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Che cos’è la cromoterapia e a cosa serve?

La cromoterapia consiste in una medicina alternativa o naturopatia che si avvale della visualizzazione dei colori in cui è suddiviso lo spettro della luce solare con lo scopo di migliorare le condizioni di salute del paziente. Si è dimostrato che l’incidenza dei colori su una superficie genera una vibrazione in grado di influenzare l’organismo degli individui. In questa occasione, noi di Kinepharma desideriamo fornirvi maggiori informazioni su questa tecnica e sui suoi benefici.

Che cos’è la cromoterapia

Il ricorso ai 7 colori dello spettro solare (ogni colore svolge una diversa funzione terapeutica) allevia numerosi disturbi. La cromoterapia è un trattamento complementare basato sulle onde emesse dai colori. Tali onde agiscono sulle cellule dell’organismo, migliorando il bilanciamento tra corpo e mente.

I colori sono stati di vitale importanza per il genere umano fin dall’antichità. Nel panorama della medicina alternativa, i colori sono divenuti uno strumento terapeutico complementare ad altre metodologie. In cromoterapia i 7 colori corrispondono ai sette chakra principali. Come agisce questa terapia?

Rosso

Questo colore trasmette energia e apporta vigore. Viene utilizzato per trattare l’apatia fisica, il raffreddore, l’ipotensione e le atonie.

Giallo

Il giallo è un colore purificante che apporta allegria ed entusiasmo. Viene utilizzato per migliorare l’umore, anche se in eccesso può risultare fastidioso per alcuni individui.

Arancione

In questo colore confluiscono le proprietà del rosso e del giallo. L’arancione favorisce la salute emotiva, la creatività e la comunicazione. Contrasta i blocchi mentali, ma una quantità eccessiva può provocare agitazione.

Blu

Il blu è un antidolorifico naturale. Stando a uno studio dell’Università del Pakistan, questo colore potrebbe contribuire a mitigare il dolore. Il blu è indicato nei casi di stress e stanchezza.

Verde

Questo colore si raggiunge grazie al giallo e al blu, quindi placa la stanchezza fisica e mentale. È considerato la tonalità dell’ottimismo e della speranza, ma utilizzato in eccesso può deprimere o debilitare il paziente.

Viola

Il viola favorisce la capacità di ispirazione, rasserena e distende, riducendo l’ansia, la paura e le problematiche legate alla memoria.

Come si esercita la cromoterapia

Esistono diverse modalità di applicazione al paziente dei benefici della cromoterapia. Eccone alcune:

  • Tramite bagni di luce colorata, mediante lampadine o filtri che applicano il colore adeguato.
  • Attraverso tessuti di colore naturale che avvolgono il corpo della persona (compreso l’uso di indumenti).
  • Mediante elementi decorativi domestici.
  • Tramite elisir cromatici da bere o da utilizzare per il bagno, che caricano l’acqua con la vibrazione del colore prescelto.
  • Introducendo l’alimentazione cromatica mediante una dieta che contenga una maggiore quantità di cibo del colore desiderato.
  • Grazie al ricorso alla cromopuntura e all’applicazione di luce colorata sui punti designati.

Una seduta di cromoterapia dura dai 30 ai 60 minuti e deve essere effettuata solo da personale qualificato.

L benefici offerti dalla kinesiologia nel trattamento della malattia di Parkinson

kinesiologia y parkinson

La malattia di Parkinson è una malattia neurodegenerativa progressiva e invalidante, caratterizzata da tremori a riposo, rigidità muscolare, lentezza dei movimenti volontari (bradicinesia), postura incurvata, alterazione dei riflessi posturali, assenza di espressività facciale (ipomimia), ecc. Questa malattia è tra le patologie più ricorrenti nelle persone aventi un’età pari o superiore ai 65 anni. La kinesiologia è una branca della medicina in costante crescita, supportata da un numero sempre maggiore di avalli scientifici, consentendo di conseguire risultati più efficaci. Questi sono i benefici offerti dalla kinesiterapia nel trattamento della malattia di Parkinson. 

Che cos’è il Parkinson e come si manifesta?

La malattia di Parkinson è una patologia cronica a evoluzione lenta e progressiva. Possono essere osservati diversi stadi di sviluppo di questa patologia la quale influisce sulla motilità delle persone e, in ultima istanza, sulla loro qualità di vita complessiva. 

