo chakra con il naso, le braccia e le gambe. Questo chakra ha molto a che fare con la protezione e la sopravvivenza.

Questo primo chakra è noto con il nome sanscrito di Muladdhara, che significa “radice, sostegno”. Si tratta infatti della radice che ci sorregge e ci unisce alla terra, che regola le funzioni base: alimentazione, riposo, sessualità, autoconservazione e tutela della specie.

Questo chakra ci obbliga ad ascoltare e a prenderci cura del nostro corpo come contenitore sacro dello spirito.

È frequente trovare delle correnti di pensiero che respingono il mondo materiale focalizzandosi sullo spirito. Il cibo, il corpo, il denaro e il sesso vengono percepiti come elementi perniciosi e ci se ne allontana per raggiungere il Nirvana. Tuttavia non possiamo collocarci su un solo punto, poiché anche l’altro ha bisogni di manifestarsi, è intrinseco nell’essere umano. Non è possibile arrivare allo spirito senza il corpo, che deve essere considerato e curato in maniera adeguata affinché non si ammali e per utilizzarlo come veicolo per compiere ciò che è chiamato a fare.

Il chakra radice è collegato alla terra e a tutto ciò che da essa proviene. Mangiare in modo sano ed equilibrato, fare esercizio fisico, dormire bene, esprimere ciò di cui si ha bisogno e lottare per ottenerlo, guadagnare denaro per vivere in linea con le proprie esigenze, sono gli aspetti fondamentali di un chakra radice sano.

chakra radice

Questo è connesso al senso dell’olfatto, il primo senso che ogni essere umano sperimenta alla nascita. L’odore infatti attira il neonato al seno e risveglia in lui l’istinto di attaccarsi per succhiare. Si tratta di un meccanismo di sopravvivenza ereditato dagli animali, ci suggerisce il pericolo ed è strettamente legato alla sessualità, essendo secondo innumerevoli studi la principale causa dell’attrazione sessuale tra gli esseri umani.

Il chakra radice è connesso anche con il diritto al possesso. Per il solo fatto di trovarci sulla Terra meritiamo si ricevere tutto il necessario per garantire la nostra sopravvivenza. Quando ci viene negato tutto ciò che è fondamentale, ovvero gli alimenti, gli indumenti, un tetto, un servizio sanitario, il contatto fisico… si viola il diritto al possesso e si compromette il chakra radice, che ci trasforma in esseri risentiti, violenti o timorosi.

Secondo la psicologia transpersonale, una persona che sceglie di soffrire la fame o rifiutare il cibo, come avviene nel caso dei disturbi alimentari come l’anoressia o la bulimia, ha il chakra radice seriamente danneggiato.

Il diritto alla sicurezza, ad avere un’abitazione e alla protezione regola anch’esso questo chakra. Quando non disponiamo delle risorse economiche sufficienti o pur avendole temiamo che si esauriscano, questo chakra si blocca.

Gli adulti che soffrono della sindrome di Peter Pan, ovvero sfuggono la maturità e non vogliono assumersi le responsabilità della loro vita, sono persone che hanno grandi difficoltà a sopravvivere correttamente e bloccano questo chakra.

Il chakra radice riguarda anche la stabilità, la famiglia, l’ambito nel quale nasciamo e cresciamo, le nostre origini, dove si genera gran parte di ciò che siamo, che desideriamo e che nascondiamo. È il nostro primo contatto con la realtà e con i rapporti con gli altri. È ciò che ci conferisce il senso di appartenenza. Se un albero non ha radici solide (disturbi familiari) finisce per cadere. Il chakra radice non sarà sano.

Con il kit per il test dei Chakra è possibile individuare i blocchi su uno qualsiasi dei 7 chakra.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Mar 24, 2016

Perché il fegato è l’organo della felicità?

Perché il fegato è l’organo della felicità?

Il fegato è l’organo della felicità perché se in condizioni sane e di equilibrio, è legato direttamente alla generosità, all’altruismo, alla creatività, alla pazienza, alla tolleranza, alla capacità di pianificazione e progettazione, al desiderio di espansione della coscienza e alla sete di conoscenza.

Il fegato delimita la nostra zona più basilare e istintiva, la zona digestiva e intestinale, con il cuore, l’area più aperta al cosmo, la coscienza o mente superiore.

Rappresenta il confine che filtra e si assicura che non passi nulla di inappropriato dall’intestino (emozioni non digerite e tossicità alimentari) verso il cuore.
Non consente il passaggio di emozioni tossiche, esattamente come a livello fisico, impedisce che entrino sostanze tossiche nel sangue, filtrando e trasformando il sangue proveniente dall’intestino (dalla digestione) in sangue “vero” e depurato dalla tossicità.

