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Dic 24, 2015

Scopri perché l’agopressione è così efficace

Agopressione

Quando parliamo di agopressione facciamo riferimento a quell’insieme di tecniche che, secondo medicina tradizionale cinese, consistono nel colpire lievemente o premere delicatamente con le dita, determinati punti di agopuntura noti anche come “Tecniche di pressione del meridiano”.

 Ma che differenza c’è tra agopressione e agopuntura? Le tecniche di agopressione fanno sì che ogni persona, tramite colpetti o manipolazione di tali punti, possa concentrarsi interiormente sull’argomento specifico che desidera affrontare, pensando a esso o esponendolo ad alta voce. In questo modo è possibile lavorare con maggiore precisione al motivo per il quale la persona si sente male, che si tratti di una fobia, di depressione, rabbia, dolore fisico, ecc.

Lo scopo di tali tecniche consiste pertanto nel dare sollievo o nell’eliminare i disturbi emozionali, psichici o fisici.

L’agopressione ha trovato la sua prima applicazione in occidente negli anni 60, quando la cultura cinese si è estesa oltre i propri confini.  Fin da subito ha esercitato grande fascino la scoperta o la presentazione di un sistema di flussi energetici, similare al sistema circolatorio, nervoso o linfatico che avvolgeva il corpo ed era particolarmente reattivo in determinati punti (punti di agopuntura).

Attualmente le tecniche di agopressione rientrano nella cosiddetta “psicologia energetica”. Tale aspetto della psicologia dimostra che esiste un collegamento diretto tra il sistema energetico del corpo, la psiche, le emozioni e il comportamento.

Il sistema meridiano o il sistema dei flussi energetici sono dunque soltanto altri sistemi che costituiscono l’organismo (linfatico, circolatorio, muscolare, ecc.) e che svolgono una funzione fondamentale nella risoluzione dei problemi di salute. Ed è così perché si tratta del sistema che funge da collegamento tra la parte fisica e la parte mentale, emozionale e spirituale, svolgendo un ruolo fondamentale nell’elaborazione e trasmissione di emozioni e sensazioni fisiche negative, come il dolore.

Secondo Roger Callahan, pioniere della psicologia energetica, “La causa di tutte le emozioni negative o delle patologie risiede nello squilibrio del sistema energetico del corpo”. Si tratta inoltre anche del sistema dal quale è possibile risolvere il problema.

Quando una sensazione o un’emozione, un dolore fisico o un evento è troppo intenso perché sia assimilato, il sistema dei meridiani può smettere di elaborare gli impulsi e bloccarsi. Ovviamente si verifica un cortocircuito nel sistema, che smette di funzionare in modo corretto.

La cosa più difficile del nostro sistema energetico è che quando insorge un problema in un punto, compromette altri meridiani con i quali comunica. In seguito tale cortocircuito viene conservato, assieme alla sensazione o il pensiero di aver causato il problema, tornandosi ad attivare e provocando un nuovo cortocircuito ogni volta che la persona sente di nuovo la stessa sensazione o pensiero.  Con l’agopressione è possibile modificare questo cattivo collegamento conservato e riattivare il circuito per evitare che succeda di nuovo.

tappeto per agopressioneMa per quali problemi è utile l’agopressione?
L’agopressione può essere utilizzata per i problemi più svariati, come ad esempio per porre fine a paure e fobie, per il trattamento di perdite di memoria croniche, per emozioni negative quali tristezza, colpa o ira, per il trattamento del mal di schiena, per tutti i disturbi muscolari, per la gestione dello stress, per migliorare la circolazione linfatica, ecc.

Affinché il trattamento sia efficace, è importante tenere conto del fatto che, più c’è chiaro qual è il problema che dobbiamo risolvere, più efficace e rapida sarà la sua correzione, ovvero meglio conosci il nome del file che stai cercando, prima lo troverai per poterlo modificare.

Come si devono esercitare le pressioni?
Generalmente si esercitano con due dita, nello specifico con indice e medio e si eseguono da 5 a 8 colpetti. In ogni modo è possibile continuare un po’ di più se necessario per ottenere la correzione.

Per praticare l’agopressione è anche possibile usare il tappeto per agopressione, costituito da punte in fibra naturale che poste sotto il corpo provocano una stimolazione nervosa dei principali punti riflessologici, attivando i meridiani di agopuntura del corpo.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Dic 17, 2015

Come curare la fobia con la kinesiologia

Fobia

La paura è una risposta emotiva in un certo modo adattiva a ciò che ci circonda. Questa emozione innata ci consente di sopravvivere a molte situazioni di pericolo, in quanto la paura è da sempre uno strumento di sopravvivenza, ovvero una reazione che persone e animali mettono in atto in presenza di una minaccia.

Tuttavia, a volte, la paura si estremizza e diventa patologica o si trasforma in fobia.

La paura patologica è quella che supera una certa soglia di normalità, in cui l’essere umano si blocca e diventa incapace di reagire in modo adattivo alle circostanze.

La fobia è una paura molto intensa di qualcosa che in realtà costituisce una minaccia minima o inesistente che può sfociare in un attacco di panico e procurare una sofferenza estrema.

La persona che ne soffre evita in ogni modo di venire a contatto con l’oggetto o la situazione fobica. Questa sensazione di fuga è incontrollabile e influenza, in funzione dei casi, la qualità della vita delle persone che ne soffrono.

