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Come trattare le fissazioni vertebrali

Un altro problema che può verificarsi è dato dall’unione di alcune vertebre, che essendo bloccate tendono a muoversi insieme, a causa di una lesione chiamata fissazione vertebrale.

Quest’ultima provoca una debolezza muscolare bilaterale e i muscoli che percepiamo deboli ci indicano a livello di quali vertebre si trova:

  • Psoas in D11 e D12.
  • Grande gluteo in C2.
  • Deltoidi in D3 e D4.
  • Grande rotondo in D2.
  • Trapezio in D6.
  • Piramidale in L5.
  • Ischio-tibiali in L4 e L5.

Test

Le fissazioni non si manifestano con la Terapia di Localizzazione (TL), per questo devono essere provocate. Tuttavia, nella prova generale sarà apprezzato un problema strutturale. Sarà utilizzato il mudra strutturale, e dopo vedremo se si tratta di una priorità e in questo caso tratteremo la fissazione.

Per unire due ossa è necessario spingerne uno verso destra e uno verso sinistra: nel caso si verifichi un AR (Arm Reflex), si avrà una fissazione. Se spingendo una vertebra verso sinistra e una verso destra si manifesta un AR, se si spinge in senso contrario fa resistenza.

Si può quindi realizzare un altro test posizionando un oggetto nero a circa 20 cm di distanza dagli occhi del paziente: se guardandolo si verifica un AR, questo indica la presenza di fissazioni, che verranno trattate solo se si tratta di una priorità.

Trattamento strutturale:

Nel momento in cui il paziente espira, è necessario spingere il processo spinoso nel senso in cui fa resistenza, continuando così per tre/quattro volte.

Trattamento basato su appunti Istituto IGEM

 

Angel Salazar

 

 

 

I rischi dell’acidosi nel corpo umano

La presenza di un organismo acido può rappresentare un rischio per il nostro corpo. Esso si manifesta quando il ph del sangue scende oltre l’intervallo tra 7,35 e 7,45, che rappresenta il grado di acidità adeguato per la nostra salute.

La maggior parte delle persone che vivono nei paesi occidentali soffre di acidosi perché il ph del sangue non raggiunge questi valori, avvicinandosi al 7,25. Un 7.1 potrebbe portare al coma e addirittura alla morte se si riducesse sotto il 7.

Per questa ragione, uno dei primi test che facciamo in Kinesiologia Olistica nel caso avvenga un problema biochimico è l’acidità e per fare ciò utilizziamo una fiala di acidum oxalicum da 30 DH.

Come l’acidità colpisce il nostro organismo:

  • Solitamente colpisce tutte le trasformazioni chimiche dell’organismo, perché negli enzimi si manifesta un ph acido.
  • A causa della sua azione aggressiva nei tessuti, l’irritazione di questi ultimi e degli organi provoca dolore, lesioni, infiammazioni, eczemi e pruriti, ecc…
  • Favorisce lo sviluppo d’infezioni nell’organismo, perché crea un ambiente perfetto per i microrganismi invasori e danneggia le mucose che ostacolano l’entrata dei patogeni, come nel caso della cistite o di problemi al sistema immunitario.
  • Agevola la propagazione delle cellule cancerogene, favorendo un mezzo anaerobico in mancanza di ossigeno.
  • Avviene una demineralizzazione, perché molte parti del corpo, come le ossa, sono spinti a cedere minerali per compensare la riduzione del ph, provocando lo sviluppo di malattie come l’osteoporosi.

Come verificare la presenza di un ottimo ph:

Eliminare la prima urina del mattino perché ricca di acidi smaltiti durante la notte e prelevarne successivamente una quantità sufficiente per il test. Utilizzare le strisce di acidità e alcalinità per verificare quale sia il ph. Il valore perfetto va da 6,5 a 7,5, mentre quello della saliva va da 7 a 7,5.

Le soluzioni per alcalinizzare il nostro organismo passano ovviamente dall’alimentazione, della quale abbiamo parlato molte volte. Infatti, oltre a mangiare bene e remineralizzarci attraverso alimenti ricci di vitamine, amminoacidi, antiossidanti e sali minerali, è necessario bere molta acqua e condurre uno stile di vita non sedentario. L’ideale sarebbe vivere una vita tranquilla senza stress, ma nel caso in cui questo non fosse possibile al cento per cento, è comunque molto importante svolgere attività sportive all’aria aperta, dormire bene e respirare aria pulita.

 

Ángel Salazar

Kinepharma

Il cibo e il sistema immunitario

Ogni tipo di alimento provoca un’infiammazione. Quando mangiamo non ingeriamo solo sostanze nutritive, ma consumiamo anche una quantità significativa di batteri. Allo stesso tempo, il nostro corpo deve affrontare l’assimilazione del glucosio ingerito e combattere i batteri. Ciò provoca una risposta infiammatoria che attiva il nostro sistema immunitario e che ha una funzione protettiva, come hanno dimostrato per la prima volta i medici dell’Università e dell’Ospedale Universitario di Basilea. Tuttavia, nelle persone in sovrappeso questa risposta fallisce, portando a volte allo sviluppo del diabete.