Parallelamente, tutte le impurità originate dalla digestione saranno filtrate dallo stesso in modo che il sangue abbia una composizione adeguata alle esigenze del nostro organismo.

Una delle cause principali di una salute cagionevole o del fatto che ci ammaliamo, è radicata nella perdita di forza degli organi del nostro corpo e nello stress causato dal tipo di vita complessa che conduciamo oggigiorno.

Generiamo problemi pisco-emozionali che, per la maggior parte, somatizziamo a livello organico. Il fegato condiziona e regola questa capacità così umana di stressarsi e somatizzare.

contenimento emotivo, somatizzazione

Quando il fegato si logora, si soprasatura o si intossica, a causa di una cattiva alimentazione (abuso di proteine animali, sale, fritture, latticini, alcol, agenti tossici chimici o fisici, ambientali o alimentari) riscontra più difficoltà a depurare le emozioni e a renderle assimilabili. Di conseguenza, non riesce a portare a termine la sua funzione di attenuare l’effetto di un impatto emozionale indesiderato e regolare la nostra capacità di reazione e gestione di fronte a una situazione avversa.

Se il fegato si trova in cattive condizioni, immagazziniamo emozioni come la frustrazione e il contenimento emotivo che non ha niente a che vedere con la parte spirituale ma con la rabbia, l’intolleranza, la contrarietà, l’aggressività contenuta, la colpevolezza, ecc. che rappresentano tutte emozioni non digerite.

 Il contenimento emotivo è una delle principali cause del blocco di energia nel fegato e impedisce che l’energia circoli appropriatamente nell’organismo.

L’energia non si distribuisce in modo uniforme a tutti gli organi e alle zone del corpo e può produrre un eccesso in alcuni e una carenza in altri.

L’emozione traumatica vissuta intensamente, in solitudine e senza soluzione apparente può fare pressioni sull’inconscio corporeo affinché metta in moto una risposta biologica che possa alleviare o smorzare in qualche modo tale tensione emotiva, dando luogo alla somatizzazione.

Test degli organi

Per stabilire se esistano logorii o sovrasaturazioni del fegato, dopo l’esecuzione preventiva del Pretest, senza registrare nulla (in stato neutro) o dopo aver registrato un AR nascosto dal campo chimico, collocheremo il filtro del fegato del kit del test degli organi basico o del test degli organi ampliato.
Se il filtro ci dà AR, significa che sussiste uno squilibrio nel fegato, quindi registreremo l’informazione e cercheremo il trattamento.

Per trovare il trattamento, provocheremo inizialmente uno stimolo toccando il chakra di ciascuna mano per verificare che una delle due braccia ci risponda.

Dopodiché possiamo collocare i diversi mudra energetici, emotivi, chimici e strutturali sull’ombelico del paziente o sopra il braccio del chakra della mano che ha risposto di fronte allo stimolo.  In questo modo, localizzeremo il campo su cui occorre maggiormente lavorare per trattare il problema epatico.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Feb 26, 2016

Curiosità utili sui chakra

Curiosità utili sui chakra

I centri energetici del corpo sono posizionanti all’interno della nostra colonna vertebrale, connessi al cosiddetto canale Sushuma. Questo canale sale dal perineo (punto situato tra l’ano e i genitali) fino all’apice della testa.

I chakra sono dei veri vortici di energia che ruotano su se stessi, cambiando il senso di rotazione da un chakra all’altro, dall’uomo alla donna.

In base alla polarità dei chakra, la rotazione può avvenire in senso orario o in senso antiorario.

La rotazione verso destra si caratterizza per la predominanza del principio maschile o yang. In stato di armonia, rappresenta la volontà e l’attività, in disarmonia, l’aggressività e la violenza.

La rotazione verso sinistra è correlata al principio femminile o yin. In stato di armonia, rappresenta la sensibilità, la ricettività e l’accordo, in disarmonia, la debolezza.

Il 1°, 3°, 5° e 7° chakra sono chakra maschili mentre il 2°, 4° e 6° sono chakra femminili.

Tenendo presente che la rotazione varia in base al sesso della persona:

– Nella donna, i chakra maschili si muovono verso sinistra e quelli femminili verso destra.

– Nell’uomo, avviene il contrario, i chakra maschili si muovono verso destra e quelli femminili verso sinistra.