Nonostante gli adulti siano consapevoli del fatto che tali timori siano irrazionali, spesso il fatto di dover affrontare, o anche il semplice pensare di dover affrontare l’oggetto o la situazione causa di fobia, provoca in loro uno stato di ansia intensa o un attacco di panico.

Tra le fobie più comuni si riscontrano la paura di luoghi elevati, scale mobili, tunnel, guidare, spazi ristretti come ascensori, aghi, acqua, volare, serpenti, cani, ragni o ferite sanguinanti.

Panico e ansia intensa originati dalla fobia, provocano sintomi o reazioni fisiche, quali:

– Sudorazione
– Respirazione anomala o affanno
– Battito del cuore accelerato
– Tremori
– Vampate di calore o brividi
– Sensazione di soffocamento
– Dolori o oppressione al petto
– Farfalle nello stomaco
– Intorpidimento o formicolio
– Secchezza delle fauci
– Confusione e disorientamento
– Nausea
– Mal di mare
– Mal di testa

Ascensori, fobia

Test

Attraverso un test kinesiologico possiamo curare le fobie per fare in modo che le persone smettano di soffrire di questa paura irrazionale e paralizzante.

Prima di cominciare il test, dovremo verificare se esista un “Ribaltamento psicologico”, vale a dire, se il soggetto non riesce a superare la fobia perché, inconsapevolmente, questa gli è utile o vantaggiosa per raggiungere un qualche scopo, per esempio, riuscire a richiamare l’attenzione, ricevere amore, riposare, avere considerazione, ecc.

Dopo aver eliminato qualsiasi motivo inconsapevole vantaggioso, la persona che soffre della fobia dovrà pronunciare una volta una frase positiva che identifichi la paura intensa che le provoca tale fobia, per esempio “mi sento tranquillo quando guardo in basso da un luogo elevato”.

Dopo aver pronunciato la frase testeremo le braccia. Se si ottiene un AR, ci troveremo di fronte a una fobia e registreremo le informazioni per lavorare con queste.

Tutte le fobie interessano un meridiano in particolare. Per riuscire a curare la fobia, in primo luogo dovremo individuare il meridiano che è interessato dalla stessa.
A questo scopo, possiamo utilizzare il test dei meridiani, collocando i filtri uno a uno sul paziente fino a trovare quello che modifica l’AR: questo sarà quello da curare.

Per il trattamento della fobia:

Innanzitutto, testeremo i fiori di Bach che ci portano le emozioni o sensazioni necessarie per correggere la fobia.

In secondo luogo, dovremo stimolare mediante tapping (picchiettamento) il primo punto dell’agopuntura del meridiano interessato.

Effettuiamo il tapping su entrambi i lati del corpo contemporaneamente. Mentre realizziamo il tapping, il soggetto deve ripetere la frase positiva utilizzata all’inizio del test, vale a dire “mi sento tranquillo quando guardo in basso da un luogo elevato”.

Dopo 1 o 2 minuti di trattamento, verificheremo di nuovo facendo ripetere la frase.
Se l’AR è stato corretto, significherà che abbiamo ottenuto il risultato sperato.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Nov 5, 2015

Come curare un trauma psichico con la kinesiologia

Trauma psichico

Il trauma psichico è un’esperienza che rimane archiviata nella memoria della persona come conseguenza di un episodio doloroso vissuto nel passato.

Solitamente, il termine trauma si associa a qualcosa di grande ed evidente, tuttavia, occorre ricordare che può trattarsi anche di qualcosa di piccolo e cumulativo.

In molti casi, un trauma non risolto è all’origine di depressione, ansia e sintomi psicosomatici.

Quando ci approcciamo a ciò che percepiamo come qualcosa di inevitabile o come una minaccia opprimente per la nostra vita, istintivamente ci prepariamo a lottare o fuggire e, se per qualsiasi ragione, non riusciamo a reagire in questo modo perché mettiamo in pericolo la nostra vita, il cervello trascura i nostri impulsi e istinti, portandoci all’immobilizzazione o congelamento.

Il corpo non riesce a portare a termine la sua reazione istintiva di lottare o fuggire da quello che percepisce come minaccioso o inevitabile, mantiene intrappolata nell’organismo l’energia e le sostanze chimiche che genera producendo il trauma o le conseguenze dello stress post-traumatico che determinano la manifestazione di sintomi di varia natura:

Fisicamente: sensazioni di dolore persistente nel corpo, fatica cronica, dolore al torace o mal di schiena, tensione muscolare, fibromialgia, emicrania, nausea, gastrite, ulcera, ipereccitazione, ipervigilanza, intrusione di immagini del trauma, incubi, esagerate risposte di soprassalto, attacchi di panico, ipersensibilità a suoni, odori, tatto.

Emotivamente: cambi bruschi di temperamento, capacità ridotta di gestire lo stress, difficoltà a relazionarsi con gli altri, isolamento, pianto frequente, reazioni emotive esagerate impossibili da controllare. Difficoltà a controllare il tremore e persistenza di terrore anche dopo il verificarsi dell’evento. Sentimenti di sconforto, impotenza, scoraggiamento, depressione, perdita di interesse per la famiglia, il lavoro e verso attività che prima procuravano piacere.