Stadio I

All’esordio della patologia, i sintomi si manifestano tipicamente su un solo lato del corpo. Questa stadiazione solitamente si protrae per circa tre anni. 

Stadio II

Si tratta dello stadio in cui i tremori si manifestano su entrambi i lati del corpo, ma risultano sempre più marcati sul lato in cui si è originata la patologia. La sua durata è di circa 6 anni. 

Stadio III

In questo stadio si manifestano le prime difficoltà di equilibrio, accelerazione della deambulazione in modo inconsapevole e, di conseguenza, cadute pericolose. La durata di questa stadiazione è di circa 6 anni. 

Stadio IV

Il paziente si immobilizza durante il tentativo di muoversi, si manifesta l’insonnia e la mancanza di capacità di svolgere attività in autonomia. In questo stadio il paziente deve essere assistito; la sua durata è di circa 9 anni. 

Stadio V

In questa fase della malattia di Parkinson, il paziente è costretto su una carrozzina o è allettato e deve essere costantemente assistito da una o più persone. La durata di quest’ultimo stadio è di circa 14 anni.  

In che modo la kinesiologia è di beneficio nel trattamento della malattia di Parkinson

Si è dimostrato che i pazienti affetti da Parkinson conseguono una migliore qualità di vita se iniziano il trattamento kinesiologico non appena la malattia viene diagnosticata. Il ruolo del terapeuta in tali casi consiste in:

Riabilitazione motoria

Innanzitutto, è fondamentale comprendere l’ambiente in cui il paziente si muove, affinché il chinesiologo possa determinarne l’accessibilità nei confronti dello stesso. Ciò consente di pianificare una tabella di esercizi fisici funzionali di difficoltà crescente che offrono soluzioni alle disabilità rilevate in una prima valutazione. 

Trattamento del dolore e dei sintomi associati

Il massaggio è uno dei trattamenti più efficaci a favore di questi pazienti. Per contro, la mobilità manuale passiva è utile nel prevenire l’insorgenza di disfunzioni muscolari e nel preservare il range di movimento. Sono spesso utilizzate dal terapeuta anche altre metodologie, quali l’agopuntura e la puntura con ago a secco.

CHINESIOLOGIA E DISTURBI DEL SONNO

Solitamente, i medici prescrivono un trattamento farmacologico nei casi di disturbi del sonno. Ma se questa dinamica si protrae per un periodo superiore a un mese, può determinare la comparsa di altri effetti collaterali, come il rischio di dipendenza, di depressione o di incorrere in imprevisti o incidenti durante la routine quotidiana. Pertanto, la kinesiologia applicata al ritmo circadiano costituisce un’alternativa interessante in grado di assistere le persone che accusano problemi di insonnia. 

Come opera la kinesiologia applicata ai disturbi del sonno

Innanzitutto, come si declina un disturbo del sonno? Il disturbo del sonno comprende tutte le patologie che implicano difficoltà ad addormentarsi o a mantenersi addormentati, nonché quelle in cui si manifestano comportamenti anomali durante il sonno o l’addormentamento in orari e luoghi inappropriati. Si annoverano tra i disturbi del sonno comportamenti quali narcolessia, il sonnambulismo, incubi notturni e l’insonnia, che è la modalità più diffusa tra la popolazione. 

A seconda della tipologia di disturbo del sonno, il trattamento kinesiologico sarà ovviamente differente. È stato dimostrato che i movimenti del corpo coordinati da un kinesiologo favoriscono il rilassamento del corpo e l’aumento della temperatura corporea, due fattori estremamente rilevanti per stimolare e preservare il sonno. Un altro aspetto su cui la kinesiologia interviene nei disturbi del sonno è la gestione del dolore.

In buona sostanza, l’esercizio fisico e la kinesiologia possono essere impiegati come strumenti non farmacologici in grado di ottimizzare la qualità di vita dei pazienti contribuendo a migliorare i problemi derivanti dai disturbi del sonno. 

Rilassamento come parte integrante del trattamento

I kinesiologi propongono ai loro pazienti anche diversi metodi di rilassamento per integrare i loro trattamenti. Sei stressato? Il ritmo frenetico della nostra vita è uno dei fattori più stressanti che caratterizzano la società e che pertanto incidono sulla qualità del sonno. Per tale motivo, è importante eseguire la pratica del rilassamento durante la giornata. Alcuni suggerimenti preziosi che possono essere messi in atto fin da subito sono i seguenti:

  • Non indossare abiti troppo aderenti al fine di favorire la respirazione.
  • Ritagliarsi i momenti di relax in luoghi tranquilli e privi di distrazioni. 
  • Prendersi cura della propria postura mentre si lavora, si guarda la TV o si è a letto. 
  • Praticare una respirazione controllata, concentrando l’attenzione solo sull’inspirazione e sull’espirazione, rilassando tutti i muscoli del corpo. 