Questo spiega molti degli stereotipi radicati nella nostra cultura. Per esempio, il chakra basale o 1° nell’uomo ruota verso destra, esprimendo più attivamente il senso di conquista e di dominio nell’ambito materiale e sessuale.

Nel caso della donna, il chakra basale, ruota verso sinistra, rendendola più sensibile alla forza vivificatrice e generatrice della terra.

Nel 2° chakra si invertono i segni. Nella donna va verso destra, indicando una maggiore energia attiva nell’espressione dei sentimenti e nell’uomo gira verso sinistra tendendo verso qualcosa di ricettivo, spesso perfino verso l’atteggiamento passivo.

Un’altra curiosità legata ai chakra è la loro evoluzione. Alcuni esperti nel campo propendono per cicli evolutivi nei centri energetici, nello specifico, cicli di 7 anni per ognuno dei centri.
Secondo queste teorie, durante ogni ciclo di 7 anni, siamo aperti a determinate influenze o esperienze, vale a dire che viviamo esperienze legate a un chakra, (partendo sempre dal 1° o dal 7° chakra).

Secondo la tradizione indù, il periodo di maggiore attivazione di ogni singolo chakra dura mediamente sette anni (il che significa che questa non può verificarsi in un altro momento della vita).

Chakra

Il chakra 1° si svilupperebbe da 0 a 7 anni.

Il 2° da 7 a 14.

Il 3° da 14 a 21.

Il 4° da 21 a 28.

Il 5° da 28 a 35.

Ciò non implica che i sette tipi di energia non agiscano tutti nello stesso momento secondo la fase della vita: quello che cambia è la predominanza.
Se un chakra non è riuscito a svilupparsi adeguatamente nell’età che gli è confacente, le successive fasi della vita continueranno a risentire di qualche carenza o squilibrio a livello di quel chakra.

Tuttavia, le esperienze che ci si presentano nella vita offrono sempre la possibilità di un ripescaggio per recuperare le occasioni non realizzate. Da qui, l’importanza di mantenere tutti i chakra sbloccati e in funzione contemporaneamente. Da questo dipenderà il nostro stato di pace e armonia.

La kinesiologia è un buono strumento di diagnosi dello stato dei nostri chakra. A questo scopo è possibile utilizzare il kit di test dei chakra e verificare se questi stiano operando correttamente o meno.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Gen 28, 2016

Riequilibra i tuoi meridiani con la tecnica di Agganciamento di Cook

riequilibrio energetico

Si deve a Wayne Cook, ricercatore pioniere nel campo della Bioenergetica, la creazione di questa tecnica straordinaria che si è dimostrata efficace per riequilibrare l’intero sistema energetico della persona.

È capitato a tutti di sentirsi a volte distratti, con difficoltà a concentrarsi, nervosi o stressati e di non riuscire a recuperare uno stato di relax; questi sintomi, talvolta, sono indicativi di uno squilibrio dei meridiani e di un’energia corporea disarmonica e caotica.

Con l’agganciamento di Cook, possiamo armonizzare i meridiani dell’agopuntura e la polarità del corpo.

La tecnica sembra efficace anche per il trattamento delle balbuzie, della dislessia o del deficit di attenzione. A livello psicologico, è utile per schiarire la mente quando ci sentiamo confusi, siamo invasi da pensieri ossessivi, depressione o eccesso d’ira.

Permette di riordinare i nostri pensieri, favorisce la lucidità mentale, contribuisce a recuperare la concentrazione, a migliorare la nostra capacità di apprendimento e la capacità di affrontare situazioni difficili o conflittuali senza stressarci al tempo stesso. Secondo Wayne Cook, questo si deve al fatto che consente di riequilibrare gli ormoni legati allo stress.

Come si realizza l’agganciamento di Cook?

La tecnica è composta da 2 posture diverse che devono essere realizzate in modo consecutivo.

Può essere effettuata da seduti, in piedi o da sdraiati. Da seduti è possibile realizzarla in qualsiasi luogo e momento del giorno mentre la realizzazione da sdraiati deve essere riservata a momenti più tranquilli o durante una visita.

L’opzione scelta non influisce sulla sua efficacia anche se è importante sentirsi comodi e fare respiri profondi.

Agganciamento di Cook, da seduti

Da sdraiati o in piedi

1- Con la kinesiologia verifichiamo qual è la posizione che, incrociando una gamba sopra l’altra, ci permette di ottenere un AR.
A tal fine, incrociamo le gambe in entrambe le posizioni mentre intrecciamo le mani e le incrociamo sul petto. La posizione in cui otteniamo un AR dovrà essere mantenuta per alcuni minuti.

