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Il DAO e gli effetti di una sua carenza

L’enzima Diamino Ossidasi (DAO) è l’enzima principale che metabolizza l’istamina la quale si genera dall’ingestione di alimenti o che proviene dagli stessi. L’istamina è presente riccamente in molti alimenti come i formaggi stagionati, le fragole, i pomodori, ecc., o perché, gli stessi alimenti, sono in cattive condizioni di conservazione a causa della rottura della catena del freddo come accade nei prodotti ittici; questa condizione è ideale per generare notevoli quantità d’istamina.

Per tale motivo la carenza di DAO può essere la causa di numerosi problemi di salute e disturbi. Quando è in corso una disfunzionalità nella produzione di questo enzima si verifica un’alterazione del metabolismo. Le conseguenze sono malesseri di varia natura che possono condurre a condizioni di inabilità e a congedi per malattia.

SI PUÒ SOFFRIRE DI QUESTO PROBLEMA SENZA SAPERLO

Il DAO, è purtroppo attualmente sotto i riflettori poiché è legato a un numero infinito di patologie, che vanno dall’estrema secchezza della cute all’insorgere di emicranie.

Oggigiorno è relativamente agevole identificare questa carenza, dato che si possono manifestare diversi tipi di intolleranze come al lattosio o alle noci. Tuttavia, se non prestiamo attenzione a questi sintomi, più tipici di un’intolleranza che di un’allergia, scoprire che soffriamo di questo deficit funzionale DAO nell’intestino può rivelarsi, con il trascorrere del tempo, estremamente laborioso e complicato.

I disturbi e i sintomi legati alla carenza di DAO sono i seguenti:

– Mal di testa

– Emicranie

– Costipazione

– Diarrea

– Intestino irritabile

– Gonfiore addominale

– Secchezza cutanea

– Flatulenza

– Eczema

– Psoriasi

– Dermatiti

-Dolori osteo-articolari

-Dolori muscolari

– Crampi

– Fibromialgia

– Sindrome da fatica cronica

– Nei bambini e negli adolescenti può provocare l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione Iperattività) e vomito ricorrente.

Questi disturbi, fino a relativamente pochi anni fa, erano trattati con protocolli che non prendevano in considerazione il deficit di DAO. Oggigiorno, fortunatamente, numerosi studi clinici realizzati in collaborazione con neurologi e gastroenterologi, unitamente a esperti in nutrizione e dietetica, sono stati in grado di dimostrare che questo deficit è la causa o uno dei fattori scatenanti di questi problemi.

Il 20% della popolazione soffre degli effetti negativi della carenza di DAO. Inoltre, una rigorosa ricerca ha dimostrato che l’87% dei pazienti sofferenti di emicrania presentano questo deficit e la cosa più sorprendente è che il 90% di loro è stato trattato introducendo l’enzima DAO nella loro dieta ottenendo risultati sorprendenti che hanno determinato la riduzione o addirittura la soppressione della terapia farmacologica.

Le cause non sono ben determinate, in quanto sembra che vi sia una certa predisposizione genetica, ma è stato anche dimostrato che è la carenza di DAO è determinata dall’ingestione di taluni farmaci o da processi infiammatori.

Tutti abbiamo notato persone vicine a noi, che dopo un pasto e dopo aver bevuto solo un po’ di vino, si ritrovano con le guance arrossate o con un incombente rinorrea come se si trattasse di un raffreddore.

È molto probabile che queste persone non stiano manifestando un’intolleranza, ma che soffrano degli effetti della carenza di DAO.

TEST KINESIOLOGICO

Per effettuare il test Kinesiologico, è possibile utilizzare le fiale di istamina e DAO presenti nel kit per le allergie. È molto conveniente identificare i sintomi già descritti nel nostro paziente e vedere se sussiste un problema prioritario di istamina e anche di intolleranze alimentari, idrato di potassio a D30 o il complementare Ca-Mg-fosfato.

Quindi, a partire da questa condizione, con un RA fisso e prioritario, se la fiala DAO elimina quel RA, sarà evidente che è presente un problema dovuto alla carenza di questo enzima.

CONSIGLI ALIMENTARI

  • Bere abbondante acqua durante la giornata
  • Mangiare molta frutta, ortaggi e verdura che contengano poca istamina e possono quindi essere ben tollerati da chi è affetto da carenza di DAO
  • Limitare l’assunzione di banane, cioccolato, agrumi, cibi fermentati come i crauti
  • Aumentare l’assunzione di nutrienti come vitamina C e B6 (pistacchi, patate non fritte, peperoni)
  • Le cipolle, i porri e l’erba cipollina sono alimenti estremamente benefici
  • Evitare il consumo di bevande alcoliche, aceto di vino, prodotti di soia fermentati, frutta e verdura in scatola, in vaso e pre confezionata; dolci.
  • Oli vegetali, verdure, patate non fritte sono benefici, grazie alla possibilità di utilizzare spezie
  • Consumare prodotti freschi, non surgelati o da riscaldare.