Sono piccole cose che possono essere adottate autonomamente e che miglioreranno senza dubbio i problemi del sonno, l’ossigenazione del sangue, la resistenza nei confronti delle malattie e il recupero fisico e mentale. 

Microimmunoterapia (MIT); la medicina di domani

Un sistema immunitario rafforzato è il fattore chiave per condurre una vita sana. La funzione a cui assolve è quella di preservarci dalle malattie contrastando i batteri, i virus, le cellule tumorali, ecc. Pertanto, i ricercatori stanno focalizzando maggiormente i loro studi su trattamenti mirati specificamente a supportare il sistema immunitario. In questo articolo tratteremo il tema della microimmunoterapia. Una terapia immuno-modulante utilizzata per reimpostare la risposta immunitaria.

Che cos’è la microimmunoterapia?

La microimmunoterapia non è una terapia di recente introduzione. Di fatto, è stata suggerita dal medico belga Maurice Jeaner 55 anni fa. È ormai assodato che quasi tutte le patologie comportano un interessamento diretto o indiretto del sistema immunitario. La microimmunoterapia è un trattamento di immuno-modulazione che si avvale degli stessi messaggeri del sistema immunitario al fine di trasmettere informazioni e regolare la risposta immunitaria. O, in altre parole. La sua “mission” è di instaurare una corretta comunicazione tra le cellule del sistema immunitario affinché recuperino la capacità di contrastare gli agenti patogeni o limitino la loro risposta quando questa è sproporzionata.

In sintesi, la microimmunoterapia utilizza sostanze immunitarie a basso dosaggio, allo scopo di preservare la naturale funzionalità immunitaria di ogni individuo. Ciò permette di riequilibrare efficacemente un sistema immunitario alterato. Come? Supportando la capacità di autoregolazione del sistema immunitario.

Microimmunoterapia: diagnosi e somministrazione

La microimmunoterapia è compatibile con altri trattamenti. Solitamente la diagnosi relativa a un paziente si consegue mediante sierologia e altri esami che indicano l’immunità individuale rispetto a potenziali agenti patogeni. Analogamente, si tengono in considerazione anche altri aspetti, come l’eredità genetica, lo stato emotivo e nutrizionale, l’ambiente in cui il paziente vive, lo stile di vita, ecc.

Occorre ribadire che la microimmunoterapia non esercita un’azione aggressiva sul sistema immunitario. Il suo scopo è quello di fornire le informazioni necessarie per recuperare il suo bilanciamento e dunque favorire la guarigione del paziente. In altri termini, i farmaci microimmunoterapici sono concepiti per comunicare con il sistema immunitario, mimando e rafforzando i suoi processi. Tali farmaci possono essere somministrati a mezzo di:

  1. Somministrazione sequenziale: osservando una sequenza logica che rispetti il funzionamento della risposta immunitaria. A tale scopo, la composizione di ogni capsula è diversa, presentano colori differenti e sono numerate da 1 a 10, formando sequenze composte da 5 o 10 capsule.
  2. Somministrazione sublinguale: le capsule di microimmunoterapia non si assumono oralmente per intero. Il loro contenuto si colloca sotto la lingua, affinché i piccoli globuli contenuti vengano assorbiti rapidamente, trasmettendo così le informazioni necessarie.

Benefici dell’agopuntura nel trattamento del cancro della cavità orale

Il cancro della cavità orale è una delle patologie in crescita nella popolazione maschile al di sopra dei 40 anni. In percentuale minore, sono interessate anche le persone di sesso femminile. Questa patologia contempla i tumori del cavo orale e della gola. Il tabagismo, il consumo di alcool o l’infezione provocata dal papilloma virus umano (HPV) sono le cause principali del cancro della cavità orale. Tuttavia, non sono gli unici fattori che favoriscono la comparsa di questa neoplasia maligna.

