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10 alimenti per abbassare la pressione arteriosa

La pressione arteriosa alta o ipertensione è un fattore di rischio che può condurre a complicanze oltre che a cardiopatie. Questa condizione può danneggiare silenziosamente l’organismo prima che i suoi sintomi si manifestino. Un’alimentazione sana ed equilibrata è fondamentale per prevenire e trattare la pressione arteriosa alta.

Cos’è la pressione arteriosa alta

L’ipertensione aumenta progressivamente la pressione sanguigna che scorre nelle arterie. Questo fa sì che le cellule del rivestimento interno delle arterie si danneggino, rendendole le stesse più strette e meno flessibili. Il risultato è che, nel tempo, il costante passaggio di sangue attraverso le arterie indebolite può dilatare una sezione della parete e formare quello che è noto come un aneurisma che, se si rompe, potrebbe causare gravi emorragie interne.

Alcuni fattori di rischio legati alla pressione arteriosa alta non possono essere controllati, come la familiarità, l’età superiore ai 60 anni o il genere sessuale. Ma altri possono essere monitorati per ottenere una maggiore prevenzione. Tra questi fattori si annovera un’alimentazione equilibrata.

Alimenti che contribuiscono ad abbassare l’ipertensione

Per prevenire e trattare la pressione arteriosa alta, è necessario eliminare l’eccesso di zuccheri, sale, caffeina, alcol e tabacco. Dovrebbero inoltre essere eliminati gli alimenti raffinati dalla dieta, così come i cibi grassi come le salsicce, scatolami, le conserve e i formaggi stagionati. Come contraltare, deve essere incluso nella dieta:

  • Alimenti idratanti e diuretici.
  • Alimenti vasodilatatori.
  • Alimenti antiossidanti.
  • Alimenti ricchi di calcio e magnesio.
  • Grassi insaturi.
  • Alimenti contenenti fibre.
  • Probiotici.
  • Erbe e spezie.

Di seguito l’elenco degli alimenti che dovrebbero essere sulla vostra lista della spesa d’ora in poi:

  1. Aglio: ha un effetto vasodilatatore sia dei vasi sanguigni sia delle arterie e ha un effetto depurativo sul sangue.
  2. Cipolla: è un alimento vasodilatatore e antiossidante. Favorisce la circolazione sanguigna e protegge le arterie dall’invecchiamento.
  3. Sedano: diminuisce la pressione sanguigna e agevola l’aumento del flusso sanguigno.
  4. Banana: regola l’eliminazione idrica e arricchisce il corpo di vitamina A, C e acido folico.
  5. Carciofo: è un eccellente alimento depurativo grazie alla sua ricchezza di fibre, acqua e potassio. Purifica il sangue dalle impurità e regola la formazione del colesterolo.
  6. Kiwi: antiossidante per eccellenza e grande fonte di vitamina C e A. Protegge le arterie e conferisce loro elasticità.
  7. Olio d’oliva a crudo: l’acido oleico è estremamente benefico per il funzionamento del sistema cardiovascolare. Il suo alto contenuto di vitamina E protegge i tessuti arteriosi e dilata delle arterie, consentendo al flusso sanguigno di circolare con una pressione minore.
  8. Semi: lino, chia, noci e canapa sono ricchi di omega 3 e fitosteroli antiossidanti. Conservano l’elasticità dei vasi sanguigni, prevenendo il collasso cardiovascolare.
  9. Frutti di bosco: more, mirtilli, lamponi, uva, fragole, ciliegie… La loro ricchezza di antiossidanti protegge le arterie e migliora il funzionamento del sistema cardiovascolare.
  10. Legumi: Lenticchie, ceci, piselli, fave… Sono ricchi di fibre, vitamine, minerali e proteine di elevata qualità. Il consumo regolare migliora la qualità dei vasi sanguigni e li rende resistenti alla pressione arteriosa.

Benefici della kinesiologia nei bambini

La kinesiologia è una terapia di origine naturale che valuta la risposta dei muscoli per individuare possibili squilibri organici, in modo tale da prevenirli o correggerli tempestivamente. Secondo la kinesiologia, la mente e il corpo sono connessi e interagiscono insieme. Questa tecnica è talmente dolce e poco invasiva che presenta notevoli vantaggi anche per i bambini. Esaminiamo quali sono.

