Perché dovremmo sottoporci a un test delle intolleranze alimentari
Un aspetto che talvolta passa inosservato per quanto concerne la nostra salute generale è l’intolleranza alimentare soggiacente. A differenza delle allergie di tipo alimentare (che spesso hanno sintomi più acuti), le intolleranze alimentari non manifestano sintomi severi, ma hanno conseguenze sul tratto gastrointestinale, sulla permeabilità intestinale e comportano una serie di sintomi secondari che si evidenziano in modo diverso da persona a persona.
Quando si parla d’intolleranze alimentari, ci riferiamo a quegli alimenti che l’individuo non scompone per via enzimatica, con conseguente debilitazione dell’integrità intestinale.
In caso d’intolleranza a un alimento, la sintomatologia relativa inizia solitamente entro poche ore dal suo consumo. Ciononostante, tale sintomatologia può durare fino a 48 ore e i relativi effetti possono durare ore o addirittura giorni, il che rende questi alimenti particolarmente difficili da identificare.
Inoltre, se consumiamo spesso sostanze alimentari cui siamo intolleranti, può rivelarsi difficile correlare i sintomi a un alimento specifico.
Se non individuiamo tale insorgenza, durante mesi o anni di consumo di alimenti cui siamo intolleranti, i sintomi manifestati si trasformano in problemi cronici riconducibili a un’infiammazione sistemica che si evidenzia in patologie come artrite, emicrania, disturbi digestivi, problemi cutanei e malattie autoimmuni.
Se, d’altra parte, rileviamo le intolleranze alimentari di cui soffriamo ed eliminiamo completamente l’alimento o le sostanze precorritrici mediante una dieta di eliminazione, è possibile in tal modo, curare l’intestino, aumentare l’integrità del rivestimento intestinale, reintegrare adeguatamente le colture probiotiche, e conseguentemente, ridurre i sintomi cronici secondari.
Sebbene le intolleranze alimentari non siano la causa di tutti gli squilibri, essere consapevoli che ne soffriamo gioca un ruolo importante in qualsiasi piano generale di salute e benessere ed è frequentemente una possibile soluzione per eliminare quei sintomi persistenti e “random” che non si possono associare a nessun’altra patologia.
Sostituendo gli alimenti, con la conseguente eliminazione delle intolleranze alimentari, l’intestino acquisisce una notevole capacità di migliorare le proprie condizioni generali e, dopo un adeguato trattamento di rigenerazione, è possibile reintrodurre nuovamente le sostanze alimentari in precedenza sostituite.
In termini generali, se l’intestino è in ottima salute, di conseguenza anche gli altri sistemi e apparati dell’organismo ne trarranno beneficio.
Anche se i sintomi delle intolleranze alimentari sono variabili, nella maggior parte dei casi coinvolgono l’apparato digerente, la cute e l’apparato respiratorio.
Le manifestazioni più ricorrenti comprendono:
Diarrea
Costipazione
Gonfiore addominale
Eruzioni cutanee
Mal di testa
Nebbia mentale o difficoltà di concentrazione
Nausea
Stanchezza cronica
Dolori muscolari
Dolore addominale
Rinorrea
Reflusso gastro-esofageo
Arrossamento cutaneo
Le intolleranze alimentari sono solitamente diagnosticate da diete a eliminazione specificamente concepite per ridurre gli alimenti non salutari.
Nelle diete a eliminazione si sospendono gli alimenti più comunemente associati alle intolleranze per un periodo di tempo fino a che i sintomi non diminuiscono. Gli alimenti sono poi reintrodotti uno per volta in concomitanza al monitoraggio dei sintomi.
Questo tipo di dieta consente di identificare gli alimenti che sono all’origine dei sintomi.
Tuttavia, per accelerare l’intero processo diagnostico e ottenere risultati accurati, è possibile eseguire un test kinesiologico delle intolleranze alimentari. A tale scopo, testeremo tutti i filtri di ciascuno degli alimenti che compongono il kit delle intolleranze alimentari.
Tramite la risposta della nostra catena muscolare allo stimolo causato dal filtro alimentare, saremo in grado di determinare con precisione quali alimenti dovremo eliminare e quali di essi possiamo continuare a consumare.
In aggiunta, è necessario eseguire un test completo, valorizzando il nostro apparato digerente per specificare il trattamento di recupero da seguire. Sarà parimenti importante verificare se esiste un qualche tipo d’infiammazione acuta o cronica da curare e le relative modalità di trattamento.
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