2- Successivamente, uniamo i polpastrelli delle dita di entrambe le mani e li collochiamo all’altezza del petto, disincrociamo i piedi e li posizioniamo vicini. Manteniamo la posizione rilassandoci per alcuni minuti.


Da seduti

1-Incrociamo la gamba sinistra sulla destra, afferriamo con la mano destra, ad angolo retto, la caviglia sinistra e passiamo sopra con la mano sinistra, fino a toccare le dita del piede sinistro.

2- La seconda parte è identica a quella realizzata da sdraiati o in piedi. Uniamo i polpastrelli delle dita e li collochiamo all’altezza del petto, disincrociamo i piedi e li posizioniamo vicini.

 Durante la realizzazione della tecnica, seduti, in piedi o da sdraiati, è importante tenere la punta della lingua appoggiata al centro del palato, gli occhi chiusi e visualizzare come l’energia sotto forma di luce bianca fluisca dalla parte centrale del nostro corpo, dalla vescica fino alla testa (meridiano vaso concezione).

Per squilibri più gravi che si ripercuotono a livello organico o che richiedono maggiore attenzione, è consigliabile realizzare il test diagnostico dei meridiani, utilizzando il kit di test dei meridiani di agopuntura. Attraverso questi, è possibile individuare con maggior precisione il punto in cui è presente il blocco di energia.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Gen 21, 2016

Teoria dei 5 elementi in Kinesiologia

Teoria dei 5 elementi

In kinesiologia è bene distinguere fra la ruota dei meridiani (ruota muscolare) e la teoria dei 5 elementi, basata sulla Medicina Tradizionale Cinese.

I punti di agopuntura dei meridiani di energia sono presenti sin dalle origini della kinesiologia. Tuttavia, oltre alla nota ruota muscolare, vale la pena approcciarsi alla teoria dei cinque elementi per riuscire ad applicarla nel momento opportuno durante il nostro test kinesiologico.

Kinesiologia e MTC condividono la visione olistica dell’essere umano. Il concetto di unità è presente in entrambe.

L’essere umano viene concepito come un’unità in movimento, grazie alla dualità che la MTC stima secondo gli 8 principi diagnostici.

 Ying/ Yang                Freddo/Caldo              Interno/Esterno                 Pesante/Leggero

La MTC considera inoltre che esistono 3 movimenti fisiologici di fluidi che danno vita all’essere umano.

“Qi, l’Energia.

“Xue”; il Sangue.

“Jin Ye”, i Fluidi corporei.

Noi ci concentreremo sul flusso energetico, in cui la MTC distingue i 2 meridiani conosciuti come “meridiani meravigliosi” (VC e VG) e i 12 meridiani bilaterali che formano un percorso di energia.

La ruota dei meridiani in kinesiologia si regola in funzione di questo percorso infinito di energia. Gli organi, secondo l’interpretazione della MTC, si regolano secondo la teoria dei 5 elementi.

Il percorso dei meridiani si basa su un ritmo circadiano-giornaliero mentre la teoria dei 5 elementi è strettamente dipendente dal ciclo annuale delle stagioni.

Gli organi e i loro meridiani e, per noi in kinesiologia i test muscolari associati, sono organizzati nel modo seguente secondo i 5 elementi.

5 elementi in Kinesiologia

Ogni elemento del cerchio rappresenta il perfetto equilibrio degli organi (Yin) e dei visceri (Yan).

L’elemento ACQUA:

– Nel suo aspetto YIN, è formato dall’organo RENE, organo pieno deputato all’immagazzinamento del sangue e all’elaborazione e immagazzinamento dell’energia.

– Nel suo aspetto YAN, è formato dal viscere VESCICA, vuoto internamente e deputato ad accogliere, immagazzinare ed eliminare l’urina.

Tuttavia, l’equilibrio dei 5 elementi è più complesso e dipende dall’armonia tra due tipi di cicli.

Il ciclo di Generazione (Shen) che opera la relazione “Madre e Figlio”, in cui la Madre nutre il Figlio, seguendo le lancette dell’orologio, vale a dire che il Fuoco alimenta la Terra, la Terra alimenta il Metallo, il Metallo l’Acqua e così via.
In questo modo, il fuoco (intestino tenue, cuore) è la Madre della Terra, la Terra (stomaco, milza-pancreas) è la Madre del Metallo, ecc.