Cos’è la kinesiologia e a cosa serve?

La kinesiologia è una terapia di tipo fisico spesso scambiata con la fisioterapia. Anche se le due discipline sono spesso viste come sinonimi, ciò si rivela erroneo. La kinesiologia è una tecnica manuale che studia il movimento del corpo per determinare eventuali disturbi fisici ed emotivi attraverso la manipolazione muscolare. Laddove, la fisioterapia, è un insieme di metodologie che includono il trattamento manuale (kinesiologia) per promuovere la mobilità del corpo.

La kinesiologia è nata negli anni ’30. Tuttavia, le sue basi sono state gettate solo negli anni ’60 da George Goodheart, che ha affermato che la kinesiologia considera la totalità del corpo umano, inclusa la mente. Un test muscolare consente di valutare la reattività dei diversi muscoli e la loro relazione con i diversi organi del corpo.

Kinesiologia applicata ai bambini

La kinesiologia, come già menzionato, è una terapia dolce che può essere applicata ai bambini. Questa disciplina è sicura per persone di tutte le età, compresi i membri più giovani della famiglia. Questa terapia aiuta i bambini a ritrovare il loro equilibrio per rimanere fisicamente e mentalmente sani. Inoltre, la kinesiologia, ha dimostrato di essere davvero efficace per:

  • migliorare la concentrazione, l’apprendimento e la capacità mnemonica dei bambini.
  • attenuare lo stress e l’ansia in bambini particolarmente irrequieti o nervosi.
  • alleviare i problemi di natura muscolo-scheletrica che determinano dolori alla testa, al collo e alla schiena, bruxismo, tinniti, vertigini, ecc.
  • aumentare il numero di ore di sonno e ridurre i problemi di insonnia o di incubi notturni.
  • ridurre al minimo le reazioni derivanti dagli alimenti e altri allergeni, poiché la kinesiologia rafforza il sistema immunitario dei bambini.
  • accrescere la capacità di far fronte alle emozioni e, di conseguenza, indurre un livello più basso di aggressività nei bambini problematici.
  • migliorare le prestazioni sportive; grazie alla kinesiologia si aiuta i giovani a accrescere le loro capacità motorie e l’equilibrio energetico.

In conclusione, la kinesiologia stabilisce un dialogo diretto con il corpo dei bambini che aiuta a risvegliare il loro “medico interiore” al fine di migliorare la loro salute fisica, emotiva ed energetica.

Benefici dell’estratto di foglie di olivo

Le foglie d’olivo sono estremamente benefiche per la salute, poiché contengono più polifenoli rispetto all’olio d’oliva stesso. Inoltre, è risaputo che la dieta mediterranea è correlata a notevoli effetti benefici sulla salute vascolare. Una delle ragioni principali è la presenza dell’olio d’oliva vergine nella maggior parte dei suoi piatti.

Cos’è l’estratto di foglie di olivo

L’estratto di foglie di olivo è un prodotto totalmente privo di allergeni che contiene in abbondanza diversi tipi di polifenoli. In altre parole, si tratta di un composto naturale che avrebbe numerosi effetti benefici per la salute grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Nel corso degli ultimi anni, numerose ricerche scientifiche hanno avvalorato i benefici per la salute apportati dall’assunzione di polifenoli. In particolare sul sistema cardiovascolare. Un aspetto di rilievo se si considera che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte a livello mondiale.

In tal senso, è stato dimostrato che le foglie d’ulivo hanno quantità di polifenoli superiori a quelle che si trovano nell’olio d’oliva. Per tale motivo, l’estratto di foglie di olivo è oggetto di particolare considerazione da parte degli esperti. In una ricerca che ha coinvolto 40 gemelli monozigoti affetti da ipertensione, in cui 20 di loro hanno assunto l’estratto di foglie di olivo e altri 20 il placebo, i pazienti che hanno ricevuto l’estratto di foglie d’olivo hanno ottenuto un calo significativo della pressione sanguigna.