Stress e salute

Uno stile di vita stressante in cui si dedica poco tempo a sé stessi può alterare il delicato equilibrio dell’organismo. In questo contesto, sussistono fattori scatenanti fondamentali che non si limitano alla sola attività lavorativa. Non avere abbastanza tempo da dedicarsi è di per sé uno dei principali motivi di insoddisfazione che possono determinare un grave squilibrio ormonale.

La collera e l’insoddisfazione provocano un effetto devastante sull’organismo, inducendo la produzione di una quantità eccessiva di adrenalina e noradrenalina rispetto alla secrezione normale prodotta dalle ghiandole surrenali e veicolata nel flusso sanguigno. Di conseguenza, e se questa condizione non è cronicizzata, tale squilibrio ormonale incrementa la frequenza e l’intensità del battito cardiaco, aumenta la pressione arteriosa e comprime i vasi sanguigni delle ghiandole, in particolare della porzione escretrice, annesse all’apparato digerente. Inoltre, riducendo il flusso dei succhi digestivi, compresi i succhi gastrici e la bile, si rallentano i movimenti intestinali quindi la capacità di assorbimento degli alimenti inibendo l’escrezione di urina e feci, cioè, in buona sostanza, si determinano stati costipativi.

Tale condizione comporta, tra l’altro, la non corretta funzionalità dell’apparato digerente, impedendo di fatto la corretta digestione degli alimenti, di conseguenza, favorendo l’accumulo di una notevole quantità di sostanze di scarto nell’organismo. Ciò determina un effetto congestizio sulla risposta allo stress causando un notevole malessere a livello cellulare che l’organismo percepisce come disordine psicologico.

È noto, grazie a una serie di ricerche, che lo stress cronico, o meglio l’incapacità di controllare tale stato, è il responsabile del 90% circa delle patologie comunemente indicate come psicosomatiche. Per ovviare a tale problematica si rende necessario non solo un’accurata depurazione a livello emuntorio (reni, fegato, intestino) e un ristabilimento dell’equilibrio della flora intestinale, ma è anche imprescindibile prevedere un trattamento che concorra a migliorare il rilassamento psicologico e che rafforzi il nostro autocontrollo emotivo.

Test stress cronico

In kinesiologia è possibile dimostrarlo mediante un test diagnostico utilizzando un kit per il sistema endocrino dove è contenuta una fiala della cosiddetta sostanza P, un neurotrasmettitore coinvolto nell’aumento della risposta infiammatoria e nella regolazione della risposta allo stress e all’ansia. Questo neuropeptide è implicato nella permeabilità cellulare. In presenza di uno stimolo da stress, potenzialmente tossico o dannoso per l’organismo, e in condizioni di funzionalità fisiologica ottimale, la sostanza P si attiva, impedendo il transito delle tossine nella Barriera Emato-encefalica (BEE) quindi evitando che raggiungano il cervello danneggiandolo.

È possibile, inoltre, avvalorare questa diagnosi testando la fiala di cortisolo che normalmente risulterà in percentuale più significativa rispetto ai parametri standard nelle fasce pomeridiane e serali, impedendo così un corretto riposo.

Una risposta positiva e prioritaria a queste sostanze nel test rappresenterebbe un vero e proprio ostacolo al controllo dell’ansia e dello stress da parte del paziente e, di conseguenza, comporterebbe anche la possibilità di favorire a lungo termine i processi infiammatori e le malattie degenerative metaboliche e cancerogene.

Pertanto, nel trattamento che dobbiamo instaurare a livello depurativo dobbiamo anche affiancare un cambiamento di abitudini e un percorso che conduca a un rilassamento psicologico e soprattutto che incentivi l’autocontrollo emotivo prevedendo diverse terapie di rilassamento e pratiche come la meditazione, lo yoga, l’esercizio fisico, l’ascolto di musica rilassante, ecc.

Le piante medicinali e la loro raccolta

Scopriremo in questo capitolo gli aspetti salienti delle piante medicinali che utilizziamo così frequentemente nelle nostre terapie. Il valore terapeutico di queste piante è senza alcun dubbio dovuto alla presenza di una sostanza chimica, il cosiddetto principio attivo, contenuto nella loro struttura, che genera un effetto fisiologico sull’uomo.