Il ciclo di Controllo (Ko) ha la funzione di equilibrare il ciclo che lo precede, altrimenti la “Madre” darebbe tutta la sua energia al “Figlio” finendo per esaurirsi. Per esempio, nell’elemento Fuoco, se il “cuore” desse gran parte della sua energia all’organo dell’elemento Terra milza-pancreas, non avrebbe più risorse per funzionare, e comporterebbe quindi complicazioni a livello cardiaco.

Conseguentemente, il ciclo di controllo funge da ciclo di compensazione di energia basato sul sistema “Nonno-Nipote”. Attraverso questo ciclo, l’energia torna in circolo, rubando al nipote parte dell’energia che gli rimane.

 Gli organi Yin si trovano all’interno mentre gli Yan all’esterno. Pertanto, se osserviamo gli elementi Metallo, Acqua e Terra:

Polmone- Yin (PU) ——–alimenta———Rene-Yin (RI)

Intestino crasso-Yan (IG) ——alimenta———Vescica-Yang (VE)

Milza-Pancreas Yin (BP) ——–-controlla———–Rene-Yin (RI)

Stomaco-Yang (ES) ——–controlla—————-Vescica-Yang (VE)

Analía Iglesias ( analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 31, 2015

Lo sai che esiste uno stretto legame tra il sistema endocrino e i 7 chakra?

Chakra

La parola chakra in sanscrito significa “ruota della conoscenza”. I chakra sono centri energetici in movimento distribuiti nel nostro corpo. Ognuno di essi governa diversi organi, ghiandole, funzioni fisiologiche, emozioni, sentimenti e pensieri.

Benché non si possano toccare, la loro importanza è essenziale poiché collegano i punti vitali di ciascun individuo: le emozioni, la mente, la salute fisica e lo spirito.

A livello fisico i chakra sono collegati al sistema endocrino, formato dagli organi responsabili di produrre e secernere delle sostanze chiamate ormoni nella circolazione sanguigna, con lo scopo di trasmettere messaggi agli organi affinché compiano una determinata funzione. In questo modo, vengono regolate le attività vitali del nostro organismo.

Essi sono legati sia al sistema endocrino che alle emozioni. Quindi, quando uno di questi centri energetici è bloccato per qualche causa, fisica o emotiva, si possono registrare delle disfunzioni degli organi o della psiche, corrispondenti alle aree controllate da ciascun chakra o centro energetico.

In definitiva, ognuno dei 7 chakra governa delle ghiandole del sistema endocrino e a sua volta diverse funzioni psichiche e aree emotive della persona.

La dimensione approssimativa di un chakra è di 10 cme la sua forma assomiglia, secondo gli indù, a una ninfea o a un fior di loto.
Tuttavia, affinché questa ninfea fiorisca, è necessario che si svegli il serpente Kundalini. Questo serpente è la metafora della saggezza e tale saggezza giace addormentata alla base della nostra colonna, in attesa di essere svegliata. Tale risveglio si riferisce al momento in cui avvertiamo il bisogno di ampliare la nostra coscienza, di imparare e di acquisire maggiore saggezza.

Parlando della Kundalini ci riferiamo al Primo chakra, chiamato Muladhara o Chakra della radice, che come abbiamo detto è situato alla base della colonna, il coccige.

Ormoni

Questo primo chakra regola le ghiandole surrenali che si trovano sopra le reni. Tali ghiandole secernono diversi ormoni di grande importanza come quelli che regolano il metabolismo dei grassi, delle proteine o dei carboidrati e controllano l’equilibrio del sale nei liquidi corporei. Inoltre si tratta della ghiandola che produce l’adrenalina, conosciuta come l’ormone primitivo della sopravvivenza che prepara l’organismo alla fuga di fronte a una minaccia.

D’altra parte, il colore di questo chakra è il rosso. Ciò significa che se attraverso un test kinesiologico rileviamo la presenza di uno squilibrio del primo chakra, si può applicare il trattamento dei colori. Per questo, possiamo utilizzare oggetti, occhiali o luci di colore rosso che permettano al paziente di respirare in modo rilassato mentre si concentra su quel colore.

Inoltre il Chakra della radice è collegato alla terra, che simboleggia la sicurezza materiale, gli istinti sessuali e il denaro.

Se questo chakra è in armonia ci mostriamo sicuri di noi, rispettiamo noi stessi e gli altri. Si sviluppa il senso pratico e la gioia di vivere.

Se, al contrario, il Chakra della radice non è in armonia, la persona si sente insicura, ha una bassa autostima e tende all’aggressività.