E’ noto che il diabete di tipo 2 (o diabete degli adulti) provoca un’infiammazione cronica, con una serie di effetti negativi. Una serie di studi clinici ha trattato il diabete attraverso l’eliminazione della sovrapproduzione di una sostanza implicata in questo processo, la interleuchina-1beta (IL-1beta). In pazienti affetti da diabete, questa sostanza messaggera scatena l’infiammazione cronica e fa si che le cellule beta produttrici di insulina muoiano.

Attivazione del sistema immunitario

Tuttavia, questa infiammazione racchiude alcuni aspetti positivi, come scritto di recente da alcuni studiosi del Dipartimento di Biomedicina dell’Università e dell’Ospedale Universitario di Basilea sulla rivista Nature Immunology. Negli individui sani le risposte infiammatorie a breve termine svolgono un ruolo importante nell’assorbimento dello zucchero e nell’attivazione del sistema immunitario.

Il lavoro del Professore Marc Donath, Capo del Dipartimento di Endocrinologia e Diabete dell’ospedale e del suo gruppo di studio, dimostra che il numero di macrofagi (un tipo di cellula immune) intorno all’intestino aumenta durante i pasti. Queste cellule, chiamate “pulitrici”, producono la sostanza messaggera IL-1beta in quantità diverse, a seconda della concentrazione di glucosio nel sangue. Inoltre, stimolano la produzione di insulina nelle cellule beta pancreatiche e questo fa si che i macrofagi aumentino la produzione di IL-1beta. L’insulina e l’IL-1beta collaborano per regolare gli zuccheri nel sangue, mentre la sostanza messaggera IL-1beta garantisce la quantità necessaria di glucosio nel sistema immunitario e che quindi rimanga attivo.

Batteri e sostanze nutritive

Secondo gli esperti , questo meccanismo del metabolismo e del sistema immunitario dipende dai batteri e dalle sostanze nutritive che si ingeriscono durante i pasti. Con le sostanze sufficienti, il sistema immunitario è capace di combattere i nuovi batteri in modo adeguato. D’altra parte, quando si verifica una carenza di sostanze nutrienti, le poche calorie rimaste devono essere conservate per le funzioni vitali importanti a spese della risposta immunitaria. Questo spiega perché le malattie infettive si manifestano frequentemente nei paesi più poveri, caratterizzati da gravi carenze di cibo.

 Angel Salazar

Kinepharma

Esercizio fisico, deficit nutrizionale e stato d’animo

Un regolare esercizio fisico è l’antidepressivo naturale più efficace che esista. Infatti, la maggior parte dei benefici dello sport studiati per la prevenzione delle malattie cardiovascolari si ricollegano alla capacità di migliorare lo stato d’animo delle persone, così come la funzione del sistema cardiovascolare.

Numerosi studi clinici hanno dimostrato che l’esercizio físico ha un grande effetto antidepressivo e che tutte le attività fisiche riducono i sintomi legati all’ansia, alla depressione e al malessere. È per questo motivo che chi svolge regolarmente esercizio fisico ha una maggiore autostima, si sente meglio ed è molto più felice di chi non ne pratica.

Questo perché il regolare esercizio fisico aumenta la quantità di endorfine, collegate direttamente allo stato d’animo della persona. Ciò è dimostrato in uno degli studi più interessanti a riguardo, in cui si mettono a paragone i livelli di beta endorfine e il tipo di depressione di dieci persone praticanti esercizio fisico in modo regolare con quelli di dieci persone della stessa età che conducono una vita sedentaria. Questi ultimi risultano molto più depressi e più stressati, presentando una quantità maggiore di cortisolo e una minore di beta endorfine. Si è arrivati quindi alla conclusione che l’esercizio favorisce un’unione biochimica diretta tra attività fisica e depressione e che è fondamentale per prevenire la depressione.

Allo stesso modo, si è poi registrata una certa relazione tra i problemi citati e la carenza nutrizionale. In realtà, questa carenza è solita indicare un problema riguardante lo stato d’animo, dal momento che il deficit di una qualsiasi sostanza nutritiva può alterare la funzione cerebrale e causare uno stato depressivo.

Per questo motivo, in questi casi è fondamentale somministrare determinate vitamine e sali minerali, molto spesso ad ampio spettro (multivitaminici e sali minerali) in quanto molte persone affette da depressione presentano un carenza di varie sostanze nutritive come l’acido folico, la vitamina B 12 e la vitamina B 6. Questo lo si può verificare con un kit di vitamine e sali minerali.

Angel Salazar

Kinepharma

 

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