Molti di essi sono estremamente complessi e alcuni sono sconosciuti nella loro natura chimica, mentre altri principi sono stati isolati, purificati, persino sintetizzati o duplicati.

Principi attivi

Solitamente sono ammessi in base alla seguente, consueta, classificazione suddivisa in sei categorie.

Alcaloidi

Costituiscono un gruppo di composti alcalini con una marcata attività fisiologica. Gli alcaloidi comprendono morfina, cocaina, nicotina, chinino, ecc. Ne sono stati identificati più di 5000.

Più del 90% degli alcaloidi si rinvengono nelle piante con infiorescenze.

Glucidi

Sono composti che, una volta idrolizzati, producono un complesso di uno o più zuccheri, come il saccarosio, il maltosio o il lattosio chiamati disaccaridi, in quanto presentano due molecole di monosaccaridi legate tra loro, oppure il glicogeno o l’amido che contengono un gran numero di monosaccaridi (polisaccaridi). Esistono inoltre oligosaccaridi formati da 2-10 monosaccaridi legati tra loro.

Quando non sono idrolizzati si chiamano monosaccaridi, come esempi potremmo menzionare il glucosio, il fruttosio e il ribosio.

Oli essenziali

Gli oli essenziali, di solito, contengono diversi componenti chimici, principalmente derivati dal terpene o da composti aromatici.

Di rado sono costituiti da un unico componente, ma spesso contengono alcoli, chetoni, aldeidi, fenoli, eteri, esteri e altri composti, oltre ad azoto e zolfo. Sono preziosi carminativi, antitussivi, antisettici orali ideali per gargarismi, spray e unguenti.

Gomme e resine.

Le gomme sono polimeri di vari, particolari, zuccheri. Le resine, invece, sono derivati dall’ossidazione degli oli essenziali. Ambedue sono utilizzate come lassativi.

Oli lipidici

Sono esteri degli acidi grassi, che vengono utilizzati nelle emulsioni e come lassativi

Sostanze antibiotiche

Sono composti organici complessi prodotti generalmente da funghi e batteri attinomiceti, capaci, in piccole quantità, di inibire i processi vitali dei microrganismi. La parola antibiotico deriva dal greco e corrisponde all’unione di due parole: contro (anti) la vita (biòs).

Ciò è esplicitato dalla loro attività inibitoria o distruttiva dei processi vitali della cellula dove interagisce il metabolismo. La prima sostanza antibiotica scoperta è stata la penicillina, e tuttora, è considerata una delle più importanti.

Raccolta delle piante

Se ci servono piccole quantità di piante, si ricorre alle piante selvatiche. Se però sono necessarie grandi quantità, si ricorre alla coltivazione; di norma è necessario, nella raccolta, osservare quanto segue:

  • Riconoscere alla perfezione la pianta da raccogliere.
  • La conoscenza del suo habitat, della struttura della pianta, che può variare nei diversi periodi e fasi della sua vita, è fondamentale.
  • Assicurarsi che la pianta on sia stata concimata o trattata con insetticidi, non raccogliere nelle vicinanze di autostrade, strade o sentieri di montagna. Le piante devono essere raccolte in zone isolate, lontane dall’inquinamento causato dal traffico o da sostanze chimiche.
  • Prima di raccogliere una pianta, controllare la consistenza, la stagione di fioritura, il colore, la forma, le dimensioni, nonché eventuali segni identificativi, come ad esempio un aroma specifico.
  • Non raccogliere piante troppo secche o troppo umide.
  • Scegliere, per la raccolta, una giornata limpida e soleggiata, il momento migliore è al mattino, una volta evaporata la rugiada. Ovvero, mai nelle prime ore del mattino o al tramonto.

Per le parti verdi che producono carboidrati, è consigliabile raccoglierle al mattino, poiché la sintesi avviene solo durante il giorno, nelle prime ore del mattino, quando la quantità di questi prodotti inattivi è più bassa. Ciò costituisce un arricchimento del preparato in principi attivi. Raccogliere solo parti in salute.

Occorre prestare particolare attenzione se sono presenti muffe, marciumi, parassiti o lumache. Separare dalla pianta qualsiasi foglia, piccola incisione, terra o pietrisco residuo, ma non lavarla (eccetto le radici e solo in alcuni casi).

Il momento migliore per la raccolta dipende dalla pianta, ma è consigliabile quando ha il maggior contenuto di principi attivi: radici e rizomi vengono raccolti in autunno, quando i processi vegetali sono cessati e nel suo secondo anno, se la pianta è biennale.