Che patologia è il cancro della cavità orale

Il cancro della cavità orale è annoverato tra le neoplasie orofaringee. In base ai dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’incidenza di questo tipo di cancro in Spagna è di 15 casi all’anno nella popolazione maschile e di 4 casi all’anno nella popolazione femminile ogni 100.000 abitanti. La diagnosi di cancro della cavità orale si basa sulle seguenti evidenze:

  • Difficoltà di linguaggio, masticazione o deglutizione.
  • Comparsa di piaghe, irritazioni e/o noduli nella gola, nella bocca o nelle labbra.
  • Comparsa di una chiazza rossa o bianca nella bocca.
  • Rigonfiamento della mandibola
  • Mal di orecchie
  • Intorpidimento della bocca o della lingua.
  • Caduta dei denti.

Dopo la comparsa dei primi sintomi, la diagnosi precoce del cancro della cavità orale è cruciale per il suo trattamento e la sua guarigione. Uno dei medici specialisti che solitamente sono i primi a diagnosticare questo tumore è il dentista durante la visita di routine.

Come l’agopuntura può contribuire a contrastare il cancro della cavità orale

Il trattamento del tumore della cavità orale prevede solitamente ricorso alla chirurgia, alla radioterapia e alla chemioterapia. Tali misure terapeutiche comportano effetti collaterali che spaziano dalla secchezza delle fauci, alla screpolatura o ulcerazione dei tessuti, alla difficoltà di masticazione e deglutizione, alla perdita del gusto, alla necrosi ossea, al trismo, alla carie dentale, fino ad altre tipologie di lesioni estremamente fastidiose per i pazienti.

I benefici dell’agopuntura sono stati sanciti dall’UNESCO che l’ha riconosciuta come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Questa terapia tradizionale, facente parte della medicina cinese, non solo è sicura, ma apporta inoltre numerosi vantaggi nel trattamento del cancro della cavità orale:

  1. Allevia gli effetti collaterali di altre procedure mediche.
  2. Lenisce il dolore.
  3. Stimola la circolazione sanguigna, così come l’idratazione e la lubrificazione delle membrane mucose.
  4. Contribuisce all’equilibrio dell’organismo e delle funzioni tra i diversi organi.
  5. Consente di ridurre il carico di stress per il paziente. Ad esempio, il fegato è l’organo incaricato di trasferire l’energia corporea in ogni direzione. Tuttavia, il rilascio di cortisolo può ostacolare questa capacità di circolazione.

In Cina, l’agopuntura è associata alla fitoterapia nelle terapie antitumorali al fine di costituire un substrato in cui è difficile che il cancro della cavità orale possa diffondersi.

Piante medicinali da utilizzare in menopausa

La menopausa sancisce la fine della fase riproduttiva di una donna. La diminuzione dei livelli ormonali induce le ovaie a cessare gradualmente la loro attività. Tale cessazione graduale determina la scomparsa delle mestruazioni. La menopausa è un processo lento che condiziona ogni donna in modalità diversificate. Le sintomatologie più ricorrenti sono la sudorazione, le vampate di calore, la secchezza vaginale e gli sbalzi d’umore. In questo articolo, intendiamo illustrare come utilizzare alcune piante medicinali al fine di contrastare tali fastidiose sintomatologie.

Cos’è la menopausa e quali sono le sue sintomatologie?

La menopausa si manifesta solitamente nelle donne con età compresa tra i 44 e i 52 anni. Ma, come menzionato in precedenza, non influenza tutte le donne allo stesso modo. Mentre alcune sono soggette a una menopausa anticipata (menopausa precoce o prematura), altre sono soggette a una menopausa ritardata (menopausa tardiva). Tuttavia, alcune delle sintomatologie tipiche della menopausa possono essere avvertite già nella fase pre-menopausale:

  • Cicli mestruali abbreviati e irregolari.
  • Fastidio durante i rapporti sessuali causato dalla secchezza vaginale.
  • Aumento di peso.
  • Incontinenza urinaria.
  • Vampate di calore.
  • Sbalzi d’umore.
  • Insonnia.
  • Depressione.

Come attenuare le sintomatologie tipiche della menopausa

Solitamente, il trattamento medico consigliato in questi casi è la terapia ormonale sostitutiva, la quale comporta effetti collaterali, come tra gli altri, un aumentato rischio di cancro al seno. Fortunatamente, madre natura ci mette a disposizione un’ampia varietà di piante che possono contribuire a combattere le spiacevoli sintomatologie tipiche della menopausa senza provocare effetti collaterali.