Mentalmente: paranoia, pensieri ossessivi e compulsivi, confusione, difficoltà di concentrazione, poca tolleranza per le diversità.

Molte persone non sono consapevoli dei loro traumi ma convivono, tuttavia, con i suoi sintomi; attraverso un test kinesiologico potremo aiutare queste persone ad acquisirne consapevolezza e a recuperare l’equilibrio della psiche.

 Kit del Test basico ampliato

Test kinesiologico per il trauma psichico

Se il paziente richiede un trattamento di tipo emotivo, verificheremo se ha sofferto di un trauma che ancora lo destabilizza. A tale scopo, collocheremo la fiala della psiche del Kit del Test basico ampliato sul paziente: il verificarsi di un AR implica che il paziente deve elaborare un trauma del passato.

Dopo aver registrato le informazioni in AR, chiederemo al paziente di dire la sua età e di tornare indietro con gli anni fino a quando uno di questi non elimini l’AR.

Al raggiungimento di tale anno, registreremo nuovamente le informazioni e interrogheremo il paziente in merito a possibili situazioni difficili a livello emotivo verificatesi in quel particolare momento della sua vita. Per aiutarlo nella ricerca, testeremo diverse emozioni o più ambiti della sua esistenza.

Successivamente, effettueremo il Test dei Fiori di Bach per trovare i fiori legati all’emozione del trauma passato e daremo al paziente tre gocce allo stato puro del fiore di Bach appropriato.

Continueremo quindi con la tecnica di Integrazione delle emozioni. Ricordiamo che questa tecnica consiste nella stimolazione dei punti neurovascolari dello stomaco del paziente mentre si chiede a quest’ultimo di ricordare il fatto traumatico e di visualizzarlo.

Dopo alcuni minuti, realizzeremo la tecnica conosciuta come Liberazione della tensione emotiva, in cui il paziente dovrà svuotare la mente e respirare in modo rilassato. Per farlo, collocheremo la mano sinistra sulla sua fronte e la mano destra nella zona occipitale, mantenendo la posizione per alcuni minuti. Con questa tecnica, riusciremo a liberare la tensione provocata dall’esperienza traumatica.

Concludiamo effettuando il controllo della terapia per verificare se il trattamento sia sufficiente o se sia necessario approfondirlo. Se sufficiente, torneremo all’età attuale, facendola pronunciare ad alta voce dal paziente stesso. In seguito, testeremo e verificheremo che non sia cambiato l’indicatore.

Va detto che non è possibile curare più traumi in una stessa seduta ma che è necessario concentrarsi solo su un singolo trauma. Nei giorni seguenti, ripeteremo di nuovo il test per approfondire il livello emotivo successivo, ovvero per trovare un trauma precedente a quello trattato nella prima seduta.

 Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Ott 1, 2015

Quali reazioni provoca lo stress nel nostro corpo e quali principi nutritivi sono efficaci per mitigarne l’effetto?

 Stress

Lo stress è una risposta automatica del nostro organismo quando si presentano circostanze minacciose o provocatorie.

Nella preistoria l’uomo attivava questa risposta spontanea del corpo quando aveva bisogno di fuggire da un predatore o combattere per proteggersi da un pericolo imminente.
Oggi le situazioni che allertano il nostro organismo per aiutarlo a superare le difficoltà sono molto diverse, ma la reazione organica è la medesima.

Potremmo dire che lo stress si verifica quando le circostanze della nostra vita superano la nostra capacità di affrontarle e chiediamo dunque al nostro corpo un maggiore sforzo, sia esso di natura fisica o psicologica.

Purtroppo è molto difficile poter condurre una vita costantemente senza stress. Ci sono sempre situazioni che possono provocarci stress nel corso della giornata.

Possiamo dire che esistono tre tipi di stress:

–  Stress interno: è quello che si verifica all’interno del corpo, a livello organico.

–  Stress esterno: è quello più noto, ovvero lo stress derivante da cause esterne che improvvisamente ci creano stress, come il clacson di un’auto o l’assalto di un ladro.

–  Stress psicologico: si genera in presenza di situazioni negative o comunque che provocano emozioni.
Situazioni che provocano emozioni stressanti, come la preparazione di un esame, l’arrivo di parenti che non si vedono da tanto tempo, un nuovo lavoro o anche uno stress negativo, come la mancanza di lavoro, rapporti negativi, ecc.

Indipendentemente dal tipo di stress che viviamo, gli effetti sugli organi e le funzioni corporali si presentano in maniera analoga.

Sono il  cuore e il sistema cardiovascolare gli organi che esercitano il maggiore sforzo in queste situazioni. Ma anche il sistema immunitario vede ridotte le proprie capacità, poiché l’organismo, cercando di individuare le priorità, decide di impiegare più energia in altre funzioni organiche fondamentali per superare la situazione di pericolo o di stress. Ciò comporta un abbassamento delle difese immunitarie in caso di infezioni di ogni tipo o malattie varie.

Adrenalina

In circostanze di stress, parte dell’attività dell’organismo viene generata dalle ghiandole surrenali. La funzione di queste ghiandole è quella di regolare il metabolismo e di mantenere l’organismo in situazioni di stress tramite la sintesi principale di glucocorticoidi, come il cortisolo e catecolamine, quali adrenalina, noradrenalina e dopamina.