Parti della pianta da cui ricavare i principi attivi

  • La corteccia in primavera prima dell’inizio dei processi vegetativi.
  • Le foglie quando la fotosintesi è più attiva, cosa che di solito avviene al momento della fioritura, prima che i frutti e i semi maturino.
  • I fiori al momento della loro totale fioritura, scegliendo il momento della giornata in cui sono più sviluppati; va tenuto presente che dopo la fecondazione il colore si altera e il loro aroma si riduce, pertanto, il momento migliore per raccoglierli è prima dell’impollinazione.
  • I frutti prima o dopo il periodo di maturazione, cioè quando sono completamente sviluppati, ma non maturi, tranne in alcuni casi come l’anice o il finocchio.
  • I semi a piena maturazione, ma se possibile prima che i frutti siano deiscenti

Testare le piante

Per determinare quali piante sono adatte a qualsiasi tipo di sintomo e malattia, si può utilizzare un test generale fitoterapico, e per le problematiche specifiche femminili si può utilizzare un test delle piante medicinali appositamente dedicato, che può contribuire a superare molti disturbi legati alla menopausa o alle mestruazioni.

Test per il rilevamento delle intossicazioni derivanti da metalli pesanti

Si tratta di un fenomeno in costante aumento nella popolazione; si rileva, infatti, quotidianamente, un numero crescente di casi di intossicazioni causate dall’utilizzo di amalgami dentali contenenti argento e mercurio utilizzati nelle otturazioni, dall’inoculazione di vaccini contenenti alluminio e mercurio come coadiuvante conservativo o dalla presenza, a volte, di numerosi metalli contaminanti rilasciati dalle tubature disciolti nell’acqua potabile.

Purtroppo la concentrazione di metalli pesanti che causano l’intossicazione dell’organismo non può essere evidenziata tramite un esame delle urine o ematico, salvo che questi composti non si trovino a livello transitorio. In genere i metalli pesanti si depositano nel tessuto adiposo o nell’apparato scheletrico.

Gli organi maggiormente colpiti dai metalli pesanti sono i reni, il fegato, il cervello e, in subordine, l’apparato scheletrico e la tiroide.

Per testare la presenza di metalli pesanti si fa riferimento a muscoli in particolare:

  • Il grande pettorale capo clavicolare (il 99% delle volte fornisce una risposta positiva).
  • Psoas (100% di risposte positive)

Test effettuato utilizzando la kinesiologia olistica

Bisogna tendere le braccia, ma incrociandole, se questo movimento provoca una risposta AR, ciò indica che la persona è soggetta a una concentrazione di metalli pesanti. È possibile utilizzare anche il filtro di mercurio solubilis a 12 DH. Occorre inoltre verificare che la risposta AR sia prioritaria.

Determinato che sussiste questo problema e che è in atto un’intossicazione occorre accertare quale sia il metallo specifico che la produce. I metalli che più comunemente costituiscono il 99% del totale delle intossicazioni derivanti da metalli pesanti sono: piombo, mercurio, alluminio, arsenico, cadmio, nichel, rame. Il kit di metalli pesanti è composto di tutte le fiale specifiche per il rilevamento del tipo di metallo che intossica il nostro organismo.

Per testare le tossicità specifiche di ciascuno, si utilizza un filtro di tali metalli alla soluzione omeopatica 12 DH.

Individuata la causa della tossicità, è necessario identificare gli organi interessati, nel 99% dei casi ci si riferisce a cinque organi: reni, fegato, cervello, apparato scheletrico o tiroide.

Ciò potrà essere effettuato tramite un nuovo test, che comprenderà la ripresa RA sopra menzionata e cominciando a testare utilizzando i filtri organo-specifici; qualora occorresse un mutamento informativo e si trattasse di una priorità, otterremo quale organo principale sarà interessato.

Non si devono trascurare le risposte ottenute da questo tipo di test poiché è fondamentale evitare qualsiasi tipo di patologia neurologica, come la candidosi, strettamente correlata alla contaminazione derivante da metalli pesanti, essendo noto, che tali substrati, sono un ottimo terreno di coltura della candida e dei parassiti; tali patologie possono causare diversi squilibri a livello organico, come il morbo di Parkinson, la Sla, il morbo di Alzheimer o scompensi endocrini, che potrebbero avere un’origine nella concomitanza di entrambe le patologie.

Il trattamento sarà stabilito in base alla gravità della tossicità e al livello di contaminazione del paziente.