Agnocasto

Questa pianta è una specie autoctona del Mediterraneo la quale cresce vicino ai fiumi ed è anche impiegata per trattare i sintomi premestruali. Si tratta di un rimedio naturale a lungo termine, particolarmente indicato per mitigare le sintomatologie tipiche della menopausa, così come altri squilibri ormonali.

Cimicifuga

Questa pianta, conosciuta anche come “radice di serpente”, è particolarmente efficace per calmare l’ansia, l’irritabilità, le vampate di calore e l’insonnia durante la menopausa.

Valeriana

Si tratta di uno dei tranquillanti naturali più diffusi nel mondo. Durante la menopausa, la valeriana favorisce un sonno più tranquillo, oltre a contrastare gli stati d’ansia.

Salvia

La salvia è una pianta erbacea particolarmente efficace nel limitare la sudorazione notturna e le vampate di calore.

Non va dimenticato che uno stile di vita sano e attivo contribuisce a rendere la menopausa molto più sopportabile. Includete nella dieta cereali integrali, alimenti fermentati, legumi (ceci, lenticchie, soia, …), alimenti antiossidanti e semi germinati. Fate esercizio all’aperto e accogliete questa nuova fase della vostra vita in modo salutare.

Quali integratori si dovrebbero assumere nella terza età?

Con il trascorrere degli anni, il nostro organismo perde la capacità di produrre vitamine e minerali. Gli integratori specifici per la terza età sono un supporto importante per la salute dei nostri anziani. Tutte le fasi della vita richiedono accortezze specifiche. Nondimeno, quando gli anni si accumulano è opportuno abbinare a una dieta sana alcuni integratori che ci permettano di goderci la vita con la giusta energia.

Carenze nutrizionali nella terza età

Gli over 60 sono la fascia di popolazione che necessita di assumere determinati integratori alimentari. Uno studio condotto dall’Istituto di Alimentazione dell’Università di Navarra ha riscontrato che circa il 30% delle persone appartenenti alla fascia della terza età sono denutrite o a rischio di malnutrizione. Tale condizione è dovuta a diverse cause:

  • Problemi di masticazione e disfagia.
  • Capacità limitata di provvedere alla cottura degli alimenti e all’acquisto degli stessi.
  • Solitudine e perdita di appetito.
  • Trattamenti farmacologici con effetti collaterali, come l’inappetenza.
  • Riduzione del fabbisogno energetico.

Integratori nutrizionali per gli anziani

Gli esperti in materia di salute e nutrizione suggeriscono l’utilizzo di alcuni integratori alimentari in persone appartenenti alla fascia della terza età, onde compensare le loro carenze nutrizionali. Alcuni maggiormente indicati per supportare la salute dei nostri anziani sono:

Omega-3

Gli acidi grassi Omega-3 svolgono una funzione antinfiammatoria e sono altresì necessari per il rafforzamento delle cellule neurali. Gli Omega-3 sono benefici per la funzione cardiaca, contribuendo a mantenere la pressione sanguigna entro i range ottimali, oltre a regolare i livelli di trigliceridi a livello ematico. Le persone che intendono iniziare ad assumere questo integratore alimentare con regolarità in concomitanza con l’assunzione di anticoagulanti dovrebbero modulare la loro terapia farmacologica in accordo con il proprio medico. 

Vitamina D

La vitamina D favorisce la fissazione del calcio nelle ossa, rendendola un integratore fondamentale per la salute dell’apparato scheletrico nelle persone appartenenti alla fascia della terza età. Contribuisce inoltre a modulare il sistema immunitario e riduce il rischio di malattie a carattere cronico e di infezioni.

Collagene

È una delle proteine maggiormente presenti nell’organismo ma, con il trascorrere degli anni, il corpo perde la capacità di produrla autonomamente. Il collagene supporta la salubrità del tessuto connettivo, ovvero le ossa e i tendini. La sua assunzione migliora l’elasticità e l’idratazione della pelle, così come la salute osteo-articolare.

Vitamina C

La vitamina C opera congiuntamente al collagene per stimolarne la produzione. Inoltre, questa vitamina partecipa al regolare funzionamento del sistema immunitario, migliora l’assorbimento del ferro e riduce il rischio cardiovascolare.