Ulteriori benefici dell’estratto di foglie di olivo

I dati preclinici sull’estratto di foglie di olivo indicano che le sue proprietà non si limitano solamente agli effetti descritti in precedenza. Si possono ottenere ulteriori benefici per la salute dal consumo di questo prodotto naturale al 100%. Tra cui:

  • Il tè di foglie di olivo esercita un effetto preventivo contro l’anemia e altri squilibri eritrocitari.
  • L’assunzione regolare di tè di foglie d’olivo abbassa il colesterolo LDL e i trigliceridi.
  • L’estratto di foglie di olivo apporta una neuroprotezione su un modello animale di sclerosi multipla.
  • Allo stesso tempo riduce le patologie del tratto respiratorio superiore.
  • In una ricerca è stato dimostrato che l’estratto di foglie di olivo riduce il rischio di diabete di tipo 2.

Oltre a tutti questi benefici per la salute, l’estratto di foglie di olivo vanta proprietà antivirali nel trattamento dell’herpes zoster. Al fine di sfruttare tutte queste proprietà, è preferibile utilizzarlo sotto forma di estratto standardizzato piuttosto che di foglie secche. Tale modalità di assunzione ci dà la certezza che stiamo assumendo in totale sicurezza il contenuto necessario di composti bioattivi.

Come rafforzare il sistema immunitario

Con il trascorrere degli anni, la funzionalità del sistema immunitario diminuisce considerevolmente. Affinché si inverta questo processo naturale ma al contempo degenerativo, è necessario apportare all’organismo un insieme di nutrienti che possano garantire un’efficace risposta immunitaria. Come possiamo rafforzare il sistema immunitario? Ecco alcuni consigli.

Vitamine e nutrienti in grado di rafforzare il sistema immunitario

Se si desidera condurre una vita longeva e sana, occorre avere un sistema immunitario efficiente. Per raggiungere questo obiettivo, l’alimentazione è di primaria importanza. Di seguito alcuni nutrienti e vitamine che possono aiutarvi a raggiungere questo proposito.

Vitamina C

Il funzionamento corretto di numerose cellule immunitarie è direttamente collegato all’assunzione di vitamina C. Per esempio, i fagociti. I fagociti sono cellule responsabili della distruzione dei batteri e di altri organismi dannosi per l’organismo. La carenza di vitamina C non solo ci indebolisce contro gli agenti nocivi, ma ci rende anche più inclini alle infezioni virali in particolare delle vie respiratorie.

Quercetina

Diversi studi hanno evidenziato che la quercetina riduce l’incidenza dei raffreddori comuni e delle infezioni che colpiscono le vie respiratorie superiori. In aggiunta, questo flavonoide di origine vegetale ha dimostrato di essere molto efficace contro le infezioni batteriche, riducendo la loro risposta infiammatoria e rafforzando le difese dell’ospite. La quercetina non può essere facilmente assorbita dall’organismo, quindi i ricercatori la integrano con un fitosoma che funge da vettore.

Vitamina D

Questa vitamina ostacola la capacità dei virus di riprodursi, concorre alla riparazione delle membrane cellulari e stimola la produzione di proteine responsabili della protezione contro le infezioni. Una carenza di vitamina D non solo ci rende vulnerabili ai raffreddori, ma anche a malattie croniche come le malattie cardiovascolari, il deterioramento cognitivo e il cancro.

Zinco

Questo elemento minerale essenziale è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Interviene nella divisione e nella crescita cellulare, nel metabolismo dei carboidrati e nella cicatrizzazione delle ferite. È stato dimostrato che l’assunzione orale nelle persone anziane stimola la risposta allo stress dei globuli bianchi.

Lactobacillus rhamnosus CRL1505

Questo ceppo probiotico rafforza il sistema immunitario aumentando i livelli di IgA secretorie, che agiscono come un sistema di difesa integrato nelle membrane mucose della cavità nasale e delle vie respiratorie superiori. Di conseguenza, si riduce il rischio di tonsillite, faringite, influenza, polmonite e il raffreddore comune.

Lievito di S. cerevisiae

Il lievito di birra, come è comunemente noto il lievito S. cerevisiae, concorre a promuovere la risposta immunitaria dell’organismo, in particolare per contrastare le allergie. Ciò è possibile poiché supporta l’attività delle cellule Nk, la produzione di IgA secretorie, fornendo una risposta difensiva agli allergeni esterni e contro i raffreddori.

