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Nov 24, 2019

Il ruolo terapeutico del Reiki nella cura delle patologie

Il ruolo terapeutico del Reiki nella cura delle patologie

Il Reiki è una delle terapie olistiche più conosciute e maggiormente praticate. Oggigiorno, tale disciplina, è ben nota nel mondo occidentale grazie ai suoi ottimi risultati. Per questa ragione, desideriamo approfondire ulteriormente i benefici del Reiki come metodo terapeutico.

Il Reiki e le forze energetiche

Durante la vita di una persona è possibile giungere alla formazione di cosiddetti blocchi energetici interni. Vale a dire che la nostra energia vitale è a livelli talmente bassi da provocare la comparsa di patologie a carico di parti o sistemi dell’organismo. Uno dei modi per rigenerare i bassi livelli energetici è attraverso il Reiki.

Il Reiki è una terapia di origine giapponese tramite la quale si produce un trasferimento energetico che contribuisce a migliorare lo stato fisico e mentale del paziente. L’imposizione delle mani da parte del terapeuta è il canale che consente di ri-orientare le energie attraverso i chakra e riequilibrare l’organismo.


Impieghi del Reiki nel trattamento delle patologie

Il Reiki viene solitamente eseguito come trattamento complementare e non come trattamento primario per qualsiasi tipo di patologia. I suoi benefici possono essere percepiti a diversi livelli:

  • A breve termine il Reiki è in grado di alleviare i sintomi iniziali di un malessere. La rilassatezza e la tranquillità prodotta dall’imposizione delle mani riduce i livelli di stress nei pazienti. È il primo passo per poter curare una patologia.
  • A medio termine il Reiki può guarire i sintomi più dolorosi causati dal malessere in questione. Cefalea, ipertensione, aggressività, vertigini, insonnia, ecc.
  • A lungo termine il Reiki lavora sulla causa principale della patologia curando il paziente, soprattutto sotto l’aspetto più spirituale ed emozionale. Ad esempio, in pazienti affetti da depressione o sindrome da stress post-traumatico, questa terapia aiuta a liberare le paure accumulate e a convogliare le energie in direzione del processo di guarigione.

Il reiki, chakras

Per cosa viene impiegato il Reiki

Il Reiki è utilizzato, in particolare, per il trattamento di tutti i tipi di patologie. La convinzione che la guarigione dello spirito può guarire il corpo ha reso il Reiki una terapia veramente molto diffusa a livello mondiale. Le sue principali applicazioni riguardano il trattamento di:

Emicranie.
Stati depressivi.
Stati ansiosi.
Riduzione del dolore in malattie croniche come le patologie reumatiche.
Dolori mestruali.
Gravidanza e post-partum.
Insonnia.
Costipazione.
Disturbi gastrici.
Stanchezza cronica.
Disturbi alimentari come bulimia o anoressia, ecc.

 Tramite la kinesiologia possiamo testare i diversi chakra e quindi concentrare la nostra energia attraverso il Reiki in quelli che sono bloccati o con meno flusso energetico. Per aiutarvi in tale processo si possono utilizzare il kit dei test del chakra. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nov 10, 2019

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

Il regolare utilizzo di contraccettivi ormonali è correlato direttamente all’insorgenza di trombosi venosa o embolia polmonare nelle donne. Anche se la percentuale di persone colpite è piuttosto bassa, vale la pena di ricordare questo aspetto, poiché il rischio può rivelarsi persino fatale; in particolare, per coloro, che possiedono una familiarità genetica relativa a episodi di trombosi venosa (ETV).

 Tipologie di contraccettivi ormonali

 Il rischio che si verifichino episodi di trombosi venosa o embolia polmonare dipende anche dalla tipologia di contraccettivo che si sta assumendo. Nel nostro paese, una donna su 100.000 può perdere la vita a causa di un’embolia polmonare (EP). La drammaticità che emerge da tale situazione è che tali patologie solitamente insorgono in donne giovani e sane che presentano una particolare predisposizione congenita all’insorgenza di episodi di trombosi venosa (ETV) o embolia polmonare (EP) e inoltre, che tale predisposizione a queste patologie sia non nota.

 I contraccettivi orali sono tutti identici? La risposta a questa domanda è assolutamente no. Non tutti i contraccettivi sono uguali. In realtà, le pillole combinate a base di progestinici sono molto più pericolose di quei contraccettivi ormonali che contengono, ad esempio, levonorgestrel.

 Per quanto riguarda il metodo contraccettivo, non sussiste molta differenza tra loro. Sia le pillole, i cerotti o gli anelli vaginali presentano un rischio analogo per quanto riguarda la possibile comparsa di una trombosi venosa o di embolia polmonare.

 Per tale ragione, prima di assumere contraccettivi ormonali è importante sottoporsi ad esami clinici i quali escludano che il soggetto considerato sia classificato come profilo a rischio. Ovviamente non si deve mai assumere questo tipo di farmaci senza aver prima consultato un ginecologo.

 

Relazione tra trombosi e anticoncezionali ormonali

 

Qual è il profilo della popolazione femminile a rischio di sviluppare episodi di trombosi venosa (ETV) o di embolia polmonare (EP)?

Identificare la popolazione femminile suscettibile di sviluppare questo tipo di patologie a seguito dell’utilizzo di contraccettivi è fondamentale per prevenire rischi ingiustificati. I disturbi congeniti più comuni correlati a tali patologie del sistema circolatorio sono:

  • Alterazioni genetiche, quali la mutazione del gene della protrombina 20210 o la sussistenza del Fattore V.
  • Deficit di proteine C o S e dell’antitrombina.
  • La sindrome antifosfolipidica, nota anche come sindrome di Hughes caratterizzata da un quadro generale di ipercoagulabilità causata da anticorpi.

 In sintesi, se una donna che presenta tali specificità desidera assumere contraccettivi orali, è essenziale che prima valuti altre opzioni in grado di non mettere a rischio la propria salute e soprattutto la propria vita.

 In conclusione, per ridurre i casi di episodi di trombosi venosa (ETV) o embolia polmonare (EP) causati dall’utilizzo di contraccettivi ormonali, i medici devono informare i pazienti su come riconoscerne i sintomi (gonfiore e arrossamento degli arti inferiori o superiori, dolore toracico, tosse con espettorazione che presenta tracce di sangue, ecc.). Siccome la trombosi venosa è la terza causa di mortalità cardiovascolare dopo l’infarto miocardico acuto o l’ictus, diventa dunque fondamentale informare i pazienti sulla prevenzione e la terapia.

 Per essere in grado di valutare qualsiasi problema a livello del sistema circolatorio, possiamo affidarci all’apposito test destinato a rilevare le malattie del sistema circolatorio.

 

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