Browsing articles from "Giugno, 2016"
Giu 24, 2016

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

 Coenzima Q10

Quando parliamo degli antiossidanti, spesso facciamo riferimento alle vitamine e ai minerali che introduciamo nel nostro organismo attraverso l’alimentazione o gli integratori. Tuttavia, il nostro corpo è in grado di produrre antiossidanti anche da solo, combattendo così  i radicali liberi, che si generano come conseguenza alle nostre reazioni metaboliche. Il Coenzima Q10 ne è un esempio.

Man mano che invecchiamo, le nostre cellule producono sempre meno antiossidanti come il Coenzima Q10. Questa diminuzione sembra favorire l’invecchiamento e il generarsi di malattie croniche tipiche dell’avanzare dell’età.

E’ importante individuare carenze di antiossidanti endogeni, così da compensarle con integratori prima che si verifichino problemi di salute.

Si è poi verificato che l’incremento dei livelli cellulari di questi antiossidanti naturali, attraverso integratori alimentari, può aiutare a controllare o prevenire malattie o disturbi associati all’età, come il diabete, le patologie cardiovascolari e l’alzheimer.

Per farsi un’idea di come funzionano gli antiossidanti  come il Coenzima Q10 nel nostro organismo, dobbiamo osservare il metabolismo delle nostre cellule.

All’interno di ognuna di esse troviamo i mitocondri, piccoli “motori” che producono energia costantemente, a partire dai carboidrati e dai grassi che ingeriamo con la nostra dieta. Questo processo, conosciuto come “metabolismo”, permette la rigenerazione cellulare.

In questo processo avvengono un’infinità di reazioni chimiche, nelle quali intervengono gli enzimi, fondamentali affinché il metabolismo non si arresti. Importanti allo stesso modo sono i coenzimi, che aiutano gli enzimi stessi a portare a termine le loro funzioni.

Gran parte delle vitamine del gruppo B, numerosi minerali e alcune sostanze chiamate chinoni (componenti biologici di grande importanza) sono coenzimi.

Uno di questi chinoni è l’ubichinone, il nome scientifico del Coenzima Q10.

L’importanza del Coenzima Q10 per invecchiare nel modo migliore

Per capire quale possa essere il volume dei Coenzimi Q10 presenti nelle diverse parti del nostro organismo, è necessario sapere che quanto più è forte il bisogno di energia per gli organi, più alta sarà la loro concentrazione.

Per questo motivo, nelle pareti del cuore la concentrazione di Coenzima Q10 è doppia rispetto a quella dei muscoli nelle altre parti del corpo. Lo stesso accade nel fegato e nei reni, in quanto entrambi richiedono maggiore energia e molti Coenzimi Q10 per neutralizzare le tossine ed espellerle.

All’età di 20 anni, il nostro organismo produce tutta la quantità di Coenzimi 10 che necessita per mantenere il metabolismo in pieno funzionamento. Tuttavia, questa diminuisce a poco a poco, fino a ridursi del 65% intorno agli 80 anni.

Sulla base di questo, gli studi hanno dimostrato che le persone affette da disturbi cardiaci o malattie di fegato o reni presentano bassi livelli di Coenzima Q10.

Affinché il nostro corpo produca questa sostanza antiossidante, le nostre cellule devono avere a disposizione vitamine del gruppo B, diversi minerali e vitamina C.

Se non ingeriamo le quantità giuste di questi nutrienti, corriamo il rischio di non possedere gli antiossidanti endogeni sufficienti a invecchiare in modo sano e senza disturbi tipici dell’età.

Per evitare ciò, possiamo sottoporci a test preventivi di carenze: vitamine, minerali, oligoelementi, enzimi e coenzimi. In più, se si soffre di un disturbo cardiaco, epatico o renale conviene verificare la possibilità di una carenza nella produzione del Coenzima Q10.

Giu 17, 2016

Punti riflessi neurolinfatici in kinesiologia

il sistema linfatico

Nel campo della kinesiologia applicata, il sistema linfatico e i suoi punti riflessi acquistano grande importanza.

Come saprete, il sistema linfatico fa parte dell’apparato circolatorio del corpo umano. È formato dai vasi linfatici, dai nodi e dai capillari e la sua importante funzione è quella di ripulire i tessuti da tutti gli elementi tossici e dai residui metabolici che vengono generati e accumulati.

Il drenaggio avviene attraverso un’azione di pompaggio che resta in funzione, principalmente, grazie alla contrazione dei vasi linfatici, al polso arterioso, all’attività muscolare e alla compressione del tessuto quando si esercita una pressione dall’esterno del corpo.