Cos’è vitrocuantic e a cosa serve?

vitrocuantic

Uno dei principali obiettivi della società contemporanea è il raggiungimento del benessere. Pertanto, si continuano a studiare soluzioni alternative che consentano di vivere meglio e più a lungo. A tale proposito, Vitrocuantic6 è un’azienda specializzata nella produzione e fabbricazione artigianale di elementi terapeutici in vetro che si basano sull’informazione cellulare. Ma come opera e quali sono i suoi benefici?

Cos’è vitrocuantic

Vitrocuanticâ  è il nome attribuito al vetro che ha subito un processo di trattamento termo-meccanico di crittografia delle informazioni codificate. Si tratta di un lavoro bioenergetico basato sulla naturopatia e sulla codifica binaria di i-Chin ed empiricamente testato da diversi operatori che operano nel settore del benessere, compreso quello animale e vegetale. Questa tecnologia rientra nel quadro di vari progetti di studio condotti dal gruppo di ricerca ELISAVA sul benessere e sui materiali.  Questa tecnologia opera utilizzando il codice binario specifico per essere decodificato esclusivamente dalla cellula.

Per molti anni si è ritenuto che l’ambiente e il modo in cui lo percepiamo abbia un impatto diretto sul benessere delle persone. Tale condizione può implicare sia un effetto positivo che negativo. Ai nostri livelli convenzionali di percezione, le informazioni provenienti dall’ambiente circostante vengono assorbite dai recettori responsabili dell’invio di un segnale al cervello, controllando così ciò che viene percepito, così come la risposta che viene generata. Vitrocuantic  concepisce l’energia, la materia e la forma come il trinomio di elementi primari e basilari che compongono e codificano la realtà. L’informazione che riceviamo dall’ambiente è, quindi, l’elemento che costruisce quella determinata realtà in modo armonioso. Una informazione codificata che può essere interpretata da ciascuna delle nostre cellule. Questa è la missione di Vitrocuantic.

Tripuntor Vitrocuantic

Come opera vitrocuantic

Vitrocuantic  è un trattamento termomeccanico di integrazione di informazioni binarie che opera tramite elementi terapeutici in vetro, ideati come ologrammi bioenergetici. Ciascuno di questi elementi è dotato di una specifica e determinata identità vibrazionale. Tale identità è riconosciuta esclusivamente dalle cellule e non a livello intellettivo. a

Il processo di informazione cellulare del trattamento con Vitrocuantic  si basa sulla latenza empatica. Ovvero, queste informazioni sono sincroniche con il battito cardiaco per essere integrate con lo stato empatico ed emotivo del ricevente. In tal senso, gli strumenti di Vitrocuantic  offrono una moltitudine di usi terapeutici per il miglioramento del benessere. Per esempio:

  1. Agopuntura: I tripuntori e i pentapuntori di Vitrocuantic sono stati sviluppati basandosi sui principi delle Tre Forze, dei 5 elementi e della codifica trigrammatica con l’obiettivo di offrire un servizio specifico agli agopuntori senza che sia necessario ricorrere all’inserimento. Ciò è dovuto al fatto che questi strumenti forniscono un’energia trinaria unitamente alla capacità di inserzione. In altri termini, Vitrocuantic  ha integrato nei suoi strumenti le informazioni binarie relative ai 14 canali principali dell’agopuntura per armonizzare le tre forze energetiche (positive, negative e neutre).
  2. Bilanciamento energetico: gli strumenti Vitrocuantic  sono idonei ad intervenire sul deficit energetico per fissare ed equilibrare l’energia di un ricevente attraverso le tre forze e non solo attraverso le due polarità comunemente conosciute.
  3. Trattamento del dolore: Vitrocuantic  può anche essere utilizzato nei trattamenti laser per essere applicato al punto di dolore, al meridiano, ecc. Così come per trasferire al contenuto d’acqua che sarà ingerito o applicato successivamente.
  4. Riflessologia: I vetri che costituiscono questa tecnologia possono essere applicati anche manualmente seguendo i precetti della riflessologia. In tal caso, non è necessario esercitare una pressione sulla zona, poiché l’informazione viene trasferita mediante un contatto lieve senza la necessità di attivare solo il riflesso neurologico e il laser o l’applicazione cromoterapica possono anche essere utilizzati al fine di aumentare il grado e la portata dell’intervento.
  5. Auricoloterapia: Vitrocuantic  può anche essere utilizzato in sessioni di auricoloterapia dove l’agopuntura viene eseguita nella zona del padiglione auricolare (orecchio). Senza ricorrere ad aghi o altri elementi, e amplificando, attraverso le informazioni codificate, il grado di risposta neurologica. 
  6. Anti-età: lo strumento Procaína Vitrocuantic  (combinazione di due vitamine solubili del complesso B) produce un effetto bioenergetico in grado di migliorare la riconnessione cellulare e quindi di orientare la gestione dei tessuti nel loro ritorno a una condizione di benessere: rughe, cicatrici e ustioni della pelle, tra le altre condizioni. Si applica, senza la necessità di effettuare un’iniezione, introducendo la Procaína in acqua per utilizzo orale o per trasferimento di fotoni. È altresì un importante modulatore psichico.