–  I Glucocorticoidi vengono rilasciati quando determinati stimoli estremi come le emozioni intense provocano uno stato di stress.  L’effetto del loro rilascio non pare aiutare contro lo stress, ma senza dubbio provoca una riduzione delle funzioni del sistema immunitario, impedendo la generazione delle cellule che producono gli anticorpi e inibendo i processi antinfiammatori che ci proteggono da virus, batteri, funghi, ecc.

–  L’ Adrenalina è un ormone vaso-attivo o vaso-dilatatore che viene rilasciato in situazioni di allerta e che consente al corpo di fornire una risposta rapida in caso di pericolo.  L’aspetto negativo è che più adrenalina rilasciano le ghiandole surrenali, maggiore sarà lo stato di stress.

–  La Noradrenalina aumenta lo stato di veglia e dunque lo stato di allerta dell’individuo, da cui deriva la difficoltà di conciliare il sonno.

–  La Dopamina provoca l’aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.

 La ghiandola surrenale svolge dunque un ruolo importante nelle situazioni di stress.

Esiste una serie di principi nutritivi utili per il trattamento dello stress e per aiutare gli organi che prendono parte a tale reazione.

Le vitamine A, C ed E, sali minerali quali selenio, germanio, zinco, rame e manganese combattono i radicali liberi che si producono nelle situazioni di stress. Tali antiossidanti si trovano in kiwi, prugne, pomodori, ortaggi arancioni, gialli, rosso e verde scuro, semi di sesamo, di girasole e di zucca e il pesce.

La vitamina B5, C e il magnesio sono necessari per il corretto funzionamento delle ghiandole surrenali.
Pertanto, per aiutare a controllare gli effetti dello stress a cui ci esponiamo quotidianamente, è importante inserire nella nostra dieta alimenti che contengano questi re principi nutritivi.

–   Gli alimenti notoriamente ricchi in vitamina C sono il kiwi, gli agrumi, le patate e i peperoni.

–   Gli alimenti ricchi in magnesio sono i cereali, gli ortaggi a foglia verde, i germi di grano, la soia, le mandorle, il baccalà e lo sgombro.

–   Gli alimenti ricchi in vitamina B5 sono i cereali integrali, gli ortaggi a foglia verde, la carne e i latticini.

Attraverso ciò che mangiamo mettiamo a disposizione dell’organismo le armi per difendersi e mantenersi in condizioni ottimali.  Non dobbiamo dunque relegare la nostra alimentazione in secondo piano, poiché da essa dipende la maggior parte dei processi organici che se mancano comportano un rischio per la salute.

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

Set 17, 2015

Come possono le emozioni negative provocare patologie fisiche?

L’equilibrio psico-emotivo è un fattore importante di cui tenere sempre conto in caso del trattamento di qualsivoglia stato doloroso o patologia.

Tramite i meridiani dell’agopuntura le emozioni si rapportano al campo energetico, agli organi e anche alla struttura corporea.

Come ha scoperto il Dott. John Diamond esiste un rapporto molto stretto tra determinate emozioni e certi organi. Questi possono risultare compromessi nel caso in cui non si domini o controlli il proprio stato emotivo.

Ogni atteggiamento emotivo negativo blocca la circolazione energetica del relativo meridiano, interessando gli organi connessi a tale meridiano.

I conflitti psichici impediscono il corretto funzionamento delle correnti energetiche corporee, provocando una tensione da cui dipendono eventuali disturbi al normale funzionamento degli organi, che perdurando nel tempo finiscono col provocare lesioni gravi.

Effettuare costanti controlli sullo stato dei meridiani e lo sblocco mediante agopuntura, fiori di Bach o affermazioni positive consente di mantenere in equilibrio la nostra energia vitale e di prevenire eventuali conseguenze per la salute.

Da un punto di vista psicosomatico è possibile affermare che sono 4 le parti del cervello che svolgono un ruolo fondamentale nell’influenza di pensieri e sensazioni sul metabolismo e sul funzionamento del corpo umano.

1-      La corteccia funziona come un pc e il compito di ricevere tutte le informazioni che arrivano dall’esterno tramite i sensi.
Ciascuna informazione trasmessa dai vari sensi viene raccolta da una parte o dall’altra della corteccia.  Quindi le informazioni ricevute vengono confrontate con i dati già archiviati (esperienza, pensieri, …) e salvate.

2-      Anche il talamo riceve informazioni direttamente dall’esterno, ma sotto forma di stimoli sensoriali, ovvero termici, chimici, ecc. che hanno la facoltà di esagerare quelli rilevanti e inibire quelli che secondo lui no lo sono.

3-      Quindi è il turno del grande Ipotalamo, principale punto di integrazione tra il sistema nervoso e quello endocrino. Questi riceve gli impulsi nervosi dalla corteccia e dal talamo e impartisce gli ordini di generare tutte le variazioni necessarie nel nostro corpo.
In parole semplici, l’ipotalamo è il responsabile che si fa carico di impartire gli ordini affinché tutte le funzioni e gli organi del corpo entrino in funzione.

4-      L’ipofisi riceve gli ordini direttamente dall’ipotalamo e si fa carico di coordinare le rispettive azioni.
Nello specifico l’ipotalamo ordina che vengano rilasciati gli ormoni o che ne venga inibito il rilascio (in funzione dei messaggi previamente ricevuti dalla corteccia o dal talamo). Quindi l’ipofisi coordina e trasmette l’ordine alle varie ghiandole del sistema endocrino.