Nonostante la sua azione permanente di pompaggio, il sistema linfatico agisce lentamente poiché durante le sue funzioni di pulizia deve elaborare e scomporre alcune particelle, come ad esempio le proteine, che non possono entrare nel sistema sanguigno a causa della loro dimensione o complessità.

A causa di questa funzione di drenaggio e della lentezza dei suoi processi, in caso di eccessiva tossicità il sistema linfatico può bloccarsi e causare problemi in qualsiasi zona del nostro organismo.

È qui che entra in scena l’utilità dei punti riflessi neurolinfatici. Si tratta dei commutatori del sistema linfatico, che possono variare il flusso del sistema attraverso i nervi simpatici e spinali.

Non si trovano nei vasi linfatici, quindi non agiscono direttamente sul flusso della linfa (il liquido circolante nel sistema linfatico), bensì, se stimolati, attivano una rete di impulsi nervosi che riesce a sbloccare il sistema linfatico di quella zona.

Punti riflessi neurolinfatici in kinesiologia

La stimolazione di questi punti riflessi neurolinfatici porta alla diminuzione o all’aumento del flusso della linfa e alla creazione di un nuovo equilibrio della capacità di drenaggio degli organi o dei tessuti interessati.

Di solito si trovano nella parte anteriore del corpo, lungo gli spazi intercostali fino al pube, e nella parte posteriore del corpo lungo la spina dorsale. È il caso dei punti NL di muscoli come il grande pettorale clavicolare, il grande rotondo, il gran dorsale o il sottoscapolare, tra tanti altri.

Tuttavia, alcuni sono localizzati su gambe e braccia, come ad esempio i punti NL della zona anteriore del muscolo tensore della fascia lata, che si trova sul lato esterno della gamba, dal ginocchio all’anca.

Quando realizziamo il test della ruota muscolare e localizziamo i muscoli deboli da trattare con priorità, la persona sottoposta al test deve toccare i punti NL del muscolo. Successivamente, chiederemo al corpo se sia necessario trattare i punti riflessi NL. Se la risposta è affermativa, per trattare i punti riflessi neurolinfatici dovremo massaggiarli delicatamente senza esercitare una pressione eccessiva, con la punta delle dita e ruotando in senso orario. Realizzando il trattamento rafforziamo il muscolo e miglioriamo il funzionamento dell’organo ad esso collegato.

 

Giu 12, 2016

Recupera il chi o l’energia vitale grazie al terzo chakra

Il terzo chakra, Manipura, si trova nella zona del plesso solare, all’altezza della bocca dello stomaco.

Questo controlla il fegato, la cistifellea, il pancreas e il sistema digerente. È anche associato alle ghiandole surrenali e ai reni, ma soprattutto ci protegge dalle energie negative a livello psichico che rappresentano un rischio per noi stessi.

Il Manipura funge da sistema immunitario psichico e dell’insieme dei chakra, e si chiude quando rileva un pericolo innalzando la sua temperatura ed espandendo l’energia protettiva al secondo e al quarto chakra.

Un sintomo della chiusura del terzo chakra è un dolore acuto allo stomaco che non è legato alla sensazione di fame.

Funge da catalizzatore o da traduttore delle informazioni energetiche tra i chakra, ossia, se il Manipura funziona correttamente avrà il potere di catalizzare le informazioni spirituali provenienti dai tre chakra superiori e di inviarle tradotte ai 2 inferiori. In questo modo le informazioni spirituali o la nostra saggezza intrinseca, provenienti dai chakra superiori, sono utilizzate da quelli inferiori per agire secondo ciò che detta il cuore, creando un equilibrio tra quello che pensiamo e il modo in cui agiamo.

Inoltre, allo stesso modo, traduce e trasmette le informazioni del corpo dal primo e dal secondo chakra ai chakra superiori.

terzo chakra

 Il Manipura, che significa “gemma brillante”, è considerato il centro da cui viene emanata l’energia vitale o quello che la medicina tradizionale cinese conosce come il chi vitale.

Il suo colore è il giallo, che simboleggia la mente, e comprende aspetti strettamente mentali come la memoria, il pensiero logico e razionale o l’azione e gli aspetti più spirituali come la saggezza e l’intuizione. Inoltre, gli viene attribuito il colore viola per la sua capacità di trasformare i pensieri e i modi di agire favorendo la connessione con il nostro vero io.

È connesso al senso della vista, regolata, secondo la MDC, dal fegato. La vista è intesa come la capacità di osservare, il passaggio che precede qualsiasi decisione della nostra vita. Ci permette di scegliere e di vedere con chiarezza il percorso corretto tra tutti quelli possibili. Ci aiuta a pianificare le nostre vite nella forma corretta, a stabilire un obiettivo fondamentale e a inseguirlo partendo dalla saggezza, tenendo conto delle nostre possibilità e delle circostanze.