In sintesi, la tecnologia Vitrocuantic  promuove il benessere dei destinatari, compresa la componente emozionale e psicologica, permettendo loro di gestire al meglio la complessità della vita quotidiana.

La correlazione tra vitamina D e magnesio

Nel corso degli anni, è stata dimostrata l’importanza della vitamina D a favore del corretto funzionamento del sistema immunitario, delle performance cognitive e della salute cardiovascolare. Non c’è da stupirsi che il suo consumo sia aumentato considerevolmente negli ultimi 10 anni Tuttavia, occorre sottolineare che, affinché la vitamina D possa svolgere correttamente la sua funzione, deve essere supportata dal magnesio. Vediamo come.

I benefici della vitamina D

La vitamina D a livelli ottimali promuove la capacità di trattenere e assorbire minerali come il fosforo e il calcio, essenziali per lo sviluppo corretto a livello osseo e dentale. Di fatto, una deficienza di vitamina D può condurre al rachitismo e all’osteoporosi.

Il modo migliore per assimilare questa vitamina nell’organismo è l’esposizione controllata ai raggi solari. Il bagno solare, sempre da effettuarsi con la protezione necessaria contro i raggi UV, favorisce la regolazione nel sangue di minerali come quelli menzionati in precedenza.

Un’altra abbondante fonte di vitamina D è costituita da una dieta alimentare che prevede prodotti lattiero-caseari, uova, salmone, sardine e fegato di manzo. Questi alimenti favoriscono la funzione immunitaria dell’organismo, oltre a ritardarne l’invecchiamento. Come mai allora la vitamina D necessita di magnesio per essere realmente efficace?

Il ruolo del magnesio nell’attivazione della vitamina D

Nel corso degli anni, i ricercatori hanno scoperto che il magnesio è un minerale essenziale per beneficiare in modo salutare della vitamina D. Effettivamente, le persone con livelli insufficienti di magnesio non sono in grado di ottenere tutti i vantaggi della vitamina D.

Il magnesio non solo contribuisce al trasporto della vitamina D nel sangue, ma attiva anche le sue proprietà. Il consumo di vitamina D, sia per esposizione solare che per via orale, non determina di fatto la sua attivazione. È necessario infatti che gli enzimi epatici e renali eseguano il loro compito prima che questa vitamina si possa attivare per assolvere alle sue funzioni vitali. Questi enzimi richiedono il magnesio per il loro corretto funzionamento. In caso contrario, la vitamina D sarà presente nell’organismo, ma in forma inattiva.

Pertanto, il magnesio aiuta ad attivare i recettori necessari alle cellule per sfruttare appieno la vitamina D. Stando agli ultimi studi in materia di longevità, questa combinazione di magnesio e vitamina D potrebbe rivelarsi salvavita, poiché riduce il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer:

  • Diabete di tipo II.
  • Malattie cardiovascolari.
  • Depressione e demenza.
  • Disturbi del sistema muscolo-scheletrico.
  • Alcuni tipi di tumore.
  • Problematiche legate al sistema immunitario.

Integratori nutrizionali in caso di ipotiroidismo

L’ipotiroidismo, o tiroide sotto attiva, è un disturbo per il quale la funzione tiroidea non produce abbastanza ormoni affinché si svolga l’attività metabolica delle cellule. Ciò si traduce in problematiche sia fisiche che emozionali. Al fine di supportare la salute della ghiandola tiroidea sono disponibili una serie di integratori nutrizionali che è importante tenere in considerazione.

Cos’è l’ipotiroidismo e come influisce sulla salute?