Come abbiamo già commentato nell’articolo Individuazione di metalli pesanti nell’organismo del 31 marzo 2015, nei casi molto gravi ci si avvarrà dell’omeopatia, nella fattispecie dell’EDTA (acido etilendiamminotetraacetico) o del DMPS (dimercaptopropanolo solfato) o del DMSA (acido dimercaptosuccinico). Nei casi meno gravi o intermedi si utilizzeranno oligoelementi quali il selenio o lo zolfo e ci si avvarrà della medicina ortomolecolare con l’impiego di amminoacidi solforati o composti quali l’MSM o l’aglio. Nei casi che presentano minore contaminazione di useranno piante o alghe quali la clorella o lo zenzero.

I drenanti omeopatici quali solidago, berberis, galium, toex e altri possono risultare fondamentali nelle prime fasi di disintossicazione di fegato, reni e cervello.

 

Testaje del sistema immunitario

Gli esseri umani sono dotati dalla nascita di un sistema immunitario incaricato di gestire le aggressioni microbiche endogene ed esogene. Durante le prime fasi della vita, il sistema impara a riconoscere ciò che è proprio dell’organismo e a differenziarlo da ciò che non lo è. In tale modo si sviluppa ciò che definiamo come tolleranza immunologica e quando questa regredisce si manifestano le cosiddette patologie autoimmuni. A volte il sistema manifesta reazioni eccessive come l’ipersensibilità, le intolleranze alimentari o allergie nei confronti di sostanze che, in linea di principio, dovrebbero essere innocue.

Gli organi produttori primari e di differenziazione dei linfociti sono il midollo osseo e il timo e secondari per la captazione ed elaborazione di antigeni come la milza:

  • Midollo osseo: fabbrica sia le cellule staminali che le cellule ematiche.
  • Timo: è l’organo dove si differenziano i linfociti T.
  • Milza: è l’organo dove si differenziano i linfociti B.
  • Tonaca intestinale: svolge una funzione fondamentale a livello immunitario, è essenziale quindi che funzioni perfettamente per prevenire l’ingresso di agenti patogeni nel sangue e nel sistema linfatico. In essa sono contenute le Placche del Peyer, raggruppamenti di tessuto linfatico non capsulato, localizzate nella sottomucosa dell’intestino che regolano le difese immunitarie di tutte le tonache dell’organismo.

Dobbiamo distinguere tra le difese innate interne o non specifiche che sarebbero:

  • Le cellule Natural Killer o NK, sono cellule citotossiche che causano la distruzione delle cellule infette.
  • Interferoni che generano enzimi antivirali.
  • Ulteriori sostanze costituite da complessi proteici macromolecolari che vengono sintetizzati nel fegato e che si diffondono tramite la circolazione ematica.

Inoltre, difese specifiche o acquisite le quali si sviluppano solo come risposta alla penetrazione di un particolare agente esterno. Tali difese principali sono:

  • Cellule: Linfociti
  • Immunità umorali: Anticorpi.

Tra gli anticorpi segnaliamo le immunoglobuline tipo M o Ig-M e le immunoglobuline tipo G e Ig-G. Il tipo M appare in prima istanza indicandoci che l’infezione è presente, l’anticorpo di tipo G viene prodotto in seguito segnalando che l’infezione è un processo ormai pregresso.

Inoltre, sussistono altre classi di anticorpi: tipo A, tipo D o tipo E. Questi ultimi sono quelli che mediano durante i processi allergici.

È altresì necessario evidenziare il ruolo dell’intestino tenue nelle difese immunitarie dove sono presenti le placche di Peyer che costituisce il centro di controllo immunitario di tutte le mucose dell’organismo (occhi, naso, vescica…).

In questo contesto, esamineremo le sostanze che influiscono sull’immunomodulazione, ovvero integratori che non solo stimolano il sistema immunitario, ma lo adattano alla situazione specifica, inducendolo ad autoregolarsi ossia aumentando e diminuendo la sua interazione a seconda delle necessità. Ciò è particolarmente importante nei casi in cui le problematiche autoimmuni richiedono un adattamento al processo di difesa dell’organismo.

Si possono caratterizzare in base ai loro apporti funzionali che regolano la difesa immunitaria:

  • Aumento dei linfociti tipo B: Zinco, Coenzima Q 10, Echinacea e Baptisia falso indaco.
  • Stimolazione generale del timo: Vitamina A + C + E, Beta-carotene, Vitamina B in particolare i gruppi B2, B3 e B6, Timo, Germanio, Magnesio e acidi grassi essenziali.
  • Stimolazione dei linfociti T4: Echinacea, Arpagofito, Selenio, Rame (oligoelemento) e Tuia
  • Stimolazione delle cellule killer: Selenio, Eleuterococco e Germanio.
  • Riduzione dei linfociti T8: Un eccesso di T8, essendo frenante per il sistema immunitario, non è un vantaggio poiché ostacola la risposta difensiva necessaria alla presenza di virus o di Candida; si usa il Litio (in orotato) per un breve periodo di tempo.