Quindi, se il primo chakra agisce su tutti gli aspetti vincolati alla nostra sopravvivenza più terrena e il secondo chakra ci aiuta a distinguere tra il piacere e il dolore e ad assimilare le nostre esperienze di vita, il terzo ci permette di crescere come individui e ci rende liberi.

Grazie alla volontà individuale operiamo delle scelte, agiamo e ci assumiamo la responsabilità di chi siamo, delle nostre decisioni e azioni. Il Manipura ci aiuta a capire con chiarezza dove dirigere questa volontà.

Qui emerge la nostra forza interna, la perseveranza per continuare ad andare avanti nonostante le difficoltà e gli ostacoli. Ci permette di trasformarci e di rinascere dalle nostre ceneri, come una fenice.

Inoltre, è legato all’accettazione e al riconoscimento. Se il terzo chakra è equilibrato siamo in grado gestire le relazioni dal nostro centro, non temiamo il rifiuto e le critiche, siamo capaci di creare la nostra identità, senza il bisogno di riconoscimento e accettazione dell’ambiente circostante.

Come abbiamo visto, controllare lo stato di questo chakra con il nostro test kinesiologico è importante se la persona ha delle difficoltà a vivere la sua vita, manca di energia vitale o di volontà e desidera imparare a prendere decisioni senza paura, partendo dalla sua identità o essenza.

Giu 2, 2016

Che cosa differenzia l’allergia dall’intolleranza alimentare

Che cosa differenzia l’allergia dall’intolleranza alimentare

Sapete in che cosa risiede la differenza tra intolleranza alimentare e allergia? Oggi vi spieghiamo alcuni dettagli che sicuramente vi aiuteranno a distinguerle meglio.

Anche se entrambe comportano reazioni anomale del corpo rispetto a un determinato alimento o una determinata sostanza, il modo di reagire e gli organi del corpo coinvolti sono diversi. Pertanto, se analizziamo le reazioni del corpo dopo aver ingerito un alimento o essere entrati in contatto con lo stesso, saremo in grado di stabilire se ci troviamo davanti a un’allergia o a un’intolleranza alimentare.

Individuare un’allergia è relativamente facile grazie all’immediatezza dei suoi sintomi. L’allergia è una reazione istantanea a un alimento specifico. Il sistema immunitario lo identifica come estraneo e mette in atto un processo di difesa simile a quello contro le infezioni. Produce istamina e anticorpi al fine di attaccare le molecole che invadono l’organismo.

Non è necessario ingerire un grande quantitativo di questo alimento per notare gli effetti: una minuscola quantità è infatti in grado di scatenare i sintomi indesiderati. Nelle allergie gravi, inoltre, anche il semplice fatto di toccare la sostanza può originare il problema.

Nel caso delle Intolleranze alimentari, la reazione all’alimento non è connessa al sistema immunitario ma si attribuisce piuttosto a problemi nell’apparato digerente, per esempio una carenza di enzimi digestivi o uno squilibrio nella flora intestinale.

intolleranza alimentare

I sintomi dell’intolleranza si manifestano dopo l’ingestione di una quantità normale dell’alimento responsabile e possono presentarsi dopo ore o persino giorni. Questo ritardo della sintomatologia, spesso, ci confonde e rende difficile il compito di collegare il nostro malessere al pasto. Esserne consapevoli permette di scoprire più facilmente l’alimento specifico che ci provoca l’intolleranza.

Inoltre, questi sintomi sono molto vari e localizzati in punti diversi, per cui spesso sono attribuiti a altre cause. Tra i vari sintomi: pelle secca, depressione, dolori articolari, mente annebbiata, respirazione difficoltosa, stitichezza, diarrea, indigestione, eruzione cutanea, ecc.

Per sapere se la causa dei nostri sintomi sia dovuta a un’intolleranza alimentare, possiamo realizzare un test degli alimenti oppure testare direttamente l’alimento che riteniamo stia generando il malessere.

In questo caso, possiamo verificare la capacità enzimatica del nostro organismo e lo stato della nostra flora intestinale.

Indubbiamente, la prima cosa da fare è eliminare l’alimento o gli alimenti che ci causano l’intolleranza.

In caso di allergia, è opportuno verificare lo stato del nostro sistema immunitario, l’istamina, gli anticorpi, ecc.; qualora non sia chiaro da dove provenga la nostra allergia, possiamo utilizzare il kit delle principali allergie o realizzare anche il test degli alimenti.

  • Spagnolo
  • Francese
  • Italiano

Recent Comments

    Archives