Quando il tasso di conversione dell’ossigeno e delle calorie in energia non è appropriato, si verifica uno squilibrio nel tasso metabolico delle persone (ipotiroidismo). Quando la tiroide non genera sufficienti ormoni T3 e T4, il metabolismo rallenta causando effetti dannosi all’organismo, come ad esempio:

  • Affaticamento.
  • Costipazione.
  • Aumento di peso senza motivo apparente.
  • Debolezza.
  • Crampi muscolari.
  • Problemi gastrointestinali.
  • Colesterolo elevato.
  • Ipersensibilità al freddo.
  • Caduta dei capelli.
  • Secchezza cutanea.
  • Depressione.

Se l’ipotiroidismo non viene trattato in tempo, le complicazioni possono essere ancora superiori, tra cui malattie cardiovascolari, gozzo e demenza.

Integratori nutrizionali in caso di ipotiroidismo

Oltre a un trattamento medico adeguato, sono disponibili alcune sostanze nutritive che sostengono lo stato di salute della tiroide. In tal senso, gli integratori possono contribuire a far sì che la tiroide svolga la sua funzione. Quali nutrienti contribuiscono a risolvere il problema dell’ipotiroidismo?

  1. Iodio: questo nutriente è essenziale per la sintesi dell’ormone tiroideo. È stato dimostrato che bassi livelli di iodio sono associati allo sviluppo del gozzo e dell’ipotiroidismo. Alcuni sali da tavola e alghe marine sono ricchi di questo nutriente.
  2. Selenio: questo micronutriente è essenziale per garantire il funzionamento della tiroide, così come per rafforzare il sistema immunitario. Il selenio è presente nei cereali, nelle noci del Brasile e in alcuni prodotti ittici.
  3. Vitamina A: la carenza di vitamina A è associata alla disfunzione tiroidea. È presente in alimenti come il fegato, le uova, l’olio di pesce e le verdure.
  4. Zinco: parliamo di uno degli elementi essenziali il cui ruolo è indispensabile per la produzione di ormoni tiroidei. È importante assumere integratori a base di rame contemporaneamente all’assunzione di un integratore di zinco per evitare che interferiscano l’uno con l’altro.
  5. Ferro: questo elemento è importante per la crescita e lo sviluppo dell’organismo. La sua carenza non solo causa anemia, ma comporta anche problemi legati alla tiroide. Il ferro è presente in alimenti come i frutti di mare, le noci, le carni magre e le verdure.

Altri integratori alimentari che supportano la salute della tiroide che non possiamo omettere di menzionare sono: vitamine E, D e B12, estratto di Guggul, estratto di Ginseng coreano ed estratto di Curcuma.

Glutammina, l’aminoacido che rafforza l’organismo

Il nostro codice genetico impiega fino a 20 aminoacidi per costituire le proteine. Uno di questi aminoacidi è la glutammina. L’aminoacido semi-essenziale più abbondante e polivalente dell’organismo. Perché lo definiamo semi-essenziale? Perché i ricercatori sostengono che il nostro organismo non è in grado di produrre una quantità sufficiente di glutammina. Ciò implica che, in alcune situazioni cliniche specifiche, è necessario fornire un apporto extra di questo aminoacido.

Cos’è la glutammina

La glutammina è l’aminoacido più diffuso nell’organismo. Anche se è considerato un aminoacido non essenziale, poiché può essere sintetizzato dall’organismo, si possono verificare casi in cui le riserve di glutammina possono esaurirsi in seguito a:

  • Alterazioni del sistema immunitario.
  • Modifiche nella struttura e nella funzione della mucosa intestinale.
  • Modifica del tessuto linfatico.

La maggior parte degli specialisti, viste queste considerazioni, consiglia di compensare queste carenze di glutammina assumendola per via orale. La glutammina è coinvolta in numerosi processi metabolici in diversi organi e sistemi. Per queste ragioni, la glutammina è stata anche considerata l’aminoacido più versatile nella fisiologia umana. Da qui la sua importanza come nutriente. L’esercizio estremo o lo stress derivante da interventi chirurgici, così come la somministrazione di corticosteroidi comportano un aumento dell’assorbimento di glutammina da parte dell’intestino.