Puoi rilevare qualsiasi disarmonia realizzando un test kinesiologico con il kit dei chakra e trattare lo squilibrio con la terapia del colore, del suono o con qualsiasi trattamento energetico noto che durante il test muscolare dia una risposta affermativa e si mostri come una soluzione al problema.

D’altra parte, se esiste un problema dei chakra sarebbe interessante realizzare un test del sistema endocrino per verificare se questo è stato in qualche modo colpito. Per farlo, è disponibile il kit di prove del sistema endocrino.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 24, 2015

Scopri perché l’agopressione è così efficace

Agopressione

Quando parliamo di agopressione facciamo riferimento a quell’insieme di tecniche che, secondo medicina tradizionale cinese, consistono nel colpire lievemente o premere delicatamente con le dita, determinati punti di agopuntura noti anche come “Tecniche di pressione del meridiano”.

 Ma che differenza c’è tra agopressione e agopuntura? Le tecniche di agopressione fanno sì che ogni persona, tramite colpetti o manipolazione di tali punti, possa concentrarsi interiormente sull’argomento specifico che desidera affrontare, pensando a esso o esponendolo ad alta voce. In questo modo è possibile lavorare con maggiore precisione al motivo per il quale la persona si sente male, che si tratti di una fobia, di depressione, rabbia, dolore fisico, ecc.

Lo scopo di tali tecniche consiste pertanto nel dare sollievo o nell’eliminare i disturbi emozionali, psichici o fisici.

L’agopressione ha trovato la sua prima applicazione in occidente negli anni 60, quando la cultura cinese si è estesa oltre i propri confini.  Fin da subito ha esercitato grande fascino la scoperta o la presentazione di un sistema di flussi energetici, similare al sistema circolatorio, nervoso o linfatico che avvolgeva il corpo ed era particolarmente reattivo in determinati punti (punti di agopuntura).

Attualmente le tecniche di agopressione rientrano nella cosiddetta “psicologia energetica”. Tale aspetto della psicologia dimostra che esiste un collegamento diretto tra il sistema energetico del corpo, la psiche, le emozioni e il comportamento.

Il sistema meridiano o il sistema dei flussi energetici sono dunque soltanto altri sistemi che costituiscono l’organismo (linfatico, circolatorio, muscolare, ecc.) e che svolgono una funzione fondamentale nella risoluzione dei problemi di salute. Ed è così perché si tratta del sistema che funge da collegamento tra la parte fisica e la parte mentale, emozionale e spirituale, svolgendo un ruolo fondamentale nell’elaborazione e trasmissione di emozioni e sensazioni fisiche negative, come il dolore.

Secondo Roger Callahan, pioniere della psicologia energetica, “La causa di tutte le emozioni negative o delle patologie risiede nello squilibrio del sistema energetico del corpo”. Si tratta inoltre anche del sistema dal quale è possibile risolvere il problema.

Quando una sensazione o un’emozione, un dolore fisico o un evento è troppo intenso perché sia assimilato, il sistema dei meridiani può smettere di elaborare gli impulsi e bloccarsi. Ovviamente si verifica un cortocircuito nel sistema, che smette di funzionare in modo corretto.

La cosa più difficile del nostro sistema energetico è che quando insorge un problema in un punto, compromette altri meridiani con i quali comunica. In seguito tale cortocircuito viene conservato, assieme alla sensazione o il pensiero di aver causato il problema, tornandosi ad attivare e provocando un nuovo cortocircuito ogni volta che la persona sente di nuovo la stessa sensazione o pensiero.  Con l’agopressione è possibile modificare questo cattivo collegamento conservato e riattivare il circuito per evitare che succeda di nuovo.

tappeto per agopressioneMa per quali problemi è utile l’agopressione?
L’agopressione può essere utilizzata per i problemi più svariati, come ad esempio per porre fine a paure e fobie, per il trattamento di perdite di memoria croniche, per emozioni negative quali tristezza, colpa o ira, per il trattamento del mal di schiena, per tutti i disturbi muscolari, per la gestione dello stress, per migliorare la circolazione linfatica, ecc.

Affinché il trattamento sia efficace, è importante tenere conto del fatto che, più c’è chiaro qual è il problema che dobbiamo risolvere, più efficace e rapida sarà la sua correzione, ovvero meglio conosci il nome del file che stai cercando, prima lo troverai per poterlo modificare.

Come si devono esercitare le pressioni?
Generalmente si esercitano con due dita, nello specifico con indice e medio e si eseguono da 5 a 8 colpetti. In ogni modo è possibile continuare un po’ di più se necessario per ottenere la correzione.