Altri integratori nutrizionali che non dovrebbero essere assenti dalla dieta di una persona anziana sono il Ginkgo biloba per stimolare la memoria e l’attenzione, i probiotici per supportare la salute intestinale, in particolare dopo l’assunzione di antibiotici, e lo zinco. Un minerale essenziale che accresce la sensibilità all’insulina, promuove la cicatrizzazione delle ferite e riduce lo stress ossidativo.

Fitoterapia per fegato e cistifellea

La fitoterapia è la scienza medica che studia gli impieghi delle piante e dei loro derivati nelle attività di prevenzione e trattamento delle patologie. In tal senso, il numero di piante medicinali che esercitano un’azione benefica sul fegato e sulla cistifellea è alquanto rilevante. Attualmente, non pochi pazienti affetti da disturbi epatici si sottopongono addirittura a interventi chirurgici per risolvere le complicazioni derivanti dalle loro patologie.

Piante medicinali da utilizzare per la cistifellea e il fegato

Il numero di pazienti che si sottopongono a interventi chirurgici alla cistifellea rimane comunque piuttosto elevato. In taluni casi, ciò può comportare una serie di problemi post-operatori, come la “sindrome post-colecistectomia”, i quali possono richiedere un ulteriore intervento chirurgico. Il trattamento mediante la fitoterapia è un passo fondamentale in tal senso. È un rimedio non aggressivo che allevia considerevolmente il dolore e l’infiammazione.

Le piante medicinali utilizzate in questo caso dalla fitoterapia esercitano effetti diversificati:

  • Effetto coleretico (aumento della secrezione biliare da parte del fegato).
  • Effetto colagogo (incremento dell’escrezione della bile stimolando la contrazione della cistifellea).
  • Effetto spasmolitico o antispasmodico.
  • Effetto carminativo che impedisce la formazione o favorisce l’espulsione dei gas intestinali.
  • Effetto tonificante.
  • Effetto lassativo (i disturbi legati alla cistifellea sono spesso accompagnati da costipazione).

Le piante più comunemente impiegate sono:

  • Cardo mariano: la pianta medicinale più utilizzata nel trattamento dell’epatite acuta e cronica. In tal senso, il cardo mariano ha inoltre manifestato un effetto diretto sulla membrana delle cellule costitutive del fegato. Ciò comporta un miglioramento dei disturbi gastrici e intestinali.
  • Assenzio maggiore: Le proprietà medicinali di questa pianta sono note da diverso tempo. È stato dimostrato che il consumo di assenzio maggiore riduce l’infiammazione a carico della cistifellea e incrementa la secrezione dei succhi biliari. L’assenzio maggiore apporta inoltre importanti benefici a livello epatico; favorisce l’eliminazione delle tossine permettendo una migliore detossificazione e un funzionamento più efficace di quest’organo. Infine, occorre sottolineare che questa pianta è utilissima anche per attenuare le coliche biliari o epatiche.
  • Celidonia: è una pianta che, in generale, contribuisce a mitigare i sintomi derivanti da una indigestione. Inoltre depura il fegato e la cistifellea, oltre ad esercitare un significativo effetto spasmodico sui dotti biliari.

Tra le altre piante medicinali impiegate per il trattamento e la prevenzione dei problemi del fegato ricordiamo il carciofo, l’achillea millefoglie, il ravanello comune, il dente di leone, la menta, il boldo e la lavanda.

Agopuntura e problematiche oculari

Sempre più persone giovani sono affette da problematiche oculari. L’eccessivo impiego di tecnologia, lo stress e la cattiva alimentazione accelerano questo tipo di complicanze oculari. La medicina tradizionale cinese ha utilizzato l’agopuntura come trattamento delle problematiche oculari per migliaia di anni. Vediamo come funziona.

L’agopuntura applicata alla vista

Gli antichi cinesi utilizzavano i punti di pressione relativi alla vista per il trattamento di vari problemi ad essa correlati. Numerosi studi di ricerca hanno dimostrato che l’agopuntura apporta benefici significativi nel migliorare le problematiche oculari come l’affaticamento degli occhi, la sindrome dell’occhio secco, l’edema oculare, le miodesopsie, ecc.

In realtà non esiste un trattamento standard al quale ricorre l’agopuntura. La medicina tradizionale cinese propone sempre una procedura personalizzata in base alle esigenze del paziente. Una problematica oculare è determinata da un possibile squilibrio interno che presumibilmente si manifesta insieme ad altri sintomi correlati ma non esclusivamente di origine visiva. Diverse ricerche hanno dimostrato che l’agopuntura applicata ai disturbi a carico degli occhi aumenta il flusso sanguigno agli occhi, modifica e rigenera i tessuti, stimola la corteccia visiva e l’area del cervello responsabile della vista, e migliora o rimette i sintomi.