Benefici della glutammina in relazione alla salute intestinale

Tre studi verificati hanno dimostrato i benefici della glutammina in relazione alla salute intestinale. Più di trenta soggetti adulti in sovrappeso hanno assunto glutammina per due settimane; in questo trial è stato osservato un miglioramento del bilanciamento del microbiota intestinale, per cui si può concludere che il ricorso alla glutammina è un valido supporto nel ristabilire con successo le condizioni favorevoli della flora intestinale.

Allo stesso modo, 10 maschi attivi sono stati trattati con glutammina o placebo prima di praticare esercizi fisici intensi. Il risultato di questo trial è una minore permeabilità gastrointestinale dopo la pratica sportiva. Nota come “leaky gut” (sindrome da alterata permeabilità intestinale) è correlata a vari disturbi digestivi, che vengono attenuati grazie all’assunzione di questo aminoacido.

Inoltre, in uno studio più ampio su 106 pazienti con sindrome dell’intestino irritabile, è stata somministrata glutammina o placebo, riducendo il livello di gravità della loro patologia intestinale fino a 50 punti.

Sono emersi altri benefici della glutammina:

  • Migliora la funzione immunitaria.
  • Diminuisce l’accumulo di ammoniaca nel sangue di atleti professionisti.
  • Riduce il dolore muscolare dopo l’esercizio fisico.
  • Permette di mitigare la mucosite causata dalla chemioterapia e dalla radioterapia nei pazienti oncologici.
  • Allevia i sintomi nei pazienti con anemia falciforme.
  • Stimola la funzionalità del sistema nervoso centrale.

L’ozonoterapia come terapia complementare nelle malattie oncologiche

Prima di approfondire l’argomento, è importante sottolineare che l’ozonoterapia non deve mai sostituire nessun’altra terapia oncologica. Pertanto deve essere sempre usata come adiuvante nella cura delle malattie oncologiche. Basandosi su questo assioma, è stato osservato che il trattamento con ozono medicale nell’organismo rallenta il processo di sviluppo tumorale.

Ozonoterapia e oncologia

Le ricerche relative all’ozono sono iniziate negli anni ’70 in modelli animali affetti da cancro. Oggigiorno, l’ozonoterapia è applicata come adiuvante nella lotta contro il cancro. È stato infatti dimostrato che l’ozono ha un effetto ossigenante sulle cellule tumorali, ritardando quindi la progressione delle neoplasie. Grazie a questa medicina alternativa è possibile ottenere:

  • L’aumento del flusso sanguigno.
  • L’ossigenazione del tessuto lesionato.
  • La regolazione metabolica e la diminuzione dell’acidosi lattica.
  • L’incremento del livello di antiossidanti.
  • La produzione transitoria di ossidazione che interessa le cellule tumorali ma non le cellule sane.
  • La diminuzione dei processi infiammatori.

Effettivamente, esistono studi realizzati in pazienti con diagnosi di cancro al seno trattati con ozonoterapia i cui risultati indicano un notevole miglioramento di vari parametri immunologici (immunomodulazione del sistema difensivo). Se si tiene conto che uno dei fattori chiave tumorali è l’infiammazione causata dagli ossidanti, la quale favorisce i processi oncologici, è possibile affermare che la somministrazione di ozono sull’organismo ne attenua l’evoluzione.

Pertanto, si conclude che il ricorso all’ozonoterapia è un elemento complementare efficace non solo per ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti antitumorali come la chemioterapia e la radioterapia, ma anche per migliorare la qualità della vita dei pazienti potenziando il loro sistema immunitario.

Riconoscimento allo studio sull’utilizzo dell’ozonoterapia applicata al cancro

In tal senso, l’Ospedale Universitario di Gran Canaria ha ricevuto un riconoscimento per lo studio condotto dai suoi medici specialisti delle Unità di Ricerca e Dolore Cronico sui benefici dell’ozono nella gestione della tossicità dei trattamenti oncologici.

Questo studio si basa essenzialmente sull’evidenza scientifica della terapia oncologica con O3T. La ricerca ha rivelato che le cellule cancerogene presenti nei tumori mammari, polmonari e uterini sono inibite in vitro dalla terapia O3T.

In breve, anche se devono ancora essere condotte diverse ricerche, è possibile affermare che il trattamento con ozono ha effetti positivi sull’inibizione delle cellule tumorali polmonari, mammarie e uterine.