Tra le ghiandole effettivamente coinvolte nelle emozioni troviamo le surrenali, che secernono troppi ormoni tra cui il cortisolo (ormone responsabile dello stress), estrogeni e adrenalina. Nello specifico le emozioni sono solitamente accompagnate da secrezioni di adrenalina che, se in eccesso, disturbano il funzionamento di un’altra importante ghiandola: la tiroide.

Le reazioni fisiologiche derivanti da questo processo sono identiche a quelle scatenate impulsivamente nelle situazioni di pericolo, nelle quali il corpo si prepara a difendersi, agire o fuggire.

Se non riusciamo a liberarci dallo choc emotivo, al reazione fisiologica persiste, comportando alterazioni all’organismo.

Giunti a questo punto è importante menzionare il ruolo svolto dal nostro sistema nervoso autonomo (sistema nervoso simpatico e parasimpatico) nella risposta finale dei vari organi del corpo.

Il sistema nervoso simpatico è il nostro sistema di emergenza, che si avvia quando dobbiamo affrontare uno stress di qualsivoglia natura, trasmettendo impulsi nervosi a varie parti del corpo necessarie per reagire e determinando rapidi cambiamenti generali in tutto l’organismo.
Il sistema nervoso parasimpatico funge da contrappeso della funzione simpatica, che aiuta a restituire all’organismo il suo normale stato.

Nella tabella seguente si mostrano le varie reazioni del corpo rispetto all’attivazione del sistema nervoso simpatico in seguito agli ordini impartiti dall’ipotalamo del cervello.

Pertanto il perdurare nel tempo delle emozioni negative, quali uno stile di vita controproducente, pregiudizi che ci limitano, responsabilità assunte, stress, ansia, ecc.  possono provocare nel corpo effetti collaterali a lungo termine.

Con la chinesiologia è possibile agevolare lo sblocco di situazioni quotidiane in essere, traumi passati, migliorare l’autostima o qualsiasi blocco emotivo che alteri il nostro equilibrio esca dallo stato di allerta e ripristini la propria omeostasi o equilibrio energetico e funzionale.

 

Analía Iglesias (analia@sibuscas.com)

Kinepharma

 

Memoria di vecchie cicatrici

L’organismo registra nella sua memoria tutte le ferite fisiche e psichiche riportate nel tempo.  Tali cicatrici provocano uno stress neuromuscolare e rendono la persona più suscettibile e propensa a ferite future. Cercheremo di eliminare le vecchie cicatrici con una tecnica che ne rimuove completamente le tracce.

Quando un paziente nuovo ci richiede un consulto medico, gli mostriamo un foglio con un semplice disegno del corpo umano. Su di esso dovrà riprodurre tutte le ferite, cicatrici, interventi chirurgici, punti di sutura, etc. che ha riportato, in quanto il corpo memorizza tutte queste cicatrici. Ogni volta in cui si riporta una lesione, il corpo reagisce con una reazione di fuga e tende a contrarsi, memorizzando anche in tal caso tutto ciò a cui è soggetto.

Prima di applicare questa tecnica è necessario verificare se le cicatrici sono patogene, Kinepharma blog, novembre 2012, “Cicatrici patogene“. In tal caso è necessario trattare prima la parte fisica e in seguito concentrarsi sul trattamento psichico della memorizzazione del danno. Queste memorizzazioni negative alterano in maggiore o minor misura il funzionamento del corpo.

Prima di effettuare il trattamento possiamo verificare l’abduzione massima di un’estremità.  Grazie a questo trattamento il corpo diventa più flessibile e aumenta l’angolo di abduzione delle estremità.

Test

Il paziente estende al massimo il collo toccandosi allo stesso tempo la cicatrice e il terapista effettua il test; se il risultato è un AR (Arm Reflex) significa che è presente una memoria emozionale in una vecchia cicatrice che deve essere trattata.

Registriamo l’informazione della memoria del test e cerchiamo il fiore di Bach, che corrisponde all’emozione provata in quel momento ed è in grado di correggere l’AR.

Trattamento

Si somministrano due gocce del fiore di Bach corrispondente e il paziente si tocca la cicatrice con una mano mentre il terapista flette delicatamente la testa al massimo, senza forzare troppo, resta qualche secondo in questa posizione e poi ritorna lentamente alla posizione iniziale.

Verifichiamo se il trattamento è stato efficace. Il paziente si tocca la cicatrice, stende la testa e ripetiamo il test, se non si ha come risultato AR, significa che il trattamento è stato efficace (la maggior parte del danno è stato eliminato). Se il risultato è AR, dobbiamo ripetere il trattamento fino a che non sparisce.

In seguito verifichiamo l’abduzione massima dell’estremità e noteremo come l’angolo di separazione è aumentato. Ogni volta in cui si elimina la memoria di un danno passato, il corpo diventa sempre più flessibile.

Per esempio i problemi di cervicale, dovuti a un colpo o a un danno passato, se riusciamo ad applicare correttamente questa tecnica, possono migliorare notevolmente. La memoria di questi danni si manifesta solo in posizione di estensione e la correzione va effettuata in flessione.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma.