La salute degli occhi nella società contemporanea

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mondo si contano 161 milioni di ipovedenti, oltre a coloro che accusano deficit visivi per differenti fattori. Di fatto, un numero sempre maggiore di persone è affetto da problematiche oculari che non sono commisurate alla loro età anagrafica.

La medicina tradizionale cinese associa gli occhi al fegato e all’elemento legno. Anche per quanto riguarda lo yin e lo yang cinese. Un principio filosofico che illustra l’esistenza di due forze opposte ma complementari per la loro presenza nell’universo. In tal senso, un eccesso yang (elemento fuoco) si manifesta nella vista con occhi rossi e dolenti, così come con la presenza di rinite, mal di testa, sensazione di calore e irritabilità. Al contrario, una carenza yin è associata all’idratazione e ai tessuti. Dunque in una situazione del genere riscontriamo la presenza della sindrome da occhio secco, la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio (sabbia), la fotosensibilità, la lacrimazione, ecc.

Tutte le patologie oculari possono essere trattate con l’agopuntura. In numerosi casi ottenendo risultati soddisfacenti e la remissione dei sintomi. In altri casi, la sintomatologia non scompare, ma migliora, così come le condizioni fisiche generali del paziente. Il tutto senza effetti collaterali. Tuttavia, è importante rimarcare che l’agopuntura è un trattamento efficace che deve sempre essere integrato da una visita oftalmologica.

I Fiori di Bach e il loro riconoscimento ufficiale

Flores de Bach Kinepharma

Il ricorso ai fiori di Bach per finalità terapeutiche non è una novità. Il loro utilizzo è già menzionato negli scritti di filosofi celebri come Socrate e Platone. Quindi costituisce una terapia tradizionale naturale utilizzata da secoli, anche dagli aborigeni australiani, così come dalla rinomata medicina tradizionale cinese. I fiori di Bach stanno conquistando sempre più estimatori nel loro percorso verso il riconoscimento in ambito terapeutico.

I fiori di Bach nel mondo

Come altre terapie a base di sostanze naturali, i fiori di Bach non sono riconosciuti o disciplinati in Spagna. Tuttavia, in altri paesi europei, così come in altri paesi del mondo, sono integrati nei rispettivi sistemi sanitari. I paesi in cui questa floriterapia è maggiormente utilizzata e richiesta sono, tra gli altri, per esempio, Inghilterra, Germania, Australia, Francia, Stati Uniti, Svizzera, Sudafrica, Francia.

Anche Cuba, dal 1999, ha integrato questa terapia floreale negli ambulatori naturopati del servizio sanitario nazionale. Un luogo dove i fiori di Bach sono utilizzati da medici, infermieri e farmacisti in diverse tipologie terapeutiche.

Spiegazione scientifica di come operano i fiori di Bach

La scoperta e l’uso dei fiori di Bach, così come li conosciamo oggi, è attribuita al medico britannico Edward Bach, che rese pubblico un metodo curativo basato su 38 fiori della campagna inglese applicato a diversi disturbi emotivi come origine di malattie fisiche e psichiche.

L’azione dei Fiori di Bach è basata sull’informazione energetico-vibrazionale del paziente. In altre parole, non operano rapportandosi ai sintomi fisici, ma allo stato d’animo del soggetto da trattare.

Anche se la comprensione di come operano questi fiori è ancora difficile da discernere, la loro spiegazione scientifica sta iniziando ad essere ratificata da ricercatori illustri come il premio Nobel Luc Montagnier. Questo virologo sostiene che molti scienziati (non solo lui) hanno dimostrato che l’acqua liquida può contenere e conservare molecole biologiche. Inoltre non va dimenticato che la persona proponente questa floriterapia era ugualmente un medico praticante. Lo scopritore dei fiori di Bach, Edward Bach, era un chirurgo traumatologo e uno specialista in batteriologia e immunologia.

Analogamente, già nel 1976, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandava il ricorso ai rimedi alternativi, tra cui la terapia con i fiori di Bach.

Le floriterapie hanno acquisito rilevanza nel tempo, grazie ai loro numerosi benefici scientificamente testati.

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