Il Test del sistema immunitario

Come si testa: Per il test generale si utilizzeranno i seguenti filtri del test basico ampliato:

  • Milza D4.
  • Timo D4
  • Sistema reticoloendoteliale (RES) o sistema fagocitario mononucleare (MPS).
  • Sistema immunitario intestinale.
  • Mucosa intestinale.

Se sussiste una risposta AR su uno di questi test, significa che le difese immunitarie sono basse. Si individuerà il livello d’informazione dove si verificherà questo insuccesso (la causa può anche essere psichica, di stress, energetica ecc.).

In aggiunta all’utilizzo delle fiale del sistema immunitario intestinale possiamo usare il GALT (sistema linfatico associato alla tonaca intestinale), il MALT (sistema linfatico associato a tutte le tonache dell’organismo) e i filtri del midollo osseo. Se vogliamo fare un test più approfondito, possiamo trovare molte più alternative nel kit di immunità.

Se sussiste una risposta AR in qualunque test effettuato, ciò dipende dalla presenza di difese immunitarie basse, quindi occorre stabilire a quale livello e dove si trova il problema (può essere anche una causa psichica, di stress, o emotiva).

Si può inoltre verificare se sussiste uno stato di autoimmunità con la fiala che verifica la tendenza autolesionistica, in tal caso, gli integratori consigliati in questo articolo saranno molto utili per tali pazienti.

Angel Salazar

Test kinesiologico del Citomegalovirus

Il citomegalovirus (CMV) è un virus che può colpire persone di qualsiasi etnia e condizione di salute, sebbene solitamente infetti categorie socialmente svantaggiate. La maggior parte delle infezioni causate da questo virus comporta determinati sintomi e, mentre in alcuni casi si manifesta una malattia di forma lieve, in altri si manifesta di forma grave, come nei bambini appena nati e nelle persone immunodepresse. Nei paesi sviluppati questo virus è la causa più comune delle infezioni congenite.

Il citomegalovirus è un virus della famiglia Herpesvirus, insieme al virus di Epstein-barr, l’herpes simplex, la varicella zoster e alcuni altri. Solitamente si trasmette attraverso l’urina, lo sperma, le feci, il sangue, il latte materno e la saliva. Il contagio richiede quindi un contatto diretto con una persona infetta, dal momento che il virus è molto labile.

Non dobbiamo però confonderci tra infezione da CMV e malattia da CMV: la prima, infatti, è la prova di una replicazione virale indipendentemente dalla presenza di sintomi o segnali, che sono invece ben chiari nel secondo caso.

Questa situazione può verificarsi sia come sindrome virale sia come malattia invasiva.

Come possiamo realizzare il test?

Si possono utilizzare diverse fiale a seconda del caso. Nei feti e nei neonati si verifica la presenza di anticorpi IgG nella madre o nel bambino, perché è l’unico anticorpo che può raggiungere la placenta e proteggere il feto da possibili infezioni.

Nel caso in cui individui di qualunque età presentino infezioni recenti o acute, è molto probabile che le IgM e le IgG siano alte. Per questo motivo, si devono utilizzare le fiale del kit di immunità con la fiala del Citomegalovirus nel kit dei Nosodes.

Anche quando l’infezione risulterà superata, le IgG e le IgM continueranno a essere alte per alcuni mesi. In più, è sempre molto difficile sapere se l’infezione è precedente o recente. Si deve quindi aspettare un certo lasso di tempo (non superiore ai tre mesi) per confermare la presenza di un’infezione o di una malattia attraverso la comparsa di sintomi o per verificare l’abbassamento del valore delle IgM, nel caso di un’infezione passata.

Angel Salazar

Kinepharma

Diagnosi di una sindrome metabolica con la Kinesiologia

Quando i recettori di insulina presenti nella membrana cellulare non funzionano correttamente, possono svilupparsi infiammazioni e sindromi metaboliche. Spesso l’organismo è già compromesso, a causa della cattiva alimentazione, della contaminazione e più in generale delle tossine endogene ed esogene, che solitamente provocano questo problema. Inoltre, una carenza di acidi grassi essenziali può colpire la membrana cellulare, danneggiando i recettori di insulina.

Nel caso in cui si verifichi una di queste situazioni, si può generare un accumulo di insulina nel sangue. In primis, il pancreas reagisce producendone una quantità maggiore, provocando una sindrome metabolica, un’infiammazione o un diabete di tipo 2.