Metafore del meridiano del cuore

Paradossalmente, secondo la medicina cinese le funzioni del Cuore sono scarse rispetto ad altri organi, ma la loro importanza e il loro corretto funzionamento a livello fisiologico sono vitali. Nella medicina cinese è un centro emozionale di saggezza, il “Governatore Supremo”, a dirigere con chiarezza le azioni.

Funzioni del cuore da testare in situazione di squilibrio:

  • Inserisce lo Shen. Lo spirito (Shen) vive nel cervello e nel cuore. La prima mente discerne gli eventi della vita e assume consapevolezza dei medesimi. La seconda mente mette in equilibrio i sentimenti ed è in grado di esprimerli con sincerità.
  • Controlla i vasi sanguigni. Se l’energia (Qi) del cuore è debole lo sarà anche il polso.
  • Comanda il sangue. Qui il Qi si trasforma da alimento in Sangue, determinando la forza di costituzione della persona.
  • Controlla il gusto, la parola e il sorriso.
  • Controlla il sudore. Il cuore detesta il calore.

Se il cuore vive uno squilibrio energetico si crea uno stato di sovraeccitazione, euforico, di agitazione o allegria smisurata, l’umore diventa variabile e passa da un’estremità all’altra, si possono raggiungere stati isterici. Si perde completamente il controllo. L’energia del cuore fluisce in maniera più lenta e si congestiona, provocando irregolarità nel ritmo cardiaco che si traducono in palpitazioni, tachicardia, nervosismo e insonnia.

Un cuore energeticamente equilibrato a livello somato-psichico induce a uno stato di serenità e generosità; saper dare e ricevere amore. L’energia equilibrata ed espansiva del cuore agevola una personalità dotata di chiarezza di idee, grande capacità di comprensione e assimilazione.

Il cuore corrisponde all’elemento Fuoco, la sua energia è espansiva, rapida e ascendente.

Metafore dell’elemento Fuoco:

  • Sei pieno di energie e provi passione per la vita?
  • Sei molto passionale e “caloroso” con le persone che ti circondano o al contrario sei “freddo” e incapace di mostrare le emozioni?
  • Pensa al Fuoco, cosa significa per la tua vita?.

Metafore del meridiano del Cuore:

  • Esiste un conflitto tra il tuo pensiero logico e la tua intuizione o tra le tue conoscenze e le tue emozioni?
  • Sei connesso con la tua anima nella vita quotidiana?
  • Sei in grado di riconoscere come ti senti e di comunicarlo agli altri?

Metafore del muscolo Sub-scapolare:

  • Nascondi qualcosa agli altri?
  • C’è qualcosa che dovresti raccontare?
  • Esiste qualche conflitto tra ciò che senti e ciò che pensi?

Trattandosi dell’organo con il quale pensiamo le emozioni, useremo il kit dele emozioni positive e negative per stabilire quale di esse crea squilibrio.

 

Maria Josefa Obiol Saiz.

 

Trattamento del sistema neurovegetativo

A proseguimento dell’articolo della settimana scorsa, vediamo come intervenire nel riequilibrio del sistema neurovegetativo in modo tale che la funzione simpatica e perisimpatica siano equilibrate. Abbiamo visto che è necessario sapere quali emozioni negative coinvolgono una persona, quali sono i meridiani bloccati e in che modo influiscono sull’individuo. È fondamentale per riequilibrare il sistema. In molti casi possiamo inoltre lavorare con la chinesiologia emozionale e comportamentale.

Come abbiamo visto alcune settimane fa nel nostro articolo Kinepharma “I benefici della meditazione” (14 ottobre 2014), è fondamentale entrare in un equilibrio emozionale e mentale e ciò è possibile anche con la meditazione, in particolare in caso di problemi di simpaticotonia.

Se parliamo di entrambe le funzioni, sappiamo che il sistema simpatico è stimolante in generale e quello parasimpatico sedante. Affinché funzionino entrambi correttamente è necessario che sia presente il numero preciso e necessario di neurotrasmettitori.

Nella prima sinapsi di entrambi i sistemi è sempre presente l’acetilcolina. Nel secondo ganglio del parasimpatico si unisce l’acetilcolina, mentre in quello del simpatico si aggiunge noradrenalina. L’acetilcolina a livello del cervello è utile sia per il simpatico che per il parasimpatico, mentre a livello periferico è utile soltanto per il parasimpatico. A livello periferico il simpatico rilascia noradrenalina che poi si trasforma in adrenalina.

Integratori necessari per l’equilibrio dei sistemi:

  • Lecitina di soia: è importante per il cervello, trattandosi di una fonte buona di colina necessaria per la formazione di acetilcolina. Ne sono buona fonte anche la colina e la fosfatidilcolina. La mancanza di acetilcolina nel cervello provoca problemi di memoria, concentrazione, ecc. Se nonostante l’assunzione di tali fonti non si forma sufficiente acetilcolina, è possibile che il problema dipenda da una carenza di vitamina B1 o di vitamina E, entrambe necessarie per tale trasformazione.
  • La fenilalanina è un amminoacido molto importante per gli individui simpaticotonici, dal momento che può trasformarsi in tirosina, che a sua volta si trasforma in dopamina e questa in noradrenalina e adrenalina.
  • Per la trasformazione di dopamina in noradrenalina serve la vitamina C; per la trasformazione di fenilalanina in noradrenalina servono vitamina B6, acido folico e vitamina C e per il passaggio da noradrenalina ad adrenalina è necessaria la vitamina B 12.
  • L’amminoacido triptofano è interessante per gli individui vagotonici al momento che si trasforma in 5-HTP successivamente in neurotrasmettitore, la serotonina, necessario per il parasimpatico. Per la trasformazione sono necessari vitamina B6, acido folico e vitamina B3 (niacinamide). Per i vagotonici è importante provare anche il fosforo.
  • Sui simpaticotonici è inoltre opportuno provare cromo e magnesio, dal momento che lo stress elimina il magnesio dalle cellule, che passa nel sangue e viene eliminato attraverso i reni. Il paziente simpaticotonico ha bisogno di serotonina, che è rilassante, mentre il vagotonico ha bisogno di adrenalina, che è stimolante.