Per praticare l’agopressione è anche possibile usare il tappeto per agopressione, costituito da punte in fibra naturale che poste sotto il corpo provocano una stimolazione nervosa dei principali punti riflessologici, attivando i meridiani di agopuntura del corpo.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 17, 2015

Come curare la fobia con la kinesiologia

Fobia

La paura è una risposta emotiva in un certo modo adattiva a ciò che ci circonda. Questa emozione innata ci consente di sopravvivere a molte situazioni di pericolo, in quanto la paura è da sempre uno strumento di sopravvivenza, ovvero una reazione che persone e animali mettono in atto in presenza di una minaccia.

Tuttavia, a volte, la paura si estremizza e diventa patologica o si trasforma in fobia.

La paura patologica è quella che supera una certa soglia di normalità, in cui l’essere umano si blocca e diventa incapace di reagire in modo adattivo alle circostanze.

La fobia è una paura molto intensa di qualcosa che in realtà costituisce una minaccia minima o inesistente che può sfociare in un attacco di panico e procurare una sofferenza estrema.

La persona che ne soffre evita in ogni modo di venire a contatto con l’oggetto o la situazione fobica. Questa sensazione di fuga è incontrollabile e influenza, in funzione dei casi, la qualità della vita delle persone che ne soffrono.

Nonostante gli adulti siano consapevoli del fatto che tali timori siano irrazionali, spesso il fatto di dover affrontare, o anche il semplice pensare di dover affrontare l’oggetto o la situazione causa di fobia, provoca in loro uno stato di ansia intensa o un attacco di panico.

Tra le fobie più comuni si riscontrano la paura di luoghi elevati, scale mobili, tunnel, guidare, spazi ristretti come ascensori, aghi, acqua, volare, serpenti, cani, ragni o ferite sanguinanti.

Panico e ansia intensa originati dalla fobia, provocano sintomi o reazioni fisiche, quali:

– Sudorazione
– Respirazione anomala o affanno
– Battito del cuore accelerato
– Tremori
– Vampate di calore o brividi
– Sensazione di soffocamento
– Dolori o oppressione al petto
– Farfalle nello stomaco
– Intorpidimento o formicolio
– Secchezza delle fauci
– Confusione e disorientamento
– Nausea
– Mal di mare
– Mal di testa

Ascensori, fobia

Test

Attraverso un test kinesiologico possiamo curare le fobie per fare in modo che le persone smettano di soffrire di questa paura irrazionale e paralizzante.

Prima di cominciare il test, dovremo verificare se esista un “Ribaltamento psicologico”, vale a dire, se il soggetto non riesce a superare la fobia perché, inconsapevolmente, questa gli è utile o vantaggiosa per raggiungere un qualche scopo, per esempio, riuscire a richiamare l’attenzione, ricevere amore, riposare, avere considerazione, ecc.

Dopo aver eliminato qualsiasi motivo inconsapevole vantaggioso, la persona che soffre della fobia dovrà pronunciare una volta una frase positiva che identifichi la paura intensa che le provoca tale fobia, per esempio “mi sento tranquillo quando guardo in basso da un luogo elevato”.

Dopo aver pronunciato la frase testeremo le braccia. Se si ottiene un AR, ci troveremo di fronte a una fobia e registreremo le informazioni per lavorare con queste.

Tutte le fobie interessano un meridiano in particolare. Per riuscire a curare la fobia, in primo luogo dovremo individuare il meridiano che è interessato dalla stessa.
A questo scopo, possiamo utilizzare il test dei meridiani, collocando i filtri uno a uno sul paziente fino a trovare quello che modifica l’AR: questo sarà quello da curare.

Per il trattamento della fobia:

Innanzitutto, testeremo i fiori di Bach che ci portano le emozioni o sensazioni necessarie per correggere la fobia.

In secondo luogo, dovremo stimolare mediante tapping (picchiettamento) il primo punto dell’agopuntura del meridiano interessato.

Effettuiamo il tapping su entrambi i lati del corpo contemporaneamente. Mentre realizziamo il tapping, il soggetto deve ripetere la frase positiva utilizzata all’inizio del test, vale a dire “mi sento tranquillo quando guardo in basso da un luogo elevato”.