Mantenere le cellule giovani grazie all’autofagia

Ogni cellula del corpo contiene proteine e altri componenti che attendono a funzioni metaboliche cruciali, dalla regolazione della stessa funzione cellulare alla semplificazione delle reazioni biochimiche.

In giovane età, il nostro meccanismo cellulare interno e il suo processo di degradazione e di riciclo dei componenti cellulari integrato (autofagia) operano al massimo dell’efficienza. Ciò consente alle cellule di recente costituzione di eliminare le loro scorie metaboliche.

Letteralmente, dal greco “autofagia” significa mangiare sé stesso. In questo processo catabolico, la cellula degrada e ricicla i componenti citoplasmatici e gli organelli danneggiati e invecchiati.

Il normale processo di autofagia supporta il regolare funzionamento dei tessuti e garantisce il benessere generale.

Ma l’invecchiamento dell’organismo e la cattiva alimentazione contribuiscono a ridurre l’efficienza di questo processo essenziale. 

Quando si verifica un rallentamento di questo meccanismo, le tossine e i prodotti di scarto metabolici si accumulano. Tale rallentamento compromette l’ottimizzazione della funzione cellulare.

Ne risulta una diminuzione repentina della salubrità e della funzione cellulare. Tale riduzione del processo autofagico è stata collegata a molte patologie correlate all’invecchiamento. 

Metodologie di stimolazione dell’autofagia

La ricerca ha dimostrato che durante i periodi di digiuno intermittente o di restrizione calorica, quando i nutrienti sono scarsi, le cellule attivano autonomamente il processo autofagico. Anche l’esercizio fisico stimola nelle cellule l’autofagia. 

A livello cellulare, due proteine regolatrici giocano un ruolo chiave nel controllo dell’autofagia: mTOR e AMPK.

La proteina mTOR agisce come regolatore biomolecolare del metabolismo. Quando l’apporto calorico è elevato e i nutrienti sono abbondanti la proteina mTOR si attiva e inibisce il processo autofagico.

 L’inibizione dell’eccesso dell’attività della proteina mTOR, per contro, può comportare un aumento del processo autofagico (degradazione degli scarti cellulari).

In altri termini, il consumo costante di calorie nega alle cellule che invecchiano la capacità di degradare i propri componenti di scarto mediante l’autofagia.

 Il digiuno ininterrotto da 16 a 18 ore può facilitare il processo autofagico, ma la maggior parte delle persone necessita di un supporto complementare sotto forma di nutrienti che sopprimono l’eccesso di mTOR.

La proteina AMPK funge da attivatrice del processo autofagico. È stato dimostrato che la stimolazione dell’AMPK migliora la salute metabolica e la durata del ciclo vitale delle nostre cellule.

Due sostanze nutrienti che stimolano l’autofagia

Grazie a queste nozioni, i ricercatori hanno cercato di individuare metodi efficaci per stimolare il processo autofagico individuando, a tal proposito, due sostanze nutrienti: il flavonoide luteolina e la piperlongumina,

La luteolina appartiene al gruppo dei flavonoidi, sostanze nutrienti di origine vegetale. È presente in vari frutti, verdure come i broccoli ed erbe come prezzemolo, camomilla, timo, dente di leone, sedano o equiseto.

È stato dimostrato che la luteolina aumenta l’attività della AMPK e inibisce la segnalazione della mTOR. Questo effetto attiva l’autofagia e di conseguenza migliora il metabolismo cellulare.

La piperlongumina è un componente isolato dalla pianta del pepe lungo.

Come la luteolina, la piperlongumina ha dimostrato in ricerche condotte su colture cellulari e su animali di attivare l’autofagia inibendo la segnalazione della mTOR e attivando l’AMPK. 

Ma la piperlongumina stimola l’autofagia in un modo diverso dalla luteolina.

Una proteina denominata beclin-1 è un importante attivatore del processo autofagico.
Un’altra proteina, denominata Bcl-2, si lega alla proteina beclin-1 e inibisce la sua capacità di innescare l’autofagia.

La piperlongumina innesca il rilascio della proteina beclin-1 e inibisce la Bcl-2, il che consente di innescare l’autofagia.

Pertanto, la luteolina e la piperlongumina sono particolarmente promettenti al fine di massimizzare il processo autofagico corretto, ringiovanire le cellule e mantenere una funzione cellulare ottimale.

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