Pertanto per qualsiasi test, a parte la possibilità di testare i neurotrasmettitori, sarebbe molto importante avere a disposizione un kit di amminoacidi, un kit di vitamine e un kit di minerali.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

Sistema nervoso vegetativo simpatico e parasimpatico

Il sistema nervoso vegetativo o nervoso autonomo (SNA) è costituito da una componente  centrale e una periferica. Le strutture più importanti della componente centrale sono l’ipotalamo e la corteccia cerebrale frontale. La componente periferica è costituita da una divisione efferente o motoria e una divisione afferente o sensoriale.

I nervi motori del sistema nervoso vegetativo si suddividono in due componenti: la componente parasimpatica o cranio sacrale e la componente simpatica o toraco-lombare.

Il sistema nervoso vegetativo ha due funzioni principali:

  • Il sistema simpatico che ci prepara a fare qualcosa, ci mette in allerta eliminando tutto ciò di cui non abbiamo bisogno in quel momento. In tale situazione avremo più forza e faremo cose che non siamo in grado di fare in circostanze normali. In un attaco di panico risponde il sistema simpatico.
  • Il sistema parasimpatico ci prepara a rilassarci, per ricaricare le energie. È il momento della regolazione e il riequilibrio.

In situazioni di normalità, entrambi i sistemi sono regolati. Nelle persone che sono abitualmente sotto stress e non si rilassano mai, il sistema simpatico e parasimpatico sono sempre simpaticotonici e mai vagotonici. Tutto ciò che accade nel nostro corpo, avviene per influenza del sistema simpatico o parasimpatico.

La stimolazione parasimpatica è soprattutto colinergica e rilascia acetilcolina nelle terminazioni nervose. Il sistema parasimpatico è essenzialmente anabolico, poichè il suo scopo è preservare, accumulare e immagazzinare le energie corporee. Quando si dorme diminuisce l’attività del sistema simpatico e aumenta quella del parasimpatico.

La stimolazione simpatica è principalmente adrenergica, rilascia adrenalina e noradrenalina nelle terminazioni nervose. L’effetto complessivo del sistema nervoso simpatico è catabolico, poiché provoca dispendio di energia corporea e inibisce l’ingestione e l’assorbimento dei nutrienti principali.

Pertanto lo sforzo muscolare, lo stress psicologico, la rabbia, la paura stimolano il rilascio di adrenalina e noradrenalina da parte della ghiandola surrenale nel sangue.

È molto importante bilanciare entrambe le funzioni, poichè se per esempio l’attività del sistema simpatico aumenta, quella del parasimpatico diminuisce e di conseguenza saremo alterati. Questo squilibrio nell’uno o nell’altro, provoca alterazioni in alcuni organi del paziente causando uno squilibrio.

  • L’iperattività del sistema simpatico causa nel paziente: Tachicardia, ansia, tic nervosi, midriasi, spasmi, insonnia, secchezza della bocca e del naso.
  • L’iperattività del sistema parasimpatico può causare nel paziente: astenia, vertigini, ipotensione, salivazione notturna, rinite.

L’informazione entra nel corpo umano attraverso i sensi e la sua elaborazione da parte del cervello produce sentimenti ed emozioni. Quando questi ultimi sono positivi, risultano essere buoni per l’essere umano; quando sono negativi ma possono essere espressi, risultano essere anch’essi positivi, ma quando non si possono esprimere o condividere possono produrre alterazioni. Se il corpo riceve un’emozione come qualcosa di negativo patologico si possono avere tre tipi di risposte:

  • Una risposta del sistema nervoso vegetativo che comporta cambiamenti nei neurotrasmettitori.
  • Una risposta endocrina; quando l’emozione è negativa, si rilascia più adrenalina.
  • Una risposta immunitaria deficiente che comporta l’abbassamento degli anticorpi e altri elementi di difesa.

Queste tre risposte combinate sono ciò che la medicina definisce come risposta neuro-endocrino-immunitaria; pertanto è molto importante esprimere e condividere le emozioni negative, altrimenti possono sbilanciare questi tre sistemi.

Test

Per verificare la presenza di uno squilibrio nel sistema nervoso vegetativo, abbiamo una fiala con due sostanze, ipotalamo 4DH e ipofisi 4DH. Questa fiala è quella della distonia vegetativa e la possiamo trovare in un test di base.

Per verificare se vi sono emozioni negative che influenzano il paziente, possiamo utilizzare un kit di emozioni negative. Inoltre possiamo verificare la presenza di uno squilibrio ormonale con un test del sistema endocrino, attraverso il quale possiamo dimostrare se vi è un eccesso o carenza di neurotrasmettitori e ormoni.