Dopo 1 o 2 minuti di trattamento, verificheremo di nuovo facendo ripetere la frase.
Se l’AR è stato corretto, significherà che abbiamo ottenuto il risultato sperato.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 3, 2015

L’importanza dell’equilibro tra ioni positivi e negativi

ioni positivi e ioni negativi

Gli ioni positivi e negativi sono presenti naturalmente nell’aria che respiriamo. In particolare, in condizioni normali ed equilibrate dell’atmosfera, la percentuale è di uno ione positivo per ogni quattro ioni negativi.

Già nel 1910, Albert Einstein sosteneva che le proprietà salutari dell’aria di montagna di Davos fossero dovute alla quantità di elettricità contenuta nell’atmosfera stessa.

Uno ione è un atomo con una determinata carica elettrica (positiva o negativa); nell’atomo, il numero di protoni (+) è sempre uguale a quello degli elettroni (-), vale a dire che possiede cariche equilibrate (neutro).

Quando, per un qualsiasi motivo, perde un elettrone, l’atomo che prima era neutro diventa uno ione positivo perché predomina la carica positiva, e, al contrario, diventa uno ione negativo se acquisisce più di un elettrone.

Gli ioni si formano spontaneamente in natura per varie ragioni, per esempio per fenomeni meteorologici come tempeste, fulmini, vento o pioggia. Possono anche prodursi a causa di radiazioni terrestri o cosmiche, così come nelle cascate, nelle onde del mare e, naturalmente, da alberi e piante.

Un eccesso di ionizzazione positiva dell’aria è dannoso sia per l’essere umano, sia per gli animali e le piante. Alcuni dei sintomi più comuni sono stanchezza, mal di testa, soffocamento, allergie, tendenza a deprimersi, nervosismo e insonnia.

La concentrazione eccessiva di ioni positivi ha subito un incremento negli ultimi tempi come risultato dello sviluppo tecnologico della società umana ed è tipica in tutte le città in quanto la contaminazione atmosferica distrugge gli ioni negativi presenti.

Anche prima di una tempesta si verifica un aumento degli ioni positivi e per questo ci capita di vedere i bambini più agitati del solito. Dopo la pioggia si verifica un aumento degli ioni negativi.

le cascate

L’acqua in movimento, per esempio la pioggia, farsi una doccia, le onde del mare o le cascate producono molti ioni negativi, un fenomeno dovuto all’“effetto Lenard” secondo cui una goccia d’acqua spezzandosi presenta cariche negative nei frammenti più leggeri, che sono quelli che respiriamo.

Anche nell’aria di campagna e di montagna la presenza di ioni negativi è predominante. Caricare energeticamente il nostro corpo con questo tipo di ioni durante la respirazione ha un impatto benefico sulla nostra salute e migliora il nostro stato d’animo e il funzionamento generale del nostro organismo.

Quando respiriamo, alterniamo l’inalazione di aria da una narice all’altra ogni 20 minuti circa.

Secondo la tradizione indù, ogni inalazione dalla narice sinistra carica il corpo con ioni negativi mentre quando avviene dalla narice destra si introducono ioni positivi. Questa alternanza genera una corrente elettrica che fluisce lateralmente alla colonna da cui entrano.

Con ogni esalazione si esalano anche gli ioni negativi dalla narice sinistra e gli ioni positivi dalla destra.

Questo comporta che l’ostruzione di una narice crei uno squilibrio ionico.

È importante mantenere questo equilibrio di polarità se vogliamo avere la mente lucida e uno stato ottimale di salute e di carica energetica.

Per determinare l’esistenza di un eventuale squilibrio nella nostra polarità, possiamo realizzare un semplice test kinesiologico, costituito da 4 semplici passaggi.

1º. Inspirare dalla narice sinistra, tenendo tappata contemporaneamente la destra.
Se il test risulta positivo, significa che è presente un eccesso di ioni negativi.

2º. Espirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, si avrà un eccesso di ioni negativi.

3º. Inspirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, si avrà un eccesso di ioni positivi.

4º. Espirare dalla narice destra, tenendo tappata contemporaneamente la sinistra.
Se il test risulta positivo, significa che sono presenti troppi ioni positivi.

Se alla fine, ci troviamo con un eccesso di ioni negativi, dovremo assumere calcio; se, al contrario, l’eccesso è di ioni positivi il trattamento per riequilibrarci sarà a base di potassio.

Per realizzare questo test, consigliamo il kit del test sali di Schüssler, poiché è composto da tre test di calcio (Calcium) e tre di potassio (Kalium).

Per determinare la dose, consulta la sezione relativa ai test e alla posologia del nostro articolo del 9 aprile 2013 “I sali di Schüssler in Kinesiologia”.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

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