Test Kinesiologico

Durante la realizzazione del test, se la fiala d’insulina posizionata genera un AR (Arm Reflex o l’accorciamento del braccio), significa che siamo di fronte a un eccesso di insulina e probabilmente a una sindrome metabolica. Si può inoltre testare la presenza di un processo infiammatorio utilizzando le fiale adeguate. Nel caso in cui il glucosio ancora non sia aumentato, si può verificare un aumento del cortisolo e un abbassamento dell’ormone DHEA, dal momento che l’aumento dell’insulina inibisce la produzione del DHEA.

Tutto questo può essere testato grazie ai kit del sistema endocrino e degli ormoni sessuali. Se il problema dovesse persistere, questo provocherà un aumento dell’ossidazione del fegato, degli acidi grassi liberi nel sangue, dei trigliceridi, del colesterolo e della pressione sanguigna. Tutti questi sintomi devono essere presi in considerazione al momento della diagnosi e cercare di risolvere il problema.

Cosa si può fare a riguardo?

Nel caso in cui si verifichi un aumento dei radicali liberi, è necessario risolvere il problema quanto prima. Innanzitutto, attraverso un’alimentazione salutare che disintossichi l’organismo, con drenanti del fegato come il boldo, il dente di Leone o il carciofo e il consumo di oli di qualità.

Molto probabilmente sarà necessaria un’integrazione di acidi grassi omega 3, in particolare DHA e acido alfa-lipoico, magnesio, vitamina E, cromo picolinato, oltre ad antiossidanti come i bioflavonoidi.

 

Angel Salazar

Kinepharma

I rischi dell’acidosi nel corpo umano

La presenza di un organismo acido può rappresentare un rischio per il nostro corpo. Esso si manifesta quando il ph del sangue scende oltre l’intervallo tra 7,35 e 7,45, che rappresenta il grado di acidità adeguato per la nostra salute.

La maggior parte delle persone che vivono nei paesi occidentali soffre di acidosi perché il ph del sangue non raggiunge questi valori, avvicinandosi al 7,25. Un 7.1 potrebbe portare al coma e addirittura alla morte se si riducesse sotto il 7.

Per questa ragione, uno dei primi test che facciamo in Kinesiologia Olistica nel caso avvenga un problema biochimico è l’acidità e per fare ciò utilizziamo una fiala di acidum oxalicum da 30 DH.

Come l’acidità colpisce il nostro organismo:

  • Solitamente colpisce tutte le trasformazioni chimiche dell’organismo, perché negli enzimi si manifesta un ph acido.
  • A causa della sua azione aggressiva nei tessuti, l’irritazione di questi ultimi e degli organi provoca dolore, lesioni, infiammazioni, eczemi e pruriti, ecc…
  • Favorisce lo sviluppo d’infezioni nell’organismo, perché crea un ambiente perfetto per i microrganismi invasori e danneggia le mucose che ostacolano l’entrata dei patogeni, come nel caso della cistite o di problemi al sistema immunitario.
  • Agevola la propagazione delle cellule cancerogene, favorendo un mezzo anaerobico in mancanza di ossigeno.
  • Avviene una demineralizzazione, perché molte parti del corpo, come le ossa, sono spinti a cedere minerali per compensare la riduzione del ph, provocando lo sviluppo di malattie come l’osteoporosi.

Come verificare la presenza di un ottimo ph:

Eliminare la prima urina del mattino perché ricca di acidi smaltiti durante la notte e prelevarne successivamente una quantità sufficiente per il test. Utilizzare le strisce di acidità e alcalinità per verificare quale sia il ph. Il valore perfetto va da 6,5 a 7,5, mentre quello della saliva va da 7 a 7,5.

Le soluzioni per alcalinizzare il nostro organismo passano ovviamente dall’alimentazione, della quale abbiamo parlato molte volte. Infatti, oltre a mangiare bene e remineralizzarci attraverso alimenti ricci di vitamine, amminoacidi, antiossidanti e sali minerali, è necessario bere molta acqua e condurre uno stile di vita non sedentario. L’ideale sarebbe vivere una vita tranquilla senza stress, ma nel caso in cui questo non fosse possibile al cento per cento, è comunque molto importante svolgere attività sportive all’aria aperta, dormire bene e respirare aria pulita.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

Test per la circolazione cerebrale con la Kinesiologia

Oltre ai test per gli organi e per le ghiandole, possiamo eseguire il test per la circolazione cerebrale. Il cervello riceve il 15% dell’afflusso cardiaco e il 20% del consumo di ossigeno, anche se rappresenta solo il 2% del peso corporeo di un uomo. Il flusso sanguineo che arriva al cervello, è di circa 750 ml il minuto e il 70% di questo giunge dalle arterie carotidee e il 30% da quelle vertebrali.