Nei prossimi articoli vedremo come trattare tali deficienze e come le carenze di determinate vitamine e aminoacidi possano influenzare il funzionamento del sistema nervoso vegetativo causando disturbi della memoria, del sonno e nervosismo per lo squilibrio tra sistema simpatico e parasimpatico.

 

Ángel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

Kinepharma

I benefici della meditazione

Alla fine del 2011, Judson A. Brewer, prestigioso medico e psichiatra dell’Università di Yale, presentò i risultati del suo ultimo studio sul cervello delle persone che praticano la meditazione, confermando di esserne rimasto sorpreso. Non si aspettavano i grandi benefici derivanti dall’interpretazione degli scanner collegati a questa tecnica.

Questi studi concretizzarono qualcosa che era già stato analizzato dallo psicologo e neuroscienziato Richard J. Davidson tra il 2007 e il 2009 presso l’Università del Wisconsin: il cervello umano beneficia di molteplici vantaggi, quando è regolarmente impegnato a meditare. La ragione è puramente fisica. È stato dimostrato che praticando la meditazione, si verificano tre fatti evidenti nel nostro cervello:

  • Inanzitutto si ha una diminuzione considerevole dell’attività del DMN (default mode network, pilota automatico del cervello), una rete collegata ai disturbi dell’attenzione, all’ansia, all’iperattività e persino alle aree in cui si registrano in seguito gli accumuli di placche beta amiloidi coinvolte nell’Alzheimer. Più bassa è l’attività di queste aree, meno possibilità vi sono di sviluppare questo genere di malattie.
  • In secondo luogo, si attiva l’area prefrontale sinistra, responsabile delle emozioni positive dell’allegria.
  • Infine le persone che meditano, sviluppano un nuovo default mode network, in cui vi è una maggiore consapevolezza di sé, del presente e meno fantasticherie.

Che cosa è esattamente la meditazione?

L’accademia nordamericana di Medicina la definisce come un esercizio mentale di profonda contemplazione, accompagnato da silenzio, relax e controllo della respirazione, ma in realtà è qualcosa di più, pensiamo che sia collegata alla consapevolezza di sé e al suo rapporto con la totalità.

Le prime testimonianze scritte di persone che praticavano la meditazione arrivano dall’India e risalgono al 1500 a.C.; sebbene la pratica in sè non sia stata teorizzata fino al 600 a.C. nella filosofia paulista e buddista della Cina. Nel XII secolo d.C. in questa disciplina furono introdotte tecniche di controllo della respirazione. Oggi si stima che in Occidente oltre dieci milioni di persone la praticano.

Marco Ferrini, autore del libro “Come migliorare la Propria Vita con la Meditazione” offre un percorso di conoscenza ed esperienza utile a migliorare il benessere globale dell’individuo, mettendo a punto, in aiuto alle difficolta personali, soluzioni praticabili nel quotidiano.

Vi sono oltre 40 tipi di meditazione (secondo la scuola filosofica orientale), sebbene in Occidente se ne siano diffuse solamente tre:

  • La buddista, che cerca di mantenere la mente concentrata sul momento presente e lasciarsi andare;
  • La trascendentale che viene dall’India e dirige l’attenzione su un oggetto; e
  • Il mantra di meditazione, che si basa sulla ripetizione di un canto o di una frase per concentrare la mente.

A queste tre discipline di base si è unito il mindfulness, una tecnica che, secondo Daniel Goleman, famoso psicologo nordamericano utilizza la respirazione come sostegno per porre l’uomo di fronte alla dura realtà della sua esperienza, osservando ogni evento come se stesse accadendo per la prima volta.

Possiamo sintetizzare i seguenti benefici:

  • Benefici fisici: a lungo termine aumenta la densità neuronale. Il cervello rimane giovane più a lungo. Inoltre quest’ultimo presenta una maggiore ruvidità, aspetto collegato alla capacità di elaborare le informazioni.
  • Aiuta il sistema cardiaco: Questo succede perché riduce l’attività del sistema nervoso simpatico, responsabile dell’aumento della frequenza cardiaca quando si è sotto stress, e aumenta quella del parasimpatico, che al contrario controlla la riduzione della frequenza cardiaca.
  • Aiuta a controllare il dolore.
  • Migliora le abilità visive, in particolare la stessa memoria visiva a breve termine.
  • Rafforza il sistema immunitario: ciò è possibile perché, come ha dimostrato un team di biologi del Wisconsin, aumenta le emozioni positive che permettono una guarigione più veloce dalle malattie.
  • Allontana la depressione e controlla le cattive abitudini nelle persone con questa tendenza, in quanto queste ultime presentano una maggiore attività dell’area prefrontale destra del cervello; al contrario le persone con maggior capacità di controllo delle proprie emozioni, utilizzano maggiormente la sinistra. Aumenta l’autostima e rilascia endorfine, di conseguenza si ha una sensazione maggiore di benessere a livello fisico.

Nonostante gli effetti benefici della meditazione, in caso di problemi a livello del sistema nervoso o distonia vegetativa, sarà particolarmente indicata questa fiala che troviamo in un kit di base di test diagnostici.

 

Angel Salazar Magaña (angelsalamag@gmail.com)

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