Infatti, le arterie carotidee comuni portano la maggior quantità di flusso sanguineo alla testa e al collo. Ce ne sono di due tipi: la carotide esterna, che irrora il collo, il viso e la zona esterna della testa, e la carotide interna, che irrora il cervello anteriore, gli occhi, le orbite e i seni.

Un’alterazione della circolazione cerebrale solitamente provoca disturbi alla memoria e alla concentrazione producendo una serie di sintomi, come la perdita dell’udito o della vista, ronzii, capogiri o vertigini, ecc.

Test

Colpiamo l’estremità della clavicola sinistra. Se si verifica un AR (Arm Reflex), ciò indica una scarsa irrorazione cerebrale. Possiamo inoltre utilizzare una fiala di ossigenazione insieme a quella relativa al cervello in un test basico ampliato. Se queste vengono poste sul paziente e si verifica un cambio di informazioni, otterremo la diagnosi.

Una volta scoperta la natura del problema, registriamo l’informazione e ci chiediamo se sia necessario un trattamento di tipo energetico, emotivo, chimico o strutturale, esattamente come in altri test.

  • Nel caso di un trattamento energetico, ci serviremo dell’agopuntura e dell’auricoloterapia.
  • Nel caso in cui il trattamento sia emotivo, proveremo con i fiori di Bach o con qualsiasi altra tecnica emozionale.
  • Nel caso di un trattamento chimico, proveremo con il ginkgo biloba, il biancospino, l’aglio, l’olio di genziana, gli omega 3, gli omega 6, la vitamina E, la colina, la fosfatidilcolina, la fosfatidilserina, la lecitina di soia, la clorella, la curcuma, ecc.
  • Infine, nel caso in cui sia necessario un trattamento strutturale, eseguiremo una visita al cranio e alle vertebre cervicali e in seguito potremo applicare la terapia sacro-craniale.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

Test chinesiologico per la carenza di sali minerali e di oligoelementi

Solitamente quando si impiega la chinesiologia olistica in ambito chimico, il metodo più semplice per testare la carenza di sali minerali e di oligoelementi consiste nell’uso di una fiala unica. Si tratta di una fiala composta da Cuprum metalicum 200 DH e cobalto metallico 200 DH. Normalmente il filtro deve essere inserito nell’ombelico del paziente, all’interno di un’anella nera o del risuonatore di frequenze. Se c’è AR (Arm Reflex o l’accorciamento del braccio)  significa che è presente una carenza di sali minerali o di oligoelementi.

A partire da questo momento, la cosa più logica è cercare quale sia il sale minerale o l’oligominerale di cui è carente il paziente. E lo si fa in maniera progressiva con un test dei sali minerali o per oligoelementi, fino a capire quale sia prioritario.

Un’altra modalità di esecuzione del test per la carenza di sali minerali consiste nel toccare il 4TR bilateralmente. Nel caso in cui si noti una variazione nelle informazioni, significa che ci troviamo in presenza di una carenza di sali minerali. Il terapeuta può poi procedere con una TL (Terapia di Localizzazione o toccare lievemente un punto) nei punti riflessologici dei sali minerali o usare le fiale per i vari minerali per stabilire quali siano necessari.

Anche per la carenza di oligoelementi esiste un punto indicatore, ovvero il punto intermedio del muscolo sternocleidomastoideo sinistro. In caso di presenza di AR significa che ci troviamo davanti a una carenza di oligoelementi e, come per i sali minerali, cerchiamo le informazioni necessarie e usiamo le fiale per oligoelementi oppure il terapeuta esegue una TL sui rispettivi punti riflessologici.

Per testare la carenza o l’eccesso di sali minerali e di oligoelementi è possibili utilizzare soltanto la TL sui punti riflessologici. Durante la TL eseguita dal terapeuta, la presenza di AR indicherà una carenza di sali minerali o di oligoelementi. Nel caso in cui sia il paziente a eseguire la pressione, la presenza di AR indicherà un eccesso. Non bisogna dimenticare che la carenza di sali minerali e di oligoelementi è solitamente correlata a disturbi della valvola ileocecale e/o della flora intestinale. Spesso è dunque opportuno trattare questi disturbi, prima di somministrare il prodotto. In caso contrario non sarà possibile risolvere le carenze nel paziente.

 

Angel Salazar Magaña

Kinepharma

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